Sei sulla pagina 1di 43

L'AFFARE DEI RIFIUTI PER CONFINDUSTRIA

CROCETTA
MONTANTE
ROMA
COSTRUZIONI
SCIASCIA ROBERTO MARINO RIVISTA CENTONOVE
L'AFFARE DEI RIFIUTI PER CONFINDUSTRIA

Ottobre 31, 2014 Scritto da Fabiola Foti

All'indomani della bocciatura della mozione di sfiducia a Crocetta, il risultato


era veramente prevedibile, vogliamo riprendere un articolo vecchio
esattamente un anno a firma di Giulio Ambrosetti. L'Articolo viene pubblicato
su La Voce di New York parla di affari, di Confindustria e dello scandalo rifiuti e
rimane sempre attuale. In Sicilia non esiste la cosiddetta raccolta differenziata
dei rifiuti. Quasi tutti i rifiuti, nellIsola, finiscono nelle discariche. In pratica,
finiscono sotto terra inquinando terreni e falde acquifere. Uno scandalo.
Chi che gestisce le discariche? In buona parte i privati. E sapete chi il
titolare della pi importante e grande discarica della Sicilia? Giuseppe
Catanzaro. S, proprio lui, il gi citato vice presidente di Confindustria Sicilia. E
sono proprio i gestori delle discariche private a vantare crediti stratosferici dai
Comuni siciliani. Comuni siciliani - questo detto per inciso - che, in
maggioranza sono, al pari della Regione siciliana, sono in dissesto finanziario
non dichiarato. In pratica - come i nostri lettori hanno gi capito Confindustria Sicilia, da cinque anni, fa parte del Governo della Regione
(controlla il settore delle attivit produttive che, in realt, non ci sono, perch
leconomia siciliana, tranne poche eccezioni, disastrata come, se non di pi,
della Regione siciliana) non per occuparsi dello sviluppo economico della Sicilia,
ma per restare abbarbicata alle risorse pubbliche della Regione. Il tutto, sotto
gli occhi distratti di Confindustria nazionale, che a Roma fa la voce grossa con
i Governi chiedendo misure per lo sviluppo, mentre in Sicilia non sembra
estranea al sottosviluppo. Il risultato una Regione al fallimento. Una Sicilia
Autonoma nella quale la maggiora parte dei Comuni, a fine ottobre, sono
senza bilancio 2013 perch senza soldi. Tanto che gli stessi Comuni non
pagano i dipendenti pubblici, chi da un mese, chi da due mesi, chi da tre mesi.
Allo sfascio dei Comuni si somma lo sfascio della Regione che, ormai, anche se
ancora non lammette, sta per licenziare circa 80 mila precari. S, avete letto
bene: 80 mila! E non ha nemmeno i soldi per pagare i 24 mila operai della
Forestale. Disastri su disastri. E non ha i soldi per costituire un Fondi rischi
per fronteggiare 3 miliardi - s, avete letto bene: 3 miliardi di euro - di entrate
fittizie iscritte in bilancio.
1 DI 43

Direte: e le societ di rating che fanno? Fanno finta di non vedere. Ragazzi:
non che si pu andare nella capitale mondiale della mafia e dire: questa
Regione un disastro, ha 3 miliardi di entrate di dubbia esigibilit. No, questo
affronto alla Sicilia non si fa. E in questo scenario da Regione fallita che arriva
la notizia dellinchiesta della magistratura di Messina sul presidente Crocetta.
Una storia brutta. Una vicenda che prende spunto da un esposto-denuncia, che
risale al dicembre del 2012, indirizzato all'allora Procuratore nazionale
Antimafia, Piero Grasso, oggi presidente del Senato, eletto nelle file del PD, lo
stesso Partito del governatore Crocetta. Lesposto firmato dall'ingegnere
Roberto Sciascia, originario di Porto Empedocle, piccolo centro a un tiro di
schioppo da Agrigento.
Lingegnere Sciascia stato, per anni, delegato alla gestione dell'ufficio
Ecologia del Comune di Gela. Posto che ha lasciato, a quanto pare
volontariamente, nel giugno del 2011. Che centra Gela? Centra, perch
Crocetta stato, per sette anni Sindaco di Gela. L'ingegnere Sciascia racconta i
retroscena "dell'attacco sferrato nel maggio del 2009 al magistrato etneo Carlo
Caponcello, in predicato per una nomina alla Dda Nazionale, 'nemico' giurato
del magistrato Nicol Marino". Nell'inchiesta si racconta che Marino, che oggi fa
parte, in qualit di assessore, del Governo regionale di Crocetta, da magistrato
in forza alla Dda di Caltanissetta, aveva effettuato indagini proprio sul periodo
in cui l'attuale governatore dell'Isola era Sindaco di Gela. Strani questi intrecci,
no? Nell'inchiesta si racconta che l'allora primo cittadino di Gela utilizzava
cinque telefoni cellulari per non essere intercettato. Leggiamo nellinchiesta
pubblicata dal settimanale Centonove: Roberto Sciascia ha indicato tutti gli
investigatori che hanno svolto un ruolo nelle indagini a carico di Crocetta: il
capo della sezione anticrimine di Caltanissetta, Giovanni Giudice, cui Crocetta
avrebbe chiesto la cortesia di arrestare 'almeno per un giorno' un
politicoingegnere, col quale era entrato in contrasti politici; il maresciallo
delegato alle indagini su Crocetta dal Pm Marino, Nicola Bulone; il comandante
della stazione dei carabinieri di Gela, Pasquale Saccone, che aveva coordinato
l' inchiesta sulla discarica e su tutti i risvolti che avrebbero determinato un
'danno erariale' stimato in 14 milioni di euro, del quale Sciascia ha fatto una
documentata denuncia alla Corte dei Conti regionale". Come potete leggere,
torna la storia delle discariche. In questo caso, di una discarica. In pratica, gli
affari che ruotano attorno ai rifiuti.
L'allora Sindaco di Gela, Crocetta, stando al racconto dell'ingegnere Sciascia,
interviene per difendere un gruppo di societ. "E fa modificare - leggiamo
sempre nell'inchiesta di Centonove - il bando che prevede la categoria 6,
requisito obbligatorio per la raccolta differenziata, espressamente previsto dal
decreto Ronchi". Con questo passaggio viene meno l'obbligo di iscrizione
allAlbo nazionale gestori rifiuti.
2 DI 43

Morale: la gara viene aggiudicata a un consorzio di imprese, capeggiato dalla


Cosiam, oggi Econet Srl. Il battagliero ingegnere del Comune di Gela elenca
tutte le anomalie dell'appalto. E chiede una commissione consiliare d'inchiesta.
La commissione consiliare esamina a gli atti e arriva a conclusioni non certo
benevole verso l'amministrazione comunale di Crocetta. C' una "censura per
linefficacia delle scelte politico-amministrative e la scelta, apparentemente
poco oculata, di dirigenti non di ruolo chiamati dal Sindaco a dirigere delicati
settori della vita amministrativa del Comune di Gela, con tutte le conseguenti
storture". Sulla vicenda si attende, adesso, la conferma dellinchiesta penale su
Crocetta. La magistratura deve dire se indagato o no. Direte: ma con tutto
quello che ha detto lingegnere Sciascia come fa il governatore Crocetta a non
essere indagato? A meno che lingegnere Sciascia non si sia inventato tutto. Si
inventato lappalto milionario aggiudicato al consorzio di imprese, capeggiato
dalla Cosiam, oggi Econet Srl? E un ingegnere direbbe una cosa cos grave
senza esserne certo? Anche la commissione del Comune di Gela avrebbe detto
cose false? La verit che, questa volta, un Professionista dellAntimafia
stato scoperto. La Giustizia italiana far il suo corso? O la vicenda verr
insabbiata? Ah, dimenticavamo: nel settore dei rifiuti, oltre agli interessi di
personaggi legati a Confindustria Sicilia, ci sono anche gli interessi della mafia.
Questo da sempre. ---La settimana scorsa Catanzaro stato audito dalla commissione regionale
antimafia che da settimane ha avviato una ricognizione sulla gestione dei rifiuti
in Sicilia per accertare eventuali responsabilit amministrative nella gestione
delle discariche. Catanzato da quanto si apprende ha spiegato che la sua
societ pratica il prezzo pi basso.
Ultima modifica ilVenerd, 31 Ottobre 2014 08:25
http://www.lurlo.info/vecchiosito/index.php/rubriche/inchieste/item/1042-l-affare-dei-rifiuti-per-confindustria

ACCUSE,VELENI,SOSPETTI,CROCETTA E LA GUERRA DEI DOSSIER


Il presidente della Regione rivela alle agenzie che c un esposto denuncia
presentato contro di lui alla Procura di Messina. A firmarlo Roberto Sciascia, ex
ingegnere del Comune di Gela, oggi in pensione. Contro il quale il governatore
ha presentato una controquerela per calunnia.
PALERMO - Da denunciante a denunciato. Dalle conferenze stampa in
diretta per raccontare sprechi e ruberie alla difesa contro un dossier
presentato contro di me alla Procura di Messina.
Cosa c dietro lultima uscita di Rosario Crocetta? Il presidente della
Regione, presente domenica a Barcellona Pozzo di Gotto ad un incontro di
3 DI 43

produttori aderenti al consumo critico antiracket, rivela alle agenzie che c un


esposto denuncia presentato contro di lui alla Procura diretta da Guido Lo
Forte: Accadono cose incredibili - dice stupito alla platea che lo ascolta scopro che un tizio che aveva difeso un certo sistema di malaffare e che io
avevo denunciato e poi stato condannato a due anni e mezzo, ha presentato
un dossier contro di me dopo dieci anni. Visto che sono tutte fandonie voglio
presentare una denuncia contro di lui.
Chi il misterioso autore del dossier contro il presidente della
Regione? Si chiama Roberto Sciascia, ingegnere in pensione, per anni
delegato alla gestione dellufficio ecologia del Comune di Gela. Inutile provare
a sapere cosa pensa delle parole di Crocetta. Sciascia taglia corto: "Non ho
alcuna intenzione di replicare. Io parlo solo attraverso le denunce". L'ingegnere
una vecchia conoscenza di Crocetta. Gi il 22 novembre 2012, nel corso di
una delle prime conferenze stampa show a Palazzo dOrleans, il presidente ne
aveva parlato. E non certo elogiandolo: Ling. Sciascia stato condannato su
mia denuncia dal Tribunale di Gela per avere assegnato ad una societ della
quale lui era consulente, in affidamento diretto senza gara, la gestione della
discarica di Gela e aumentato lo smaltimento del percolato, praticamente 130
euro al metro cubo quando nel comune di Corleone costa a 65... recentemente
stato licenziato dal comune di Gela per altri gravi problemiquando io sono
diventato sindaco nel 2003, negli ultimi cinque anni non aveva mai fatto una
sola gara per la gestione dei lavori di manutenzione ma tutti a somma
urgenzaal comune di Gela cera un progetto di 50 miliardi per costruzione e
gestione, proposto dalling. Sciascia a favore della ditta Scianna di Bagheria.
Accuse pesantissime. Non sappiamo se da quel 22 novembre a oggi Crocetta
abbia mai denunciato Sciascia. Sappiamo certamente che Sciascia, qualche
settimana dopo quella conferenza stampa ha denunciato Crocetta.
Raccontando al commissariato di Gela la sua versione dei fatti. E chiedendo di
processare il presidente della Regione con laccusa di diffamazione.
In sintesi, lingegnere Sciascia contesta punto per punto tutte le
accuse di Crocetta. A partire dallappalto per il quale sarebbe stato
condannato e ai costi di quellappalto: La condanna di primo grado fa
riferimento ad unaccusa di abuso dufficio relativa allaffidamento del servizio
di smaltimento del percolato. Il costo non stato oggetto di contestazione, la
condanna in appello stata riformata e prescritta e non riguardava il costo del
servizio ma la procedura di espletamento della gara.
Sul licenziamento per altri gravi problemi. E tutto falso - ricostruisce
Sciascia - con oltre 39 anni di servizio maturato mi sono dimesso
volontariamente il 22 giugno 2011.
Sugli anni senza fare mai una sola gara: E tutto falso - scrive
Sciascia nella querela contro Crocetta - Abbiamo approvato decine e decine di
cantieri di lavoro.
4 DI 43

Infine, sul progetto da 50 miliardi di vecchie lire che avrebbe proposto a


favore della ditta Scianna di Bagheria. Si tratta - ricorda Sciascia - di un
progetto in project financing che la ditta Scianna present prima che io fossi
assunto dal comune di Gela, ci da solo esclude che io abbia proposto il
progetto in argomento.
Sin qui le versioni di accusa e difesa. Sfociate, allo stato, nelliscrizione
nel registro degli indagati del presidente Rosario Crocetta. Sul blog che
gestisce, infatti, lingegnere Sciascia ha pubblicato il casellario giudiziario di
Crocetta che risulta essere indagato dalla Procura della Repubblica di Gela per
il reato di diffamazione (proc. N. 1840/2012 MOD. 21). Il pm titolare del
fascicolo la dottoressa Laura Seccacini.
Ma c dellaltro. C un altro esposto che Sciascia ha presentato contro
Crocetta ed quello a cui ha fatto riferimento domenica il presidente della
Regione. Si tratta di un dossier che Sciascia ha presentato nel dicembre 2012
allallora procuratore antimafia Piero Grasso, esposto che tira in ballo anche
alcuni magistrati e che per questo motivo diventato di competenza della
Procura della Repubblica di Messina che, a sua volta, ha affidato le indagini alla
Dia. Un dossier voluminoso che parla di Crocetta come di un formidabile
sceneggiatore degno di un premio letterario e svela i retroscena dellattacco
sferrato nel maggio del 2009 al magistrato etneo Carlo Caponcello, in predicato
per una nomina alla Dda nazionale, nemico giurato del magistrato Nicol
Marino, attuale assessore della giunta Crocetta.
Retroscena ricostruiti recentemente in uninchiesta pubblicata sul
settimanale Centonove, che prende le mosse proprio dal dossier firmato
Sciascia. Cos scrive il periodico: Un formidabile assist per il magistrato in
forza alla Dda di Caltanissetta che aveva passato al setaccio, secondo il
racconto dellingegnere, sette anni di Crocetta al Comune e alcune sue
disinvolte condotte, come utlizzare cinque telefoni cellulari per non essere
intercettato. Dalle indagini svolte ricostruisce Centonove sarebbero emersi
fatti inquietanti come alcune telefonate con personaggi dubbi, cui la Dia
nissena ha di recente sequestrato beni per due milioni di euro, avvisati in
anticipo di un imminente arrivo di un avviso di garanzia per 416 bis che gli
impediva laffidamento della gestione diretta di un parcheggio pubblico; oppure
gaie conversazioni con un pentito della mafia gelese, Emanuele Celona.
Secondo linchiesta firmata dal giornalista Enzo Basso, Roberto Sciascia
avrebbe indicato tutti gli investigatori che avrebbero svolto un ruolo nelle
indagini a carico di Crocetta: il capo della sezione anticrimine di Caltanissetta
Giovanni Giudice, cui Crocetta avrebbe chiesto la cortesia di arrestare almeno
per un giorno un politico-ingegnere col quale era entrato in contrasti politici; il
maresciallo delegato alle indagini su Crocetta dal pm Marino, Nicola Bulone, il
comandante della stazione dei carabinieri di Gela, Pasquale Saccone.
Sullo sfondo lappalto del servizio di raccolta e trattamento rifiuti
affidato dallallora sindaco di Gela Crocetta, appalto da 7 milioni e mezzo
5 DI 43

che, come ricostruisce nel suo dossier-denuncia lingegnere Sciascia e come


racconta sempre Centonove Crocetta modifica per spianare la strada al
consorzio di imprese capeggiato dalla Cosiam, oggi Econet srl.
Ce n per aprire, pur con tutte le cautele del caso, un fascicolo
conoscitivo. Spetter ai magistrati messinesi valutare se Sciascia racconta
fatti veri o cerca in qualche modo di delegittimare il presidente della Regione.
Se i suoi sono dati circonstanziati o mossi da spirito di vendetta. Dal giorno
della pubblicazione dellinchiesta nessuna conferma n smentita arrivata n
dalla Procura dello Stretto, n dalla Dia. Lunico a parlare stato lassessore
allEnergia Nicol Marino. Il 25 ottobre, a poche ore dalle anticipazioni svelate
dal settimanale messinese, lex pm nisseno si difende: "E' da tempo che questa
persona (Roberto Sciascia, ndr) ritiene di rassegnare le proprie doglianze
presso diverse autorit giudiziarie. Questa persona gi stata querelata dal
presidente Crocetta e da me quando rese alcune dichiarazioni al settimanale
Panorama e il procedimento pendente a Milano". Secondo Marino "l'azione di
pulizia che col presidente Crocetta stiamo portando avanti nei vari rami
dell'amministrazione e che ha anche coinvolto personaggi della politica
messinese d molto fastidio".
AGGIORNAMENTO: Secondo la Gazzetta del Sud di oggi, ieri pomeriggio
Crocetta si presentato dal procuratore capo di Messina Guido Lo Forte per
sporgere querela per calunnia nei confronti di Sciascia.

http://livesicilia.it/2013/11/26/crocetta-guerra-dossiersciascia_408097/

A MESSINA SI INDAGA SU CROCETTA E MARINO?


Sicilia TG, 25 ottobre 2013.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, indagato a Messina.
NE PARLA IL SETTIMANALE CENTONOVE IN UNA DETTAGLIATA INCHIESTA
FIRMATA DAL DIRETTORE, ENZO BASSO. LE AMICIZIE PERICOLOSE DEL
GOVERNATORE. LE INDAGINI DELLALLORA PM DI CALTANISSETTA,
NICOLO MARINO. IL RUOLO DELLEX VICE QUESTORE, NINO
MALAFARINA E DELLAVVOCATO STEFANO POLIZZOTTO.
La notizia arriva da Messina. Anche se annunciata da indiscrezioni, a scriverla,
per filo e per segno il settimanale Centonove diretto da Enzo Basso. Ed
proprio questultimo a firmare linchiesta che d il presidente della Regione,
Rosario Crocetta, indagato dalla Procura della Repubblica della Citt dello
Stretto.
Linchiesta che vede coinvolto il governatore dellIsola nasce da un espostodenuncia, che risale al dicembre del 2012, indirizzato allallora Procuratore
nazionale Antimafia, Piero Grasso, oggi presidente del Senato, eletto nelle file
del PD, lo stesso Partito di Crocetta.
6 DI 43

A firmare lesposto-denuncia lingegnere Roberto Sciascia, originario di Porto


Empedocle, piccolo centro a un tiro di schioppo da Agrigento. Sciascia
stato per anni delegato alla gestione dellufficio Ecologia del Comune di Gela.
Posto che ha lasciato, a quanto pare volontariamente, nel giugno del 2011.
Il protagonista di questa denuncia, leggiamo su centonove, parla di un
formidabile sceneggiatore degno di un premio letterario (a queste,
conclusioni, in effetti, siamo arrivati anche noi). Lingegnere di Porto
Empedocle
svela i
retroscena,
leggiamo
sempre
sul
settimanale,
dellattacco sferrato nel maggio del 2009 al magistrato etneo Carlo
Caponcello, in predicato per una nomina alla Dda Nazionale,
nemicogiurato del magistrato Nicol Marino.
Nellinchiesta si racconta che Marino, oggi assessore della Giunta
Crocetta, da magistrato in forza alla Dda di Caltanissetta, aveva
effettuato indagini proprio sul periodo in cui lattuale governatore
dellIsola era Sindaco di Gela. Nellinchiesta si racconta che lallora primo
cittadino della citt dellEni utilizzava cinque telefoni cellulari per non essere
intercettato (a differenza dellonorevole Riccardo Savona che, per non utilizzare
questo accorgimento alla Crocetta).
A un certo punto, leggiamo un passaggio dellinchiesta di Enzo Basso che ci
lascia di sasso:Roberto Sciascia ha fatto di pi. Ha indicato tutti gli
investigatori che hanno svolto un ruolo nelle indagini a carico di
Crocetta: il capo della sezione anticrimine di Caltanissetta, Giovanni
Giudice, cui Crocetta avrebbe chiesto la cortesia di arrestare almeno
per un giorno un politico ingegnere, col quale era entrato in contrasti
politici; il maresciallo delegato alle indagini su Crocetta dal Pm Marino,
Nicola Bulone; il comandante della stazione dei carabinieri di Gela,
Pasquale Saccone, che aveva coordinato l inchiesta sulla discarica e su
tutti i risvolti che avrebbero determinato un danno erariale stimato in
14 milioni di euro, del quale Sciascia ha fatto una documentata
denuncia alla Corte dei Conti regionale.
Una parte dellinchiesta di Centonove dedicata ai rifiuti. Lallora Sindaco
Crocetta, secondo il racconto dellingegnere Sciascia, interviene per difendere
un gruppo di societ di Gela, e fa modificare leggiamo sempre nellinchiesta
- il bando che prevede la categoria 6a requisito obbligatorio per la raccolta
differenziata, espressamente previsto dal decreto Ronchi.
Con questo passaggio viene meno lobbligo di iscrizione allAlbo nazionale
gestori rifiuti. Morale: la gara viene aggiudicata a un consorzio di imprese,
capeggiato dalla Cosiam, oggi Econet Srl.
Il battagliero ingegnere elenca tutte le anomalie dellappalto. E chiede una
commissione consiliare dinchiesta.
La commissione consiliare esamina a gli atti e arriva a conclusioni non certo
benevole verso lamministrazione comunale di Crocetta. C una censura per
linefficacia delle scelte politico-amminsitrative e la scelta, apparentemente
poco oculata, di dirigenti non di ruolo chiamati dal Sindaco a dirigere delicati
settori della vita amministrativa del Comune di Gela, con tutte le conseguenti
storture.
Nellinchiesta di Centonove si parla anche dellex vice questore, Nino
Malafarina, oggi parlamentare regionale del Megafono, e di Stefano Polizzotto,
7 DI 43

lavvocato prima designato alla Segreteria tecnica della presidenza della


Regione e poi destituito a seguito di unindagine dellAsp di Palermo. Se ne
volete sapere di pi, andatevi a leggere la bella e coraggiosa inchiesta
di Centonove. Nota a margine: una brutta storia nella quale a prescindere
dalla piega giudiziaria che prender tutti i protagonisti ne escono male. Anzi,
malissimo. Uno spaccato di quello che lItalia di oggi: un Paese dove i
poteri dello Stato si intersecano, aprendo scenari inquietanti.

http://www.cicerostudiolegale.it/rassegna-stampa/crocetta-emarino-indagati-a-messina/
L'AFFARE DEI RIFIUTI PER CONFINDUSTRIA

Ottobre 31, 2014 Scritto da Fabiola Foti

All'indomani della bocciatura della mozione di sfiducia a Crocetta, il risultato


era veramente prevedibile, vogliamo riprendere un articolo vecchio
esattamente un anno a firma di Giulio Ambrosetti. L'Articolo viene pubblicato
su La Voce di New York parla di affari, di Confindustria e dello scandalo rifiuti e
rimane sempre attuale. In Sicilia non esiste la cosiddetta raccolta differenziata
dei rifiuti. Quasi tutti i rifiuti, nellIsola, finiscono nelle discariche. In pratica,
finiscono sotto terra inquinando terreni e falde acquifere. Uno scandalo.
Chi che gestisce le discariche? In buona parte i privati. E sapete chi il
titolare della pi importante e grande discarica della Sicilia? Giuseppe
Catanzaro. S, proprio lui, il gi citato vice presidente di Confindustria Sicilia. E
sono proprio i gestori delle discariche private a vantare crediti stratosferici dai
Comuni siciliani. Comuni siciliani - questo detto per inciso - che, in
maggioranza sono, al pari della Regione siciliana, sono in dissesto finanziario
non dichiarato. In pratica - come i nostri lettori hanno gi capito Confindustria Sicilia, da cinque anni, fa parte del Governo della Regione
(controlla il settore delle attivit produttive che, in realt, non ci sono, perch
leconomia siciliana, tranne poche eccezioni, disastrata come, se non di pi,
della Regione siciliana) non per occuparsi dello sviluppo economico della Sicilia,
ma per restare abbarbicata alle risorse pubbliche della Regione. Il tutto, sotto
gli occhi distratti di Confindustria nazionale, che a Roma fa la voce grossa con
i Governi chiedendo misure per lo sviluppo, mentre in Sicilia non sembra
estranea al sottosviluppo. Il risultato una Regione al fallimento. Una Sicilia
Autonoma nella quale la maggiora parte dei Comuni, a fine ottobre, sono
8 DI 43

senza bilancio 2013 perch senza soldi. Tanto che gli stessi Comuni non
pagano i dipendenti pubblici, chi da un mese, chi da due mesi, chi da tre mesi.
Allo sfascio dei Comuni si somma lo sfascio della Regione che, ormai, anche se
ancora non lammette, sta per licenziare circa 80 mila precari. S, avete letto
bene: 80 mila! E non ha nemmeno i soldi per pagare i 24 mila operai della
Forestale. Disastri su disastri. E non ha i soldi per costituire un Fondi rischi
per fronteggiare 3 miliardi - s, avete letto bene: 3 miliardi di euro - di entrate
fittizie iscritte in bilancio.
Direte: e le societ di rating che fanno? Fanno finta di non vedere. Ragazzi:
non che si pu andare nella capitale mondiale della mafia e dire: questa
Regione un disastro, ha 3 miliardi di entrate di dubbia esigibilit. No, questo
affronto alla Sicilia non si fa. E in questo scenario da Regione fallita che arriva
la notizia dellinchiesta della magistratura di Messina sul presidente Crocetta.
Una storia brutta. Una vicenda che prende spunto da un esposto-denuncia, che
risale al dicembre del 2012, indirizzato all'allora Procuratore nazionale
Antimafia, Piero Grasso, oggi presidente del Senato, eletto nelle file del PD, lo
stesso Partito del governatore Crocetta. Lesposto firmato dall'ingegnere
Roberto Sciascia, originario di Porto Empedocle, piccolo centro a un tiro di
schioppo da Agrigento.
Lingegnere Sciascia stato, per anni, delegato alla gestione dell'ufficio
Ecologia del Comune di Gela. Posto che ha lasciato, a quanto pare
volontariamente, nel giugno del 2011. Che centra Gela? Centra, perch
Crocetta stato, per sette anni Sindaco di Gela. L'ingegnere Sciascia racconta i
retroscena "dell'attacco sferrato nel maggio del 2009 al magistrato etneo Carlo
Caponcello, in predicato per una nomina alla Dda Nazionale, 'nemico' giurato
del magistrato Nicol Marino". Nell'inchiesta si racconta che Marino, che oggi fa
parte, in qualit di assessore, del Governo regionale di Crocetta, da magistrato
in forza alla Dda di Caltanissetta, aveva effettuato indagini proprio sul periodo
in cui l'attuale governatore dell'Isola era Sindaco di Gela. Strani questi intrecci,
no? Nell'inchiesta si racconta che l'allora primo cittadino di Gela utilizzava
cinque telefoni cellulari per non essere intercettato. Leggiamo nellinchiesta
pubblicata dal settimanale Centonove: Roberto Sciascia ha indicato tutti gli
investigatori che hanno svolto un ruolo nelle indagini a carico di Crocetta: il
capo della sezione anticrimine di Caltanissetta, Giovanni Giudice, cui Crocetta
avrebbe chiesto la cortesia di arrestare 'almeno per un giorno' un
politicoingegnere, col quale era entrato in contrasti politici; il maresciallo
delegato alle indagini su Crocetta dal Pm Marino, Nicola Bulone; il comandante
della stazione dei carabinieri di Gela, Pasquale Saccone, che aveva coordinato
l' inchiesta sulla discarica e su tutti i risvolti che avrebbero determinato un
'danno erariale' stimato in 14 milioni di euro, del quale Sciascia ha fatto una
documentata denuncia alla Corte dei Conti regionale". Come potete leggere,
9 DI 43

torna la storia delle discariche. In questo caso, di una discarica. In pratica, gli
affari che ruotano attorno ai rifiuti.
L'allora Sindaco di Gela, Crocetta, stando al racconto dell'ingegnere Sciascia,
interviene per difendere un gruppo di societ. "E fa modificare - leggiamo
sempre nell'inchiesta di Centonove - il bando che prevede la categoria 6,
requisito obbligatorio per la raccolta differenziata, espressamente previsto dal
decreto Ronchi". Con questo passaggio viene meno l'obbligo di iscrizione
allAlbo nazionale gestori rifiuti.
Morale: la gara viene aggiudicata a un consorzio di imprese, capeggiato dalla
Cosiam, oggi Econet Srl. Il battagliero ingegnere del Comune di Gela elenca
tutte le anomalie dell'appalto. E chiede una commissione consiliare d'inchiesta.
La commissione consiliare esamina a gli atti e arriva a conclusioni non certo
benevole verso l'amministrazione comunale di Crocetta. C' una "censura per
linefficacia delle scelte politico-amministrative e la scelta, apparentemente
poco oculata, di dirigenti non di ruolo chiamati dal Sindaco a dirigere delicati
settori della vita amministrativa del Comune di Gela, con tutte le conseguenti
storture". Sulla vicenda si attende, adesso, la conferma dellinchiesta penale su
Crocetta. La magistratura deve dire se indagato o no. Direte: ma con tutto
quello che ha detto lingegnere Sciascia come fa il governatore Crocetta a non
essere indagato? A meno che lingegnere Sciascia non si sia inventato tutto. Si
inventato lappalto milionario aggiudicato al consorzio di imprese, capeggiato
dalla Cosiam, oggi Econet Srl? E un ingegnere direbbe una cosa cos grave
senza esserne certo? Anche la commissione del Comune di Gela avrebbe detto
cose false? La verit che, questa volta, un Professionista dellAntimafia
stato scoperto. La Giustizia italiana far il suo corso? O la vicenda verr
insabbiata? Ah, dimenticavamo: nel settore dei rifiuti, oltre agli interessi di
personaggi legati a Confindustria Sicilia, ci sono anche gli interessi della mafia.
Questo da sempre. ---La settimana scorsa Catanzaro stato audito dalla commissione regionale
antimafia che da settimane ha avviato una ricognizione sulla gestione dei rifiuti
in Sicilia per accertare eventuali responsabilit amministrative nella gestione
delle discariche. Catanzato da quanto si apprende ha spiegato che la sua
societ pratica il prezzo pi basso.
Ultima modifica ilVenerd, 31 Ottobre 2014 08:25
http://www.lurlo.info/vecchiosito/index.php/rubriche/inchieste/item/1042-l-affare-dei-rifiuti-per-confindustria

HTTP://NUOVAISOLADELLEFEMMINE.BLOGSPOT.IT/2014/12/BLOGPOST.HTML

10 DI 43

RIFIUTI IN SICILIA/ ANGELINI: UN COMITATO DAFFARI SI


SPARTITO INCARICHI E CONSULENZE
Giulio Ambrosetti
14 Jul 2015

La denuncia del docente universitario Aurelio Angelini: 200


milioni di euro per le bonifiche spariti senza bonificare nulla.
Oltre un miliardo di euro gestito con affidamenti diretti, senza
bandi pubblici. Per avere, alla fine, i rifiuti non raccolti per le
strade. Discariche quasi tutte fuori legge. Raccolta differenziata a
bassi livelli. I grillini attaccano l'Unione Europea che non 'vede' gli
imbrogli siciliani

Nei mesi scorsi, in occasione della formazione del terzo governo regionale di
Rosario Crocetta, un magistrato presso la Procura della Repubblica di Palermo,
Vania Contraffatto, stata chiamata, in qualit di assessore, ad occuparsi di
rifiuti. Sin dalle prime battute lassessore annunciava una svolta nella gestione di
11 DI 43

un settore che in Sicilia, nellanno di grazia 2015, ancora imperniato sulle


discariche, in buona parte private.
Ebbene, c stata questa svolta? A giudicare da quello che scrive Aurelio Angelini
sulla sua pagina facebook (come potete leggere qui), non solo la svolta
annunciata dallassessore Contraffatto non c stata, ma la situazione
peggiorata. Per il governo della Regione retto da Crocetta e per lassessore
Contraffatto la botta forte. Perch Aurelio Angelini nella vita fa il docente
universitario di Sociologia dellambiente e del territorio: in pratica, uno dei
massimi esperti in Sicilia in materia di raccolta e gestione dei rifiuti. Vediamo
cosa scrive il professore Angelini.
La partenza non annuncia nulla di buono: Rifiuti: siamo caduti nel baratro,
ovvero le principali dieci criticit e inghippi che rendono la gestione
inestricabile, per via di una matassa arruffata che sapientemente hanno messo in
piedi decisori politici e dirigenti: incapaci e corrotti.
Prima criticit. La Sicilia - scrive il docente universitario - l'unica regione
che non dispone di un Piano
Aurelio Angelini

ordinario

dei

rifiuti,

piano

previsto

dallarticolo 199 del decreto Legislativo n. 192


del 2006 e dallarticolo 9 della legge
regionale n. 9 del 2010. A questo punto Aurelio Angelino d la prima
notizia: il Piano ordinario dei rifiuti lo strumento principe per la
programmazione e

la gestione del

ciclo

della valorizzazione

industriale dei rifiuti e, per tale inadempienza, non potremo


utilizzare i fondi europei perch non disponiamo di questo
strumento. Insomma, sta per partire la Programmazione dei fondi europei
2014-2020. Ma la Sicilia, almeno per ci che riguarda i rifiuti, non potr
utilizzare queste risorse finanziarie.

12 DI 43

Seconda criticit. E pubblicato sul sito web del dipartimento Regionale dei
Rifiuti - scrive il docente universitario - un Piano di gestione di rifiuti urbani di
rango amministrativo emergenziale e relativo ai soli urbani senza Piano delle
bonifiche,

Piano

dei

rifiuti

speciali

speciali

pericolosi.

(http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStruttur
aRegionale/PIR_AssEnergia/PIR_Dipartimentodellacquaedeirifiuti/PIR_Piano
GestioneIntegratadeiRifiuti/Piano_di_gestione_03_07_2012.pdf

Questo

Piano emergenziale non stato mai emanato dal Commissario delegato e non
mai stato pubblicato in GURS (Gazzetta Ufficiale della Regione
Siciliana), procedure queste indispensabili per poter sostituire nellemanazione
del Piano, un organo costituzionale come la Regione e rendere pubblica, e
quindi, anche impugnabile, la vigenza di questo strumento. In pratica, siamo
davanti a una violazione di legge. Con metodi proditori si impedisce ai
cittadini di impugnare questo Piano davanti a un giudice.
Terza criticit. Circa duecento Piani di Raccolta Comunali - osserva
ancora il professore Angelini - sono stati presentati e approvati dal dipartimento
dei Rifiuti (il riferimento al dipartimento regionale dei Rifiuti ndr) senza avere
i requisiti stabiliti dalla legge regionale n. 3 del 2013. La stragrande
maggioranza delle 18 SRR, non hanno emanato il Piano di gestione dambito, al
quale dovevano attenersi gli ARO, per la redazione dei Piani di raccolta per una
gestione unitaria e integrata (lARO unistituzione giuridica non
prevista

dalla

legge

introdotta

surrettiziamente amministrativamente).
Vania Contraffatto

Questo passaggio merita un approfondimento.


In Sicilia sono stati istituiti gli ATO rifiuti,
Ambiti territoriali Ottimali, societ per azioni
costituite tra Comuni che sono state gestite dai
sindaci. Queste societ, tra assunzioni a ruota
13 DI 43

libera (circa 13 mila addetti assunti) e gestioni clientelari varie hanno


accumulato, in meno di un decennio, debiti pari a circa 1,8 miliardi di euro
(stima che forse in difetto). Debiti che, in buona parte, sono a carico dei
gestori privati dalle discariche, visto che in Sicilia, complice anche la mafia
dei colletti bianchi, come gi ricordato, il sistema rifiuti ancora oggi incentrato
sulle discariche.
A un certo punto gli ATO rifiuti sono stati posti in liquidazione. Ma i
problemi non sono finiti, se vero che i debiti sono passati da 1,4 miliardi di
qualche anno fa ai gi citati 1,8 miliardi di euro odierni. A questo punto
intervenuta la riforma, con listituzione delle SRR, sigla che sta per Societ di
Regolamentazione dei Rifiuti. Su questo fronte il professore Angelini ci d
unaltra notizia: le SRR non hanno emanato il Piano di gestione
dambito. A questo Piano di gestione dambito che non c avrebbero
dovuto attenersi gli ARO, sigla che sta per Ambiti di Raccolta
Ottimale. Gli ARO avrebbero dovuto redigere i Piani di raccolta per
una gestione unitaria e integrata. Peccato che gli ARO, come fa
notare il docente universitario, sono istituzioni giuridiche non
previste dalla legge, introdotte in modo surrettizio con atti
amministrativi (forse ci sarebbe voluta una legge?).
Difatti - prosegue sempre il docente universitario - la legge regionale n. 3
del 2013 dispone che i Comuni possono provvedere ai soli Piani di
raccolta che devono essere coerenti con il Piano dambito della SSR e
redatti in base agli obiettivi di legge della raccolta differenziata; ed
inoltre stabilisce che, per essere approvati dalla Regione, i Piani di
Raccolta, devono essere allineati al Piano dambito delle SRR e che
tali Piani, non devono comportare nuovi oneri. Ebbene - scrive sempre
il professore Angelini - nessun piano economico stato presentato
correttamente, in quanto non vengono indicati tutti i costi reali che i Comuni
dovranno sostenere per la gestione dei rifiuti: a) oneri per il Piano di raccolta; b)
14 DI 43

oneri pro-quota dei Comuni per la partecipazione obbligatoria alle SRR; c) oneri
pro-quota del debito delle Societ dambito in liquidazione di cui i Comuni sono
soci (il riferimento agli ATO rifiuti). Queste tre voci concorrono a stabilire il
costo complessivo su cui il Comune dovr stabilire la TARSU/TIA/TARI, a cui va
aggiunto il successivo quanto previsto dal DL 78/2015, vedi punto 10.
I Comuni, insomma, non hanno fatto chiarezza. E la Regione siciliana ancora
meno chiara dei Comuni. Peccato che questa mancanza di chiarezza riguardi il
calcolo della TARI, la Tassa sullimmondizia che, in Sicilia, in media, tra le pi
alte dItalia! Poi il professore Angelini ci dice che, da ventanni, la realizzazione
degli impianti pubblici per la gestione dei rifiuti sono bloccati: e infatti in Sicilia,
come gi ricordato, si va avanti con le discariche private e con una risibile
percentuale di raccolta differenziata (chiss perch: magari c di mezzo la
mafia? ma va!).
Quarta criticit. Il sistema pubblico bloccato - da due decenni - per la
realizzazione degli impianti pubblici necessari alla gestione dei rifiuti e le
richieste di autorizzazione dei privati, il sistema autorizzatorio non risponde, con
le sole eccezioni raccontate dalla cronaca giudiziaria.
Per ci che riguarda le autorizzazioni per avviare gli impianti, insomma, Angelini
accenna alla cronaca giudiziaria: chiarissimo il riferimento a uninchiesta che
coinvolge i titolari di discariche private e dipendenti pubblici che intascavano
tangenti in cambio di autorizzazioni.
Quinta criticit. Il 90% circa dei rifiuti finisce in discarica", per la precisione, in
discariche

"per

lo

pi

non

conformi

alla

legge",

che "vengono

autorizzate attraverso discutibili ordinanze emergenziali, ad abbancare' fuori


'colmatura' e nonostante ci, per la mancata programmazione e realizzazione
dell'impiantistica, tra pochi mesi il caos riguarder tutta la Sicilia. In pratica,
spiega il docente universitario, il 90 per cento dei rifiuti della Sicilia finisce nelle
discariche. Le discariche sono quasi tutte fuori legge e vengo autorizzate nel
nome dellemergenza: emergenza che consente, spesso, di aggirare le leggi. I
15 DI 43

rifiuti vengono abbancati, cio sotterrati, fuori colmatura: in pratica, si


sotterrano pi rifiuti di quanto una discarica ne potrebbe contenere. Uno
scenario che, tra qualche mese, a detta del docente, getter la Sicilia nel caos.
Sesta criticit. Almeno 200 milioni di euro - sottolinea il docente universitario sono stati spesi per le bonifiche delle discariche abbandonate che incombono sui
corpi idrici dellIsola (circa 1000 discariche) e nessuna di queste stata mai
bonificata, ma nel contempo un comitato daffari si spartito incarichi e
consulenze. Con eleganza, il professore Angelini ci dice - e lo dice anche a un
magistrato, la dottoressa Vania Contraffatto, oggi, come gi ricordato, assessore
regionale del governo Crocetta con delega alla gestione dei rifiuti - che si sono
fottuti 200 milioni di euro: i soldi, infatti, sono spariti, ma le discariche non
sono state bonificate. Queste discariche non bonificate rischiano di inquinare
alcune falde idriche della Sicilia. Il tutto mentre un comitato daffari si spartito
incarichi e consulenze.
Settima criticit. Pi di un miliardo di euro - scrive sempre il docente
universitario - stato sprecato dai regimi commissariali: rifiuti, acque e dissesto
idrogeologico. I vari responsabili hanno fatto sfolgoranti carriere e acquisito
pensioni doro, ma i risultati sono: il dissesto del territorio che si accentuato; i
rifiuti che ci sommergono e siamo pure in procedura dinfrazione per la mancata
depurazione delle acque. In Sicilia si abbonda con i commissariamenti nel nome
dellemergenza. E quando ci sono le emergenze le leggi vengono travolte e gli
appalti vengono affidati senza ricorso ad evidenza pubblica. E quello che, da
anni, denuncia lex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, sia per la gestione
dei rifiuti, sia per la gestione dellacqua. In pratica, appalti per centinaia di
milioni di euro affidati senza gara pubblica. Risultato, come osserva il professore
Angelini: rifiuti non raccolti nelle strade della Sicilia, soldi spariti e dirigenti
pubblici arricchiti.
Ottava criticit. Qui il professore Angelini spiega come, tra qualche anno, gli
ignari cittadini siciliani verranno chiamati a pagare con un aumento delle tasse
16 DI 43

le ruberie andate in scena in questo settore: La situazione debitoria delle


Societ dambito (cio dei gi citato ATO rifiuti ndr), in cui operano dodicimila
dipendenti - il doppio di quelli necessari - a Giugno 2015 ha raggiunto 1,3
miliardi di euro (in realt, come gi ricordato, la stima del professore Angelini
potrebbe essere in difetto: tanto che si parla di un indebitamento pari a 1,8
miliardi di euro ndr). I Comuni dovranno assumere attraverso gli ARO il doppio
del personale necessario, ripianare la situazione debitoria pro-quota, oltre a
contribuire ai servizi delle SRR e ai costi dei Piani di raccolta (nella migliore
delle ipotesi i costi per i cittadini contribuenti verranno raddoppiati). Insomma:
i siciliani non solo pagano lIMU e lIRPEF e lIRAP pi salate dItalia, ma tra
qualche anno, grazie alla Malasignoria che imperversa nel mondo dei rifiuti
siciliani, pagheranno una TARI (che gi tra le pi alte dItalia) raddoppiata!
Nona criticit. Il 50% delle cartelle esattoriali per i rifiuti - scrive il professore
Angelini - non vengono pagate (evasione al 52%); chi paga si fa carico due volte,
in quanto gli evasori gravano sul bilancio del Comune e sulla fiscalit generale.
Decima criticit. A partire da questanno - scrive sempre il docente universitario
- tra le componenti di costo della tassa sui rifiuti vanno considerati anche i
mancati ricavi della stessa tassa sui rifiuti, relativi a crediti risultati inesigibili
con riferimento ai precedenti regimi. Lo stabilisce il Decreto legislativo n. 78 del
2015, in vigore dal 20 giugno 2015. In pratica, siamo davanti a un altro regalo
del governo Renzi: i crediti risultati inesigibili verranno caricati sul groppone
dei cittadini siciliani che possono pagare, in stile Troika...
Sui disastri in materia di gestione dei rifiuti in Sicilia - e sulle responsabilit della
Commissione Europea Claudia Mannino

intervengono

leuroparlamentare

del

Movimento 5 Stelle eletto in Sicilia, Ignazio


Corrao, e la parlamentare nazionale, sempre del
Movimento 5 Stelle, Claudia Mannino. "La Commissione Europea in risposta ad
17 DI 43

una nostra interrogazione - scrivono i due parlamentari - finalmente cala il velo


di ipocrisia che fino ad oggi ha tenuto nei confronti della situazione delle
discariche in Italia, ed in particolare in Sicilia, adeguandosi all'interpretazione
univoca della normativa europea fornita dalla Corte di Giustizia dell'Unione
Europea lo scorso ottobre con la sentenza sulla discarica di Malagrotta in Lazio.
Insomma, dicono i due parlamentari, per non disturbare i manovratori a
Bruxelles, fino ad oggi, hanno fatto finta di non vedere quello che succede in
Italia e, soprattutto, in Sicilia. Ad oggi, nonostante le nostre plurime denunce sottolineano i deputati - non comprendevamo per quale motivo la Commissione
Europea facesse finta di non vedere che la situazione condannata dalla Corte la
stessa in moltissime altre realt sparse per l'Italia. E di certo la Commissione,
garante dell'attuazione della normativa europea, non pu permettersi un
comportamento differente per situazioni analoghe. Abbiamo chiesto alla
Commissione

Europea

con

una

interrogazione

urgente

di

avviare

immediatamente una procedura nei confronti dell'Italia per costringere la Sicilia


ad interventi tempestivi con un cronoprogramma definito e pubblico. Lo stesso
governo regionale ha ammesso che solo il 40% dei rifiuti siciliani ha un
trattamento secondo legge, il resto finisce in discarica con enormi danni
ambientali e connessi costi per la collettivit. Anche alla luce di ci - concludono
i portavoce M5S - la Commissione dovr inoltre spiegare perch nonostante la
nostra denuncia del febbraio 2015, finora non intervenuta".

http://www.lavocedinewyork.com/Rifiuti-in-Sicilia-Angelini-Un-comitato-d-affarisi-e-spartito-incarichi-e-consulenze-/d/13260/

LEGGE 9 gennaio 2013, n. 3. Modifiche alla legge regionale 8 aprile


2010, n. 9, in materia di gestione integrata dei rifiuti
LEGGE 9 gennaio 2013, n. 3. Modifiche alla legge regionale 8 aprile 2010, n. 9,
in materia di gestione integrata dei rifiuti.
18 DI 43

REGIONE SICILIANA LASSEMBLEA REGIONALE HA APPROVATO


PRESIDENTE DELLA REGIONE PROMULGA la seguente legge:

IL

Art. 1. Modifiche alla legge regionale n. 9/2010 in materia di affidamento del


servizio di gestione integrata dei rifiuti. Proroga di termini.
1. Allarticolo 4, comma 2, lettera a), della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9,
dopo le parole dalle S.R.R. sono aggiunte le parole o dai soggetti indicati al
comma 2 ter dellarticolo 5.
2. Allarticolo 5 della legge regionale n. 9/2010, dopo il comma
2 bis inserito il seguente:
2 ter. Nel territorio di ogni ambito individuato ai sensi dei commi precedenti,
nel rispetto del comma 28 dellarticolo 14 del decreto legge 31 maggio 2010,
n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, sostituito
dallarticolo 19, comma 1, lettera b), del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95,
convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, i Comuni, in
forma singola o associata, secondo le modalit consentite dal decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e senza oneri aggiuntivi per la finanza
pubblica, previa redazione di un piano di intervento, con relativo capitolato
doneri e quadro economico di spesa, coerente al Piano dambito e approvato
dallAssessorato regionale dellenergia e dei servizi di pubblica utilit,
Dipartimento regionale dellacqua e dei rifiuti, possono procedere
allaffidamento, allorganizzazione e alla gestione del servizio di spazzamento,
raccolta e trasporto dei rifiuti. LAssessorato, che verifica il rispetto dei principi
di differenziazione, adeguatezza ed efficienza tenendo conto delle
caratteristiche dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto di tutti i rifiuti
urbani e assimilati, deve pronunciarsi entro e non oltre il termine di sessanta
giorni dalla ricezione del piano di intervento. Leventuale richiesta di documenti
di integrazione deve intervenire nel rispetto del predetto termine.
I piani di intervento approvati sono recepiti allinterno del Piano regionale di
gestione dei rifiuti entro novanta giorni dalla data di approvazione da parte
dellAssessorato regionale dellenergia e dei servizi di pubblica utilit..
3. Allarticolo 8, comma 1, della legge regionale n. 9/2010, dopo le parole La
S.R.R. sono inserite le seguenti: ,salvo quanto previsto dal comma 2 ter
dellarticolo 5,.
4. Allarticolo 15 della legge regionale n. 9/2010, dopo il comma 1 sono inseriti
i seguenti: 1 bis. Nei casi previsti dal comma 2 ter dellarticolo 5 resta fermo
che la stipula e la sottoscrizione del contratto dappalto relativo ai singoli
comuni hanno luogo fra lappaltatore e la singola amministrazione comunale,
che provvede direttamente al pagamento delle prestazioni ricevute e verifica
lesatto adempimento del contratto. 1 ter. In sede di affidamento del servizio
mediante procedura di evidenza pubblica, trova applicazione quanto previsto
dal comma 2 dellarticolo 3 bis del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138,
convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148..
19 DI 43

5. Allarticolo 16, comma 2, della legge regionale n. 9/2010, le parole la S.R.R.


definisce sono sostituite dalle parole la S.R.R., o i soggetti di cui al comma 2
ter dellarticolo 5, definiscono.
6. Allarticolo 18 della legge regionale n. 9/2010, dopo il comma 5 bis sono
inseriti i seguenti: 5 ter. Relativamente agli impianti di cui al comma 1 sono
assegnate, altres, allAssessorato regionale dellenergia e dei servizi di
pubblica utilit le competenze di rilascio dellautorizzazione integrata
ambientale di cui allarticolo 29 ter e seguenti del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, esclusivamente per le opere previste al punto 5 dellallegato VIII
alla parte seconda del decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche
ed integrazioni. 5 quater. La risoluzione dei conflitti tra i soggetti pubblici
coinvolti nella gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati pu
avvenire, fermo restando il ricorso agli ordinari rimedi giurisdizionali, in via
amministrativa mediante lattivazione di un procedimento ad istanza dellente
che ne abbia interesse. Listanza diretta al dirigente generale del
Dipartimento regionale dellacqua e dei rifiuti che, sentite le parti ed assicurato
il contraddittorio, nel termine di novanta giorni emette un proprio decreto
risolutivo del conflitto. Avverso la decisione del dirigente generale del
Dipartimento regionale dellacqua e dei rifiuti sono esperibili gli ordinari rimedi
giurisdizionali..
7. Allarticolo 19, comma 1, della legge regionale n. 9/2010, le parole 30
giugno 2012 sono sostituite dalle seguenti: 30 giugno 2013. 8. Allarticolo 19,
comma 2, della legge regionale n. 9/2010, le parole 30 giugno 2012 sono
sostituite dalle seguenti: 30 giugno 2013. 9. Allarticolo 19, comma 2 bis,
della legge regionale n. 9/2010, sono apportate le seguenti modifiche: a) le
parole il 30 settembre 2012 sono sostituite dalle seguenti: il 30 settembre
2013; b) le parole il 31 dicembre 2012 sono sostituite dalle seguenti: il 31
dicembre 2013.
10. Allarticolo 19 della legge regionale n. 9/2010, il comma 12 sostituito dal
seguente: 12. Fino allinizio della gestione da parte dei soggetti individuati ai
sensi dellarticolo 15, e comunque non oltre il 30 settembre 2013, i soggetti gi
deputati alla gestione integrata del ciclo dei rifiuti, o comunque nella stessa
coinvolti, continuano a svolgere le competenze loro attualmente attribuite..
Art. 2. Disposizioni finali
1. La presente legge sar pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione
siciliana ed entrer in vigore il giorno stesso della pubblicazione.
2. fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come
legge della Regione. Palermo, 9 gennaio 2013.
CROCETTA Assessore regionale per lenergia e per i servizi di pubblica utilit
MARINO
20 DI 43

NOTE Avvertenza: Il testo delle note di seguito pubblicate stato redatto ai


sensi dellart. 10, commi 2 e 3, del testo unico approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare
la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali operato il rinvio.
Restano invariati il valore e lefficacia degli atti legislativi trascritti, secondo le
relative fonti. Le modifiche sono evidenziate in corsivo.
Nota allEpigrafe: La legge regionale 8 aprile 2010, n. 9, recante Gestione
integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati. pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale della Regione siciliana del 12 aprile 2010, n. 18. Nota allart. 1,
comma 1: Larticolo 4 della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9, recante
Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati., per effetto delle
modifiche apportate dal comma che si annota, risulta il seguente:
Competenze dei comuni.
1. I comuni esercitano le funzioni di cui allarticolo 198 del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, anche provvedendo, nellambito della propria competenza,
alle finalit di cui al comma 2.
2. Ai sensi del comma 1 i comuni:
a) stipulano il contratto di appalto per laffidamento del servizio di gestione
integrata dei rifiuti, relativamente al territorio di ogni singolo comune, con i
soggetti individuati con le modalit di cui allarticolo 15 dalle S.R.R. o dai
soggetti indicati al comma 2 ter dellarticolo 5;
b) assicurano il controllo del pieno adempimento dellesecuzione del contratto
di servizio nel territorio comunale;
c) provvedono al pagamento del corrispettivo per lespletamento del servizio di
gestione integrata dei rifiuti nel territorio comunale, assicurando lintegrale
copertura dei relativi costi, congruamente definendo a tal fine, sino
allemanazione del regolamento ministeriale di cui allarticolo 238 del decreto
legislativo n. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni, la tariffa
digiene ambientale (TIA) di cui allarticolo 49 del decreto legislativo 5 febbraio
1997, n. 22 o la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU),
ovvero prevedendo nei propri bilanci le risorse necessarie e vincolandole a
dette finalit;
d) provvedono, altres, alladozione della delibera di cui allarticolo 159, comma
2, lettera c), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, vincolando le
somme destinate al servizio di gestione integrata dei rifiuti e garantendo il
permanere del vincolo di impignorabilit, mediante pagamenti in ordine
cronologico;
e) adottano, ove necessario, la delibera di cui allarticolo 194, comma 1, lettere
b) e c), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, avviando la
conseguente azione di responsabilit nei confronti degli amministratori delle
S.R.R ;
f) adottano il regolamento comunale per la raccolta differenziata in conformit
alle linee guida allegate al piano regionale di gestione dei rifiuti ed al piano
dambito;
21 DI 43

g) adottano per quanto di competenza disposizioni per la tutela igienicosanitaria nella gestione dei rifiuti;
h) provvedono allabbattimento delle barriere architettoniche nel conferimento
dei rifiuti;
i) esercitano le funzioni atte a garantire la raccolta delle diverse frazioni di
rifiuti urbani e prescrivono le disposizioni per la corretta gestione dei rifiuti
urbani pericolosi e dei rifiuti cimiteriali;
j) emanano le ordinanze per lottimizzazione delle forme di conferimento,
raccolta e trasporto dei rifiuti primari di imballaggio e la relativa fissazione di
obiettivi di qualit;
k) regolamentano, per quantit e qualit, i rifiuti speciali non pericolosi
assimilabili ai rifiuti urbani ai fini della raccolta e dello smaltimento sulla base
dei criteri fissati dalle norme vigenti, ove non disciplinati dalla Regione;
l) prevedono, di concerto con la Regione, le province e le S.R.R., allinterno
degli strumenti di pianificazione urbanistica, le infrastrutture e la logistica
necessaria per la raccolta differenziata, anche per la separazione secco umido,
e per lo smaltimento, riciclo e riuso dei rifiuti;
m) promuovono attivit educative, formative e di comunicazione ambientale a
sostegno della raccolta differenziata; a tal fine possono stipulare accordi e
convenzioni con altri comuni per ottimizzare la stessa raccolta differenziata nel
contenimento dei costi e nella tutela ambientale;
n) verificano lo stato di attuazione della raccolta differenziata e la qualit del
servizio erogato dal soggetto gestore anche attraverso un comitato
indipendente costituito da rappresentanti delle associazioni ambientaliste, dei
consumatori e di comitati civici. 2-bis. I comuni che hanno avviato la raccolta
differenziata porta a porta utilizzando forza lavoro del servizio civico sono
autorizzati a proseguire utilizzando contributi per il sostegno al reddito.
3. I comuni rappresentanti almeno il dieci per cento delle quote di
partecipazione alla S.R.R. possono promuovere la valutazione, da parte
dellAssessorato regionale dellenergia e dei rifiuti, dei costi stimati nel piano
dambito per lespletamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti.
LAssessorato medesimo assume le proprie determinazioni entro sessanta
giorni dalla richiesta, prorogabili una sola volta per ulteriori sessanta giorni,
ove necessario per esigenze istruttorie. Trascorsi i predetti termini, i costi del
servizio si intendono definitivamente assentiti, fatta salva la facolt di
impugnazione per le singole amministrazioni comunali.
4. Il sindaco adotta le ordinanze di cui agli articoli 191 e 192 del decreto
legislativo 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni, per tutti gli
interventi che ricadano nellambito del territorio comunale. 5. Nellambito del
proprio territorio, ciascun comune esercita il controllo sulla qualit e
leconomicit del servizio espletato per la gestione integrata dei rifiuti,
attivando, di concerto con la S.R.R. e con il gestore del servizio, tutte le misure
necessarie ad assicurare lefficienza e lefficacia del servizio e lequilibrio
economico e finanziario della gestione..

22 DI 43

Note allart. 1, comma 2: Larticolo 5 della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9,


recante Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati., per effetto
delle modifiche apportate dal comma che si annota, risulta il seguente: Ambiti
territoriali ottimali per la gestione integrata dei rifiuti.
1. Sulla base delle esigenze di efficacia, efficienza ed economicit di cui
allarticolo 200, comma 1, lettera f), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, ed in attuazione dei principi di coordinamento della finanza pubblica di cui
ai commi 33 e 38 dellarticolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, nonch
al fine di consentire il sollecito avvio dellassetto organizzativo derivante
dallapplicazione della presente legge, sono confermati gli Ambiti territoriali
ottimali costituiti in applicazione dellarticolo 45 della legge regionale 8 febbraio
2007, n. 2, quali identificati nel D.P.Reg. 20 maggio 2008, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana 6 giugno 2008, n. 25.
Essi sono i seguenti:
a) ATO 1 - Palermo; b) ATO 2 - Catania; c) ATO 3 - Messina; d) ATO 4 Agrigento; e) ATO 5 - Caltanissetta; f) ATO 6 - Enna; g) ATO 7 - Ragusa; h)
ATO 8 - Siracusa; i) ATO 9 - Trapani; l) ATO 10 - Isole Minori.
2. Il piano regionale di gestione dei rifiuti, comunicato ai comuni ed alle
province interessate, costituisce, sulla base di un dettagliato studio sul punto,
la sede per il riscontro delladeguatezza della nuova delimitazione degli ATO
rispetto agli obiettivi generali del piano stesso. Il numero complessivo degli
ATO non pu comunque eccedere quello di cui al comma 1, fatte salve le
previsioni di cui al terzo periodo dellarticolo 3-bis del decreto legge 13 agosto
2011, n. 138, introdotto dallarticolo 25, comma 1, lett. a) del decreto legge 24
gennaio 2012, n. 1 convertito con modificazioni dalla legge 24 marzo 2012, n.
27.
2-bis. I comuni possono presentare allAmministrazione regionale, ai sensi del
citato articolo 3-bis ed entro il 31 maggio 2012, la proposta di
individuazione di specifici bacini territoriali di dimensione diversa da quella
provinciale, purch la proposta sia motivata sulla base di criteri di
differenziazione territoriale, socio economica, nonch attinenti alle
caratteristiche del servizio. La Giunta regionale, entro i successivi 30 giorni,
presenta alla Commissione legislativa competente dellAssemblea regionale
siciliana, che esprime il proprio parere entro i successivi 15 giorni, il piano di
individuazione degli ambiti territoriali di dimensione diversa da quella
provinciale, secondo le indicazioni del suddetto articolo 3-bis, e comunque per
un numero non superiore al limite dell80 per cento della determinazione di cui
al comma 1. La Giunta regionale entro i successivi 15 giorni individua nel
rispetto del superiore limite gli specifici bacini territoriali di dimensione diversa
da quella provinciale.
2 ter. Nel territorio di ogni ambito individuato ai sensi dei commi precedenti,
nel rispetto del comma 28 dellarticolo 14 del decreto legge 31 maggio 2010,
n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, sostituito
dallarticolo 19 comma 1 lettera b) del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95,
23 DI 43

convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, i Comuni, in


forma singola o associata, secondo le modalit consentite dal decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e senza oneri aggiuntivi per la finanza
pubblica, previa redazione di un piano di intervento, con relativo capitolato
doneri e quadro economico di spesa, coerente al Piano dambito e approvato
dallAssessorato regionale dellenergia e dei servizi di pubblica utilit,
Dipartimento regionale dellacqua e dei rifiuti, possono procedere
allaffidamento, allorganizzazione e alla gestione del servizio di spazzamento,
raccolta e trasporto dei rifiuti. LAssessorato, che verifica il rispetto dei principi
di differenziazione, adeguatezza ed efficienza tenendo conto delle
caratteristiche dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto di tutti i rifiuti
urbani e assimilati, deve pronunciarsi entro e non oltre il termine di sessanta
giorni dalla ricezione del piano di intervento. Leventuale richiesta di documenti
di integrazione deve intervenire nel rispetto del predetto termine. I piani di
intervento approvati sono recepiti allinterno del Piano regionale di gestione dei
rifiuti entro novanta giorni dalla data di approvazione da parte dellAssessorato
regionale dellenergia e dei servizi di pubblica utilit.
3. I singoli comuni appartenenti allATO, entro trenta giorni dalla
comunicazione di cui al comma 2, possono richiedere il passaggio ad un
diverso ATO, secondo quanto previsto dallarticolo 200, comma 6, del decreto
legislativo n. 152/2006. Il passaggio disposto mediante decreto
dellAssessore regionale per lenergia ed i servizi di pubblica utilit, previa
istruttoria da parte del competente dipartimento ed adottato entro
centottanta giorni dalla presentazione della richiesta, che si intende assentita
nel caso di infruttuoso decorso del termine..
Nota allart. 1, comma 3: Larticolo 8 della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9,
recante Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati., per effetto
delle modifiche apportate dal comma che si annota, risulta il seguente:
Funzioni delle societ per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti.
1. La S.R.R., salvo quanto previsto dal comma 2 ter dellarticolo 5, esercita le
funzioni previste dagli articoli 200, 202, 203 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, e provvede allespleta mento delle procedure per lindividuazione
del gestore del servizio integrato di gestione dei rifiuti, con le modalit di cui
allarticolo 15.
2. La S.R.R. esercita attivit di controllo finalizzata alla verifica del
raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi determinati nei contratti
a risultato di affidamento del servizio con i gestori. La verifica comprende
laccertamento
della
realizzazione
degli
investimenti
e
dellutilizzo
dellimpiantistica indicata nel contratto e nel piano dambito, eventualmente
intervenendo in caso di qualsiasi evento che ne impedisca lutilizzo, e del
rispetto dei diritti degli utenti, per i quali deve comunque essere istituito un
apposito call-center senza oneri aggiuntivi per la S.R.R.

24 DI 43

3. La S.R.R. tenuta alla trasmissione dei dati relativi alla gestione dei rifiuti
con le modalit indicate dalla Regione nonch a fornire alla Regione ed alla
provincia tutte le informazioni da esse richieste.
4. La S.R.R. attua attivit di informazione e sensibilizzazione degli utenti
funzionali ai tipi di raccolta attivati, in relazione alle modalit di gestione dei
rifiuti ed agli impianti di recupero e smaltimento in esercizio nel proprio
territorio.
5. Qualora nel piano regionale di gestione dei rifiuti siano previsti attivit ed
impianti commisurati a bacini di utenza che coinvolgano pi ATO, le relative
S.R.R. possono concludere accordi per la programmazione, lorganizzazione, la
realizzazione e la gestione degli stessi..
Nota allart. 1, comma 4: Larticolo 15 della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9,
recante Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati., per effetto
delle modifiche apportate dal comma che si annota, risulta il seguente:
Disciplina dellaffidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti.
1. Fatta salva la disciplina transitoria di cui allarticolo 19, il servizio di gestione
integrata dei rifiuti affidato dalle S.R.R. in nome e per conto dei comuni
consorziati, secondo le modalit previste dallarticolo 202 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e secondo quanto stabilito dalla normativa
comunitaria. Le stesse societ, avvalendosi dellUfficio regionale per
lespletamento di gare per lappalto di lavori pubblici, possono individuare, sulla
base del piano dambito e nel rispetto dellarticolo 23-bis del decreto legge 25
giugno 2008, n. 112, convertito con modifiche dalla legge 6 agosto 2008, n.
133 e successive modifiche ed integrazioni, il soggetto incaricato di svolgere la
gestione del servizio per i comuni consorziati, stipulando e sottoscrivendo con
lo stesso un contratto normativo che disciplina le modalit di affidamento, di
sospensione e di risoluzione ad opera dei singoli comuni della parte di servizio
relativa al territorio dei comuni stessi. La stipula e la sottoscrizione del
contratto dappalto relativo ai singoli comuni compresi nella S.R.R. hanno luogo
fra lappaltatore e la singola amministrazione comunale, che provvede
direttamente al pagamento delle prestazioni ricevute e verifica lesatto
adempimento del contratto.
1 bis. Nei casi previsti dal comma 2 ter dellarticolo 5 resta fermo che la stipula
e la sottoscrizione del contratto dappalto relativo ai singoli comuni hanno
luogo fra lappaltatore e la singola amministrazione comunale, che provvede
direttamente al pagamento delle prestazioni ricevute e verifica lesatto
adempimento del contratto.
1 ter. In sede di affidamento del servizio mediante procedura di evidenza
pubblica, trova applicazione quanto previsto dal comma 2 dellarticolo 3 bis del
decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 convertito con modificazioni dalla legge
14 settembre 2011, n. 148.
25 DI 43

2. Al completamento del primo triennio di affidamento, e successivamente con


cadenza triennale, la S.R.R., anche su segnalazione di singoli comuni, procede
alla verifica della congruit dei prezzi rispetto alle condizioni di mercato
applicate a parit di prestazioni. Nel caso sia accertato che, a livello nazionale
o regionale, il costo medio applicato a parit di prestazioni, sia inferiore per
non meno del 5 per cento rispetto a quello praticato dal gestore, i comuni fino
allaffidamento del nuovo appalto con le modalit di cui al comma 1 possono
recedere dal contratto di appalto e provvedere ad unautonoma organizzazione
del servizio sul proprio territorio, salvo che laffidatario dellappalto non dichiari
la propria disponibilit ad adeguare il corrispettivo alle sopravvenute condizioni
finanziarie.
3. Nei casi di cui al comma 2, laffidamento da parte dei singoli comuni
effettuato a condizione che:
a) garantiscano il raggiungimento dei medesimi risultati del servizio e livelli di
raccolta differenziata, in quantit e qualit, previsti nel piano dambito;
b) utilizzino il personale a qualsiasi titolo trasferito alle societ ed ai consorzi
dambito esistenti alla data di approvazione della presente legge,
corrispondendo alla S.R.R. i relativi oneri;
c) mantengano a proprio carico la quota parte dei costi generali gravanti sulla
S.R.R. per la gestione del medesimo servizio nellintero ATO.
4. Fino allapprovazione della tariffa integrata ambientale, di cui allarticolo 238
del decreto legislativo n. 152/2006, al fine di assicurare lappropriata copertura
dei costi del servizio di gestione integrata dei rifiuti, la S.R.R. indica uno
standard medio di riferimento per la tariffa di igiene ambientale o per la tassa
per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani per i comuni compresi negli Ambiti
Territoriali Ottimali. Nella indicazione dello standard si tiene conto del livello di
effettiva riscossione dellultimo triennio solare. I comuni possono adeguare la
TIA o la TARSU allo standard, fermo restando che, nel caso in cui si determini
uno scostamento rispetto a quanto necessario a garantire la corretta gestione
del servizio, sono comunque tenuti a individuare nel proprio bilancio le risorse
finanziarie ulteriori rispetto a quelle provenienti dalla tariffa o dalla tassa,
vincolandole alla copertura dei costi derivanti dal servizio di gestione integrata
dei rifiuti.
4-bis. La Giunta regionale autorizzata a definire e organizzare un sistema
unitario, su base regionale, per la riscossione delle entrate per i servizi
connessi alla gestione integrata dei rifiuti..
Nota allart. 1, comma 5: Larticolo 16 della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9,
recante Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati., per effetto
delle modifiche apportate dal comma che si annota, risulta il seguente:
Capitolato generale della gestione integrata dei rifiuti.
1. Nel rispetto delle linee guida di cui allarticolo 195 del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, al fine di uniformare nel territorio della Regione il servizio
di gestione integrata dei rifiuti, sia relativamente agli affidamenti, alle gestioni
26 DI 43

dirette ed alle concessioni esistenti oltrech in ordine a quelli futuri, il


Presidente della Regione entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore
della presente legge, con proprio decreto emana un capitolato generale della
gestione integrata dei rifiuti in Sicilia e lo schema di un contratto a risultato per
il conseguimento delle percentuali di raccolta differenziata stabilite dallarticolo
9, comma 4, lettera a). Entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto sono
adeguati, anche in variante al contratto principale, i capitolati speciali di
appalto e i contratti di servizio in essere tra le societ, i consorzi dambito e i
comuni.
2. Ai fini dellaffidamento della gestione di cui allarticolo 15, la S.R.R., o i
soggetti di cui al comma 2 ter dellarticolo 5, definiscono altres un capitolato
speciale dappalto in ragione delle specificit del territorio interessato e delle
caratteristiche previste per la gestione stessa..
Nota allart. 1, comma 6: Larticolo 18 della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9,
recante Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati., per effetto
delle modifiche apportate dal comma che si annota, risulta il seguente:
Accelerazione delle procedure autorizzative.
1. Ai fini della pi celere attivazione degli impianti necessari alla gestione
integrata dei rifiuti, incluse le discariche, il dipartimento competente
dellAssessorato regionale dellenergia e dei servizi di pubblica utilit adotta le
procedure di cui allarticolo 208 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e
individua, per ciascuna istanza di approvazione o autorizzazione, un
responsabile unico del procedimento.
2. Entro quindici giorni dallacquisizione dellistanza, il responsabile del
procedimento richiede a tutti i soggetti competenti il proprio parere motivato,
da esprimere entro e non oltre tre mesi dalla richiesta. Trascorso
infruttuosamente il predetto termine, il parere si intende favorevolmente reso.
3. Il responsabile del procedimento convoca la conferenza di servizi che deve
concludere listruttoria entro centocinquanta giorni dalla presentazione della
relativa istanza con un parere unico motivato, di assenso o diniego.
4. Le conclusioni della conferenza di servizi sono valide se adottate a
maggioranza dei componenti.
5. Il provvedimento finale rilasciato dal competente dipartimento
dellAssessorato regionale dellenergia e dei servizi di pubblica utilit e
sostituisce ogni altra approvazione e/o autorizzazione di legge, fatte salve
quelle di competenza statale.
5-bis. Qualora non vengano rispettati i termini di cui ai commi 2 e 3, trova
applicazione il comma 4-quater dellarticolo 2 della legge regionale 5 aprile
2011, n. 5.
27 DI 43

5 ter. Relativamente agli impianti di cui al comma 1 sono assegnate, altres,


allAssessorato regionale dellenergia e dei servizi di pubblica utilit le
competenze di rilascio dellautorizzazione integrata ambientale di cui allarticolo
29 ter e seguenti del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, esclusivamente
per le opere previste al punto 5 dellallegato VIII alla parte seconda del decreto
legislativo n. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni.
5 quater. La risoluzione dei conflitti tra i soggetti pubblici coinvolti nella
gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati pu avvenire, fermo
restando il ricorso agli ordinari rimedi giurisdizionali, in via amministrativa
mediante lattivazione di un procedimento ad istanza dellente che ne abbia
interesse. Listanza diretta al dirigente generale del Dipartimento regionale
dellacqua e dei rifiuti che, sentite le parti ed assicurato il contraddittorio, nel
termine di novanta giorni emette un proprio decreto risolutivo del conflitto.
Avverso la decisione del dirigente generale del Dipartimento regionale
dellacqua e dei rifiuti sono esperibili gli ordinari rimedi giurisdizionali..
Nota allart. 1, commi 7, 8, 9 e 10: Larticolo 19 della legge regionale 8 aprile
2010, n. 9, recante Gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati.,
per effetto delle modifiche apportate dai commi che si annotano, risulta il
seguente: Norme transitorie.
1. Alla data di entrata in vigore della presente legge, i consorzi e le societ
dambito costituiti ai sensi dellarticolo 201 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, sono posti in liquidazione. Agli stessi, ove venga adottata
ordinanza del Presidente della Regione ai sensi dellarticolo 191 del decreto
legislativo n. 152/2006, sono preposti commissari liquidatori nominati
dallAssessore regionale per lenergia ed i servizi di pubblica utilit fra dirigenti
dellAssessorato stesso o dellAssessorato regionale delleconomia, che
interviene in via sostitutiva nel caso in cui i comuni soci non provvedano al
riguardo entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
I liquidatori o i soggetti in atto preposti allamministrazione, per le finalit di
cui allarticolo 61 della legge regionale 14 maggio 2009, n. 6, provvedono alla
quantificazione della massa attiva e passiva degli stessi consorzi e societ
dambito accertate alla data del 30 giugno 2013 e allaccertamento delle
percentuali di copertura dei costi di gestione del servizio delle precedenti
Autorit dambito, sostenuti dagli enti locali, ai sensi dellarticolo 21, comma
17, della legge regionale 22 dicembre 2005, n. 19, e delle quote che gli utenti
hanno versato come TIA o TARSU. Il compenso previsto per i commissari
liquidatori non pu essere superiore a quello previsto per i commissari
nominati ai sensi dellarticolo 24 della legge regionale 3 dicembre 1991, n. 44
ed a carico degli enti interessati.
2. Fatta salva la speciale disciplina di cui ai successivi commi, alla data di
costituzione delle S.R.R. i rapporti giuridici dei consorzi e delle societ dambito
in corso ivi inclusi i crediti maturati fino al 30 giugno 2013 dalle autorit
dambito di cui al comma 1 nonch tutti i rapporti attivi e passivi delle stesse
societ dambito e relativi alle operazioni finanziarie dellarticolo 61, comma 1,
28 DI 43

della legge regionale n. 6/2009, confluiscono in unapposita gestione


liquidatoria, che pu essere articolata in sottogestioni costituite per materia o
per territorio.
2-bis. Ai fini di una pi celere chiusura delle gestioni liquidatorie di cui al
comma 2 e a garanzia della rapida estinzione dei debiti connessi alla gestione
integrata dei rifiuti, il competente Dipartimento dellAssessorato regionale
dellenergia e dei servizi di pubblica utilit coordina lattivit di tutti i soggetti
pubblici coinvolti nella gestione integrata del ciclo dei rifiuti; a tal fine il
Dipartimento autorizzato ad anticipare risorse finanziarie a valere sulle
disponibilit di cui allU.P.B. 5.2.1.3.99 - capitolo 243311 e lU.P.B. 7.3.1.3.2 capitolo 191304. Le disposizioni del presente comma si applicano a tutte le
anticipazioni disposte a valere su risorse regionali per fronteggiare le
emergenze in materia di rifiuti. Le gestioni cessano il 30 settembre 2013 e
sono trasferite in capo ai nuovi soggetti gestori con conseguente divieto per i
liquidatori degli attuali Consorzi e Societ dambito di compiere ogni atto di
gestione. Gli attuali Consorzi e Societ dambito si estinguono entro il 31
dicembre 2013. Gli amministratori e/o liquidatori delle societ e dei consorzi
dambito che hanno conseguito risultati negativi per 3 esercizi consecutivi non
possono ricoprire incarichi di amministrazione e controllo nei nuovi soggetti
gestori.
2-ter. Le anticipazioni di cui al comma 2-bis gi concesse, a qualsiasi titolo, ai
consorzi ed alle societ dambito di cui al comma 1, sulla base delle
certificazioni dei debiti esistenti alla data del 31 dicembre 2011, sono
recuperate, in dieci annualit, sulla base di un dettagliato piano finanziario di
rimborso proposto dallAutorit dambito e dai comuni soci asseverato
mediante delibera di giunta, a valere sui trasferimenti in favore degli stessi
sulla base delle risorse loro attribuite ai sensi dellarticolo 76 della legge
regionale 26 marzo 2002, n. 2 e successive modifiche ed integrazioni o con
eventuali altre assegnazioni di competenza degli enti locali, ferma restando la
titolarit di questi ultimi per le riscossioni di competenza sino al 31 dicembre
2011. In caso di omessa presentazione entro il 30 settembre 2012 del
suddetto piano le anticipazioni sono recuperate pro quota, in tre annualit a
valere sulle medesime risorse nei confronti dei singoli comuni soci. Il comma 8
dellarticolo 45 e il comma 4 dellarticolo 46 della legge regionale 12 maggio
2010, n. 11, sono abrogati.
3. In ragione dellestinzione delle societ e dei consorzi dambito il regime
transitorio per le diverse tipologie di affidamento in essere disciplinato in
conformit con quanto previsto dallarticolo 2, comma 38, della legge 24
dicembre 2007, n. 244, e dal comma 8 dellarticolo 23-bis del decreto legge 25
giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n.
133, modificato da ultimo dallarticolo 15, comma 1, del decreto legge 25
settembre 2009, n. 135, convertito con modificazioni dalla legge 20 novembre
2009, n. 166.

29 DI 43

4. Nel caso in cui, per effetto della modifica degli Ambiti territoriali ottimali e
della costituzione delle S.R.R., il servizio di gestione integrata dei rifiuti si
svolga per una parte del territorio mediante affidamento esterno a soggetti
imprenditoriali e per la rimanente parte mediante gestione diretta, la durata di
questultima non pu eccedere la durata dellappalto esterno. Resta ferma la
facolt della S.R.R. di affidare, anche prima di tale scadenza, la gestione del
servizio allappaltatore individuato ai sensi dellarticolo 15.
5. Nel caso in cui per effetto della modifica degli ambiti territoriali ottimali e
della costituzione delle S.R.R., il servizio di gestione integrata dei rifiuti si
svolga mediante affidamento esterno a soggetti imprenditoriali diversi, il
subentro del gestore individuato ai sensi dellarticolo 15, ha luogo alla
scadenza dei singoli contratti la cui durata pu essere prolungata solo nei casi
consentiti dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e successive modifiche
e integrazioni.
6. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge, lAssessorato regionale dellenergia e dei servizi di pubblica utilit, con la
partecipazione delle organizzazioni associative dei comuni e delle province,
individua il personale addetto fra quello gi in servizio presso le
societ o i consorzi dambito e proveniente dai comuni, dalle province
o dalla regione.
7. Sulla base dei criteri concertati fra lamministrazione regionale, le
associazioni di rappresentanza degli enti locali e le organizzazioni sindacali, le
S.R.R. integrano le previsioni di cui al comma 6 individuando il rimanente
personale fra i dipendenti gi in servizio al 31 dicembre 2009 presso:
a) le societ dambito;
b) i consorzi dambito;
c) le societ utilizzate per la gestione del servizio ed al cui capitale sociale
partecipino gli enti locali o le societ o i consorzi dambito per una percentuale
non inferiore al novanta per cento. Per i dipendenti gi inquadrati nei
profili operativi destinati al servizio di gestione integrata dei rifiuti,
lassunzione ha luogo, in ogni S.R.R., previa risoluzione del precedente
rapporto di lavoro, a parit di condizioni giuridiche ed economiche
applicate a tale data e per mansioni coerenti al profilo di
inquadramento, con espresso divieto di adibi zione a mansioni
superiori. I rimanenti dipendenti sono inquadrati, previa risoluzione del
precedente rapporto di lavoro, assicurando che, in ogni singola S.R.R., il
rapporto fra profili operativi destinati al servizio di gestione integrata dei rifiuti
e rimanenti profili professionali non sia inferiore al novanta per cento.
Lassunzione e/o gli inquadramenti hanno luogo a condizione che loriginario
rapporto di lavoro dipendente o le progressioni di carriera siano stati costituiti
o realizzate nel rispetto della normativa di riferimento, ed in particolare,
dellarticolo 45 della legge regionale 8 febbraio 2007, n. 2, e dellarticolo 61
della legge regionale 14 maggio 2009, n. 6, o in forza di pronuncia
giurisdizionale che abbia acquisito efficacia di cosa giudicata o a seguito di
30 DI 43

conciliazione giudiziale o extragiudiziale purch sottoscritta entro il 31


dicembre 2009.
8. Il personale di cui ai commi 6 e 7 assunto allesito delle procedure
volte a garantire il definitivo avvio del servizio di gestione, affidato con
le modalit di cui allarticolo 15. Tale personale utilizzato dai soggetti
affidatari dellappalto che ne assumono la responsabilit gestionale, operativa e
disciplinare, anche per quanto concerne lassicurazione obbligatoria contro gli
infortuni sul lavoro, nonch per lerogazione delle retribuzioni.
9. Fermo restando lobbligo del ricorso alle procedure di evidenza pubblica di
cui allarticolo 45 della legge regionale n. 2/2007, le S.R.R. non possono
procedere per un triennio, a decorrere dalla data di entrata in vigore della
presente legge, ad alcuna assunzione.
10. In deroga alle previsioni delle dotazioni organiche degli enti locali, nel
rispetto dei limiti derivanti dal patto di stabilit, il personale delle S.R.R. pu
altres essere utilizzato per servizi aggiuntivi svolti direttamente dagli enti
locali.
11. Le norme amministrative e tecniche che disciplinano la gestione integrata
dei rifiuti alla data di entrata in vigore della presente legge conservano validit
sino alla adozione dei corrispondenti atti adottati in attuazione della presente
legge.
12. Fino allinizio della gestione da parte dei soggetti individuati ai sensi
dellarticolo 15, e comunque non oltre il 30 settembre 2013, i soggetti gi
deputati alla gestione integrata del ciclo dei rifiuti, o comunque nella stessa
coinvolti, continuano a svolgere le competenze loro attualmente attribuite.
13. Il personale gi in servizio presso i comuni, presente nella dotazione
organica, transitato negli ATO, nella fase di prima applicazione della presente
legge pu a richiesta tornare ai comuni di appartenenza..
LAVORI PREPARATORI D.D.L. n. 56 Stralcio - Norme di modifica alla gestione
integrata dei rifiuti di cui alla legge regionale 8 aprile 2010, n. 9. Iniziativa
governativa: presentato dal Presidente della Regione il 20 dicembre 2012.
Trasmesso alla Commissione Ambiente e Territorio (IV) il 20 dicembre 2012.
Esaminato dalla Commissione nelle sedute nn. 2, 3, 5 e 6 del 21, 24, 28 e 29
dicembre 2012. Esitato per lAula nella seduta n. 6 del 29 dicembre 2012.
Relatore: Ferrandelli. Discusso dallAssemblea nella seduta n. 8 del 29
dicembre 2012. Approvato dallAssemblea nella seduta n. 8 del 29 dicembre
2012.
(2013.1.35)119
http://www.gurs.regione.sicilia.it/Gazzette/g13-02o/g13-02o.pdf

31 DI 43

Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152


"Norme in materia ambientale"

SERVIZIO DI GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI


ART. 199
(piani regionali)
1. Le regioni, sentite le province, i comuni e, per quanto riguarda i rifiuti
urbani, le Autorit d'ambito di cui all'articolo 201, nel rispetto dei principi e
delle finalit di cui agli articoli 177, 178, 179, 180, 181 e 182 ed in conformit
ai criteri generali stabiliti dall'articolo 195, comma 1, lettera m) ed a quelli
previsti dal presente articolo, predispongono piani regionali di gestione dei
rifiuti assicurando adeguata pubblicit e la massima partecipazione dei
cittadini, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241.
2. I piani regionali di gestione dei rifiuti prevedono misure tese alla riduzione
delle quantit, dei volumi e della pericolosit dei rifiuti.
3. I piani regionali di gestione dei rifiuti prevedono inoltre:
a) le condizioni ed i criteri tecnici in base ai quali, nel rispetto delle disposizioni
vigenti in materia, gli impianti per la gestione dei rifiuti, ad eccezione delle
discariche, possono essere localizzati nelle aree destinate ad insediamenti
produttivi;
b) la tipologia ed il complesso degli impianti di smaltimento e di recupero dei
rifiuti urbani da realizzare nella regione, tenendo conto dell'obiettivo di
assicurare la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno degli
ambiti territoriali ottimali di cui all'articolo 200, nonche' dell'offerta di
smaltimento e di recupero da parte del sistema industriale;
c) la delimitazione di ogni singolo ambito territoriale ottimale sul territorio
regionale, nel rispetto delle linee guida di cui all'articolo 195, comma 1, lettera
m);
d) il complesso delle attivit e dei fabbisogni degli impianti necessari a
garantire la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di trasparenza, efficacia,
efficienza, economicit e autosufficienza della gestione dei rifiuti urbani non
pericolosi all'interno di ciascuno degli ambiti territoriali ottimali di cui
all'articolo 200, nonche' ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti speciali in
luoghi prossimi a quelli di produzione al fine di favorire la riduzione
della movimentazione di rifiuti;
32 DI 43

e) la promozione della gestione dei rifiuti per ambiti territoriali ottimali


attraverso una adeguata disciplina delle incentivazioni, prevedendo per gli
ambiti pi meritevoli, tenuto conto delle risorse disponibili a legislazione
vigente, una maggiorazione di contributi; a tal fine le regioni possono costituire
nei propri bilanci un apposito fondo;
f) le prescrizioni contro l'inquinamento del suolo ed il versamento nel terreno di
discariche di rifiuti civili ed industriali che comunque possano incidere sulla
qualit dei corpi idrici superficiali e sotterranei, nel rispetto delle prescrizioni
dettate ai sensi dell'articolo 65, comma 3, lettera f);
g) la stima dei costi delle operazioni di recupero e di smaltimento dei rifiuti
urbani;
h) i criteri per l'individuazione, da parte delle province, delle aree non idonee
alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti nonche'
per l'individuazione dei luoghi o impianti adatti allo smaltimento dei rifiuti, nel
rispetto dei criteri generali di cui all'articolo 195, comma 1, lettera p);
i) le iniziative dirette a limitare la produzione dei rifiuti ed a favorire il
riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti;
l) le iniziative dirette a favorire il recupero dai rifiuti di materiali e di energia;
m) le misure atte a promuovere la regionalizzazione della raccolta, della
cernita e dello smaltimento dei rifiuti urbani;
n) i tipi, le quantit e l'origine dei rifiuti da recuperare o da smaltire, suddivisi
per singolo ambito territoriale ottimale per quanto riguarda i rifiuti urbani;
o) la determinazione, nel rispetto delle norme tecniche di cui all'articolo 195,
comma 2, lettera a), di disposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare,
comprese quelle di cui all'articolo 225, comma 6;
p) i requisiti tecnici generali relativi alle attivit di gestione dei rifiuti
nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria.
4. Il piano regionale di gestione dei rifiuti e' coordinato con gli altri strumenti di
pianificazione di competenza regionale previsti dalla normativa vigente, ove
adottati.
5. Costituiscono parte integrante del piano regionale i piani per la
bonifica delle aree inquinate che devono prevedere:
a) l'ordine di priorit degli interventi, basato su un criterio di valutazione del
rischio elaborato dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi
tecnici (APAT);

33 DI 43

b) l'individuazione dei siti da bonificare e delle caratteristiche generali


degli inquinamenti presenti;
c) le modalit degli interventi di bonifica e risanamento ambientale,
che privilegino prioritariamente l'impiego di materiali provenienti da
attivit di recupero di rifiuti urbani;
d) la stima degli oneri finanziari;
e) le modalit di smaltimento dei materiali da asportare.
6. L'approvazione del piano regionale o il suo adeguamento e' requisito
necessario per accedere ai finanziamenti nazionali.
7. La regione approva o adegua il piano entro due anni dalla data di entrata in
vigore della parte quarta del presente decreto; nel frattempo, restano in vigore
i piani regionali vigenti.
8. In caso di inutile decorso del termine di cui al comma 7 e di accertata
inattivit, il Ministro dell'ambiente e tutela del territorio diffida gli organi
regionali competenti ad adempiere entro un congruo termine e, in caso di
protrazione dell'inerzia, adotta, in via sostitutiva, i provvedimenti
necessari alla elaborazione e approvazione del piano regionale.
9. Qualora le autorit competenti non realizzino gli interventi previsti dal piano
regionale nei termini e con le modalit stabiliti e tali omissioni possano
arrecare un grave pregiudizio all'attuazione del piano medesimo, il Ministro
dell'ambiente e tutela del territorio diffida le autorit inadempienti a
provvedere entro un termine non inferiore a centottanta giorni.
Decorso inutilmente detto termine, il Ministro pu adottare, in via
sostitutiva, tutti i provvedimenti necessari e idonei per l'attuazione
degli interventi contenuti nel piano. A tal fine pu avvalersi anche di
commissari"ad acta".
10. I provvedimenti di cui al comma 9 possono riguardare interventi finalizzati
a:
a) attuare la raccolta differenziata dei rifiuti;
b) provvedere al reimpiego, al recupero e al riciclaggio degli imballaggi
conferiti al servizio pubblico;
c) favorire operazioni di trattamento dei rifiuti urbani ai fini del riciclaggio e
recupero degli stessi;
d) favorire la realizzazione e l'utilizzo di impianti per il recupero dei rifiuti
solidi urbani.

34 DI 43

11. Le regioni, sentite le province interessate, d'intesa tra loro o


singolarmente, per le finalit di cui alla parte quarta del presente decreto
provvedono all'aggiornamento del piano nonche' alla programmazione degli
interventi attuativi occorrenti in conformit alle procedure e nei limiti delle
risorse previste dalla normativa vigente.
12. Sulla base di appositi accordi di programma stipulati con il Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle
attivit produttive, d'intesa con la regione interessata, possono essere
autorizzati, ai sensi degli articoli 214 e 216, la costruzione e l'esercizio, oppure
il solo esercizio, all'interno di insediamenti industriali esistenti, di impianti per il
recupero di rifiuti urbani non previsti dal piano regionale, qualora ricorrano le
seguenti condizioni:
a) siano riciclati e recuperati come materia prima rifiuti provenienti da raccolta
differenziata, sia prodotto compost da rifiuti oppure sia utilizzato combustibile
da rifiuti;
b) siano rispettate le norme tecniche di cui agli articoli 214 e 216;
c) siano utilizzate le migliori tecnologie di tutela dell'ambiente;
d) sia garantita una diminuzione delle emissioni inquinanti.

http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/06152dl3.htm#177
LEGGE 8 APRILE 2010, N. 9. GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI E BONIFICA
DEI SITI INQUINARI

Titolo III PROGRAMMAZIONE


Art. 9. Piano regionale di gestione dei rifiuti
1. Il piano regionale di gestione dei rifiuti, le modifiche e gli aggiornamenti
sono approvati, sentite le province, i comuni e le S.R.R. con decreto del
Presidente della Regione, su proposta dellAssessore regionale per lenergia ed
i servizi di pubblica utilit, secondo il procedimento di cui allarticolo 12,
comma 4, dello Statuto regionale e previo parere della competente
commissione legislativa dellAssemblea regionale siciliana. Il piano pu essere
approvato anche per stralci funzionali e tematici e acquista efficacia dalla data
di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
2. La pianificazione regionale definisce i criteri e le modalit per promuovere la
programmazione e lesercizio della gestione integrata dei rifiuti, favorendone la
riduzione, le forme di raccolta aggregate dei materiali post consumo,
indirizzando le raccolte di materiali singoli o aggregati da destinare al
riciclaggio e al recupero in modo omogeneo nel territorio regionale, al fine di
35 DI 43

generare una filiera industriale del riciclo e del recupero che possa contare su
un flusso certo di materia per qualit e quantit.
3. Il piano di cui al comma 1 fissa gli obiettivi inerenti ai livelli di raccolta
differenziata, indicando altres le categorie merceologiche dei rifiuti prodotti.
Costituiscono parte integrante del piano il programma regionale per la
riduzione dei rifiuti biodegradabili (RUB) di cui al decre to legislativo 13
gennaio 2003, n. 36 (Attuazione della direttiva n. 1999/31/CE relativa alle
discariche di rifiuti), il programma per la gestione degli apparecchi contenenti
PCB di cui allarticolo 4 del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 209 e
successive modifiche e integrazioni (Attuazione della direttiva n. 96/59/CE
relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili) nonch i
piani per la bonifica delle aree inquinate di cui allarticolo 199, comma 5, del
decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche e integrazioni, ed altres
il piano per la bonifica ed il ripristino delle aree inquinate.
4. Il piano regionale di gestione dei rifiuti:
a) definisce le modalit per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta
differenziata e di recupero di materia, al netto degli scarti dei processi di
riciclaggio, per ognuno degli ambiti territoriali ottimali, attraverso
lelaborazione di un documento di indirizzo denominato Linee-guida operative
sulla raccolta differenziata in grado di supportare e guidare gli enti attuatori
nella progettazione di dettaglio ed ottimizzazione dei sistemi di raccolta
differenziata, privilegiando la raccolta domiciliare integrata, per il
raggiungimento dei livelli minimi cos fissati:
1) anno 2010: R.d. 20 per cento, recupero materia 15 per cento;
2) anno 2012: R.d. 40 per cento, recupero materia 30 per cento;
3) anno 2015: R.d. 65 per cento, recupero materia 50 per cento;
b) definisce le modalit per laccertamento, da parte di ogni S.R.R., della
tipologia, delle quantit e dellorigine dei rifiuti da recuperare o da smaltire,
allinterno dellATO di riferimento, anche mediante un sistema che consenta di
rilevare gli effetti progressivi della implementazione dei sistemi di raccolta
differenziata, mediante analisi del rifiuto urbano residuo (RUR) che diano
informazioni sulla composizione dello stesso;
c) fissa i criteri per la classificazione dei materiali presenti nel RUR, non
riciclabili n altrimenti recuperabili, in ordine di importanza (ponderale e di
pericolosit) al fine di impostare politiche e pratiche locali per la riduzione della
immissione al consumo di tali materiali;
d) definisce le modalit attraverso cui assicurare la gestione integrata dei rifiuti
urbani non pericolosi allinterno degli ATO;

36 DI 43

e) fissa i criteri attraverso i quali assicurare il recupero e lo smaltimento dei


rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione, tenuto conto delle zone
di crisi ambientale, al fine di ridurre la movimentazione degli stessi;
f) fissa i criteri per lindividuazione delle aree non idonee alla localizzazione
degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti e i criteri per lindividuazione
dei luoghi o impianti idonei allo smaltimento, nonch le condizioni ed i criteri
tecnici per la localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti, escluse le
discariche, in aree destinate ad insediamenti produttivi;
g) definisce i criteri per la localizzazione degli impianti operativi di selezione
della frazione secca a valle della raccolta differenziata, correlandone la
potenzialit, la funzionalit e la possibilit di conversione, parziale o totale, alle
strategie di raccolta differenziata e di trattamento del RUR;
h) fissa le modalit per la verifica degli impianti di compostaggio e/o di
digestione anaerobica esistenti, della loro coerenza e compatibilit, anche solo
parziale, con le strategie di trattamento della revisione del piano, anche in
relazione ai fabbisogni di trattamento del rifiuto organico prodotto;
i) individua le modalit attraverso cui verificare, in ciascun piano dambito,
sulla scorta del numero e della distribuzione territoriale delle piattaforme
CONAI per il ritiro dei rifiuti differenziati gi esistenti, la capacit di
assorbimento dei rifiuti provenienti da raccolta differenziata integrata, allo
scopo di consentirne laccesso con spostamenti contenuti da parte del soggetto
incaricato del servizio di gestione dei rifiuti;
l) determina, nel rispetto delle norme tecniche statali in materia, disposizioni
speciali per rifiuti di tipo particolare, compresi i rifiuti da imballaggio;
m) fissa i criteri per la stima dei costi delle operazioni di recupero e di
smaltimento dei rifiuti urbani, nonch per la stima dei costi di investimento per
la realizzazione del sistema impiantistico regionale;
n) individua le iniziative dirette a limitare la produzione dei rifiuti ed a favorire
il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti, anche mediante la
realizzazione di campagne conoscitive mirate per richiamare lattenzione su
comportamenti di differenziazione non ancora ottimizzati;
o) descrive le azioni finalizzate alla promozione della gestione integrata dei
rifiuti;
p) pone i requisiti tecnici generali relativi alle attivit di gestione dei rifiuti, nel
rispetto della normativa nazionale e comunitaria;
q) prevede lesclusione di trattamenti di incenerimento dei rifiuti solidi urbani
che non facciano ricorso a tecnologie atte a garantire i requisiti di efficienza
energetica nei termini fissati dalla direttiva n. 2008/98/CE del Parlamento
37 DI 43

europeo e del Consiglio. I trattamenti di incenerimento devono essere


classificati come operazioni di recupero e non come operazioni di smaltimento;
r) definisce un piano per lampliamento di discariche pubbliche esistenti e/o
nuove discariche pubbliche, sufficienti per soddisfare il fabbisogno del
conferimento di rifiuti delle S.R.R. per almeno tre anni;
s) prevede il fabbisogno di nuove discariche fino al 2020, sulla base degli
obiettivi di raccolta differenziata previsti a regime nella presente legge;
t) individua le modalit specifiche per la gestione integrata dei rifiuti nelle isole
minori;
u) fissa lindividuazione dei sistemi per incrementare lintercettazione dei rifiuti
fin dalle fasi della raccolta al fine di ridurre il relativo conferimento in discarica;
v) fissa i criteri per il trattamento preventivo dei rifiuti ammessi allo
smaltimento in discarica comunque conformi alle migliori tecnologie disponibili
(BAT);
w) determina lindividuazione dei sistemi di pretrattamento del rifiuto urbano
residuo (RUR) da predisporre immediatamente in ossequio a quanto previsto
dal decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, Attuazione della direttiva n.
1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, privilegiando livelli di trattamento
che comportino il minor costo a carico della tariffa ed il maggior vantaggio ambientale;
x) stabilisce i criteri e le modalit da adottarsi in tutto il territorio della
Regione, per la determinazione delle tariffe di conferimento in discarica.
5. Il piano regionale di gestione dei rifiuti redatto in sostituzione di quello
vigente, ai sensi dellarticolo 199 del decreto legislativo n. 152/2006 e
successive modifiche, secondo i principi fissati dalle norme comunitarie.

http://www.gurs.regione.sicilia.it/Gazzette/g10-18/g10-18.pdf
RIFIUTI SICILIA L.R. N. 3 2013 MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 8
APRILE 2010 9 GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI
REGIONE SICILIANA

L'ASSEMBLEA REGIONALE

Ha approvato
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE
Promulga la seguente legge:
Art. 1

38 DI 43

Modifiche alla legge regionale n. 9/2010 in materia di


servizio di gestione integrata dei rifiuti. Proroga di termini.

affidamento

del

1. All'art. 4, comma 2, lettera a), della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9,


dopo le parole dalle S.R.R. sono aggiunte le parole o dai soggetti indicati
al comma 2-ter dell'art. 5.
2. All'art. 5 della legge regionale n. 9/2010, dopo il comma 2-bis e' inserito il
seguente:
2-ter. Nel territorio di ogni ambito individuato ai sensi dei commi
precedenti, nel rispetto del comma 28 dell'art. 14 del decreto legge 31 maggio
2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122,
sostituito dall'art. 19, comma 1, lettera b), del decreto legge 6 luglio 2012, n.
95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, i Comuni,
in forma singola o associata, secondo le modalita' consentite dal decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e senza oneri aggiuntivi per la finanza
pubblica, previa redazione di un piano di intervento, con relativo capitolato
d'oneri e quadro economico di spesa, coerente al Piano d'ambito e
approvato dall'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica
utilita', Dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti, possono procedere
all'affidamento, all'organizzazione e alla gestione del servizio di spazzamento,
raccolta e trasporto dei rifiuti. L'Assessorato, che verifica il rispetto
dei principi di differenziazione, adeguatezza ed efficienza tenendo conto
delle caratteristiche dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto di tutti i
rifiuti urbani e assimilati, deve pronunciarsi entro e non oltre il termine di
sessanta giorni dalla ricezione del piano di intervento. L'eventuale richiesta
di documenti di integrazione deve intervenire nel rispetto del predetto
termine. I piani di intervento approvati sono recepiti all'interno del Piano
regionale
di
gestione dei rifiuti entro novanta giorni dalla data di
approvazione da parte dell'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di
pubblica utilita'..
3. All'art. 8, comma 1, della legge regionale n. 9/2010, dopo le parole La
S.R.R. sono inserite le seguenti: ,salvo quanto previsto dal comma 2-ter
dell'articolo 5,.
4. All'art. 15 della legge regionale n. 9/2010, dopo il comma 1 sono inseriti
i seguenti:
1-bis. Nei casi previsti dal comma 2-ter dell'articolo 5 resta fermo che la
stipula e la sottoscrizione del contratto d'appalto relativo ai singoli comuni
hanno luogo fra l'appaltatore e la singola amministrazione comunale, che

39 DI 43

provvede direttamente al pagamento delle prestazioni ricevute e verifica


l'esatto adempimento del contratto.
1-ter. In sede di affidamento del servizio mediante procedura di evidenza
pubblica, trova applicazione quanto previsto dal comma 2 dell'art. 3-bis del
decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito con modificazioni dalla legge
14 settembre 2011, n. 148..
5. All'art. 16, comma 2, della legge regionale n. 9/2010, le parole la S.R.R.
definisce sono sostituite dalle parole la S.R.R., o i soggetti di cui al comma
2-ter dell'art. 5, definiscono.
6. All'art. 18 della legge regionale n. 9/2010, dopo il comma 5-bis sono
inseriti i seguenti:
5-ter. Relativamente agli impianti di cui al comma 1 sono assegnate,
altresi', all'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi
di
pubblica
utilita' le competenze di
rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale
di cui all'art. 29-ter e seguenti del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, esclusivamente per le opere previste al punto 5 dell'allegato VIII
alla parte seconda del decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche
ed integrazioni.
5-quater. La risoluzione dei conflitti tra i soggetti pubblici coinvolti nella
gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati puo' avvenire, fermo
restando il ricorso agli ordinari rimedi giurisdizionali, in via amministrativa
mediante l'attivazione di un procedimento ad istanza dell'ente che ne abbia
interesse. L'istanza e' diretta al dirigente generale del Dipartimento regionale
dell'acqua e dei rifiuti che, sentite le parti ed assicurato il contraddittorio,
nel termine di novanta giorni emette un proprio decreto risolutivo del
conflitto. Avverso la decisione del
dirigente generale del Dipartimento
regionale dell'acqua
e
dei
rifiuti
sono esperibili gli ordinari rimedi
giurisdizionali..
7. All'art. 19, comma 1, della legge regionale n. 9/2010, le parole 30 giugno
2012 sono sostituite dalle seguenti: 30 giugno 2013.
8. All'art. 19, comma 2, della legge regionale n. 9/2010, le parole 30 giugno
2012 sono sostituite dalle seguenti: 30 giugno 2013.
9. All'art. 19, comma 2-bis, della legge regionale n. 9/2010, sono apportate
le seguenti modifiche:
a) le parole il 30 settembre 2012 sono sostituite dalle seguenti: il
30 settembre 2013;
40 DI 43

b) le parole il 31 dicembre 2012 sono sostituite dalle seguenti: il


31 dicembre 2013.
10. All'art. 19 della legge regionale n. 9/2010, il comma 12 e' sostituito dal
seguente:
12. Fino all'inizio della gestione da parte dei soggetti individuati ai
sensi dell'art. 15, e comunque non oltre il 30 settembre 2013, i soggetti
gia' deputati alla gestione integrata del ciclo dei rifiuti, o comunque nella
stessa coinvolti, continuano a svolgere le competenze loro attualmente
attribuite..
Art. 2 Disposizioni finali
1. La presente legge sara' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione
siciliana ed entrera' in vigore il giorno stesso della pubblicazione.
2. E' fatto obbligo a chiunque spetti
come legge della Regione.

di

osservarla

di

farla osservare

Palermo, 9 gennaio 2013


CROCETTA
Assessore regionale per l'energia

e per i servizi di pubblica utilita': Marino

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/04/20/13R00137/s3
I RIFIUTI IN SICILIA COSTI IL PERSONALE TRIBUTI AFFARI
TERMOVALORIZZATORI

CONFERIMENTO IN DISCARICA 1 MILIARDO ANNUO


CESTI DI GESTIONE 156 MILIONI
COSTI DEL PERSONALE 13.000 DIPENDENTI 500 MILIONI
UN ADDETTO OGNI 388 ABITANTI A TREVISO 1 DIPENDENTE OGNI 1.000
ABITANTI A LIVELLO NAZIONALE 1 DIPENDENTE OGNI 680 ABITANTI
I COSTI DEI TRIBUTI IN SICILIA UNA MEDIA DI 200 EURO A RESIDENTE
VCONTRO LA LOMBARDIA IN CUI OGNI RESIDENTE PAGA UN TRIBUTO DI 111
EURO
LA SPESA PER DUE TERMOVALORIZZATORI IN SICILIA E PREVENTIVATA IN
ALMENO 300 MILIONI
41 DI 43

IGM DI GIULIO QUESRCIOLI GESTISCE LA RACCOLTA A SIRACUSA E


DOINTORNI
DUSTY WALTER MAGNANO DI SAN LORENZO LIO GESTISCE IL SERVIZIO NE
CATANESE OLTRE CHE IN DIVERSI ALTRI COMUNI
PROTO DOMENICO CHE GESTISCE CATANIA LA STESSA CHE GESTISCE LA
DISCARICA DI MOTTA SNTANASTASIA TRAMITE LA OIKOS
FAMIGLIA LEONARDI GESTISCE LA DISCARICA DI GROTTE DINVERNO
GESENU PARTECIPATA DAL COMUNE DI PERUGIA
FAMIGLIA CECCHINI NEL MESSINESE
TIRRENO AMBIENTE NEL MESSINESE
BIANCAMANO FAMIGLIA NEL TRAPANESE NEL NISSENO E NEL CATANESE
LAMMINISTRATORE PIER PAOLO HA FONDATO I CIRCOLI DELLA LIBERTA
AVVITI DA MARCELLO DELLUTRI
ROMA COSTRUZIONE IN SOCIETA CON RICCARDO GRECO GESTISCE GELA
GLI STATA AFFIDATA A UNA SOCIETA CAMPANA
SERGIO VELA E CATANZARO COSTRUIONE COME DISCARICHE GESTISCONO
IL SERVIZO NELLAGRIGENTINO

BIANCAMANO SI FONDE CON LA WASTE ITALIA DI PIETRO COLUCCI PER


CREARE LA HOLDING DEI RIFIUTI E GESTIRE LA RACCOLTA IN GRANDI ATO E
REALIZZARE I TERMOVALORIZZATORI
MERCEGAGLIA MA ANCHE LA IMPREGILO LA A2a, LA EDILPOWER HANNO
PRESENTATO UN PROGETTO DI TERMOVALORIZZATORE A PACE DEL MELA
HERA E IRES PATERCIPATE DEI COMUNI DELLEMILIA ROMAGNA
ALERION CLEAN POWER OPERANTI NEL SETTORE DEI RIFIUTI ASSENTI IN
SICILIA
FONTE: ANTONIO FRASCHILLA
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE
http://isolapulita.blogspot.it/2006/07/httpwww.html
http://isolapulita.blogspot.it/2007/01/egr.html
http://isolapulita.blogspot.it/2007/02/sale-la-protesta-per-la.html
42 DI 43

http://isolapulita.blogspot.it/2007/02/da-il-manifesto-del-18-febbraio2007.html
http://isolapulita.blogspot.it/2007/06/httpwww.html
http://isolapulita.blogspot.it/2008/01/la-casta-di-isola-delle-femmineabbiate.html
http://isolapulita.blogspot.it/2015/05/blog-post_14.html
http://isolapulita.blogspot.it/2015/06/blog-post_13.html
http://isolapulita.blogspot.it/2015/08/rifiuti-gli-inceneritori-del-governo.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2014/01/termovalorizzatori-insicilia-gli.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2009/08/blog-post.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2010/05/lombardo-ecco-i-nemicidel-cambiamento.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2010/05/il-caso-genchipellerito.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2010/10/il-nuovo-piano-rifiutiregione-sicilia.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2011/06/la-qualita-dellaria-insicilia-sotto.html
https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=1460310599868878364#allposts/
postNum=572
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2014/04/m5s-gestione-rifiutidirigente.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2014/04/blog-post_17.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2014/12/blog-post.html
http://isoladellefemminerifiutiamoirifiuti.blogspot.it/2015/08/gli.html

A CURA DEL COMITATO CITTADINOISOLA PULITA DI ISOLA


DELLE FEMMINE
http://isolapulita.blogspot.it/2015/07/rifiuti-in-sicilia-angelini-un-comitato.html

43 DI 43

Potrebbero piacerti anche