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degli amuleti contro questa demonessa risale almeno agli inizi del II mil
lennio 14.
Tuttavia, nonostante che questo genere di incantesimi sia cos ampia
mente attestato ed occupi un posto cos importante nella letteratura accadica, non ne sono fino ad oggi stati individuati esempi in lingua sumerica.
Per questo motivo A. Falkenstein, ad esempio, ha sostenuto l'estraneit
di questo genere alla letteratura sumerica e la mancanza di demoni preci
puamente caratterizzati come la Uamastu in questo ambito magico reli
gioso, in cui operano essenzialmente farblose u d u g-Gestalten 15.
Per quanto riguarda la datazione il nostro testo pu senz'altro essere
considerato paleo-babilonese. Il ductus sicuramente non cassita, non pare
neppure posteriore al periodo di Abi-euh; somiglia piuttosto, con alcune
riserve, a quello di testi come TIM IV 36 e 39, dell'epoca di Rimsn di Uarsa,
del principio, quindi, o della fine del sec. X V III a.C. Che non sia possibile
far risalire troppo all'indietro la data della composizione di questo testo
provato da alcune particolarit grammaticali o lessicali, come la forma
del precativo h - t i - l a (cf. pi avanti a p. 00 il commentario alla
1. 1') e la forma ES s u8 - b a per s i p a alla 1. 24'.
In generale gli incantesimi contenuti nel nostro testo non presentano
esatti paralleli con quelli della serie canonica; questo fatto tuttavia non
meraviglia, poich abbiamo visto come per gli stessi testi accadici si abbia
una cesura abbastanza netta fra i testi pi antichi e la serie canonica; d'altra
parte, data l'esiguit del materiale, almeno allo stato attuale non si pos
sono trarre conseguenze attendibili dal fatto che, da un confronto del no
stro testo con i testi accadici pi antichi, non risultano evidenti paralleli.
Una eccezione a quanto detto sembra, per, essere rappresentata da
sei linee del nostro testo: come vedremo pi specificatamente in seguito,
le 11. 18'-23' di TIM I X 63 contengono, a nostro avviso, i corrispondenti
sumerici dei sette nomi della Lamatu, che aprono la prima tavoletta della
serie canonica accadica (1 I 1-8).
Nel suo attuale stato di incompletezza la tavoletta contiene un solo
incantesimo completo, sul recto; su questa stessa faccia si trovano la fine
di un altro incantesimo con rubrica, in sumerico come il precedente, e la
parte iniziale di un terzo, sempre in sumerico. Sul margine sinistro si trova
la fine di un incantesimo in accadico. In tutti e quattro i casi precedenti
si tratta chiaramente di incantesimi contro la Lamatu, come specificano
le rubriche dei primi due testi del recto e di quello sul margine, e il con
tenuto delle prime linee del terzo incantesimo del recto. Pi problematica
14 Ipotesi gi sostenuta da J. Nougayrol, Ugaritica 6, 404 e n . 89.
15 A. Falkenstein, Die Haupttypen der sumerischen Beschwrung, USS NF
I (1931) 1 n. 3 e p. 20.
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23'
Vs.
25'
A
A
A
A
A
A
A
30' A
A
A
A
A
35' A
A
A
A
A
40' A
A
A
A
A
45' A
A
margine
T A
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Traduzione:
R.
T
5'
...
che
per
per
per
vi[va!
]
il Cielo sii [esorcizzata, per la Terra sii esorcizzata],
Enlil sii esorcizzata, [per Ninlil sii esorcizzata],
Asarlui, figlio di Eridu, sii esorcizzata],
incantesimo contro la Lamatu
che ella/egli sia purificata/o! An, Enlil, Enki, Nergal,
18
L a doppia linea che compare nella copia fra la linea 3 3' e la linea 3 4 '
in realt dovuta ad un'ombreggiatura in un punto di rottura della tavoletta
stessa. Stessa origine ha la linea in T IM I X 79 fra le 11. 6 e 7.
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17'
18'
19'
20'
21'
22'
23'
Vs.
25'
10'
15'
30'
32'
33'
31'
34'
35'
40'
45'
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margine sinistro:
i'
[
[
[
]...
]x non torni
] X X viva**
incantesimo contro la Eamatu
COMMENTARIO
l'-4\ Le prime linee della tavoletta costituiscono la parte finale di un
incantesimo contro la Eamatu, come risulta chiaramente dalla rubrica
alla linea 5\ Ben poco ci rimane del testo, considerato che quattro linee
sono occupate dalla formula z i . . . p , e che solo tre segni sono conser
vati all'inizio deirunica linea precedente. Tuttavia anche questo incante
simo era certamente redatto in sumerico. Per quanto riguarda linterpretazione della 1. T le tracce sono assai probabilmente da leggere & - t i 1 a. Si potrebbe tuttavia pensare a altre restituzioni come, per esempio,
1 i - d [ u 7]x(i<A?) [ g i r 5 - g i r 6- e ]
con h - d u 7 nel significato di
hitt19 architrave della porta cfr. CAD H s.v., e g i r 6- g i r 5 come
halpu entrare strisciando furtivamente, cfr. CAD H s.v.; si noti per
inciso come l'uso del verbo halpu attestato altrove in contesti concer
nenti la Lamatu, si veda in proposito CAD H s.v. halpu lb. Per la pre
senza della forma f c - t i - l a
usata soprattutto nei testi recenti in
luogo di - 1 i oppure - t i l - e ( d ) , cfr. ad es. CAD B s.v. haltu
p. 53. Si confrontino anche altre forme tarde del precativo come, ad esem
pio, - d a d a g - g a v. CAD
s.v. ebbu\ h - k - g a v. CAD E
s.v. ellu, particolarmente la.
2\ Per quanto riguarda la formula z i . . . p , questa compare nel no
stro testo tre volte, sempre in forme diverse: alle 11. 2'-4', alle 11. 14'-15',
l'unica volta che ricorre in una forma comune alla serie accadica (cfr. ad
es. Eamatu 2 1 57-58), ed alle 11. 41'-46' del verso, dove compare nella
forma pi estesa con la menzione di varie divinit. Per il valore di questa
formula ed il suo corrispondente accadico si veda A. Falkenstein, ESS
NF I 34-35. Per la serie degli incantesimi z i . . . p in particolare, si ve
dano E. Ebeling, ArOr 21 (1953) 357-423, partie. 357-403; e R. Borger,
AOAT 1, 1 sgg.; id., WO 5/2 (1970) 172-175.
18 Per la scrittura di questo vocabolo con il circonflesso sull'ultima vocale
si veda J. J. A . van Dijk, in: H S A O (Heidelberg 1967) 256-257.
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5 '. Ito. rubrica uguale a quella usata nella serie canonica accadica;
da notare tuttavia nel nostro testo la mancanza del morfema del genitivo
- a k ( - m ) presente invece nel testo accadico come - k e 4: i n i m i n i m - m a -dDM.ME-k e4. Si noti inoltre la grafia particolare del nome
della demonessa il cui primo segno, per tutto il nostro testo, non scritto
con il segno dm (r a b + gam), bens con il segno DiMx(iy+GAM). Per quanto
riguarda la lettura del nome, una lettura /dim m e/ sembrerebbe contrad
detta da YOS X I 88, dove alla 1. 4 si ha una glossa al nome dDM.ME:
g a - b [ a - ] s * - k u ; si confronti in proposito anche il difficile passo
in UET V II 93,16-24, dove alla 1. 18 si ha l'equivalenza d *lsDM.ME =
dg [ a - x - x - q ] u - u m
(d-*18DM.ME sembra costituire in questo con
testo un errore per dDM.ME, dal momento che le equazioni delle linee pre
cedenti e seguenti elencano varii tipi di demoni: m a k i m - a r - r a a n - n a = i-lu -lu -a-a, da identificare con il demone hallulaja, cfr. CAD
s.v .; dDM.TUR.TUR = e-da-nu--um ; l i l 111 l i g i4 = li-li--um ;
per *18dm .me cfr. CAD A a s.v. arkill, che rimanda a MSE 6,191 g i s.r a b +
gan .me .addir = sa-gum-mar-gu-u = r-kil-la-a).
Quanto alla corrispondenza sum. dDM.ME = acc. Ha-ma-tum in
teressante notare come in un passo dell'edizione canonica accadica venga
fatta una differenziazione almeno ortografica fra i due nomi, mentre ge
neralmente in tutto il testo questi sembrano essere usati alternativamente,
a seconda che compaiano in un contesto sumerico od accadico, in perfetta
equivalenza di referente; il passo in questione costituito dalle linee 1
II 64'-67' (see. Myhrman, ZA 16, 154-155 col. I 34-37) che contengono
un'enumerazione delle diverse rappresentazioni della Eamatu, in parti
colare alle 11. 66'-67' si ha:
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en-nun-r-re ^-en-dadag-g[a]
an den-lfi den-ki dn-irin-gal
an-imin-bi ki-im in-bi
du8-im in-bi bra-im in-bi
5 zi-in -zi-la-a zi-i-la-a
u--la-a u -u -ti-la
u-u-m e-la-a
dDM.MEJ zi-an -n a fr-p z i-k i-a fc-p
en-na l-ul dum u-dingir-ra-ni k i-b gi4-g i4-d
10 b a-ra-an -d a -k -e
a ba-ra-an -da-n a8-n a 8
*18ban su r-a-a-zu -den-l -le su-zu b a -ra -b l-d u n
Il testo a, anchesso un incantesimo contro la Lamatu, costituisce
un chiaro parallelo al secondo incantesimo di A: 11. 6'-14': le linee a 1-4
sono praticamente identiche ad A 6'-7'; si noti tuttavia in A lomissione
deUa formula n - - n u - r u che, per altro, in a ricorre in una grafia
diversa dallusuale; le linee a 9-12 sono perfettamente parallele, sebbene
in forma succinta, ad A 8'-13'; la linea a 8 identica ad A 14', ma anteposta
nellordine di successione. In pratica lunico elemento di reale differenzia
zione tra i due testi sono le linee a 5-7 che mancano completamente in A.
Su queste tuttavia torneremo in seguito parlando degli altri testi.
b) Parallelo ai due testi precedenti un altro incantesimo contro la
Lamatu: YBC 5627, inedito (di prossima pubblicazione in YOS X I):
1
n--nu-ru ^-dadag-ge
an den-Ul den-ki dn-iriu-gal
an-im in-bi ki-im in-bi
du^-imin-bi z-im in-bi
du8-im in -bi bara-im in-bi
al-im in-bi bar-im in-bi
an-ki-im in-bi zi-im -zi-ra-a[?]
dNU.ME.i/A
[me-en?]
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dn u n -a b z u -
10
m [e -e n ?]
dn u n -u h -
[m e -e n ?]
dDM.ME z i-a n -n a h -p
z i-[k i-a h -p ] z i - de n -lil-[l h-p]
l - lu
d u m u - d i n g i r - r a - n a
. . . delle
11. 8 '-1 3 ' di A e delle 11. 9 -1 2 di a; per il resto presenta la stessa struttura.
c)
ft -d a -
Vs
d a -d a
10
dingir-l
15
udug/sr* 21 babad
zi-ib -i-la -a h
n u-m e-la-ah
i-ti-la -a h
gu-h-la-ah
den -lil
den -k i
5
dn -irin-g a l
n - -n u -r u
AN. AN
a n -a n -a n -a n -a n -a n -a n -a n -a n
d t V -d u 6?
N el testo c la formula
n - - n u - r u
dn u n -a b z u dnund h -
[m e -e n ?]
m [e -e n ?]
[m e -e n ?]
311
zi-ib-si-la-ah
nu-m e-la-ah
si-ti-la-ah
gu--la-ah
Sebbene nei tre testi manchi una completa identit per queste linee,
esse sono chiaramente confrontabili: le linee suddette ci presentano, con
molta probabilit, una lingua diversa dal sumerico; se accettiamo questa
ipotesi non sorprende che fonemi estranei al sumerico e per la cui registra
zione pu mancare, nel sistema grafico di questultima lingua, una con
venzione generale, siano trascritti diversamente nei diversi testi. Per la
comprensione del testo pu forse risultare di aiuto b che ci presenta quasi
un tentativo di interpretazione o traduzione secondo il sumerico di alcune
delle linee suddette: sembra cos di poter concludere che i passi in questione
contengono una serie di nomi di divinit. Non questa la sede per studiare
questo problema, che ci proponiamo di riprendere eventualmente in esame
in futuro; ci limitiamo qui a notare come uno di qusti nomi sia confron
tabile con un nome noto in ambito elamita: a 1. 6 u- -ti-la da confron
tare con k u -u k-til-la (MDP 4,191 No. 15:19 = MDP 22 No. 76) 22.
Le 11. 7-10 di c dove si ha la reiterazione dello stesso segno per pi
volte sono da considerare corrispondenti alla formula a n - i m i n - b i
k i - i m i n - b i . . . presente in A, a, e b. Ci risulta ancora pi chiara
mente dai due testi analoghi di cui facciamo seguire la trascrizione: qui,
con maggiore regolarit rispetto al testo c, lo stesso segno viene ripetuto
per sette volte.
d)
Il primo dei due testi BIN II 16, gi citato da W. G. Lambert
come parallelo al testo c:
R.
den-ni-nu-na
an-an-an-an-an-an-an
k i-k i-k i-k i-k i-k i-k i
zu -zu -zu-zu -zu -zu -zu ? 23
bra-bra-bra-bra-bra-bra-bra
udug-udug-udug-udug-udug-udug-udug?
nin-nin-nin-nin-nin-nin-nin
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ezen-ezen-ezen-ezen-ezen-ezen-ezen?
den-lfi-e . . .
den-ki . . .
seguono tracce sul recto e, per altre 10 linee circa, sul verso.
e)
Il secondo testo, UMBS X III, 33, anch'esso un incantesimo, pa
rallelo ai testi precedenti soltanto nelle linee iniziali del recto:
R.
n?-an -a n -a n -a n -a n -a n -a n !
udug-udug-udug-udug-udug-udug-udug
an en den-l
en den-ki e dn-irin-gal . . .
. . . udug-ugx(BAD)-ga dasarlu -i a den -ki-ke4
-engur-ra-ka
sag im -m a-ni-dug4
lti- lu -pa- al-la bar-s m u-ta-gub
incantesimo: (per) i sette cieli, (per) i sette genii, (per) An, (per)
il signore Enlil, (per) il signore Enki, (per) il fratello ergai, . . . Asarlui, il figlio che Enki ha generato nella casa delTEngur, si posto
a fianco dell'uomo in pericolo 24.
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Aa s. v. abu, partie,
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mu dumu-an-na
dD M .M E mu dumu-an-na
n dDM.ME DUMU.AN.NA um-d itn(pi-en)
dingir e-dingir-dumu-sila-ur[ikl-ma]
e-dingir-dumu-sila!-u rikl-m a
d-nu-u a-hat ilni (dingir .ME) su-qa-a-ti 29
AN.BU bar-re1 k [a mu-gl]
AN.BU bar-ra ka m u-gl
al-u pat-ru 30 qaqqada(sag .du ) i-lat-tu-u
dingir i.ea .ra u [m u-un-bar]
dingir i .b i.ea u m u-un-bar
re-bu-u i-d -t 31 i-nap-pa-hu
nm--ge ?-[m a ?]
ha-an-u il-tum d pa-nur-d ak-su 32
om. ?
dD iM x .M E
di R . N i . N A 33
zi-dingir-an-ki-k[a-ke4-n e ? h-p]
se-bu-u ni{mu) i/m (dingir .me) rabuti(GAL.M'E) lu-u ta-ma-ti
[k]i-m uen-an-na-[ka-da e-dal-dal-e?]
it-ti 34 isr(muen) am(an- ) lu tap-par-ra-d35 . . .
31 x:
88 z:
88 y:
84 x,
85 z:
izi; z: Gi
sig7
ir .n i.na ; z : *.ni.ni
y: k i ; z: gim
DAE.DAE
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mu
a - m a g u b - b a
ha-an-Su ir -n i- na [uzzuzat*]
quinto nome (di Inanna-Istar) colei che stabilisce la vittoria ' .
La grafia ir -n i- na per irnittu = - m a della linea sumerica precedente,
in SBH 56 Vs. 66, pu essere confrontata con quella presente alla 1. 6 di C:
diR.Ni.NA; si portati a pensare che anche in questo caso si tratti di una
grafia errata o, piuttosto, di una seconda forma dello stesso vocabolo
irnittu, gi, per altro, attestato in un passo concernente la Lamatu: Ugaritica 6, 403: 5: [-]kan ir-nit-ti (il determinativo divino, presente soltanto
in a, pu essere forse considerato un tentativo di interpretazione da parte
dello scriba). Se accettiamo quest'interpretazione possiamo tradurre il
le-qat diR.Ni.NA del testo accadico che consegue la vittoria; veniamo
cos ad avere la corrispondenza con il testo sumerico per cui il confronto
con SBH 56 sembra autorizzare una restituzione - [ m a g u b b a / s - s ] . Questa interpretazione della linea accadica differisce da
quella di D. W. Myhrman, ZA 16 (1902) 155:6 che traduce Angenommene
der Gttin Irnina; di F. Thureau-Dangin, RA 18 (1921) 198:6 adopte
d'Im in a; di F. Lutz PBS 1/2 p. 74: taken into the hands of Irnina;
come pure quella di CAD L s.v. leq 1 e) 2', che sulla base della variante
Ti-at un-ni-ni (Weissbach, Mise. tav. 15 n. 1:8) legge le-qat un[\)-ni-na
che accetta la preghiera , epiteto che male sembra adattarsi alla Lamatu.
22'. In questa settima linea la corrispondenza fra i testi accadico e su
merico evidente: anche se non esattamente corrispondente all'accadico
ilni rabuti, il sumerico d i n g i r - a n - k i - k a - k e 4- n e ricorre an
che nella serie canonica in espressioni analoghe, v. Lamatu 2 I 58. Alla
fine della linea possiamo con sicurezza integrare - p .
23'. Chiara qui la corrispondenza m u e n - a n - n a : issr Same;
la variante di z (cfr. n. 34) sembra autorizzare ad integrare all'inizio della
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Verso
Il verso della tavoletta sembra continuare il recto senza lacune; in
tal caso anche questultimo incantesimo va considerato contro la Damastu,
in quanto continuazione dellultimo incantesimo del recto; nel caso invece
che qui abbia inizio un nuovo incantesimo la definizione del suo genere
si presenta come pi problematica.
24'-27'. U linee in questione presentano un tipo di introduzione mito
logica noto da altri testi, si confronti ad es. J. J. A. van Dijk, HS AO 259, 8;
inoltre il nostro testo ha un parallelo alle 11. 24'-33' in Assur 17721g =
VAT 13660+14047 R. II 29-40, inedito, e K 4905 col. V (CT X V I 48)
6 sgg., translitterati e tradotti da E. Ebeling in AfO 16 (1952/3) 301-302;
riportiamo questo testo, unicamente nelle 11. 29-35, parallele ad A 11. 24'27'; dalla 1. 36 il testo infatti assai lacunoso e nelle linee seguenti il pa
rallelismo non pi rigoroso.
Il testo in questione appartiene alla serie utukk lemntu:
n l(! sic Ebeling)-sipa-k-ga tr ama nam -m i-in-gin
30
35
u $al-m[t]
4 linee di tracce probabilmente parallele al nostro testo
Incantesimo: il puro pastore ha fondato la stalla e lovile, nella steppa
del pastore Dumuzi pascola la sua capra guida, pascola la sua capra
e capretta, lana di unagnella vergine, lana di una capra [ . . . ] vergine,
nera e bianca . . .
I due testi sono, come si vede, strettamente paralleli ed sulla base
di VAT 13660+ che sono fondate le integrazioni ad A; fra le differenze
pi importanti fra i due testi da notare la mancanza in A della 1. 31 di
87 W . W . Hallo - J. J. A . van Dijk, The Exaltation of Inanna (New-Haven Uondon 1968) 18; cfr. anche ibid. 51.
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M. V . Tonietti
321
30'. Qui, come alla 1. 27' ed alla 1. 33', il pron. sufi, - b i da considerarsi
probabilmente riferito al letto intorno al quale viene eseguito il rituale;
cfr. in proposito Lamatu 2 II 8 sgg.
31'. Alle IL 31'-34' si ha un esempio di metonimia38; il soggetto del
verbo alla 1. 33' rappresentato dalla 1. 32': Inanna ed i suoi epiteti; 1' og
getto, dalla 1. 31': la dea Uttu, ipostasi del lino, che, in particolare, in
questo contesto sembra rappresentare la treccia , la cordicella , il
filo di lino, g u , che ricorre esplicitamente nei passi paralleli al nostro:
cfr. ardat ..Kit groupe II col. I l i 8'-9' g u - m i n - a - 1 a b - b a m e - n i - i r 5 filerai una cordicella, una treccia doppia; E. Reiner,
urpu V -V I 146 di n a n n a - k e 4 g u du t t u - d a s i b a - n i - i n s Inanna prepar la treccia di Uttu (secondo un uso della metonimia
che ricorre nei testi letterari anche con altre divinit, come ad es. Ezinu
e Nisaba). Per il significato di b u r - u - m a ( - g a l ) cfr. l'inno a
Nisaba (D. Reisman, AOAT 25, 357 sgg.) 1. 1 great matriarch ; id.,
Two Neo-Sumerian Hymns (Ann Arbor 1969) 121; W. W. Hallo, CERA
17 (1969) 122 n. 6 great alderwomen; W. Rmer, S K IZ (Leiden 1965)
173.
35'. Per questa linea, che segna la fine del rituale e che ricorre in maniera
frequente negli incantesimi, cfr. A. Falkenstein, LSS NF I 30; una formu
lazione leggermente diversa della stessa linea si ha in alcuni incantesimi
particolari del tipo Marduk-Ea: da s a r - l - h i n a m - s u b b a a n - s u m Marduk gett l'incantesimo , cfr. LSS NF I 70.
36'. Inizia la formula di chiusura dell'incantesimo che, come avviene
generalmente, segue direttamente il rituale. Questa formula ricorre in
vari tipi di incantesimi pi o meno variata per ampiezza, a seconda del
numero di demoni, esseri o sostanze malefiche che vi compaiono; una for
mula di questo tipo in forma estesa e completa si ha in K A R I 24 Vs. 15
sgg.; E. Reiner, urpu I X 81 sgg.; per questa formula e per ulteriori sue
attestazioni si veda ancora A. Falkenstein, LSS NF I 62-67.
41'. Il testo termina, seguendo lo schema pi consueto, con la formula
z i . . . p , che qui compare nella forma pi estesa di tutto il nostro testo:
le prime due linee sono identiche alle 11. 2'-3' del recto; prosegue poi secon
do uno schema gi visto alla 1. 4' del recto, associando ad ogni divinit
menzionata un suo epiteto caratteristico; una simile struttura ben nota
dalla stessa serie degli incantesimi z i . . . p ; cfr. in proposito E. Ebeling,
ArOr 21 (1953) 385 sgg.
45'. Questa linea presenta delle difficolt nella stessa lettura. Nella lar
cuna andato perduto il nome della divinit; ci rende pi difficile l'inte
grazione dell'epiteto che segue. Per k a - b a = i/ pi, epi pi l'apertura
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Margine sinistro
Sul margine sinistro della tavoletta conservata la parte finale delle
tre ultime linee di un incantesimo contenuto probabilmente nella parte
inferiore del verso. Le prime due linee farebbero pensare ad un incantesimo
in accadico; per una loro possibile restituzione si pu pensare ad una forma
del verbo taru ritornare, correntemente usato negli incantesimi; forse:
[kma . . . la i-f]u -ru c o me . . . non ritorna, cfr. ad es. UFBG 371. Si
confronti in proposito, nella serie canonica stessa (1 II 19): um-ma a-na
annanna mr annanna ta-tur-ri- ta-sa-ni-gi-um-ma se tu torni da
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