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di Raffaele Ilardo

MINI-AMPLIFICATORE MULTIUSO

In effetti, quelli che non hanno eccessiva simpatia per i circuiti integrati, non hanno poi tutti i torti;
l'amplificatore qui descritto, oltre a garantire un buon
funzionamento, offre un'occasione unica: pur trattandosi di un
circuito elementare, chi si dedicher alla sua costruzione, non
perder il suo tempo, ma avr l'occasione di conoscere da vicino e
risolvere le problematiche che sono alla base di qualunque stadio
amplificatore
di
potenza.
Il mini amplificatore, il cui schema di principio riportato in figura 1,
adatto a ricevere in ingresso un segnale di tipo "line", cio un
segnale di medio livello e che non richiede equalizzazione; per
esempio, l'uscita di una piastra a cassette audio, di un walkman, di
un lettore di CD, o ancora l'uscita della scheda audio del PC.
per una buona qualit
All'uscita occorre collegare un buon altoparlante, montato in
acustica, occorre
opportuna cassetta, della potenza di pochi watt e dell'impedenza di 2
montare l'altoparlante in
o
4
ohm.
Per
l'alimentazione
va
bene
una
tensione
compresa
fra
6
e
9
volt;
apposita cassetta
non conviene usare tensioni pi
alte, poich, per non complicare
lo schema, non sono state
previste protezioni in grado di
prevenire
un
eccessivo
assorbimento di corrente, e con
esso la distruzione dei transistor.

Come transistor finali (ovvero


TR1 e TR2), si pu usare una
qualsiasi coppia di transistor
complementari (cio un NPN ed
un PNP) di media potenza; come
transistor pilota (TR3), va bene
qualsiasi transistor NPN per
piccoli segnali (BC547 e simili).
Come si vede nello schema di
figura 1, i due transistor finali
sono montati in serie rispetto alla
tensione di alimentazione: la
figura 1 - schema di principio
corrente, proveniente dal polo
positivo
dell'alimentazione,
attraversa TR1, entrando dal collettore ed uscendo dall'emettitore, quindi attraversa TR2, entrando
dall'emettitore ed uscendo dal collettore; questo possibile perch i due transistor sono di
polarit opposta, e quindi lavorano con tensioni invertite uno rispetto all'altro. Teniamo presente
che, quando il circuito lavora correttamente, la tensione nel punto centrale fra i due emettitori
(punto C), esattamente la met della tensione di alimentazione. Da questo punto viene derivata,
tramite
R4,
la
corrente
di
base
che
arriva
a
TR3.
La giusta polarizzazione dei due finali, ovvero la loro tensione di base, viene determinata dalla
corrente di collettore di TR3, tramite la resistenza R3: se la corrente maggiore, la tensione sul
collettore di TR3 scende, e scende quindi la tensione di base dei finali (perch le basi sono
collegate al collettore di TR3). Come conseguenza, TR1 conduce di meno, mentre TR2 conduce di
pi; il comportamento dei due transistor determina quindi un abbassamento della tensione del
punto centrale, dove risulta collegato l'altoparlante. Nel caso opposto, quando in TR3 passa meno
corrente, la tensione del suo collettore sale, e con essa sale la tensione di base dei finali. Succede
allora che TR1 conduce di pi, mentre TR2 conduce di meno, per cui la tensione del punto centrale
tende a salire. Questo modo di funzionare a "tira e molla", come se ciscuno dei due transistor finali
tirasse alternativamente verso di se la tensione del punto centrale, viene detto in inglese "pushpull",
ovvero
"spingi
e
tira".
Naturalmente le variazioni di corrente in TR3 sono causate dal segnale applicato alla sua base
(punto INP); quando la tensione del segnale aumenta, TR3 lascia passare pi corrente; quando la
tensione del segnale scende, TR3 lascia passare meno corrente. Come abbiamo visto, queste
variazioni della corrente di collettore di TR3 fanno variare la tensione del punto centrale C; se noi
colleghiamo al punto C un altoparlante, il suo cono si muover, riproducendo le variazioni della

tensione
in
ingresso.
Quanto si detto fino ad ora, valido in linea di principio, ma prima di arrivare ad un amplificatore
perfettamente funzionante, ci sono ancora delle caratteristiche da valutare, che vedremo di seguito
una
ad
una.
1
LA
TENSIONE
SUL
PUNTO C
Poich, come si detto, la tensione del punto C varia in pi e in meno riproducendo, amplificate, le
variazioni del segnale, necessario che, in assenza di segnale, la tensione di tale punto sia
esattamente met della tensione di alimentazione. Tale risultato si ottiene regolando la corrente di
collettore di TR3; per tale motivo occorrer sostituire la resistenza R4 con una resistenza
regolabile,
o
"trimmer"

LA

DISTORSIONE

DA

CROSS-OVER

Perch un transistor cominci a entrare nello stato di


conduzione, occorre che la tensione fra base ed
emettitore superi un determinato valore minimo, di circa
0,6 volt. Poich le basi dei finali TR1 e TR2 sono fra loro
collegate, la tensione rispetto ai relativi emettitori, in
assenza di segnale, sar uguale a zero; succede allora
che, quando il segnale in ingresso comincia a variare,
perch tali variazioni siano riprodotte fedelmente occorre
che la tensione sulle basi dei finali superi il valore minimo
di 0,6 V in pi o in meno. In pratica, parte del segnale
viene tagliato (figura 2), dando origine ad una distorsione
che si avverte principalmente a bassi livelli sonori.
Per eliminare tale problema, si fa in modo di applicare
sulla base di ciascuno dei transistor finali una tensione
minima, tale da portarlo gi in stato di inizio conduzione.
Ci si pu ottenere in vari modi; nel nostro caso, tra le
basi sono stati inseriti due diodi, che vengono attraversati
direttamente dalla corrente di collettore di TR3: poich
figura 2 - distorsione da cross-over
quando un diodo percorso da corrente ai suoi capi
presente una caduta di tensione di circa 0,6 volt, i due
diodi in serie manterranno fra le basi dei finali una differenza di potenziale di circa 1,4 volt,
portandoli al giusto punto di conduzione. In tal modo, tuttavia, si determina l'afflusso di una
corrente detta "di riposo", che fluisce costantemente nei due finali, indipendentemente dalla
presenza del segnale; se tale corrente risulta eccessiva, o se non si sono prese precauzioni
opportune, i transistor finali possono andare incontro a quella che viene definita "deriva termica".
3

LA

DERIVA

TERMICA

Il fenomeno della deriva termica ricorda un p il gatto che si morde la coda. La corrente di riposo
che fluisce costantemente nei transistor, ne causa un certo riscaldamento; i transistor, a loro volta,
pi si riscaldano e pi tendono a far passare corrente. La corrente pi forte provoca un maggior
riscaldamento, e cos via, fino alla distruzione dei transistor. Per
contrastare questo fenomeno, si inseriscono in circuito componenti
che, all'aumentare della temperatura, determinano la riduzione della
corrente di base. Nel nostro caso, per non complicare il circuito,
sono state inserite sugli emettitori di TR1 e TR2 due resistenze da 1
ohm; la loro presenza produce un moderato effetto di
"controreazione": se la corrente aumenta, sale la tensione ai capi di
dette resistenze e, di conseguenza, diminuisce la Vbe (differenza
ditensione
tra
base
ed
emettitore).
Nella figura 3 vediamo lo schema finale, funzionante,
dell'amplificatore. Il segnale viene applicato in ingresso, alla base
di TR3, tramite il condensatore di accoppiamento C2; non
possibile collegare il segnale direttamente alla base, perch il
valore resistivo della sorgente del segnale stesso modificherebbe
la polarizzazione di TR3. Supponendo di collegare il segnale

figura 3 - lo schema finale

usando un cavetto schermato, al condensatore va collegato il filo interno, mentre quello esterno (la
calza)
va
collegato
alla
massa,
ovvero
al
polo
"meno"
dell'alimentazione.
L'altoparlante va collegato al punto centrale, tramite il condensatore C1; l'altro polo
dell'altoparlante va collegato alla massa (polo negativo). Nel collegare i due condensatori, essendo
questi due condensatori elettrolitici, occorre fare attenzione alla polarit (la posizione del polo
positivo

indicata
nello
schema
dal
segno
+
).
ELENCO

DEI

COMPONENTI:

TR1/TR2: qualsiasi coppia di transistor complementari di media potenza (NPN/PNP): BC142/BC143


- BC441/BC461 - BCP54/BCP51 - BCX54/BCX51 - BD135/BD136 - TIP29/TIP30 - ZTX651/ZTX751 o
equivalenti
(scegliete
quelli
che
trovate
al
miglior
prezzo)
TR3:
transistor
NPN
per
piccoli
segnali,
tipo
BC547
o
equivalenti
R1
ed
R2:
due
resistenze
da
1
ohm,
1/2
watt
R3:
resistenza
da
1
Kohm,
1/4
watt
R4:
resistenza
variabile
(trimmer)
da
100
Kohm
R5:
resistenza
da
22
Kohm,
1/4
watt
D1
e
D2:
due
diodi
tipo
1N4001
o
simili
C1:
condensatore
elettrolitico
da
circa
1000
F,
25
Volt
(*)
C2:
condensatore
elettrolitico
da
circa
10
F,
25
Volt
(*)

(*) Il valore dei condensatori C1 e C2 non critico; tuttavia, pi la capacit elevata, meglio
passano
le
frequenze
basse
del
segnale.
MESSA
A
PUNTO
DELL'AMPLIFICATORE:
Prima di dare tensione, portare la resistenza R4
su una posizione centrale. Dare alimentazione
(non pi di 9 volt); usando un buon tester
digitale, leggere la tensione sul punto centrale C,
e regolare R4 fino ad ottenere un valore
esattamente
met
della
tensione
di
alimentazione.
Esempio:
involucro
piedini visti da sotto
alimentando l'amplificatore a 6 volt, si regoler
R4 fino a leggere sul punto C una tensione di 3
figura 4 - esempio di transistor adatti come
volt.
finali complementari: BCX51 (pnp) e
Durante il funzionamento dell'amplificatore,
BCX54 (npn)
provate a toccare i transistor finali; se sentite che
sono troppo caldi, quasi da non poterci tenere il
dito, occorre applicare su di essi un apposito dissipatore di calore (basta anche un'aletta di rame o
di
alluminio).
Per ottenere un ascolto soddisfacente, occorre che l'altoparlante sia di buona qualit, e che sia
montato in una adatta cassetta acustica.

figura 5 dissipatori di
calore per
transistor

figura 6 transistor con


dissipatore di
calore

figura 7 - collegamento
di un potenziometro in
ingresso per la
regolazione del volume

potenziometro
ad albero
rotante

L'amplificatore qui descritto non provvisto di controllo di volume, perch si presume che il
segnale venga regolato dall'apparecchio che vi viene collegato; in genere un riproduttore di cassette

o di CD, o un PC, sono gi dotati di controllo di volume. In ogni caso, volendo aggiungerne uno,
sufficiente collegare in ingresso un potenziometro, che pu essere sia ad albero rotante, sia a slitta
(a scorrimento lineare); occorre usare un potenziometro da 47 kohm, di tipo logaritmico, collegato
come
si
vede
in
figura
7.
Pi
che
altro
per
completezza
di
informazione (come mi ha cortesemente
suggerito un visitatore del sito da Lyon),
notiamo che possibile eliminare il
condensatore di uscita C1, ricorrendo ad una
alimentazione di tipo "duale"; si tratta, in
altre parole, di fornire all'amplificatore due
tensioni distinte, ciascuna uguale a met di
quella
totale.
La cosa pu essere realizzata facilmente
collegando due pile come si vede nello
schema di figura 8, oppure utilizzando un
apposito alimentatore dotato di tre uscite:
+4,5
V
;
zero
;
-4,5
V
In questo modo, in assenza di segnale,
l'altoparlante risulta collegato da entrambi i
terminali ad una tensione pari a met di
quella di alimentazione, e quindi non viene
attraversato da corrente continua anche in
assenza del condensatore di uscita.

figura 8 - amplificatore con alimentazione duale


Spero di poter trattare, tra non molto tempo,
la costruzione di un amplificatore in grado di fornire prestazioni di pi alto livello, di maggiore
potenza
e
fedelt
di
riproduzione.

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