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ABBREVIAZIONI
SDS
PAGE
Con A
OBIETTIVI GENERALI
1.
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PREMESSA
Funzioni biologiche
1. enzimatica
2. di trasporto (emoglobina, albumina, alfa1-glicoproteina acida, etc)
3. strutturale (collagene)
4. motoria (actina)
5. protezione immunitaria (immunoglobuline)
6. etc.
Lattivit biologica pu essere valutata in vitro o in vivo
STRUTTURA
Struttura primaria, secondaria (alfa elica, foglietto beta, etc) (fibrose o globulari), terziaria,
quaternaria. La struttura primaria dei polipeptidi con pi di 30 aminoacidi difficile da determinare
mediante sequenziazione diretta e oggi ricavata dalla sequenza del gene.
Le proteine possono essere semplici o coniugate (glico-, lipo-, metallo-proteine).
2.
3.
Saggio del Biureto 1: specifico per i legami peptidici; per aggiunta di una miscela di solfato
di rame, tartrato di sodio e potassio, idrossido di sodio e ioduro di potassio, gli ioni rame
formano un complesso di colore blu con il legame peptidico, che pu essere quantificato a
545 nm.
Saggio di Lowry2: in parte simile al precedente ma la reazione colorimetrica dovuta alla
riduzione del reagente fosfomolibdico-fosfotungstico da parte del complesso rame-proteina
con un viraggio dal giallo al blu-viola;
Saggio di Bradford 3: basato sul viraggio del Coomassie Blue G in ambiente acido per acido
fosforico dal rosso al blu (quantificabile a 595 nm); linterazione non riguarda il legame
peptidico ma specifici aminoacidi, tra cui larginina; il saggio stato modificato
successivamente da Macart e Gerbaut 4 che hanno introdotto il detergente dodecil solfato di
sodio (SDS) che ha unazione denaturante sulle proteine, consentendo una validit pi ampia.
Gornall et al., (1949). Determination of serum proteinsa by means of the Biuret reaction. JBC 177:751-766.
Lowry et al., (1951). Protein measurement with the Folin Phenol Reagent. JBC 193:265-275.
3
Bradford (1976). A rapid and sensitive method for the quantitation of microgram quantities of protein utilizing the
prinnciple of protein-dye binding. Anal Biochem 72:248-254.
2
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I metodi di Bradford e Lowry sono pi sensibili del saggio del biureto che tuttavia
estremamente semplice e poco sensibile a interferenze da parte di sostanze non proteiche.
Per tutti e tre i metodi necessario preparare una curva standard interna con una proteina di
riferimento quale ad esempio lalbumina.
PURIFICAZIONE DI PROTEINE
DEFINIZIONE DELLA STRATEGIA
A differenza di quanto si verifica per le tecniche di biologia molecolare, che sono state
ampiamente standardizzate negli ultimi anni, la purificazione delle proteine dipende ancora da
molte variabili che devono essere valutate caso per caso sulla base delle conoscenze e delle
tecnologie disponibili. Ecco perch, ci si riferisce alla Chimica delle proteine definendola spesso
unarte.
La purificazione di una proteina pu essere un compito molto difficile che richiede la messa a
punto di una strategia: in particolare importante individuare:
1.
la fonte pi opportuna (organo intero, tessuto, fluido corporeo, etc): questa deve essere pi
ricca possibile del fattore desiderato e pi povera possibile di altre sostanze (impurezze) che
sono tanto pi indesiderate tanto pi possiedano propriet simili alla proteina in esame;
2.
uno o pi metodi di dosaggio biologico in vitro o in vivo: ci essenziale per calcolare la resa
in attivit biologica dopo ciascun passaggio, in modo da valutarne lefficacia;
3.
uno o pi metodi per il dosaggio quantitativo: ci essenziale per il calcolo della resa
quantitativa dopo ciascun passaggio;
4.
i fattori che maggiormente influenzano la stabilit della proteina durante la purificazione: tra
questi vi sono le elevate temperature, le basse concentrazioni, la presenza di proteasi, la
presenza di ossigeno e altri agenti ossidanti;
Tutti questi elementi devono essere valutati caso per caso attraverso esperimenti pilota che
sono generalmente ripetuti aumentando gradualmente la quantit di materiale di partenza (scaling
up).
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1869
1889
1900s
1911
19161920
1921
1922
1923
1960
1963
1972
1978
Commenti: diverse osservazioni inducono a ipotizzare che la funzione del pancreas non sia solo quella di produrre
enzimi digestivi: quelle anatomiche di Langerhans e quelle fisio-patologiche di Minkowski e von Mering: siamo di
fronte ad un attivit biologica nuova; la ricerca di un fattore biologico nuovo richiede anche conoscenze tecniche
specifiche: i risultati di Scott non sono sufficientemente apprezzati sia per la scarsa apertura scientifica del suo
gruppo, ma anche perch egli non dispone delle metodiche per il dosaggio degli zuccheri con cui avrebbe potuto
validare megli i suoi esperimenti; anche Banting e Best sono costretti a chiedere aiuto ad altri a causa di difficolt
tecniche durante la preparazione degli estratti; I risultati di Paulesco non hanno avuto limpatto scientifico che
meritavano: oggi, grazie alleccezionale sviluppo delle vie di divulgazione delle scoperte, una situazione del genere
non si potrebbe verificare facilmente: anzi i ricercatori odierni hanno accesso ad una mole di conoscenze scientifiche
spesso superiore alle loro possibilit di elabora una tale mole di informazioni; Lintuizione vincente di Banting e Best
la suscettibilit del fattore biologico alla degradazione: attraverso la legatura dei dotti essi ottengono la giusta
fonte di fattore biologico da cui eseguire; Limportanza del saggio biologico: la determinazione della riproducibilit
dellestrazione presuppone la disponibilit di un modello sperimentale quale il cane diabetico e di tecniche per il
dosaggio degli zuccheri nel sanguee nelle urine;
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ESTRAZIONE
Al fine di ottimizzare la resa di estrazione di una proteina da un tessuto essenziale
individuare la migliore fonte possibile:
1.
proteine extracellulari: nel caso di proteine secrete allesterno delle cellule, queste ultime
possono essere allontanate mediante centrifugazione utilizzando come materiale di partenza il
supernatante;
2.
proteine intracellulari: dopo aver preparato un omogenato del tessuto si cerca di isolare i tipi
cellulari maggiormente ricchi del fattore ricercato; successivamente, se la proteina ha una
localizzazione cellulare precisa, pu essere utile preparare un lisato isolando la frazione
subcellulare (membrana plasmatica, mitocondri, ribosomi, nuclei, etc.); a seconda del tipo di
cellule (animali, vegetali, batteriche) la lisi pu essere indotta per semplice shock osmotico
oppure richiedere condizioni drastiche (ad esempio ultrasuoni); durante queste procedure le
cellule e le successive frazioni sono immerse in un tampone la cui composizione deve essere
scelta sulla base delle seguenti considerazioni principali:
A. pH: la stabilit della maggior parte delle proteine dipende strettamente dal pH ed esiste un
valore ottimale per cui essa massima: questultimo pu anche differire dal valore al quale
lattivit biologica della proteina massima;
B. forza ionica: per riprodurre il valore biologicamente pi comune si aggiunge spesso cloruro
di sodio alla concentrazione di 0.15 M (0.9%);
C. agenti riducenti: diverse proteine possiedono gruppi tiolici liberi che sono essenziali per
lattivit biologica: una volta estratte dallambiente riducente intracellulare, le proteine
possono essere ossidate e perdere attivit: per evitare ci al tampone sono aggiunte sostanze
quali 2-mercaptoetanolo, ditiotreitolo, glutatione ridotto, etc;
D. detergenti: per favorire lestrazione di proteine strettamente legate ad altre componenti
cellulari possono essere usati detergenti, la cui natura e concentrazione operativa devono
essere scelte in modo da minimizzare la denaturazione proteica: tra i detergenti pi usati vi
sono i sali biliari (es. acido colico) ed alcuni derivati di sintesi (CHAPS, CHAPSO, etc);
E. chelanti: gli ioni di metalli pesanti possono avere effetti molto negativi sulle proteine
soprattutto per quelle che possiedono gruppi sulfidrilici liberi: gli agenti riducenti sopra
menzionati possono non essere sufficienti e pu essere necessario aggiungere sostanze
chelanti come lEDTA;
F. inibitori delle proteasi: in seguito alla lisi della cellula e degli organelli subcellulari, possono
essere liberate proteasi che degradano il principio attivo: queste proteasi possono essere
inibite con diisopropilfluorofosfato (DIFP), fluoruro di fenilmetilsulfonile (PMSF),
leupeptina, fosforamidone; queste sostanze sono molto tossiche ed in alcuni casi possono
interagire negativamente con il principio attivo;
G. agenti stabilizzanti: glicerolo o saccarosio al 10% aumentano la stabilit di molte
preparazioni proteiche anche se possono influenzare negativamente lefficienza di alcune
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2.
precipitazione: alcuni sali molto solubili come il solfato dammonio precipitano le proteine
(salting out), sottraendo lacqua di solvatazione necessaria alla loro permanenza in soluzione;
la precipitazione favorita a valori di pH prossimi al punto isoelettrico (pI) 10 della proteina:
le preparazioni proteiche pi stabili possono essere frazionate anche per aggiunta di solventi
organici come letanolo; un esempio classico lo schema di frazionamento delle proteine
plasmatiche, sviluppato da Cohn e collaboratori durante la II guerra mondiale 11.
3.
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14
Per alcune tecniche cromatografiche come la gel permeazione il volume di campione frazionabile limitato dal
volume complessivo della fase fissa, mentre per lo scambio ionico, la ripartizione-adsorbimento, e laffinit il limite
non dato dal volume del campione ma solo dal numero di molecole in esso presenti: questo un notevole vantaggio
in questa fase della purificazione in quanto il volume di campione spesso notevole; inoltre in questo modo
possibile anche concentrare il campione senza dover ricorrere alla ultrafiltrazione, ma solo ad una dialisi
convenzionale;
15
La velocit di flusso della fase mobile un parametro fondamentale della cromatografia liquida: tuttavia in questa
fase della purificazione essa pu essere subordinato al costo della resina, soprattutto nel caso di quantit notevoli di
campione.
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PURIFICAZIONE CROMATOGRAFICA
Premessa
La cromatografia un metodo di separazione basato sulla distribuzione tra fasi. Una fase
mobile (liquida, in LC) si muove percolando attraverso una fase fissa o stazionaria. Il processo di
separazione cromatografica il risultato di una serie elevatissima di azioni di ripartizione del soluto
tra le due fasi. Sostanze diverse disciolte nella fase mobile (soluti) sono separate in base ai rispettivi
valori di affinit per le due fasi.
Tappe fondamentali nella storia della cromatografia liquida
1903
Tsweet (Russia) separa alcuni pigmenti vegetali in bande colorate utilizzando una
colonna impaccata con polvere di gesso.
1930-31
1952
1956
1965-1969
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10
LC
prestazioni complessive
costo
20-100 cm
0.5-5 cm
100-1000 m
HPLC
colonne
analitiche
10-50 cm
1-5 mm
1-20 m
HPLC
colonne
preparative
10-50 cm
5-50 mm
20-100 m
grossolana
5-50 ml/ora
ore/giorni
molto ridotta
0.5-2 ml/min
min
molto ridotta
1-50 ml/min
ore
richiede una
buona
manualit
basse
basso
preciso e
preciso e
riproducibile
riproducibile
anche per
anche per
piccole quantit piccole quantit
di campione
di campione
molto elevate
elevate
elevato
molto elevato
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11
Tecniche cromatografiche
1.
Adsorbimento-ripartizione-coppia ionica
2.
Scambio ionico
3.
4.
Affinit
Adsorbimento-ripartizione-coppia ionica
1.
2.
3.
utilizzabili in un ampio intervallo di pH (i limiti dipendono dalla stabilit della matrice: ad es.
per le colonne silicee pH<8);
Si utilizzano:
1.
2.
Scambio ionico
E stata discussa precedentemente.
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12
sostanza isolabile
antigeni proteici
anticorpi
glicoproteine
enzimi
proteine seriche (albumina)
proteine contenenti biotina
frammenti proteici
mRNA, mRNA binding
proteins, trascrittasi inversa, etc.
enzimi (diidrofolico
reduttasi)
Rivelatori
alta selettivit
alta sensibilit
basso rumore di fondo
risposta lineare in un ampio intervallo di concentrazione
bassa deriva
scarsa sensibilit alle variazioni della composizione della fase mobile
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ELETTROFORESI
Essendo le proteine molecole cariche a valori di pH diversi dal loro punto isoelettrico, esse sono
analizzate da molti anni mediante tecniche elettroforetiche.
Un notevole salto di qualit nella risoluzione di miscele proteiche, stato realizzato passando
dallelettroforesi in fase libera a quella stato zonale su supporti solidi. Questultima consente
di massimizzare la separazione di molecole con diversa densit di carica (rapporto carica/massa),
riducendo al minimo gli effetti non specifici di diffusione.
Quali supporti solidi sono stati utilizzati:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
carta
acetato di cellulosa
gel di silice
allumina
cellulosa
agarosio
amido
poliacrilamide
I pi indicati per le macromolecole biologiche sono gli ultimi tre, essendo caratterizzati da
una struttura reticolare con pori di dimensioni simili a quelle di acidi nucleici e proteine,
partecipano attivamente al processo separativo. Attualmente, lamido stato abbandonato poich,
essendo di origine naturale scarsamente riproducibile e pu contenere agenti contaminanti.
Lagarosio, la cui porosit maggiore, invece utilizzato prevalentemente in biologia molecolare
per la separazione di acidi nucleici. Il supporto utilizzato pi comunemente per la separazione di
miscele proteiche la poliacrilamide.
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14
2.
3.
sono chimicamente inerti e stabile in ampi intervalli di pH, temperatura, forza ionica;
4.
sono trasparenti;
2.
consentono un miglior scambio di calore, riducendo gli effetti di diffusione delle bande.
3.
I gel cilindrici sono invece usati preferenzialmente per eseguire la prima corsa dei gel a due
dimensioni e, data la loro maggiore capacit di campione, per le applicazioni preparative.
Scelta delle condizioni elettroforetiche
Tamponi continui o discontinui
Limpiego di sistemi di tampone discontinui consente un notevole aumento della risoluzione. ad
esempio uno dei sistemi pi utilizzati cos costituito:
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presenza di tamponi a pH diversi. Infatti nello stacking gel, la mobilit elettroforetica delle proteine
intermedia tra quella dello ione cloruro e quella della glicina, scarsamente ionizzata a pH 6.7. Ci
fa s che le proteine vengano compresse tra i due fronti migratori, concentrandosi. Nel resolving
invece la mobilit elettroforetica della glicina supera quella della proteina e leffetto concentrante
cessa, rendendo possibile la loro separazione in base al peso molecolare.
Tamponi dissocianti o non dissocianti
La PAGE pu essere condotta utilizzando tamponi dissocianti, in grado cio di separare le
proteine oligomeriche nelle singole subunit, o tamponi non dissocianti. Le condizioni dissocianti
pi utilizzate sono quelle descritte da Laemmli (1970), che utilizz sodio dodecil solfato (SDS)
insieme ad un agente tiolico quale 2-mercaptoetanolo, per conseguire la completa separazione delle
proteine in subunit e quindi la loro denaturazione sino alla condizione di random coil. Inoltre,
lSDS, legandosi ai polipeptidi con un rapporto costante in peso (1.4 g SDS/ g polipeptide), rende
trascurabili le cariche intrinseche della proteina, facendo s che la separazione elettroforetica
avvenga solo sulla base di differenze di massa e non di carica. In tal modo proteine sconosciute
possono essere confrontate con proteine note determinando accuratamente il loro peso molecolare.
Quale agente dissociante, in alternativa allSDS, pu essere usata lurea 8M, sempre in
associazione con un agente tiolico, anche se il mancato mascheramento delle cariche proteiche
impedisce la determinazione esatta del peso molecolare. Urea inoltre un agente dissociante meno
efficace.
Tecniche di rivelazione
Coomassie Blue
Si tratta di una colorazione generale non molto sensibile ( 0.5 ug per lane) il gel viene
incubato nella seguente soluzione colorante su un agitatore per circa 30-60 min Coomassie Brilliant
Blue R-250 0.1%, alcool metilico 50 % , acido acetico 10%. Dopo la colorazione, si aggiunge la
soluzione decolorante che consiste in alcool metilico 10% , acido acetico 10% , in acqua distillata.
La decolorazione va protratta sino ad eliminazione completa del background ed essa dura diverse
ore. Infine il gel viene essiccato mediante una apposita apparecchiatura (Drygel) e conservato.
Silver Staining
E una colorazione molto sensibile (circa 30 ng di proteina per banda). Prima della colorazione
il gel viene sottoposto ad una serie di lavaggi per fissare le proteine e rimuovere tutte le sostanze
che sono presenti durante lelettroforesi e che possono interferire con la colorazione. Il meccanismo
di colorazione consiste nella riduzione dellargento cationico legato alla catena polipeptidica ad
argento metallico per aggiunta di formaldeide a pH alcalino.
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PREPARAZIONE DI ANTICORPI
ANTICORPI POLICLONALI
Gli anticorpi policlonali si ottengono dal sangue di animali immunizzati. In laboratorio
lanimale pi utilizzato il coniglio (es. New Zealand) o pi raramente il ratto, mentre alcune ditte
specializzate utilizzano anche animali di maggiori dimensioni, come le capre, da cui possono essere
ottenute quantit maggiori di sangue.
Limmunizzazione si esegue effettuando uniniezione sottocutanea o intradermica 16 di
unemulsione dellantigene con un adiuvante (tipicamente ladiuvante di Freund 17).Per un coniglio
di circa 2 Kg sono sufficienti circa 100-150 g di proteina altamente purificata per ciascuna
immunizzazione (a distanza di circa 5 settimane deve essere fatta eseguita uniniezione di richiamo
del tutto identica alla prima, preparata con ladiuvante incompleto di Freund in luogo del completo.
A partire dalla settimana successiva alliniezione di richiamo possibile effettuare dei prelievi
settimanali di sangue (sino a circa 50 ml dallarteria centrale dellorecchio).
ANTICORPI MONOCLONALI
Specificit
la capacit di un antisiero di distinguere un determinato antigene in presenza di altri. Per
quanto riguarda la specificit degli anticorpi monoclonali va osservato che essa determinata
parallelamente alla loro preparazione che comprende la fase finale di screening degli ibridomi per la
selezione di quello(i) che producono lanticorpo desiderato.
Nel caso degli anticorpi policlonali si dispone invece di un antisiero che va testato per
stabilire la sua specificit. Tra le tecniche disponibile per fare ci sono limmunoelettroforesi e
limmunoblotting. La prima si basa sullelettroforesi di una matrice biologica complessa contenente
lantigene in esame, su gel di agarosio in cui stato immobilizzato lantisiero. Nellimmunoblotting
il frazionamento elettroforetico avviene su gel di poliacrilamide in condizioni denaturanti per la
presenza di SDS e 2-mercaptoetanolo e lantigene viene riconosciuto dallanticorpo dopo il
trasferimento su carta di nitrocellulosa.
Reattivit crociata (cross-reactivity)
In alcuni casi possibile utilizzare un RIA messo a punto per un determinato antigene per
dosare un antigene ad esso cos simile che lanticorpo impiegato mostri elevata cross-reattivit per
esso. il caso di proteine omologhe di due specie simili quali il ratto e luomo per cui pu accadere
che i saggi RIA siano intercambiabili. Affinch i risultati siano affidabili necessario tuttavia che le
curve standard del saggio ottenute impiegando campioni contenenti i due antigeni siano parallele. A
tal fine sono disponibili appositi tests statistici per valutare il grado di parallelismo di due curve
sigmoidi. Generalmente la curva pi ripida generata dai campioni contenente lantigene verso cui
stato preparato lanticorpo.
16
Queste vie consentono un lento assorbimento dellantigene e dunque una prolungata esposizione dellospite ad esso.
Questo prodotto consiste in una sospensione di cellule di Mycobacterium tubercolosis uccise al calore in olio
minerale: la funzione delladiuvante non solo quella di ritardare lassorbimento dellantigene, ma anche di stimolare
sensibilmente la risposta immunitaria dellospite forse grazie ad alcuni componenti batterici, come dimostra lo scarso
potere adiuvante del preparato oleoso privo delle cellule batteriche (cosiddetto adiuvante incompleto di Freund).
17
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17
SAGGI IMMUNOLOGICI
IMMUNO-BLOTTING
Dopo la SDS-PAGE le proteine separate nel gel possono essere trasferite elettroforeticamente
su membrane specifiche (tipicamente carta di nitrocellulosa o membrana di fluoruro di
polivinilidene) ottenendo cos una copia fedele del tracciato elettroforetico con il vantaggio di avere
le proteine maggiormente accessibili colorazione con reagenti che difficilmente penetrerebbero
allinterno del reticolo del gel come ad esempio gli anticorpi per le tecniche di colorazione
immunologica. La risoluzione tra le singole bande viene rispettata e mantenuta spazialmente
durante il processo di trasferimento. Questultimo si ottiene mediante lapplicazione di un campo
elettrico perpendicolare al sandwich gel-membrana e le proteine essendo legate allSDS migreranno
dal polo negativo a quello positivo. Esso viene condotto in tampone Tris-glicina contenente 20% di
metanolo.
Consente di visualizzare solo le bande corrispondenti ad una determinata sostanza proteica,
anche quando questa si trova in una miscela complessa. Dopo la separazione mediante SDS-PAGE,
le proteine vengono trasferite elettroforeticamente su membrana (carta di nitrocellulosa, PVDF) e si
procede allincubazione con una soluzione contenente immunoglobuline specifiche (antisiero
diluito, anticorpo monoclonale, immunoglobuline purificate). Quindi la membrana viene incubata
con un secondo reagente coniugato covalentemente ad un enzima. Normalmente si usa:
(1) Perossidasi coniugata a proteina A. La proteina A un polipeptide isolato da Staphilococcus
aureus, che lega il frammento Fc delle immunoglobuline di alcuni animali (ha scarsa affinit
per le immunoglobuline murine).
(2) Fosfatasi alcalina. Le immunoglobuline legate allantigene possono essere riconosciute
impiegando Ig anti-specie, ovvero dirette contro le Ig della specie animale in cui stato
preparato il primo anticorpo utilizzando fosfatasi alcalina coniugata covalentemente ad
immunoglobuline in luogo di perossidasi coniugata a proteina A consente di aumentare la
sensibilit del metodo e la sua applicabilit anche ai casi in cui il primo anticorpo consiste di
immunoglobuline di roditori come nel caso degli anticorpi monoclonali preparati da cellule
murine
.
Figura 2. Schema tipico di immunoblotting
proteina in esame (antigene Ag)
adsorbita sulla membrana (carta di nitrocellulosa, PVDF, etc)
immunoglobuline anti-Ag
(antisiero, immunoglobuline purificate, anticorpi monoclonali, etc)
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LECTIN BLOTTING
Le lectine sono proteine isolate da varie fonti come piante, funghi, batteri, spugne, uova di
pesci, dalle membrane cellulari di mammiferi etc. caratterizzate da una specifica affinit per le
glicoproteine. Ci fa s che esse possiedano attivit agglutinante e mitogeniche. Il ruolo fisiologico
preciso ancora sconosciuto anche se unipotesi suggestiva suggerisce che esse abbiano nel mondo
vegetale funzioni in parte simili a quelle delle immunoglobuline nel mondo animale. Esse sono
utilizzate in numerose applicazioni quali le colture di linfociti e la chimica dei carboidrati. La
concanavalina A (Con-A), ottenuta dal mughetto, una delle lectina maggiormente utilizzate. Essa
ha affinit specifica per i residui terminali alfa-D-mannosil e alfa-D-glucosil.
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menzioniamo, alcune proteine, alcuni enzimi, alcuni sali, anticoagulanti quali eparina, agenti
batteriostatici quali il timerosale, inibitori enzimatici quali aprotinina.
La reazione antigene-anticorpo dipende dal pH del tampone ed generalmente inibita ai
valori estremi. In genere essa indipendente dal pH nell'intervallo 6.5-8.5.
Criteri da seguire per limpiego sicuro dello 125I
Limpiego di piccole quantit di 125I (alcuni mCurie) pu essere condotto senza particolari
rischi a patto di seguire alcune norme fondamentali che raccomandano di:
1. designare un locale apposito (HOT ROOM) in cui condurre la iodinazione proteica che
prevede limpiego di alcuni mCurie di 125I. La successiva preparazione del RIA prevede limpiego
di proteine marcate (tracer) la cui pericolosit di gran lunga inferiore al reagente impiegato per la
iodinazione. Pertanto essa pu avvenire in laboratorio a patto di prestare particolare attenzione per
evitare la contaminazione di banconi, pipette, centrifughe, etc.
Laccesso alla HOT ROOM deve essere strettamente controllato ed essa deve essere
sottoposta a monitoraggio periodico per individuare tempestivamente eventuali contaminazioni.
2. nel corso della iodinazione utilizzare quando possibile materiali usa e getta. Inoltre bene
ricoprire il piano della cappa ed il pavimento con materiale assorbente che possa essere eliminato
facilmente in caso di contaminazione accidentale.
3. la HOT ROOM deve essere provvista di una cappa speciale per lesecuzione della
iodinazione, provvista di trappola al carbone attivo per ridurre la contaminazione ambientale