Sei sulla pagina 1di 2

VINO.

La coltivazione delluva, che veniva utilizzata non solo come frutto ma anche per produrre il vino, veniva usata
in Egitto fin dallEpoca Protodinastica. Scene che appaiono sulle pareti delle tombe ci mostrano che le vigne
avevano la forma di un pergolato e che la pigiatura delluva dopo il raccolto era eseguita con i piedi dentro
grandi catini. I residui venivano spremuti ulteriormente tramite presse a sacco: alle estremit del sacco
venivano infilati due bastoni che girando in senso contrario lo torcevano e lo strizzavano, facendo uscire il
liquido rimasto. Il succo ottenuto era versato in anfore e lasciato fermentare. Di solito veniva applicata
uniscrizione con lindicazione dellannata e del luogo di produzione del vino. Ad esempio le numerose anfore
vinarie trovate nella tomba del faraone Tutankhamon presentano uniscrizione in ieratico, come Anno 4 per la
casa di Tutankhamon e una stampigliatura in geroglifico sul tappo dargilla dove si legge Vino dei
possedimenti di Tutankhamon. Il vino poteva essere arricchito con alcuni ingredienti per variarne sapore.
http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/alimentazione/sezioni/origini/articoli/egitto.html

L'ALLEVAMENTO.
La pratica dell'allevamento del bestiame in Egitto risale al neolitico. La decorazione delle tombe
dell'Antico Regno, in cui sono raffigurate scene di quest'attivit, permette di conoscerne i particolari.
La variet di bovino pi abbondante in Egitto fino alla fine dell'Antico Regno era quella dalle corna
lunghe, soprattutto quella che le aveva a forma di lira. Oggi questa razza si trova solo nel Sudan. Pi
tardi, questa variet fu sostituita da un'altra con le corna pi corte e le zampe pi magre, le cui mandrie
erano composte principalmente da femmine e vitelli. I pastori assistevano le vacche al momento del
parto. Poi, dopo aver scelto gli esemplari migliori tra i vitelli appena nati, li portavano alle fattorie, dove
si procedeva all'ingrasso del bestiame, che diventava carne per il palazzo reale e i templi. Le grandi
mandrie erano nelle mani di importanti proprietari, che avevano ai loro ordini fattori e supervisori, che
controllavano il lavoro dei pastori, dei foraggieri e degli altri aiutanti. Anche i contadini disponevano di
bestiame, che li aiutava nei lavori dei campi, e dal quale ricavavano inoltre latte, carne e pelli. I
mandriani avevano il preciso compito di proteggere gli animali dai possibili predatori appostati nei
canneti; per questo recitavano alcune formule perch il loro nemico perdesse la vista o la forza.
Il bestiame era un bene molto prezioso in una societ agricola come quella egizia. Uno dei metodi per
difendersi da eventuali furti consisteva, come oggi, nel marchiarlo: dopo avergli legato le zampe, ogni
animale veniva fatto stendere su un fianco, come se dovesse essere sacrificato. Intanto, su un fornello
veniva riscaldato un timbro di metallo, generalmente di bronzo, che, una volta incandescente, veniva
applicato sul lombo destro di ogni capo. Tutto il procedimento si svolgeva sotto lo sguardo attento degli
scribi, che annotavano per il loro signore ogni dettaglio. Sebbene l'allevamento dei bovini fosse il pi
diffuso, tale attivit era praticata anche con altre specie, come asini, capre, pecore, diversi tipi di uccelli
e i maiali, che venivano per mangiati solo dal popolo. A queste specie si aggiunsero pi tardi il cavallo,
il cammello e i gallinacei. Gli egizi allevarono e addomesticarono altri animali, tra cui ruminanti selvatici
della famiglia delle antilopi o delle capre selvatiche, e alcuni carnivori. Molti furono semplicemente
animali da compagnia, che potevano dimostrare il rango sociale del loro padrone. Altri furono usati nella
caccia, come nel caso della iena.
Gli egizi utilizzavano la pelle, il latte, la lana e la carne forniti dalle capre e dalle pecore. Le razze si
distinguevano dalla forma delle corna. Alcune le avevano lunghe, arrotolate a spirale, che crescevano
orizzontalmente, come il dio Khnum; altre le avevano pi dritte e lunghe. La capra domestica poteva
avere le corna lunghe o corte. Un altro animale allevato in cattivit era il somaro, una variet di asino
selvatico della Nubia. Questo animale era utilizzato nel trasporto delle merci, ma anche per i lavori
agricoli come la semina e la trebbiatura. Le fattorie specializzate selezionavano gli animali da allevare.
La nutrizione degli animali avveniva in modo forzato. In genere, gli addetti fermavano ciascun singolo
capo e gli introducevano in bocca palle di cibo, generalmente di farina.
http://www.sapere.it/sapere/approfondimenti/storia/antico-egitto/agricoltura-eambiente/animali/allevamento-bestiame.html

FRUTTA E VERDURA.
Orti e giardini erano molto diffusi dellantico Egitto, anche di piccole dimensioni, sia presso le case dei

contadini che nelle grandi ville dei ricchi dignitari. Nei frutteti venivano coltivati cocomeri, meloni, fichi,
palme da dattero e, solo dopo essere stati importati nel Nuovo Regno, meli e melograni: come per
lolivo infatti, diversi prodotti arrivarono sulla tavole degli egiziani a seguito dei contatti commerciali,
particolarmente fiorenti allinizio della XVIII dinastia, con i paesi del Mediterraneo orientale. Veniva
raccolta e apprezzata anche la frutta selvatica, come le giuggiole, simili alle ciliegie, e le noci di palma
dum. Si riteneva inoltre che il frutto della mandragora avesse potere afrodisiaco e significato simbolico
erotico, forse per la concentrazione di tossine presenti nella buccia, che ha effetti narcotici e anche
allucinogeni in chi lo mangia.
Negli orti abbondavano numerose variet di verdure, tra cui cipolle, porri, aglio, sedano, cetrioli e
soprattutto ceci, fave e lenticchie, che erano elemento quotidiano dellalimentazione degli antichi
egiziani; i piselli comparvero solo con il Nuovo Regno. Particolarmente coltivata era la lattuga, i cui
cespi raggiungevano grandi dimensioni: forse per questo motivo la lattuga era sacra al dio Min,
protettore della fecondit. Lessi o arrostiti erano gustati anche alcuni tipi di tuberi e rizomi.
Per quanto riguarda la frutta invece erano abbondantemente disponibili datteri e fichi, consumati freschi
o secchi e utilizzati anche per la preparazione di dolci e come aromi durante la fermentazione delle
bevande. Anche il carrubo era usato come dolcificante e poteva essere cotto per preparare una specie
di marmellata.
Gli Egizi amavano anche le bacche del giuggiolo, simili alle ciliegie. Di importazione erano invece il
melo e il melograno, cos come noci e mandorle.
http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/alimentazione/sezioni/origini/articoli/egitto.ht
ml

Potrebbero piacerti anche