1/10
DYNAMO:
UN CONTRIBUTO AL CONTROLLO SISMICO DEI RISULTATI FEM (10.2 NTC)
Dott. Ing. Salvatore Palermo
Indice
1. Lanalisi Dinamica Modale
2. Le richieste del p.to 10.2 NTC: giudizio motivato di accettabilit dei risultati
2.1 Controllo qualitativo della Dinamica Modale
2.2 Controllo quantitativo della Dinamica modale: il contributo di DYNAMO
2.2.1 Esempio pratico di utilizzo di DYNAMO
2.2.2 Conclusioni
2/10
in relazione alle accelerazioni cos ottenute e alle masse presenti sulla struttura, si ottengono degli
opportuni insiemi di forze (una forza pur sempre: massa x accelerazione), uno per ogni modo di
vibrare,
caricando la struttura con tali insiemi di forze si ottengono sollecitazioni e spostamenti per ogni
modo di vibrare;
si pone a questo punto il problema inverso: sovrapporre ci che per comodit si era decomposto;
in altre parole ricomporre i risultati dei singoli modi di vibrare per avere un unico risultato.
Opportune regole matematiche (SRSS o meglio ancora CQC) consentono questa convenzionale
operazione.
Ad esempio, con la SRSS, un momento flettente finale dato dalla radice quadrata della somma
dei quadrati dei risultati (momenti flettenti) ottenuti da ciascun modo. Luso della regola SRSS,
non presente nelle NTC, viene previsto nella Circolare NTC al p.to C7.3.3.1, sotto la verifica di
talune condizioni.
2. Le richieste del p.to 10.2 NTC: giudizio motivato di accettabilit dei risultati
Al termine dellanalisi le NTC richiedono che il progettista, per ogni singolo progetto strutturale, deve
documentare mediante relazione scritta i controlli che vengono fatti e che siano utili a comprovare
lattendibilit dei risultati ottenuti.
In merito ai tipi di controlli le NTC al p.to 10.2 Giudizio motivato di accettabilit dei risultati, riportano:
- confronto con risultati ottenuti da semplici calcoli, anche di larga massima, eseguiti con metodi
tradizionali;
- consistenza delle scelte operate in sede di schematizzazione e di modellazione della struttura e
delle azioni, sulla base di considerazioni riguardanti gli stati tensionali e deformativi determinati.
Come si gi avuto modo di affermare nellarticolo gi citato LE INSIDIE DEL FEM
NELLINGEGNERIA STRUTTURALE, queste modalit sono sicuramente da percorrere, ma si ritiene
siano parzialmente sufficienti e genericamente poste; limpostazione riflette ancora un approccio
tradizionale che pu essere insufficiente per il controllo del calcolo automatico, che nella fattispecie si
fonda sulla discretizzazione fem e sullanalisi modale.
Se fissiamo lattenzione sulla dinamica modale opportuno allora considerare quali siano gli aspetti da
considerare, strettamente connessi a questo tipo di analisi.
E sempre bene, far prevalere (e precedere) una valutazione qualitativa prima di apprestarsi a valutazioni
quantitative (numeriche) dei risultati ottenuti.
3/10
A) Se la distribuzione delle masse e delle rigidezze praticamente simmetrica rispetto a due assi
ortogonali in pianta allora il baricentro di massa e il baricentro delle rigidezze possono considerarsi
coincidenti e quindi, sotto azione sismica, ledificio subir solo spostamenti senza rotazioni.
Dal punto di vista dellanalisi dinamica modale, eseguita sulledificio tridimensionale, si dovranno
osservare deformate modali delledificio puramente traslatorie in direzione x, y associate ai primi modi di
vibrare (spesso al primo e al secondo, al primo a al terzo, al secondo e al terzo,) e con massa modale
partecipante elevata e presente solo nella direzione considerata (es. modo 1: traslazionale in x con
Mx=88%, My=0; modo 3: traslazionale in y con Mx=0%, My=90%); il resto della massa partecipante
sar associata a modi successivi ma sempre solo traslatori (es. al 4 modo: Mx=10%, My=0% e 6
modo: Mx=0%, My=8%).
Il periodo pi alto tra i modi (primo periodo) sar di solito associato alla deformata modale che agisce
lungo la direzione pi debole delledificio (spesso coincidente con il lato pi corto).
Saranno inoltre anche presenti varie deformate modali torsionali (o rotazionali) ma tali deformate si
dovranno presentare con masse modali associate praticamente nulle (es. Mx=0%, My=0%) in virt della
suddetta simmetria.
Questi modi di vibrare torsionali saranno anchessi tra i primi, ad esempio potranno presentarsi come
secondo, terzo o al limite come primo; questo anche dipendente dal sistema sismo-resistente.
Se ad esempio si ha un nucleo centrale con telai attaccati, il nucleo in virt della sua elevata rigidezza
torsionale non si deforma, al contrario dei telai che torsionalmente deboli ruotano attorno al nucleo stesso
che fa da perno, generando una deformata modale in pianta di tipo torsionale e magari (in virt della
debolezza dei telai, con periodo tra i pi elevati e quindi) associata al primo modo di vibrare (anche se
con Mx=0%, My=0%, in virt della simmetria).
Si osservi che le norme includono come primo tra i requisiti da osservare per classificare un edificio come
regolare in pianta proprio che la distribuzione delle masse e delle rigidezze sia simmetrica rispetto a due
assi ortogonali.
Per un edificio regolare in pianta si potrebbe evitare una analisi tridimensionale e procedere con analisi
nel piano, come si pu evincere dai risultati che precedono; tra i modi di vibrare in x, y non nasce
influenza reciproca (Mx 0%, My=0%; Mx=0%, My 0%) e i modi di vibrare torsionale non danno
contributo alla risposta sismica (masse partecipanti nulle).
Quindi con analisi nel piano x si ritroverebbero gli stessi risultati dei modi associati ad x nellanalisi 3D;
con analisi nel piano y si ritroverebbero gli stessi risultati dei modi associati ad y nellanalisi 3D; non si
ritroverebbero (essendo lanalisi nel piano) dei modi torsionali, ma tanto come si detto questi sono
ininfluenti.
Occorre peraltro precisare che le NTC al p.to 7.2.6 escludono la possibilit di procedere per telai piani
(quale che ne sia lipotesi di partenza), richiedendo espressamente che il modello della struttura debba
essere tridimensionale (questo per evitare valutazioni nel piano, di massa, rigidezza e resistenza che
rispetto a determinate distribuzioni spaziali potrebbero comunque risultare non adeguatamente
rappresentative).
Si osservi inoltre che pur analizzando un edificio che presenta distribuzione delle masse e delle rigidezze
praticamente simmetrica rispetto a due assi ortogonali se, per rispettare la richiesta delle norme, si
assegna una eccentricit accidentale al baricentro delle masse (mediante un suo spostamento fisico, se si
sta usando lipotesi di piano rigido per cui tutta la massa concentrata nel baricentro di ogni piano), allora
al termine di questa analisi dinamica modale si avranno dei modi di vibrare torsionali (ad es. 3, 6,)
ma questa volta con masse modali partecipanti non pi nulle a causa delleccentricit introdotta (ad es. a
titolo indicativo modo 3: Mx=10%, My=0, modo 6: Mx=0%, My= 4%) e quindi con una minore
partecipazione di massa associata ai modi traslazionali x, y.
S. Palermo
4/10
S. Palermo
5/10
D) Se ledificio non regolare in pianta e non regolare in altezza, tutti gli effetti precedentemente
descritti in modo separato si sovrappongono e la lettura e verifica della coerenza dellanalisi richiede un
impegno maggiore per decodificare i singoli effetti allinterno del risultato globale.
6/10
Si segnala che per i tre telai importanti (telai nel seguito chiamati tipo T1x) e interni in una direzione
principale, quale la x, le travi sono in spessore (h=28 cm.).
Lanalisi al fem stata condotta assegnando a tutte le travi di elevazione, del modello tridimensionale, un
modulo elastico pari al 50% di quello nominale e senza effettuare riduzioni sul modulo elastico dei
pilastri.
Si riportano alcuni dei risultati di interesse ottenuti dallanalisi dinamica modale condotta al fem, per la
struttura globale tridimensionale:
T1x_Fem=1,060 sec.
T2x_Fem =0,358 sec.
S. Palermo
7/10
Vista la struttura si pu facilmente ipotizzare che un telaio interno tipo T1x pu essere sufficientemente
rappresentativo, nella direz. x esaminata, in termini di massa e rigidezza, del comportamento traslatorio
della struttura globale nella stessa direzione.
Si considera allora un telaio T1x; i dati sulle sezioni dei pilastri, loro modulo elastico, pesi al piano, che lo
riguardano, vengono rispettivamente inseriti nei fogli 1.Matrice K, 2.Matrice M di DYNAMO.
Foglio 1.Matrice K
Inserimento sez. Pilastri e luci per telaio 'tipo' in direz. x
r=
E(cls)=N/mmq
=kN/mq
12
31.447,16
Sisma +/- X
31.447.160,00
Pilastrata -1-
Pilastrata -2-
Pilastrata -3-
Pilastrata -4-
Pilastrata -5-
Pilastrata -6-
Pilastrata -7-
B=mm
H=mm
D=mm
300,00
450,00
350,00
450,00
450,00
J=m =
h0-1=m
spost. '1' liv. 1:
k11=
k12=
k13=
restanti k1i=
350,00
450,00
450,00
0,00101250000
0,00201288959
0,00160781250
0,00160781250
0,00201288959
0,00101250000
3,80
3,80
3,80
3,80
3,80
3,80
18.363,6
29.761,0
29.160,7
29.160,7
29.761,0
18.363,6
11.400,4 -
15.918,0 -
18.103,4 -
18.103,4 -
15.918,0 -
11.400,4
Sez. (R,C?)
300,00
450,00
R C?
B=mm
H=mm
D=mm
300,00
400,00
350,00
400,00
400,00
J=m =
h1-2=m
spost. '1' liv. 2:
k21=
k22=
k23=
restanti k2i=
350,00
400,00
400,00
0,00090000000
0,00125663706
0,00142916667
0,00142916667
0,00125663706
0,00090000000
3,10
3,10
3,10
3,10
3,10
3,10
11.400,4 -
15.918,0 -
21.375,8
25.248,8
9.975,4 -
Sez. (R,C?)
300,00
400,00
9.330,8 -
R C?
18.103,4 -
18.103,4 -
15.918,0 -
11.400,4
33.943,9
33.943,9
25.248,8
21.375,8
15.840,5 -
15.840,5 -
9.975,4
9.330,8 -
B=mm
H=mm
D=mm
300,00
350,00
350,00
350,00
350,00
J=m =
h2-3=m
spost. '1' liv. 3:
k32=
k33=
k34=
restanti k3i=
350,00
350,00
0,00073661757
0,00125052083
0,00125052083
0,00073661757
0,00078750000
3,10
3,10
3,10
3,10
3,10
3,10
9.975,4 8.550,3 -
Sez. (R,C?)
350,00
0,00078750000
18.525,7
-
300,00
350,00
9.330,8 17.881,1
8.550,3 -
15.840,5 -
15.840,5 -
24.390,8
24.390,8
8.550,3 -
8.550,3 -
9.330,8 17.881,1
8.550,3 -
R C?
9.975,4
18.525,7
8.550,3
B=mm
H=mm
D=mm
4
J=m =
h3-4=m
spost. '1' liv. 4:
k43=
k44=
k45=
restanti k4i=
S. Palermo
300,00
300,00
300,00
300,00
300,00
300,00
300,00
300,00
300,00
300,00
300,00
300,00
0,00067500000
0,00067500000
0,00067500000
0,00067500000
0,00067500000
0,00067500000
3,10
3,10
3,10
3,10
3,10
3,10
R C?
8.550,3 -
8.550,3 -
8.550,3 -
8.550,3 -
8.550,3 -
8.550,3
8.550,3
8.550,3
8.550,3
8.550,3
8.550,3
8.550,3
8/10
Foglio 2.Matrice M
Inserimento Pesi ai livelli del telaio 'tipo' in direz. x
Peso (kN)
Liv. 1:
Liv. 2:
Liv. 3:
Liv. 4:
Liv. 5:
Liv. 6:
Liv. 7:
Liv. 8:
Liv. 9:
Liv. 10:
Liv. 11:
Liv. 12:
W1=
W2=
W3=
W4=
W5=
W6=
W7=
W8=
W9=
W10=
W11=
W12=
933,81
933,81
924,81
905,00
M1=
M2=
M3=
M4=
M5=
M6=
M7=
M8=
M9=
M10=
M11=
M12=
g (m/sec )=
9,81
95,190
95,190
94,272
92,253
-
Dopo avere inserito i dati che precedono, si passa al foglio 3.Forze F, ottenendo cos i seguenti risultati di
interesse (estratto):
Autovalori riordinati
Modo 1:
1=
Modo 2:
2=
639,297
Modo 2:
2=
25,284
Modo 2:
Modo 3:
1.596,905
Modo 3:
Modo 3:
T 3=
0,157
2.834,803
Modo 4:
3=
4=
39,961
Modo 4:
3=
4=
53,243
Modo 4:
T 4=
0,118
Modo 5:
5=
5=
T 5=
Modo 6:
6=
Modo 5:
6=
n.d.
n.d.
Modo 5:
Modo 6:
Modo 6:
Modo 7:
7=
n.d.
Modo 7:
7=
Modo 7:
T 6=
T 7=
Modo 8:
8=
9=
n.d.
Modo 8:
Modo 8:
T 8=
Modo 9:
Modo 10:
Modo 11:
Modo 12:
10=
11=
12=
91,541
Modo 1:
1=
n.d.
Modo 9:
8=
9=
n.d.
n.d.
n.d.
Modo 10:
10=
Modo 11:
11=
12=
Modo 12:
9,568
Modo 1:
Modo 9:
T 9=
Modo 10:
T10=
Modo 11:
T11=
T12=
Modo 12:
Un primo giudizio di accettabilit dei risultati, per rispondere alle richieste del par. 10.2 NTC, che
senzaltro i periodi ottenuti al fem, non sono fuori range.
Se fissiamo lattenzione sui primi due periodi, DYNAMO, nellipotesi di travi infinitamente rigide
flessionalmente (r=12), fornisce periodi che devono costituire un valore limite inferiore; nel senso che
lanalisi fem, condotta con le inerzie effettive delle travi, deve fornire periodi sempre superiori.
In effetti risulta:
T1x_Fem =1,060 sec
>>
T1x_Dyn= 0,657 sec
T2x_Fem =0,358 sec
>>
T2x_Dyn= 0,249 sec
Per una struttura intelaiata di questo tipo, con travi in spessore e quindi di rigidezza flessionale contenuta,
si pu stimare un fattore r globale di rigidezza traslatoria intorno a r=5; cio ben lontano da r=12
corrispondente allipotesi di infinita rigidezza flessionale delle travi.
In DYNAMO effettuiamo un solo semplice cambiamento, ponendo r=5 al posto di r=12 nel foglio
1.Matrice K.
Inserimento sez. Pilastri e luci per telaio 'tipo' in direz. x
r=
E(cls)=N/mmq
=kN/mq
5
31.447,16
31.447.160,00
Sisma +/- X
S. Palermo
9/10
Modo 1:
1=
Modo 2:
2=
266,374
Modo 2:
2=
16,321
Modo 2:
Modo 3:
665,377
Modo 3:
Modo 3:
T 3=
0,244
1.181,168
Modo 4:
3=
4=
25,795
Modo 4:
3=
4=
34,368
Modo 4:
T 4=
0,183
Modo 5:
5=
5=
T 5=
Modo 6:
6=
Modo 5:
6=
n.d.
n.d.
Modo 5:
Modo 6:
Modo 6:
Modo 7:
7=
n.d.
Modo 7:
7=
Modo 7:
T 6=
T 7=
Modo 8:
8=
9=
n.d.
Modo 8:
Modo 8:
T 8=
Modo 9:
Modo 10:
10=
Modo 11:
11=
Modo 12:
12=
38,142
1=
Modo 1:
n.d.
Modo 9:
8=
9=
n.d.
n.d.
n.d.
Modo 10:
10=
Modo 11:
11=
12=
Modo 12:
6,176
Modo 1:
Modo 9:
T 9=
Modo 10:
T10=
Modo 11:
T11=
T12=
Modo 12:
r=
E(cls)=N/mmq
=kN/mq
7
31.447,16
31.447.160,00
Sisma +/- X
S. Palermo
10/10
Autovalori riordinati
Modo 1:
1=
Modo 2:
2=
372,923
Modo 2:
2=
19,311
Modo 2:
Modo 3:
931,528
Modo 3:
Modo 3:
T 3=
0,206
1.653,635
Modo 4:
3=
4=
30,521
Modo 4:
3=
4=
40,665
Modo 4:
T 4=
0,155
Modo 5:
5=
5=
T 5=
Modo 6:
6=
Modo 5:
6=
n.d.
n.d.
Modo 5:
Modo 6:
Modo 6:
Modo 7:
7=
n.d.
Modo 7:
7=
Modo 7:
T 6=
T 7=
Modo 8:
8=
9=
n.d.
Modo 8:
Modo 8:
T 8=
Modo 9:
Modo 10:
Modo 11:
Modo 12:
10=
11=
12=
53,399
Modo 1:
1=
n.d.
Modo 9:
8=
9=
n.d.
n.d.
n.d.
Modo 10:
10=
Modo 11:
11=
12=
Modo 12:
7,307
Modo 1:
Modo 9:
T 9=
Modo 10:
T10=
Modo 11:
T11=
T12=
Modo 12:
E utile per questo caso riepilogare su una retta landamento del coefficiente di rigidezza r.
2.2.2 Conclusioni
DYNAMO stato ideato come una calcolatrice da tavolo, che anziche di algebra tratta di sismica: pochi
input per avere ordini di grandezza del problema strutturale e poter in taluni casi esprimere giudizi di
accettabilit su un calcolo globale pi complesso, in accordo al 10.2 NTC.
DYNAMO quindi va sfruttato nei modi che risultano pi congeniali al progettista, considerato che
lapproccio attraverso il coefficiente r trasforma il problema sismico in concetti pi vicino al senso
ingegneristico che alla dinamica.
Si ritiene auspicabile avere nel futuro altri strumenti di questo tipo, che possono prestarsi in modo rapido
ad una verifica dei risultati ottenuti dal calcolo sismico condotto al fem, verifiche che oramai iniziano ad
essere richieste anche dalle competenti strutture preposte al controllo del progetti.
S. Palermo