Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Delegato
per
Emergenza
Rifiuti e Tutela
Acque
centrale
Ricerca
scientifica e tecnologica
applicata
al
contro
Ministero Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare,
Ministero dello Sviluppo economico,
Ministero della Salute,
Regione siciliana,
Commissario
(Sicilia),
Delegato
per
Emergenza
Rifiuti e Tutela
Acque
3 DI 25
(2)
(3)
()
(7)
(8)
(9)
4 DI 25
()
(24)
()
(30)
b)
5 DI 25
b)
2.
a)
b)
c)
chiedere alloperatore
necessarie;
d)
e)
di
prendere
le
misure
di
riparazione
3.
Lautorit competente richiede che loperatore adotti le misure di
riparazione. Se loperatore non si conforma agli obblighi previsti al
paragrafo 1 o al paragrafo 2, lettere b), c) o d), se non pu essere
individuato o se non tenuto a sostenere i costi a norma della presente
direttiva, lautorit competente ha facolt di adottare essa stessa tali
misure, qualora non le rimangano altri mezzi.
8
6 DI 25
1.
Conformemente allallegato II, gli operatori individuano le possibili
misure di riparazione e le presentano per approvazione allautorit
competente, a meno che questa non abbia intrapreso unazione a norma
dellarticolo 6, paragrafo 2, lettera e), e paragrafo 3.
2.
Lautorit competente decide quali misure di riparazione attuare
conformemente allallegato II e, se necessario, in cooperazione con
loperatore interessato.
3.
Se una pluralit di casi di danno ambientale si sono verificati in
modo tale che lautorit competente non in grado di assicurare
ladozione simultanea delle misure di riparazione necessarie, essa pu
decidere quale danno ambientale debba essere riparato a titolo prioritario.
Ai fini di tale decisione, lautorit competente tiene conto, fra laltro, della
natura, entit e gravit dei diversi casi di danno ambientale in questione,
nonch della possibilit di un ripristino naturale. Sono inoltre presi in
considerazione i rischi per la salute umana.
4.
Lautorit competente invita le persone di cui allarticolo 12,
paragrafo 1 e, in ogni caso, le persone sul cui terreno si dovrebbero
effettuare le misure di riparazione a presentare le loro osservazioni e le
prende in considerazione.
9
7 DI 25
()
In tali casi gli Stati membri adottano le misure appropriate per consentire
alloperatore di recuperare i costi sostenuti.
10
11
12
8 DI 25
c)
14
15
Lart. 19, n. 1, primo comma, di detta direttiva precisa che gli Stati
membri dovevano mettere in vigore le disposizioni legislative,
regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla medesima
entro il 30 aprile 2007.
16
17
9 DI 25
18
().
Il diritto nazionale
19
10 DI 25
20
21
22
23
11 DI 25
25
26
12 DI 25
27
2)
3)
4)
Se, data la specificit della situazione che esiste nel S.I.N. di Priolo,
la direttiva [2004/35] (ed, in specie, lart. 7 e lAllegato II ivi
richiamato) osti ad una normativa nazionale che consenta alla
Pubblica Amministrazione di imporre, dAutorit, tali prescrizioni,
quali condizioni per lautorizzazione alluso legittimo di aree non
direttamente interessate alla bonifica, in quanto gi bonificate o
comunque non inquinate, comprese nel perimetro del Sito di
Interesse Nazionale di Priolo.
13 DI 25
28
2)
3)
4)
5)
29
30
Infatti, le questioni sollevate dal giudice del rinvio nelle presenti cause
sono sostanzialmente identiche, in particolare, a quelle proposte dallo
stesso giudice nella causa che ha dato luogo alla sentenza 9 marzo 2010,
14 DI 25
32
Alla luce delle circostanze delle cause principali, quali illustrate dal
giudice del rinvio, occorre ricordare che la direttiva 2004/35 si applica ai
danni causati da unemissione, un evento o un incidente avvenuti dopo il
30 aprile 2007 quando questi danni derivano o da attivit svolte
successivamente a tale data, o da attivit svolte anteriormente a tale
data, ma non ultimate prima della scadenza della medesima (sentenza
C-378/08, ERG e a., cit., punto 41).
33
Spetta pertanto al giudice del rinvio verificare, in base ai fatti che esso
solo in grado di valutare, se, nelle cause principali, i danni oggetto delle
misure di riparazione ambientale decise dalle autorit competenti rientrino
in una di queste ipotesi.
34
35
36
Di conseguenza, dal momento che lart. 174 CE, che contiene il principio
chi inquina paga, rivolto allazione della Comunit, questa
disposizione non pu essere invocata in quanto tale dai privati al fine di
escludere lapplicazione di una normativa nazionale, quale quello oggetto
delle cause principali, emanata in una materia rientrante nella politica
ambientale, quando non sia applicabile nessuna normativa comunitaria
adottata in base allart. 175 CE, che disciplini specificamente lipotesi di
cui trattasi (sentenza C-378/08, ERG e a., cit., punto 46).
15 DI 25
37
38
39
40
41
16 DI 25
43
44
Viceversa, per lipotesi in cui il giudice del rinvio giunga alla conclusione
che detta direttiva applicabile al caso di cui investito, occorre ancora
svolgere le seguenti considerazioni.
45
Per quanto concerne i dubbi formulati dal giudice del rinvio in merito
alla possibilit di ipotizzare una responsabilit ambientale delle ricorrenti
nelle cause principali, occorre ricordare che, conformemente agli artt. 3,
n. 1, 4, n. 5, e 11, n. 2, della direttiva 2004/35, quando decide di imporre
misure di riparazione ad operatori le cui attivit siano elencate
nellallegato III a detta direttiva, lautorit competente non tenuta a
dimostrare n un comportamento doloso o colposo, n un intento doloso
in capo agli operatori le cui attivit siano ritenute allorigine del danno
ambientale. Viceversa, spetta a questa autorit, da un lato, ricercare
preventivamente lorigine dellaccertato inquinamento, attivit riguardo
alla quale detta autorit dispone di un potere discrezionale in merito alle
procedure e ai mezzi cui fare ricorso, nonch alla durata di una ricerca
siffatta. Dallaltro, questa autorit tenuta a dimostrare, in osservanza
delle norme nazionali in materia di prova, lesistenza di un nesso di
causalit tra lattivit degli operatori cui sono dirette le misure di
riparazione e linquinamento di cui trattasi (v. sentenza C-378/08,
ERG e a., cit., punto 65).
46
17 DI 25
48
18 DI 25
nella
causa
C-478/08 e sulla
quinta
49
50
19 DI 25
punti 52-59 della citata sentenza C-378/08, ERG e a., occorre affrontare
le questioni pregiudiziali nel modo seguente.
51
52
53
54
55
20 DI 25
57
Alla luce di quanto sin qui esposto, occorre risolvere la terza e la quarta
questione relative alla causa C-478/08 e la quinta questione relativa alla
causa C-479/08 dichiarando che gli artt. 7e 11, n. 4, della direttiva
2004/35, in combinato disposto con lallegato II alla medesima, devono
essere interpretati nel senso che:
21 DI 25
Sulle spese
58
22 DI 25
quando
non
sono
soddisfatti
i
presupposti
dapplicazione ratione temporis e/o ratione materiae di
cui alla direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio
21 aprile 2004, 2004/35/CE, sulla responsabilit
ambientale in materia di prevenzione e riparazione del
danno ambientale, unipotesi del genere dovr allora
essere disciplinata dal diritto nazionale, nel rispetto delle
norme del Trattato e fatti salvi altri eventuali atti di diritto
derivato;
2)
23 DI 25
Firme
24 DI 25
questa
autorit obbligata
ad
ascoltare
gli
operatori ai quali sono imposte misure del genere,
salvo quando lurgenza della situazione ambientale
imponga unazione immediata da parte dellautorit
competente;
http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=%2BPrevenzion
e%2Be%2Briduzione%2Bintegrate%2Bdell%25E2%2580%2599inquiname
nto%2B&docid=82245&pageIndex=0&doclang=it&mode=req&dir=&occ=fi
rst&part=1&cid=1274186#ctx1
http://isolapulita.blogspot.it/2011/01/corte-di-giustizia-europea2010.html
25 DI 25