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TITOLO I
FINALIT E OBIETTIVI
Art. 1.
Finalit
1. Il presente decreto, in attuazione della direttiva
2012/27/UE e nel rispetto dei criteri fissati dalla legge
6 agosto 2013, n. 96, stabilisce un quadro di misure per la
promozione e il miglioramento dellefficienza energetica
che concorrono al conseguimento dellobiettivo nazionale di risparmio energetico indicato allarticolo 3. Il presente decreto, inoltre, detta norme finalizzate a rimuovere
gli ostacoli sul mercato dellenergia e a superare le carenze del mercato che frenano lefficienza nella fornitura e
negli usi finali dellenergia.
Art. 2.
Definizioni
1. Ai fini del presente decreto, fatte salve le abrogazioni previste allarticolo 18, comma 1, lettera a), si applicano le definizioni di cui:
a) allarticolo 2 del decreto legislativo 30 maggio
2008, n. 115 e successive modificazioni;
b) allarticolo 2 del decreto legislativo 8 febbraio
2007, n. 20 e successive modificazioni;
c) allarticolo 2, commi 1 e 2, del decreto legislativo
19 agosto 2005, n. 192 e successive modificazioni;
d) al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.
2. Si applicano inoltre le seguenti definizioni:
a) Accredia: organismo nazionale italiano di accreditamento, designato ai sensi del decreto del Ministro
dello sviluppo economico 22 dicembre 2009, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 20 del 26 gennaio 2010;
b) ammodernamento sostanziale di un impianto: un
ammodernamento il cui costo di investimento superiore
al 50% dei costi di investimento di una nuova analoga
unit;
c) auditor energetico: persona fisica o giuridica che
esegue diagnosi energetiche;
d) CEI: comitato elettrotecnico italiano;
e) coefficiente di edificazione: rapporto tra la superficie lorda coperta degli immobili e la superficie del terreno di un determinato territorio;
f) condominio: edificio con almeno due unit immobiliari, di propriet in via esclusiva di soggetti che sono
anche comproprietari delle parti comuni;
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blica amministrazione centrale coerente con la percentuale indicata al comma 1, e promuovono, altres, le attivit
di informazione e di assistenza tecnica eventualmente
necessarie alle pubbliche amministrazioni interessate dal
comma 1, anche tramite propri enti e societ collegate. Le
stesse Amministrazioni, con il supporto dellENEA e del
GSE nel rispetto delle rispettive competenze, assicurano
il coordinamento, la raccolta dei dati e il monitoraggio
necessario per verificare lo stato di avanzamento del programma, promuovendo la massima partecipazione delle
Amministrazioni interessate, e la pubblicit dei dati sui
risultati raggiunti e sui risparmi conseguiti. Nella redazione del programma, si tiene, altres, conto delle risultanze
dellinventario, predisposto in attuazione dellarticolo 5,
paragrafo 5, della direttiva 2012/27/UE, contenente informazioni sulle superfici e sui consumi energetici degli immobili della pubblica amministrazione centrale, dei dati
sui consumi energetici rilevati nellapplicativo informatico IPer gestito dallAgenzia del demanio, delle risultanze
delle diagnosi energetiche nonch delle misure di cui al
comma 10.
Art. 5.
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8. I risparmi di energia per i quali non siano stati riconosciuti titoli di efficienza energetica, rispetto allanno
precedente e in condizioni normalizzate, riscontrabili dai
bilanci energetici predisposti da imprese che attuano un
sistema di gestione dellenergia conforme alla norma ISO
50001, e dagli audit previsti dal presente decreto sono
comunicati dalle imprese allENEA e concorrono al raggiungimento degli obiettivi di cui al presente articolo.
Art. 8.
Diagnosi energetiche e sistemi
di gestione dellenergia
1. Le grandi imprese eseguono una diagnosi energetica, condotta da societ di servizi energetici, esperti in
gestione dellenergia o auditor energetici e da ISPRA
relativamente allo schema volontario EMAS, nei siti
produttivi localizzati sul territorio nazionale entro il 5 dicembre 2015 e successivamente ogni 4 anni, in conformit ai dettati di cui allallegato 2 al presente decreto.
Tale obbligo non si applica alle grandi imprese che hanno
adottato sistemi di gestione conformi EMAS e alle norme
ISO 50001 o EN ISO 14001, a condizione che il sistema di gestione in questione includa un audit energetico
realizzato in conformit ai dettati di cui allallegato 2 al
presente decreto. I risultati di tali diagnosi sono comunicati allENEA e allISPRA che ne cura la conservazione.
2. Decorsi 24 mesi dalla data di entrata in vigore del
presente decreto, le diagnosi di cui al comma 1 sono eseguite da soggetti certificati da organismi accreditati ai sensi del regolamento comunitario n. 765 del 2008 o firmatari degli accordi internazionali di mutuo riconoscimento,
in base alle norme UNI CEI 11352, UNI CEI 11339 o alle
ulteriori norme di cui allarticolo 12, comma 3, relative
agli auditor energetici, con lesclusione degli installatori
di elementi edilizi connessi al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. Per lo schema volontario
EMAS lorganismo preposto ISPRA.
3. Le imprese a forte consumo di energia che ricadono
nel campo di applicazione dellarticolo 39, comma 1 o
comma 3, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012,
n. 134, sono tenute, ad eseguire le diagnosi di cui al comma 1, con le medesime scadenze, indipendentemente
dalla loro dimensione e a dare progressiva attuazione, in
tempi ragionevoli, agli interventi di efficienza individuati
dalle diagnosi stesse o in alternativa ad adottare sistemi di
gestione conformi alle norme ISO 50001.
4. Laddove limpresa soggetta a diagnosi sia situata
in prossimit di reti di teleriscaldamento o in prossimit
di impianti cogenerativi ad alto rendimento, la diagnosi
contiene anche una valutazione della fattibilit tecnica,
della convenienza economica e del beneficio ambientale,
derivante dallutilizzo del calore cogenerato o dal collegamento alla rete locale di teleriscaldamento.
5. LENEA istituisce e gestisce una banca dati delle imprese soggette a diagnosi energetica nel quale sono riportate almeno lanagrafica del soggetto obbligato e dellauditor, la data di esecuzione della diagnosi e il rapporto di
diagnosi.
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nel caso in cui siano installati contatori, conformemente alle direttive 2009/72/CE e 2009/73/CE, provvedono
affinch i clienti finali abbiano la possibilit di accedere
agevolmente a informazioni complementari sui consumi
storici che consentano loro di effettuare controlli autonomi dettagliati. Le informazioni complementari sui consumi storici comprendono almeno:
1) dati cumulativi relativi ad almeno i tre anni precedenti o al periodo trascorso dallinizio del contratto di
fornitura, se inferiore. I dati devono corrispondere agli
intervalli per i quali sono state fornite informazioni sulla
fatturazione;
2) dati dettagliati corrispondenti al tempo di utilizzazione per ciascun giorno, mese e anno. Tali dati sono
resi disponibili al cliente finale via internet o mediante
linterfaccia del contatore per un periodo che include
almeno i 24 mesi precedenti o per il periodo trascorso
dallinizio del contratto di fornitura, se inferiore.
7. Fatti salvi i provvedimenti normativi e di regolazione gi adottati in materia, lAutorit per lenergia elettrica, il gas ed il sistema idrico, con uno o pi provvedimenti da adottare entro diciotto mesi dalla data di entrata in
vigore del presente decreto, individua le modalit con cui
le societ di vendita di energia al dettaglio, indipendentemente dal fatto che i contatori intelligenti di cui alle direttive 2009/72/CE e 2009/73/CE siano installati o meno,
provvedono affinch:
a) nella misura in cui sono disponibili, le informazioni relative alla fatturazione energetica e ai consumi
storici dei clienti finali siano rese disponibili, su richiesta
formale del cliente finale, a un fornitore di servizi energetici designato dal cliente finale stesso;
b) ai clienti finali sia offerta lopzione di ricevere
informazioni sulla fatturazione e bollette in via elettronica e sia fornita, su richiesta, una spiegazione chiara e
comprensibile sul modo in cui la loro fattura stata compilata, soprattutto qualora le fatture non siano basate sul
consumo effettivo;
c) insieme alla fattura siano rese disponibili ai clienti
finali le seguenti informazioni minime per presentare un
resoconto globale dei costi energetici attuali:
1) prezzi correnti effettivi e consumo energetico
effettivo;
2) confronti tra il consumo attuale di energia del
cliente finale e il consumo nello stesso periodo dellanno
precedente, preferibilmente sotto forma di grafico;
3) informazioni sui punti di contatto per le organizzazioni dei consumatori, le agenzie per lenergia o
organismi analoghi, compresi i siti internet da cui si possono ottenere informazioni sulle misure di miglioramento
dellefficienza energetica disponibili, profili comparativi
di utenza finale ovvero specifiche tecniche obiettive per le
apparecchiature che utilizzano energia;
d) su richiesta del cliente finale, siano fornite, nelle
fatture, informazioni aggiuntive, distinte dalla richieste di
pagamento, per consentire la valutazione globale dei consumi energetici e vengano offerte soluzioni flessibili per i
pagamenti effettivi;
e) le informazioni e le stime dei costi energetici siano fornite ai consumatori, su richiesta, tempestivamente
e in un formato facilmente comprensibile che consenta ai
consumatori di confrontare offerte comparabili. LAutorit per lenergia elettrica, il gas ed il sistema idrico valuta
le modalit pi opportune per garantire che i clienti finali
accedano a confronti tra i propri consumi e quelli di un
cliente finale medio o di riferimento della stessa categoria
dutenza.
8. LAutorit per lenergia elettrica, il gas e il sistema
idrico assicura che non siano applicati specifici corrispettivi ai clienti finali per la ricezione delle fatture, delle informazioni sulla fatturazione e per laccesso ai dati relativi ai loro consumi. Nello svolgimento dei compiti ad essa
assegnati dal presente articolo, al fine di evitare duplicazioni di attivit e di costi, la stessa Autorit si avvale ove
necessario del Sistema Informativo Integrato (SII) di cui
allarticolo 1-bis del decreto-legge 8 luglio 2010, n. 105,
convertito, con modificazioni, in legge 13 agosto 2010,
n. 129, e della banca dati degli incentivi di cui allarticolo 15-bis del decreto-legge n. 63 del 2013, convertito con
modificazioni in legge 3 agosto 2013, n. 90.
TITOLO III
EFFICIENZA NELLA FORNITURA DELLENERGIA
Art. 10.
Promozione dellefficienza per il riscaldamento
e il raffreddamento
1. Entro il 30 ottobre 2015 il GSE predispone e trasmette al Ministero dello sviluppo economico, alle Regioni e alle Province Autonome un rapporto contenente
una valutazione del potenziale nazionale di applicazione
della cogenerazione ad alto rendimento nonch del teleriscaldamento e teleraffreddamento efficienti che comprenda le informazioni di cui allAllegato 3. Tale rapporto
articolato territorialmente per Regioni e Province Autonome. Nel predisporre il rapporto, il GSE tiene conto dei
piani energetico ambientali adottati dalle Regioni e dalle
Province autonome, anche in attuazione del burden sharing e dellanalisi dei potenziali nazionali di cogenerazione ad alto rendimento a norma dellarticolo 5 del decreto
legislativo 20 febbraio 2007, n. 20. Lanno base di riferimento ai fini della valutazione lanno 2013.
2. Ai fini della valutazione di cui al comma 1, il GSE
effettua unanalisi costi-benefici relativa al territorio nazionale basata sulle condizioni climatiche, la fattibilit
economica e lidoneit tecnica conformemente allallegato 4, parte 1. Lanalisi costi-benefici finalizzata allindividuazione delle soluzioni pi efficienti in termini di uso
delle risorse e di costi, in modo da soddisfare le esigenze
in materia di riscaldamento e raffreddamento.
3. Entro il 31 dicembre 2015 il Ministero dello sviluppo economico, sentito il Ministero dellambiente e della
tutela del territorio e del mare e la Conferenza unificata,
approva il rapporto e lo notifica alla Commissione europea. Su richiesta della stessa Commissione, la valutazione
aggiornata e notificata ogni 5 anni.
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4. Ai fini della valutazione di cui al comma 1 e dellanalisi costi-benefici di cui al comma 2, il GSE istituisce una
banca dati sulla cogenerazione e sulle infrastrutture di
teleriscaldamento e teleraffreddamento, esistenti e in realizzazione, anche avvalendosi dei risultati del monitoraggio di cui allarticolo 1, comma 89, della legge 23 agosto
2004, n. 239. Il GSE assicura che i dati e le informazioni
raccolti siano condivisibili dalle Regioni. Ai fini della costruzione e dellaggiornamento della suddetta banca dati:
a) lAgenzia delle Dogane e dei Monopoli mette a
disposizione del GSE, con cadenza almeno annuale, le
informazioni relative agli impianti di cogenerazione desunte dalla propria banca dati Anagrafica Accise;
b) i titolari di infrastrutture di teleriscaldamento e
teleraffreddamento trasmettono al GSE i dati relativi alla
propria infrastruttura, ove non gi trasmessi, e i relativi
aggiornamenti in caso di variazioni;
c) le amministrazioni pubbliche che rilasciano autorizzazioni o concedono agevolazioni a sostegno della
cogenerazione trasmettono annualmente al GSE le informazioni relative agli impianti autorizzati o agevolati e
alle modalit di sostegno adottate;
d) i titolari o i responsabili degli impianti di cogenerazione, fatti salvi i casi in cui non sia economicamente
sostenibile, dotano gli impianti stessi di apparecchi di misurazione del calore utile. Sono esentate le unit di cogenerazione con capacit di generazione inferiore a 50
kWe, i cui soggetti titolari o responsabili dellimpianto,
autocertificano il calore utile, ai sensi del testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445;
e) TERNA S.p.A. trasmette annualmente al GSE
le informazioni disponibili relative agli impianti di
cogenerazione.
Il GSE definisce, dintesa con gli enti interessati, le
modalit tecniche delle comunicazioni di cui alle precedenti lettere, secondo criteri di semplificazione ed efficienza. Con apposita convenzione tra il GSE e lAgenzia
delle Dogane e dei Monopoli, sono definite le modalit
tecniche per la fornitura delle informazioni di cui alla lettera a) e le procedure operative per assicurare il reciproco
allineamento delle informazioni presenti nella banca dati
sulla cogenerazione predisposta dal GSE e nella banca
dati dellAnagrafica Accise dellAgenzia delle Dogane e
dei Monopoli.
5. In base ai risultati della valutazione effettuata a norma del comma 1, e dellanalisi costi-benefici di cui al
comma 2, con decreto del Ministero dello sviluppo economico, sentito il Ministero dellambiente e della tutela
del territorio e del mare e dintesa con la Conferenza unificata, sono individuate le misure da adottare entro il 2020
e il 2030 al fine di sfruttare secondo analisi dei costi e criteri di efficienza, il potenziale di aumento della cogenerazione ad alto rendimento nonch del teleriscaldamento e
teleraffreddamento efficienti, nonch sono definite soglie,
espresse in termini di calore di scarto utile, domanda di
calore o distanze tra gli impianti industriali e le reti di
teleriscaldamento, per lesenzione dei singoli impianti
o reti dalle disposizioni di cui al comma 7, lettere c) e
d). Le esenzioni sono aggiornate con cadenza triennale
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c) rilasciata subordinatamente alla verifica di attendibilit dei dati forniti dal richiedente e della loro conformit alle disposizioni del presente decreto. A tale scopo,
fatte salve le competenze dellAutorit per lenergia elettrica, il gas e il sistema idrico, il GSE dispone controlli
sugli impianti in esercizio, sulla base di un programma
annuo;
d) se rilasciata in altri Stati membri dellUnione
europea riconosciuta anche in Italia, purch la medesima garanzia di origine includa tutti gli elementi di cui
allallegato 5 e semprech provenga da Paesi che adottino
strumenti di promozione ed incentivazione della cogenerazione ad alto rendimento analoghi a quelli vigenti in
Italia e riconoscano la stessa possibilit ad impianti ubicati sul territorio italiano, sulla base di accordi stipulati
tra il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero
dellambiente e della tutela del territorio e del mare e le
competenti autorit del Paese estero da cui lelettricit da
cogenerazione ad alto rendimento viene importata.
14. Qualsiasi rifiuto di riconoscere la garanzia di origine, in particolare per ragioni connesse con la prevenzione delle frodi, deve essere fondato su criteri oggettivi,
trasparenti e non discriminatori. Il GSE comunica tale
rifiuto e la sua motivazione al Ministero dello sviluppo
economico che lo notifica alla Commissione.
15. Qualunque forma di sostegno pubblico a favore
della cogenerazione subordinata alla condizione che
lenergia elettrica prodotta provenga da cogenerazione ad
alto rendimento e che il calore di scarto sia effettivamente
utilizzato per soddisfare una domanda economicamente
giustificabile, ferme restando le disposizioni transitorie
previste dal decreto legislativo 20 febbraio 2007 n. 20 e
dal decreto legislativo 3 marzo 2011 n. 28.
16. Ai fini della individuazione delle tecnologie di cogenerazione, del calcolo della produzione da cogenerazione e del metodo di determinazione del rendimento del
processo di cogenerazione si applicano gli allegati al decreto legislativo 20 febbraio 2007, n. 20, come integrato
e modificato dal decreto 4 agosto 2011 del Ministro dello
sviluppo economico, di concerto con il Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del mare.
17. LAutorit per lenergia elettrica, il gas ed il sistema idrico, con uno o pi provvedimenti da adottare entro
ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto e sulla base di indirizzi formulati dal Ministro dello sviluppo economico, al fine di promuovere
lo sviluppo del teleriscaldamento e teleraffrescamento e
della concorrenza:
a) definisce gli standard di continuit, qualit e sicurezza del servizio di teleriscaldamento e teleraffreddamento, ivi inclusi gli impianti per la fornitura del calore e
i relativi sistemi di contabilizzazione di cui allarticolo 9,
comma 3;
b) stabilisce i criteri per la determinazione delle
tariffe di allacciamento delle utenze alla rete del teleriscaldamento e le modalit per lesercizio del diritto di
scollegamento;
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c) fatto salvo quanto previsto alla lettera e), individua modalit con cui sono resi pubblici da parte dei gestori delle reti i prezzi per la fornitura del calore, lallacciamento e la disconnessione, le attrezzature accessorie,
ai fini delle analisi costi-benefici sulla diffusione del teleriscaldamento effettuate ai sensi del presente articolo;
d) individua condizioni di riferimento per la connessione alle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento,
al fine di favorire lintegrazione di nuove unit di generazione del calore e il recupero del calore utile disponibile
in ambito locale, in coordinamento alle misure definite in
attuazione del comma 5 per lo sfruttamento del potenziale
economicamente sfruttabile;
e) stabilisce le tariffe di cessione del calore, esclusivamente nei casi di nuove reti di teleriscaldamento qualora sussista lobbligo di allacciamento alla rete di teleriscaldamento, imposto da Comuni o Regioni.
18. Le disposizioni di cui al comma 17 si applicano secondo criteri di gradualit anche alle reti in esercizio alla
data di entrata in vigore del presente provvedimento, ferma restando la salvaguardia degli investimenti effettuati
e della concorrenza nel settore. LAutorit per lenergia
elettrica, il gas ed il sistema idrico esercita i poteri di
controllo, ispezione e sanzione previsti dalla legge 14 novembre 1995, n. 481.
Art. 11.
Trasformazione, trasmissione e distribuzione
dellenergia
1. LAutorit per lenergia elettrica il gas ed il sistema
idrico, nel rispetto delle esigenze di sicurezza dei sistemi, in coerenza con gli obiettivi nazionali e comunitari,
di medio e lungo termine e relative traiettorie, in materia
di energia e clima, contemperando i costi e i benefici connessi e su indirizzo del Ministero dello sviluppo economico per quanto riguarda le lettere c), d), e) ed f), provvede:
a) previa valutazione dei potenziali di aumento
dellefficienza energetica delle infrastrutture per il gas e
lenergia elettrica e comunque entro il 30 giugno 2015 e
tenuto conto di quanto previsto alla lettera c), ad introdurre nelle regolazione della remunerazione delle attivit di
sviluppo e gestione delle reti di trasmissione, trasporto e
distribuzione, specifiche misure per eliminare eventuali
componenti che possono pregiudicare lefficienza e per
promuovere la responsabilizzazione degli operatori di
rete verso lo sfruttamento del potenziale di efficienza esistente, di cui tener conto nella programmazione degli interventi previsti nei piani di sviluppo delle infrastrutture;
b) ove necessario, ad aggiornare entro il termine di
cui alla lettera a) la disciplina di accesso e uso della rete
elettrica, al fine di garantire la conformit agli allegato 6
e 7 del presente decreto;
c) a verificare ed eventualmente aggiornare le misure di attuazione di quanto disposto dallarticolo 17,
comma 4, e dallarticolo 18, commi 1 e 2, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, al fine di sostenere la diffusione efficiente delle fonti rinnovabili e della generazione
distribuita;
d) in coerenza con le disposizioni di cui allarticolo 11 del decreto del Ministro dello sviluppo economico
5 luglio 2012 e allarticolo 25 del decreto del Ministro
dello sviluppo economico 6 luglio 2012, a consentire la
partecipazione della generazione distribuita, delle fonti
rinnovabili, della cogenerazione ad alto rendimento e della domanda al mercato dellenergia e dei servizi, stabilendo i requisiti e le modalit di partecipazione delle singole
unit di consumo e di produzione;
e) fatte salve le restrizioni di carattere tecnico insite
nella gestione delle reti, a regolare laccesso e la partecipazione della domanda ai mercati di bilanciamento, di
riserva e di altri servizi di sistema, definendo le modalit
tecniche con cui i gestori dei sistemi di trasmissione e
distribuzione organizzano la partecipazione dei fornitori di servizi e dei consumatori, inclusi gli aggregatori di
unit di consumo ovvero di unit di consumo e di unit
di produzione, sulla base dei requisiti tecnici di detti mercati e delle capacit di gestione della domanda e degli
aggregati;
f) ad adottare disposizioni affinch, nei vincoli derivanti dalle esigenze di sicurezza, il dispacciamento
dellenergia elettrica sia effettuato con precedenza, a parit di offerta economica, nellordine, a fonti rinnovabili
non programmabili, altri impianti da fonti rinnovabili e
impianti di cogenerazione ad alto rendimento.
2. LAutorit per lenergia elettrica e il gas ed i servizi
idrici, entro il 31 dicembre di ogni anno, a decorrere dal
2015, redige una relazione sulle modalit di attuazione di
cui al comma 1 e la sottopone al Ministero dello sviluppo
economico e alle competenti Commissioni parlamentari.
3. Con uno o pi provvedimenti e con riferimento ai
clienti domestici, lAutorit per lenergia elettrica e il gas
ed i servizi idrici adegua le componenti della tariffa elettrica da essa stessa definite, con lobiettivo di superare
la struttura progressiva rispetto ai consumi e adeguare
le predette componenti ai costi del relativo servizio, secondo criteri di gradualit. Ladeguamento della struttura tariffaria deve essere tale da stimolare comportamenti
virtuosi da parte dei cittadini, favorire il conseguimento
degli obiettivi di efficienza energetica e non determina
impatti sulle categorie di utenti con struttura tariffaria non
progressiva. Su proposta della stessa Autorit, il Ministro
dello sviluppo economico, in relazione alla valutazione
ex-ante dellimpatto conseguente alladeguamento e al
fine di tutelare i clienti appartenenti a fasce economicamente svantaggiate, definisce eventuali nuovi criteri per
la determinazione delle compensazioni della spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica, di cui al decreto
del Ministro dello sviluppo economico 28 dicembre 2007,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 41 del 18 febbraio
2008, recante determinazione dei criteri per la definizione
delle compensazioni della spesa sostenuta per la fornitura
di energia elettrica per i clienti economicamente svantaggiati e per i clienti in gravi condizione di salute.
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Art. 13.
TITOLO IV
DISPOSIZIONI ORIZZONTALI
Informazione e formazione
Art. 12.
Disponibilit di regimi di qualificazione,
accreditamento e certificazione
1. ACCREDIA, sentito il CTI per il necessario collegamento con la normativa tecnica di settore, entro il
31 dicembre 2014, sottopone al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dellambiente e della tutela
del territorio e del mare per lapprovazione gli schemi
di certificazione e accreditamento per la conformit alle
norme tecniche in materia di ESCO, esperti in gestione
dellenergia, sistemi di gestione dellenergia, diagnosi
energetiche e alle disposizioni del presente decreto.
2. Al fine di favorire la diffusione dellutilizzo di diagnosi energetiche fruibili da tutti i clienti finali, UNI-CEI,
in collaborazione con CTI ed ENEA, entro 180 giorni
dalla pubblicazione del presente decreto, elabora norme
tecniche in materia di diagnosi energetiche rivolte ai settori residenziale, industriale, terziario e trasporti, in conformit ai dettati di cui allallegato 2 al presente decreto.
3. UNI-CEI, in collaborazione con CTI ed ENEA, entro 180 giorni dalla pubblicazione del presente decreto,
elabora norme tecniche per la certificazione volontaria
degli auditor energetici nei settori dellindustria, del terziario e dei trasporti e degli installatori di elementi edilizi
connessi al miglioramento della prestazione energetica
degli edifici.
4. Nelle more dellemanazione delle norme di cui ai
commi 2 e 3, la Conferenza delle Regioni e delle Province
Autonome, in collaborazione con ENEA, le Associazioni
imprenditoriali e professionali e sentito il CTI, definisce
e rende disponibili programmi di formazione finalizzati
alla qualificazione degli auditor energetici nei settori residenziale, industriale, terziario e trasporti e degli installatori di elementi edilizi connessi al miglioramento della
prestazione energetica degli edifici.
5. I soggetti di cui allarticolo 7, comma 1, lettere c),
d) ed e) del decreto ministeriale 28 dicembre 2012, decorsi ventiquattro mesi dallentrata in vigore del presente
decreto, possono partecipare al meccanismo dei certificati bianchi solo se in possesso di certificazione, rispettivamente, secondo le norma UNI CEI 11352 e UNI CEI
11339.
6. ENEA in collaborazione con ACCREDIA, il GSE,
la FIRE e il CTI, entro il 31 dicembre 2014 definisce uno
protocollo per liscrizione agli elenchi riportati di seguito. Tali elenchi sono pubblicati sul sito web istituzionale
dellENEA.
a) ESCO certificate UNI CEI 11352;
b) esperti in Gestione dellEnergia certificati secondo la UNI CEI 11339;
c) organizzazioni certificate ISO 50001;
d) auditor energetici certificati ai sensi delle norme
di cui al comma 3 del presente articolo.
1. Entro il 31 dicembre 2014, ENEA, in collaborazione con le associazioni di categoria, in particolare delle
ESCO e dei Servizi energetici, con le associazione dei
consumatori e con le Regioni, predispone un programma
triennale di informazione e formazione finalizzato a promuovere e facilitare luso efficiente dellenergia. Il programma definito tenendo conto delle caratteristiche dei
soggetti a cui rivolto ed include azioni volte a:
a) sostenere, sensibilizzare ed incoraggiare le imprese e le PMI nellesecuzione di diagnosi energetiche con
successivi interventi nellutilizzo degli strumenti incentivanti finalizzati allinstallazione di tecnologie efficienti;
b) stimolare comportamenti dei dipendenti che contribuiscano a ridurre i consumi energetici della pubblica
amministrazione;
c) educare gli studenti delle scuole di ogni ordine e
grado ad un uso consapevole dellenergia;
d) sensibilizzare le famiglie, in particolare quelle che
vivono in condomini, rispetto ai benefici delle diagnosi
energetiche e rispetto ad un uso consapevole dellenergia;
e) favorire la partecipazione delle Banche e degli
Istituti finanziari al finanziamento di interventi di miglioramento dellefficienza energetica, anche attraverso la
messa a disposizione di dati ed esperienze di partenariato
pubblico-privato;
f) sensibilizzare le imprese e i clienti domestici
sulluso efficiente dellenergia anche attraverso la diffusione di informazioni sui meccanismi di incentivazione e
le rispettive modalit di accesso;
g) promuovere programmi di formazione per la qualificazione dei soggetti che operano nellambito dei servizi energetici, con particolare riferimento agli auditor
energetici e agli installatori di elementi edilizi connessi
allenergia.
2. Il programma, di cui al comma 1, sottoposto al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare, che provvedono alla copertura degli oneri per i servizi forniti in
attuazione delle attivit previste. Allattuazione del programma di cui al comma 1 si provvede nel limite massimo di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2015,
2016 e 2017, a valere sulla quota spettante al Ministero
dello sviluppo economico, dei proventi annui delle aste
delle quote di emissione di CO2 di cui allarticolo 19 del
decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, destinati ai progetti energetico ambientali, con le modalit e nei limiti di
cui ai commi 3 e 6 dello stesso articolo 19, previa verifica
dellentit dei proventi disponibili annualmente.
Art. 14.
Servizi energetici ed altre misure
per promuovere lefficienza energetica
1. I contratti di prestazione energetica stipulati dalla
pubblica amministrazione contengono gli elementi minimi di cui allallegato 8 al presente decreto.
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ossidi di azoto non superiori a 70 mg/kWh, misurate secondo le norme di prodotto vigenti;
iii. nel caso di cui alla lettera e), installare generatori di calore a gas a condensazione i cui prodotti della
combustione abbiano emissioni medie ponderate di ossidi di azoto non superiori a 70 mg/kWh, misurate secondo le norme di prodotto vigenti, e pompe di calore il cui
rendimento sia superiore a quello previsto allarticolo 4,
comma 6, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica, del 2 aprile 2009, n. 59;
iv. in tutti i casi, posizionare i terminali di scarico
in conformit alla vigente norma tecnica UNI7129 e successive modifiche e integrazioni..
10. I provvedimenti di cui allarticolo 4, comma 1 e
allarticolo 6, comma 12 del decreto legislativo 19 agosto
2005, n. 192 sono adottati entro 120 giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, favorendo lapplicazione omogenea su tutto il territorio nazionale di regole
semplici per la valutazione della prestazione energetica
e lattestazione della prestazione energetica degli edifici.
11. Ai progetti di efficienza energetica di grandi dimensioni, non inferiori a 35.000 TEP/anno, il cui periodo di riconoscimento dei certificati bianchi termini entro il 2014,
prorogata la durata degli incentivi per i soli anni 2015 e
2016, a fronte di progetti definiti dallo stesso proponente
e previa verifica tesa a valutare in maniera stringente le reali peculiarit dei progetti e purch i progetti stessi siano
in grado di produrre nuovi risparmi di energia in misura
complessivamente equivalente alla soglia minima annua
indicata, siano concretamente avviati entro il 31 dicembre
2015 e rispondano a criteri di: collegamento funzionale a
nuovi investimenti in impianti energeticamente efficienti
installati nel medesimo sito industriale; efficientamento
energetico di impianti collegati alla medesima filiera produttiva, anche in siti diversi, avviati nella medesima data;
risanamento ambientale nei siti di interesse nazionale di
cui allarticolo 252 del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152; salvaguardia delloccupazione.
12. fatto divieto ai distributori di energia, ai gestori dei sistemi di distribuzione e alle societ di vendita
di energia al dettaglio, di tenere comportamenti volti ad
ostacolare lo sviluppo del mercato dei servizi energetici e
ad impedire la richiesta e la prestazione di servizi energetici o altre misure di miglioramento dellefficienza energetica, compresa la preclusione dellaccesso al mercato
per i concorrenti o labuso di posizione dominante.
Art. 15.
Fondo nazionale per lefficienza energetica
1. istituito presso il Ministero dello sviluppo economico il Fondo nazionale per lefficienza energetica, di
seguito Fondo, che opera secondo le modalit di cui
al comma 2 e per le finalit di cui al comma 3. Le risorse del fondo di cui allarticolo 22, comma 4, del decreto
legislativo 3 marzo 2011, n. 28, come modificato dallarticolo 4-ter, comma 2 del decreto legislativo 19 agosto
2005, n. 192, sono versate allentrata del bilancio dello
Stato, per limporto di 5 milioni di euro nellanno 2014
e di 25 milioni di euro nellanno 2015, per essere riassegnate nei medesimi esercizi al Fondo. A tal fine, la Cassa
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Sistema nazionale di garanzia di cui allarticolo 1, comma 48 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147.
8. Le garanzie concesse dal Fondo possono essere assistite dalla garanzia del Fondo Europeo degli Investimenti
o di altri fondi di garanzia istituiti dallUnione Europea o
da essa cofinanziati.
9. La gestione del Fondo e dei relativi interventi pu essere attribuita sulla base di una o pi apposite convenzioni, a societ in house ovvero a societ o enti in possesso
dei necessari requisiti tecnici, organizzativi e di terziet
nel rispetto della vigente normativa europea e nazionale
in materia di contratti pubblici. Agli oneri connessi alla
gestione e al funzionamento del Fondo si provvede a valere sulle medesime risorse.
10. Il Ministro delleconomia e delle finanze autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 16.
Sanzioni
1. Le grandi imprese e le imprese a forte consumo di
energia che non effettuano la diagnosi di cui allarticolo 8, commi 1 e 3, sono soggetti ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 4.000 a 40.000 euro. Quando la
diagnosi non effettuata in conformit alle prescrizioni di
cui allarticolo 8 si applica una sanzione amministrativa
pecuniaria da euro 2.000 ad euro 20.000.
2. Lesercente lattivit di misura che, nei casi previsti
dallarticolo 9, comma 1, lettera b) ed in violazione delle
modalit individuate dallAutorit per lenergia elettrica,
il gas e il sistema idrico, non fornisce ai clienti finali i
contatori individuali aventi le caratteristiche di cui alla
lettera a) del predetto comma soggetto ad una sanzione
amministrativa pecuniaria da 500 a 2500 euro, per ciascuna omissione.
3. Lesercente lattivit di misura che fornisce sistemi
di misurazione intelligenti non conformi alle specifiche
fissate dallAutorit per lenergia elettrica, il gas e il sistema idrico a norma dellarticolo 9, comma 3, lettere a), b)
c) ed e), soggetto ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2.500 euro. Le sanzioni di cui al presente
comma sono irrogate dallAutorit per lenergia elettrica,
il gas e il sistema idrico.
4. Lesercente lattivit di misura che al momento
dellinstallazione dei contatori non fornisce ai clienti finali consulenza ed informazioni adeguate secondo quanto stabilito dallAutorit per lenergia elettrica, il gas e il
sistema idrico, in particolare sul loro effettivo potenziale
con riferimento alla lettura dei dati ed al monitoraggio del
consumo energetico, soggetto ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1500 euro.
5. Limpresa di fornitura del servizio di energia termica tramite teleriscaldamento o teleraffrescamento o tramite un sistema di fornitura centralizzato che alimenta
una pluralit di edifici che non ottempera agli obblighi di
installazione di contatori individuali di cui allarticolo 9,
comma 5, lettera a), entro il termine ivi previsto, soggetta ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a
2500 euro.
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c) che non fornisce al cliente finale, secondo le modalit individuate dallAutorit per lenergia elettrica, il
gas e il sistema idrico, unitamente alla fattura le informazioni di cui allarticolo 9, comma 7, lettera c);
d) che non fornisce al cliente finale, secondo le modalit individuate dallAutorit per lenergia elettrica, il
gas e il sistema idrico, le informazioni le stime dei costi
energetici tali da consentire a questultimo di confrontare
offerte comparabili.
12. Limpresa di vendita di energia al dettaglio che
applica specifici corrispettivi al cliente finale per la ricezione delle fatture o delle informazioni sulla fatturazione
ovvero per laccesso ai dati relativi ai consumi soggetta
ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 300 a 5000
euro per ciascuna violazione.
13. Le sanzioni di cui al comma 1 sono irrogate dal
Ministero dello sviluppo economico.
14. Le sanzioni di cui ai commi 6, 7 e 8 sono irrogate
dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e di
Bolzano competenti per territorio o Enti da esse delegate.
15. Le sanzioni di cui ai commi 2, 3, 4, 5, 9, 10, 11 e 12
sono irrogate dallAutorit per lenergia elettrica, il gas e
il sistema idrico.
16. Per laccertamento e lirrogazione delle sanzioni
amministrative pecuniarie da parte delle autorit amministrative competenti si osservano, in quanto compatibili
con quanto previsto dal presente articolo, le disposizioni
contenute nel capo I, sezioni I e II, della legge 24 novembre 1981, n. 689. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto lAutorit per lenergia
elettrica, il gas e il sistema idrico disciplina, con proprio
regolamento, nel rispetto della legislazione vigente in
materia, i procedimenti sanzionatori di sua competenza,
in modo da assicurare agli interessati la piena conoscenza degli atti istruttori, il contraddittorio in forma scritta
e orale, la verbalizzazione e la separazione tra funzioni
istruttorie e funzioni decisorie. Il regolamento disciplina i casi in cui, con laccordo dellimpresa destinataria
dellatto di avvio del procedimento sanzionatorio, possono essere adottate modalit procedurali semplificate di
irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie.
17. Lautorit amministrativa competente, valutati gli
elementi comunque in suo possesso e quelli portati a sua
conoscenza da chiunque vi abbia interesse d avvio al
procedimento sanzionatorio mediante contestazione immediata o la notificazione degli estremi della violazione.
18. In caso di accertata violazione delle disposizioni
di cui ai commi 1, 2, 3, 5, 6, 7, 8 e 10 il trasgressore e gli
eventuali obbligati in solido sono diffidati a provvedere
alla regolarizzazione entro il termine di quarantacinque
giorni dalla data della contestazione immediata o dalla
data di notificazione dellatto di cui al comma 17.
19. Allammissione alla procedura di regolarizzazione
di cui al comma 18 e alla contestazione immediata o alla
notificazione degli estremi della violazione amministrativa a norma dellarticolo 14 della legge 24 novembre
1981, n. 689 si provvede con la notifica di un unico atto
che deve contenere:
a) lindicazione dellautorit competente; loggetto
della contestazione; lanalitica esposizione dei fatti e degli elementi essenziali della violazione contestata;
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TITOLO V
DISPOSIZIONI FINALI
Monitoraggio dellattuazione
Art. 17.
19
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Art. 18.
Abrogazioni
NAPOLITANO
NOTE
AVVERTENZA:
Il testo delle note qui pubblicato stato redatto dallamministrazione competente per materia ai sensi dellart. 10, commi 2 e 3, del testo
unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sullemanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni
ufficiali della Repubblica italiana, approvato con decreto del Presidente
della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare
la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali operato il
rinvio. Restano invariati il valore e lefficacia degli atti legislativi qui
trascritti.
Per gli atti dellUnione europea vengono forniti gli estremi di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dellUnione europea (GUUE).
Note alle premesse:
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h) misura di miglioramento dellefficienza energetica: qualsiasi azione che di norma si traduce in miglioramenti dellefficienza
energetica verificabili e misurabili o stimabili;
i) ESCO: persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero altre misure di miglioramento dellefficienza energetica
nelle installazioni o nei locali dellutente e, ci facendo, accetta un certo
margine di rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti si basa,
totalmente o parzialmente, sul miglioramento dellefficienza energetica conseguito e sul raggiungimento degli altri criteri di rendimento
stabiliti;
l) contratto di rendimento energetico: accordo contrattuale tra
il beneficiario e il fornitore riguardante una misura di miglioramento
dellefficienza energetica, in cui i pagamenti a fronte degli investimenti
in siffatta misura sono effettuati in funzione del livello di miglioramento
dellefficienza energetica stabilito contrattualmente;
m) finanziamento tramite terzi: accordo contrattuale che comprende un terzo, oltre al fornitore di energia e al beneficiario della misura di miglioramento dellefficienza energetica, che fornisce i capitali
per tale misura e addebita al beneficiario un canone pari a una parte del
risparmio energetico conseguito avvalendosi della misura stessa. Il terzo
pu essere una ESCO;
n) diagnosi energetica: procedura sistematica volta a fornire
unadeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio
o gruppo di edifici, di una attivit o impianto industriale o di servizi pubblici o privati, ad individuare e quantificare le opportunit di risparmio
energetico sotto il profilo costi-benefici e riferire in merito ai risultati;
o) strumento finanziario per i risparmi energetici: qualsiasi
strumento finanziario, reso disponibile sul mercato da organismi pubblici o privati per coprire parzialmente o integralmente i costi del progetto
iniziale per lattuazione delle misure di miglioramento dellefficienza
energetica;
p) cliente finale: persona fisica o giuridica che acquista energia per proprio uso finale;
q) distributore di energia, ovvero distributore di forme di
energia diverse dallelettricit e dal gas: persona fisica o giuridica responsabile del trasporto di energia al fine della sua fornitura a clienti
finali e a stazioni di distribuzione che vendono energia a clienti finali.
Da questa definizione sono esclusi i gestori dei sistemi di distribuzione
del gas e dellelettricit, i quali rientrano nella definizione di cui alla
lettera r);
r) gestore del sistema di distribuzione ovvero impresa di
distribuzione: persona fisica o giuridica responsabile della gestione,
della manutenzione e, se necessario, dello sviluppo del sistema di distribuzione dellenergia elettrica o del gas naturale in una data zona e, se del
caso, delle relative interconnessioni con altri sistemi, e di assicurare la
capacit a lungo termine del sistema di soddisfare richieste ragionevoli
di distribuzione di energia elettrica o gas naturale;
s) societ di vendita di energia al dettaglio: persona fisica o
giuridica che vende energia a clienti finali;
t) sistema efficiente di utenza: sistema in cui un impianto di
produzione di energia elettrica, con potenza nominale non superiore
a 20 MWe e complessivamente installata sullo stesso sito, alimentato
da fonti rinnovabili ovvero in assetto cogenerativo ad alto rendimento,
anche nella titolarit di un soggetto diverso dal cliente finale, direttamente connesso, per il tramite di un collegamento privato senza obbligo
di connessione di terzi, allimpianto per il consumo di un solo cliente
finale ed realizzato allinterno dellarea di propriet o nella piena disponibilit del medesimo cliente;
u) certificato bianco: titolo di efficienza energetica attestante il conseguimento di risparmi di energia grazie a misure di miglioramento dellefficienza energetica e utilizzabile ai fini delladempimento
agli obblighi di cui allart. 9, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo
1999, n. 79, e successive modificazioni, e allart. 16, comma 4, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164;
v) sistema di gestione dellenergia: la parte del sistema di
gestione aziendale che ricomprende la struttura organizzativa, la pianificazione, la responsabilit, le procedure, i processi e le risorse per
sviluppare, implementare, migliorare, ottenere, misurare e mantenere la
politica energetica aziendale;
z) esperto in gestione dellenergia: soggetto che ha le conoscenze, lesperienza e la capacit necessarie per gestire luso dellenergia in modo efficiente;
aa) ESPCo: soggetto fisico o giuridico, ivi incluse le imprese artigiane e le loro forme consortili, che ha come scopo loffer-
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4.21. Le attivit gas estere: comprendono le attivit svolte allestero per clienti esteri nel settore del gas.
4.22. Le attivit diverse: comprendono, in via residuale, tutte le
attivit diverse da quelle elencate precedentemente, incluse:
a) la produzione combinata di energia elettrica e di energia termica, quando, con riferimento alle condizioni nominali di esercizio, il
rapporto fra le quantit di energia elettrica e di energia termica producibili in assetto cogenerativo sia inferiore ad uno; in caso contrario, detta
produzione combinata assegnata allattivit di produzione dellenergia
elettrica; tale criterio non si applica nei casi di impianti che soddisfano
la definizione di cui alla deliberazione n. 42/02, che rientrano in ogni
caso nellattivit di produzione dellenergia elettrica;
b) il trasporto, la distribuzione e la vendita di energia termica;
c) la gestione, la manutenzione e lo sviluppo di infrastrutture
semaforiche e di illuminazione pubblica;
d) la gestione, la manutenzione e lo sviluppo di impianti di illuminazione cimiteriale;
e) le operazioni di gestione, esercizio, manutenzione e sviluppo
delle linee dirette;
f) i servizi prestati ad altre imprese ed enti, inclusi quelli prestati ad imprese che rientrano nei settori del gas naturale e dellenergia
elettrica.
4.23 Ai fini del presente Testo integrato un soggetto opera marginalmente in unattivit quando, per il suo esercizio, utilizza in maniera
occasionale, cio non continuativa, senza disporre di una stabile organizzazione e in forza di contratti non ricorrenti di durata complessiva
inferiori a 1 anno, risorse di unaltra attivit originando costi e ricavi
inferiori al 3 % del totale dei costi e dei ricavi dellattivit principale..
Il testo del comma 1126 dellart. 1 della legge 27 dicembre 2006,
n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)), pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 27 dicembre 2006, n. 299, S.O., cos recita:
1126. autorizzata la spesa di 50.000 euro per finanziare lattuazione e il monitoraggio di un Piano dazione per la sostenibilit
ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione,
predisposto dal Ministero dellambiente e della tutela del territorio e
del mare, di concerto con i Ministri delleconomia e delle finanze e dello sviluppo economico, dintesa con le regioni e le province autonome
di Trento e di Bolzano, e sottoposto alla approvazione dalla CONSIP
Spa, costituita in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997,
n. 414. Il Piano prevede ladozione di misure volte allintegrazione delle
esigenze di sostenibilit ambientale nelle procedure di acquisto di beni e
servizi delle amministrazioni competenti, sulla base dei seguenti criteri:
a) riduzione delluso delle risorse naturali;
b) sostituzione delle fonti energetiche non rinnovabili con
fonti rinnovabili;
c) riduzione della produzione di rifiuti;
d) riduzione delle emissioni inquinanti;
e) riduzione dei rischi ambientali..
Note allart. 4:
La direttiva 2010/31/UE del 19 maggio 2010 del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla prestazione energetica nelledilizia (rifusione),
stata pubblicata nella GUUE. 18 giugno 2010, n. L 153.
Il testo dell art. 4-bis del citato decreto legislativo 19 agosto 2005,
n. 192, cos recita
Art. 4-bis. (Edifici ad energia quasi zero).
1. A partire dal 31 dicembre 2018, gli edifici di nuova costruzione
occupati da pubbliche amministrazioni e di propriet di queste ultime,
ivi compresi gli edifici scolastici, devono essere edifici a energia quasi
zero. Dal 1 gennaio 2021 la predetta disposizione estesa a tutti gli
edifici di nuova costruzione.
2. Entro il 30 giugno 2014, con decreto del Ministro dello sviluppo
economico, di concerto con i Ministri per la pubblica amministrazione
e la semplificazione, della coesione territoriale, delleconomia e delle finanze, delle infrastrutture e dei trasporti, dellambiente e della tutela del
territorio e del mare e con il Ministro della salute e il Ministro dellistruzione, delluniversit e della ricerca, ognuno per i profili di competenza,
sentita la Conferenza unificata definito il Piano dazione destinato ad
aumentare il numero di edifici a energia quasi zero. Tale Piano, che pu
includere obiettivi differenziati per tipologia edilizia, trasmesso alla
Commissione europea.
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12. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri dellambiente e della tutela del territorio e del mare,
delle infrastrutture e dei trasporti e per la pubblica amministrazione e la
semplificazione, dintesa con la Conferenza unificata, sentito il CNCU,
avvalendosi delle metodologie di calcolo definite con i decreti di cui
allart. 4, predisposto ladeguamento del decreto del Ministro dello
sviluppo economico 26 giugno 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 158 del 10 luglio 2009, nel rispetto dei seguenti criteri e contenuti:
a) la previsione di metodologie di calcolo semplificate, da rendere disponibili per gli edifici caratterizzati da ridotte dimensioni e prestazioni energetiche di modesta qualit, finalizzate a ridurre i costi a
carico dei cittadini;
b) la definizione di un attestato di prestazione energetica che
comprende tutti i dati relativi allefficienza energetica delledificio che
consentano ai cittadini di valutare e confrontare edifici diversi. Tra tali
dati sono obbligatori:
1) la prestazione energetica globale delledificio sia in termini
di energia primaria totale che di energia primaria non rinnovabile, attraverso i rispettivi indici;
2) la classe energetica determinata attraverso lindice di prestazione energetica globale delledificio, espresso in energia primaria
non rinnovabile;
3) la qualit energetica del fabbricato a contenere i consumi
energetici per il riscaldamento e il raffrescamento, attraverso gli indici
di prestazione termica utile per la climatizzazione invernale ed estiva
delledificio;
4) i valori di riferimento, quali i requisiti minimi di efficienza
energetica vigenti a norma di legge;
5) le emissioni di anidride carbonica;
6) lenergia esportata;
7) le raccomandazioni per il miglioramento dellefficienza
energetica delledificio con le proposte degli interventi pi significativi
ed economicamente convenienti, separando la previsione di interventi
di ristrutturazione importanti da quelli di riqualificazione energetica;
8) le informazioni correlate al miglioramento della prestazione energetica, quali diagnosi e incentivi di carattere finanziario;
c) la definizione di uno schema di annuncio di vendita o locazione, per esposizione nelle agenzie immobiliari, che renda uniformi
le informazioni sulla qualit energetica degli edifici fornite ai cittadini;
d) la definizione di un sistema informativo comune per tutto il
territorio nazionale, di utilizzo obbligatorio per le regioni e le province
autonome, che comprenda la gestione di un catasto degli edifici, degli
attestati di prestazione energetica e dei relativi controlli pubblici..
Il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dellart. 10 della legge 6 luglio 2002,
n. 137) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 24 febbraio 2004, n. 45,
S.O..
Il testo dellart. 14 del decreto-legge 7 maggio 1992, n. 52, (Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica.) pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale dell8 maggio 2012, n. 106, cos recita:
Art. 14. (Misure in tema di riduzione dei consumi di energia e di
efficientamento degli usi finali dellenergia)
1. Le amministrazioni pubbliche di cui allart. 1, comma 2, del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, entro 24 mesi dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, sulla base delle indicazioni fornite
dallAgenzia del demanio, adottano misure finalizzate al contenimento
dei consumi di energia e allefficientamento degli usi finali della stessa,
anche attraverso il ricorso ai contratti di servizio energia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e al decreto
legislativo 30 maggio 2008, n. 115, e anche nelle forme dei contratti
di partenariato pubblico privato di cui allart. 3, comma 15-ter, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Laffidamento della gestione
dei servizi energetici di cui al presente comma deve avvenire con gara a
evidenza pubblica, con le modalit di cui allart. 15 del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115..
Il testo dellart. 22, comma 4, del decreto legislativo 3 marzo 2011,
n. 28 (Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione delluso
dellenergia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 28 marzo 2011, n. 71, SO, cos recita:
Art. 22. (Sviluppo dellinfrastruttura per il teleriscaldamento e il
teleraffrescamento)
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1. Le infrastrutture destinate allinstallazione di reti di distribuzione di energia da fonti rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento
sono assimilate ad ogni effetto, esclusa la disciplina dellimposta sul
valore aggiunto, alle opere di urbanizzazione primaria di cui allart. 16,
comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001,
n. 380, nei casi e alle condizioni definite con il decreto di cui al comma 5.
2. In sede di pianificazione e progettazione, anche finalizzate a ristrutturazioni di aree residenziali, industriali o commerciali, nonch di
strade, fognature, reti idriche, reti di distribuzione dellenergia elettrica
e del gas e reti per le telecomunicazioni, i Comuni verificano la disponibilit di soggetti terzi a integrare apparecchiature e sistemi di produzione e utilizzo di energia da fonti rinnovabili e di reti di teleriscaldamento
e teleraffrescamento, anche alimentate da fonti non rinnovabili.
3. Al fine di valorizzare le ricadute dellazione di pianificazione
e verifica di cui al comma 2, i Comuni con popolazione superiore a
50.000 abitanti definiscono, in coordinamento con le Province e in coerenza con i Piani energetici regionali, specifici Piani di sviluppo del
teleriscaldamento e del teleraffrescamento volti a incrementare lutilizzo dellenergia prodotta anche da fonti rinnovabili. I Comuni con popolazione inferiore a 50.000 abitanti possono definire i Piani di cui al
periodo precedente, anche in forma associata, avvalendosi dellazione
di coordinamento esercitata dalle Province.
4. istituito presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico un
fondo di garanzia a sostegno della realizzazione di reti di teleriscaldamento, alimentato da un corrispettivo applicato al consumo di gas metano, pari a 0,05 ceuro/Sm3, posto a carico dei clienti finali. LAutorit
per lenergia elettrica e il gas disciplina le modalit di applicazione e
raccolta del suddetto corrispettivo.
5. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto
con il Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del mare e
con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa con la Conferenza unificata, sono definite le modalit di gestione e
accesso del fondo di cui al comma 4, nonch le modalit per lattuazione
di quanto previsto ai commi 1 e 2, tenendo conto:
a) della disponibilit di biomasse agroforestali nelle diverse regioni, ovvero nelle diverse sub-aree o bacini, ove individuati dalla pianificazione regionale o sub-regionale;
b) delle previsioni dei piani regionali per il trattamento dei rifiuti
e in particolare degli impianti di valorizzazione energetica a valle della
riduzione, del riuso e della raccolta differenziata, nel rispetto della gerarchia comunitaria di trattamento dei rifiuti;
c) della disponibilit di biomasse di scarto in distretti agricoli e
industriali;
d) della fattibilit tecnica ed economica di reti di trasporto di
calore geotermico;
e) della presenza di impianti e progetti di impianti operanti o
operabili in cogenerazione;
f) della distanza dei territori da reti di teleriscaldamento
esistenti..
Il testo dellart. 4-ter del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192
(Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nelledilizia), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23 settembre 2005,
n. 222, S.O., cos recita:
Art. 4-ter. Strumenti finanziari e superamento delle barriere di
mercato.
1. Gli incentivi adottati dallo Stato, dalle regioni e dagli enti locali
per promuovere lefficienza energetica degli edifici, a qualsiasi titolo
previsti, sono concessi nel rispetto di requisiti di efficienza commisurati
alla tipologia, al tipo di utilizzo e contesto in cui inserito limmobile,
nonch allentit dellintervento.
2. Al fine di promuovere la realizzazione di servizi energetici e di
misure di incremento dellefficienza energetica degli edifici di propriet
pubblica, con particolare attenzione agli edifici scolastici e agli ospedali, anche attraverso le ESCO, il ricorso a forme di partenariato tra pubblico e privato, societ private appositamente costituite o lo strumento
del finanziamento tramite terzi, il fondo di garanzia cui allart. 22, comma 4, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, utilizzato anche
per il sostegno della realizzazione di progetti di miglioramento dellefficienza energetica nelledilizia pubblica, ivi inclusa lattestazione della
prestazione energetica dellintervento successiva a tale realizzazione,
entro i limiti delle risorse del fondo stesso. La dotazione del fondo
incrementata attraverso i proventi delle aste delle quote di emissione
di CO2 di cui allart. 19 del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30,
destinati ai progetti energetico-ambientali, con le modalit e nei limiti di
cui ai commi 3 e 6 dello stesso art. 19. Con il decreto di cui allart. 22,
comma 5, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, sono definite le
modalit di gestione e accesso del fondo stesso.
3. LAgenzia nazionale per le nuove tecnologie, lenergia e lo
sviluppo economico sostenibile - ENEA, entro 90 giorni dalla data di
entrata in vigore della presente disposizione, mette a disposizione un
contratto-tipo per il miglioramento del rendimento energetico delledificio, analogo al contratto di rendimento energetico europeo EPC, che
individui e misuri gli elementi a garanzia del risultato e che promuova la finanziabilit delle iniziative, sulla base del modello contrattuale
previsto allart. 7, comma 12, del decreto del Ministro dello sviluppo
economico 28 dicembre 2012, recante disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed
interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni, pubblicato nel
supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 1 del 2 gennaio 2013.
4. Entro il 31 dicembre 2013 il Ministero dello sviluppo economico, sentito il Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del
mare e la Conferenza unificata, redige un elenco delle misure finanziarie
atte a favorire lefficienza energetica negli edifici e la transizione verso
gli edifici a energia quasi zero. Tale elenco aggiornato ogni tre anni
e inviato alla Commissione nellambito del Piano dazione nazionale
per lefficienza energetica di cui allart. 24, paragrafo 2, della direttiva
2012/27/UE..
Il testo dellart. 19 del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30 (Attuazione della direttiva 2009/29/CE che modifica la direttiva 2003/87/
CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo
scambio di quote di emissione di gas a effetto serra), pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale 4 aprile 2013, n. 79, cos recita:
Art. 19. (Messa allasta delle quote)
1. La messa allasta della quantit di quote determinata con decisione della Commissione europea, ai sensi dellart. 10, paragrafo 2,
della direttiva 2003/87/CE, disciplinata dal regolamento sulle aste. A
tale fine il GSE svolge il ruolo di responsabile per il collocamento di
cui al regolamento sulle aste e pone in essere a questo scopo tutte le
attivit necessarie, propedeutiche, connesse e conseguenti, ivi incluse
quelle finalizzate a consentire alla Piattaforma dAsta di trattenere le risorse necessarie per il pagamento del Sorvegliante dAsta, in conformit
al citato regolamento e agli eventuali indirizzi e norme dei Ministeri
competenti.
2. I proventi delle aste sono versati al GSE in un apposito conto
corrente dedicato Trans-European Automated Real-time Gross Settlement Express Transfer System (TARGET2). Il GSE trasferisce i
proventi delle aste ed i relativi interessi maturati su un apposito conto
acceso presso la Tesoreria dello Stato, intestato al Dipartimento del tesoro, dandone contestuale comunicazione ai ministeri interessati. Detti
proventi sono successivamente versati allentrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati, fatto salvo quanto previsto dal comma 5, ad
appositi capitoli per spese di investimento, con vincolo di destinazione
in quanto derivante da obblighi comunitari, ai sensi e per gli effetti della
direttiva 2009/29/CE, degli stati di previsione interessati. Le somme di
cui al primo ed al secondo periodo del presente comma sono sottoposte
a gestione separata e non sono pignorabili.
3. Alla ripartizione delle risorse di cui al comma 2 si provvede, previa verifica dellentit delle quote restituite e dei corrispondenti proventi
derivanti dalla messa allasta delle quote di cui al comma 1, con decreti
del Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare, di
concerto con i Ministri dello sviluppo economico e delleconomia e delle finanze da emanarsi entro il 31 maggio dellanno successivo a quello
di effettuazione delle aste, nella misura del 70 per cento a favore del
Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare e del 30
per cento a favore del Ministero dello sviluppo economico.
4. Unapposita convenzione fra il Ministero delleconomia e delle
finanze - Dipartimento del tesoro e il GSE definisce le attivit che lo
stesso GSE sostiene in qualit di responsabile del collocamento, in
coerenza con il regolamento n. 1031/2011, ivi compresa la gestione del
conto di cui al presente articolo. Ai relativi oneri si provvede a valere sui
proventi delle aste ai sensi del comma 6, lettera i).
5. Il 50 per cento dei proventi derivanti dalle singole aste riassegnato con i decreti di cui al comma 3 ad apposito capitolo di spesa del
Ministero dello sviluppo economico, ai fini di cui al comma 5, art. 2,
del decreto-legge 20 maggio 2010, n. 72, convertito, con modificazioni,
dalla legge 19 luglio 2010, n. 111, sino alla concorrenza dei crediti previsti dal comma 3, art. 2, del citato decreto-legge n. 72 del 2010. I crediti
degli aventi diritto di cui al citato comma 3 dellart. 2 verranno liquidati
entro lanno 2015. Dallanno 2016 detti proventi sono riassegnati, ai
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Il testo dellart. 1, comma 6-quater del decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio
2014, n. 9 (Interventi urgenti di avvio del piano Destinazione Italia,
per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per linternazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonch misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015), pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale del 23 dicembre 2013, n. 300, cos recita:
Art. 1. (Disposizioni per la riduzione dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, per gli indirizzi strategici dellenergia geotermica, in materia di certificazione energetica degli edifici e di condominio, e per lo
sviluppo di tecnologie di maggior tutela ambientale).
(Omissis).
6-quater: LAutorit per lenergia elettrica e il gas promuove, attraverso la regolazione, linstallazione dei contatori elettronici e provvede
affinch i dati di lettura dei contatori stessi siano resi disponibili ai clienti in forma aggregata e puntuale, secondo modalit tali da consentire la
facile lettura da parte del cliente dei propri dati di consumo e garantendo
nel massimo grado e tempestivamente la corrispondenza tra i consumi
fatturati e quelli effettivi con lettura effettiva dei valori di consumo ogni
volta che siano installati sistemi di telelettura e determinando un intervallo di tempo massimo per il conguaglio nei casi di lettura stimata..
Per i riferimenti normativi al decreto legislativo 19 agosto 2005,
n. 192, si veda nelle note allart. 2.
Il decreto legislativo 1 giugno 2011, n. 93 (Attuazione delle direttive 2009/72/CE, 2009/73/CE e 2008/92/CE relative a norme comuni
per il mercato interno dellenergia elettrica, del gas naturale e ad una
procedura comunitaria sulla trasparenza dei prezzi al consumatore finale industriale di gas e di energia elettrica, nonch abrogazione delle
direttive 2003/54/CE e 2003/55/CE), stato pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale del 28 giugno 2011, n. 148, S.O..
La direttiva 2009/72/CE del 13 luglio 2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a norme comuni per il mercato interno
dellenergia elettrica e che abroga la direttiva 2003/54/CE, stata pubblicata nella GUUE del 14 agosto 2009, n. L 211.
La direttiva 2009/73/CE del 13 luglio 2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a norme comuni per il mercato interno del
gas naturale e che abroga la direttiva 2003/55/CE, stata pubblicata
nella GUUE del 14 agosto 2009, n. L 211.
Il testo dellart. 1-bis del decreto legge 8 luglio 2010, n. 105 (Misure urgenti in materia di energia), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
9 luglio 2010, n. 158, cos recita:
Art. 1-bis. (Sistema informatico integrato per la gestione dei flussi
informativi relativi ai mercati dellenergia elettrica e del gas)
1. Al fine di sostenere la competitivit e di incentivare la migliore
funzionalit delle attivit delle imprese operanti nel settore dellenergia
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2012. Il perseguimento del valore obiettivo non comporta, per gli impianti soggetti allautorizzazione integrata ambientale, di cui al decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, condizioni
pi rigorose di quelle connesse allapplicazione delle migliori tecniche
disponibili.
3. Le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui allart. 20, le misure necessarie a preservare la migliore qualit dellaria ambiente compatibile
con lo sviluppo sostenibile nelle aree in cui, sulla base della valutazione
di cui allart. 5, i livelli degli inquinanti di cui allart. 1, comma 2, rispettano i valori limite e i valori obiettivo. Le misure interessano, anche in
via preventiva, le principali sorgenti di emissione che possono influenzare i livelli degli inquinanti in tali aree e sono inserite, laddove adottati,
nei piani di cui al comma 1.
4. Se, in una o pi aree allinterno di zone o di agglomerati, i livelli
degli inquinanti di cui allart. 1, comma 2, superano, sulla base della
valutazione di cui allart. 5, i livelli critici di cui allallegato XI, le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi
espressi dal Coordinamento di cui allart. 20, le misure necessarie ad
agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree
di superamento ed a raggiungere i livelli critici nei termini prescritti.
5. I piani e le misure di cui ai commi 1, 2 e 4, relativi ad unarea di
superamento allinterno di una zona o di un agglomerato, devono agire
sullinsieme delle principali sorgenti di emissione, puntuali o diffuse,
aventi influenza su tale area anche se localizzate in altre aree o in altre
zone e agglomerati della regione o della provincia autonoma.
6. Se lo stesso insieme di sorgenti di emissione determina il superamento dei valori limite o dei valori obiettivo per pi inquinanti, le
regioni e le province autonome predispongono un piano integrato per
tali inquinanti.
7. Ai fini dellelaborazione e dellattuazione dei piani previsti dal
presente articolo le regioni e le province autonome assicurano la partecipazione degli enti locali interessati mediante opportune procedure
di raccordo e concertazione, ai sensi della normativa vigente. Si provvede anche, con tali procedure, ad individuare e coordinare, allinterno
dei piani, i provvedimenti di attuazione previsti dallart. 11, al fine di
assicurare che gli stessi concorrano in modo efficace e programmato
allattuazione dei piani. Le regioni e le province autonome provvedono,
nel rispetto del quadro delle competenze amministrative in materia territoriale e ambientale, con apposita normativa e comunque in conformit
al proprio ordinamento, ad adottare i piani di cui al presente decreto,
assicurando il coordinamento di tali piani e degli obiettivi stabiliti dagli
stessi con gli altri strumenti di pianificazione settoriale e con gli strumenti di pianificazione degli enti locali.
8. Nel caso in cui, sulla base di una specifica istruttoria svolta da
una regione o provincia autonoma, risulti che le principali sorgenti di
emissione aventi influenza su unarea di superamento sono localizzate
in una diversa regione o provincia autonoma, devono essere adottate da
entrambe le regioni o province autonome misure coordinate finalizzate
al raggiungimento dei valori limite o al perseguimento dei valori obiettivo. Il Ministero dellambiente promuove lelaborazione e ladozione di
tali misure nellambito del Coordinamento di cui allart. 20.
9. Nel caso in cui, sulla base di una specifica istruttoria svolta,
su richiesta di una o pi regioni o province autonome, nellambito del
Coordinamento di cui allart. 20, risulti che, tutte le possibili misure
individuabili dalle regioni e dalle province autonome nei propri piani di
qualit dellaria non sono in grado di assicurare il raggiungimento dei
valori limite in aree di superamento influenzate, in modo determinante,
da sorgenti di emissione su cui le regioni e le province autonome non
hanno competenza amministrativa e legislativa, si procede alladozione
di misure di carattere nazionale. La richiesta della regione o della provincia autonoma deve essere adeguatamente motivata sotto il profilo
tecnico. In tali casi convocato, presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, su richiesta del Ministero dellambiente, un comitato tecnico
con il compito di presentare un programma di misure di carattere nazionale alla cui elaborazione partecipano anche i Ministeri aventi competenza su specifici settori emissivi, quali trasporti, energia, inclusi gli usi
civili, attivit produttive e agricoltura. Il programma approvato con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il comitato istituito senza oneri a carico dello Stato ed opera per il tempo strettamente
necessario ad elaborare il programma. Ai soggetti che partecipano, a
qualsiasi titolo, al comitati non dovuto alcun compenso o rimborso
spese o altro tipo di emolumento per tale partecipazione. Per lo svolgimento di tale attivit il Ministero dellambiente si avvale del supporto
dellISPRA e dellENEA.
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10. Nelle zone e negli agglomerati per i quali la Commissione europea conceda le deroghe previste dallart. 22 della direttiva 2008/50/CE
secondo la procedura ivi disciplinata, i valori limite previsti dallallegato XI per il biossido di azoto ed il benzene si applicano a partire dalla
data individuata nella decisione della Commissione e i valori limite previsti dallallegato XI per il PM10 si applicano a partire dall11 giugno
2011. Il Ministero dellambiente cura, in accordo con la Presidenza del
Consiglio dei Ministri, lesecuzione di tale procedura in collaborazione
con le regioni e le province autonome, coordinando le attivit istruttorie finalizzate a dimostrare i requisiti richiesti allart. 22 della direttiva
2008/50/CE per la concessione delle deroghe. Il Ministero dellambiente coordina, in particolare, ladeguamento, da parte delle regioni e
delle province autonome, dei vigenti piani di qualit dellaria al fine di
introdurre gli elementi richiesti dallart. 22 della direttiva 2008/50/CE
per la concessione delle deroghe e di dimostrare che, presso tali zone e
agglomerati, i valori limite oggetto di deroga saranno rispettati entro i
nuovi termini. Nel caso in cui da una specifica istruttoria risulti che il
rispetto dei nuovi termini possa essere ottenuto solo con il contributo
di misure di carattere nazionale, il Ministero dellambiente presenta un
programma di misure alla cui elaborazione partecipano anche, sotto il
coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri
aventi competenza su specifici settori emissivi, quali trasporti, energia,
inclusi gli usi civili, attivit produttive e agricoltura. Il programma
approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Per lo
svolgimento delle attivit istruttorie previste dal presente articolo il Ministero dellambiente si avvale dellISPRA e dellENEA. Fino alla data
di entrata in vigore dei valori limite oggetto di deroga, le regioni e le
province autonome attuano, in tali zone e agglomerati, tutte le misure
necessarie a raggiungere e mantenere i livelli degli inquinanti interessati
al di sotto dei valori limite aumentati del relativo margine di tolleranza
massimo previsti dallallegato XI.
11. Nella elaborazione dei piani previsti dal presente articolo assicurata la coerenza con le prescrizioni contenute nella pianificazione
nazionale per la riduzione delle emissioni di gas responsabili delleffetto
serra, nei piani e nei programmi adottati ai sensi del decreto legislativo
21 maggio 2004, n. 171, e del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194,
nei provvedimenti regionali di attuazione dellart. 2, comma 167, della
legge 24 dicembre 2007, n. 244, ed in tutti gli altri strumenti di pianificazione e di programmazione regionali e locali, come i piani energetici,
i piani dei trasporti e i piani di sviluppo. Anche le autorit competenti
allelaborazione e allaggiornamento di tali piani, programmi e provvedimenti assicurano la coerenza degli stessi con le prescrizioni contenute
nei piani di qualit dellaria previsti dal presente articolo.
12. I piani previsti dal presente articolo sono soggetti allobbligo di cui allart. 6, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006,
esclusivamente nel caso in cui sia stata verificata la condizione prevista
dallart. 6, comma 1, di tale decreto secondo la procedura ivi disciplinata allart. 12..
La direttiva 2009/31/UE (relativa allo stoccaggio geologico di
biossido di carbonio e recante modifica della direttiva 85/337/CEE
del Consiglio, delle direttive del Parlamento europeo e del Consiglio
2000/60/CE, 2001/80/CE, 2004/35/CE, 2006/12/CE, 2008/1/CE e del
regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio) pubblicata nella G.U.U.E. 5 giugno 2009, n. L 140.
Il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 46 (Attuazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dellinquinamento) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
27 marzo 2014, n. 72, S.O..
Per i riferimenti normativi al decreto legislativo 8 febbraio 2007,
n. 20 si veda nelle note allart. 2.
Per i riferimenti normativi al decreto legislativo 3 marzo 2011,
n. 28 si veda nelle note allart. 5.
La legge 14 novembre 1995, n. 481 (Norme per la concorrenza e
la regolazione dei servizi di pubblica utilit. Istituzione delle Autorit di
regolazione dei servizi di pubblica utilit) pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 18 novembre 1995, n. 270, S.O..
Note allart. 11:
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b) per gli impianti collegati in media e bassa tensione sono valutati i casi e le modalit in cui gli impianti devono prestare i seguenti
servizi e protezioni:
i. mantenere la connessione con la rete nel campo di variazione della frequenza indicato dallAutorit per lenergia elettrica e il gas;
ii. mantenere insensibilit a rapidi abbassamenti di tensione;
iii. consentire la disconnessione dalla rete a seguito di un comando da remoto;
iv. prevedere schemi di protezione che evitino fenomeni di
disconnessione intempestiva dellimpianto per transitori di frequenza o
tensione sul sistema elettrico nazionale e ne garantiscano la disconnessione solo per guasti sulla media o bassa tensione;
v. consentire lerogazione o lassorbimento di energia reattiva;
vi. consentire la riduzione della potenza attiva in relazione
allaumento della frequenza di rete;
vii. evitare la possibilit che possano alimentare i carichi elettrici della rete in assenza di tensione sulla cabina della rete;
viii. essere dotati di un sistema che permetta la connessione
graduale alla rete solo se il valore di frequenza stabile secondo le modalit indicate dallAutorit per lenergia elettrica e il gas.
c) sono valutati i casi e le modalit con le quali, ai fini del miglioramento delle previsioni della produzione degli impianti alimentati
a fonte rinnovabile non programmabile, il GSE pu richiedere linstallazione presso gli impianti di dispositivi di misurazione e trasmissione
satellitare dei dati di energia prodotta e di energia primaria.
2. Le deliberazioni di cui al comma 1 sono aggiornate tenendo
conto, ove necessario, delle zone critiche, ad elevata concentrazione di
impianti non programmabili, per le quali i gestori propongano motivate
misure di programmazione dellulteriore capacit produttiva incentivabile ovvero ladozione di specifici dispositivi di sicurezza, a carico dei
soggetti realizzatori.
3. LAutorit per lenergia elettrica e il gas definisce le modalit e
le condizioni nel cui rispetto la porzione delle opere di connessione alla
rete degli impianti eolici offshore, ubicati in acque nazionali, considerata infrastruttura appartenente alla rete nazionale.
4. LAutorit per lenergia elettrica e il gas definisce le modalit per
il ritiro, da parte del GSE, dellenergia elettrica immessa in rete dagli
impianti incentivati con la tariffa onnicomprensiva ai sensi del presente
decreto, stabilendo altres le modalit di cessione al mercato della medesima energia elettrica da parte del GSE..
Note allart. 13:
Il testo dellart. 4, comma 1 dellallegato 2 del citato decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115, cos recita:
Art. 4. (Requisiti e prestazioni del contratto servizio energia)
1. Ai fini della qualificazione come contratto servizio energia, un
contratto deve fare esplicito e vincolante riferimento al presente atto e
prevedere:
a) la presenza di un attestato di certificazione energetica delledificio di cui allart. 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni. Qualora si tratti di un edificio residenziale o composto da una pluralit di utenze, la certificazione energetica deve riferirsi
anche alle singole unit abitative o utenze. In assenza delle linee guida
nazionali per la certificazione energetica, il relativo attestato sostituito
a tutti gli effetti dallattestato di qualificazione energetica, conformemente allart. 11, comma 1-bis, del decreto legislativo 19 agosto 2005,
n. 192, e successive modificazioni che dovr comunque comprendere:
1) determinazione dei fabbisogni di energia primaria per la
climatizzazione invernale e/o estiva e/o per la produzione di acqua
calda sanitaria delledificio, nonch per eventuali altri servizi forniti
nellambito del contratto alla data del suo avvio, espressi in kWh/m2
anno o kWh/m3 anno, conformemente alla vigente normativa locale e,
per quanto da questa non previsto, al decreto legislativo 19 agosto 2005,
n. 192, e successivi decreti attuativi;
2) espressa indicazione degli interventi da effettuare per ridurre i consumi, migliorare la qualit energetica dellimmobile e degli
impianti o per introdurre luso delle fonti rinnovabili di energia, valutati singolarmente in termini di costi e di benefici connessi, anche con
riferimento ai possibili passaggi di classe delledificio nel sistema di
certificazione energetica vigente.
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Per i contratti su utenze che non rientrano nel campo di applicazione del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, dovr comunque
essere prodotta una diagnosi energetica avente le caratteristiche di cui
ai numeri 1) e 2).
La certificazione energetica deve essere effettuata prima dellavvio
del contratto di servizio energia fermo restando la necessit di una valutazione preliminare al momento dellofferta e la possibilit, nellambito
della vigenza contrattuale, di concordare ulteriori momenti di verifica;
b) un corrispettivo contrattuale riferito a parametri oggettivi, indipendenti dal consumo corrente di combustibile e di energia elettrica
degli impianti gestiti dal Fornitore del contratto servizio energia, da versare tramite un canone periodico comprendente la fornitura degli ulteriori
beni e servizi necessari a fornire le prestazioni di cui al presente allegato;
c) fatto salvo quanto stabilito dal punto b), lacquisto, la trasformazione e luso da parte del Fornitore del contratto servizio energia dei
combustibili o delle forniture di rete, ovvero del calore-energia nel caso
di impianti allacciati a reti di teleriscaldamento, necessari ad alimentare
il processo di produzione del fluido termovettore e quindi lerogazione
dellenergia termica alledificio;
d) lindicazione preventiva di specifiche grandezze che quantifichino ciascuno dei servizi erogati, da utilizzare come riferimenti in fase
di analisi consuntiva;
e) la determinazione dei gradi giorno effettivi della localit,
come riferimento per destagionalizzare il consumo annuo di energia termica a dimostrare leffettivo miglioramento dellefficienza energetica;
f) la misurazione e la contabilizzazione nelle centrali termiche, o
la sola misurazione nel caso di impianti individuali, dellenergia termica
complessivamente utilizzata da ciascuna delle utenze servite dallimpianto, con idonei apparati conformi alla normativa vigente;
g) lindicazione dei seguenti elementi:
1) la quantit complessiva totale di energia termica erogabile
nel corso dellesercizio termico;
2) la quantit di cui al numero 1) distinta e suddivisa per
ciascuno dei servizi erogati;
3) la correlazione fra la quantit di energia termica erogata
per ciascuno dei servizi e la specifica grandezza di riferimento di cui
alle lettere d) ed e);
h) la rendicontazione periodica da parte del fornitore del contratto servizio energia dellenergia termica complessivamente utilizzata
dalle utenze servite dallimpianto; tale rendicontazione deve avvenire
con criteri e periodicit convenuti con il committente, ma almeno annualmente, in termini di Wattora o multipli;
i) la preventiva indicazione che gli impianti interessati al servizio sono in regola con la legislazione vigente o in alternativa lindicazione degli eventuali interventi obbligatori ed indifferibili da effettuare
per la messa a norma degli stessi impianti, con citazione esplicita delle
norme non rispettate, valutazione dei costi e dei tempi necessari alla realizzazione delle opere, ed indicazione di quale parte dovr farsi carico
degli oneri conseguenti o di come essi si ripartiscono tra le parti;
l) la successiva esecuzione da parte del Fornitore del contratto
servizio energia delle prestazioni necessarie ad assicurare lesercizio
e la manutenzione degli impianti, nel rispetto delle norme vigenti in
materia;
m) la durata contrattuale, al termine della quale gli impianti,
eventualmente modificati nel corso del periodo di validit del contratto,
saranno riconsegnati al committente in regola con la normativa vigente
ed in stato di efficienza, fatto salvo il normale deperimento duso;
n) lindicazione che, al termine del contratto, tutti i beni ed i
materiali eventualmente installati per migliorare le prestazioni energetiche delledificio e degli impianti, ad eccezione di eventuali sistemi
di elaborazione e trasmissione dati funzionali alle attivit del fornitore del contratto servizio energia, saranno e resteranno di propriet del
committente;
o) lassunzione da parte del Fornitore del contratto servizio energia della mansione di terzo responsabile, ai sensi dellart. 11, commi 1
e 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412,
come successivamente modificato;
p) lindicazione da parte del committente, qualora si tratti di un
ente pubblico, di un tecnico di controparte incaricato di monitorare lo
stato dei lavori e la corretta esecuzione delle prestazioni previste dal
contratto; se il committente un ente obbligato alla nomina del tecnico
responsabile per la conservazione e luso razionale dellenergia, di cui
allart. 19 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, questultimo deve essere
indicato come tecnico di controparte;
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12. Negli impianti termici di nuova installazione e in quelli sottoposti a ristrutturazione, qualora siano circoscrivibili zone di edificio
a diverso fattore di occupazione (ad esempio singoli appartamenti ed
uffici, zone di guardiania, uffici amministrativi nelle scuole), prescritto
che limpianto termico per la climatizzazione invernale sia dotato di un
sistema di distribuzione a zone che consenta la parzializzazione di detta
climatizzazione in relazione alle condizioni di occupazione dei locali.
13. Negli impianti termici di nuova installazione e nei casi di ristrutturazione dellimpianto termico, qualora per il rinnovo dellaria
nei locali siano adottati sistemi a ventilazione meccanica controllata,
prescritta ladozione di apparecchiature per il recupero del calore disperso per rinnovo dellaria ogni qual volta la portata totale dellaria di
ricambio G ed il numero di ore annue di funzionamento M dei sistemi
di ventilazione siano superiori ai valori limite riportati nellallegato C
del presente decreto.
14. Linstallazione nonch la ristrutturazione degli impianti termici
deve essere effettuata da un soggetto in possesso dei requisiti di cui agli
art. 2 e 3 della legge 5 marzo 1990, n. 46, attenendosi alle prescrizioni
contenute nella relazione tecnica di cui allart. 28 della legge 9 gennaio
1991, n. 10.
15. Per gli edifici di propriet pubblica o adibiti ad uso pubblico
fatto obbligo, ai sensi del comma 7 dellart. 26 della legge 9 gennaio
1991, n. 10, di soddisfare il fabbisogno energetico favorendo il ricorso
a fonti rinnovabili di energia o assimilate ai sensi dellart. 1 comma 3
della legge 10 stessa, salvo impedimenti di natura tecnica od economica.
Per quanto riguarda gli impianti termici, tale obbligo si determina in
caso di nuova installazione o di ristrutturazione. Gli eventuali impedimenti di natura tecnica od economica devono essere evidenziati nel
progetto e nella relazione tecnica di cui al comma 1 dellart. 28 della
legge stessa relativi allimpianto termico, riportando le specifiche valutazioni che hanno determinato la non applicabilit del ricorso alle fonti
rinnovabili o assimilate.
16. Ai fini di cui al comma 15 il limite di convenienza economica,
per gli impianti di produzione di energia di nuova installazione o da
ristrutturare, che determina lobbligo del ricorso alle fonti rinnovabili
di energia o assimilate determinato dal recupero entro un periodo di
otto anni degli extracosti dellimpianto che utilizza le fonti rinnovabili o
assimilate rispetto ad un impianto convenzionale; il recupero, calcolato
come tempo di ritorno semplice, determinato dalle minori spese per
lacquisto del combustibile, o di altri vettori energetici, valutate ai costi
di fornitura allatto della compilazione del progetto, e dagli eventuali
introiti determinati dalla vendita della sovrapproduzione di energia elettrica o termica a terzi. Il tempo di ritorno semplice elevato da otto a
dieci anni per edifici siti nei centri urbani dei comuni con popolazione
superiore a 50.000 abitanti, al fine di tener conto della maggior importanza dellimpatto ambientale.
17. Nel caso limpianto per produzione di energia venga utilizzato
oltre che per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua
calda per usi igienici e sanitari anche per altri usi, compreso lutilizzo
di energia meccanica e lutilizzo o la vendita a terzi di energia elettrica, le valutazioni comparative tecniche ed economiche di cui ai commi
15 e 16 vanno effettuate globalmente tenendo conto anche dei suddetti
utilizzi e vendite.
18. Lallegato D al presente decreto individua alcune tecnologie
di utilizzo delle fonti rinnovabili di energia o assimilate elettivamente
indicate per la produzione di energia per specifiche categorie di edifici.
Ladozione di dette tecnologie per dette categorie di edifici deve essere
specificatamente valutata in sede di progetto e di relazione tecnica di
cui allart. 28 della legge 9 gennaio 1991, n. 10 senza che tale adempimento esoneri il progettista dal valutare la possibilit al ricorso ad altre
tecnologie dutilizzo di fonti rinnovabili di energia o assimilate, da lui
ritenute valide..
Il testo dellart. 4, comma 6 del decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59 (Regolamento di attuazione dellart. 4,
comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192,
concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 giugno
2009, n. 132, cos recita:
Art. 4. (Criteri generali e requisiti delle prestazioni energetiche
degli edifici e degli impianti)
(Omissis).
6. Per tutte le categorie di edifici, cos come classificati in base alla
destinazione duso allart. 3 del decreto del Presidente della Repubblica
26 agosto 1993, n. 412, nel caso di mera sostituzione di generatori di
calore, prevista allart. 3, comma 2, lettera c), numero 3), del decreto
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7. Se il progetto prevede la realizzazione di opere sottoposte a procedura di valutazione di impatto ambientale, lapprovazione del progetto di bonifica comprende anche tale valutazione.
8. In attesa del perfezionamento del provvedimento di autorizzazione di cui ai commi precedenti, completata listruttoria tecnica, il
Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del mare pu autorizzare in via provvisoria, su richiesta dellinteressato, ove ricorrano
motivi durgenza e fatta salva lacquisizione della pronuncia positiva
del giudizio di compatibilit ambientale, ove prevista, lavvio dei lavori
per la realizzazione dei relativi interventi di bonifica, secondo il progetto valutato positivamente, con eventuali prescrizioni, dalla conferenza
di servizi convocata dal Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del mare. Lautorizzazione provvisoria produce gli effetti di cui
allart. 242, comma 7.
9. qualificato sito di interesse nazionale ai sensi della normativa
vigente larea interessata dalla bonifica della ex discarica delle Strillaie
(Grosseto). Con successivo decreto del Ministro dellambiente e della
tutela del territorio e del mare si provveder alla perimetrazione della
predetta area.
Note allart. 15:
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b) la Sezione speciale di garanzia Progetti di ricerca e innovazione, istituita nellambito del Fondo di garanzia di cui alla lettera
a), con una dotazione finanziaria di euro 100.000.000 a valere sulle disponibilit del medesimo Fondo. La Sezione destinata alla concessione, a titolo oneroso, di garanzie a copertura delle prime perdite su
portafogli di un insieme di progetti, di ammontare minimo pari a euro
500.000.000, costituiti da finanziamenti concessi dalla Banca europea
per gli investimenti (BEI), direttamente o attraverso banche e intermediari finanziari, per la realizzazione di grandi progetti per la ricerca
e linnovazione industriale posti in essere da imprese di qualsiasi dimensione, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese, alle
reti di imprese e ai raggruppamenti di imprese individuati sulla base
di uno specifico accordo-quadro di collaborazione tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero delleconomia e delle finanze e la
BEI. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto
con il Ministro delleconomia e delle finanze, sono definiti i criteri, le
modalit di selezione e le caratteristiche dei progetti da includere nel
portafoglio, le tipologie di operazioni ammissibili e la misura massima
della garanzia in relazione al portafoglio garantito, nonch le modalit
di concessione, di gestione e di escussione della medesima garanzia.
Le risorse della Sezione speciale possono essere incrementate anche
da quota parte delle risorse della programmazione 2014-2020 dei fondi
strutturali comunitari;
c) il Fondo di garanzia per la prima casa, per la concessione
di garanzie, a prima richiesta, su mutui ipotecari o su portafogli di mutui ipotecari, istituito presso il Ministero delleconomia e delle finanze,
cui sono attribuite risorse pari a euro 200 milioni per ciascuno degli
anni 2014, 2015 e 2016, nonch le attivit e le passivit del Fondo di
cui allart. 13, comma 3-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, fermo
restando quanto previsto dallultimo periodo della presente lettera. Il
Fondo di garanzia per la prima casa opera con il medesimo conto corrente di tesoreria del Fondo di cui al predetto art. 13, comma 3-bis, del
decreto-legge n. 112 del 2008. La garanzia del Fondo concessa nella
misura massima del 50 per cento della quota capitale, tempo per tempo
in essere sui finanziamenti connessi allacquisto e ad interventi di ristrutturazione e accrescimento dellefficienza energetica di unit immobiliari, site sul territorio nazionale, da adibire ad abitazione principale
del mutuatario, con priorit per laccesso al credito da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, da parte dei conduttori di alloggi di propriet degli Istituti autonomi per le case
popolari, comunque denominati, nonch dei giovani di et inferiore ai
trentacinque anni titolari di un rapporto di lavoro atipico di cui allart. 1
della legge 28 giugno 2012, n. 92. Gli interventi del Fondo di garanzia
per la prima casa sono assistiti dalla garanzia dello Stato, quale garanzia
di ultima istanza. La dotazione del Fondo pu essere incrementata mediante versamento di contributi da parte delle regioni e di altri enti e organismi pubblici. Con uno o pi decreti di natura non regolamentare del
Ministro delleconomia e delle finanze, di concerto con il Ministro con
delega alle politiche giovanili e con il Ministro delle infrastrutture e dei
trasporti da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore
della presente legge, sono stabilite le norme di attuazione del Fondo,
nonch i criteri, le condizioni e le modalit per loperativit della garanzia dello Stato e per lincremento della dotazione del Fondo. Il Fondo
di garanzia di cui allart. 13, comma 3-bis, del decreto-legge 25 giugno
2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008,
n. 133, continua ad operare fino allemanazione dei decreti attuativi che
rendano operativo il Fondo di garanzia per la prima casa..
Note allart. 16:
Il Capo I, sezioni I e II della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale), pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 30 novembre 1981, n. 329, S.O., cos rubricato:
Capo I Le sanzioni amministrative
Sezione I Principi generali
Sezione II Applicazione.
Il testo degli articoli 14 e 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689,
cos recita:
Art. 14. (Contestazione e notificazione)
La violazione, quando possibile, deve essere contestata immediatamente tanto al trasgressore quanto alla persona che sia obbligata in
solido al pagamento della somma dovuta per la violazione stessa.
Se non avvenuta la contestazione immediata per tutte o per alcune delle persone indicate nel comma precedente, gli estremi della violazione debbono essere notificati agli interessati residenti nel territorio
della Repubblica entro il termine di novanta giorni e a quelli residenti
allestero entro il termine di trecentosessanta giorni dallaccertamento.
Quando gli atti relativi alla violazione sono trasmessi allautorit
competente con provvedimento dellautorit giudiziaria, i termini di cui
al comma precedente decorrono dalla data della ricezione.
Per la forma della contestazione immediata o della notificazione
si applicano le disposizioni previste dalle leggi vigenti. In ogni caso la
notificazione pu essere effettuata, con le modalit previste dal codice
di procedura civile, anche da un funzionario dellamministrazione che
ha accertato la violazione. Quando la notificazione non pu essere eseguita in mani proprie del destinatario, si osservano le modalit previste
dallart. 137, terzo comma, del medesimo codice.
Per i residenti allestero, qualora la residenza, la dimora o il domicilio non siano noti, la notifica non obbligatoria e resta salva la facolt
del pagamento in misura ridotta sino alla scadenza del termine previsto
nel secondo comma dellart. 22 per il giudizio di opposizione.
Lobbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione si
estingue per la persona nei cui confronti stata omessa la notificazione
nel termine prescritto.;
Art. 16. (Pagamento in misura ridotta)
E ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari
alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione
commessa, o, se pi favorevole e qualora sia stabilito il minimo della
sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo oltre alle spese
del procedimento, entro il termine di sessanta giorni dalla contestazione
immediata o, se questa non vi stata, dalla notificazione degli estremi
della violazione.
Per le violazioni ai regolamenti ed alle ordinanze comunali e provinciali, la Giunta comunale o provinciale, allinterno del limite edittale minimo e massimo della sanzione prevista, pu stabilire un diverso
importo del pagamento in misura ridotta, in deroga alle disposizioni del
primo comma.
Il pagamento in misura ridotta ammesso anche nei casi in cui le
norme antecedenti allentrata in vigore della presente legge non consentivano loblazione..
Il testo dellart. 19 del decreto legislativo 3 luglio 1997, n. 241
(Norme di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede
di dichiarazione dei redditi e dellimposta sul valore aggiunto, nonch di
modernizzazione del sistema di gestione delle dichiarazioni), pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale del 28 luglio 1997, n. 174, cos recita:
Art. 19. (Modalit di versamento mediante delega)
1. I versamenti delle imposte, dei contributi, dei premi previdenziali ed assistenziali e delle altre somme, al netto della compensazione,
sono eseguiti mediante delega irrevocabile ad una banca convenzionata
ai sensi del comma 5.
2. La banca rilascia al contribuente unattestazione conforme al
modello approvato con decreto del Ministro delle finanze, recante lindicazione dei dati identificativi del soggetto che effettua il versamento, la data, la causale e gli importi dellordine di pagamento, nonch
limpegno ad effettuare il pagamento agli enti destinatari per conto del
delegante. Lattestazione deve recare altres lindicazione dei crediti per
i quali il contribuente si avvalso della facolt di compensazione.
3. La delega deve essere conferita dal contribuente anche nellipotesi in cui le somme dovute risultano totalmente compensate ai sensi
dellArt. 17. La parte di credito che non ha trovato capienza nella compensazione utilizzata in occasione del primo versamento successivo.
4. Per lomessa presentazione del modello di versamento contenente i dati relativi alla eseguita compensazione, si applica la sanzione
di lire 300.000, ridotta a lire 100.000 se il ritardo non superiore a
cinque giorni lavorativi.
5. Con convenzione approvata con decreto del Ministro delle finanze, di concerto con i Ministri del tesoro e del lavoro e della previdenza
sociale, sono stabiliti le modalit di conferimento della delega e di svolgimento del servizio, i dati delle operazioni da trasmettere e le relative
modalit di trasmissione e di conservazione, tenendo conto dei termini
di cui allArt. 13 del regolamento concernente listituzione del conto fiscale, adottato con decreto del Ministro delle finanze 28 dicembre 1993,
n. 567, nonch le penalit per linadempimento degli obblighi nascenti
dalla convenzione stessa e la misura del compenso per il servizio svol-
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Il testo degli articoli 2, 5, 11, 16, 17 e 18 del citato decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115, cos recita:
Art. 2. Definizioni
1. Esclusivamente ai fini del presente decreto, si applicano le seguenti definizioni:
a) energia: qualsiasi forma di energia commercialmente disponibile, inclusi elettricit, gas naturale, compreso il gas naturale liquefatto, gas di petrolio liquefatto, qualsiasi combustibile da riscaldamento
o raffreddamento, compresi il teleriscaldamento e il teleraffreddamento,
carbone e lignite, torba, carburante per autotrazione, ad esclusione del
carburante per laviazione e di quello per uso marino, e la biomassa quale definita nella direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, recepita con il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, sulla promozione dellenergia elettrica prodotta da
fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dellelettricit;
b) efficienza energetica: il rapporto tra i risultati in termini
di rendimento, servizi, merci o energia, da intendersi come prestazione
fornita, e limmissione di energia;
c) miglioramento dellefficienza energetica: un incremento
dellefficienza degli usi finali dellenergia, risultante da cambiamenti
tecnologici, comportamentali o economici;
d) risparmio energetico: la quantit di energia risparmiata, determinata mediante una misurazione o una stima del consumo prima e
dopo lattuazione di una o pi misure di miglioramento dellefficienza
energetica, assicurando nel contempo la normalizzazione delle condizioni esterne che influiscono sul consumo energetico;
e) servizio energetico: la prestazione materiale, lutilit o il
vantaggio derivante dalla combinazione di energia con tecnologie ovvero con operazioni che utilizzano efficacemente lenergia, che possono
includere le attivit di gestione, di manutenzione e di controllo necessarie alla prestazione del servizio, la cui fornitura effettuata sulla base
di un contratto e che in circostanze normali ha dimostrato di portare a
miglioramenti dellefficienza energetica e a risparmi energetici primari
verificabili e misurabili o stimabili;
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6. Ai fini della realizzazione degli interventi di cui allart. 1, comma 351, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, finanziabili in riferimento
alle dotazioni finanziarie stanziate dallart. 1, comma 352, della legge
n. 296 del 2006 per gli anni 2008 e 2009, la data ultima di inizio lavori
da intendersi fissata al 31 dicembre 2009 e quella di fine lavori da
comprendersi entro i tre anni successivi.
7. Fermo restando quanto previsto dallart. 269, comma 14, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, la costruzione e lesercizio degli
impianti di cogenerazione di potenza termica inferiore ai 300 MW, nonch le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione
e allesercizio degli impianti stessi, sono soggetti ad una autorizzazione
unica, rilasciata dallamministrazione competente ai sensi dellart. 8 del
decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, nel rispetto delle normative
vigenti in materia di tutela dellambiente, di tutela del paesaggio e del
patrimonio storico-artistico, che costituisce, ove occorra, variante allo
strumento urbanistico. A tale fine la Conferenza dei servizi convocata dallamministrazione competente entro trenta giorni dal ricevimento
della domanda di autorizzazione. Resta fermo il pagamento del diritto
annuale di cui allart. 63, commi 3 e 4, del testo unico delle disposizioni legislative concernente le imposte sulla produzione e sui consumi e
relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo
26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni.
8. Lautorizzazione di cui al comma 7 rilasciata a seguito di un
procedimento unico, al quale partecipano tutte le amministrazioni interessate, svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e con le modalit stabilite dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni. Il rilascio dellautorizzazione costituisce titolo a costruire ed esercire
limpianto in conformit al progetto approvato e deve contenere lobbligo alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi a carico del soggetto
esercente a seguito della dismissione dellimpianto. Il termine massimo
per la conclusione del procedimento di cui al presente comma non pu
comunque essere superiore a centottanta giorni.
Art. 16. Qualificazione dei fornitori e dei servizi energetici
1. Allo scopo di promuovere un processo di incremento del livello
di qualit e competenza tecnica per i fornitori di servizi energetici, con
uno o pi decreti del Ministro dello sviluppo economico approvata, a
seguito delladozione di apposita norma tecnica UNI-CEI, una procedura di certificazione volontaria per le ESCO di cui allart. 2, comma 1,
lettera i), e per gli esperti in gestione dellenergia di cui allart. 2, comma 1, lettera z).
2. Allo scopo di promuovere un processo di incremento del livello
di obiettivit e di attendibilit per le misure e i sistemi finalizzati al
miglioramento dellefficienza energetica, con uno o pi decreti del Ministro dello sviluppo economico approvata, a seguito delladozione di
apposita norma tecnica da parte dellUNI-CEI, una procedura di certificazione per il sistema di gestione energia cos come definito dallart. 2,
comma 1, lettera v), e per le diagnosi energetiche cos come definite
dallart. 2, comma 1, lettera n).
3. Il Ministro dello sviluppo economico aggiorna i decreti di cui ai
commi 1 e 2 alleventuale normativa tecnica europea emanata in riferimento ai medesimi commi.
4. Fra i contratti che possono essere proposti nellambito della fornitura di un servizio energetico rientra il contratto di servizio energia di
cui allart. 1, comma 1, lettera p), del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, rispondente a quanto stabilito dallallegato II al presente decreto.
Art. 17. Misurazione e fatturazione del consumo energetico
1. Fatti salvi i provvedimenti normativi e di regolazione gi adottati in materia, lAutorit per lenergia elettrica e il gas, con uno o pi
provvedimenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, individua le modalit con cui:
a) le imprese di distribuzione ovvero le societ di vendita di
energia al dettaglio provvedono, nella misura in cui sia tecnicamente
possibile, finanziariamente ragionevole e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali, affinch i clienti finali di energia elettrica
e gas naturale, ricevano, a condizioni stabilite dalla stessa Autorit per
lenergia elettrica e il gas, contatori individuali che riflettano con precisione il loro consumo effettivo e forniscano informazioni sul tempo
effettivo duso;
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RETTIFICHE
Avvertenza. Lavviso di rettifica d notizia dellavvenuta correzione di errori materiali contenuti nelloriginale o nella copia del provvedimento inviato per la pubblicazione alla Gazzetta Ufficiale. Lerrata corrige rimedia, invece, ad errori verificatisi nella stampa
del provvedimento nella Gazzetta Ufficiale. I relativi comunicati sono pubblicati, ai sensi dellart. 8 del decreto del Presidente della
Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092, e degli articoli 14, e 18 del decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 1986, n. 217.
AVVISI DI RETTIFICA
Comunicato relativo al decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102, recante: Attuazione della direttiva 2012/27/UE sullefficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE..
(Decreto legislativo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale serie generale - n. 165 del 18 luglio 2014).
Nel decreto citato in epigrafe, pubblicato nella sopraindicata Gazzetta Ufficiale, sono apportate le seguenti
correzioni:
- alla pagina 7, prima colonna, allarticolo 7, comma 6, anzich: c) 1-bis. Lincentivo erogato , leggasi: 1-bis. Lincentivo erogato , e, conseguentemente, anzich: d) allarticolo 7, comma 3, leggasi: c)
allarticolo 7, comma 3 .
- Infine, alla pagina 20, per mero errore materiale, sono stati omessi i relativi Allegati; pertanto dopo le parole:
Visto, il Guardasigilli: ORLANDO devono intendersi aggiunti i seguenti Allegati facenti parte integrante del decreto
stesso:
ALLEGATO 1
Prodotti, servizi ed edifici disciplinati da legislazione comunitaria
Ambito
Apparecchiature
disciplinate dalla Dir.
2010/30/UE (etichettatura
energetica comunitaria)
Apparecchiature
disciplinate dalla Dir.
2009/125/CE (Ecodesign)
Norma nazionale
decreto legislativo
104/2012
decisione 2006/1005/CE
del Consiglio, del 18
dicembre 2006,
Edifici
Decretolegislativo
192/2005
Pneumatici regolamento
1222/2009
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24-7-2014
ALLEGATO 2
Criteri minimi per gli audit energetici, compresi quelli realizzati nel quadro dei sistemi di gestione dellenergia
I criteri minimi che devono possedere gli audit di qualit sono di seguito riportati:
a) sono basati su dati operativi relativi al consumo di energia aggiornati, misurati e tracciabili e (per l'energia
elettrica) sui profili di carico;
b) comprendono un esame dettagliato del profilo di consumo energetico di edifici o di gruppi di edifici, di attivit o
impianti industriali, ivi compreso il trasporto;
c) ove possibile, si basano sull'analisi del costo del ciclo di vita, invece che su semplici periodi di ammortamento, in
modo da tener conto dei risparmi a lungo termine, dei valori residuali degli investimenti a lungo termine e dei tassi
di sconto;
d) sono proporzionati e sufficientemente rappresentativi per consentire di tracciare un quadro fedele della
prestazione energetica globale e di individuare in modo affidabile le opportunit di miglioramento pi significative;
Gli audit energetici consentono calcoli dettagliati e convalidati per le misure proposte in modo da fornire
informazioni chiare sui potenziali risparmi. I dati utilizzati per gli audit energetici possono essere conservati per le
analisi storiche e per il monitoraggio della prestazione.
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ALLEGATO 3
Potenziale dell'efficienza per il calore e il raffreddamento
1. La valutazione globale del potenziale nazionale di riscaldamento e raffreddamento di cui all'articolo 10, comma 1,
deve comprendere:
a) una descrizione della domanda di riscaldamento e raffreddamento;
b) la previsione di come la domanda evolver nei successivi dieci anni;
c) una mappa del territorio nazionale che indichi, proteggendo nel contempo le informazioni sensibili sul piano
commerciale:
i) i punti in cui esiste una domanda di riscaldamento e raffreddamento, individuando:
comuni e agglomerati urbani con un coefficiente di edificazione di almeno 0,3;
zone industriali con un consumo annuo totale di riscaldamento e raffreddamento superiore a 20 GWh;
ii) le infrastrutture di teleriscaldamento e teleraffreddamento esistenti o in fase di progetto;
iii) i possibili punti per la fornitura di riscaldamento e raffreddamento, tra cui:
gli impianti di produzione di energia elettrica con una produzione annua totale superiore a 20 GWh;
gli impianti di incenerimento dei rifiuti;
gli impianti di cogenerazione esistenti e in fase di progetto che usano tecnologie di cui all'allegato I e gli impianti
di teleriscaldamento e di teleraffreddamento;
d) l'individuazione della domanda di riscaldamento e raffreddamento che potrebbe essere soddisfatta mediante la
cogenerazione ad alto rendimento, compresa la micro-cogenerazione residenziale, e mediante il teleriscaldamento e il
teleraffreddamento;
e) l'individuazione dei potenziali per aumentare la cogenerazione ad alto rendimento, mediante tra l'altro
l'ammodernamento degli impianti industriali e di generazione o di altri impianti che generano calore di scarto
o la costruzione di nuovi impianti;
f) l'individuazione del potenziale di efficienza energetica delle infrastrutture di teleriscaldamento e teleraffreddamento;
g) la quota della cogenerazione ad alto rendimento, i potenziali individuati e i progressi compiuti;
h) una stima dei possibili risparmi di energia primaria.
2. Ai fini dellapplicazione del comma 4 dellart. 10 del presente decreto, il Ministero dello sviluppo economico, se del
caso, elabora proposte per:
107
24-7-2014
iii) promuovere l'installazione dei nuovi impianti di generazione di energia elettrica e degli impianti
industriali che producono calore di scarto in siti nei quali possa essere recuperato il massimo del calore di
scarto disponibile per soddisfare la domanda effettiva o attesa di riscaldamento e raffreddamento;
iv) promuovere l'ubicazione delle nuove zone residenziali o dei nuovi impianti industriali che consumano
calore nei loro processi produttivi in aree dove il calore di scarto disponibile, in base a quanto evidenziato
nella valutazione globale, possa contribuire a soddisfarne la domanda di riscaldamento e raffreddamento. Ci
potrebbe includere proposte a favore del raggruppamento di diversi impianti singoli nello stesso sito con
l'obiettivo di garantire un equilibrio ottimale tra domanda e offerta di calore e raffreddamento;
v) promuovere il collegamento degli impianti di generazione di energia elettrica, degli impianti industriali
che producono calore di scarto, degli impianti di incenerimento dei rifiuti e di altri impianti di
termovalorizzazione alla rete locale di teleriscaldamento o teleraffreddamento;
vi) promuovere il collegamento delle zone residenziali e degli impianti industriali che consumano calore nei
loro processi produttivi alla rete locale di teleriscaldamento o teleraffreddamento;
vii) introdurre misure di sostegno pubblico per il riscaldamento e il raffreddamento nel bilancio pubblico
annuo e l'individuazione dei potenziali elementi di aiuto, senza che ci pregiudichi la notifica distinta dei
regimi di sostegno pubblico ai fini della valutazione degli aiuti di Stato.
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24-7-2014
ALLEGATO 4
Analisi costi-benefici
Parte 1
Principi generali dellanalisi costi-benefici
Lanalisi costi-benefici una metodologia di valutazione della convenienza di progetti di investimento che,
nellambito della fornitura di energia, deve essere elaborata in base alle risorse disponibili, alle condizioni
climatiche e ad altri pertinenti fattori.
L'analisi costi-benefici pu riguardare la valutazione di un progetto relativo a un singolo impianto o di un
gruppo di progetti, per una pi ampia valutazione a livello locale, regionale o nazionale, in modo da definire
l'opzione di riscaldamento o raffreddamento pi efficiente in termini di risorse e costi e vantaggiosa per una
determinata zona geografica, per pianificare in maniera ottimale il soddisfacimento delle esigenze locali in
materia di riscaldamento e raffreddamento.
In particolare, lanalisi costi-benefici realizzata dal Gestore dei Servizi Energetici - GSE S.p.A., nellambito della
valutazione di cui allarticolo 10, contribuisce allindividuazione del potenziale economico della cogenerazione ad alto
rendimento, compresa la microcogenerazione industriale, del teleriscaldamento e del teleraffreddamento efficienti e
costituisce strumento di supporto allelaborazione di politiche di sostegno alle soluzioni pi efficienti in termini di
risorse e costi per le esigenze in materia di calore e raffreddamento.
Le fasi e i contenuti principali dellanalisi costi-benefici sono i seguenti:
a) definizione dei confini del sistema energetico e del limite geografico
Il territorio nazionale deve essere suddiviso in pertinenti sistemi energetici. Il limite geografico di ciascun sistema deve
coprire unidonea zona geografica ben definita, ad esempio una determinata regione o area metropolitana, per evitare di
adottare soluzioni sub ottimali in base ad un approccio progetto per progetto;
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24-7-2014
i) il confronto tra lo scenario di riferimento e gli scenari alternativi effettuato in base all'insieme dei
pertinenti costi e benefici;
ii) il criterio di valutazione deve essere quello del valore attuale netto (VAN);
iii) l'orizzonte temporale per il confronto deve essere scelto in modo tale da includere tutti i pertinenti costi e
benefici degli scenari e deve rappresentare lorizzonte pi idoneo alla caratteristiche di ciascun sistema
energetico.
f) calcolo e previsione dei prezzi ed altre ipotesi per l'analisi economica
i) le ipotesi di andamento dei prezzi sono formulate sullevoluzione prevista dei principali fattori di input/output e sul
tasso di attualizzazione;
ii) il tasso di attualizzazione impiegato per il calcolo del valore attuale netto scelto conformemente agli
orientamenti europei o nazionali, tenendo conto dei dati forniti dalla Banca centrale europea;
iii) la stima dell'evoluzione dei prezzi dell'energia formulata tenendo conto sia delle previsioni
sullevoluzione dei prezzi in ambito europeo e internazionale, sia delle previsioni relative al contesto
nazionale e eventualmente regionale o locale;
iv) i prezzi utilizzati nell'analisi economica rispecchiano i reali costi e benefici socio-economici e includono i costi
esterni, come gli effetti sull'ambiente e sulla salute, nella misura del possibile, cio quando esiste un prezzo di mercato o
quando quest'ultimo gi indicato nella normativa europea o nazionale;
g) analisi economica: inventario degli effetti
Le analisi economiche tengono conto di tutti i pertinenti effetti economici. E possibile tenere conto, ai fini della
formulazione di politiche di sviluppo, in riferimento anche solo a specifici sistemi energetici, dei costi e dei risparmi
energetici derivanti dalla maggiore flessibilit nella fornitura di energia e da un migliore funzionamento delle reti
elettriche, compresi i costi evitati e i risparmi derivanti dalla riduzione degli investimenti nelle infrastrutture, negli
scenari analizzati.
I costi e i benefici da considerare ai fini dellanalisi sono i seguenti:
i) benefici
valore della produzione per il consumatore (energia termica ed energia elettrica e/o meccanica);
benefici esterni quali benefici per la collettivit in ambito sociale, ambientale e sanitario, nella misura del
possibile;
ii) costi
costi di capitale degli impianti e delle apparecchiature,
costi di capitale delle reti di distribuzione di energia,
costi operativi variabili e fissi, inclusi i costi energetici,
costi ambientali, costi sociali e costi sanitari, nella misura del possibile;
h) analisi di sensibilit
110
24-7-2014
Lanalisi costi-benefici deve includere unanalisi di sensibilit per tener conto dei possibili impatti derivanti
dallaleatoriet dello sviluppo della domanda di riscaldamento e raffreddamento, dei prezzi dell'energia, dei tassi di
attualizzazione e degli altri fattori variabili che comportano un impatto significativo sui risultati dellanalisi.
Parte 2
Principi ai fini dell'articolo 10, comma 6
Se si progetta un impianto per la produzione di sola energia elettrica o un impianto senza recupero di calore, si effettua
un confronto tra gli impianti progettati o l'ammodernamento progettato e un impianto equivalente che produca lo stesso
quantitativo di elettricit o di calore di processo, ma che recuperi il calore di scarto e fornisca calore mediante
cogenerazione ad alto rendimento e/o reti di teleriscaldamento o teleraffreddamento.
Nell'ambito di un dato limite geografico, la valutazione tiene conto dell'impianto progettato e di ogni idoneo punto
esistente o potenziale in cui si registra una domanda di riscaldamento che potrebbe essere servito da tale impianto,
tenendo conto delle possibilit razionali (ad esempio la fattibilit tecnica e la distanza).
Il limite geografico stabilito in modo da includere l'impianto progettato e i carichi termici, quali edifici e
processi industriali. Nell'ambito del limite geografico il costo totale della fornitura di calore ed elettricit
determinato per entrambi i casi e confrontato.
I carichi termici comprendono i carichi termici esistenti, quali l'impianto industriale o un sistema di
teleriscaldamento esistente nonch, nelle zone urbane, il carico termico e i costi che emergerebbero se un
gruppo di edifici o un settore di una citt fossero forniti da una nuova rete di teleriscaldamento e/o ad essa
collegati.
L'analisi costi-benefici si basa su una descrizione dell'impianto progettato e dell'impianto o degli impianti di
confronto che contempli la capacit termica ed elettrica, secondo il caso, il tipo di combustibile, l'uso
previsto e il numero previsto di ore di funzionamento annuale, l'ubicazione e la domanda di energia elettrica
e di riscaldamento.
Ai fini del confronto, si tiene conto della domanda di energia termica e delle tipologie di riscaldamento e
raffreddamento utilizzate dai punti in cui si registra una domanda di calore situati in prossimit. Il confronto
riguarda i costi relativi alle infrastrutture dell'impianto progettato e di quello di confronto.
I progetti con risultati positivi in termini di costi-benefici sono quelli in cui la somma dei benefici attualizzati
nell'analisi supera la somma dei costi attualizzati (surplus costi-benefici).
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ALLEGATO 5
La garanzia di origine di cui allarticolo 10, comma 11 del presente decreto specifica:
a) la denominazione, il codice identificativo, lubicazione e la data di entrata in esercizio dell'unit di cogenerazione;
b) l'anno di rendicontazione;
c) la tecnologia di cogenerazione utilizzata con riferimento gli allegati al decreto legislativo 20 febbraio 2007 n.20 come
integrato e modificato dal decreto 4 agosto 2011 del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro
dellambiente e della tutela del mare;
d) la tipologia, il quantitativo e il potere calorifico inferiore dei combustibili utilizzati;
e) le tipologie di utilizzo e la quantit del calore utile prodotto;
f) la produzione lorda di elettricit da cogenerazione ad alto rendimento, conformemente agli allegati al decreto
legislativo 20 febbraio 2007 n.20 come integrato e modificato dal decreto 4 agosto 2011 del Ministro dello sviluppo
economico di concerto con il Ministro dellambiente e della tutela del mare;
g) il rendimento elettrico e termico nominali dellunit di cogenerazione;
h) lindice PES, calcolato conformemente agli allegati al decreto legislativo 20 febbraio 2007 n.20 come integrato e
modificato dal decreto 4 agosto 2011 del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dellambiente e
della tutela del mare;
i) eventuali forme di sostegno di cui abbia beneficiato lunit.
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ALLEGATO 6
Criteri di efficienza energetica per la regolamentazione delle reti dell'energia e per le tariffe della rete elettrica
1. Le tariffe di rete rispecchiano i risparmi di costi nelle reti imputabili alla domanda e a misure di gestione della
domanda e di produzione distribuita, compresi i risparmi ottenuti grazie alla riduzione dei costi di consegna o degli
investimenti nelle reti e a un funzionamento migliore di quest'ultime.
2. La regolamentazione e le tariffe di rete non impediscono agli operatori di rete o ai rivenditori al dettaglio di
rendere disponibili servizi di sistema nell'ambito di misure di risposta e gestione della domanda e di generazione
distribuita sui mercati organizzati dell'energia elettrica, in particolare:
a) lo spostamento del carico da parte dei clienti finali dalle ore di punta alle ore non di punta, tenendo conto della
disponibilit di energia rinnovabile, di energia da cogenerazione e di generazione distribuita;
b) i risparmi di energia ottenuti grazie alla gestione della domanda di clienti decentralizzati da parte degli
aggregatori di energia;
c) la riduzione della domanda grazie a misure di efficienza energetica adottate dai fornitori di servizi energetici,
comprese le societ di servizi energetici;
d) la connessione e il dispacciamento di fonti di generazione a livelli di tensione pi ridotti;
e) la connessione di fonti di generazione da siti pi vicini ai luoghi di consumo; e
f) lo stoccaggio dell'energia.
Ai fini della presente disposizione la definizione mercati organizzati dell'energia elettrica include i mercati non
regolamentati (over-the counter) e le borse dell'energia elettrica per lo scambio di energia, capacit, volumi di
bilanciamento e servizi ausiliari in tutte le fasce orarie, compresi i mercati a termine, giornalieri o infragiornalieri.
3. Le tariffe di rete o di vendita al dettaglio possono sostenere una tariffazione dinamica per misure di gestione della
domanda dei clienti finali, quali:
a) tariffe differenziate a seconda dei periodi di consumo;
b) tariffe di picco critico;
c) tariffazione in tempo reale; e
d) tariffazione ridotta in ora di punta.
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ALLEGATO 7
Requisiti di efficienza energetica per i gestori dei sistemi di trasmissione e i gestori dei sistemi di distribuzione
I gestori dei sistemi di trasmissione e i gestori dei sistemi di distribuzione:
a) elaborano e rendono pubbliche norme standard in materia di assunzione e ripartizione dei costi degli adattamenti
tecnici, quali le connessioni alla rete e il potenziamento della rete, una migliore gestione della rete e norme in
materia di applicazione non discriminatoria dei codici di rete necessari per integrare i nuovi produttori che
immettono nella rete interconnessa l'energia elettrica prodotta dalla cogenerazione ad alto rendimento;
b) forniscono a tutti i nuovi produttori di energia elettrica da cogenerazione ad alto rendimento che desiderano
connettersi al sistema tutte le informazioni a tal fine necessarie, tra cui:
i) una stima esauriente e dettagliata dei costi di connessione;
ii) un calendario preciso e ragionevole per la ricezione e il trattamento della domanda di connessione alla rete;
iii) un calendario indicativo ragionevole per ogni connessione alla rete proposta. La procedura per la
connessione alla rete non dovrebbe durare complessivamente pi di 24 mesi, tenuto conto di ci che
ragionevolmente praticabile e non discriminatorio;
c) definire procedure standardizzate e semplificate per facilitare la connessione alla rete dei produttori
decentralizzati di energia elettrica da cogenerazione ad alto rendimento.
Le norme standard di cui alla lettera a) si basano su criteri oggettivi, trasparenti e non discriminatori che tengono
conto in particolare di tutti i costi e i benefici della connessione di tali produttori alla rete. Esse possono prevedere
diversi tipi di connessione.
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ALLEGATO 8
Elementi minimi che devono figurare nei contratti di rendimento energetico sottoscritti con il settore pubblico o nel
relativo capitolato dappalto
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
j)
k)
Un elenco chiaro e trasparente delle misure di efficienza da applicare o dei risultati da conseguire in termini di
efficienza;
I risparmi garantiti da conseguire applicando le misure previste dal contratto;
La durata e gli aspetti fondamentali del contratto, le modalit e i termini previsti;
Un elenco chiaro e trasparente degli obblighi che incombono su ciascuna parte contrattuale;
Data o date di riferimento per la determinazione dei risparmi realizzati;
Un elenco chiaro e trasparente delle fasi di attuazione di una misura o di un pacchetto di misure e, ove
pertinente, dei relativi costi;
Lobbligo di dare piena attuazione alle misure previste dal contratto e la documentazione di tutti i cambiamenti
effettuati nel corso del progetto;
Disposizioni che disciplinino linclusione di requisiti equivalenti in eventuali concessioni in appalto a terze
parti;
Unindicazione chiara e trasparente delle implicazioni finanziarie del progetto e la quota di partecipazione
delle due parti ai risparmi pecuniari realizzati ( ad esempio, remunerazione dei prestatori di servizi);
Disposizioni chiare e trasparenti per la quantificazione e la verifica dei risparmi garantiti conseguiti, controlli
della qualit e garanzie;
Disposizioni che chiariscono la procedura per gestire modifiche delle condizioni quadro che incidono sul
contenuto e i risultati del contratto ( a titolo esemplificativo: modifica dei prezzi dellenergia, intensit duso di
un impianto)
l) Informazioni dettagliate sugli obblighi di ciascuna delle parti contraenti e sulle sanzioni in caso di
inadempienza..
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