Il 18 agosto tutta la citt (Palermo) e gran parte della Sicilia era in mano a rivoltosi che, al grido "Viva Francesco II", chiedevano il ripristino
degli antichi poteri e degli antichi diritti e usi civici. I primi contingenti mandati via mare a sedare la rivolta erano stati sopraffatti. A Messina, il
20 settembre, le truppe piemontesi, inviate a sedare i disordini, furono sconfitte e costrette a ripiegare. Il giorno dopo Palermo fu accerchiata
da un contingente arrivato da pi localit (Napoli, Cagliari, Taranto e Livorno) con relative corazzate e navi da battaglia e trasporto. Si disse
che l'ammiraglio Persano si rifaceva della sconfitta austriaca di Lissa sparando sui palermitani. Il 22 sbarc anche un contingente di bersaglieri.
Le truppe piemontesi, comandate da Raffele Cadorna, entrarono in citt imponendo il coprifuoco e facendolo rispettare a fucilate. Si
contarono oltre mille morti nel corso d'un anno di stato dassedio. Il brigantaggio sera sopito, ma non i problemi economici che andavano
peggiorando.
Linquieto mondo del sud, uscito dagli splendori
borbonici, come continua a sostenere qualcuno, ebbe
modo di raggiungere i fuggitivi delleconomia almeno in un
settore, la miseria. Dopo gli sconvolgimenti monetari
(meglio noti come truffe della Banca Romana) e la grande
crisi agricola degli anni 80 ("guerra commerciale" con la
Francia o guerra delle tariffe, 1889) , non cera nord e
sud che tenesse. Cera un Sud al Nord come al Centro,
senza che ci fosse di riflesso un Nord al Sud. Le rivolte
contadine si estesero da Regione a Regione con nomi
diversi. Nel mantovano la chiamavano la Boje come da
altre parti Lunigiana, Polesine etc.. e anche se non la
chiamavano, sempre rivolta era. La Sinistra che governava
da sempre (sempre sempre poich 15 anni di allora
equivalevano a 30 di oggi), aveva imboccato una corrente
nota come trasformismo http://www.cronologia.it/storia
/a1882b.htm e, dietro le sembianze d'una maggiore
rappresentativit del sud, aveva messo in cima al castello (1887) un siciliano esemplare: il garibaldino Francesco Crispi. I garibaldini erano
stati rifiutati come corpo militare, ma come corpo politico a dire il vero occupavano tutto, tanto da far ricredere i Savoia sulle decisioni prese e
del come erano andate le cose. Per sommo auspicio, costui vantava mire espansionistiche (coloniali) che costarono non poco allItalia degli
anni '90 e che si risolsero nellunica maniera possibile, lo sfascio: (Adua 1 marzo 1896). A loro avrebbe potuto andare benissimo la definizione
di Sfascisti.
Quel tragico agosto 1893 era stato lanno di Aigues Mortes del -Mort aux Italiens!- grido che si alza possente dai lavoratori francesi scesi a combattere lo sfruttato
italiano, colpevole solo della sua disarmata miseria. Sono 9 quelli che restarono a terra per mano della inferocita folla francese. Aigues Mortes, cittadina fortificata
di 4000 anime quasi alla foce del piccolo Rodano (a pochi km da Nmes e Arles in Provenza e subito prima de "Le Grau du Roi" oggi ridente cittadina turistica da cui passa il turista
italiano ignaro dei fatti accaduti), si trovava stanziata una nutrita colonia di operai italiani che avevano trovato occupazione nelle saline di Perrier e Peccais; i nostri
connazionali erano preferiti ai francesi perch meno sindacalizzati e disposti ad accettare paghe inferiori pur di lavorare. Tutti questi operai lavoravano in condizioni
penose, esposti tutto il giorno a un sole ardente, con gli occhi bruciati dal bagliore accecante dei cristalli di sale che scintillavano al sole, senza altra ombra dove
riposare gli occhi che non fosse quella del cappello a larghe falde. Da secoli lestrazione del sale era riservata quasi esclusivamente agli ex-galeotti, ma proprio
nel 1893 la Compagnia delle saline aveva assoldato 600 italiani e 150 francesi (pochi questi rispetto a quelli disoccupati) ad una paga sensibilmente inferiore
(circa i 2/3) rispetto a quella percepita prima dai francesi.
http://www.provincia.asti.it/hosting/moncalvo/boll9htm/aigues.htm I rapporti non erano mai stati buoni e i francesi avevano sempre avuto qualcosa da rimproverare agli italiani.
Tutti ladri e puttane, protettori e fannulloni. Pronti a mangiare il loro pane. Le cose peggiorarono quando si cominci a parlare del rinnovo della Triplice Alleanza,
che scadeva nel febbraio del 91. I francesi, che si occupavano di politica pi degli italiani, sapevano che lItalia avrebbe spinto per quel rinnovo con i tedeschi
nemici dichiarati dei francesi. Uno schiaffo per la Francia che ospitava e dava lavoro a tanti italiani senza chiedere a loro che ne pensassero della Triplice.Per la
verit gli italiani che lavoravano in Francia avevano altri problemi che occuparsi di politica.... E non si arrabbiarono quando i francesi cominciarono a chiamarli
ritals. Non ne conoscevano il significato ma di certo era offensivo. Non si arrabbiarono e aggiunsero ritals alla lista dove stavano gi briseurs e
macaronis e continuarono a rispondere ui mossi e a chinare il capo.[Guccini -. Macchiavelli Macaron. Romanzo di santi e delinquenti, Mondadori,1997]
http://www.alessandracolla.net/?p=200 Durando, console italiano a Marsiglia che il 20 agosto si era recato ad Aigues-Mortes, il sindaco [Terras], nel tendergli la mano,
era scoppiato in pianto e gli aveva dichiarato di vergognarsi che nel Comune da lui amministrato fossero avvenuti fatti di inaudita ferocia; secondo lagente
consolare Advenier, il Terras si era moltissimo adoperato a salvare gli italiani. Il procuratore generale, invece, nel [] rapporto al ministro, metteva in evidenza la
faiblesse vis--vis des fauteurs des dsordres del sindaco e sa prudente persistance se tenir loin des lieux o il y avait quelques dangers courir (JeanCharles Vegliante, Gli italiani allestero, Presses Sorbonne Nouvelle, 1986, p. 81).
Il primo Governo Giolitti, dal maggio 1892, avrebbe anche lasciato gli agrari a sbrigarsela da soli (ad armi pari) convinto che migliori salari
avrebbero tagliato le unghie ai rivoluzionari pi spinti e spinto lagricoltura e lindustria verso una fase di rinnovo tecnico (ma queste sono
Sicilia non
ingovernabile balordamente
governata.
18 dicembre 1943
convinzioni molto moderne che allepoca avevano come unica conseguenza una maggiore emigrazione o sfruttamento di classi deboli).
Richieste comunque neanche troppo rivoluzionarie, tenuto conto che erano crollati molti usi civici di compartecipazione al territorio, con
lunit d'Italia. Il male pi grande dellunificazione era stato labbandono di una economia protetta con la cancellazione di dazi che avevano
messo in ginocchio molte produzioni.
Quando nel maggio 93 si riun il congresso dei fasci (partecipano 500 delegati di quasi 90 Fasci e circoli socialisti) i proprietari terrieri se la
presero anche con listruzione obbligatoria causa di sta vucciria. Da Dicembre, appena eletto, come risposta, CRISPI proclam lo stato
d'assedio su tutta la Sicilia; richiam sotto le armi la classe del 1869 appena congedata e mand in Sicilia circa 40 mila soldati. Il Generale
MORRA fece arrestare l'on. DE FELICE e tutti i capi del movimento insurrezionale, proib le riunioni, mise la censura sulla stampa, e
assegn al domicilio coatto non pochi cittadini. Il 13 gennaio la notizia delle repressioni siciliane fece insorgere gli anarchici della Lunigiana , i
carraresi del marmo, i quali si armarono ed assalirono gli operai che non volevano scioperare e la forza pubblica. Il 16 gennaio Crispi pose lo
stato d'assedio anche sulla Lunigiana e vi mand con pieni poteri il generale degli alpini NICOLA HEUSCH. I processi si chiusero con la
condanna dei contadini e non delle guardie a cui nessuno aveva dato lautorit di sparare. Per dare tempo a SONNINO di preparare un
programma finanziario, CRISPI prorog l'apertura stagionale della Camera al 20 febbraio, ma l'opposizione non aspett e Felice
CAVALLOTTI, che fino ad allora aveva appoggiato Crispi (sinistra), muoveva guerra a "un'isterica eccellenza (Crispi) circondata di fasto e
di paura, farneticante a stracciar leggi e guarentigie, comprare coscienze, riempire galere e alternante lo spregio dei miseri con le bigotte
invocazioni del cielo".
Che ci fosse un p di disordine in Sicilia in quell'estate del '43 era palese. Dopo mesi di bombardamenti erano state distrutte
112.000 abitazioni, 100 ponti, 2.300 km di strade, 20 km di banchine portuali e i liberatori, loro, non erano ancora sbarcati. Gli
stessi americani erano convinti di sbarcare in porto a Palermo e dovettero restare in rada sulle navi che i tedeschi mitragliavano coi
caccia !!!. Il resto fame. Che non volessero cambiare era dubbio: milioni di persone se ne erano andate anche negli Usa per lasciare
miserie e dopo anni ritrovarono anche soddisfazioni. La provvisoriet della situazione qui era iniziata molto prima che nel resto
d'Italia ma dopo, quando arrivarono loro, gli omicidi triplicarono e sestuplicarono. Gli Usa, pragmatici, prima di sbarcare
prepararono il terreno con l'infiltrazione d'agenti e con accordi con chiunque avesse potere e fosse antifascista e antimonarchico. In
questi frangenti cercare l'alleanza degli idealisti non porta a nulla. D'Anti allora c'era la mafia, che la cura Mori aveva assopito, e il
Mis, movimento indipendentista siciliano di Finocchiaro Aprile. Qualche comunista locale riteneva sicuramente che, ognuno per la
sua strada, ma antimonarchici e antifascisti lo erano anche loro. Se il tricolore con la croce dei Savoia era proibito, quello della
Trinacria (vedi a fianco sopra) aveva libero sventolio. In certi momenti apparvero gadgets e stemmi americani che inneggiavano alla
Sicilia come 49 stato degli Usa. Ma se l'opinione di Patton era quella comune degli americani dubbio che qualcuno abbia pensato
di cooptarli. Alla fine d'Agosto del '43 in Sicilia ci sono solo tedeschi prigionieri. E' tempo quindi di installare una governatore
militare a cui tutti debbono fare riferimento. La Sicilia serve come retrovia per le operazioni sul continente, che non saranno ne
brevi ne facili. In nessun altro paese occupato vennero prese simili misure( a giudizio posteriore). Tutta l'economia naturale della
regione si blocc. L'ammasso del grano non venne rispettato e il mercato nero, in una societ in cui gli scambi non erano possibili
(per vari motivi), si concentr in poche e sicure mani. L'inverno 43/44 si dice fu peggiore di quelli pur peggiori che l'avevano
preceduto. Si diffusero le bande, fenomeno che a guerra finita ebbe forma anche al nord. Gli americani per liberarsi da
responsabilit passarono la palla a Badoglio nel febbraio del '44. Il fronte di guerra avanzava velocemente nellItalia Meridionale,
ma le condizioni dei liberati non erano delle migliori, se al Colonnello americano Charles Poletti (Governatore militare) dicevano
in rima "meno chiacchiere e pi spaghetti. Da un suo documento si rileva che la razione settimanale di pasta di 575 gr. a testa
(non si mangiava il secondo allora).
19 ottobre 1944
La situazione nel corso del 44 risente della crisi americana nella penisola. Molte risorse sono dirottate in Francia fronte principale.
Badoglio, dopo la presa di Roma non pi neanche Ministro. L'uomo nuovo che sede al Governo una marionetta degli
americani. Si sono conclusi in questi mesi diversi accordi sia a livello locale che internazionale. Unit politica dell'Italia,
sospensione sulla forma futura dello stato. I separatisti vengono man mano estromessi, ma la situazione resta tesa in Sicilia. A
Palermo, un plotone di fanteria del 139 (Div. Sabauda di Sicurezza Interna) apre il fuoco sulla folla che dimostra per il pane: 23
morti e 158 feriti sono il bilancio della strage. A Licata stesso copione. Se fino ad allora le motivazioni della rivolta erano state
quelle alimentari una nuova miccia si andava accendendo. Venivano chiamate alle armi le classi 1924-1925. Il braccio politico del
movimento separatista anche se sconfitto creava da una propria costola una formazione armata, l'Evis Esercito Volontario per
l'indipendenza della Sicilia di Antonio Canepa *, uomo di sinistra (noto col nome di battaglia di Mario Turri). Un governo ufficiale
oltre che per le tasse si distingue anche per alcuni obblighi come la leva militare. Le continue diserzioni dai reparti del Cil
richiedevano nuovo personale, ma la leva in Sicilia ora rischiava di aumentare queste assenze. Ad aprire le ostilit contro l'Esercito
monarchico furono le bande assoldate di Giuliano "Brigata Palermo e Avila "poi Brigata Rosano". Non si trattava di sprovveduti
ma di uomini in grado di progettare azioni che andavano oltre la guerriglia partigiana caratteristica del Nord. Nel Sud non c'era
stata resistenza e nessuno sognava di ritornare al fronte per il re, stesse intenzioni del Nord.
Catania, una folla tumultuante manifesta contro il richiamo alle armi devastando il Municipio e la sede dell'esattoria presso il
Banco di Sicilia. Si recano poi dinanzi alla sede del Distretto militare, dal cui interno i militari esplodono colpi di arma da fuoco
che uccidono il giovane Antonio Spampinato. Sono tratti in arresto 53 manifestanti, fra i quali studenti separatisti
4 gennaio 1945
Ragusa, l'esercito spara sulla folla che tenta di bloccare un camion che trasportava giovani verso i distretti, ferendo gravemente un
ragazzo e uccidendo il sacrestano della chiesa di san Giovanni, con una bomba a mano che gli stacca la testa. La rivolta dei "non si
parte" (La Sicilia al tempo dei Borbone fruiva dellesenzione al servizio militare), lungi dal sedarsi, si inasprisce. I rivoltosi si
impadroniscono di alcuni quartieri, elevando barricate ed iniziano la resistenza armata. La rivolta guidata da militanti socialisti e
soprattutto comunisti, ignari delle posizioni del partito che ha stigmatizzato la rivolta come "rigurgito fascista". La vendetta
dell'esercito sar spietata. Le cifre ufficiali danno 18 morti e 24 feriti tra carabinieri e soldati, e 19 morti e 63 feriti fra gli insorti
nella sola Ragusa e provincia.
Si scriveva sui muri e si ripeteva in improvvisati comizi: Presentarsi significa servire i Savoia, Non vogliamo andare contro i
fratelli del Nord. E cos a Noto, Naro, Piana degli Albanesi, Ramacca Giarratana, Modica, Scicli, ecc. Anche le forze di polizia
inviate furono disarmate e respinte. Il 6 gennaio la rivolta di Ragusa si diffuse ai paesi limitrofi: Vittoria, Acate, Santa Croce
Camerina, Chiaramonte. Ripresa Ragusa dopo dura battaglia, Comiso visse per una settimana la sua indipendenza con la
Repubblica di Comiso, repubblica che andava ad aggiungersi a quelle partigiane del Nord. L'11 gennaio il Gen. Brisotto circond
la citt minacciando bombardamenti aerei se Comiso non si arrendeva. Non restava che la resa e tramite il clero resa fu.
Condizioni: deporre le armi, nessuna rappresaglia. Pia illusione pi di 2000 comisani languirono a Ustica, amnistiati solo nel 1946
dopo la proclamazione della Repubblica vera.
Il generale Mario Roatta, nella sua "Direttiva su mantenimento della disciplina e dellordine" scrive: "Durante le operazioni in
Sicilia si verificato che la popolazione, malgrado lordinanza in proposito, si riversata in disordine sulle vie di comunicazione,
bloccandole: gruppi di popolani, ad onta della presenza di posti di guardia, hanno demolito un pontile, nella supposizione che esso
potesse attirare il tiro delle navi avversarie; militari di batteria contraerea, di batterie Milmart, di campi di aviazione, di reparti sfusi
di magazzini di depositi, uffici ecc. hanno abbandonato il loro posto affluendo, anchessi in disordine e sovente su automezzi ed
altri veicoli, sulle ferrovie e rotabili, verso lo stretto di Messina. Reparti, sia pure in blocco e in ordine si sono messi in moto per
Pirandello
la versione
conto loro ritirando per esempio dalle posizioni, batterie che vi erano ancora utili; sbandati delle province sicule si sono diretti alle
loro case, indossando talvolta abiti civili, ecc. ecc. Contemporaneamente, militari siciliani da tutte le parti della penisola si sono
diretti arbitrariamente a Villa San Giovanni e Messina e, una volta raggiunta lisola, hanno per lo pi proseguito per la residenza
delle loro famiglie, anzich portarsi a combattere. Ed alcuni gruppi di tali volontari hanno dato luogo a scenate di fronte a nuclei
in servizio di controllo e polizia che li fermavano, nella penisola e in Sicilia; ne risultato un gran disordine, spettacolo indecoroso,
effetto pernicioso sul complesso delle truppe, ed anche intralcio notevole alle operazioni e rifornimenti. Tanto che a Messina in un
certo momento stato persino impossibile lo sbarco e il deflusso dei rinforzi. E solo con una reazione energica e passando per armi
numerosi individui (ivi compresi alcuni ufficiali) che si potuto ristabilire lordine a cavallo dello stretto".
29 luglio 1943 - A Palermo, Andrea Finocchiaro Aprile e Fausto Montesanti inviano una lettera al Gen. Alexander, governatore
militare alleato in Sicilia per il tramite di C. Poletti con la quale accompagnano la trasmissione di un memorandum preparato il
23, per i governi alleati. Nella lettera, i due esponenti separatisti ribadiscono "il diritto storico della Sicilia allindipendenza",
sottolineano "la necessit del plebiscito" popolare che dovr sancire la nascita di una repubblica siciliana e, infine, richiedono la
"liberazione dei prigionieri siciliani" presenti nei campi di prigionia alleati.