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Prevenire e contrastare la violenza di genere

Giulia Sannolla – GAPS Assessorato alla Solidarietà


Linee Guida regionali sulla
gestione e funzionamento
dei Centri Antiviolenza
(bozza)
Il Quadro normativo di riferimento

Del. G.R. n. 2227 del 18 novembre 2008 - “L.R. 10 luglio 2006, n. 19 e 21 marzo 2007,
n. 7. Approvazione del Programma triennale di interventi 2009-2011 per prevenire e
contrastare il fenomeno della violenza contro le donne”;

Del. G.R n. 1875 del 13 ottobre 2009 - “ Piano regionale politiche sociali 2009-2011”;

Legge regionale 10 luglio 2006, n. 19 - “Disciplina del sistema integrato dei servizi
sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia”;

Regolamento Regionale 18 gennaio 2007, n. 4 “Regolamento attuativo della legge


Regionale 10 luglio 2006, n. 19”;

Legge regionale 21 marzo 2007, n. 7 – “Norme per le politiche di genere e i servizi di


conciliazione vita-lavoro in Puglia”;

Legge regionale 19 settembre 2008 n. 23 – “ Piano Regionale di Salute 2008-2010”.


PROGRAMMA TRIENNALE – LE LINEE DI INTERVENTO

a)Sistema Regionale di Monitoraggio e Valutazione

Monitoraggio realizzato su due livelli operativi:

- Interventi attivati dai Piani di Zona;


- Servizi territoriali attivati dal Terzo Settore
b) Accordi di Programma per prevenire e contrastare la
violenza di genere

Le Amministrazioni Provinciali, in coerenza con gli esiti


del rapporto di monitoraggio e valutazione e di
concerto con gli Ambiti Territoriali di riferimento e le
istituzioni regionali e provinciali di parità, redigono il
Programma di Interventi Locale per il contrasto alla
violenza di genere

Dotazione finanziaria per ogni AdP- 0,3 Meuro per il sostegno alle
iniziative di comunicazione nonché per la creazione delle reti
interistituzionali
c) Interventi per il potenziamento delle equipe

finanziamento di specifici progetti sperimentali che


riguarderanno:

- Iniziative informative ed educative


- Sistemi per l’individuazione precoce e sostegno alle
famiglie a rischio
- Sistemi integrati per la presa in carico delle situazioni
sospette e dei casi conclamati

(Avviso pubblico con dotazione finanziaria di € 800.000,00)


d)Strumenti per l’indipendenza economica delle
donne vittime di violenza

Intervento su due dimensioni, in grado di promuovere


l’indipendenza economica delle donne vittime di
violenza:

- inserimento o re-inserimento nel mercato del lavoro (di


concerto con Ass. Reg. alla Formazione e Lavoro)

- diritto all’abitare (tavolo di lavoro con ANCI)


L’ANALISI DI CONTESTO

La mappatura dei Servizi

Il progetto “Services for women


victims of violence: analysis of
trends and impact evaluation”
Programma Comunitario DAPHNE III
Obiettivi

-portare alla luce il problema della violenza


contro le donne e migliorare la comprensione
del fenomeno a livello europeo e delle pratiche
poste in essere

- mappare le caratteristiche dei servizi, dei


progetti e delle azioni messe in atto per
fronteggiare il fenomeno della violenza sulle
donne
Alcuni dati riferibili al territorio pugliese:

-la percentuale di donne tra i 16 e 70 anni che ha subito


una violenza fisica o sessuale nel corso della propria
vita risulta essere più bassa rispetto alla media
nazionale: 24,9% vs 31,9%;
- Il 5,3% dichiara di averla subita prima dei 16 anni;

-in linea con il resto del Paese, anche sul territorio


regionale il sommerso rimane elevatissimo: viene
denunciato solo il 10,8% delle violenze subite dal
partner, percentuale che si dimezza in relazione alle
violenze commesse da altre persone;
- l’enorme peso del sommerso impedisce di
avere dati attendibili sulle reali dimensioni del
fenomeno, benché la sensazione sia che la
violenza domestica sia in aumento;

- il profilo delle vittime di violenza domestica che


si rivolgono ai servizi è generalmente
caratterizzato da basso livello di scolarizzazione
e scarsa autonomia economica.
La mappatura dei servizi territoriali ha consentito di censire:

10 Centri Antiviolenza
19 servizi residenziali e 11 altri servizi (numeri verdi,
unità di strada, ambulatori).
Nell’ambito dei servizi residenziali:

5 case rifugio
2 centri di prima accoglienza
5 centri di seconda accoglienza
3 strutture di accoglienza
1 casa di fuga e 3 strutture alloggio per l’autonomia
Servizi
Provincia Centri Servizi
Altri Servizi Totale
Antiviolenza Residenziali

Bari 2 7 7 16

Brindisi 3 1 - 4

Foggia - 9 4 13

Lecce 2 1 - 3

Taranto 1 2 - 3

B.A.T. 2 - - 2

Puglia 10 20 11 41
STATO DI ATTUAZIONE DELLE EQUIPE
MULTIDISCIPLINARI INTEGRATE

-39 ambiti su 45 hanno risposto all’indagine


-7 hanno dichiarato di aver attivato un’equipe (in 2 casi
si occupa anche di affido e adozione)
-1 ambito ha avviato le procedure di assunzione del
personale

Composizione:
-alcune prevedono anche la presenza di rappresentanti
delle forze dell’ordine
- altre sono costituite completamente da personale
esterno, se non addirittura affidate ad una cooperativa
Caratteristiche dell’offerta dei servizi

- offerta inadeguata di servizi di prevenzione e


presa in carico dei casi sul territorio;

- disomogenea distribuzione territoriale delle


equipe multidisciplinari, dei servizi e delle
strutture;

- discontinuità degli interventi di prevenzione e


presa in carico delle vittime di abuso e
maltrattamento;
-disomogeneità delle prestazioni erogate dai
CAV;
-disomogeneità in relazione alle settimane e agli
orari di apertura (variabile dalle 40 alle 52
settimane all’anno e dalle 4 alle 61 ore a
settimana);
-elevato turn over degli operatori;
-mancanza di una rete di collegamento
strutturata con gli altri servizi presenti sul
territorio
IL MODELLO DI GOVERNO PER LA RETE
DEI SERVIZI PER PREVENIRE E
CONTRASTARE LA VIOLENZA DI
GENERE

Set territoriale minimo di strutture e servizi per


la prevenzione ed il contrasto alla violenza di
genere
Obiettivi di servizio individuati dal PRPS 2009-2011

Equipe multidisciplinare integrata – n.1/ambito


territoriale
Centro Antiviolenza - almeno n.2/provincia
Casa Rifugio – almeno n.1/ provincia
Servizio di pronto intervento sociale -
n.1/ambito territoriale
Il Ruolo delle Istituzioni e del privato sociale

Alla programmazione e attuazione degli


interventi e dei servizi per la prevenzione
e il contrasto alla violenza di genere
concorrono gli Ambiti territoriali, le
Province e il Terzo settore, nel rispetto dei
ruoli e delle competenze
Primo livello - gli ambiti territoriali sociali cui la normativa
assegna la programmazione e l’organizzazione delle reti
dei servizi sociali integrati di zona

Secondo livello - coinvolgimento diretto, per quanto di


propria competenza, dell’Ente Provincia, con cui gli ambiti
territoriali potranno raggiungere intese finalizzate
all’organizzazione di servizi e interventi di livello
sovra-ambito territoriale

Terzo livello - privato sociale, che concorre all’erogazione


dei servizi, come previsto dalla legge regionale 19/2006
Agli ambiti territoriali, in linea con le indicazioni del
PRPS 2009-2011, spettano le seguenti azioni:

-costituzione di CAV o attivazione di specifica


convenzione con CAV esistenti come definiti dal
regolamento n.4/2007 di attuazione della legge
19/2006.;

- definizione degli interventi infrastrutturali per la


dotazione territoriale di case rifugio, tenuto conto
dei fabbisogni rilevati;
-attivazione delle equipe multidisciplinari e
multiprofessionali integrate tra servizi sociali, sanitari e
della Giustizia, per la lettura-interpretazione-
validazione-presa in carico e trattamento delle
situazioni di abuso e maltrattamento;

- previsione di progetti di formazione specialistica e/o


di aggiornamento destinate sia alle equipe integrate
che agli operatori, pubblici e privati, dei Centri
Antiviolenza;
-previsione di progetti ed interventi di prevenzione, di
tutela e di solidarietà, attività di informazione e
sensibilizzazione ;

-previsione di interventi tesi a garantire l’indipendenza


economica alle donne vittime di violenza per favorire
autonome e consapevoli scelte di vita e per sostenerle
nelle responsabilità genitoriali;

- attivazione del servizio di Pronto intervento Sociale,


compresa l’accoglienza d’emergenza presso strutture
idonee, di persone vittime di abusi, maltrattamenti e tratta.
Il ruolo delle Province - il Programma di
Interventi locale

Programma di Interventi locale per il


contrasto alla violenza di genere redatto
dalle Amministrazioni provinciali di
concerto con gli Ambiti territoriali di
riferimento e le istituzioni regionali e
provinciali di parità
Il Programma di Interventi definisce:

-gli interventi infrastrutturali per la dotazione


territoriale di case rifugio e centri antiviolenza
ritenuti idonei in riferimento alla situazione di
partenza e al fabbisogno rilevato;

-la individuazione delle modalità di gestione che


potrà contemplare il supporto di altre pubbliche
amministrazioni o del privato sociale;
-i meccanismi di raccordo con l’Ufficio per la
mediazione civile e penale istituito nell’ambito dei Centri
Risorse provinciali per le famiglie, con le equipe
multidisciplinari integrate attivate dagli ambiti
territoriali, con gli altri enti preposti al contrasto della
violenza di genere (pubblica sicurezza, scuole, servizi
sanitari,ecc.);

-le azioni di comunicazione e sensibilizzazione


territoriale;

-il percorso formativo per gli operatori delle strutture e


dei servizi.
Il ruolo del Terzo Settore

La distribuzione delle risorse verso il privato


sociale avviene attraverso bandi predisposti dal
soggetto titolare competente prevedendo che
l’assegnazione del servizio abbia durata minima
triennale in modo tale da garantire, anche a
questo livello, la necessaria continuità degli
interventi destinati alle donne vittime di abuso e
maltrattamento
Il ruolo del Terzo Settore – requisiti

- requisiti previsti dalla normativa regionale in materia di


affidamento dei servizi

- tra le finalità statutarie la prevenzione e la lotta alla


violenza di genere ed il sostegno alle vittime di violenza

-essere costituiti e gestiti prevalentemente da figure


qualificate, preferibilmente donne, rispetto al tema della
violenza di genere e/o della cultura di genere
Il ruolo del Terzo Settore

Gli Enti Locali riconoscono e valorizzano, anche


sviluppando apposite convenzioni, i CAV autorizzati e
gestiti autonomamente da associazioni operanti sul
territorio regionale e iscritte regolarmente ai registri
regionali, da organizzazioni non lucrative di utilità
sociale (onlus) nonché da cooperative sociali che
abbiano come finalità la prevenzione e la lotta alla
violenza di genere ed il sostegno alle vittime di violenza,
soprattutto in presenza di radicamento del servizio sul
territorio e di esperienza pluriennale maturata.
Il ruolo del Terzo Settore

I CAV pubblici o privati, sviluppano tra di loro una rete


di collegamento strutturata, cooperano con i servizi
sociali e sanitari del territorio in tutte le fasi
d’intervento nell’ambito di specifici Protocolli d’Intesa
promossi dal soggetto competente (Ambito
Territoriale o Provincia nel caso di gestione del
servizio sovrambito o qualora previsto da Accordo di
Programma) e assicurano all’Autorità Giudiziaria ogni
opportuna collaborazione.
Competenze Ambiti PROV. Privato Ist. di Part.tos
Territ.li Sociale Parità ociale
Citt.ni
Definizione degli interventi X X X
infrastrutturali per la dotazione
territoriale di case rifugio e
CAV tenendo conto dei
fabbisogni rilevati

Costituzione dei Cav e/o X


attivazione di specifiche
convenzioni con CAV già
esistenti
Definizione delle modalità di X X X
gestione che potranno
contemplare il supporto di altre
PPAA o del privato sociale
Competenze Ambiti PROV. Privato Ist. di Part.tos
Territ.li Sociale Parità ociale
Citt.ni
Definizione dei meccanismi di X X X
raccordo con l’Ufficio per la
mediazione civile e penale, le
equipe multidisciplinari, e con
gli altri enti preposti al
contrasto della violenza di
genere (serv.sanitari, scuole,
pubblica sicurezza)

Previsione di progetti di X
formazione specialistica e/o di
aggiornamento destinate sia
alle equipe che agli operatori,
pubblici e privati, dei CAV
Competenze Ambiti PROV. Privato Ist. di Part.to
Territ.li Sociale Parità sociale
Citt.ni
Definizione del percorso X X X
formativo per gli operatori delle
strutture e dei servizi
Concorso alla realizzazione di X
percorsi formativi per gli
operatori delle strutture e dei
servizi
Previsione di interventi di X
prevenzione, tutela e di
solidarietà alle vittime di
violenza, attività di
informazione e
sensibilizzazione sul fenomeno
della violenza contro le donne,
i minori, le persone straniere
immigrate
Competenze Ambiti PROV. Privato Ist. di Part.tos
Territ.li Sociale Parità ociale
Citt.ni

Definizione delle azioni di X X X


comunicazione e
sensibilizzazione territoriale

Attivazione del Pronto X


intervento Sociale, compresa
l’accoglienza d’emergenza
presso strutture idonee

Attivazione delle equipe X


multidisciplinari integrate

Predisposizione dei bandi per X X


la gestione dei servizi
Competenze Ambiti PROV. Privato Ist. di Part.tos
Territ.li Sociale Parità ociale
Citt.ni
Erogazione dei servizi X X X
Condividono metodo e
criteri; formulano giudizi;
suggeriscono correzioni;
presentano proposte;
forniscono conoscenze utili
alla progettazione e alla
realizzazione degli interventi, X X X
all’individuazione dei bisogni
e delle risorse del territorio;
prendono parte alla fase di
monitoraggio e valutazione
degli interventi.
L’obiettivo generale che la Regione Puglia si prefigge di
realizzare è il miglioramento dell’efficacia degli interventi
di prevenzione e contrasto alla violenza di genere
garantendo risposte adeguate su tutto il territorio
regionale

Macro - obiettivi da perseguire:

1)il miglioramento della capacità di presa in carico delle


vittime di violenza
2) la riorganizzazione complessiva ed il potenziamento
dei servizi presenti sul territorio
Alcuni obiettivi prioritari:

Miglioramento delle condizioni di


accessibilità e fruibilità dei CAV

-Ubicazione
-Tempi di apertura
-Promozione di orari, attività, modalità di
accesso
-Fruibilità da parte di donne immigrate
Multidisciplinarietà e qualificazione degli
operatori

-Raccordo con le equipe multidisciplinari


integrate di ambito
-Specificità professionale delle operatrici
rispetto alla tematica della violenza di genere
e/o alla cultura di genere
-Formazione e aggiornamento
Attivazione di una rete territoriale
integrata per la prevenzione e il contrasto
alla violenza di genere

-Stretta connessione tra i servizi


-Forme strutturate di collaborazione
Nell’ambito di Protocolli d’Intesa stipulati dalle Province,
i CAV attivano forme strutturate di collaborazione anche
con altri servizi presenti sul territorio:

-con gli operatori del sistema sociosanitario e della


scuola

-con i presidi sanitari, psicologici e legali a supporto della


donna che abbia subito violenza

- con gli operatori della formazione professionale, del


mercato del lavoro, delle agenzie di intermediazione
abitativa, e con tutta la rete dei servizi presenti sul
territorio
Stretta connessione con i servizi attivati dalla Regione
nell’ambito delle politiche di inclusione degli immigrati:

-gli Sportelli per l’integrazione socio-sanitaria-culturale


(di cui all’art. dell’art. 108 del R. R. 4/2007) previsti dal
PRPS

- le istituende ASIA - Agenzie Sociali di Intermediazione


Abitativa - con le quali la Regione, in collaborazione con
le Province, intende allestire per la popolazione
immigrata unità di offerta abitativa per situazioni di
emergenza temporanea
Completezza ed adeguatezza delle prestazioni

-riorganizzare l’accoglienza e la presa in carico


dei casi per superare le forti difformità
attualmente esistenti sul territorio regionale

-garantire che Centri Antiviolenza e Case


Rifugio si adeguino a quanto previsto dal Reg.
4/2007 e ss.mm di attuazione della L.R. 19/2006,
in merito alle prestazioni da erogare
La valutazione della qualità dei servizi
1.accessibilità e fruibilità dei CAV:

- raggiungibilità della struttura fisica;


- possibilità per le utenti di accedere agevolmente ai
servizi;
- promozione adeguata delle attività;
- fruibilità dei servizi indipendentemente dalla propria
origine, condizione economica o gravità della situazione;
- adeguatezza degli spazi e continuità delle attività;
2. Adeguatezza del personale e cultura di genere:

- capacità del Centro di avvalersi di una


pluralità di figure professionali multidisciplianari;

- di garantirne continuità e programmazione


del lavoro;

- qualificazione degli operatori rispetto alla


cultura di genere e preparazione rispetto al tema
della violenza sulle donne;
3. Lavoro di rete:

-capacità del CAV di agire in un’ottica di sistema


territoriale integrato con i servizi, operatori, enti e
istituzioni presenti a livello locale;

- capacità di sviluppare collaborazioni con CAV


ed enti preposti al contrasto della violenza sul più
ampio territorio regionale, nazionale e
internazionale;
4. Servizi offerti dai CAV:

- capacità delle strutture antiviolenza di offrire


una pluralità di prestazioni (dalla consulenza
psicosociale alle attività per i figli delle donne
vittime di violenza);

-capacità di assicurare la flessibilità degli


interventi e di promuovere l’empowerment delle
donne vittime di violenza;
5. Sostegno ed orientamento per l’inserimento
sociale e lavorativo:

- sviluppo di progetti volti a garantire


l’indipendenza economica alle donne vittime di
violenza e favorirne autonome e consapevoli
scelte di vita

Ad ogni ambito di valutazione è connessa una serie di


domande declinate in indicatori misurabili (all.to 3)
Piano di comunicazione
La Regione, insieme agli ambiti territoriali e alle
province, in accordo con le istituzioni regionali e
provinciali di parità, dovrà definire una pluralità di
azioni di comunicazione finalizzate a far conoscere i
servizi e le attività dei Centri Antiviolenza.

Alla Regione spetta la promozione della campagna


informativa mentre ad ambiti e province compete la
diffusione del materiale informativo.
Obiettivi
Fornire informazioni adeguate in merito
all’esistenza e collocazione dei CAV sul territorio
ed ai servizi offerti

Contrastare i sentimenti di vergogna, di paura, di


diffidenza, la scarsa fiducia verso la possibilità di
poter essere tutelate
Le azioni di comunicazione hanno finalità
informative e di sensibilizzazione

Tutte le azioni di comunicazione


dovranno essere multilingue, prevedere la
traduzione dei testi almeno in inglese e
francese, in modo tale da essere
comprensibili anche alle donne migranti
Destinatari
utenti potenziali delle attività e dei servizi dei CAV:
donne vittime di violenza, di tratta e sfruttamento
sessuale

gli interlocutori potenziali delle donne vittime di


violenza: operatori socio-sanitari e rappresentanti delle
forze dell’ordine in primis, ma anche avvocati,
magistrati, operatori scolastici

la cittadinanza nel suo insieme, al fine di


sensibilizzarla al tema della violenza sulle donne
Strumenti
-realizzazione e distribuzione di brochure e poster in
luoghi di alta intensità di passaggio, nei punti di
aggregazione e frequentazione delle immigrate, nonché
presso consultori, ospedali, questure, scuole, farmacie,
presidi sanitari, psicologici e legali;

-attivazione di un’area dedicata sui sito Internet del


partenariato istituzionale (Regione, Provincia, Comuni);

-spot su tv locali e/o radio e/o sale cinematografiche;


-attivazione di un numero verde;
-realizzazione di una iniziativa di sensibilizzazione:

ipotesi 1: mostra fotografica e brochure informative sui


treni e le stazioni ferroviarie o sugli autobus;

ipotesi 2: segnalibro campagna informativa e


distribuzione brochure presso le librerie;

ipotesi 3: notte bianca contro la violenza


(organizzazione di spettacoli, mostre, film,
documentari, performance e distribuzione di materiale
informativo).

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