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Un altro mito da sfatare riguarda il rapporto tra la ricerca e la guerra. Si portati a credere che in
un paese in conflitto rimanga poco spazio per la ricerca scientifica priva di unimmediata applicazione militare. Che scienza e guerra, cio, non vadano daccordo.
Lesperienza delle guerre mondiali contraddice questa opinione diffusa. Gli scienziati seppero
trarre vantaggio dallo stato di eccezione provocato dai conflitti e sfruttarono gli eventi per ottenere
finanziamenti o dar vita a organizzazioni scientifiche nazionali. Durante il nazismo, i fisici riuscirono
a sviluppare ricerche che con le armi avevano poco a che fare, convincendo i gerarchi che, grazie
a quelle scoperte, la Germania avrebbe potuto vincere la guerra.
I finanziamenti destinati alla Kaiser Wilhelm Gesellshaft (KWG, la principale organizzazione scientifica tedesca) salirono cos da 5 a 14 milioni di marchi tra il 1932 e il 1944. Le parole di Peter Debye,
direttore della sezione di Fisica della KWG durante il nazismo, sono eloquenti: Lo slogan ufficiale
del governo era dobbiamo utilizzare la fisica per la guerra. Noi lo rovesciammo in dobbiamo sfruttare la guerra per la fisica.
Non fu molto diversa la strategia con cui Vito Volterra riusc a far nascere il Consiglio Nazionale
delle Ricerche (Cnr). Dallesperienza bellica erano gi nate istituzioni come il National Research
Council statunitense e il Department of Scientific and Industrial Research inglese (entrambi fondati
nel 1916), e Volterra cap che il momento era propizio anche per dare alla ricerca italiana
unorganizzazione nazionale.
Con un paradosso solo apparente, la pace rallent i suoi progetti, che tuttavia furono realizzati non
appena la situazione politica si fece di nuovo eccezionale: la fondazione del Cnr fu promulgata dal
governo Mussolini nel 1923, e dal 1924 Volterra ne divenne presidente. Guerraggio conclude che tra
militari e scienziati il rapporto sia circolare: La scienza aiuta i militari a vincere le guerre, ma
vero anche il contrario. Lesperienza vissuta tra il 1914 e il 1918 ha aiutato la scienza a trovare
forme organizzative pi adeguate.
Coscienza ed esplosivi
Altra balla: il compito dello scienziato far progredire la conoscenza, e solo di questo pu essere
giudicato responsabile; mescolare giudizi di valore ai giudizi di fatto non rende un buon servizio alla
scienza. Con questo luogo comune in testa, ad esempio, i chimici italiani non videro contraddizione
tra il pacifismo delle opinioni e limpegno militare. Ettore Molinari, anarchico e membro fondatore
della II Internazionale, fin per lavorare alla Sipe di Cengio, lazienda che produceva la met degli
esplosivi usati in guerra.
Nel frattempo, scriveva articoli contro un capitalismo che per risolvere delle volgari contese economiche, non ha saputo escogitare altro sistema che quello della guerra. Secondo Guerraggio, la
risposta suggerita dallatteggiamento che si possono mantenere idee molto critiche nei riguardi
della guerra ma queste non possono arrivare a coinvolgere laspetto professionale, come se i due
ambiti fossero separati da un fossato.
Analoga fu lautoassoluzione di molti fisici tedeschi per la passivit nei confronti del Reich: Heisenberg e camerati dopo la guerra si dichiararono apolitici, ritenendo che non fosse loro compito
schierarsi pro o contro un regime politico. Secondo Heisenberg, i fisici che aderirono con pi entusiasmo al programma nazionalsocialista furono quelli meno competenti scrive Ball, dimostrando
come essi tentassero di scaricare sui colleghi meno brillanti le colpe del disastro. In realt, fu proprio questa ostentata distanza dalle cose del mondo a rendere i migliori fisici tedeschi perfettamente
funzionali ai progetti nazisti: un bravo scienziato nazista non doveva necessariamente sostenere il
partito, ma rinunciava al diritto di criticarlo, come invece fece Einstein.
Una tesi simile fu avanzata anche nel campo statunitense per difendere loperato dei fisici nucleari
dopo Hiroshima: necessario che gli scienziati siano liberati dai vincoli morali o sociali, scrisse
Percy Bridgman nel 1948 sul Bulletin of the Atomic Scientists. Ball vi intravede una tendenza generale il comportamento dei fisici tedeschi sotto il nazismo non fu unaberrazione dovuta a circostanze estreme ma un esempio tipico di come scienza e politica interagiscono.
Lultimo luogo comune proprio che quanto accadde nelle guerre mondiali sia irripetibile. In
effetti molto cambiato, ma il rapporto tra scienziati e potere politico permane stretto. Lo dimostra
il fatto che sviluppo scientifico e apparato militare in molti paesi occidentali (Stati Uniti e Israele su
tutti) vadano a braccetto. Anzi, la globalizzazione economica e le politiche di austerity in qualche
caso hanno rafforzato questa alleanza, in quanto la sicurezza nazionale rappresenta un grimaldello
per sbloccare fondi per la ricerca di base nel campo dellinformatica, della climatologia e persino
della biologia. Ad esempio, sono bastate pochissime bustine di antrace per convincere il governo statunitense a finanziare il programma Bioshield (scudo biologico) nel 2004 per rafforzare le difese
contro il bioterrorismo.
I sei miliardi di dollari investiti, in realt, sono serviti anche a rilanciare la ricerca nel campo dei
vaccini delle aziende farmaceutiche, il cui tasso di innovazione negli ultimi decenni stato frenato
da strategie imprenditoriali pi attente al marketing e alla Borsa che allefficacia terapeutica. Le
astuzie raccontate da Heisenberg e Debye, quindi, sono state promosse a politiche industriali nazionali e il mercato si inserito tra scienza e potere. La gara a chi pi furbo appena iniziata.
2015 IL NUOVO MANIFESTO SOCIET COOP. EDITRICE