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L'insegnante mediocre racconta.

Il bravo insegnante spiega.


Linsegnante eccellente dimostra.
Il maestro ispira.

La scienza
Cos e quando nasce la scienza
Con il termine scienza intendiamo

un insieme di conoscenze, ottenute

attraverso un'attivit di ricerca sviluppata con procedimenti rigorosi, allo scopo


di giungere ad una descrizione oggettiva della realt.
La scienza moderna si sviluppa in modo particolare a partire dalla rivoluzione
scientifica del XVI secolo con l'accumulo di conoscenze nei pi svariati ambiti del
sapere.
La parola scienza deriva dal latino scientia, che significa conoscenza.
L'interesse dell'uomo verso la comprensione dei fenomeni naturali iniziato sin
dai tempi remoti preistorici con le scoperte primitive e si sviluppato via via nel
corso dei secoli a partire dalle civilt del mondo antico (Greca, Romana, Egizia,
Mesopotamica ecc..).
E la Grecia che inventa il pensiero scientifico per come noi modernamente lo
intendiamo. E lo inventa nel momento in cui, per la prima volta, chiede un
perch a tutto quello che luomo osserva. Non si accontenta pi del mito, della
leggenda, dellopera di un dio per spiegare i fenomeni. Di ogni cosa vuole
comprendere la causa. Una cosa non
vera se non ha una causa che la
determina e che deve essere compresa.
La scienza era la comprensione sicura,
certa, immutabile, basata sulla ragione.

Riflessioni sul metodo pi adatto da utilizzare nellinvestigazione della scienza, si


hanno in tutto il Medioevo, sia in Occidente che in Oriente, trovando sbocco nel
Rinascimento prima e poi definitivamente nel Seicento con la Rivoluzione
scientifica e la formulazione ufficiale, del metodo scientifico, da parte di
Galileo Galilei.
Uno degli elementi essenziali affinch un insieme di conoscenze possa essere
ritenuto scientifico, la sua possibilit di essere verificabile e falsificabile
mediante un'opportuna procedura ( il metodo scientifico).
Questo processo consente il
raggiungimento di conoscenze
oggettive, ovvero teoricamente
verificabile
ovunque,

da
al

chiunque
contrario

sapere filosofico.

e
del

Lo scopo ultimo della scienza la


comprensione e la modellizzazione della
natura al fine di potere prevedere lo sviluppo
di uno o pi fenomeni. (vedi rappresentazione
del sistema solare)

Ogni teoria scientifica sviluppa un modello


che permette la rappresentazione matematica o, al fine di potere fare delle
previsioni. Nonostante le aspettative che si ripongono sulla scienza,

il suo

obiettivo non dare una risposta a qualsiasi domanda dell'uomo, n una


soluzione a qualsiasi suo problema, ma solo a quelli pertinenti alla realt fisica
che ci circonda.
Nel linguaggio tecnico-scientifico
contemporaneo

termini

come

ipotesi, modello, teoria scientifica e


legge hanno un preciso significato:
-un'ipotesi la spiegazione di un
evento non ancora supportato da
verifiche sperimentali
-un modello un'astrazione utile
a

fare

delle

previsioni

sull'occorrenza di un fenomeno,
che

possono

mediante

essere

verificate

esperimenti

osservazioni
-una teoria la spiegazione di un fenomeno che ha basi sperimentali solide
-una legge una generalizzazione che ha valore assoluto nel suo ambito di
applicazione.

Le teorie che nel tempo superano diverse verifiche sono considerate "dimostrate"
in senso scientifico, ossia sono considerate rappresentazioni verosimili della
realt. Tali teorie possono comunque essere smentite (falsificate in gergo
scientifico) in qualsiasi momento da un'osservazione in contrasto con esse,
comprese quelle fino ad allora universalmente accettate e sostenute da molte
osservazioni e dati sperimentali. Questo un punto fondamentale per la
comprensione della scienza: le nuove teorie inglobano le vecchie teorie, le nuove
teorie sono formulazioni pi complete e raffinate delle vecchie, e per questa
ragione descrivono fenomeni che le precedenti formulazioni non riuscivano a
spiegare.
I campi di studio spesso si distinguono in scienze dure e scienze molli: questi
termini sono sinonimi, rispettivamente, di scienze naturali, cio che indagano la
natura, e scienze sociali o umane, cio che indagano l'uomo in tutte le sue
sfaccettature. La fisica, la chimica, la biologia, l'astronomia e le scienze della terra
sono le maggiori forme di scienze pesanti. Gli studi di antropologia, etnologia,
archeologia, storia, psicologia, sociologia, politologia, economia, filologia, critica
letteraria, linguistica, giurisprudenza, storia dell'arte e medicina vengono
identificati con le scienze leggere, in quanto generalmente prive di una base
matematica strutturale.
(riadattato da Wikipedia, l'enciclopedia libera Scienza)

Un esempio storico su come si aff erma una nuova teoria scientifi ca


La generazione spontanea
Per generazione spontanea si intende la credenza, molto diffusa dall'antichit fino
al XVII secolo, per cui la vita potrebbe nascere in modo "spontaneo" dagli
elementi naturali inanimati, in quanto comunque dotati di influssi vitali.Si
riteneva infatti che gli esseri viventi, come l'uomo e i grandi animali, i vermi e gli
insetti,

potessero

nascere

spontaneamente

dal

fango

da

carcasse

in

putrefazione.Questa teoria fu confutata nel XVII secolo grazie ad alcuni


esperimenti di Francesco Redi e di Lazzaro Spallanzani. Francesco Redi pose
della carne avariata in una serie di
recipienti,

alcuni

chiusi,

altri

aperti, e dimostr che le larve


nascevano solo dove le mosche
avevano potuto depositare le uova.
Redi

fece

anche

esperimento

simile

un
ma

altro
che

dimostrava che l'aria pu dare


origine ad alcuni organismi. Col
passare degli anni la teoria della
generazione spontanea venne progressivamente abbandonata. Tuttavia, l'avvento
del microscopio port ad una generale ripresa della teoria: si not infatti che
bastava mettere delle sostanze organiche in decomposizione in un luogo caldo per
breve tempo e delle strane "bestioline viventi" apparivano sulla superficie.
All'inizio del XIX secolo la teoria era sostenuta ancora da Geoffroy Saint-Hilaire et
Jean-Baptiste de Lamarck. Essi consideravano entrambi che le forme di vita pi
semplici potevano ancora comparire come generazioni spontanee. Quando la
controversia divenne troppo vivace, l'Accademia delle Scienze di Parigi offr un
premio a chiunque fosse stato in grado di fare luce sull'argomento. Il premio fu
vinto nel 1864 da Louis Pasteur, che attraverso un semplice esperimento riusc a
confutare la teoria della generazione spontanea. Egli impieg per i suoi
esperimenti dei matracci a collo d'oca, che permettevano l'entrata dell'ossigeno,
elemento indispensabile allo sviluppo della vita, ma impedivano che il liquido
all'interno venisse a contatto con agenti contaminanti come spore e batteri. Egli
boll il contenuto dei matracci, uccidendo cos ogni forma di vita all'interno, e

dimostr che i microrganismi riapparivano solo se il collo dei matracci veniva


rotto, permettendo cos agli agenti contaminanti di entrare. Attraverso questo
semplice esperimento L. Pasteur fu in grado di confutare la teoria della
generazione spontanea e, come lui stesso disse in una serata scientifica alla
Sorbona di Parigi: Mai la teoria della generazione spontanea potr risollevarsi dal
colpo mortale inflittole da questo semplice esperimento.

ATTIVITA DI APPROFONDIMENTO
Ricerca alcune grandi scoperte scientifiche che hanno cambiato la visione del mondo
Ricerca alcuni modelli formulati nel campo scientifico
Esegui una rappresentazione grafica del metodo scientifico applicata alla teoria della
generazione spontanea

La materia
La materia e le sue propriet
Il termine "materia" deriva dall'equivalente latino materia, ma pu essere
ricondotto direttamente anche al termine latino mater, che significa madre.
L'etimologia del termine lascia quindi intuire come la materia possa essere
considerata il fondamento costituente di tutti i corpi e di tutte le cose: la sostanza
prima di cui tutte le altre sostanze sono formate. Nella fisica classica, con il
termine materia, si indica genericamente qualsiasi cosa che abbia una sua massa
(esprimibile in grammi kg ecc.) e che occupi spazio (volume esprimibile in l, ecc.);
oppure, alternativamente, la sostanza di cui gli oggetti fisici sono composti.
Secondo la visione classica ed intuitiva della materia, tutti gli oggetti solidi
occupano uno spazio che non pu essere occupato contemporaneamente da un
altro oggetto. Ci significa che la materia occupa uno spazio che non pu
contemporaneamente essere occupato da un'altra materia.
Se prendiamo un pezzo di gomma, lo misuriamo con una bilancia e otteniamo, ad
esempio, una massa di 3 grammi, dividendo la gomma in tanti piccoli pezzi e
pesando tali pezzi otterremo sempre 3 grammi. La quantit non cambiata, in
accordo con la legge di conservazione della massa. Secondo questa ipotesi si pu
quindi affermare che "la materia ha una massa che non cambia anche se variano
la sua forma e il suo volume". Su queste basi in passato si cos costruita la
definizione secondo cui "la materia tutto ci che occupa uno spazio e ha una
massa".
La massa di una certa quantit di materia, ad esempio di un dato oggetto, che
una bilancia misura per confronto con un'altra massa, rimane invariata in ogni
angolo dell'universo, ed quindi considerata una propriet intrinseca della
materia. Come abbiamo visto, l'unit con cui si misura la massa il
chilogrammo.
Viceversa, il peso una misura della forza di gravit con cui la Terra attira verso
di se un corpo avente una massa gravitazionale; come tale, il peso di un dato

corpo cambia a seconda del luogo in cui lo misuriamo - in diversi punti della
Terra, nello spazio cosmico o in un altro pianeta. Il peso quindi non una
propriet intrinseca della materia. Come altre forze statiche, il peso pu essere
misurato con un dinamometro.

Massa (inerziale) e peso (massa gravitazionale) sono due concetti distinti nella
meccanica classica.
Fra i costituenti della materia (particelle, distinte in atomi e molecole) prevale il
vuoto.

La materia ha una massa, che una misura delle particelle (atomi e molecole) di
cui costituita (la cui unit di misura il Kg).
Tali particelle possono aggregarsi in
modi diversi, realizzando strutture
diverse: per questo esistono molti tipi
di oggetti materiali.
Tutte le forme di materia possono
trovarsi per in tre soli stati: solido,
liquido o gas.

La struttura della materia

Il pensiero delluomo su come la materia fosse formata al suo interno ha subito


notevoli cambiamenti.
Le prime ipotesi sulla struttura della materia, nelle civilt occidentali, furono
formulate la Talete da Mileto (624 circa 545 a.C.) nellantica Grecia, identific il
principio di tutta la materia nellacqua. Aristotele (384 circa 322 a.C.) riteneva
che fosse la combinazione di acqua, aria, terra e fuoco a formare tutti i corpi.
Poco prima di Aristotele invece, Democrito di Abdera (470 circa 370 a.C.),
ritenendo impossibile le suddivisione dei corpi in particelle sempre pi piccole
allinfinito, ipotizz che tutta la materia fosse costituita da particelle piccolissime,
invisibili e indivisibili che chiam atomos (indivisibile). Secondo lui i diversi
materiali erano costituiti da miscele di diversi tipi di atomos. Naturalmente si
trattava si considerazioni, teoriche, senza nessun riscontro reale se non
losservazione con i sensi umani delle varie sostanze presenti in natura. Per
alcuni secoli questipotesi non ebbe sostenitori. Fino a che Tito Lucrezio Caro (98
circa 55 a.C.), poeta latino, non la riprese e divulg nel suo maggiore poema: il
De rerum Natura. Neanche latomismo e lepicureismo sostenuti da Lucrezio
ebbero fortuna: il pensiero aristotelico imper fino al Rinascimento, fino alla
nascita

del

metodo

scientifico

sperimentale.

Un passo avanti anche nel concetto di atomo ci fu con R. Boyle (1627-1691) che
coni il termine chimica nel 1661, dando, per certi aspetti, laddio allalchimia e
favorendo la nascita di una Scienza basata sul metodo galileiano e su
osservazioni quantitative (misurazioni). Come non ricordare, poi, il lavoro di
Lavoisier (1743 1794) che introdusse nelle sue esperienze di analisi chimica
luso sistematico della bilancia, arrivando al concetto moderno di elemento. Per
questo e molto, molto altro considerato il padre della chimica moderna.

Latomo e la teoria atomica per ripresero vigore solo con J. Dalton (1766
1844), quando nel 1801, riprese il termine atomos di Democrito e enunci la sua
storica teoria, basata sui seguenti punti essenziali:
1.

tutti i corpi sono costituiti da atomi indivisibili;

2.

gli atomi di uno stesso elemento sono tutti uguali;

3.

gli atomi di elementi diversi (ferro, oro, argento ossigeno ecc.) sono differenti

e sono differenti le loro propriet chimiche;


4.

la materia si pu trasformare ma gli atomi di cui costituita rimangono

inalterati;
5.

gli atomi di elementi diversi, nella formazione dei composti, si combinano

tra loro;
Era nata la prima teoria che spiegava razionalmente, basandosi anche sulle
conoscenze acquisite fino ad allora, la composizione della materia.

Atomi e molecole
Avogadro (1776 1856) introdusse per primo una netta distinzione tra atomo e
molecola.

L'atomo, come abbiamo gi visto una struttura nella quale normalmente


organizzata la materia in natura. Pi atomi formano le molecole, mentre gli atomi
sono a loro volta formati da costituenti subatomici quali protoni (con carica
positiva), neutroni (con carica neutra) ed elettroni (con carica negativa).
Successivamente ad Avogadro gli sforzi degli studiosi si concentrarono nella
determinazione della struttura dellatomo. Si arriv cos alla prima individuazione
dei protoni nel 1886. J. Thomson che nel 1897 con le sue esperienze sui raggi
catodici, dimostr lesistenza dellelettrone, una particella circa 2000 volte pi
leggera del protone. Era la prova che latomo non indivisibile ma costituito la
particelle subatomiche. Nel 1899 Thomson propose un modello atomico secondo
il quale gli elettroni, carichi negativamente, si muovono in posizioni fisse
allinterno di una sfera permeata da una carica positiva. Poich latomo si sapeva
essere elettricamente neutro, doveva contenere un ugual numero di elettroni e di
protoni. La terza grande particella subatomica, il neutrone, fu scoperto solo nel
1932.
Rutherford (1871 1937) con alcuni studi sul potere di penetrazione delle
particelle radioattive, arriv alla conclusione che la gran parte dellatomo era
vuoto e che la massa era concentrata nel centro dellatomo (il nucleo). Il progresso
tecnologico e luso di strumenti sempre pi sofisticati non fecero durare a lungo il

modello di Rutherford, ma fu fondamentale per arrivare al modello atomico di N.


Bohr (1885 1962).
Bohr arriv alla conclusione che gli elettroni dovevano occupare determinate
regioni dello spazio intorno al nucleo, posti a varie distanze da esso. Era il
modello planetario, gli elettroni che percorrono orbite definite come fanno i
pianeti intorno al Sole.
Si arriv alla meccanica quantistica o meccanica ondulatoria secondo la quale
non possibile individuare con precisione la posizione di un elettrone allinterno
di un atomo ma si pu parlare solo in termini probabilistici. Si supera il concetto
di orbite definito da Bohr e si arriva definire gli orbitali come una regione dello
spazio intorno al nucleo in cui c unelevata probabilit (almeno il 90%) di trovare
un certo elettrone.
Ma non finisce cos, la storia continua con la formulazione del Modello Standard
che si sta tuttora scrivendo e che comprende la scoperta di un centinaio di
particelle subatomiche che compongono a loro volta protoni, neutroni ed elettroni.
recente il caso del bosone di Higgs. Si tratta di unaltra storia.

(1) 1902 - Modello di Thomson


Proposto agli inizi del 900 da Joseph John Thomson, scopritore degli elettroni,
questo modello era definito plum pudding (pasticcio di prugne) e concepiva
latomo come una sorta di massa indistinta a carica positiva al cui interno erano
sparsi gli elettroni, a carica negativa. Il nome derivava dal pudding inglese, formato
da un impasto di pane con dei frammenti di frutta sparsi. Non cera ancora lidea
del nucleo.
(2) 1910 - Modello di Rutherford
Qualche anno dopo Ernest Rutherford scopre che latomo per lo pi vuoto e che la
sua massa concentrata in unarea piccola, dura e compatta al suo centro, il
nucleo.
La scoperta avviene a seguito del bombardamento di una sottilissima lamina doro
con delle particelle. La maggior parte delle particelle attraversava la lamina, ma
una piccola parte viene deviata in tutte le direzioni e qualcuna addirittura respinta
indietro, cosa che non sarebbe mai potuta accadere con la struttura omogenea
ipotizzata da Thomson (le particelle avrebbero dovuto avere le stesso
comportamento).

Esperimento di Rutherford con le particelle alfa

Si arriva cos a tracciare il cosiddetto modello planetario, in cui gli elettroni


percorrono delle orbite circolari attorno al nucleo atomico, in modo similare a come i

pianeti orbitano attorno al sole.


Il difetto principale di questo modello che gli elettroni avrebbero dovuto perdere
energia e cadere sul nucleo in tempi brevissimi, in meno di un nanosecondo, cosa
che evidentemente non accade.
3) 1913 - Modello di Bohr
Bohor propone un modello secondo cui gli elettroni possono ruotare attorno al
nucleo solo in orbite definite (quantizzate). Arnold Sommerfeld, nel 1915, migliora il
modello ipotizzando delle orbite ellittiche.

(4) 1926 - Modello di Schrdinger


Nel 1926 Erwin Schrdinger che descrive esattamente, in termini matematici, il
comportamento dellelettrone. Grazie a questa scoperta gli viene assegnato il Premio
Nobel nel 1933. La struttura ad orbitali diventa una sorta di pulviscolo elettronico
indefinito attorno al nucleo.

Gli stati di aggregazione della materia


La materia si presenta in 3 diversi stati di aggregazione o stati fisici:
SOLIDO, LIQUIDO, AERIFORME.
Corpi solidi, liquidi e aeriformi hanno caratteristiche e comportamenti diversi a
livello sia macroscopico che microscopico Nei solidi le molecole sono vicine le une
alle altre, nei liquidi sono invece pi libere, mentre negli aeriformi lo sono ancora
di

pi.

Si pu passare da uno stato ad un altro, basti pensare ai dei cubetti di ghiaccio


(stato solido), che messi vicino ad una fonte di calore diventano acqua (stato
liquido) e se riscaldati ulteriormente diventano vapore acqueo (stato aeriforme).

I diversi stati di aggregazione della materia vengono rappresentati mediante il


modello particellare (basato sulla velocit posseduta dalle particelle atomi o
molecole) che permette di descrivere la diversa struttura microscopica di solidi,
liquidi

aeriformi,

nonch

di

interpretare

le

loro

diverse

propriet

comportamenti a livello macroscopico. Secondo questa teoria:


1.

la materia formata da particelle dotate di una massa e un volume

2.

le particelle sono indeformabili e indivisibili

3.

per ogni tipo di sostanza c un tipo di particella

4.

a quantit uguali di materia corrisponde un uguale numero di particelle

A secondo dello stato fisico possono variare: distanza e forza di attrazione tra
particelle, libert di movimento ed energia cinetica (di movimento) delle particelle,
come

indicato

nella

seguente

tabella:

A LIVELLO MACROSCOPICO (percepibile coi sensi)

volume

SOLIDI

LIQUIDI

AERIFORMI

proprio

proprio

Improprio
(tutto il V
disponibile)

forma

propria

Impropria (della parte


di contenitore
occupata)

densit

Elevata (da unit


a decine di
g/cm3)

dilatazione

Media

Impropria
(di tutto il
contenitore)
Bassa

(circa 1 g/cm3) Eccez. (10-3 di g/cm3 )


mercurio

bassa

media

Elevata

incomprimibili

incomprimibili

comprimibili

termica
comprimibilit

mescolamento

non si mescolano

possono mescolarsi

si mescolano

spontaneamente

spontaneamente (se

sempre

hanno propriet

spontaneamente

chimiche simili)

A LIVELLO MICROSCOPICO

SOLIDI

LIQUIDI

AERIFORMI

Distanza tra le

praticamente

molto vicine:

molto lontane:

particelle

attaccate:
spazi
interparticellari

spazi interparticellari spazi interparticellari


simili alle dimensioni molto + grandi delle
delle particelle

molto + piccoli

dimensioni delle
particelle

rispetto alle
dimensioni delle
particelle
Forze di

molto intense

moderate

nulle

Movimento

Possono solo

Possono vibrare e

Possono vibrare,

delle particelle

vibrare

traslare cio

ruotare su se stesse e

spostarsi, ma solo

traslare in ogni

entro certi limiti,

direzione,

scorrono le une sulle

urtano tra loro e

altre,

contro le pareti del

attrazione tra
particelle

perch sono fisse


e ordinate (nei
solidi cristallini),
fisse e disordinate
(nei solidi amorfi)

urtano tra loro e


contro le pareti del

contenitore
generando una

contenitore

PRESSIONE

generando una
PRESSIONE
Energia

molto ridotta

cinetica

(ferme)

moderata

molto elevata (molto


veloci)

Calore e temperatura
La differenza tra un corpo freddo e un corpo caldo che gli atomi di un corpo
caldo si muovono pi velocemente di quelli di un corpo freddo. Se il corpo un
solido i suoi atomi non possono muoversi liberamente ma vibrano attorno alle
loro posizioni fisse. Pi alta la temperatura di un corpo e pi veloce il moto
delle sue molecole.
Il calore una forma di energia chiamata energia termica. Laumento della
temperatura di un corpo dipende dalla quantit di calore assorbito. Maggiore la
quantit di calore assorbito e pi alta la temperatura raggiunta.
Il calore lenergia termica totale posseduta da un corpo, mentre la temperatura
esprime la velocit dei singoli atomi di quello stesso corpo. Il calore energia in
transito. In presenza di un differente livello di temperatura, il calore fluisce dai
punti a temperatura maggiore a quelli a temperatura minore, finch non viene
raggiunto l'equilibrio termico.
In quanto energia, il calore si misura nel sistema Internazionale in joule. Nella
pratica viene tuttavia ancora spesso usata come unit di misura la caloria, che
definita come la quantit di calore necessaria a portare la temperatura di un
grammo di acqua distillata, sottoposta alla pressione di 1 atm, da 14,5 C a 15,5
C
Il trasferimento (o scambio o propagazione) del calore tra sistemi pu avvenire in
tre modi:
-a) per conduzione: in uno stesso corpo o fra corpi a contatto si ha una
trasmissione, per urti, di energia cinetica tra le molecole appartenenti a zone
limitrofe del materiale. Nella conduzione viene trasferita energia attraverso la
materia, ma senza movimento macroscopico di quest'ultima;
-b) per convezione: in un fluido in movimento, porzioni del fluido possono
scaldarsi o raffreddarsi per conduzione venendo a contatto con superfici esterne e

poi, nel corso del loro moto, trasferire (sempre per conduzione) l'energia
acquistata ad altre superfici, dando cos luogo ad un trasferimento di calore.
Associato alla forza peso, tale modalit di trasferimento di calore, detta
convezione, dovuta al naturale prodursi di correnti, calde verso l'alto e fredde
verso il basso, dovute a diversit di temperatura e quindi di densit delle regioni
di fluido coinvolte nel fenomeno, rispetto a quelle del fluido circostante;
-c) per irraggiamento: tra due sistemi la trasmissione di calore pu avvenire a
distanza (anche nel vuoto), per emissione, propagazione e assorbimento di onde
elettromagnetiche: anche in questo caso il corpo a temperatura inferiore si
riscalda e quello a temperatura superiore si raffredda. Il meccanismo
dell'irraggiamento non richiede il contatto fisico tra i corpi coinvolti nel processo.

Il termometro lo strumento con il quale si misura la temperatura. Un tipo di


termometro diffuso quello a colonnina. E costituito da tre elementi: bulbo,
cannello e scala graduata. Il bulbo la parte sensibile del termometro, pieno di
liquido che pu essere mercurio o alcol colorato. Per misurare la temperatura di
un corpo bisogna mettergli il bulbo in stretto contatto. Il cannello un sottile
tubo di vetro nel quale il liquido sale e scende in base alla variazione della
temperatura. La scala graduata serve a tradurre il livello della colonnina di
liquido in una misura numerica della temperatura. Lunit di misura della
temperatura il grado centigrado e il suo simbolo C. le temperature sotto lo 0
si scrivono precedute dal simbolo meno (-).

Le diverse scale termometriche


La

misura

della

temperatura

dipende

dalla

scala

termometrica

usata.

Storicamente sono state introdotte diverse scale di temperatura: le pi importanti


sono quella centigrada (usata attualmente da tutte le nazioni), la scala
Fahrenheit, la scala Kelvin (usata per applicazini scientifiche) e la scala Raumur,
attualmente del tutto abbandonata.
In questa breve pagina sono riassunte le principali scale termometriche che sono
state usate durante il corso degli anni in varie nazioni.

Qualunque sia la scala di temperatura, la sua definizione segue sempre la stessa


tecnica: si definiscono due stati termodinamici, chiamati punti fissi termometrici,
i pi precisi possibili e si definisce il valore della temperatura per i due stati. Ad
esempio, per la scala centigrada i due stati termodinamici sono quello del
ghiaccio fondente (mistura ghiaccio+acqua) e dell'acqua bollente: le due

teperature associate sono 0 C e 100 C. Da questa semplice analisi va da s che


le diverse scale termometriche differiscono fra loro a seconda dei due stati
termodinamici scelti e dei valori di temperatura adottati.
SCALA CELSIUS
La scala Celsius cos chiamata dal nome dell'astronomo svedese Anders Celsius
(1701-1744), che la propose per la prima volta nel 1742. Essa fissa il punto di
congelamento dell'acqua a 0 C e il punto di ebollizione a 100 C. In origine invece
la scala fu ideata da Celsius perch il punto di ebollizione dell'acqua fosse a 0 C,
e il punto di congelamento a 100 C; solo dopo la sua morte, nel 1744, la scala fu
modificata in quella oggi di uso comune, ovvero invertita.
Poich ci sono cento divisioni tra questi due punti di riferimento, il termine
originale per questo sistema era centigrado o centesimale.
Anders Celsius in origine propose che il punto di congelamento fosse 100 C, e il
punto di ebollizione 0 C. La scala fu rovesciata nel 1747 su suggerimento di
Linneo, o forse di Daniel Ekstrm, il produttore della maggior parte dei
termometri utilizzati da Celsius.
La scala Celsius utilizzata nella maggior parte del mondo quotidianamente,
anche se nei mass media era ancora chiamata frequentemente centigrada fino
agli anni Novanta, in particolar modo nelle previsioni del tempo.
Negli Stati Uniti e in Giamaica si utilizza invece la scala Fahrenheit, ma anche
questi due Paesi utilizzano la scala Celsius oppure la kelvin nell'ambito di
applicazioni scientifiche o tecnologiche.

SCALA KELVIN:
La scala kelvin prende il nome dal fisico ed ingegnere irlandese William Thomson,
nominato barone con il nome di Lord Kelvin. Egli propose per primo questa
definizione nel 1868, partendo dalla considerazione che esiste una temperatura
minima assoluta, lo zero assoluto. La scala kelvin prende come punti
termometrici lo zero assoluto, a cui d il zalore 0 K, e il punto d congelamento
dell'acqua a cui associa la temperatura di 273,15 K. Il valore 273,15 K stato

introdotto affinch la distanza in gradi fra lo zero assoluto ed il punto di


congelamento dell'acqua sia la stessa se espressa in kelvin o in Celsius: in questo
modo il grado kelvin ed il grado Celsuius risultano avere la stessa ampiezza.
Mentre la scala Celsius pratica dal punto di vista umano, in quanto si basa
sulla temperatura di congelamento e di ebollizione dell'acqua (che sono
temperature di cui si ha quotidianamente esperienza diretta), quella kelvin pi
rigorosa (prende atto esplicitamente della presenza di un minimo assoluto di
temperatura particelle immobili) e si presta ad essere usata come unit di
misura facilmente riproducibile. Come diremo sotto, la scala kelvin attualmente
la scala termometrica presa come fondamentale per la misura della temperatura.

SCALA FAHRENHEIT:

La scala Fahrenheit una scala di temperatura cos chiamata in onore del fisico
tedesco Gabriel Fahrenheit, che la propose nel 1724. tutt'ora in uso negli Stati
Uniti d'America e in Giamaica. Fahrenheit stabil che il punto zero della sua scala
(0F) doveva essere la temperatura alla quale un'ugual mistura di acqua, ghiaccio
e sale si scioglie (la temperatura pi bassa raggiungibile in laboratorio a quel
tempo) in quel modo ogni temperatura misurabile sarebbe sempre stata maggiore
di zero. Fiss inoltre il punto di 96F alla temperatura del sangue, usando
inizialmente del sangue di cavallo (Fahrenheit era veterinario e usava i termometri
per misurare la salute dei cavalli). La sua scala conteneva originariamente solo 12
suddivisioni, ma in seguito divise ognuna di queste in 8, dando cos un totale di
96 suddivisioni. Osserv successivamente che l'acqua congelava a circa 32F e
bolliva a circa 212F.
La definizione della scala termometrica basata su mistura di sale e sangue di
cavallo non molto esatta, sia perch diverse miscele di sale hanno temperature
differenti sia per la difficolt di trovare cavalli da portare all'interno di laboratori
moderni - nel 1724 i cavalli erano molto pi comuni di oggi, essendo le automobili
di quel tempo -; inoltre la temperatura di un cavallo cambia da animale ad
animale. Per questo la scala Fahrenheit stata ridefinita in modo pi preciso,
associando al punto di congelamento ed al punto di ebollizione dell'acqua

rispettivamente 32 gradi e 212 gradi Fahrenheit esatti, suddividendo cos i due


estremi in 180 gradi. L'unit di questa scala, il grado Fahrenheit (F) 5/9 di un
grado Celsius. Il risultato fu che la temperatura di un corpo umano sano pass
dai 96F originari a 98,6F.
La scala Fahrenheit stata per molto tempo usata nei Paesi di lingua inglese
finch non fu adottata la scala Celsius negli anni '60 e '70. Tuttavia, molte
persone, soprattutto anziane, continuano a utilizzarla. Negli Stati Uniti d'America
e in Giamaica la scala Fahrenheit continua ad essere usata dalla maggior parte
della popolazione, anche se per scopi scientifici e tecnologici viene utilizzata
l'unit di misura Kelvin (SI).

I passaggi di stato

La materia possiede la capacit di poter traformare il suo stato fisico se


sottoposta a variazioni di temperatura o di pressione o di entrambe queste
grandezze. Le traformazioni da uno stato fisico a un altro vengono chiamate
passaggi di stato.
fusione il passaggio dallo stato solido a quello liquido
evaporazione il passaggio dallo stato liquido a quello aeriforme
ebollizione il passaggio tumultuoso dallo stato liquido a quello aeriforme
condensazione il passaggio dallo stato aeriforme (vapore) allo stato liquido
liquefazione il passaggio dallo stato aeriforme (gas) allo stato liquido
solidificazione il passaggio dallo stato liquido allo stato solido
sublimazione il passaggio dallo stato solido allo stato aeriforme
brinamento il passaggio dallo stato aeriforme allo stato solido

Gli elementi chimici e la tavola periodica

Come abbiamo visto gli atomi sono formati al loro interno (nel nucleo) da protoni,
con carica positiva, neutroni e pi esternamente (lontani dal nucleo) da elettroni
con carica negativa.
In natura gli atomi si presentano neutri ovvero le cariche negative bilanciano
quelle positive. A tanti protoni corrispondono tanti elettroni, questa quantit
viene denominata numero atomico e si indica con la lettera Z. La somma dei
protoni e dei neutroni, cio delle particelle dotate di massa non trascurabile, si
indica invece con il numero di massa, A.
Il numero di neutroni non sempre uguale a quello dei protoni. Atomi con ugual
numero di protoni e diverso numero di neutroni sono chiamati isotopi: elementi
che hanno uguale numero atomico ma diverso numero di massa.
Gli elettroni, negli atomi, sono legati al nucleo dallattrazione elettrostatica che si
instaura tra cariche positive (protoni) e negative (elettroni).
Gli elettroni si trovano allesterno del nucleo disposti su livelli di energia, detti
anche orbitali, strati o gusci elettronici, numerati da quello pi vicino al nucleo a
quello pi lontano e definiti con il simbolo n, che va da 1 a 7 e viene detto numero
quantico principale. Ogni livello diviso in sottolivelli: il primo livello ha un solo
sottolivello, il secondo due, il terzo tre e cos via. I primi due sottolivelli hanno
simboli s, p.
Il numero massimo di elettroni in un livello dato dalla formula: 2 +n2.
Quindi, per n=1 ci saranno solo due elettroni, per n=2 ci potranno essere al
massimo 8 elettroni, e cos via.
In natura troviamo diversi tipologie di atomi caratterizzati da avere un diverso
numero atomico.
In chimica si dice che due o pi atomi appartengono allo stesso elemento chimico
se sono caratterizzati dallo stesso numero atomico (Z). Gli atomi dello stesso
elemento possono differire soltanto per il numero dei neutroni (massa).
Un elemento chimico non pu essere decomposto in sostanze pi semplici tramite
reazioni chimiche. Gli elementi chimici sono i costituenti base della materia in
ogni sua forma.

Se una sostanza chimica costituita da atomi dello stesso elemento viene detta
"sostanza semplice", mentre se costituita da atomi di elementi differenti viene
detta "composto chimico".
La tavola periodica degli elementi (o semplicemente tavola periodica) lo schema
con il quale vengono ordinati gli elementi chimici sulla base del loro numero
atomico Z e del numero di elettroni presenti nell'orbitale atomico pi energetico.

La tavola periodica degli elementi stata ideata dal chimico russo Dmitrij
Mendeleev nel 1869, contemporaneamente ed indipendentemente dal chimico
tedesco Julius Lothar Meyer (1830 - 1895),inizialmente contava numerosi spazi
vuoti, previsti per gli elementi che sarebbero stati scoperti in futuro, alcuni nella
seconda met del Novecento.

L'idrogeno (dal greco "hydor", acqua; la radice / significa generare) il


primo elemento chimico della tavola periodica degli elementi, ha come simbolo H
e come numero atomico 1.

Allo stato elementare esiste sotto forma di molecola biatomica, H2, che a
pressione atmosferica e a temperatura ambiente (298 K) un gas incolore,
inodore, altamente infiammabile. L'idrogeno l'elemento pi leggero e pi
abbondante di tutto l'universo osservabile. presente nell'acqua (11,19%) e in
tutti i composti organici e organismi viventi. L'idrogeno forma composti con la
maggior parte degli elementi, spesso anche per sintesi diretta. Le stelle sono
principalmente composte di idrogeno nello stato di plasma di cui rappresenta il
carburante delle reazioni termonucleari, mentre sulla Terra scarsamente
presente allo stato libero e molecolare e deve quindi essere prodotto per i suoi vari
usi.

L'elio (dal greco - "lios -y", significato: sole) l'elemento chimico della
tavola periodica degli elementi che ha come simbolo He e come numero atomico
2. un gas nobile incolore e inodore; ha il pi basso punto di ebollizione fra tutti
gli elementi e pu solidificare solo se sottoposto ad altissime pressioni. Si
presenta come gas monoatomico ed chimicamente inerte. il secondo elemento
pi diffuso nell'universo, dopo l'idrogeno.

Tracce di elio, dovute al decadimento di certi minerali, sono presenti


nell'atmosfera terrestre; l'elio si trova inoltre in alcune acque minerali e, in
quantit economicamente sfruttabili, anche in alcuni gas naturali. usato nei
palloni aerostatici, come liquido refrigerante per i magneti superconduttori e
come gas nelle miscele per le immersioni di profondit.

Il carbonio l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come
simbolo C e come numero atomico 6. un elemento non metallico, tetravalente.
L'atomo di carbonio nei composti con altri elementi o con s stesso pu
presentarsi in una delle tre note forme di ibridizzazione (secondo la teoria degli
orbitali atomici LCAO): sp,sp ed sp rispettivamente. Con esse il carbonio in
grado di coordinare rispettivamente altri 4,3 e 2 atomi con angoli di legame
approssimativamente di 109,5, 120 e 180. A seconda poi della simmetria delle
autofunzioni molecolari complessive delle coppie di atomi che partecipano al
legame, si avranno legami singoli, doppi o tripli. Il carbonio ha molte forme
allotropiche standard pi una forma allotropica esotica.

L'azoto l'elemento chimico di numero atomico 7. Il suo simbolo N (dal francese


nitrogne coniato nel 1790 dal chimico Jean Antoine Chaptal fondendo il greco
nitron carbonato di sodio + il greco -gen dare vita a). L'azoto costituente
fondamentale delle molecole organiche pi importanti dal punto di vista
biochimico (DNA, proteine, alcune vitamine), oltre che di composti inorganici
estremamente diffusi e importanti come l'ammoniaca e l'acido nitrico. L'azoto
molecolare (N2, composto di due atomi di azoto) un gas incolore, inodore,
insapore e inerte che costituisce il 78% dell'atmosfera terrestre ( il gas pi
diffuso nell'aria).

L'ossigeno l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi, che ha come
simbolo O e come numero atomico 8. Il nome viene dal greco: (oxys) (acido,
letteralmente: appuntito) e la radice che significa "generare". L'elemento
comune e si trova non solo sulla Terra ma in tutto l'universo. L'ossigeno libero,
come lo si trova sulla Terra, termodinamicamente instabile, ma esiste grazie
all'azione della fotosintesi delle piante. L'ossigeno l'elemento chimico pi
comune della crosta terrestre rappresentandone circa il 47% della massa, mentre
nell'atmosfera in percentuale del 21%. L'ossigeno venne scoperto dal farmacista
svedese Karl Wilhelm Scheele nel 1771, ma la sua scoperta non venne
immediatamente riconosciuta, e quella indipendente fatta nel 1774 da Joseph
Priestley ricevette maggiore riconoscimento pubblico. Nello stesso anno Antoine
Laurent Lavoisier diede il nome all'elemento, ma solo nel 1777 Scheele lo
riconobbe come un componente dell'aria. Nel 1781 Antoine Lavoisier ne accert la
funzione indispensabile per i fenomeni di respirazione e di comb Il sodio
l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come simbolo Na
(dal latino Natrium) e come numero atomico 11. un metallo soffice, ceroso,
argenteo, reattivo. Appartiene alla categoria dei metalli alcalini che abbondante
nei composti naturali. altamente reattivo, brucia con una fiamma gialla, si
ossida a contatto con l'aria e reagisce violentemente con l'acqua.

Come gli altri metalli alcalini, il sodio soffice, leggero, color bianco argento,
reattivo. Non si trova libero in natura. Il sodio galleggia nell'acqua e la riduce
rilasciando idrogeno e formando idrossido.

Se tritato in una polvere abbastanza fine, il sodio si incendia spontaneamente


nell'acqua. Comunque, questo metallo non si infiamma nell'aria sotto i 388 K
(114,85 C).ustione. Il cloro (dal greco chloros, "verde pallido"), l'elemento

chimico della tavola periodica con numero atomico 17 e simbolo Cl. un alogeno,
situato nel gruppo 7 della tavola periodica. Il gas cloro verde giallastro, due volte
e mezzo pi pesante dell'aria, ha un odore soffocante estremamente sgradevole ed
molto velenoso. In condizioni standard ed in un ampio intervallo di temperature
e pressioni il gas cloro costituito da una molecola biatomica Cl2 (numero CAS
7782-50-5). un potente agente ossidante, sbiancante e disinfettante. Sotto
forma di anione cloruro Cl- un componente del comune sale da cucina (o
cloruro di sodio) e di molti altri composti, molto abbondante in natura e
necessario a quasi tutte le forme di vita, compreso l'organismo umano (il sangue
umano contiene infatti una discreta quantit di anione cloruro).

I legami chimici

Con il termine legame chimico si indicano globalmente le interazioni tra atomi che
portano alla formazione di molecole o anche alla formazione di cristalli ionici o di
cristalli di tipo metallico. Tali interazioni riguardano principalmente gli elettroni
pi esterni degli atomi e producono modificazioni della struttura elettronica degli
atomi.

I fondamenti della teoria elettronica del legame chimico si rifanno al modello di


G.N. Lewis secondo cui il legame interessa solo gli elettroni pi esterni degli
atomi: ogni atomo tende a completare gli orbitali del livello pi esterno (e quindi
ad avere 8 elettroni di valenza) sia assumendo o cedendo elettroni, sia mettendo
elettroni in comune. Ma una comprensione soddisfacente della natura dei legami
chimici si ottiene solo con ipotesi che tengano conto della meccanica quantistica:
queste teorie hanno avuto origine da due approcci distinti, il metodo del legame di
valenza e il metodo degli orbitali molecolari.

Classifi cazione dei legami chimici

Esistono vari tipi di legami chimici:

Il legame covalente si forma tra atomi che hanno un alto valore di elettronegativit
e quindi tra atomi "non metallici". Esistono due tipi di legame covalente: il legame
covalente puro e il legame covalente polare.

Il legame covalente puro (o covalente omeopolare) si realizza tra atomi dello stesso
elemento.

Il legame covalente polare (o covalente eteropolare) si realizza tra atomi di


elementi diversi (ma i due atomi devono avere una differenza di elettronegativit
inferiore a 1,9).

Il legame ionico si realizza quando la differenza di elettronegativit fra i due


elementi che intendono legarsi superiore a 1.9. Si verifica il trasferimento di uno
o pi elettroni dall'atomo meno elettronegativo allatomo pi elettronegativo.

Il legame metallico che tiene uniti gli atomi che costituiscono un metallo.
Per poter comprendere il legame metallico dobbiamo immaginare i nuclei di un
metallo immersi in una nube di elettroni, questo spiega la mobilit degli elettroni
rendendo i metalli elementi conduttori e facilmente plasmabili in lamine o fili
sottili.

I composti chimici
I composti sono sostanza pure dalle quali possibile ottenere, mediante gli
ordinari mezzi chimici, sostanze pi semplici.

Ogni composto ha caratteristiche proprie che lo identificano e diversificano da


tutti gli altri composti; inoltre le propriet chimiche e fisiche dei composti sono
diverse da quelle degli elementi che lo costituiscono. Il sale da cucina, NaCl, ad
esempio, un solido bianco costitutito da sodio, sostanza che reagisce

violentemente con l'acqua, e da cloro, un gas irritante.

La composizione degli elementi che formano il composto fissa e ben determinata


dalla natura: nell'acqua per ogni atomo di ossigeno sono presenti due atomi di
idrogeno.

Nei miscugli invece (sia miscugli omogenei che miscugli eterogenei) la


composizione delle sostanze che lo formono non fissa e determinata.

Un esempio di composto l'acqua; da essa mediante un processo chiamato


elettrolisi, che utilizza elettricit, possibile ottenere sostanze pi semplici, in
questo caso gli elementi che lo costituiscono: idrogeno gassoso e ossigeno
gassoso.

acqua (l) idrogeno (g) + ossigeno (g)


http://www.chimica-online.it/download/immagini_download/formazione-sale.jpg

scheda di laboratorio:
equilibrio termico
Richiami teorici:
Concetto di calore e temperatura
Abbiamo gi visto a lezione che la temperatura la grandezza che rende
quantitativa e oggettiva la nostra percezione di caldo e di freddo. Come l'energia
termica (calore), anche la temperatura una grandezza alquanto sfuggente: noi
non la vediamo n la percepiamo direttamente: la possiamo solo misurare
attraverso un termometro.
Il calore una grandezza che rappresenta l'energia scambiata dai corpi che si
trovano a temperature diverse.
La Temperatura individua la capacit di un corpo di scambiare calore con
lambiente o con altri corpi. Quando due corpi sono posti a contatto, il calore
fluisce dal corpo a temperatura maggiore a quello a temperatura minore, fino al
raggiungimento dell'equilibrio termico, in cui i due corpi si trovano alla stessa
temperatura. Lo strumento di misurazione della temperatura il termometro.
Questa grandezza influenza un gran numero di fenomeni osservabili; l'aumento di
temperatura provoca, ad esempio, la variazione del colore di un corpo o la
dilatazione dei corpi solidi.
Su scala microscopica, la temperatura di un corpo legata in modo diretto al
movimento casuale delle sue particelle, cio un incremento di temperatura
corrisponde a un incremento del movimento di queste. Per questo, la temperatura
viene anche definita come l'indice dello stato di agitazione molecolare.
. Il Termometro
Il termometro lo strumento che permette di
misurare variazioni di temperatura in un corpo in
un ambiente. Esistono vari tipi di termometro che
differiscono per le scale di temperatura.,. Essi
sfruttano due fenomeni concettualmente semplici: 1)
Se due corpi a temperatura differente sono messi a
contatto tra loro, raggiungeranno la stessa
temperatura (principio dell'equilibrio termico) 2)

Figura 1scale termometriche

All'aumentare della temperatura ogni corpo si dilata (principio di dilatazione


termica)
I Termometri pi comunemente usati sono i termometri a liquido;
Questi sono costituiti da un bulbo pieno di liquido(mercurio,alcool...) sul quale si
innesta la scala graduata; la dilatazione o la diminuzione di volume del liquido lo
fanno risalire o scendere nel capillare permettendo la lettura dei livelli sulla scala
graduata.

Fig. 1 Scale termometriche Nel sistema internazionale di misura l'unit utilizzata per rappresentare
le temperatura il Kelvin (K). Nella fisica moderna e soprattutto in Italia si utilizza un'altra
grandezza che la scala Celsius (C) o centigradi. Un'altra scala utilizzata nei paesi anglosassoni
il Fahrenheit (F).

In laboratorio si utilizzano anche i Termometri Elettrici. Gli strumenti di questo


tipo hanno il duplice vantaggio di una grande precisione e di una notevole
semplicit e vengono utilizzati sia in dispositivi industriali a lettura diretta sia per
misure di temperatura della massima precisione.
Trasferimento del calore :
Il passaggio del calore da un corpo ad un altro avviene attraverso tre meccanismi
chiamati, Conduzione, Convezione e Irraggiamento
CONDUZIONE: lo scambio di calore attraverso il meccanismo di conduzione si
verifica tra corpi (o parti dello stesso corpo) aventi temperatura diversa, senza che
vi sia alcun movimento di materia.
CONVEZIONE: questo meccanismo si ha quando c' uno scambio di calore tra
una parete fissa riscaldata e un fluido in movimento. Infatti, in questo
meccanismo, oltre a un flusso di calore, troviamo anche un effettivo movimento
microscopico di materia, che da vita a dei moti convettivi. Essi sono dovuti al fatto
che gli strati pi caldi di un fluido tendono a dilatarsi e ad acquistare perci una
densit inferiore rispetto a quella degli strati pi freddi. Quindi il fluido caldo (pi
leggero) tender a salire verso l'alto, mentre quello freddo (pi pesante) tender a
scendere verso il basso
IRRAGGIAMENTO: Esiste un terzo meccanismo che, a differenza degli altri due,
non richiedono la necessaria presenza di materia. Infatti, tutti i corpi caldi
emettono particolari radiazioni (raggi infrarossi) che si possono trasmettere anche
attraverso il vuoto; se questi raggi colpiscono un corpo pi freddo di quello che li

ha generati, vengono in parte assorbiti e si produce in questo modo uno scambio


termico.
Concetto di Equilibrio Termico
L'esperienza comune suggerisce che nel contatto tra corpi a diversa temperatura
(uno caldo e uno freddo), il corpo freddo si riscalda e quello caldo, se non viene
rifornito di calore da una sorgente esterna, si raffredda. Il processo non continua
all'infinito: si arresta quando i due corpi raggiungono la stessa temperatura e cio
l'equilibrio termico.

Attivit di laboratorio
E' interessante stabilire quale sar la temperatura di equilibrio nel contatto tra
corpi diversi. Una successione di esperienze porter ad evidenziare che la
temperatura di equilibrio dipende da diverse grandezze (variabili) delle quali
converr occuparsi gradualmente .
Esperienza 1
-Si inizier con la ricerca della temperatura di equilibrio nella mescolanza di
quantit uguali di una stessa sostanza a diversa temperatura.

Esperienza 2
- Si passer alla mescolanza di quantit diverse di una stessa sostanza a diversa
temperatura.

Esperienza 3
- Infine si mescoleranno sostanze diverse per concludere che la temperatura di
equilibrio dipende dalle

temperature iniziali delle sostanze,


dalla loro quantit

dalla loro natura (calore specifico /quantit di energia termica che pu


accumulare un corpo).
La media aritmetica (semplice e ponderata ) delle temperature in relazione alle
masse e ai calori specifici in gioco esprime la temperatura di equilibrio.
Potrai approfondire lo studio di questo importante fenomeno termico e conoscerne
l'evoluzione nel tempo, eseguendo le seguenti esperienze.

Esperienza di laboratorio
Equilibrio termico tra due corpi
Materiale utilizzato:
-Contenitore
-Becher
-Termometro digitale (0,1C)
-Ampolla di vetro graduata in cm (1cm)
-Acqua a temperatura ambiente
-Cilindro di rame . g
-Fornello elettrico
-Pentolino
-Bilancia digitale
Procedimento esperienza 1
Abbiamo preso due becher contenenti stesse quantit di acqua; un becher viene
portato ad una temperatura di .C laltro ad una temperatura di C.
Successivamente vengono mischiati i due liquidi e si registra la temperatura di
equilibrio. Procedimento esperienza 1
Esperienza 2
Abbiamo preso due becher contenenti quantit diverse di acqua; in un becher viene
versata acqua fino a raggiungere di ml .. e portato ad una temperatura di .C

nellaltro viene versata acqua fino a ml . e portato ad una temperatura di C.


Successivamente vengono mischiati i due liquidi e si registra la temperatura di
equilibrio.

Procedimento esperienza 3
Abbiamo preso il cilindro di rame, lo abbiamo pesato( .g) e inserito in un
pentolino pieno d'acqua e abbiamo posto il pentolino contenente l'acqua e il
cilindro su un fornello elettrico; per il principio di equilibrio termico la
temperatura dell'acqua scaldata sar uguale alla temperature del cilindro
immerso che misureremo col termometro. Nel frattempo mettiamo 50 cm di
acqua nell'ampolla di vetro e col termometro misuriamo la sua temperatura che
di ..C. Intanto il cilindro di rame, una volta che stato riscaldato con l'acqua
ed estratto da essa, ha raggiunto una temperatura di 93C. Abbiamo quindi
immerso il cilindro di rame con temperatura 93C nell'ampolla con 50 cm di
acqua con temperatura 17,8C e abbiamo iniziato a far girare l'acqua per
velocizzare la reazione di equilibrio termico. Abbiamo misurato quindi la
temperature dell'acqua ad intervallo di tempo costanti (riportati in tabella)
scoprendo che la temperatura di equilibrio raggiunta sia dal cilindro di rame sia
dall'acqua contenuta nell'ampolla uguale a ..C.

Scheda di rilevazione
tempo in minuti

Temperatura in C

t0

T0

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15

Cocetti sugli acidi e le basi


Acidi e basi sono sostanze che incontriamo ogni giorno nella nostra vita
quotidiana.
Molte sostanze acide fanno parte della composizione chimica di vari elementi (es.
limone, arance, kiwi, etc.) e di bevande (vino, birra, etc.) mentre diverse sostanze
basiche fanno parte dei prodotti di pulizia per la casa (ammoniaca, bicarbonato,
soda caustica, etc.). Per la chimica tradizionale gli acidi erano sostanza dal sapore
aspro, in grado di reagire con molti metalli sviluppando idrogeno e con le basi
formando sali e acqua. Robert Boyle fu il primo studioso ad occuparsi dello studio
degli acidi: egli not che si trattava di sostanze in grado di cambiare il colore di
alcune sostanze vegetali che oggi chiamiamo indicatori chimici.
Boyle si occup anche dei cosidetti alcali, sostanze presenti nelle ceneri delle
piante e che sciolte in acqua formano soluzioni scivolose al tatto e di sapore
amaro. L'osservazione che l'attivit degli alcali neutralizzava quelle degli acidi con
formazione di sostanze cui fu dato il nome di sali sugger di chiamare queste
sostanze basi perch considerate appunto le basi di partenza per la preparazione
dei sali.
Una delle prime teorie sugli acidi e le basi fu formulata nel 1884 dal chimico
svedese Svante Arrhenius.
Secondo tale teoria:
- acidi sono sostanze che il soluzione acquosa liberano ioni H+ (ioni idrogeno);
- basi sono sostanze che in soluzione acquosa liberano ioni OH- (ioni idrossido o
ioni ossidrile)
Quindi, secondo la teoria di Arrhenius, sono acidi HCl, HNO3, CH3COOH, dato
che, in acqua si dissociano nei seguenti modi:
HCl H+ + ClCH3COOH CH3COO- + H+
e sono basi, per esempio NaOH e KOH dato che, in acqua, si dissociano nei modi
seguenti:
NaOH Na+ + OHKOH K+ + OH-

Secondo la teoria di Arrhenius si pu capire se una sostanza un acido, o una


base, solo se si usa come solvente l'acqua. Non si pu parlare di acido o di base in
un solvente diverso dall'acqua. Scala del pH
Gli acidi e le basi, posti in soluzione acquosa, assumono comportamenti diversi,
in base ai quali vengono classificati come forti o deboli.
Sono considerati forti quegli acidi e quelle basi che in acqua sono completamente
dissociati. Dire che un composto completamente ionizzato o dissociato significa
affermare che passando in soluzione tutte le sue molecole si trasformano in ioni.
Per esempio, se poniamo in acqua l'acido nitrico (acido forte), ci saranno in
soluzione solo ioni H+ (o, pi correttamente ioni H3O+) e ioni NO3-:ionizzazione
acido forte. Fra i tanti acidi noti, sono pochi quelli che si comportano da acidi
forti. Tra questi ricordiamo l'acido perclorico HClO4; l'acido nitrico HNO3; HCl;
HBr; HI.
Gli acidi e le basi deboli invece, quando si sciolgono in acqua, si ionizzano solo in
minima parte tendendo a rimanere in forma indissociata. Per esempio l'acido
acetico, in soluzione, libera solo pochi ioni H+ e CH3COO- :ionizzazione acido
debole. La doppia freccia richiama l'attenzione sulla contemporanea presenza, in
soluzione acquosa, di ioni H+ e CH3COO- e di molecole CH3COOH indissociate.
La scala del pH viene utilizzata per misurare lacidit o basicit di una soluzione,
compresa tra 0 e 14. In base al valore del pH una soluzione pu essere:
neutra se il pH uguale a 7
acida se il pH minore di 7
basica se il pH maggiore di 7
Vi sono sostanze che hanno la propriet di cambiare colore quando vengono a
contatto con un ambiente acido o basico. Queste sostanze sono chiamate
indicatori di pH. Molto spesso, per misurare il pH, si usano speciali cartine
imbevute di indicatori, le quali cambiano colore quando vengono immerse in
sostanze acide o basiche. Questo il caso della famosa cartina di tornasole
Il tornasole una sostanza ricavata da alcuni licheni. Essa ha la propriet di
colorarsi in rosso con le sostanze acide e in blu con quelle basiche. Sulla
confezione della cartina di tornasole c una scala colorata che indica il colore
assunto dalla cartina in funzione del pH.
Esercitazione: preparazione indicatore di ph

Come abbiamo visto, le sostanze acide e quelle basiche hanno la propriet di


modificare il colore di alcune sostanze. Questo anche il caso del sugo del cavolo
rosso. Questo liquido di colore blu-viola, ma a contatto con sostanze acide diventa
rosso, mentre a contatto con sostanze basiche diventa verde e perfino giallo.
Acquistatene uno e tagliatelo a fettine . Mettete le fettine in una pentola e versate
acqua fino a coprirle. Bollite il materiale per mezz'ora, poi spegnete il fuoco e
lasciate scendere la temperatura. Versate il liquido blu-viola che avete ottenuto in
un recipiente dall'imboccatura ampia. Tagliate dei fogli di cartoncino bianco in
rettangoli e poneteli a bagno del sugo in modo che essi si imbevano bene. Dopo
circa mezz'ora, togliete i cartoncini e metteteli ad asciugare. Tagliate i cartoncini in
strisce. Mettete da parte i cartoncini imbevuti di sugo di cavolo rosso che vi
rimangono: vi dureranno alcuni mesi.

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