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Sulmona IN Provincia - Facebook forum

argomento 4 (sicurezza e prevenzione)

4.2. Chi ci assicura che...


quando di necessità si fa virtù

Assistere, come in questi giorni, a delle polemiche sterili


sulle riparazioni dei danni subiti dagli edifici scolastici, offende
l'intelligenza delle parti che si rinfacciano le responsabilità,
offende i cittadini e, ancora di più, offende quella parte dei
cittadini che delle scuole se ne serve, tutti i giorni.
Qui il problema non è “chi” caccia i soldi: se a pagare è un
ente pubblico (Stato-Regione-Provincia-Comune), i soldi sono
sempre di tutti! Il punto è: “perché” dobbiamo cacciare questi
soldi.
Partiamo da questo per alcune considerazioni.

Ci siamo già detti che la prevenzione del territorio dai


rischi ambientali è fatta di Ricerca (di studi ne abbiamo a iosa, basta cercare), Manutenzione e Coperture
assicurative.

Sulla manutenzione abbiamo già detto. Un discorso a parte meritano le coperture assicurative del
patrimonio (pubblico e privato) contro le calamità naturali.

Partiamo dalla nostra Provincia.


La Corte dei Conti (delibera 650/2008, del
10.12.2008), osservava la "[...] mancata dotazione di un
inventario aggiornato sullo stato di effettiva consistenza del
patrimonio. Sul punto l’Organo di revisione precisa che
“l’Ente è dotato della procedura dell’aggiornamento delle
variazioni ed è in corso l’operazione di rilevazione
dell’effettiva consistenza del patrimonio provinciale”."

A dicembre 2008 (siamo a 4 mesi prima del sisma),


nella stessa delibera, la Corte dei Conti prendeva atto di una
nota del Dirigente del Settore Finanze e Provveditorato, nella
quale si legge che "la Provincia dell’Aquila ha dato conto
delle procedure di ricognizione in corso del patrimonio
mobiliare ed immobiliare dell’ente, precisando che per
quanto riguarda il patrimonio mobiliare ed i fabbricati la ricognizione è sostanzialmente conclusa, mentre è in
corso quella relativa ai terreni, che presenta maggior complessità per i trasferimenti fatti alla Provincia nel
corso degli ultimi anni".

Abbiamo una certezza: a dicembre 2008 l'inventario del patrimonio non è pronto. A parte il mancato
adempimento ad un obbligo di legge (non è questo che ci interessa), c'è spazio per qualche curiosità:
1. se non conosco l'esatta consistenza dei beni patrimoniali, ossia se non ho un inventario con una stima
puntuale ed aggiornata del valore dei singoli fabbricati, come posso stipulare un contratto di assicurazione
contro gli eventi naturali? O dobbiamo pensare che non fossero assicurati?
2. se non c'è un inventario, è da presumere che i beni fossero riportati in bilancio al costo storico (di

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argomento 4 (sicurezza e prevenzione)

costruzione o d'acquisto). Se riscuoto un certo fitto da un fabbricato, la sua redditività è adeguata? In ogni
caso, quanto rendeva il patrimonio (pubblico) provinciale prima del sisma? Oggi siamo in grado di
quantificare la perdita (patrimoniale e reddituale) dovuta al sisma?
Forse sono preoccupazioni infondate; però sarebbe interessante sapere qualcosa di più sull'argomento.
Nessuna speculazione: il terremoto non era e non è prevedibile. Quello che non deve sorprenderci,
però, è la certezza di vivere in un territorio ad altissimo rischio.

Al di là delle questioni (più o meno) tecniche, il problema si fa squisitamente politico; il discorso -è


chiaro- va allargato ed investe l'opportunità di una copertura assicurativa per i fabbricati e i manufatti, pubblici
e privati.
L'unica certezza che l'esperienza del terremoto ci ha lasciato:
lo Stato non è più in grado di coprire i disastri naturali. Il piatto
piange. Allora che si fa?
Come sempre, basta guardarsi attorno; gli altri Paesi che
fanno (vedi Stati Uniti e Giappone)? Hanno adottato coperture
attraverso modelli di collaborazione tra pubblico e privato, cercando
di ridistribuire il rischio (sociale ed economico) derivante dalle
calamità naturali; allo stesso tempo così si riduce l'esposizione
finanziaria del settore pubblico.
Quindi che si fa? Ci si assicura: magari con il contributo dello
Stato stesso o degli Enti locali (deducibilità integrale, contributi a
fondo perduto, minimo scoperto a carico dell'assicurato).
O anche con il contributo degli Istituti di credito e le
assicurazioni che, da queste parti, fanno raccolta del risparmio.
Già, banche ed assicurazioni! Forse questo potrebbe essere
oggetto di un altro approfondimento.

Intanto, cosa ne pensate? E i nostri candidati consiglieri cosa ne pensano? Come vedono una
Provincia-broker? La Provincia (o anche un altro ente locale) contratta con le compagnie assicurative le
polizze agevolate per la comunità, a copertura dei rischi da calamità naturali, con sconti evidenti grazie alle
economie di scala.
Cogliamo tre piccioni con una fava!
Le assicurazioni sottoscrivono le polizze scontate solo se l'ente locale si comporta in modo virtuoso
(evita abusivismo, non consente costruzioni in zone a rischio, adempie agli obblighi di legge, programma e
mette in atto le necessarie manutenzioni sul patrimonio, ecc.).
Nello stesso tempo i cittadini -che sono comunque obbligati ad assicurarsi- hanno accesso alle tariffe
agevolate solo se rispettano le regole (niente abusi, strutture a norma, ecc.).
Lo Stato (cioè NOI) non tira fuori tanti bei soldini. E, non ultimo, il territorio ed il patrimonio (sempre NOI)
se ne giovano.
Cittadini meno irresponsabili (per obbligo), territorio più tutelato, minore (forse nulla) la spesa per
lo Stato.
Parliamone.
A voi la tastiera!

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Sulmona, 6 marzo 2010

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