A scuola
con i bambini
multimediali
Aspetti psicosociali e pedagogici
della comunicazione telematica
LIVE
Editing
Davide Bortoli
Grafica
Giordano Pacenza
Licia Zuppardi
Impaginazione
Lorenzo Poli
2012 Edizioni Erickson
Via del Pioppeto 24
38121 TRENTO
Tel. 0461 950690
Fax 0461 950698
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se non previa autorizzazione dellEditore.
Anna Paolella
A scuola
con i bambini
multimediali
Aspetti psicosociali e pedagogici
della comunicazione telematica
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2012, A. Paolella, A scuola con i bambini multimediali, Erickson, www.ericksonlive.it
Copia concessa in licenza a giuseppina pagano; scaricato il 03/08/2015
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Indice
Introduzione
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Bibliografia
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Introduzione
processi identitari di gruppo. Nella rete si manifestano nuove categorie sociali e nuove procedure per la formazione dei concetti sociali;
la concretizzazione della teoria di Lvy sullintelligenza ovunque
distribuita, su scala planetaria, attraverso un atto di interconnessione
delle menti. Le diverse comunit che nascono e si evolvono nella rete
appaiono pi come gruppi temporanei di esploratori, che insieme
scoprono mondi di senso e spazi condivisi di immaginazione. Ed
proprio limmaginazione che svolge un ruolo fondamentale, che
sposta continuamente i comportamenti degli utenti dal protagonismo,
tipico del palcoscenico goffmaniano, verso gli spazi del retroscena
delle diverse stanze di casa internet. Ci ha modificato anche il
tradizionale concetto di educazione e di apprendimento: non pi la
classe come luogo fisico delle relazioni formative, ma un ambiente
interattivo attraverso cui parlare contemporaneamente con compagni
remoti dislocati ovunque.
La seconda parte sviluppa il tema della comunicazione educativa. Le reti telematiche rappresentano un punto di approdo
importante per le nuove teorie psicopedagogiche e della pedagogia
sociale. La conoscenza si va connotando sempre pi come fatto
sociale che emerge dallo scambio interattivo e dalla comunicazione
di tutti i componenti del contesto educativo. Internet propone varie
modalit di cooperative learning e di partecipazione alla costruzione
del sapere. La formazione varca i confini della scuola, trasferendo il
proprio ambito di svolgimento nella rete, e acquisisce il fascino del
viaggio virtuale e della scoperta piacevole. Sono bambini multimediali, secondo il pedagogista Maragliano, quelli che frequentano le
nostre scuole, che vivono con naturalezza la nuova dimensione di
cybernauti e che preferiscono ai quaderni e alle penne una tastiera
e uno schermo. I bambini si muovono nella rete con la naturalezza
tipica dellinfanzia, con la meraviglia e il desiderio di filtrare con
il proprio corpo le esperienze e la realt esterna. Il coinvolgimento
emotivo e laccettazione incondizionata dei media quale parte integrante della nostra esistenza non devono, tuttavia, farci dimenticare
la nostra dimensione umana, poich
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PRIMA PARTE
Lera della tecnosocialit
Capitolo 1
Le comunit mediatiche
tra il globale e il locale
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sentimento di appartenenza a un contesto con confini che stabiliscono linclusione e lesclusione sociale. Lappartenenza al proprio locale
appare ancora pi significativa in relazione al coinvolgimento emotivo
che si stabilisce tra i membri.
Lavvento e la diffusione degli artefatti tecnologici hanno reso
pi flessibili, almeno apparentemente, i confini intergruppali e le
possibilit di scambio e di migrazione verso altri contesti culturali,
determinando una discrepanza notevole tra la realt quotidiana e il
neonato sistema di valori globali che libera il soggetto dalla propria
comunit di appartenenza. Nascono nuovi contesti sociali, allargati,
mondiali, non riferibili a caratteristiche topologiche e geografiche,
bens a sistemi concettuali inediti in cui gli attori si percepiscono e si
rappresentano come membri.
La possibilit di essere coinvolti, nel contempo, da situazioni
locali e da mondi e culture che travalicano i confini territoriali della
nostra comunit potrebbe disorientarci; il gruppo si trova di fronte a
un sistema complesso di rapporti, difficili da gestire.
Lattaccamento al proprio locale pu essere letto, in questo caso,
come una richiesta di significato e di senso sociale. Le comunit
devono ben scindere i problemi gestibili a livello locale da quelli che
rientrano in situazioni pi generali, condivisibili con altre comunit.
La distribuzione di sistemi mediatici tecnologicamente avanzati non
un punto di incontro tra le diverse comunit locali, in quanto esse
non possiedono unidentica concentrazione di mezzi telematici.
La sperequazione tecnologica, che sta emergendo, pu facilmente indurre una discriminazione socioculturale e una nuova forma
di esclusione sociale, definita da Matterlart (1999) tecnoapartheid.
Laccesso alle notizie, e alla comunicazione allargata, non avviene
allo stesso modo per la comunit di Pigmei e per la comunit di
gentlemen londinesi; e anche se avvenisse, il messaggio sarebbe
decodificato ed elaborato in relazione a una cultura di tipo locale
e non certamente globale.
Nonostante la diffusione dei sistemi tecnologici stia raggiungendo ogni angolo remoto della terra, il processo di partecipazione alle
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Capitolo 2
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Capitolo 3
Incontrarsi
nella valle dellincanto
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I soggetti sociali sono in una condizione di assoluta deindividuazione, liberi da ogni senso di responsabilit; praticano il flaming per
rendere pi agonistici i propri discorsi e le descrizioni di s e per avere
maggiore impatto sociale. In un gruppo in cui lidentit dei membri
passa attraverso un modulo di registrazione, il comportamento diventa
particolarmente rispettoso di norme sociali non esplicitate ma riferibili
e mutuate dal contesto di vita reale. Non pi una presenza asociale,
una presenza che non si concretizza in rapporti interpersonali, ma
solo nella condivisione del mezzo di comunicazione. La comunit non
risiede solo nel contesto esterno, sia esso reale o virtuale, ma anche
dentro la persona, nella sua identit sociale.
I due approcci prevalenti degli studiosi di psicologia sociale si
orientano sia sullinfluenza del mezzo tecnologico sulle relazioni e
sullinterfaccia comunicativa, sia sulla costruzione di collettivi mediatici. Entrambe le posizioni confluiscono in ununica direzione,
quella della relazione interpersonale come negoziazione di significati
e interessi comuni: non rilevante il luogo o la dimensione fisica, ma
ci che assume significato preponderante il termine della relazione.
Il punto di incontro, tra lo spazio fisico reale e lo spazio virtuale, rappresentato dallo schermo, si caratterizza come linterfaccia tra
due mondi paralleli. Ben ci fa notare Jones come, per la prima volta
nella storia, con un semplice click del mouse sia possibile una totale
negazione dellesperienza (De Benedittis, 2003, p. 24).
Lindividuo non vive una disgiunzione fra il contesto della rete e
quello reale, poich egli immerso, nel contempo, nella stessa dimensione
spazio-temporale dei suoi interlocutori. Vi , tuttavia, una nuova formalizzazione del concetto di comunit. Nella rete si crea una formazione
gruppale parallela, virtuale, una vera e propria societ invisibile di cui
ciascun utente isolatamente diventa cittadino. Sorgono tante comunit
simili alle citt invisibili descritte dal Marco Polo di Calvino (2002); la
minuzia di particolari paesaggistici e lenfasi dei racconti storici ci fanno
pensare a luoghi esistenti e identificabili. E proprio cos, nella rete, presi
dalla coinvolgente narrazione di noi stessi, dimentichiamo che le piazze,
i giardini, i luoghi dincontro vivono solo nella nostra immaginazione.
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Capitolo 4
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Capitolo 5
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Capitolo 6
Psicodinamica della
comunicazione telematica
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Capitolo 7
Il collettivo intelligente
di Lvy
Il fondamento della nuova forma di organizzazione sociale ipotizzata da Pierre Lvy non ha nulla a che fare con le comunit virtuali
esistenti nella rete che basano il loro esistere su interessi temporanei;
esso si caratterizza dallunione delle intelligenze e delle potenzialit
dei singoli che non si sentono fagocitati n temono di perdersi a causa
della forza del numero, come avviene nelle comunit reali.
La visione di Lvy si fonda sulla possibilit di costruire uno
Spazio del Sapere (Lvy, 2002, p. 31), in cui i legami sociali
siano flessibili, continuamente rinnovati dallinterazione dei suoi
membri. La definizione di intelligenza collettiva sostiene lautore va identificata proprio nella sinergia delle competenze e in
una distribuzione globale della conoscenza; essa, infatti descritta
come loperare di comune intesa verso la costruzione di una conoscenza che diviene il punto di riferimento essenziale dei collettivi
intelligenti, in cui ciascuno possa svilupparsi liberamente e dare il
proprio contributo al gruppo.
I pensieri dei singoli non si perdono come nel caso di una folla
di persone, ma contribuiscono alle decisioni della comunit in modo
democratico. Questo gruppo responsabile riafferma continuamente
il proprio equilibrio sociale. Alla base della stabilit dei collettivi
intelligenti vi un processo di apprendimento che per i gruppi reali
molto lento, ma che le tecniche digitali rendono pi rapido. Lvy
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afferma che ogni interazione umana d vita a un nuovo apprendimento, uno scambio continuo basato sulla condivisione di informazioni e
sullarricchimento reciproco. Dalle interazioni simultanee di milioni di
persone, dislocate negli angoli pi remoti della terra, si pu raggiungere un alto grado di velocit cognitiva (p. 89) e la valorizzazione
di tutte le soggettivit piuttosto che la loro dispersione.
Il cyberspazio potrebbe diventare lo scenario di una nuova civilt deterritorializzata fondata solo su un pluralismo conoscitivo e
intellettivo. Si tratta di unintelligenza distribuita su scala mondiale,
unitaria, non unica e statica, come le istituzioni delle societ reali.
Questa nuova forma di intelligenza non data dalla fusione delle
idee di ciascuno che si perdono in ununica grande idea superiore;
essa, al contrario, data da un processo di negoziazione continua e
dallevoluzione degli scambi dei membri. Non vi quindi la fusione
delle intelligenze individuali in un grande caleidoscopio, ma la possibilit di tutti di partecipare in contemporanea al rinnovamento e
alla costituzione collettiva.
In questottica il singolo viene valorizzato; partecipa alla mobilit di sapere senza il timore di perdersi. Nasce un nuovo modello di
comunit che non ha nulla a che vedere con una folla di persone i
cui membri pensano insieme e comunicano a uno stadio minimale;
nella folla vi la totale dispersione delle capacit del singolo, il quale
viene sopraffatto dalla forte carica emotiva del gruppo. Nella rete il
distacco dalla territorialit e dalla materialit dei rapporti fa s che
ciascuno sia presente e partecipi allevoluzione del sistema collettivo,
a prescindere dal proprio ruolo sociale.
Il rinnovamento e gli scambi avvengono sempre in riferimento
a contesti specifici che Lvy chiama spazi antropologici (p. 149).
Si tratta di aree di significato, di spazi puramente mentali in cui le
azioni e i pensieri acquistano senso e in riferimento ai quali si sviluppano. Infatti, gli uomini hanno un proprio particolare sistema
di prossimit (p. 148), che non necessariamente fisico; pu essere
uno spazio affettivo, storico o sociale ad essere pi significativo di
uno geometrico.
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Sono i nostri pensieri a rendere pi o meno lontano un avvenimento o una persona e a fare in modo che la rete diventi, da spazio
ontologico, ambiente comunicativo. Lvy individua quattro spazi
antropologici trasferibili al contesto della rete e adattabili alla nuova
forma di intelligenza collettiva. Questi spazi, la Terra, il Territorio,
la Merce e lo Spazio di sapere sono generati dallattivit immaginativa delluomo (p. 149). Essi contengono ulteriori ambiti di attivit
umana possibile nella rete e garantiscono la propria esistenza grazie
allinterazione comunicativa che avviene al loro interno.
Gli spazi antropologici individuati da Lvy sono funzioni dellintelligenza collettiva che non devono essere confusi con le infrastrutture
o le sovrastrutture delle istituzioni reali. Sono piani di esistenza (p.
151) determinati dal nuovo cammino telematico che lumanit sta
percorrendo; non possibile identificarli per categorie di ordine degli
eventi e degli spazi umani. Lvy definisce tali aree come mondi di
significato e non categorie reificate che spartiscono gli oggetti corporei
(p. 151), a ogni spazio corrisponde unidentit, una struttura psichica
che non va confusa con quella che indica il ruolo e lo status sociale
di una persona. Nello spazio delle merci, ad esempio, gli individui
acquistano la loro identit in relazione al consumo di beni, siano essi
informazioni o cose.
La nascita nella rete di una tale comunit pensante d vita a
uno spazio del sapere trasversale e comprensivo di tutti gli altri spazi
possibili. I membri di questa comunit producono e riorganizzano
continuamente il mondo virtuale in cui vivono. Lidentit del singolo
si struttura intorno a immagini dinamiche (p. 158), prodotte dalla
continua reinvenzione dello spazio di sapere; per Lvy si possiedono
tante identit quanti sono i corpi virtuali che riesce a creare nelle
cinecarte e nelluniverso di significazione che esplora e contribuisce
a creare (p. 159).
La navigazione in questo spazio del sapere garantita dalla
cinecarta, una sorta di sistematizzazione topologica che esprime la
molteplicit di interazioni che si svolgono nelluniverso delle informazioni: Ogni oggetto o gruppo di oggetti pu essere visualizzato
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Capitolo 8
Dallintelligenza collettiva
allinterconnessione delle menti:
lintelligenza connettiva
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la raccolta e la cernita delle informazioni utili al processo di elaborazione dei pensieri. Lintelligenza , come sosteneva Piaget (1966),
la risultante di tale iter di assimilazione e di accomodamento delle
informazioni e del loro adattamento alle facolt cognitive che a loro
volta sono modificate.
De Kerckove individua tre tipologie di codici che racchiudono
altrettanti brainframes: il codice alfabetico, il codice televisivo e il
codice cibernetico. Ciascuno di questi codici inserito in un periodo
storico preciso e ha influenzato le modalit di pensiero comune e di
ideologia di quellepoca. Lalfabeto, ad esempio, ha determinato un
cambiamento sociale senza precedenti; la scrittura diventata mezzo
economico, culturale e ha caratterizzato uno specifico stile di pensiero
razionale e prospettico.
Interessante, ora, capire gli effetti della comunicazione in rete
sullorganizzazione psicologica. De Kerckove propone un nuovo
modello di indagine entro cui studiare la nuova mente tecnologica:
nasce la psicotecnologia, cio lo studio della condizione psicologica
di persone sottoposte allinflusso delle innovazioni tecnologiche (de
Kerckove, 1993, p. 10).
La condizione psicologica determinata dagli attuali strumenti
telematici piuttosto atipica e anacrologica, in quanto nessun prolungamento tecnologico aveva mai prodotto la proiezione delle idee e
della coscienza al di fuori del corpo. Anche lalfabeto aveva promosso
unestroflessione cognitiva verso lesterno, ma mai la psiche umana si
era trasferita altrove. Linterattivit ha generato una nuova forma di
intelligenza, che consente ai singoli di riversare i propri pensieri e di
coniugarli istantaneamente in un luogo immaginario quale internet.
Lelaborazione delle informazioni avviene in un luogo intermedio,
esterno alla mente, in quella che de Kerckove chiama seconda mente
(p. 178); il computer, dunque, svolge una mediazione fra la nostra
rete neuronale, biologica, interna e il sistema di elaborazione esterna.
Linvenzione del cyberspazio ha dato un moto di accelerazione
allattivit mentale umana, evidenziando la dimensione non lineare e
sequenziale che il codice alfabetico ha per lungo tempo nascosto. La
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SECONDA PARTE
La dimensione educativa
della comunicazione telematica
Capitolo 9
Comunicare e interagire
con il computer
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Capitolo 10
Apprendere
nel paese dei balocchi
Il bambino di questo scorcio di fine secolo un essere multimediale, cos definisce il pedagogista Maragliano il bambino dellepoca
contemporanea (Fiorentino, 2000, p. 31). Essere multimediale perch
nato e cresciuto in una realt intrisa di una pluralit di codici mediali,
da quello alfanumerico a quello iconico, gestuale e fonetico. La molteplicit di mezzi elettronici dal semplice e ormai arcaico Nintendo,
alle sofisticate Play Station di ultima generazione, dai videoregistratori
ai DVD ha determinato il passaggio verso una tipologia di codice
comunicativo misto, in cui non riveste pi un ruolo assoluto, ma
relativo, il linguaggio alfabetico.
Lessere multimediale, quindi, per le nuove generazioni uno
status naturale, quasi geneticamente determinato. Il soggetto multimediale esperisce la realt leggendola e apprendendola non solo attraverso
le astrazioni concettuali della propria mente, ma anche, e soprattutto,
da elaborazioni sensoriali e motorie. Il computer e i videogiochi hanno
ridisegnato la relazione corpo-conoscenza, intensificando lattivit
percettiva e motoria quale base di una prima elaborazione conoscitiva.
Viene rivalutato lapprendimento concreto, che aveva visto i suoi
ideologi massimi in pedagogisti di fama mondiale: Piaget, prima, e
Papert, dopo. Proprio Piaget aveva parlato, decenni fa, del rapporto
bambino-realt: losservazione e lassimilazione degli oggetti del
mondo esterno permettono al bambino di costruire categorie mentali
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Capitolo 11
Nel rapporto bambino-computer si evidenzia una variabile importante: i bambini che utilizzano gi da unet precoce il computer
lo considerano vivo, cio dotato di connotazioni e attivit psichiche
(Turkle, 2001). La versatilit di questa macchina lo rende non particolarmente definibile come semplice macchina: linterattivit, la
possibilit di comunicare con questo nuovo amico di gioco fanno s
che gli vengano spesso attribuite caratteristiche psicologiche umane.
Una specie di animismo informatico.
Ci accade in quanto vengono conferiti sentimenti e pensieri a
questo nuovo sistema, che appare un essere vivente non perch dotato
di movimento, ma perch creatura intelligente. I software di simulazione rendono gli strumenti multimediali robot consapevoli, muniti
di intenzionalit; cos che il Tamagochi diventa creatura viva, che
se piange lo fa perch triste o se sbadiglia perch ha sonno, e non
perch tali azioni sono pianificate da un software.
Daltra parte i nuovi soggetti mediatici, in particolar modo i
bambini, sono comunque consapevoli della differenza tra se stessi e la
macchina-computer: i personaggi che la vivono, come in un mondo
fantastico, sono dotati di spirito e di intelligenza, stesse caratteristiche
del bambino-utente.
Il considerare gli eroi che vivono nei videogiochi come esseri
provvisti di sentimenti umani rinforza il rapporto di fiducia instau 2012, A. Paolella, A scuola con i bambini multimediali, Erickson, www.ericksonlive.it
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psicopedagogiche e sociali. Il computer diventa un ambiente di comunicazione e non di isolamento, un nuovo paese delle meraviglie
in cui il bambino-Alice attivamente gestisce i suoi percorsi di gioco,
di scoperta e di apprendimento.
un bambino nomade, come lo definisce Fiorentino (2000, p.
76), che si sposta liberamente nei luoghi virtuali, fra paesaggi di senso,
nello spazio invisibile delle conoscenze (p. 33), che fa associazioni
e riflessioni su quanto visitato. Un nomade che gioca con semplicit
con le proprie idee, proprio in quanto predisposto ai viaggi fantastici
peculiari della sua et, che partecipa con naturalezza alle molteplici
opportunit di apprendimento e di relazione offerte dal web. Nella
rete trova la perfetta coniugazione dei codici comunicativi che lo circondano, da quello alfabetico a quello acustico e iconico. Si pongono
davanti ai suoi occhi mondi nuovi non solo da leggere o vedere, ma
soprattutto da visitare attraverso videocamere o simulatori: un viaggio
in diretta, senza spostarsi da casa.
Nasce una nuova idea del gruppo, agli amici di penna si sostituiscono gli amici delle chat o dei forum. Il bambino partecipa alla
negoziazione di nuovi significati e alla delineazione di nuovi contesti
comunicativi, immediati, con naturalezza, dimostrando la propria
capacit di essere membro competente. Egli acquisisce una variet
indefinibile di repertori di genere delle diverse comunit con cui entra
in contatto; facile per un bambino imparare diverse lingue come
luso di un software o la discussione nelle chat.
Tutto questo, per i piccoli dalle infinite potenzialit, non sembra
essere difficile e non sembra rappresentare la dimostrazione di costrutti
sociali o di teorie psicologiche. E cos, se si chiede a un bambino di sei
anni perch ama il computer, ci si sentir rispondere candidamente:
perch basta un click!.
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Capitolo 12
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Capitolo 13
Lapproccio socioculturale
nella formazione della conoscenza
La nascita di ambienti telematici, costruiti con specifici compiti formativi, ha spostato il focus del dibattito da unimpostazione
individualista e cognitivista a una di carattere pi ampio, sociale e
costruttivista. Secondo limpostazione cognitivista, il contesto sociale
non svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo del soggetto, in
particolare durante la fase evolutiva, ma rappresenta un elemento di
sfondo, una variabile secondaria nel processo di formazione dellindividuo. Nella visione della psicologia culturale dei gruppi, i termini
dellanalisi si spostano sulla centralit del contesto socioculturale,
evidenziando come tutte le azioni e i comportamenti siano la risultante
dello scambio uomo-ambiente.
Lo scambio socioculturale non un processo riferibile solo
a un soggetto in et evolutiva, ma soprattutto un modus vivendi
nella societ, in quanto ogni nostra azione la conseguenza di una
rappresentazione mentale che a sua volta data dallelaborazione di
informazioni esterne. In questa prospettiva viene dato risalto alle
pratiche distributive e condivise di acquisizione da parte degli attori
sociali, attraverso modalit di negoziazione e di transazione della
conoscenza collettiva.
Vari sono i contributi di studiosi della rete sulla funzione sociale
dellinterazione nelle comunit telematiche. Se restiamo nellambito
della teoria di Vygotskij, possiamo comprendere che anche il suo
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Capitolo 14
La partecipazione periferica
e legittimata alla mediazione
della conoscenza sociale
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Capitolo 15
Lutilizzo di internet quale strumento di formazione e di educazione nasce come ultima frontiera nello sviluppo dei mezzi di formazione
a distanza. Esso sancisce il passaggio da un metodo convenzionale
ed estensivo di FAD (Formazione a Distanza), fondato sullutilit
del mezzo come supporto didattico, a un metodo intensivo che vede
nella rete un ambiente di formazione in cui dar vita a processi di
apprendimento individuali e collaborativi.
Lonline learning ha, altres, sancito il passaggio da un impianto
psicopedagogico basato sulla trasmissione di conoscenze tra un soggetto in atto e un soggetto in fieri, nellottica della filosofia idealistica,
a una nuova concezione della conoscenza come sistema di pratiche e
di informazioni condivise da una comunit.
La rete e la formazione telematica si inseriscono nel brainframe
del nostro tempo quali nuovi artefatti tecnoconcettuali, attraverso
cui gli attori sociali possono dare significato alle proprie esperienze e
situare le proprie azioni. Alla base della telecomunicazione didattica
vi , quindi, un nuovo approccio pedagogico che d ampio spazio a
un apprendimento che trascende il percorso individuale a favore di
una costruzione della personalit interna alla cultura sociale.
Il paradigma fondamentale da cui partire, ai fini dellanalisi
dei modelli di e-learning, il concetto di apprendimento, come processo sociale che si attua in un sistema di attivit situate. In questo
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Navigazione libera
nella rete
Uso di materiali
didattici strutturati
Apprendimento
basato su un sistema
di ricercazione nella
rete
Uso di materiali
strutturati +
assistenza
Apprendimento
individuale
Apprendimento
assistito
Uso di materiali
didattici + tutoring
Apprendimento
collaborativo
Apprendimento
in rete
Uso di approcci
basati sulle comunit
di pratica
Apprendimento
mutuato
Lo scambio e la comunicazione formativa possono avvenire seguendo direttive di interazione sia verticali, secondo un modello di
expertise, sia orizzontali di collaborazione reciproca. Chiaro il riferimento ad attivit di mutuo soccorso o di peer tutoring, che rivestono
una grande importanza nella negoziazione cooperativa della conoscenza e nella strutturazione di un programma di studio personale.
Lo sganciamento da un ambiente fisico determina per lo studente
unampia libert organizzativa sia nei tempi dellapprendimento che
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nella scelta dei contenuti. Lelemento caratteristico la personalizzazione del percorso garantita dalla collaborazione, dalla condivisione
e dalla visualizzazione dei contributi di tutti i partecipanti allinterno
di un contesto virtuale simile, nelle dinamiche sociali, a una classe
(Trentin, 1998a, p. 169). Termine di differenziazione la tipologia
comunicativa delle classi virtuali, rispetto a una reale, che del tipo
uno-molti, molti-molti, in cui ognuno libero di interagire contemporaneamente sia con il tutor che con i compagni remoti senza temere
le tensioni psicologiche che possono nascere allinterno di una classe
(figura 15.2).
Fig. 15.2 La comunicazione in una classe tradizionale e quella in una classe virtuale.
78
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Capitolo 16
In una comunit online gli attori remoti sono legati da dinamiche di trasmissione di nuovi saperi che muovono da un sistema
di scaffolding cognitivo e affettivo, in cui la promozione di una responsabilit collettiva trascende il giudizio del singolo in funzione di
un rapporto di interdipendenza e di costruzione dellidentit sociale
(Varisco, 2004, p. 146).
La strutturazione di comunit virtuali non determina la necessit
di omologare le differenti cornici culturali di riferimento dei membri;
la partecipazione, infatti, al processo di negoziazione della conoscenza
si fonda su un sistema di rappresentazione comune, dato dalla condivisione di significati che spesso sono gi originariamente uniformi.
Si tratta di comunit dialogiche che nascono e si sviluppano in relazione a compiti e scopi condivisi. possibile schematizzare le diverse
tipologie di comunit in relazione alle loro attivit di riferimento, alle
dinamiche sociali che in esse prendono forma e alle funzioni rivestite
da ciascun membro (figura 16.1).
In ciascuna delle tipologie di comunit, limpostazione della
comunicazione e le dinamiche sociali sono basate sullinterazione
reciproca tra i membri della comunit e sulla presenza o assenza di
un tutor o di un moderatore. Una comunit di dialogo costituita da
un gruppo di persone che condivide interessi e attivit e trova nella
rete un ambiente di incontro e di scambio. Un esempio di comunit
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di dialogo
di pratica
Comunit
di ricerca
di apprendimento
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Scardamalia e Bereiter (Cacciamani, 2004). Sono basate sulla condivisione di saperi da parte dei membri che non svolgono prevalentemente attivit generalizzabili. In tali comunit vengono valorizzati
gli aspetti metacognitivi, che conducono alla formazione di capacit
di autoriflessione sul percorso di apprendimento.
Si tratta di ambienti intenzionali deputati alla knowledge building
e alla condivisione di nuove conoscenze; si fondano sul presupposto
dellestensione di un metodo di apprendimento naturale personalizzato, tipico del contesto di vita di ciascun soggetto. La conoscenza,
in una comunit di apprendimento, distribuita come sistema di
idee condivise ed valorizzata dallapporto di tutti i community builders che, singolarmente e collettivamente, hanno come obiettivo il
miglioramento del livello di conoscenza del proprio contesto sociale.
Attivit prevalente la discussione e lelaborazione di nuove modalit
di costruzione e di condivisione della conoscenza, un sapere situabile
oltre i confini della comunit stessa. Le teorie di Bereiter e Scardamalia si sono concretizzate online nella creazione di un knowledge
forum, in cui ciascun utente pu partecipare alla discussione con tesi
personali e pu leggere i contributi degli altri community builders
(Cacciamani, 2004).
Lultima tipologia di comunit con scopi di formazione rintracciabile online la comunit di ricerca. Questultima ha come scopo
la ricerca educativa e si pone traiettorie specifiche di transazione della
gestione di contenuti relativi a innovazioni e progetti. Una comunit
di ricerca svolge azioni di comparazione e raccolta di risultati su uno
specifico oggetto di studio (Calvani, s.d.). Esse muovono da una situazione problematica nellambito educativo e in tale settore generano
soluzioni efficaci. Le proposte di ricerca, pur scaturendo da problemi
specifici, derivano per lo pi da impostazioni teoriche e non pratiche.
Il primo punto la comprensione della situazione problematica, per
definirla sia in unottica generale che rispetto a situazioni specifiche;
il passo successivo della ricerca la formulazione di ipotesi di lavoro
e conoscenze che successivamente devono essere tradotte in pratiche
di apprendimento.
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Tutte le tipologie di comunit presenti oggi nella rete si caratterizzano per la natura generativa e ricostruttiva della conoscenza; esse,
inoltre, possono essere facilmente rappresentate nellimmaginario
dei membri come costellazioni di valori da trasferire e ricostruire nei
contesti sociali reali.
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Capitolo 17
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Bibliografia
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PUBBLICAZIONI
Erickson
IperMAPPE
Studiare e imparare con mappe
e schemi multimediali
IperMAPPE il nuovo sistema di rappresentazione grafica e visualizzazione digitale
della conoscenza appositamente progettato
per sostenere lo studio e lapprendimento
sia come strumento compensativo, per un
efficace e autonomo metodo di studio (mappe
costruite dallo studente), che come strategia
di facilitazione nello studio assistito (mappe
costruite per lo studente).
Guida didattica e alluso
Il software consente di costruire in modo sem+ CD-ROM di installazione
plice e intuitivo delle ipermappe, cio degli
ISBN 978-88-6137-897-1
schemi ricchi di informazioni e di multimedialit: non solo dei grafici da stampare, ma degli
oggetti dinamici da consultare a video in modo attivo e personalizzato. I nodi delle
mappe potranno contenere dati di diverso tipo: testo linguistico scritto, immagini,
animazioni, filmati, suoni, registrazioni audio di spiegazioni e commenti, link a
risorse esterne, trasformando la mappa in una vera e propria risorsa multimediale.
Grazie alle sue funzioni semplici e chiare per la rapida costruzione di mappe multimediali, IperMAPPE un ottimo strumento compensativo per la dislessia e, in
generale, per difficolt o disturbi di apprendimento.
Il programma contiene un ampio archivio di mappe e schemi, tutti modificabili e
implementabili, tratti dalle pubblicazioni Erickson di Carlo Scataglini dedicate alle
discipline facilitate. Unagile guida introduce alluso delle mappe nella didattica e
nello studio, oltre a descrivere dettagliatamente le funzioni del programma.
Comunicazione
e apprendimento
in Internet
Didattica costruttivistica in rete
Il bisogno di formare persone capaci di agire
e interagire in rete in funzione di obiettivi
didattici ormai largamente avvertito, sia dagli
insegnanti che dai dirigenti. Nel quadro delle
nuove competenze che si svilupperanno nella
scuola, acquisteranno sempre maggior risalto
figure specifiche, quali il tutor dellapprendimento via Internet, lanimatore di gruppi
pp. 320
di interesse/chatroom, lassistente tecnico, il
ISBN 978-88-7946-317-1
coordinatore documentario, il progettista di
ambienti di apprendimento on-line. Si tratta
di professionalit non ancora del tutto delineate e di elevato spessore, che richiedono
una formazione non solamente tecnologica.
Questo libro nasce per individuare e definire gli atteggiamenti e le competenze
indispensabili ai docenti per avvalersi di Internet a scopo educativo. Lobiettivo
degli autori quello di mettere il lettore in condizione di distinguere gli aspetti
effimeri del mondo di Internet, destinati a rapida obsolescenza, dalle infrastrutture metodologiche e concettuali veramente rivoluzionarie. Il libro arricchito da
approfondimenti su tematiche specifiche, esercizi riproducibili da singoli lettori o
gruppi pensati per favorire lo sviluppo di un primo livello di competenza operativa,
e percorsi per esplorare il WEB.
LIVE
Vivi. Scrivi. Pubblica. Condividi.
Lambito delle relazioni e dellapprendimento si ormai esteso al piano concettuale di internet. I bambini, in modo particolare, si muovono nelle stanze
della rete con naturalezza e curiosit, imparando attraverso la rappresentazione
di situazioni educative e attraverso la pratica simulata. Gli insegnanti devono
dunque conoscere i modelli inediti di partecipazione e di scambio generati dalla
rete che stanno incidendo profondamente sulle potenzialit di apprendimento
e sulla durevolezza delle conoscenze stesse.
Il volume introduce ai mutamenti introdotti dalla comunicazione telematica
nella scuola: se la formazione e la socializzazione si allargano dalla classe agli
ambienti virtuali, in cui ciascun componente al momento stesso destinatario
e mittente dei messaggi, la comunicazione didattica non si determina pi lungo
la direttrice obbligata della presenza uno-molti, ma segue la dinamica della contemporaneit e della multiutenza. In una classe virtuale possibile comunicare
a pi voci senza generare confusione e garantendo il proprio proficuo contributo
alla costruzione del sapere.
ANNA PAOLELLA
Docente di scuola primaria, laureata in Pedagogia presso
lUniversit degli Studi di Cassino e ha conseguito un master sulla
gestione dei processi formativi innovativi e sulla professionalit
docente nei nuovi scenari della conoscenza. Da qualche anno
si occupa anche di progetti formativi e di nuove metodologie
didattiche sui temi della comunicazione e delle difficolt di
apprendimento.
www.ericksonlive.it