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EPIDEMIOLOGIA E PROFILASSI
DELLE MALATTIE INFETTIVE
Prerequisiti
Batteri e virus
Il sistema immunitario
Obiettivi/Competenze
Lalunno deve essere in grado di:
definire il campo di applicazione dellepidemiologia
distinguere epidemia, endemia, pandemia
distinguere incidenza e prevalenza
indicare le principali misure di profilassi delle malattie infettive a livello delle fonti
di infezione, delle vie di trasmissione e dei soggetti sensibili
spiegare il significato del termine portatore sano
distinguere disinfezione, sterilizzazione, disinfestazione
distinguere vaccini e sieri
indicare il calendario delle vaccinazioni obbilgatorie estensive
distinguere sieri eterologhi e omologhi
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1. LEPIDEMIOLOGIA
Lepidemiologia studia le modalit di insorgenza, propagazione e
persistenza delle malattie infettive nella popolazione.
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Figura 2 In caso di pandemia, necessario prendere
tutte le misure necessarie a evitare il diondersi della
malattia a grandi fasce della popolazione.
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importante conoscere lincidenza di una malattia infettiva acuta, per valutarne la sua
contagiosit; per malattie croniche di lunga durata, come le cardiopatie, importante
anche valutare la prevalenza, ossia il numero di malati esistenti in un dato momento, perch ci permette di capire in quel momento limportanza della malattia sul piano sociale
e dellorganizzazione sanitaria.
Altri concetti di base dellepidemiologia sono i tassi di letalit, mortalit, morbilit, per i
quali si rimanda a testi pi approfonditi.
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fonte di infezione
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di eliminazione
trasmissione
DIRETTA
INDIRETTA
ambiente
veicoli/vettori
vie di penetrazione
soggetti sensibili
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I portatori asintomatici sono individui infetti ma non malati, sono cio privi di disturbi.
Possiamo distinguerli in:
1. portatori precoci: sono soggetti infetti che eliminano i germi durante il periodo di incubazione, ossia durante quel periodo compreso tra la penetrazione dei germi nellorganismo (momento dellinfezione) e la comparsa dei sintomi della malattia. In questo
periodo il soggetto non ancora malato, non ha disturbi, tuttavia (per alcune malattie,
non tutte) comincia gi a liberare allesterno i germi che si riproducono nel suo corpo
e pu quindi contagiare altri individui. Ad esempio, nel morbillo il soggetto infetto pu
contagiare gi 3-4 giorni prima che compaiano i sintomi caratteristici della malattia ( i
puntini rossi sulla pelle). Nelle malattie che hanno un periodo di incubazione molto
lungo e che sono contagiose anche in questo periodo, come lAIDS, linfezione viene trasmessa prevalentemente dai portatori precoci, che, essendo apparentemente sani, non
possono essere individuati (se non con esami di laboratorio);
2. portatori convalescenti: sono soggetti che, guariti da una malattia infettiva, restano
tuttavia ancora infetti e contagiosi perch, nel periodo che segue la guarigione clinica della malattia (periodo di convalescenza), i meccanismi di difesa non hanno ancora completamente distrutto tutti i germi, che si liberano ancora allesterno e possono
contagiare altri individui. Il portatore convalescente contagioso per qualche settimana, 2-3 mesi al massimo, dopodich le difese immunitarie debellano linfezione;
3. portatori cronici: un portatore convalescente, migliorando le sue difese immunitarie,
in genere riesce a distruggere tutti i germi. In alcuni casi, tuttavia, le difese immunitarie,
pur impedendo ai germi di provocare i sintomi della malattia, non riescono a debellare
completamente linfezione, per anni o addirittura per tutta la vita. In questo caso il soggetto resta contagioso per tutto questo lungo periodo e viene denito portatore cronico;
4. portatore ex sano transitorio e cronico. Nei casi indicati precedentemente, il soggetto infetto ha un rapporto con i sintomi della malattia: il portatore precoce si ammala dopo alcuni giorni; il portatore convalescente ha appena nito la malattia; il
portatore cronico (ex malato) ha avuto la malattia tempo addietro. Un soggetto sano,
a volte, pu infettarsi senza ammalarsi e diventa transitoriamente contagioso, nch
le sue difese, che n dallinizio hanno impedito linsorgenza della malattia, distruggeranno completamente i germi che lo infettano. Se, invece, le sue difese non riescono
a debellare completamente linfezione, pur non presentando mai un sintomo della
malattia, egli ne diventer un portatore cronico.
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La classe prima comprende malattie per le quali si richiede segnalazione immediata o perch soggette al Regolamento sanitario internazionale o perch rivestono particolare interesse: 1) colera; 2) febbre gialla; 3) febbre ricorrente epidemica; 4) febbri emorragiche virali
(febbre di Lassa, Marburg, Ebola); 5) peste; 6) poliomielite; 7) tifo esantematico; 8) botulismo;
9) difterite; 10) inuenza con isolamento virale; 11) rabbia; 12) tetano; 13) trichinosi.
Nella classe seconda rientrano malattie rilevanti perch a elevata frequenza e/o passibili
di interventi di controllo: 14) blenorragia; 15) brucellosi; 16) diarree infettive non da salmonelle; 17) epatite virale A; 18) epatite virale B; 19) epatite virale C; 20) epatite virale non
specicata; 21) febbre tifoide; 22) legionellosi; 23) leishmaniosi cutanea; 24) leishmaniosi
viscerale; 25) leptospirosi; 26) listeriosi; 27) meningite ed encefalite acuta virale; 28) meningite meningococcica; 29) morbillo; 30) parotite; 31) pertosse; 32) rickettsiosi diversa da
tifo esantematico; 33) rosolia; 34) salmonellosi non tifoidee; 35) scarlattina; 36) silide; 37)
tularemia; 38) varicella.
La classe terza comprende malattie per le quali sono richieste particolari documentazioni:
39) AIDS; 40) lebbra; 41) malaria; 42) micobatteriosi non tubercolare; 43) tubercolosi.
Nella classe quarta vi sono malattie per le quali alla segnalazione del singolo caso da
parte del medico deve seguire la segnalazione della ASL solo quando si vericano focolai
epidemici: 44) dermatotosi (tigna); 45) infezioni, tossinfezioni e infestazioni di origine alimentare; 46) pediculosi; 47) scabbia.
La classe quinta comprende malattie infettive e diusive noticate alla ASL e non comprese nelle classi precedenti, zoonosi indicate dal regolamento di polizia veterinaria (di
cui al Decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320) e non precedentemente menzionate.
La denuncia non ha un significato punitivo, come abitualmente si portati a pensare sentendo questa parola, ma serve soltanto a far sapere alle au-
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torit sanitarie quanto sta avvenendo perch possano valutare se necessario un intervento profilattico al fine di tutelare la salute della collettivit.
Ricevuta la denuncia di malattia infettiva, lUfficiale Sanitario:
pu richiedere un accertamento diagnostico;
avvia una inchiesta epidemiologica;
decide le misure di sorveglianza sanitaria e altri provvedimenti (disinfezione, disinfestazione ecc.) da adottare;
deve informare, periodicamente, le autorit centrali dei casi di malattie infettive verificatesi nel suo territorio.
Accertamento diagnostico
Laccertamento diagnostico necessario (qualora si presenti un caso sospetto
di una delle malattie a denuncia obbligatoria) per confermare o escludere
la diagnosi e quindi sapere se il malato infetto e contagioso oppure no.Ad
esempio, durante unepidemia di colera un soggetto affetto da diarrea pu
essere considerato un caso sospetto di colera e solo le analisi di laboratorio potranno rivelarci se egli infetto e quindi pericoloso per la collettivit.
Oltre a esami aspecifici di orientamento, possono essere effettuati due
tipi di esami:
esami per una diagnosi diretta: consistono nella ricerca diretta dei germi
patogeni responsabili della malattia sospettata;
esami per una diagnosi indiretta: non si cercano direttamente i germi, ma
il segno del loro passaggio: gli anticorpi nel siero dellindividuo sospetto.
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diagnosi diretta
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Per ricercare i microrganismi occorre sapere in quale parte del corpo essi si sono localizzati. Se si pensa che siano nellintestino, si potr cercarli prelevando un campione di feci;
se si pensa che siano nelle vie urinarie, si esamina un campione di urine; se sono in circolo,
si preleva un campione di sangue; se sono nelle vie respiratorie, un prelievo di escreato o
di muco nasale (tampone nasale, faringeo ecc.). importante dunque la scelta del materiale organico da esaminare; inoltre sono importanti anche le modalit di raccolta del materiale, soprattutto per gli esami colturali. Ad esempio, se nel trasporto al laboratorio il
campione viene mantenuto a una temperatura che non consente la sopravvivenza dei
germi, questi non potranno essere evidenziati neanche a un esame culturale.
Lesame microscopico diretto del campione prelevato pu mettere rapidamente in evidenza la presenza di germi ed importante soprattutto
quando si ha gi un preciso sospetto diagnostico. Se i microrganismi sono
poco numerosi, possono tuttavia sfuggire a questo rapido esame, per cui
opportuno effettuare un esame colturale, che impiega pi tempo, ma permette di evidenziare meglio i microrganismi.
Lesame colturale, infatti, consiste nel disporre in un idoneo terreno di
coltura il materiale prelevato. Se nel campione vi sono dei microrganismi,
essi crescono, si moltiplicano nel terreno di coltura, formando degli ammassi visibili a occhio nudo, detti colonie.
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Il terreno di coltura deve essere adatto al tipo di microrganismo che stiamo cercando (perch ne sospettiamo lesistenza); infatti i germi (batteri) di specie diversa hanno esigenze nutritive diverse e crescono quindi in terreni aventi composizione diversa. Per questo motivo,
se lesame colturale non d risultati positivi, non possiamo escludere con certezza che non
vi siano microrganismi, perch possibile che, pur presente, il germe non sia stato in grado
di crescere nel terreno di coltura in cui stato seminato.
Per i batteri levidenziazione microscopica e lesame colturale sono relativamente facili; i
virus, invece, sono visibili solo con il microscopio elettronico e la loro coltivazione necessita
di terreni particolari, costituiti da cellule, perch i virus si riproducono solo allinterno delle
cellule. Questi terreni per virus possono essere facilmente contaminati da batteri, per cui devono anche contenere degli antibiotici per impedire la distruzione del terreno stesso.
Alcune denizioni
Coprocultura: esame colturale eettuato su un
campione di feci.
Urinocultura: lo stesso della coprocultura, ma da
un campione di urina.
Tampone nasale o faringeo: si tratta di un prelievo eettuato con una specie di lungo cottonoc introdotto nel naso, o nella faringe, e posto a
contatto con la mucosa. Il campione viene poi
sottoposto a un esame colturale.
Tutti sanno che le infezioni batteriche vengono combattute con gli antibiotici; tuttavia, molte specie batteriche sono resistenti ad alcuni antibiotici,
per cui, quando si fa un esame colturale, si eseguono poi delle prove di antibiotico-resistenza, introducendo nel terreno di coltura, intorno alle colonie batteriche sviluppatesi, diversi antibiotici. Si potr cos sapere a quali
antibiotici i batteri isolati sono sensibili e a quali, invece, sono resistenti.
Questa procedura nota come antibiogramma.
La prova biologica su animale da esperimento viene effettuata inoculando il materiale organico in un animale da esperimento sensibile alla specie microbica che si vuole evidenziare: infatti, se lanimale resistente, il
germe non si riproduce, perci la prova biologica possibile solo per quelle
malattie causate da germi che possono infettare, oltre alluomo, anche altre
specie animali. Dopo un certo periodo di tempo dallinoculazione, se il
germe presente provoca nellanimale in cui si riprodotto lesioni caratteristiche, nelle quali possibile rintracciare il germe con lesame microscopico.
diagnosi indiretta
A volte non agevole recuperare il materiale organico in cui il microrganismo si riproduce e, comunque, spesso gli esami per una diagnosi diretta
si rivelano complessi e troppo costosi, in particolare quelli per isolare i virus.
possibile effettuare allora una diagnosi indiretta delle malattie infettive,
ricercando non direttamente il microrganismo responsabile, ma i segni che
questo organismo lascia nel soggetto infettato: gli anticorpi.
La ricerca degli anticorpi viene effettuata nel siero del soggetto in esame:
queste analisi vengono perci definite prove sierologiche.
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Per trovare degli anticorpi nel siero bisogna metterlo a contatto con gli antigeni contro i
quali gli anticorpi sono diretti. Se gli anticorpi ci sono, si legano agli antigeni e si forma un
complesso antigene-anticorpo (detto immunocomplesso), che pu essere in seguito rivelato con diverse metodiche: reazione di precipitazione, agglutinazione, ssazione del
complemento, neutralizzazione, immunouorescenza, il recente test ELISA (utilizzato per
lAIDS) ecc. Per la descrizione di queste metodiche si rimanda ai testi di immunologia.
Per la diagnosi sierologica importante non solo vedere se ci sono anticorpi, ma anche
valutarne la concentrazione nel siero, ossia il titolo anticorpale, che si ottiene diluendo
progressivamente il siero e mettendolo a contatto con una quantit ssa dellantigene:
no a una certa diluizione il siero sar in grado di dare una reazione; oltre questa gli anticorpi saranno cos diluiti da non riuscire pi a reagire con lantigene.
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Sieropositivi e sieronegativi
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Un individuo che ha anticorpi contro un determinato microrganismo, ed quindi positivo alle prove sierologiche per quel microrganismo,
detto sieropositivo. Se gli anticorpi non ci sono la reazione sierologica non avviene, negativa, e lindividuo detto sieronegativo.
Essere sieropositivi vuol dire solamente avere gli anticorpi contro una data malattia, o meglio contro il microrganismo che la provoca; vuol
dire solamente che in qualche momento della nostra vita quel microrganismo penetrato nel nostro corpo, ci ha dato uninfezione. Non
ci dice per se linfezione attuale o uninfezione del passato. Non ci dice se siamo o no ancora contagiosi.
Se linfezione recente, la quantit di anticorpi prodotti aumenta di giorno in giorno, per cui due prove sierologiche eettuate in giorni
diversi, se rivelano un aumento del titolo anticorpale, sono indizio di infezione recente e quindi di possibile contagiosit; se invece il titolo anticorpale non sale o addirittura diminuisce, linfezione di vecchia data e lindividuo (per molte malattie infettive) non pi contagioso. Un altro metodo per distinguere uninfezione recente da una antica quello di vedere che tipo di anticorpi ci sono: se sono Ig
M, linfezione sicuramente recente.
Se gli anticorpi prodotti sono in grado di proteggere dalla malattia, la loro presenza (in elevata concentrazione o titolo anticorpale) indica che lindividuo immune. In alcune malattie, come lAIDS o la silide, gli anticorpi non sono in grado di neutralizzare lagente patogeno e la loro presenza solo un indice di infezione in atto e quindi di contagiosit.
In alcune malattie lorganismo non reagisce allinfezione con la produzione di anticorpi (immunit umorale), ma con lattivazione di
meccanismi cellulari di difesa specici (immunit cellulare). Le prove di reattivit cutanea possono evidenziare questo tipo di immunit
permettendo di fare una diagnosi indiretta di queste infezioni. Nel caso della tubercolosi, ad esempio, si effettua la prova tubercolinica,
che consiste nellintroduzione, nella pelle di un avambraccio, di una piccola quantit di antigeni tubercolari (tubercolina o PPD), che provoca unevidente reazione cutanea nella zona di inoculazione solo nei soggetti che hanno avuto uninfezione da micobatteri tubercolari.
Inchiesta epidemiologica
Linchiesta epidemiologica unindagine che ha lo scopo di identificare le
modalit con cui il malato stato contagiato, per intervenire e rimuovere
le cause del contagio ed evitare, in questo modo, che la loro persistenza
possa provocare nuovi casi di malattia.
A questo scopo lUfficiale Sanitario deve: interrogare il malato e i suoi
parenti o conviventi; studiare lambiente nel quale si trovava al momento del
contagio; verificare se si tratta di un caso isolato o se ve ne sono altri, e se
esiste una connessione tra i diversi casi, seguendo nel tempo landamento
della malattia. Linchiesta epidemiologica, oltre a precisare lorigine del contagio, permette di valutare pi approfonditamente la natura della malattia
e la sua evoluzione epidemiologica.
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Ad esempio, un individuo di ritorno da un viaggio in un Paese in cui in atto unepidemia di colera, se non vaccinato contro il colera oppure, pur essendo vaccinato, non pu
dimostrarlo perch non ha con s il certicato internazionale di vaccinazione, viene sottoposto a sorveglianza sanitaria. Nel caso del colera, poich il periodo di incubazione di
circa 5 giorni, la sorveglianza sanitaria si protrarr per 5 giorni, durante i quali il soggetto
deve sottoporsi a visita medica e deve eettuare coproculture (esame colturale delle feci),
per vedere se, pur essendo apparentemente sano, elimina invece i vibrioni del colera con
le feci, ed quindi contagioso.
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Figura 10 Un libretto di vaccinazione internazionale.
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Per la durata del periodo di sorveglianza o di isolamento, indicata nella circolare sopra citata, va sottolineato che attualmente viene determinata in
base alleffettiva scomparsa dei germi dimostrata con esami colturali (per le
malattie batteriche); per le malattie di origine virale, non essendo ci possibile, si fa riferimento alle conoscenze attuali circa il periodo di contagiosit di ogni singola malattia.
Terapia antibiotica
Nel caso di malattie infettive di origine batterica, la terapia antibiotica mirata permette di aiutare lindividuo infetto (malato o asintomatico che sia)
a distruggere completamente i batteri che ospita nel suo organismo. Oltre
allindubbio vantaggio per il malato, che guarisce pi rapidamente, questa
terapia va a vantaggio anche della collettivit, perch si elimina, si sterilizza
una fonte di infezione, riducendo cos la possibilit di diffusione della malattia nella popolazione.
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gli antibiotici non sono caramelle, ma medicinali, che, oltre alleffetto curativo, possono avere effetti collaterali spiacevoli: vanno dunque presi solo
quando necessario. Proprio perch agiscono sui batteri, gli antibiotici distruggono, oltre ai germi patogeni, anche la flora batterica non patogena che
vive sulle nostre mucose (orale, intestinale, vaginale, ecc.) e sulla cute; questa flora ha una funzione protettiva dalle infezioni e, inoltre, fornisce anche
vitamine al nostro organismo. Perci labuso di antibiotici favorisce infezioni
da germi resistenti agli antibiotici, in particolare i miceti; dopo terapie antibiotiche in tense e prolungate consigliabile rimpolpare la flora batterica intestinale, ingerendo fermenti lattici (o yogurt).
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I veicoli di infezione
Sono veicoli di infezione tutti gli oggetti che possono trasmettere il contagio. Il pi importante laria, ma molta importanza hanno pure lacqua, gli
alimenti, il suolo e la polvere.
I veicoli possono generalmente ricondursi a tre tipi:
veicoli inerti o indifferenti (acqua, fazzoletti, biancheria ecc.), nei quali i
germi possono solo sopravvivere, ma non riprodursi;
veicoli favorenti (latte, uova, alimenti in genere, sangue ecc.), che favoriscono la riproduzione dei microrganismi che trovano in questi veicoli i
materiali nutritivi necessari per la loro moltiplicazione;
veicoli ostacolanti: sono oggetti nei quali la riproduzione e anche la so-
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pravvivenza dei germi resa difficile: ad esempio, alcuni alimenti acidi, bibite gassate, vino, ma anche laria che tende a diluire la carica microbica e
a danneggiare i microrganismi per essiccamento e per effetto dei raggi ultravioletti della luce solare.
I veicoli di infezione
Laria, pur avendo unazione sfavorevole sulla riproduzione e sopravvivenza di molte specie microbiche, resta comunque il veicolo principale di malattie infettive causate da germi che penetrano nellorganismo attraverso lapparato respiratorio. Questa via di penetrazione
tipica delle malattie infettive dellapparato respiratorio (rareddore, inuenza, tubercolosi, polmoniti, ecc.), ma anche delle malattie
esantematiche infantili (morbillo, rosolia, scarlattina ecc.), della meningite, della poliomielite e altre ancora.
Gli ambienti ristretti e aollati favoriscono la trasmissione pressoch immediata da un individuo allaltro (contagio interumano), attraverso
le goccioline di saliva espulse con gli starnuti, i colpi di tosse o mentre parliamo. Le goccioline di saliva (dette goccioline di Flgge) , contengono, infatti, anche muco, cellule desquamate e microbi. Mentre parliamo emettiamo goccioline di saliva pi grosse, visibili a occhio nudo
(diametro compreso tra 0,1 e 2 mm.), che vengono proiettate no a una distanza massima di mezzo metro; le goccioline di saliva emesse
con i colpi di tosse e gli starnuti sono pi piccole e possono essere proiettate no a 2 metri di distanza dal soggetto che le ha emesse. I germi
contenuti in queste goccioline possono, inoltre, rimanere sospesi in aria anche per molte ore e, sospinti dalle correnti, possono raggiungere
distanze notevoli. Le goccioline di saliva e i germi in esse contenuti tendono successivamente a sedimentare, ossia a cadere al suolo.
La sopravvivenza dei germi dipende dalla loro capacit di resistere allazione disinfettante naturale dellaria: lessiccamento e i raggi ultravioletti sono i principali nemici dei germi, per cui la loro sopravvivenza facilitata in ambienti umidi e dotati di scarsa illuminazione naturale. Particolarmente resistente allessiccamento il bacillo di Koch, responsabile della tubercolosi che, tuttavia, viene distrutto facilmente
dai raggi solari. Questi germi resistenti allessiccamento possono sopravvivere giorni e giorni nella polvere e, successivamente, per eetto
della ventilazione, vengono risollevati col pulviscolo.
La polvere rappresenta perci un possibile veicolo di infezioni, specialmente di quelle trasmesse per vie aerea. Da ci si rileva limportanza
della pulizia, soprattutto negli ambienti chiusi e aollati (come case, scuole, ospedali, bar, alberghi, ecc.) per la prevenzione di queste malattie, in particolare la tubercolosi.
Il suolo. Se la polvere rappresenta un problema igienico negli ambienti chiusi, negli spazi aperti il suolo pu essere contaminato, oltre che
dai germi emessi con le gocce di saliva e sedimentati al suolo (generalmente per poco concentrati), anche da microrganismi e parassiti
provenienti dallintestino di animali ed esseri umani. Fortunatamente non molte specie microbiche riescono a sopravvivere a lungo nel
suolo: tra i pi resistenti ricordiamo i germi sporigeni, in particolare quelli responsabili del tetano e della gangrena gassosa (Clostridi).
Le spore sopravvivono infatti a lungo nel terreno e possono penetrare nellorganismo accidentalmente attraverso una ferita, unulcerazione
della pelle. Introdotte nellorganismo, se la ferita non viene ben lavata, possono vericarsi le condizioni ideali per la germinazione delle spore
e la conseguente insorgenza delle malattie provocate dai Clostridi: il tetano e la gangrena gassosa. Le spore di questi Clostridi sono estremamente diuse nel terreno; sono presenti anche nellintestino di animali da pascolo (bovini ed equini) e quindi nel terreno contaminato dalle loro feci (pascoli e terreni concimati). Dal suolo i germi possono sollevarsi con la polvere contaminando cos laria, oppure
possono contaminare lacqua e gli alimenti di origine vegetale.
Lacqua rappresenta un veicolo inerte, nel quale i germi possono sopravvivere ma non riprodursi. Le malattie che possono essere trasmesse
attraverso lacqua sono molte. Alcune vengono trasmesse mediante ingestione di acqua infetta: dissenteria amebica o bacillare, epatite
virale, tifo, colera, ecc.; altre invece, mediante contatto della pelle non integra con acqua contaminata: ad esempio la leptospirosi, una grave
malattia trasmessa attraverso lacqua contaminata da urina di topo infetto.
Di particolare importanza la contaminazione delle falde acquifere o della rete idrica (acquedotto), perch lacqua viene distribuita a numerose unit abitative e pu, se infetta, determinare linsorgenza di vere epidemie. Se le falde acquifere sono in profondit il rischio di inquinamento microbico scarso perch il terreno impedisce, con unazione di ltro, il passaggio dei microrganismi patogeni. Le tubature della
rete idrica possono contaminarsi se non hanno una buona tenuta, come pu accadere in seguito a smottamenti, terremoti, ecc. Attualmente i rischi pi grossi, per lacqua potabile, riguardano soprattutto linquinamento chimico industriale. Tra le acque superciali sono pi
frequentemente inquinate quelle stagnanti (pozze, stagni ecc.) e quelle che attraversano terreni infetti. Nei Paesi tropicali sono pericolose
anche le acque di laghi e umi (acqua dolce), perch sono spesso popolate, oltre che da germi patogeni, anche da macroparassiti.
Gli alimenti possono rappresentare un temibile veicolo di infezioni e intossicazioni. In essi i germi patogeni possono rapidamente riprodursi e liberare tossine responsabili delle intossicazioni alimentari.
Lalimento pu essere contaminato perch:
proveniente da animale infetto (latte, carni);
lavato o coltivato con acque infette (verdure, frutti di mare);
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I vettori
I vettori sono piccoli organismi viventi in grado di trasportare i germi patogeni dalla fonte di infezione allindividuo sano. Sono soprattutto insetti
(zanzare, mosche, pidocchi, pulci, cimici) o aracnidi (zecche, acari).Vengono
distinti in due gruppi:
vettori passivi;
vettori attivi.
I vettori passivi non partecipano ai processi riproduttivi dei microrganismi, ma si limitano a trasferirli da un luogo a un altro.
Tipico esempio la comune mosca domestica, che, essendo priva di succhi digestivi, tende ad alimentarsi con cibi gi decomposti sulle feci e sulla
carne frollata. Ci le permette di trasmettere le infezioni alluomo, depositando i germi patogeni sul cibo. In questo caso la trasmissione seguir questo tragitto: fonte di infezione feci vettore (mosca) veicolo (cibo)
individuo sensibile.
I vettori attivi, invece, partecipano alla riproduzione dei germi, ossia ne
favoriscono la moltiplicazione.
Un esempio costituito dalla pulce del ratto, allinterno della quale il
germe responsabile della peste (Pasteurella o Yersinia Pestis) si moltiplica,
moltiplicando, con la carica batterica, la possibilit di infettare soggetti sani.
In alcuni casi il vettore attivo non si limita a permettere la moltiplicazione
del germe che ospita, ma partecipa attivamente al processo di maturazione
del germe. Questo tipo di vettore detto vettore attivo obbligato. Solo la maturazione che avviene nel vettore permette al germe patogeno di acquisire
il suo massimo grado di patogenicit. Se, invece, il germe infetta un individuo senza passare per il vettore, e quindi non matura, determina nel soggetto una malattia di minor intensit.
Ad esempio, le zanzare femmine del genere Anopheles sono responsabili
della trasmissione della malaria. In esse i Plasmodi della malaria si moltiplicano e completano una fase del loro ciclo maturativo (fase sessuata). Se i plasmodi maturano sono in grado di penetrare nei globuli rossi di un individuo
che viene infettato. La malaria pu cos manifestarsi nella forma completa.
La trasmissione avviene secondo questo schema:
Malato puntura dellAnophele maturazione dei plasmodi nellAnophele puntura di un individuo sano con inoculazione dei plasmodi maturi.
A volte linfezione malarica pu essere trasmessa senza il vettore Anophele, attraverso una trasfusione o per inoculazione di sangue infetto, come
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pu avvenire ai tossicodipendenti, che usano siringhe sporche di sangue altrui. In questo caso la trasmissione salta la maturazione nellAnophele e i
plasmodi che si trasferiscono non sono in grado di penetrare nei globuli
rossi e romperli. Linfezione determiner disturbi meno gravi della malaria
in forma completa.
Oltre agli interventi sulla fonte di infezione, importante, e talvolta fondamentale, programmare misure profilattiche che agiscono sulle vie di trasmissione delle malattie, al fine di evitare il contagio di individui sani.
Distingueremo cos misure per impedire o limitare:
la trasmissione diretta delle malattie;
la trasmissione indiretta mediata da vettori;
la trasmissione indiretta mediata da veicoli.
La diffusione delle malattie a trasmissione diretta pu essere impedita o limitata adottando un comportamento individuale prudente ossia evitando
il contatto diretto con la fonte di infezione.
Per le malattie veneree, ad esempio, opportuno evitare rapporti sessuali
con individui infetti.Tuttavia, poich non sempre facile individuare i soggetti infetti, in particolare i portatori asintomatici, opportuno:
limitare il numero di partner sessuali, allo scopo di ridurre le probabilit
di subire un contagio;
usare il preservativo, soprattutto con i partner occasionali; il preservativo (o profilattico o condom) un sacchetto di gomma (lattice o poliuretano) che avvolge lorgano sessuale maschile impedendo il contatto diretto
con la vagina e quindi la possibilit di contaminazione dei due partner con
le secrezioni sessuali.
APPROFONDIMENTO
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La disinfezione
Per disinfezione si intende qualunque manovra o fenomeno che porta alleliminazione dei microrganismi patogeni dallambiente e da veicoli, impedendo cos la trasmissione delle malattie infettive dalla fonte di infezione
allindividuo sano. Disinfettante quindi ogni mezzo che permette la rapida e completa distruzione dei germi patogeni presenti in un ambiente o
in un veicolo.
Le spore sono in grado di resistere a condizioni ambientali sfavorevoli e
anche allazione di molti disinfettanti. Un disinfettante sar perci completo solo se anche sporicida, ossia in grado di distruggere anche le spore;
un disinfettante incompleto, invece, agisce solo sulle forme vegetative.
La disinfezione va distinta dalla sterilizzazione. Questultima fa qualcosa
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Che differenza c tra disinfezione e sterilizzazione?
Lasepsi, invece, linsieme delle manovre che permettono di evitare che un oggetto o un
ambiente sterile venga contaminato da germi: ad esempio, luso delle mascherine in ambiente chirurgico ecc.
I termini antisettico e antisepsi, si riferiscono invece a qualcosa di meno intenso della disinfezione, perch lantisepsi consiste nella inibizione della moltiplicazione e dellattivit enzimatica dei batteri (ad esempio negli alimenti), ottenuta con metodi sici (freddo) o
chimici (aggiunta di zucchero, sale, ecc.); anche disinfettanti chimici a bassi dosaggi hanno
azione antisettica: aumentando le dosi (concentrazione e durata di applicazione) del disinfettante no a quelle ottimali per la disinfezione, dal rallentamento delle attivit batteriche (batteriostasi) si passa alla distruzione dei batteri, cio la disinfezione. Secondo
alcuni lantisettico un disinfettante utilizzato sui tessuti viventi, mentre il termine disinfettante va attribuito a quelli utilizzati per oggetti od ambienti.
Tutto ci che in grado di distruggere microrganismi, ma senza distinzione tra patogeni
e non, non un disinfettante (che dovrebbe uccidere solo germi patogeni), ma un germicida o microbicida. Queste distinzioni nel linguaggio di uso corrente non sono prese in
considerazione e cos spesso vengono utilizzati, erroneamente, come sinonimi i termini:
disinfettante, antisettico, germicida e, addirittura, disinfezione e sterilizzazione. Quando
vogliamo specicare su quale tipo di germe agisce una sostanza antimicrobica o germicida, utilizzeremo i termini: antibatterico, antivirale, antimicotico o antifungino e battericida, virucida, fungicida e sporicida.
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Disinfezione e sterilizzazione si ottengono con mezzi fisici (calore, filtrazione, radiazioni, in particolare UV e gamma) o chimici (sostanze chimiche capaci di uccidere i germi: ad esempio lalcol, lacqua ossigenata ecc.).
Nella disinfezione possiamo distinguere due casi:
disinfezione in presenza di una fonte di infezione accertata: in questo caso
lambiente e i possibili veicoli che circondano la sorgente di infezione devono
essere sottoposti a disinfezione per tutto il periodo di contagiosit della fonte
di infezione (fino cio alla guarigione biologica e non solo clinica): si parla
di disinfezione continua. Nel caso di malattie provocate da germi in grado
di resistere a lungo nellambiente (come la tubercolosi e la poliomielite), una
volta che il malato guarito, va attuata una disinfezione finale di tutto
lambiente e di tutti gli oggetti che sono stati a contatto col paziente;
disinfezione di luoghi potenzialmente contaminabili: gabinetti pubblici,
servizi igienici in comunit (scuole, convitti, caserme, ecc.), ospedali, sono
luoghi frequentati da molte persone e in essi possono accumularsi i germi
patogeni eliminati da soggetti infetti. Inoltre, proprio perch questi luoghi
sono affollati, i germi patogeni eventualmente presenti possono essere trasmessi anche a molte persone. Si comprende la necessit, dunque, di effettuare disinfezioni periodiche.
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Figura 14 Un apparecchio per sterilizzare piccoli
oggetti mediante luso dei raggi ultravioletti (UV).
La disinfestazione
La disinfestazione combatte la trasmissione delle malattie infettive
mediata da vettori o da particolari serbatoi (animali) dinfezioni. La
disinfestazione mira dunque alla distruzione di insetti, macroparassiti e altri animali (i ratti in particolare) vettori di germi patogeni o
anche solo molesti.
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La disinfestazione molto importante per limitare malattie mediate da vettori attivi obbligati, come la malaria o la febbre gialla, per le quali, eliminato
il vettore, si impedisce la diffusione del germe; tuttavia importante anche
leliminazione dei vettori passivi, come le mosche, e di quegli animali che
possono essere serbatoi dinfezione (es. il ratto per la peste o la leptospirosi;
le volpi rosse per la rabbia ecc.).
I disinfestanti possono essere di natura fisica o chimica; tra gli agenti fisici usato soprattutto il calore, secco o umido, che permette la distruzione
sia dei parassiti che delle loro uova. I disinfestanti chimici agiscono per inalazione (gas o vapore), per contatto o per ingestione (liquidi o polvere).
Vengono distinti in due gruppi: ratticidi e insetticidi. Se hanno azione ratticida e, insieme, insetticida, sono detti disinfestanti integrali.
Gli insetticidi e altri parassiticidi sono molto importanti anche in agricoltura, per combattere le infestazioni delle piante; si ricorda, tuttavia, che
sono anche tra i principali responsabili dellinquinamento chimico del suolo
e delle acque.
FATTORI PREDISPONENTI ALLE MALATTIE INFETTIVE
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A volte germi patogeni (in particolare alcuni virus) per le altre specie di animali acquisiscono, per eetto di mutazioni genetiche, patogenicit anche per la specie umana: le malattie che essi provocano alluomo si rivelano in questi casi molto aggressive e contagiose,
perch la specie umana non ancora abituata, selezionata, per combattere queste malattie. Lepidemia di inuenza spagnola durante la prima guerra mondiale fece pi vittime
della guerra: il virus in causa probabilmente era un virus del suino, adattatosi, per una ricombinazione genetica, allessere umano. Una delle ipotesi della comparsa dellAIDS che
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sia arrivata alluomo dalle scimmie: questo potrebbe perci spiegare laggressivit di questa malattia nei soggetti colpiti e linecacia degli anticorpi che i soggetti infettati producono contro il virus HIV.
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virulenza: il grado di patogenicit, lindice dellaggressivit di un particolare ceppo appartenente a una specie batterica o virale patogena, legata
alla capacit di riprodursi e diffondere nellorganismo, determinandovi cos
disturbi pi o meno gravi. Pi il germe virulento pi gravi saranno i disturbi che esso sar in grado di dare;
carica microbica (batterica, virale ecc.): la quantit di germi che penetra nellorganismo al momento dellinfezione; maggiore la carica, pi
grave sar la malattia, o, quanto meno, pi facile la sua comparsa.
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Linuenza dei vari fattori climatici spiega landamento stagionale di alcune malattie: la
maggior diusione invernale di malattie infettive dellapparato respiratorio (inuenza,
bronchiti, polmoniti) legata alla tendenza a stare in locali chiusi e aollati in questa stagione e alla debolezza delle difese locali dellapparato respiratorio esposto al freddo: il
freddo infatti rallenta o, addirittura, blocca lattivit delle ciglia vibratili dellepitelio di rivestimento delle vie aeree, che, normalmente, con il loro movimento permettono leliminazione del muco su cui eventualmente si sono depositati i germi.
Le malattie infettive dellapparato gastro-intestinale (tifo, colera, tossinfezioni alimentari
ecc.) sono invece, sempre per linuenza del clima, pi frequenti nelle stagioni calde:
destate, infatti, sono maggiori le possibilit riproduttive dei germi ed anche maggiore la
circolazione di vettori come le mosche.
I fattori climatici sono responsabili anche della diversa distribuzione geografica delle malattie infettive: ad esempio, le malattie tropicali sono cos
chiamate proprio perch si sviluppano solo nelle particolari condizioni climatiche dei tropici.
Molto importante pure lambiente di vita, le condizioni sociali in cui
vive lindividuo: laffollamento, la scarsa igiene delle abitazioni, condizioni lavorative pesanti o ambienti di lavoro poco salubri, sono tutti elementi che
incidono sulla resistenza dellindividuo agli agenti patogeni, in particolare a
quelli infettivi. Questi stessi fattori, inoltre, influenzano anche la sopravvivenza nellambiente dei germi patogeni: basti pensare alla maggior incidenza
diTBC nelle case umide e poco soleggiate, oppure alla facilit con cui esplodono epidemie di tifo, colera, epatite virale in centri abitati privi di fognature o, comunque, in cui lo smaltimento dei rifiuti non ben organizzato.
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Figura 16 Linuenza, le bronchiti, le polmoniti
hanno un andamento stagionale perch durante
la stagione fredda si tende a stare di pi in locali
chiusi e aollati, favorendo la diusione dei germi
patogeni, e contemporaneamente le difese immunitarie
sono pi deboli.
Alcune denizioni
Disinfezione naturale: lambiente naturale spesso
ostacola la sopravvivenza dei germi patogeni, operando unazione di disinfezione naturale, descritta
nellapprofondimento Metodi di disinfezione alla
ne del testo.
Fattori relativi allindividuo. Le condizioni di salute preesistenti, derivanti dal comportamento igienico dellindividuo: pulizia personale, corretta alimentazione, igiene del vestiario, ecc. sono importanti fattori (sui
quali si pu intervenire) per prevenire le malattie.
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Malattie pregresse o ancora in corso possono favorire linsorgenza di particolari infezioni: ad esempio, linfluenza facilita linsorgenza di bronchiti e
broncopolmoniti batteriche perch il virus influenzale danneggia lepitelio
ciliato delle vie aeree. Queste complicazioni sono pi frequenti e pericolose in soggetti anziani, cardiopatici, diabetici, gi affetti da broncopatie croniche. Tra i fattori individuali, non modificabili con interventi profilattici,
ricordiamo: let, il sesso, la razza.
Let: le complicazioni batteriche dellinuenza sono pi frequenti negli anziani; nel periodo neonatale sono pi frequenti le infezioni polmonari causate da particolari virus
(bronchite da virus R.S.) ecc.: il giovane adulto , in genere, pi resistente alle infezioni.
Il sesso: evidente che, ad esempio, le mastiti (infezioni della ghiandola mammaria) saranno pi frequenti nella donna, per la funzione che essa assume nel periodo di allattamento; pi frequenti nel sesso femminile sono le cistiti, per la minor lunghezza delluretra
femminile rispetto a quella maschile; dierenze di incidenza nei due sessi per qualche malattia infettiva, oltre che alle dierenze anatomiche, potrebbero essere imputate a dierenze ormonali o, pi in generale, a dierenze siologiche.
La razza: esiste una dierente suscettibilit alle infezioni nelle diverse razze, probabilmente
collegata a fenomeni di selezione naturale: se un germe vissuto in una popolazione, ha
selezionato individui capaci di resistergli, eliminando i pi deboli; invece, quando una razza
non conosce una malattia infettiva, i primi contatti con gli agenti patogeni di quella malattia (importata da altri Paesi) risultano disastrosi, sia per gravit che per velocit di diffusione della malattia. questo il caso, ad esempio, del morbillo, che nei Paesi europei
una malattia che non d grosse preoccupazioni, ma che nei Paesi africani , ancor oggi, una
delle prime cause di mortalit infantile.
La resistenza dellindividuo a una particolare infezione dipende s dai fattori ora citati, ma, principalmente, dallo stato di attivazione del principale
sistema difensivo dellorganismo umano: il sistema immunitario.
Il sistema immunitario costituito da un insieme di cellule, distribuite in
tutto lorganismo e, in particolare, in: linfonodi, midollo osseo, milza, tonsille palatine, appendice vermiforme, sangue, linfa ecc.
Queste cellule elaborano risposte difensive mirate, ossia dirette contro
uno specifico bersaglio (ad esempio il virus del morbillo); la risposta difensiva specifica consiste nella produzione di anticorpi che vanno
ad attaccare proprio e solo quei germi che ne hanno provocato la produzione (nellesempio citato, solo i virus del morbillo). Dopo questo primo scontro, permane uno stato di
attivazione, che permette allorganismo di resistere a una
successiva infezione da parte di quel germe: lo stato di resistenza cos acquisito prende il nome di immunit.
Un soggetto che in grado di resistere a una specifica infezione (per effetto dellattivazione del sistema immunitario)
detto immune; se il soggetto non in grado di resistervi
detto non immune o sensibile allinfezione.
immunit e sensibilit sono dunque i pi importanti
fattori individuali che influenzano lesito della battaglia tra
germe e organismo infettato. Possiamo influenzare la resistenza dellindividuo nei confronti di specifiche malattie infettive mediante particolari interventi che costituiscono la
Figura 18 Immagine al microscopio di plasmacellule che stanno
producendo attivamente anticorpi.
profilassi diretta specifica.
A che cosa dovuta limmunit?
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Immunoprofilassi
Limmunoprofilassi comprende:
la vaccinoprolassi o immunoprofilassi attiva;
la sieroprofilassi o immunoprolassi passiva.
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In entrambi i casi si realizza una immunit artificiale. Nella vaccinoprolassi si cerca di ottenere una immunit attiva: la somministrazione del vaccino stimola il sistema immunitario
dellindividuo a produrre attivamente gli anticorpi. Nella sieroprolassi si ottiene, invece, una immunit passiva, in quanto il
preparato che viene somministrato (il siero immune, o le immunoglobuline umane) contiene anticorpi, che vengono passivamente introdotti dallesterno, senza cio lattiva partecipazione
del sistema immunitario.
Limmunit passiva di breve durata (3-6 settimane), ma
pressoch immediata, perch la protezione indotta dal siero inizia gi 2-3 ore dopo la sua somministrazione: la sieroprolassi
perci indicata perle situazioni di emergenza, quando cio vi
un rischio immediato di contagio. Limmunit attiva, che si ottiene con i vaccini, dura a lungo (anni), ma la protezione diventa efficace solo dopo 15-20 giorni dalla vaccinazione, tempo
necessario per lattiva produzione degli anticorpi.
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Determina immunit
Contiene
La protezione inizia
Dura
indicato per una protezione
Vaccino
Siero
attiva
passiva
anticorpi
anni
3-6 settimane
duratura
breve ma immediata
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Vaccinoprofilassi
Lo scopo della vaccinoprolassi quello di provocare una immunit attiva
simile a quella che si acquisisce spontaneamente superando una malattia infettiva, evitando, tuttavia, di ammalarsi. Questo duplice obiettivo viene raggiunto attraverso la vaccinazione, ossia attraverso la somministrazione di un
preparato chiamato vaccino.
Un vaccino costituito da germi patogeni o tossine (responsabili di una
determinata malattia infettiva) resi innocui con opportuni trattamenti, ma
che sono ancora in grado di agire come antigeni, ossia di stimolare lorganismo in cui vengono introdotti a produrre attivamente anticorpi in grado
di bloccare la loro azione patogena.
Preparazione dei vaccini. Un vaccino costituito da germi o tossine
che provocano una determinata malattia, resi innocui con particolari procedimenti per poter essere introdotti nellorganismo senza provocare danni,
ma tuttavia ancora in grado di stimolare la produzione di anticorpi (ossia di
agire come antigeni) in grado di impedire linsorgenza della malattia.
Linnocuit dei germi (o delle tossine) pu essere ottenuta in vari modi
per cui possiamo distinguere vari tipi di vaccini in base alla loro costituzione:
vaccini costituiti da germi viventi e attenuati: i principali vaccini a germi
viventi attenuati sono il vaccino antipolio Sabin; il vaccino antitubercolare
BCG; il vaccino antivaioloso. Questi vaccini sono i pi efficaci, ma, essendo
costituiti da germi vivi (anche se attenuati), non devono essere somministrati
a soggetti immuno-deficienti o immuno-depressi, che non sono in grado
di combattere neanche infezioni da germi attenuati. Ove necessario, per
questi soggetti, vanno utilizzati vaccini a germi uccisi;
vaccini costituiti da germi uccisi: i vaccini a germi uccisi possono essere
ottenuti con il calore (65 C per 1 ora) o con disinfettanti: formolo, acetone,
fenolo. Fanno parte di questo gruppo il vaccino antipolio Salk; il vaccino
antinfluenzale; il vaccino anticolerico; il vaccino tab (antitifo-paratifo A e B);
vaccini costituiti da tossine neutralizzate (anatossine): le anatossine si ottengono trattando il ceppo batterico che produce le tossine con il calore
(37-40 C) e il formolo (0,5%) per circa 40-45 giorni.Vaccini costituiti da
anatossine sono quello antitetanico e quello antidifterico;
vaccini costituiti da antigeni estratti da germi: tra i vaccini costituiti da
componenti isolate dei microrganismi, ricordiamo quello anti-pneumococcico, costituito dai polisaccaridi dei vari gruppi di pneumococchi;
vaccini costituiti da antigeni ottenuti mediante tecniche di ingegneria genetica: il vaccino contro il virus HBV responsabile dellepatite B uno dei
primi esempi di vaccini ottenuti mediante queste tecniche.
Vie e modalit di somministrazione dei vaccini. Le vie di somministrazione dei vaccini sono varie. Ogni vaccino in grado di ottenere una
miglior risposta anticorpale con una delle modalit di introduzione, mentre
le altre possono risultare meno efficaci oppure possono facilitare linsorgenza
di fenomeni allergici, o, ancora, reazioni locali troppo violente. In genere si
tende a concentrare la somministrazione dei vaccini obbligatori in modo
da ridurre limpiego per il personale: cos, oltre ai vaccini associati (somministrati con una sola iniezione), si cerca anche di effettuare vaccinazioni contemporanee o simultanee, somministrando due vaccini diversi per due vie
diverse in ununica seduta.Ad esempio, si usava iniettare nella stessa seduta il
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Alcune denizioni
Vaccino polivalente: un vaccino in cui sono
presenti contemporaneamente pi tipi dello
stesso microrganismo, ad esempio il vaccino antipolio Sabin polivalente perch contiene tutti e 3
i virus poliomielitici: virus polio 1, 2 e 3; oppure i
vaccini antinuenzali, che contengono virus inuenzali di tipo A e B.
Vaccini associati: sono vaccini verso malattie diverse che vengono somministrati contemporaneamente. Hanno un duplice vantaggio: un
vantaggio operativo (ottenere la vaccinazione
verso pi malattie con ununica somministrazione) e un vantaggio individuale, perch lassociazione di pi vaccini permette di ottenere un
livello di anticorpi maggiore di quello provocato
dai vaccini somministrati singolarmente. Esempi
di vaccini associati sono: il DT (antidifterico e antitetanico), il DTP (antidifterico, antitetanico, antipertosse) e il tab (antitico e paratico A e B).
Vaccino adsorbito: quando introduciamo un
vaccino lorganismo pu, a volte, assorbirlo ed eliminarlo molto velocemente, per cui il sistema immunitario non viene stimolato abbastanza a lungo
e non si ottiene una suciente produzione di anticorpi. Per ritardarne leliminazione, possibile legare o, meglio, adsorbire il vaccino su particolari
materiali, come lidrossido di alluminio. Lidrossido
di alluminio permette una lenta eliminazione del
vaccino e una stimolazione continua e prolungata
nel tempo del sistema immunitario, con un miglioramento della risposta anticorpale.
Vaccinazioni obbligatorie e consigliate. Sono attualmente obbligatorie per legge, per tutta la popolazione, quattro vaccinazioni:
antipoliomielitica;
antidifterica;
antitetanica;
antiepatite B.
Lobbligatoriet dellantivaiolosa stata abolita il 7/7/1977, perch il vaiolo
stato completamente eradicato e non quindi pi possibile essere contagiati; inoltre, lantivaiolosa non era esente da rischi (pu provocare encefalite, con gravi danni neurologici).
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Let in cui vengono effettuate le vaccinazioni tiene conto dellet di inizio del rischio di contagio. Nei primi mesi di vita, il neonato protetto
dagli anticorpi materni, per cui non si effettuano vaccinazioni prima del 3
mese. Dopo il 3 mese di vita il rischio di contrarre infezioni da virus poliomielitico diventa elevato e perci lantipolio obbligatoria a partire da
questa data; questo vale anche per la difterite e il tetano, per cui attualmente
si consiglia di anticipare anche le altre due vaccinazioni (attualmente obbligatorie al 2 anno di vita) al 3 mese, insieme allantipolio ed eventualmente allantipertosse (non obbligatoria). Le vaccinazioni obbligatorie per
tutti sono dette estensive; vi sono inoltre vaccinazioni obbligatorie selettive
(vaccinazione antitifica e antitubercolare), che devono essere effettuate solo
da particolari categorie di persone, pi esposte al rischio di contagio oppure
che, se infette, possono esporre al contagio molte persone:
lantitifica obbligatoria per i militari, per le comunit colpite da eventi disastrosi (terremoti, alluvioni ecc.), per i lavoratori che manipolano gli alimenti;
lantitubercolare obbligatoria per i soggetti tubercolino-negativi a rischio di contagio (figli di tubercolotici o del personale di assistenza dei sanatori, dipendenti di ospedali e consultori, studenti di medicina, soldati).
Esistono inoltre alcune vaccinazioni non obbligatorie, ma consigliate per
tutti i bambini (estensive) o per particolari categorie.Tra le vaccinazioni consigliate ricordiamo lantipertosse (da associare alla DT), lantimorbillo, lantirosolia (per le femmine in et prepubere), lantinfluenzale (per i soggetti
a rischio, ossia anziani, malati di cuore e malattie broncopolmonari croniche, diabetici, affetti da malattie renali, personale medico e paramedico,
addetti alle centrali del latte e agli acquedotti ecc.).
Vaccino
3 mese
10/11mese
13/15 mese
MPR1
2 anni
6 anni
DT (richiamo)
13/16 anni
T (richiamo) + MPR2
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Consigliabile, inoltre, per tutte le categorie di lavoratori esposti al rischio frequente di traumi, ferite,
ustioni (manovali, muratori, cuochi), il richiamo dellantitetanica ogni 5-10 anni.
Vaccinazioni internazionali. Per le malattie sottoposte a profilassi internazionale (colera e febbre gialla,
in particolare) prevista lobbligatoriet della vaccinazione dei soggetti che si recano o che provengono
da Paesi in cui la malattia endemica) o in cui si sono
verificati focolai epidemici, secondo le indicazioni periodicamente fornite dallOMS.Tali vaccinazioni devono essere annotate sul certificato internazionale di
vaccinazione e rivaccinazione, che serve da passaporto sanitario, perch testimonia limmunit del
soggetto nei confronti di quelle malattie e, quindi, permette di evitare la sorveglianza sanitaria a cui viene
sottoposto chi, non essendo vaccinato, ritenuto sospetto perch proveniente da Paese infetto.
effetti delle vaccinazioni. Lintroduzione di germi
o tossine, per quanto attenuati o inattivati, non sempre
priva di effetti non desiderati. Si possono avere disturbi locali nella sede di introduzione del vaccino (arrossamento, tumefazione della zona, interessamento
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Figura 20 Il richiamo dellantitetanica fortemente
consigliato per le categorie di lavoratori esposte
frequentemente a traumi: tra questi anche i contadini,
a contatto con la terra, nella quale si trovano le spore
del Clostridium tetani.
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Sieroprofilassi
Consiste nella somministrazione di anticorpi preformati, contenuti in sieri
di derivazione animale o umana, con i quali si pu ottenere unimmunit
di breve durata ma pressoch immediata.
sieri di origine animale
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Chemioprofilassi
Consiste nella somministrazione di farmaci, chemioterapici o antibiotici, in
grado di aumentare la resistenza dellindividuo verso particolari malattie
infettive. Questo tipo di prolassi viene effettuata su persone che rischiano
di ammalarsi di una determinata malattia perch fanno parte di comunit
in cui si diffusa linfezione, oppure perch devono soggiornare in aree in
cui la malattia endemica. Un esempio tipico di chemioprofilassi rappresentato dalla prolassi della malaria con la clorochina, per i soggetti che
si recano in Paesi dove la malaria endemica o la profilassi antibiotica di
malattie batteriche come alcune forme di meningite, che viene effettuata
quando si verifica un caso di malattia allinterno di una comunit.
2.2. Profilassi indiretta
II risanamento dellambiente e il miglioramento generale delle condizioni
di vita dellindividuo permettono, indirettamente, di prevenire linsorgenza
e limitare la diffusione delle malattie nella popolazione.
Tra le misure di profilassi indiretta, molto importante leducazione
sanitaria o educazione alla salute. Educare alla salute vuol dire sensibilizzare lindividuo affinch eviti di diffondere le malattie, se infetto, o di
contagiarsi, se sensibile, adottando un comportamento corretto. Segnaliamo,
ad esempio, limportanza di lavarsi le mani prima di toccare alimenti; limportanza di una scrupolosa igiene per i portatori cronici di malattie infettive come il tifo, lepatite virale, limportanza delleducazione sessuale per la
prevenzione delle malattie veneree; limportanza delluso di siringhe sterili
per i tossicodipendenti, per evitare lAIDS e lepatite virale B ecc.
importante dunque informare lindividuo perch possa comportarsi
correttamente, perch assuma un comportamento igienico che miri alla salvaguardia della sua e dellaltrui salute; tuttavia informare non sufficiente
per ottenere un comportamento adeguato: tutti, infatti, sanno che il fumo
fa male, anche i fumatori, ma non per questo smettono di farlo! Occorre
quindi motivare lindividuo, sensibilizzarlo alla creazione di una sua coscienza sanitaria, perch il suo comportamento abbia sempre come obiettivo primario quel bene inalterabile che la nostra salute, un bene
individuale ma anche della collettivit.
I problemi maggiori relativi alla profilassi indiretta sono di natura sociale,
economica e politica, e sono direttamente collegati alle risorse di ogni Paese.
Sono, infatti, misure che riguardano:
ledilizia, in particolare ledilizia popolare, con il problema del sovraffollamento delle case;
lapprovvigionamento idrico che deve essere abbondante, sia per lalimentazione sia per gli altri usi: pulizia personale, pulizia dellambiente, irrigazione dei campi, eliminazione e diluizione dei rifiuti;
la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi;
lo smaltimento dei rifiuti tossici e radioattivi di origine industriale ecc.;
il controllo dellinquinamento dellaria, che danneggiando lapparato respiratorio favorisce la diffusione di malattie infettive trasmesse per via aerea;
igiene alimentare: controllo delle fonti di approvvigionamento e delle
eventuali manipolazioni; lotta alle sofisticazioni;
lurbanistica: i problemi del traffico veicolare urbano, fonte di stress e inquinamento, che incidono negativamente sulla resistenza dellindividuo ecc.;
ligiene rurale: importante soprattutto per la prevenzione delle zoonosi.
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Figura 22 Un esempio storico di chemioprolassi: luso
del chinino (estratto dalla corteccia di Cinchona, pianta
arborea delle Ande) per la prevenzione della malaria, molto
diusa nel nostro Paese per la presenza di zone paludose.
Attualmente si utilizza la clorochina, anche se molti ceppi
di Plasmodium falciparum sono attualmente resistenti
alla sua azione.
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Scheda di autoverifica
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C Completa le seguenti frasi inserendo le parole mancanti, scegliendole nellelenco sottostante (parole chiave).
1 L........................................................ studia le modalit di insorgenza e propagazione
delle malattie nella popolazione.
2 ........................................................ indica il numero di casi di una data malattia esistenti
in una popolazione in un dato momento.
3 La fonte di ........................................................ il luogo in cui i germi patogeni si riproducono per diffondere e contagiare individui sensibili.
4 Le malattie veneree prevedono una trasmissione ........................................................ dellinfezione.
5 Gli alimenti rappresentano un importante ........................................................ le infezioni.
6 La comune mosca domestica considerata un ........................................................
7 La ........................................................ porta alla distruzione di tutti i microrganismi, patogeni e non.
8 La ....................................................... la lotta contro macroparassiti e ratti portatori di
germi patogeni.
9 Un soggetto che non in grado di resistere a una specifica infezione
detto ........................................................
10 La vaccinoprofilassi una immunoprofilassi ........................................................
11 Un vaccino ..................................................... contiene pi tipi dello stesso microrganismo.
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