A suo tempo abbiamo introdotto il sistema numerico dei numeri naturali N. Con successivi ampliamenti
abbiamo costruito tutti i sistemi numerici no ai numeri complessi.
Il concetto di successivo e la proprieta di induzione rendono il sistema dei n umeri naturali semplice
e essibile. Anzi, tutti i suoi elementi possiamo disporli in un sequenza ordinata per successivo:
N := 0, 1, 2, 3, 4, ..., n, ........ := {n}nN := {n}.
Il termine adottato per tale disposizione e successione ovvero latto di seguire in ordine o
sequenza; sono stati elencati i diversi modi di indicare la successione dei numeri naturali.
Inoltre, per indicare insiemi che hanno qualche relazione con i naturali, e stato introdotto laggettivo
numerabile e si dice che un insieme E e numerabile se e possibile porlo in corrispondenza biunivoca
con linsieme N (come insieme).
Se si vuole ordinare linsieme E, esso viene posto in corrispondenza biunivoca con la successione dei
numeri naturali. In questo caso E viene chiamato successione. Allora possiamo dare la denizione di
successione nel seguente modo
Si dice successione un insieme E di oggetti o elementi che e posto in corrispondenza biunivoca con la
successione dei numeri naturali
Tali elementi possono essere di natura qualsiasi. Un modo semplice per denotare la successione e quello
di usare una lettera munita di un indice, il numero naturale corrispondente che ne denota il posto nella
sequenza:
E := {an } := {an }nN := a0 , a1 , a2 , ...., an , ...
Useremo piu frequentemente la notazione {an }.
Dunque una successione e denita dalla legge che, assegnato il posto n, costruisce lelemento an
che occupa quel posto. L elemento an e anche detto l elemento generale o elemento n-esimo della
successione. Per ogni n, an+1 e successivo di an . Se n m si dice che am segue an o che an precede am .
Possiamo concludere che la successione e una funzione denita sullinsieme dei numeri naturali N
considerati posti in sequenza. Questa osservazione giustica la denizione di successione numerica che
abbiamo dato negli appunti sulle funzioni in R, ad essa abbiamo applicato tutte le nozioni costruite
per le funzioni, in generale. Da ora in poi consideriamo quale codominio il campo dei numeri Reali.
Riprendiamo quella denizione per poi adattare alle successioni tutta la potenza del calcolo che abbiamo
costruito per le funzioni.
Denizione: Chiameremo successione numerica una funzione f con dominio N e codominio R ovvero
f : N R; o f : n 7 y, ed y = f (n).
Posto f (n) = an abbiamo la successione denita sopra. Per le successione posssiamo, quindi, dare il
concetto di immagine che e
Imf = {y R|y = f (n), n N}
e, con lovvio signicato dei simboli, possiamo scrivere piu semplicemente
Imf := {an } := a0 , a2 , ..., an , ..
Inoltre possiamo denire il graco di f nel piano O(x, y) di una successione:
G = {(x, y)|x = n, y = f (n) = an }.
1
Se N1 N possiamo parlare di restrizione di {an } ad N1 come una successione {bn } con bn = an per
n N1 .
Cosi diremo che
1) una successione {an } e limitata superiormente se esiste un numero reale k tale che an k per
ogni n N.
Il numero k e detto maggiorante della successione;
2) una successione {an } e limitata inferiormente se esiste un numero reale h tale che an h per ogni
n N.
Il numero reale h e detto minorante della successione;
3) una successione {an } e detta limitata se esistono due numeri reali h < k tale che h an k per ogni
n N o in forma piu compatta se esiste un numero positivo C tale che |an | C per ogni n N.
4) Ovviamente, in caso contrario, diremo che la successione e illimitata superiormene, inferiormente
o illimitata.
La successione {an } si dice monotona crescente ( o crescente in senso stretto) quando
a0 < a1 < ... < an < ...
. {an } e detta monotona crescente in senso lato o non decrescente se vale
a0 a1 ... an ...
Simmetricamente, si dice che {an } e monotona decrescente o decrescente in senso stretto se
a0 > a1 > ...an > ...
o monotona decrescente in senso lato o non crescente se
a0 a1 ... an ...
(brevemente: crescente se an an+1 per ogni n oppure decrescente se an an+1 per ogni n ).
Alle successioni possiamo applicare il concetto di limite al solo punto + considerato come il solo
punto di accumulazione dei naturali. Come ci e noto con esso si studia il comportamento delle funzioni
in intorni di punti di accumulazione o meglio il loro comportamento o proprieta locale. Nella teoria delle
successioni questo comportamento locale viene espresso nel seguente modo: la successione ha denitivamente una certa proprieta o un certo comportamento. Cioe la proprieta non e detto che valga per
tutti gli elementi ma sicuramente per tutti gli elementi che hanno per indice un numero opportunamente
grande ( ovvero vicino allinnito); ancora ce solo un numero nito di oggetti che non ha la proprieta.
Ad esempio la successione
0, 1, 0, 1, 0, 3, 2, 0, 1, 1, 3, 4, 6, 7, ...
non e totalmente monotona ma lo e dal nono posto in poi ovvero per n > 9 quindi la monotonia e una
proprieta che viene acquisita denitivamente dopo il posto 9.
Si da la seguente denizione:
Si dice che una successione {an } possiede denitivamente una proprieta P se esiste un indice che
dipende da P tale che gli elementi della successione a , a+1 , ..., an , .... hanno la proprieta P. Ovvero la
proprieta P vale vicino allinnito.
Denizione di limite per le successioni
Abbiamo gia dato, a suo tempo, la denizione di limite per le funzioni e per le successioni. Si e osservato
che il limite vale solo per il punto + e rispetto a quello gia dato per le funzioni si cambia la variabile
continua x con la variabile discreta n.
Con il concetto di limite si valuta il carattere della successione.
2
Denizione di convergenza - Si dice che la successione di numeri reali {an } e convergente al numero
a (nito) e si scrive
lim an = a oppure an a per n +
n+
n+
se > 0 un numero intero N > 0 (dipendente da ) tale che per ogni n > N si ha a < an < a + .
Analogamente si ha il limite per difetto o dalla sinistra
lim an = a oppure an a per +
n+
se > 0 un numero intero N > 0 (dipendente da ) tale che per ogni n > N si ha a < an < a.
Veniamo ora alla denizione di divergenza.
Denizione di divergenza - Si dice che la successione di numeri reali {an } diverge a ( o tende a) +
e si scrive
lim an = + oppure an + per n +
n+
se K > 0 un numero naturale NK > 0 (dipendente da K) tale che per ogni n > NK si ha an > K.
Si dice che la successione di numeri reali {an } diverge a ( o tende a) e si scrive
lim an = oppure an per n +
n+
se K > 0 un numero naturale NK > 0 (dipendente da K) tale che per ogni n > NK si ha an < K.
Si dice che la successione di numeri reali {an } diverge a ( o tende a) (innito senza segno ) e si scrive
lim an = oppure an per n +
n+
se K > 0 un numero naturale NK > 0 (dipendente da K) tale che per ogni n > NK si ha |an | > K.
Una successione che ha limite innito e detta divergente
Una successione che ha limite viene detta regolare.
Se una successione non ha limite e detta oscillante oppure indeterminata oppure irregolare.
Tutte le osservazioni fatte sulle funzioni che hanno limite, quali lunicita del limite, la permanenza
del segno, la limitatezza , il limite del modulo etc.. valgono per le successioni.
Enunciamo tali teoremi
Teorema -Se an ha limite esso e unico.
Teorema della permanenza del segno -Se an a > 0 allora denitivament an > 0.
3
Conseguenza
Se an a e bn b e se a < b allora denitivamente an < bn .
Se si ha an a ed a < k allora {an } e denitivamente minorante della successione costante di elementi
k.
Teorema inverso della permanenza del segno -Se an a ed an 0 allora a 0.
Conseguenza
Se an bn ed an a e bn b allora a b.
Caso particolare: se an k per ogni n e an a allora a k.
Interessante e mostrare la limitatezza di una successione che ha limite nito.
Nella denizione, ponendo = 1, si ha che per n > N1 si ha a 1 < an < a + 1. allora scelto
K = max(|a0 |, |a1 |, ..., |aN1 |, |a 1|, |a + 1|)
si ha
|an | K
per ogni n.
Qualche criterio
Denizione : Siano {an } e {bn } due successioni con an bn per ogni n. Si dice che {an } e minorante
di {bn } od anche {bn } e maggiorante di {an }.
In particolare se an k allora diremo che k e maggiorante di an considerandolo come una successione
costante k := k, k, k, k, k.....
Casi particolari della conseguenza del teorema della permanenza del segno.
1) se an a ed an k per ogni n (o denitivamente) allora a k;
2) se an a e bn b con an bn per ogni n (o denitivamente) allora a b:
3) se an 0 ed |bn | |an | per ogni n (o denitivamente) allora bn 0.
4) se an + ed an bn per ogni n (o denitivamente) allora bn +.
Criterio del confronto di tre successioni
Riscriviamoamo in forma di successioni il teorema del confronto per le funzioni.
Teorema - Siano {an }, {bn }, {cn } con an bn cn denitivamente (ovvero a meno di un numero
nito di indici). Se an l e cn l allora bn l.
Criterio per il carattere delle successioni monotone
Per le funzioni monotone abbiamo osservato, a suo tempo, che hanno un buon comportamento rispetto
al processo di limite. Per le successioni questo comportamento ha una forma piu completa. Riscriviamo
il teorema di monotonia per le successioni.
Teorema - Ogni successione monotona, crescente o decrescente, e regolare: essa o e convergente
(per difetto se crescente, per eccesso se decrescente) o e divergente (a + se e crescente o se e
decrescente).
1) Se essa e monotona non decrescente e limitata superiormente allora e convergente e se L e il suo
estremo superiore allora converge a L ;
2) Se essa e monotona non decrescente e illimitata superiormente allora diverge a +;
3) Se essa e monotona non crescente e limitata inferiormente allora converge a l+ se l e estremo
inferiore;
4) Se e monotona non crescente ed illimitata inferiormente allora diverge a .
In breve
4
1) (CC) e necessaria ovvero e conseguenza dellesistenza del limite. Labbiamo gia dimostrata. Ripetiamola. Supponiamo che esista il limite: an a. Allora per ogni > 0 esiste N > 0 (naturale) tale che
per n > N si ha |an a| < . Allora scelti n, m > N si ha |an a| < e |am a| < da cui
|an am | = |an a + a am | < |an a| + |am a| < 2.
2) CC e suciente ovvero se essa vale la successione e convergente.
Dalla condizione si ha che ssato > 0 esiste N > 0 tale che per ogni n, m > N
|an am | < .
Anzitutto la successione risulta limitata; infatti ssato > 0 ed n > N > 0 si ha an < am < an +
per ogni m > N . Quindi la successione e denitivamente limitata e di consequenza e limitata. Per il
Teorema di Bolzano-Weierstrass linsieme {an } ha un punto di accumulazione a R ovvero esiste una
sottosuccessione {ank } di {an } convergente ad a. Dunque, per ogni > 0 esiste un intero > 0 tale
che per ogni k > si ha |ank a| < ; dalla condizione (CC) si ha anche che |an am | < per ogni
n, m > N . Quindi scelto nk > sup(n , N ) si ha
|an a| = |an ank + ank a| |an ank | + |ank a| < 2.
Il criterio e dimostrato.
Calcolo dei limiti
Ora presentiamo con qualche dimostrazione lalgebra dei limiti in forma di successione. Questa algebra
labbiamo abbondandente considerata negli appunti sui limiti delle funzioni. Come abbiamo gia a suo
tempo osservato si vuole valutare il limite di somma, dierenza, rapporto di successioni di cui si conosce
gia il carattere.
Teorema della somma di successioni convergenti - Siano {an } e {bn } due successioni convergenti
ovvero an a e bn b con a, b niti. Allora {an + bn } e convergente e si ha an + bn a + b.
Dimostrazione. Dobbiamo considerare i limiti simultaneamente. Si ha
per ogni > 0 esiste N > 0 tale che per n > N si ha |an a| < ,
per ogni > 0 esiste > 0 tale che per n > si ha |bn b| < .
Le due denizioni sono una indipendente dallaltra. Tale indipendenza e dovuta ai numeri , N .
Rendiamo ora validi simultaneamente i due limiti; per questo basta considerare n > sup(N , ); per tali
n valgono contemporaneamente
|an a| < , |bn b| < .
Allora si puo scrivere
|an + bn a b| < |an a| + |bn b| < 2,
e questa e la denizione di limite.
E ben noto che i limiti possono essere anche inniti, e dalla parziale aritmetica degli inniti, il teorema
continua a valere tranne nel caso di indecisione .
Teorema della moltiplicazione per un numero c di una successione convergente - Sia {an }
una successione convergente, ovvero an a. Allora
can ca.
Basta osservare che |c(an a)| < |c| quando |an a| < . Ponendo c = 1 si ha il seguente
6
Teorema della dierenza di successioni convergenti - Siano {an } e {bn } due successioni convergenti
ovvero an a e bn b con a, b niti. Allora {an bn } e convergente e si ha an bn a b.
Questo teorema e ricondotto al limite della somma scrivendo an bn = an + (bn ).
Teorema del limite del prodotto di successioni convergenti - Siano {an } e {bn } due successioni
convergenti, ovvero an a e bn b con a, b niti. Allora {an bn } e convergente e si ha an bn a b.
La dimostrazione poggia sulla osservazione che una successione convergente e limitata (denitivamente)
e che il prodotto di una successione limitata per unaltra convergente a zero tende a zero. Allora scrivendo
an bn ab = an bn abn + abn ab = bn (an a) + a(bn b) 0.
Il teorema continua a valere anche per limiti inniti nel senso che il limite del prodotto e ancora il
prodotto dei limiti, usando la parziale aritmetica degli inniti, tranne il caso 0.
Teorema del limite del rapporto di successioni convergenti - Siano {an } e {bn } due successioni
convergenti, ovvero an a e bn b = 0 con a, b niti. Allora { abnn } e convergente e si ha abnn ab .
Anche questo teorema continua a valere per limiti inniti e per zero tranne i casi / e 0/0.
Limiti di potenze con base costante
Consideriamo successioni della forma {abn } con a > 0 dal momento che bn e reale.
Esaminiamo alcuni casi particolari:
1) bn +
Possiamo considerare bn > 1. Allora abbiamo
i) se a > 1 allora, posto a = e ( > 0 opportuno), abn = ebn bn e dal criterio del confronto si ha
bn
a +.
ii) se a = 1 la successione e costante ed uguale ad 1.
iii) se 0 < a < 1 allora a1 > 1 per cui ( a1 )bn + quindi abn = ( 1 1)bn 0+ .
a
2) bn
dal punto 1) ponendo abn = ( a1 )bn si ha
i) se a > 1 allora abn 0+ ,
ii) se a = 1 la successione e costante ed uguale ad 1,
iii) se 0 < a < 1 allora abn +.
3) Dalla denizione di limite possiamo aermare che:
da bn 0 si ha abn 1.
Infatti per 1 > > 0 si ha con a > 1
1 < abn < 1 + loga (1 ) < bn < loga (1 + ).
Dato che bn 0, denitivamente, si ha loga (1 ) < bn < loga (1 + ) per cui e vericata la denizione
di limite.
Per a < 1 basta invertire lordine.
Possiasmo dimostrare che:
4) se bn b = 0 allora abn ab .
Infatti abn ab = ab (abn b 1) 0
dal momento che bn b 0 e il prodotto di una costante per un innitesimo e un innitesimo.
5) an 1 e |bn | < c abnn 1.
Infatti esiste un numero naturale N tale che N < bn < N si ha aN < abn < aN oppure aN < abn <
a
se a > 1 oppure 0 < a < 1 ( an e denitivamente positivo). Dal teorema del prodotto aN
1 ed
n
dal teorema del confronto si ha lasserto.
N
an b n
) ab .
a
Infatti an e denitivamente positivo (permanenza del segno) e bn denitivamente limitato; poi abn b 1
n
e aa 1.
Lo stesso risultato si ottiene ponendo
abnn = ebn logan .
e otteniamo una potenza con base costante.
Nota: Per i limiti di potenza con base ed esponente variabile sussistono le seguenti forme di indecisione
00
1 .
an
bn
+ logb a) : (logb + logb b).
a
b
Per valutare il limite di logbn an basta valutare i limiti di logb aan e di logb bbn . Hanno la stessa struttura
allora e suciente valutarne uno solo. Verichiamo mediante la denizione che
logb aan 0 e logb bbn 0.
Supponiamo b > 1 (il caso 0 < b < 1 e analogo), allora per ogni > 0 si ha b < 1 < b ovvero un
intorno di 1. Dal momento che an /a tende ad 1 allora, denitivamente, si ha
b <
an
< b
a
possando ai logaritmi si ha
an
< .
a
Questa e la denizione di limite. Quindi abbiamo dimostrato che
< logb
logbn an logb a.
2) Il caso an + e bn b > 0 viene valutato facilmente per b > 1.
In questo caso per H > 0, arbitrariamente grande, si ha an > bH denitivamente perche an tende
allinnito..
Allora logb an > H e questo e suciente a dimostrare che .
logbn an +.
Se 0 < b < 1 allora ponendo b = 1/b e logb an = logb an ritroviamo il caso precedente ed abbiamo
logbn an .
3) se an 0+ e bn b > 0 = 1, ponendo a = 1/an ci riduciamo ai casi precedenti:
logbn an , per b > 1,
logbn an +, per 0 < b < 1.
Per i casi an + e bn 0+ ; an 0+ e bn 0;
an 0+ e bn +; an 1 e bn 1
non si puo dedurre il carattere della successione, abbiamo forme di indecisionwe del tipo
log0 + ; log0 0; log 0; log1 1.
Molte delle considerazioni sopra esposte le abbiamo arontate nellambito delle funzioni. Sopra abbiamo utilizzato solo procedimenti nellambito delle successioni.
Ricordiamo anche che per denire il numero e sono state utilizzate le successioni ed il criterio di
monotonia.
Innitesimi, inniti. Criteri
In questo paragrafo introdurremo criteri che attengono alle proprieta caratterizzanti le successioni.
Dapprima diamo la denizione di innitesimo
Denizione - Si dice successione innitesima una successione che converge a zero.
Se la successione {an } e innitesima si dice anche che an e innitesimo per n +. Quando non
sorgono equivoci si sottindente n +.
Per stabilire se una successione e innitesima si usano alcuni semplici criteri.
Criterio del confronto
Sia denitivamente |an | |bn |; se bn 0 allora an 0. Se an allora bn .
Criterio della radice
Se esiste un numero positivo < 1 (0 < < 1) per cui
|an |1/n <
allora an 0.
Infatti da |an |1/n < si ottiene |an | < n . Essendo 0 < < 1 si ha n 0 e per il criterio del confronto
an 0.
Una forma di uso piu frequente del criterio della radice richiede lesistenza del limite della radice n-esina:
Criterio della radice asintotico
Se |an |1/n < 1 allora an 0.
Sia tale che < < 1; dalla denizione di limite o dal teorema della permanenza del segno nella forma
di confronto, si ha, denitivamente, |an |1/n + < < 1 con < . Siamo alla formulazione
precedente.
Criterio del rapporto
9
an+1
| ,
an
(il valore assoluto del rapporto di ogni elemento con il suo precedente)
allora
an 0.
Infatti, consideriamo la successione |an | da un posto N in poi ovvero per n > N ( e suciente questo) e
sia
an+1
|
| .
an
allora valgono le disuguaglianze
|aN +1 | |aN |,
|aN +2 | |aN +1 | 2 |aN |,
|an | |an1 | 2 |an2 | nN |aN |.
Ora |aN | e un numero ssato, nN = N n 0 per n + ne consegue
an 0.
Anche questo criterio ha una forma di uso frequente che richiede il limite del rapporto.
Criterio del rapporto asintotico
Se
|
an+1
| < 1,
an
allora an 0
E facile ricondurre questa forma a quella precedente.
Infatti, nel caso del criterio della radice, dalla denizione del limite o dalla permanenza del segno
esiste un numero positivo con < < 1 per cui
|
an+1
|
an
vale denitivamente (da un certo indice in poi) ed e vericata la condizione del criterio nella forma
precedente.
I criteri sucienti sopra esposti per successioni innitesime si adottano anche come criteri sucienti per
le successioni divergenti: scriviamoli. Osservando che da an con an = 0 si ha 1/an 0.
Scriviamoli esplicitamente.
Trattiamo con successioni divergenti.
Criterio del confronto
Sia denitivamente |an | |bn |; se an allora bn .
Criterio della radice
Se esiste un numero positivo > 1 per cui |an |1/n > allora {an } diverge.
Criterio del rapporto
10
an+1
| ,
an
(il valore assoluto del rapporto di ogni elemento con il suo precedente)
allora {an } diverge.
Qualche interessante applicazione
Per ogni numero k si ha
nk
(logn)k
0;
0.
en
n
Applichiamo il criterio del rapporto nella prima:
(n+1)k
en+1
nk
en
=(
n+1 k 1
1
) < 1.
n
e
e
an
bn
1.
Scriviamo
an = o(bn ) e si legge an e o piccola di bn quando
1
Esempi: n + b n, n1 + senn
n2 n ,
n+logn
n, n1 = o( 1n ), logn = o( n).
n
an
bn
0.
Per quanto riguarda il confronto fra successioni innitesime e divergenti rimandiamo al confronto gia
ampiamente illustrato negli appunti sui limiti.
Formula di Eulero-Mascheroni
Valutiamo la somma degli inversi dei primi n numeri naturali.
Vale il seguente
Teorema 1 1 1
1
+ + + + = logn + C + n ,
2 3 4
n
ove C e una costante e 0 < n < 1/n.
Sn = 1 +
1
1 n
) < e < (1 + )n+1
n
n
11
nlog(1 +
1
1
) < 1 < (n + 1)log(1 + ),
n
n
ovvero
1
n+1
1
< log(
)< .
n+1
n
n
Sommando i membri della disequazione al variare di n ed osservando che per ogni n vale
2
3
4
n
log +log +log +...+log
= (log2log1)+(log3log2)+(log4log3)+...+(lognlog(n1)) = logn
1
2
3
n1
si ha
Sn 1 < logn < Sn1 = Sn
1
n
Sn logn.
Dal teorema del confronto abbiamo che Sn +.
Esempi:
1.
n
1
3
an = n n = n(1 ) = n(1
) +;
6
n
n
n;
n(1
n1
an =
=
n+1
n(1 +
2.
3.
1 )
n
1 )
n
n3 (1 n12 n23 )
n3 n 2
=
+;
2n2 + n2 /3 + n
n2 (2 + 31 + n1 )
4.
nlog
5.
n+1
+log0+ = ;
n3/2 + 2
1
1
1 log(1 + n1 )
0+ ;
an = log(1 + ) =
1
n
n
n n
n
1
1
1
log(1 + ) .
n
n
n n
n!
1 2 3 ... (n 1) n
1
=
< 0.
nn
n n n n n ... n
n
sen(n + 1)
;
n
sen(n + 1)
1
| 0 an 0.
n
n
12
an =
n!
.
nn
(n+1)!
(n+1)n+1
n!
nn
n!(n+1)
(n+1)(n+1)n
n!
nn
nn
=
(n + 1)n
1
e1 .
(1 + n1 )n
la successione e convergente.
9.
an = (
(1 + n2 )n 1
n+2 n1
)
=
e1 0 = 0.
n+3 n
(1 + n3 )n n
an
10.
an = n(2
n+1
n2
1) =
(2
n+1
n2
1
.
en
1)
n+1
n2
n+1
log2.
n2
2n+1
2
n
= 2 0 an converge
n
n
n
oppure
an =
2n+1
2n
2
=
2
= (per n 2) 2( )n 0 an 0.
n
n
n
n
n
13
Serie numeriche
In questo paragrafo tratteremo del concetto di serie o meglio di serie numeriche. Questo concetto e le
nozioni che ad essa attengono sono strettamente connesse con quelle che attengono alle successioni. Questa
e una delle ragioni per cui abbiamo adattato alle successioni molte nozioni che sono state estesamente
presentate nellambito della teoria delle funzioni di una variabile reale.
Il concetto di serie si presenta quando si intende sommare inniti numeri. Questa esigenza si e
presentata piu volte anche nelaritmetica con la rappresentazione decimale dei numeri reali, nel calcolo
integrale. Ci e familiare loperazione di somma di due numeri. In modo induttivo, abbiamo esteso tale
operazione a piu numeri, conservandone le proprieta. Si vuole estendere questa operazione ad inniti
elementi e cercando di conservarne il piu possibile le proprieta e di darne un signicato coerente ed utile.
Certo non ci mettiamo a sommare uno alla volta gli inniti numeri; sussiste un problema di spazio e
di tempo. Gia con il concetto di limite siamo riusciti a trattare in modo utile e ragionevole il concetto di
innito. Recentemente abbiamo trattato integrali impropri aancando il concetto di limite al concetto
di integrale classico. Questo atteggiamento lo adotteremo anche per estendere loperazione di somma di
inniti numer: alle somme nite di numeri reali applicheremo il passaggio al limite.
Denizione Sia {an } una successione di numeri reali. Si dice serie (o serie numerica) la scrittura:
()
a0 + a1 + a2 + ... + an + ....
Terminologia: + e il segno + o simbolo di addizione; a0 , a1 , a2 , ..., an , .... termini della serie; an termine
di indice n o termine generale.
Si usa indicare la scrittura (*) utilizzando il simbolo di sommatoria
1)
an ;
n=0
an ;
an .
In ogni scrittura puo essere sottinteso un segno quando questo non comporta equivoci. La serie e
denita quando e assegnata la successione {an } ovvero quando e assegnata la legge per costruire il
termine generale. Ora assegniamo ai simboli sopra introdotti un numero in modo coerente e pratico.
Coerente nel senso che includa la somma nita e ne conservi le proprieta il piu possibile. Si opera nel
seguente modo: consideriamo le seguenti somme
()
Scriveremo anche
sn =
ai .
i=0
s0 , s1 , s2 , ..., sn , ...
Inoltre la scrittura
14
ai
i=n+1
an
n=0
e si scrive
S=
an .
n=0
an
n=0
an
n=0
e regolare quando {sn } e o convergente o divergente. Per ogni altro caso la serie viene detta irregolare
od oscillante.
In breve: si attribuisce alle serie il carattere delle proprie successioni parziali.
Qualche variazione:
Denizione - Si dice che la serie
an
n=0
an = S
n=0
an
n=0
an = S +
n=0
quando s S per n +.
Abbiamo posto un simbolo uguale ad un numero. Non occorre sconvolgersi piu di tanto. Si cerchera
di avere delle proprieta sul simbolo, per quanto possibile, coerenti con quelle dei numeri.
+
15
In accordo alle locuzioni introdotte per le successioni, risultera chiaro il senso delle aermazioni: la
serie ha denitivamente i termini non nulli; ha i termini denitivamente positivi; ha la successione dei
termini denitivamente monotona, etc.
Esempi. La serie di Mengoli. La serie armonica. La serie geometrica.
Le serie che stiamo per scrivere devono essere considerate sia per linteresse in se sia come serie test o di
riferimento.
Serie di Mengoli
La serie
1
1
1
1
=
+
+ ... +
+ ...
n(n
+
1)
1
2
2
3
n
(n
+ 1)
n=1
e detta serie di Mengoli.
Per valutarne il carattere consideriamo le somme parziali.
Dapprima osserviamo che
1
1
1
=
.
n (n + 1)
n n+1
Quindi
1
1 1
1
1
1
sn = (1 ) + ( ) + ... + (
)=1
.
2
2 3
n n+1
n+1
Allora sn 1 per n +.
La serie di Mengoli e convergente ed ha somma 1. Scriviamo
1
= 1.
n(n
+ 1)
n=1
Serie armonica
1
1
1
= 1 + + ... + + ....
n
2
n
n=1
1
1
+ ... + logn.
2
n
q n = 1 + q + q 2 + ... + q n + ...
n=0
16
Osserviamo che
qsn = q + q 2 + ... + q n + q n+1 .
Sottraendo termine a termine le due somme, si ha
sn (1 q) = sn qsn = 1 + q + q 2 + ... + q n (q + q 2 + ...q n + q n+1 ) = 1 q n+1 .
Concludiamo che
1 q n+1
.
1q
sn =
Si presentano vari casi:
1 q n+1
1
.
1q
1q
an .
n=0
la serie
an
n=p+1
ottenuta trascurando i primi p termini della serie originaria, e detta serie residua (o ridotta) pesimo
o di posto p; indicheremo Rp la somma (se esiste) della serie ridotta che viene chiamato resto della
serie (convergente) dopo il posto p e si scrive
Rp =
an .
n=p+1
17
Non compare la somma dei primi p termini della serie iniziale. Allora se {
sn } ha limite nito lo
indicheremo Rp e lo chiameremo
resto di posto p
.
Poiche le somme parziali delle due serie dieriscono solo per una costante (la somma dei primi p
termini), e chiaro che le due serie hanno lo stesso carattere (ma non la stessa somma). Si usa esprimere
questo fatto dicendo che il carattere di una serie non dipende dai primi p termini della serie stessa.
Ovviamente cambia la somma.
2) Del raccoglimento a fattore comune.
Sia c = 0 una costante. Le due serie
an
n=0
can
n=0
hanno lo stesso carattere e se la prima e convergente con somma S la seconda e convergente con somma
cS. Inoltre la seconda viene anche scritta
c
an
n=0
n=0
an
n=0
an la sua somma;
an = sn sn1 0
dal momento che {sn } e {sn1 } sono le stesse successioni a meno di un elemento, pertanto hanno lo
stesso limite, ovvero sn S e sn1 S.
Quindi abbiamo
Teorema - Condizione necessaria per la convergenza di una serie
an
n=0
S=
an
n=0
.
Allora la serie residua di posto (n),
n=0
18
Teorema Condizione necessaria e suciente anche una serie n=0 an converga e che:
> 0 e possibile determinare un indice N (dipendente da ) tale che per ogni n > N e p un numero
positivo arbitrario si abbia
()
an
n=0
19
Dato che tutti i termini an sono positivi o nulli la successione delle somme parziali e monotona non
decrescente. Ad essa possiamo applicare tutti i risultati gia ottenuti in caso di monotonia. Abbiamo il
seguente criterio generale.
Teorema Ogni serie
an
n=0
con i termini positivi o nulli e regolare: e convergente o divergente a seconda che sia limitata o no la
successione {sn } delle somme parziali. Inoltre se L = Supsn allora
L=
an .
n=0
Questo criterio non e di facile applicazione pratica perche non e facile stabilire la limitatezza della
successione. Nella pratica sono utili alcuni criteri sucienti per decidere della convergenza o della divergenza.
Criterio del confronto
Denizione Siano
an , e
n=0
bn
n=0
n=0
an
n=0
oppure
n=0
bn
n=0
an minorante di
n=0
bn = B.
n=0
a1 + a2 + ... + an = An Bn = b1 + b2 + ... + bn
(Abbiamo indicato le somme parziali con i simboli An e Bn , rispettivamente.)
Dato che Bn B, per ogni n, si ha An B. Dunque la successione {An } e monotona crescente e
limitata superiormente da un numero A B ; la serie minorante e convergente.
Se An +, essendo Bn An , allora Bn +.
Il teorema e dimostrato.
20
Questo teorema, come gli altri che seguiranno, non dice, in se, nulla di particolarmente interessante.
Linteresse sta nella possibilita di confronto con serie test di cui abbiamo conoscenza completa.
Una forma utile per semplicare il calcolo e di facile applicazione e la seguente variante del criterio.
Criterio del confronto asintotico Siano
an , e
n=0
bn
n=0
an
= l = 0.
bn
21
Inoltre
1
a0 ,
2
a0
1
2a2 ,
2
1
a3 + a4 4a4 ,
2
a1 + a2
a5 + a6 + a7 + a8
1 3
2 a8 ,
2
..............................
....................................
1 n
2 a2n .
2
Sommando le disuguagliaze si ha
s2n 12 n .
Pertanto se {sn } converge allora converge {n }; se {n } diverge allora diverge {sn }. Il criterio e dimostrato.
Osservazione: per semplicita sono stato scelte le potenze di due come indice dei posti della seconda
serie. Tutto vale con le potenze di qualsiasi numero naturale k.
Completiamo lo studio della serie armonica generalizzata.
+
1
ns
n=1
Abbiamo gia mostrato che la serie diverge per s 1 e converge per s 2; esaminiamo il caso
1 < s < 2.
Applichiamo il criterio di condensazione per la serie data. Otteniamo
1+
2
22
23
2n
1
1
1
1
1
+ 2s + 3s + ..... + ns + .. = 1 + s1 + s1 2 + s1 3 + s1 4 + ... s1 n + ..
s
2
2
2
2
2
(2 )
(2 )
(2 )
(2 )
1
Otteniamo una serie geometrica di ragione q = 2s1
e, dato che s 1 > 0, q < 1 per cui la serie
geometrica e convergente. Una dimostrazione piu costruttiva e la seguente:
Mostriamo che la serie :
1
1
1
1
1
1 + s + s + s + s + ... + s + ..
2
3
4
5
n
e convergente per s > 1.
Raggruppiamo in parentesi i termini nel seguente modo: il primo lo lasciamo senza modica; per gli
altri, nella prima parentesi poniamo due elementi consecutivi, nella seconda parentesi quattro elementi
consecutivi, poi otto elementi consecutivi etc., allora abbiamo
1+(
1
1
1
1
1
1
1
+ s ) + ( s + s + s + s ) + ( s + ...
s
2
3
4
5
6
7
8
1
2s1
1
2s1
1
(2s1 )2
1
(2s1 )3
+ ...
1
1
1
1
= 1 + 2 + 3 + ... + n + ...
n
n
2
3
n
1
1
1
+ 3 + ... + n ...
2
2
2
2
che e la serie geometrica di ragione q = 1/2 priva del secondo termine ovvero e la serie
q n 1/2 = 1 +
1
1
1
+ 3 + ... + n ...
22
2
2
che e convergente a 3/2. Pertanto la serie data e convergente perche e minorante di una serie
convergente.
2. La serie a termini positivi
1
1
1
1
= 1 + + + ... +
+ ...
n!
2! 3!
n!
e una serie convergente perche minorante della serie geometrica di ragione 1/2
1
1
1
1
1
= 1 + + 2 + 3 + ... + n ...
2n
2 2
2
2
3. La serie
1
1
1
1
= 1 + + + ... + + ...
n
n
2
3
Si ricorda che
4.
n n da cui
1
n
1
1 1
1
= 1 + + + ... + + ...
n
2 3
n
1n .
1
1
1
1
= 1 + 2 + 2 + .... 2 + ..
n2
2
3
n
e minorante della serie di Mengoli tranne il primo termine.
1)
1
1
1
1
+1=1+
+
+ ... +
+ ..
n(n + 1)
12 23
n(n + 1)
emaggiorante di
1
1
1
1
= 1 + 2 + 2 + .... 2 + ..
n2
2
3
n
Quindi la serie (1) e convergente.
23
1
n
1
ns
1
n(1 + n4 )
1
1
1
=
+
+ ... +
+ ...
1(1 + 14 )
2(1 + 24 )
n(1 + n4 )
Risulta
1
n(1 +
n4 )
1
1
2.
4
n
n
logn
.
n2 + 3
logn
0.
np
1
denitivamente. Ma n3/2
e il termine generale della serie armonica generalizzata con potenza
maggiore di 1, quindi convergente. La serie data e minorante di una serie convergente pertanto e
convergente.
9. Mostrare che
1
logn
e divergente.
Osserviamo che logn n per n > 1 quindi
1
n
1
logn
10.
11. Mostrare che
1
nlogn
e divergente.
Applichiamo il criterio di condensazione e costruiamo la serie
22
2
2n
+ 2
++ n
+ ..
2
2log2 2 log2
2 log2n
Valutiamo il termine generale
2n
2n
1
=
=
2n log2n
2n nlog2
nlog2
che e il termine generale della serie armonica a meno di una costante. Quindi la serie data e
convergente.
12. Lo studente dimostri, applicando il procedimento dellesercizio precedente, che per > 0 la serie
1
n1+ logn
e convergente.
Criterio della radice
Teorema Sia n=0 an una serie a termini positivi o denitivamente positivi. Supponiano che esista un
numero positivo minore di 1 (0 < < 1) tale che, almeno denitivamente,
n
an .
allora la serie
n=0
n
an 1
an e divergente.
La dimostrazione e alquanto semplice. Nel primo caso si confronta la serie data con una serie geometrica
di ragione . Infatti, per ipotesi, si ha, almeno denitivamente, (cioe per n abbastanza grande)
n
an < 1 an n .
25
Per cui la serie n=0 an e minorante della serie geometrica n=0 n di ragione minore di 1, almeno
denitivamente. Quindi dal teorema del confronto e convergente.
Per il secondo caso se
n
an 1
allora an 1 ed an non puo convergere a zero. La serie non puo convergere. Dato che e regolare deve
quindi divergere.
Osservazione: Insistiamo che per il carattere di una serie non e necessario considerare tutta la serie bensi
una serie residua ove si tralasciano i primi n0 termini; questo e cio che si intende per denitivamente.
In questo caso, nella dimostrazione, si considera la serie geometrica ridotta o residua :
n0 + n0 +1 + n0 +3 .... = n0 (1 + + 2 + ....
Una pratica variazione del criterio della radice e data dal seguente teorema.
Teorema - Criterio della radice asintotico Sia n=0 an una serie a termini positivi o denitivamente positivi. Supponiamo che esista
lim
n+
Allora
1) se l < 1, la serie
2) Se l > 1, la serie
n=0
an e convergente.
n=0
an e divergente.
n
an = l.
n
an < = l + < 1
con < 1 l. Ritroviamo le condizioni del criterio della radice.
2) Sempre per il teorema della permanenza del segno, abbiamo, denitivamente
n
an > = l > 1
con < l 1 e vale il teorema precedente.
Per il terzo caso ci limitiamo a considerare due esempi.
La serie armonica
1
n
e divergente con
n
1/n 1 .
Mentre la serie
1
n2
e convergente in quanto minorante della serie di Mengoli ed ancora
n
1/n2 1 .
Per il calcolo dei limiti basta passare al logaritmo ovvero log n 1/n = logn
n 0 .
Esempi:
26
n
1
2
3
n
(
)n = + ( )2 + ( )3 + ... + (
)n ..
2n + 1
3
5
7
2n + 1
E naturale applicare il criteri della radice:
n
n
1
n
(
)n = (
) < 1.
2n + 1
2n + 1
2
La serie e convergente.
2. Stabilire il carattere della serie
1
1
1
=
+ ... +
..
(logn)n
(log2)2
(logn)n
1
1
=
0.
n
(logn)
logn
en
+xn
n
en2 +xn = en+x 0
per ogni x. Quindi la serie data e convergente.
4. Si consideri la serie
xn
nn
xn
x
= 0.
n
n
n
xn nk
n
xn nk = x nk x
.
27
k
logn 0.)
n
nk
Questo caso e stato gia studiato e si ha che la serie diverge per k 1 e converge per k < 1.
6. Studiare la serie
3n2 n + 2
2n3 + logn
.
3
2n + logn
2n
1 + logn/(2n3 )
2n
Quindi e asintotica ad una serie amonica moltiplicata per una costante. La serie data e divergente.
Per quanto riguarda il criterio della radice asintotico abbiamo detto che per il caso
n
an 1
nulla si puo dire. Pero si puo osservare che se si ha
n
an 1+
La serie e ovviamente divergente dal momento che denitivamente an 1 ed il termine
generale non puo tendere a zero.
Il caso incerto resta solo 1 .
Criterio del rapporto
Teorema Sia n=0 an una serie a termini strettamente positivi o denitivamente strettamente positivi.
Allora
1) se esiste un numero positivo minore di 1 (0 < < 1) tale che, almeno denitivamente,
la serie
n=0
an+1
an
an e convergente.
2) Se
la serie
n=0
an+1
1
an
an e divergente.
1) Dalla ipotesi si ha
an+1
.
an
Allora la serie
convergente.
n=0
an e minorante della serie geometrica di ragione < 1; dal criterio del confronto e
2) Dalla ipotesi si ha allora an+1 an per cui n=0 an e maggiorante di una serie geometrica di ragione
maggiore o uguale ad 1 che diverge. Da cui lasserto.
Una pratica variazione del criterio del rapporto e data dal seguente teorema.
Criterio del rapporto asintotico
Allora
1) se l < 1 la serie
2) Se l > 1 o l = 1
an e convergente.
an+1
= l < 1.
n+ an
Dal teorema della permanenza del segno si ha
lim
an+1
=l+<1
an
con < 1 l.
Allora ritroviamo le condizioni del teorema del rapporto
2) Sempre dal teorema della permanenza del segno si ha, denitivamente,
lim
n+
si ha
an+1
=l>1
an
an+1
=l>1
an
con < l 1.
Se l = 1+ si ha denitivamente an+1 > an ed il termine generale non puo tendere zero.
3) Il terzo caso l = 1 e giusticato dalle solite due serie
1 1
,
n
n2
una diverge e laltra converge con il limite del rapporto dei termini che tende a 1 .
Esempi:
1. Studiare il carattere della serie
1
1
1
1
=1+
+
+ ... +
+ ...
n!
12 123
1 2 3 ... n
Applichiamo il criterio del rapporto
n!
1 2 3 .... n
1
=
=
0.
(n + 1)!
1 2 3 .... n (n + 1)
n+1
La serie e convergente.
29
(n+1)!
(n+1)n+1
n!
nn
(n + 1)! nn
n n
=(
) e1
(n + 1)n+1 n!
n+1
2 22
2n
+
+ ... +
...
1
2
n
2n+1 n
n
=2
> 1.
n
n+12
n+1
per n 2.
Quindi la serie data e divergente.
Serie con termini di segno qualsiasi
Consideriamo ora serie n=0 an con termini di segno qualsiasi. Non e facile valutarne il carattere. Esse,
in generale, hanno successioni di somme parziali a carattere oscillante.
Per applicare a tali serie gli strumenti che sono stati costruiti nei paragra precedenti si considera la
serie dei valori assoluti dei loro termini. Diamo dunque la seguente denizione.
Denizione Sia n=0 an una serie a termini reali. Si dice che e assolutamente convergente se converge
la serie dei valori assoluti dei suoi termini ovvero se converge la serie a ternini positivi
|an |.
n=0
an , e
n=0
bn
n=0
Allora se la serie n=0 bn e convergente la serie n=0 an , minorante della serie n=0 bn , e assolutamente convergente.
Criterio della radice
Se risulta
n
|an | < 1
la serie
an
n=0
converge assolutamente.
Se invece, per inniti indici, si ha
n
|an | > 1
la serie data non converge.
Inoltre se
lim
n+
n
|an | = l
|an+1 |
<1
|an |
la serie
an
n=0
converge assolutamente.
Se invece per inniti indici si ha
|an+1 |
>1
|an |
la serie data non converge, diverge.
Inoltre se
lim
n+
|an+1 |
= l.
|an |
La serie data converge assolutamente se l < 1, non converge se l > 1 o l+ , se l = 1 nulla si puo
dire senza una ulteriore indagine.
31
Un altro interessante tipo di serie e quella a segno alternato ovvero serie del tipo
(1)n an
n=0
con an 0.
Vale il seguente teorema
(1)n an
n=0
n+
p+
p+
p+
Essendo S il limite delle somme parziali pari, dalla denizione di limite, si ha che per ogni > 0
esiste N > 0 tale che |S s2n | < per ogni 2n > N . Allo stesso modo, essendo S il limite delle somme
parziali dispari, esiste > 0 tale che la disuguaglianza |S s2p+1 | < vale per ogni 2p + 1 > . Quindi,
prendendo = max(N , ), la disuguaglianza
32
|S sn | <
vale per ogni n > , n pari o dispari, e si ha quindi
lim sn = S.
S=
(1)n an .
n=0
can = c
n=0
an .
n=0
(an + bn ),
n=0
+
n=0
an e
n=0 bn
la serie
(an bn ).
n=0
(an + bn )
n=0
e vale
Se
+
n=0
an e
n=0 bn
(an bn ) =
n=0
(an bn )
n=0
+
n=0
(an )
bn .
n=0
33
n=0 (an
bn ).
+
Osserviamo che in caso di convergenza il simbolo di serie n=0 ha la proprieta distributiva rispetto
+
alla somma . Questa non vale in generale. Ad esempio la n=0 (an + bn ) puo convergere senza che
+
+
convergano le serie n=0 an e n=0 bn .
Considerando la parziale aritmetica dellinnito possiamo estendere la proprieta del teorema anche
ai casi di divergenza con le seguenti modalita:
se A = (o ) e B e un numero allora
+
(an bn ) = (o ).
n=0
(an + bn ) = + ().
n=0
an e
n=0
bn
n=0
la serie
+
cn
n=0
ove
c0 = a0 b0 , c1 = a0 b1 +a1 b0 , c2 = a0 b2 +a1 b1 +a2 b0 , ..., cn = a0 bn +a1 bn1 +a2 bn2 +a3 bn3 +...+an b0 , ...
Scriviamo in forma compatta il termine generale
cn =
i=0
an e
n=0
n=0
34
bn
cn
n=0
e assolutamente
convergente edha per somma il prodotto
+
+ delle serie fattori.
+
Posto A = n=0 an e B = n=0 bn allora C = n=0 cn = AB.
Qualche osservazione. Abbiamo messo in evidenza qualche incoerenza formale tra la operazione di somma
e quella di serie. Nonostante l apparente somiglianza, una serie e un concetto molto diverso da quello di
somma. Per associare un numero al simbolo di serie non solo abbiamo aancato al concetto di somma
il processo di limite ma abbiamo anche costruito una successione particolare che e la successione delle
somme parziali costruite con un certo ordine a cui si applica il limite. In particolare non si possono
applicare le proprieta associativa
+e commutativa tipiche della somma. Detta {sn } la successione delle
somme parziali di una serie
n=0 an , se si associano piu termini an si ottiene unaltra serie la cui
successione delle somme parziali ha un numero di somme parziali minore di quella iniziale. Se il numero di
elementi mancanti e nito nulla cambia per quanto riguarda la somma delle serie. Cambia notevolmente
invece se il numero delle associazioni e innito. Cosa piu complessa quando si dissociano i termini an ;
in questo caso si inseriscono piu somme parziali. Anche in questo caso se si dissociano inniti elementi
la serie risultante puo avere carattere diverso da quella originaria. Un esempio classico e il seguente.
0 = 0 + 0 + 0... + 0....
Posto 0 = 1 1 si ha
0 = (1 1) + (1 1) + (1 1) + ....(1 1)...
Ma la serie
1 1 + 1 1 + 1 1... + 1 1....
e una serie indeterminata in quanto la successionedelle somme paziali e: 1,0,1,01,0,... Cosi
1 + (1 + 1) + (1 + 1) + ...(1 + 1).... = 1
econvergente.
La situazione puo essere piu sorprendente se si scambiano i posti dei termini di una serie . Consideriamo, per esempio, la serie armonica a segno alterno
1
1 1 1
(1)n+1 = 1 + ... = log2
n
2 3 4
e convergente perche verica le ipotesi del teorema di Leibnitz.
Ebbene se riordiniamo i suoi termini come segue
1 1 1 1 1 1
+ + ...
2 4 3 6 8 5
(uno positivo e due negativi), la serie e ancora convergente ma ha somma ln2/2.
Oppure scambiando lordine dei termini in modo da avere due termini positivi consecutivi ed uno
negativo . La serie ottenuta ha unaltra somma.
Si puo addirittura provare che e possibile riordinare i termini in modo da ottenere una serie divergente, oppure una serie convergente ad un reale qualsiasi. Solo per le serie assolutamente convergenti (in
particolare quelle positive) le proprieta associativa e commutativa continuano a valere: questo il motivo
principale della loro importanza applicativa.
1bigskip
Complementi
1
Proprieta associativa
35
Sia
1)
an = a0 + a1 + a2 + ... + an + ...
e
s0 , s1 , s2 , ..., sn , ...
la successione delle sue somme ridotte.
Raccogliendo in un unico termine piu termini della somma ad esempio a5 , a6 , a7 e raccogliendo i tre
termini in una parentesi, la serie diventa
a1 + a2 + a3 + a4 + (a5 + a6 + a7 ) + a8 + .....
Allora per questa nuova serie la successione delle somme ridotte
0 , 1 , 2 , 3 , 4 , 5 , ..., n , ..
e tale che
s0 = 0 , s1 = 1 , s2 = 2 , s3 = 3 , s4 = 4 , s7 = 5 , s8 = 6 , ..
La successione delle somme {n } coincide con la successione {sn } privata di s5 , s6 .
Dunque {n } e una sottosuccessione di {sn }. Per induzione possiamo aermare che in base a questa
osservazione, se nella serie si associano, con una legge qualsiasi, un numero nito di termini consecutivi,
si ottiene una nuova serie la cui successione delle somme ridotte e contenuta in quella della serie data
(1). Allora vale il
Teorema - Se si associano gruppi di un numero nito di elementi consecutivi di una serie regolare si
ottiene una nuova serie con la stessa regolarita e la stessa somma (nita o innita).
Sotto le condizioni del teorema, possiamo dire che per le serie vale la proprieta associativa.
Tale proprieta non vale per le serie indeterminate.
2) Cosa piu complessa e dissociare un numero ovvero scrivere un termine della serie come somma
di piu numeri, ad esempio: an = (an1 + an2 + ... + an1 ). Questo fatto prova linserimento di nuove
somme parziali rispetto alle somme parziali iniziali pari al numero degli addendi della dissociazione. Se si
eettuano innite dissociazioni, in generale, leetto e imprevedibile. La serie ottenuta per dissociazione
da una serie regolare puo essere irregolare. Riscriviamo gli esempi gia dati.
0 = 0 + 0 + 0... + 0....
Posto 0 = 1 1 si ha
0 = (1 1) + (1 1) + (1 1) + ....(1 1)...
Ma la serie
1 1 + 1 1 + 1 1... + 1 1....
e una serie indeterminata. Cosi
1 + (1 + 1) + (1 + 1) + ...(1 + 1).... = 1
e convergente.
Possiamo aermare che per le serie, in generale, non vale la legge dissociativa.
Come abbiamo gia anticipato una risposta certasi puo dare sotto alcune condizioni.
Se si dissocia ogni termine an di una serie
an in un numero nito di termini dello stesso segno
allora la nuova serie ha lo stesso carattere della precedente e se convergenti hanno la stessa somma.
Quindi nel contesto delle serie a termini positivi la legge di dissociazione ( in numero nito di termini)
vale.
36
3) Proprieta commutativa
La situazione e piu seria per la proprieta commutativa. Dapprima precisiamo cosa si intende per
cambiare o permutare lordine dei termini in una serie.
Date due serie, se fra i loro termini si stabilisce una corrispondenza biunivoca tale che gli elementi
corrispondenti siano sempre uguali si dice che le due serie dieriscono per lordine o che una e ottenuta
dallaltra cambiando lordine.
Dunque, alterare lordine o riordinare i termini di una serie signica dare una legge che permetta,
assegnato un termine di posto n della prima serie, di conoscere il posto n di questo termine nella nuova
serie. In sostanza il termine ha cambiato posto.
Quale l eetto di questo cambiamento? In certi casi permutando lordine dei termini una serie
convergente puo restare convergente e cambiare somma oppure divenire divergente oppure indeterminata.
Ad esempio . Prendiamo in considerazione la serie armonica a segno alterno
()
1 1 1
+ + .... = log2.
2 3 4
Consideriamo la serie riordinata con due termini positivi seguiti da uno negativo
1+
1 1 1 1 1 1
1
1
1
1
3
+ + + +
..
+
+ ... = log2.
3 2 5 7 4 9 11
4n 3 4n 1 2n
2
37
n+
si ha
(|xn x| e |yn y|) |zn z| |xn x| + |yn y|
e possiamo aermare che
zn z xn x e yn y.
Per quanto riguarda la divergenza la esprimiamo nel seguente modo:
Denizione Diremo che la successione (*) e divergente se
lim |zn | = +
n+
38
()
zn := z0 + z1 + z2 + z3 + ..... + zn , ....
i=0
zn =
xn + i
yn .
Come al solito attribuiamo alla serie il carattere della successione delle somme parziali. In particolare,
se
sn Z = X + iY
diremo che la serie (*) e convergente ed ha somma Z e scriveremo
Z=
zn = z0 + z2 + z3 + ..... + zn , ...
i=0
n+
xi e Y = lim
n+
yi .
Anche per le serie a termini complessi valgono in massima parte denizioni, teoremi e criteri stabiliti
per le serie a termini reali. In particolare, la assoluta convergenza: cioe una serie
zn
i=0
|zn |.
i=0
Questa nozione e di particolare importanza dal momento che nel campo dei numeri complessi non
vale la consueta nozione di ordine.
Serie di potenze
Una delle serie numeriche di riferimento di notevole importanza e la serie geometrica i cui termini sono
potenze di un numero detto ragione. Estendiamo questo tipo di serie nella seguente forma
()
an xn := a0 + a1 x + a2 x2 + a3 x3 + ...an xn + ...
n=0
39
ove an sono numeri reali ed x la variabile reale x. Se poniamo an = 1 per ogni n e x = q ritroviamo
la classica serie geometrica. In questo caso la serie e convergente per |x| < 1 e la somma della serie e
1
.
1x
Leggiamo il risultato nel seguente modo: la serie in questione denisce una funzione della variabile
x il cui dominio D e l insieme in cui la serie converge, ossia lintervallo aperto simmetrico di centro 0
ed ampiezza 2 cioe I = (1, 1) o |x| < 1. Le serie di potenze sono unestensione della serie geometrica:
le potenze sono centrate in un generico punto x0 R e la potenza n-esima viene moltiplicata per un
coeciente reale an .
Le costanti an sono chiamate coecienti di xn . Il simbolo x indica la variabile reale. Una serie di
potenze puo convergere per alcuni valori di x e divergere per altri. Scritture del tipo (*) le abbiamo gia
incontrate con la formula di Taylor o di Mac-Laurin.
La convergenza della serie (*) dipende dai coecieti an . Applichiamo il criterio della radice: supponiamo
lim n |an | = A.
n
Allora
lim
n
|an | = |x|A < 1.
Allora la serie
= lim
1 n
x
n!
n=1
40
1
= 0.
n+1
Appare chiaro che se la serie di potenze e centrata in x0 allora la serie di potenze diventa
+
an (x x0 )n .
n=1
Quanto detto sopra relativo al centro 0 si applica ad x0 . Lintervallo simmetrico di convergenza della
serie e |x x0 | < R.
Le serie di potenze dipendono dalla variabile x. E naturale indicarle con un simbolo che ricordi questa
dipendenza. Useremo la seguente scrittura
+
S(x) =
an x n .
n=0
Per ora e una scrittura formale che ricorda il concetto di funzione della variabile x. Essa e ben
denita quando ne preciseremo il dominio D ovvero linsieme dei valori della variabile per cui la serie
risulti convergente. Osserviamo che D non e vuoto, contiene 0. La seguente osservazione ha un certo
interesse pratico.
Teorema di Abel Sia
S(x) =
an xn
n=0
e sia x0 un valore della variabile x. Se x0 D allora lintervallo |x| < |x0 | e contenuto in D,
ovvero se la serie S(x) converge in x0 allora converge per tutti i punti x soddisfacenti la relazione
|x| < |x0 |.
Diamo una dimostrazione semplice
+assumendo an > 0, per il caso generale si fa uso del criterio di Cauchy:
supponiamo x0 > 0. La serie n=0 an xn0 e convergente da cui
an xn0 0.
Cronfrontiamo an xn e an xn0 per |x| < x0 , si ha
|an xn |
|xn |
=
< 1.
|an xn0 |
xn0
Quindi
|
n=0
an xn |
+
an |xn |
n=0
an xn0 .
n=0
Dal criterio del confronto si ha che n=0 an xn e convergente per |x| < x0 .
Per x0 < 0 la dimostrazione e analoga.
Somme di potenze le abbiamo gia costruite con la formula di Taylor o di Mac-Laurin laddove i coecienti
sono le derivate di una funzione divise per il fattoriale dellordine di derivazione. La Formula di Taylor
e centrata in un punto x0 mentre la formula di Mac-Laurin e centrata in 0.
Serie di Taylor e di Mac-Laurin
Sia y = f (x) una funzione denita in un intervallo [a, b]. Sia x0 (a, b) e la funzione e innitamente
derivabile in x0 . Diremo serie di Taylor di f (x) relativa al punto x0 la seguente serie di potenze
f (x) =
f (n) (x0 )
(x x0 )n .
n!
n=0
41
(si ricorda che si pone f (x) = f 0 e 0! = 1. Data una funzione f (x) innitamente derivabile in x0 ,
diremo serie di Mac-Laurin di f (x) relativa al punto 0 lespressione:
f (x) =
+ (n)
f (0) n
x .
n!
n=0
f (n) (x0 )
(x x0 )n
n!
n=0
|
n1
k=1
f k (x0 )
f n ()
(x x0 )k +
(x x0 )n
k!
n!
con I.
Si ottiene il risultato se
f n ()
(x x0 )n 0
n!
per x +.
Dalle ipotesi si ha
|
f n ()
x x0 n
(x x0 )n | c|
| 0
n!
Rn
perche
|
x x0
| < 1.
R
x
x2
x3
xn
=1+x+
+
+ .... +
+ ...
n!
2!
3!
n!
n=0
ex =
convergente per ogni x.
senx =
(1)n
n=0
x2n+1
x3
x5
x2n+1
=x
+
....(1)n
+ ...
(2n + 1)!
3!
5!
(2n + 1)!
(1)n
n=0
x2n
x2
x4
x2n
=1
+
....(1)n
+ ...
(2n)!
2!
4!
(2n)!
42
1
=
xn = 1 + x2 + x3 + .... + xn + ...
1 x n=0
log(1 + x) =
(1)n
n=0
x2
x3
xn+1
xn+1
=x
+
....(1)n
+ ...
n+1
2
3
n+1
(ix)2
(ix)3
(ix)n
(ix)n
= 1 + ix +
+
+ .... +
..
n!
2!
3!
n!
n=0
x2
x4
x2n
x3
x5
x2n+1
+
....(1)n
+ ...) + i(x
+
....(1)n
+ ...) = cosx + isenx.
2!
4!
(2n)!
3!
5!
(2n + 1)!
an z n := a0 + a1 z + a2 z 2 + a3 z 3 + ...an z n + ...
n=1
con an reale complesso. Quanto abbiamo detto nel caso reale vale nel caso complesso, naturalmente
il modulo e inteso nel campo complesso quale distanza di due punti nel piano di Gauss.
Esempi: la serie esponenziale:
ez =
zn
n!
=1+z+
z2
zn
+ ... +
+ ..
2!
n!
La serie converge asoolutamente per ogni z. La dimostrazione e la stessa del caso reale.
Per z = 0 non c e niente da dimostrare. Allora per z = 0 applichiamo il criterio del rapporto:
|z n+1 |
(n+1)!
|z n |
n!
|z|
0
n+1
per ogni z.
43
n+1
;
2+1
n
n=1
valutiamo landamento asintotico del termine generale e poi usiamo il criterio del confronto:
n+1
n 1 + 1/n
1
= 2
2
2
n +1
n 1 + 1/n
n
la serie data e asintotica alla serie armonica per cui e divergente.
2.
1
.
2+2
n
n=1
Si ha
1
1
2.
n2 + 2
n
Quindi la serie data e minorante della serie di Mengoli. Dal criterio del confronto e convergente.
3.
1
; a = 0.
(an
+
b)2
n=1
1
1
Si ha (an+b)
2 (an)2 . La serie data e denitivamente minorante della serie di Mengoli per cui e
convergente , tralasciando il fattore a.
4.
n1
.
3n + 1
n=1
n1
1
= 0
3n + 1
3
quindi, dato che il termine generale non tende a zero, la serie non converge. Inoltre essendo formata
da termini positivi essa e divergente. Si ricorda che in questo caso la successione delle somme
parziali e crescente.
5.
(1)n
.
2n
n=1
(1)n
1 n
=(
)
n
2
2
quindi la serie data e una serie geometrica di ragione q =
44
1
2
quindi e convergente.
6.
.
2n
n
n=2
E una serie a termini positivi. Valutiamo il termine generale:
1
1
1
=
.
n
n2 n
n 1 1/n
La serie data e asintotica alla serie armonica quindi e divergente.
7.
1
;
n
(2n)
n=1
Si ha
1
1
n.
(2n)n
2
La serie data e minorante della serie geometrica di ragione 12 . La serie data e convergente.
8.
5n + 1
.
3n n
n=1
n + logn
(n
logn)3
n=1
1
.
n+1+ n
Il termine generale
1
1
1
1
an =
.
=
n 1 + 1/n + 1
2 n
n+1+ n
La serie data e maggiorante della serie armonica per cui e divergente.
45
sn =
1
= n + 1 n.
n+1+ n
2 1 + 3 2 + 4 3 + .... n n 1 + n + 1 n = n + 1 1 +.
log
Osserviamo che
an = log
inoltre osserviamo che
log
n(n + 2
.
(n + 1)2
n(n + 2
0.
(n + 1)2
(n + 2)
n+1
n(n + 2)
= log
log
.
(n + 1)2
(n + 1)
n
e la dierenza di un termine ed il precedente quindi nella somma ridotta sopravvivono solo il primo
ed ultimo termine per cui
sn = log
n+2
log2 log1 log2 = 0 log2.
n+1
1
.
(3n 1)2
.
n(n + 1)
=
.
n
n(n + 1)
n2 (1 + 1/n)
La serie data e asintotica ad una serie armonica quindi diverge.
46
n
.
(n + 1) n
3
n
1
1
=
1+1/6
(n + 1) n
(n + 1) 6 n
n
La serie data e asintotica alla serie armonica generalizzata di potenza > 1 quindi e convergente.
15.
2n
.
(n)2
La serie non puo convergere perche il temine generale tende a +. La serie diverge dato che e a
termini positivi .
n
.
(2n + 1)
n
n
1
=
2n + 1
2n(1 + 1/2n)
2 n
La serie data e asintotica alla serie divergente quindi diverge.
17. Studiare la serie,
3n
(
)n .
3n + 1
3n n
3n
1
) =(
)n = (
)n e1/3 .
3n + 1
3n(1 + 1/3n)
1 + 1/3n
2n1
.
(n 1)!
2n
(n)!
2n1
(n1)!
2
2n (n 1)!
= .
(n)! 2n1
n
La serie converge
47
n!
.
+1
2n
Utilizziamo il criterio del rapporto
(n+1)!
2n+1 +1
(n)!
2n +1
(n + 1)
(n + 1)! 2n + 1
=
2n+1 + 1 (n)!
n+1
2n + 1
+1
2
2n+1
La serie diverge.
21. Studiare la seguente serie
3n n!
nn
= 3(n + 1)
nn
n n
3
= 3(
) > 1.
(n + 1)n (n + 1)
n+1
e
La serie diverge.
22. Studiare la seguente serie
n+1
n
Osserviamo che
n+1
1
n
per cui la serie non converge. Essendo a termini positivi essa diverge.
23. Studiare la seguente serie
senn2
.
n2 + 1
senn2 cambia il segno al variare di n per cui conviene studiarne la convergenza assoluta.
Osserviamo che
1
1
senn2
2
2
2
n +1
n +1
n
1
n2 +1
<
1
n2 .
La serie data eassolutamente minorante della serie di Mengoli. Quindi converge assolutamente e
di consequenza in senso ordinario.
48
logn 2
(logn)2
1 (logn)2
1
) =
=
1+
2
1+
1
n
n
n
n
n
(logn)2
n1
0 per n .
Allora la serie data e convergente perche minorante di una serie armonica generalizzata convergente.
25. Studiare la seguente serie
logn!
n3
n 3 .
n3
n3
n3
n
Dallesercizio precedente concludiamo che la serie data e convergente.
26. Studiare la seguente serie
1
.
(logn)n
1
Osserviamo che denitivamente logn > 1 per cui logn
< 1. Quindi la serie datta e minorante di
una serie geometrica di ragione positiva minore di 1. Dunque la serie e convergente.
log
n2 + 1
.
n2
1
1
n2 + 1
= log(1 + 2 ) 2 .
n2
n
n
Si osserva che
sen
sen
1
.
n2
1
1
2 per n +
2
n
n
49
1
(1 cos ).
n
30. Studiare la seguente serie
nlogn +
.
(logn)3
nlogn +
(logn)3
nlogn(1 +
(logn)3
nlogn
1
nlogn
per n +
pertanto la serie diverge.
Serie a termini di segno qualsiasi
31. Studiare la serie a segni alternati
(1)n+1
1
1 1
1
= 1 + ....(1)n+1
+ ..
2n 1
3 5
2n 1
1
2n1
0 per n +.
La serie e convergente.
32. Studiare la serie a segni alternati
(1)n+1
1
1
1
1
= 1 2 + 2 ....(1)n+1
+ ..
2
(2n 1)
3
5
(2n 1)2
E una serie che verica le ipotesi del teorema di Leibnitz quindi e convergente. Ma e anche
assolutamente convergente in quanto
1
1
(2n 1)2
(2n)2
che e il termine generale di una serie convergente.
33. Studiare la serie a segni alternati
1
1
1
1
(1)n+1 = 1 + ....(1)n+1 + ..
n
n
2
3
La serie e convergente perche verica le ipotesi del teorema di Leibnitz. Non converge assolutamente perche
1
n
e il termine generale di una serie divergente.
50
(1)n+1
n
1 2
n
= + ....(1)n+1
+ ..
n+1
2 3
n+1
(1)n+1
n
.
6n 5
n
Inoltre 6n5
16 per n +. Tutti i termini in valore assoluto sono maggiori di 16 . La serie
formata dai termini con n dispari diverge a + quella formata dai termini con n pari diverge a
. Quindi la serie diverge ad .
n3
(1)n+1 n .
2
La serie e assolutamente convergente. Infatti applicando il criterio del rapporto si ha
(n+1)3
2n+1
n3
2n
1 n+1 3
1
(
) .
2 n
2
(1)n
1
.
n logn
0 per n +
Inoltre
1
1
>
.
n logn
n + 1 log(n + 1)
Infatti
n + 1 log(n + 1) > n logn 1 log(1 +
1
)>0
n
n+2
.
(1)n 2
n +1
La serie e convergente perche i termini vericano le ipotesi del teorema di Leibnitz.
Esercizi proposti
51
39.
n+1
n1
40.
41.
(diverge);
n+1
(diverge);
n2 + 1
(converge) :
( n + 4 n + 1)4
42.
( n + 1 n)2 (diverge);
43.
log(logn)
(diverge);
n(logn)3
44.
2n2 + 3
nlog 2
(converge);
2n + 2
45.
log(1 + 1 )
n
(converge);
n + logn
46.
1 n+2
(
)n (diverge).
n n+3
52