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ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI DI VICENZA

COMMISSIONE DI STUDIO ENTI LOCALI ASSOCIAZIONI E ONLUS


GLI ENTI RELIGIOSI
QUALIFICAZIONE
Ai fini della legislazione tributaria gli enti religiosi rientrano fra i soggetti previsti dallart. 87
del TUIR alla lettera c) del comma 1.: enti pubblici e privati, diversi dalle societ, residenti
nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale lesercizio di
attivit commerciali.
Essi, anche ai fini che ci interessano, si suddividono in due categorie: gli Enti Religiosi
Ecclesiastici e gli Enti Religiosi riconosciuti.
Finch vigeva la legge concordataria del 1929, era la Chiesa, nello specifico la Chiesa
cattolica, che qualificava gli Enti Ecclesiastici e lo Stato ne recepiva automaticamente la
qualifica.
Con la legge 20/05/1985 n. 222 la qualificazione stata demandata allo Stato, il quale deve
verificare lesistenza dei seguenti requisiti:
a) soggettivi:
- costituzione o approvazione dellEnte da parte dellautorit ecclesiastica;
- assenso al riconoscimento civile sempre da parte di detta autorit;
b) oggettivi:
- sede in Italia;
- fini di religione e di culto.
La sussistenza del requisito del fine di religione o di culto ha una presunzione assoluta
quando si tratta di Enti appartenenti alla costituzione gerarchica della Chiesa (diocesi e
parrocchie), degli Istituti religiosi e dei Seminari: questi soggetti sono sempre qualificati Enti
Ecclesiastici.
In tutti gli altri casi il fine di religione o di culto deve essere accertato dallautorit
governativa caso per caso.
Ci vale per la Chiesa cattolica al di fuori della presunzione di cui sopra e sempre per le altre
Chiese, a meno che non siano espressamente pattuite le condizioni per la qualificazione.
Tutti gli altri enti, fondazioni, associazioni e altro rientrano fra la generalit degli enti non
commerciali secondo le leggi dello Stato e la loro qualificazione di Enti Religiosi legata al
loro riconoscimento da parte degli Enti Ecclesiastici della religione a cui appartengono.
Tale riconoscimento determinante quando si tratta di associazioni religiose di diritto
pontificio.
Tutti i discorsi che abbiamo fatto riguardano la qualificazione ai fini dellattribuzione della
personalit giuridica, ma sono necessari anche per fare una classificazione generale degli
Enti Religiosi ai fini tributari.
Essi infatti, in forza di quanto detto,si suddividono in:
1. Enti Ecclesiastici;
2. Enti Religiosi riconosciuti;
3. Enti Religiosi non riconosciuti.
Il presupposto che ci interessa che essi svolgano anche attivit commerciale.

SOGGETTIVITA PASSIVA DI IMPOSTA


Ai sensi del richiamato art. 87, primo comma, lettera c) TUIR, tutti gli enti che svolgono
attivit commerciale, anche se non esclusiva, rientrano fra i soggetti passivi dimposta, con
riguardo ai redditi dimpresa.
Per gli Enti Religiosi lo svolgimento di attivit commerciale non mai esclusiva, anche se
pu essere principale per enti a ci appositamente costituiti. Escludiamo dallanalisi questi
ultimi perch rientrano nella lettera b) del primo comma dellart. 87.
Per gli altri la qualificazione importante perch, a seconda di essa,valgono norme di
eccezione rispetto alla generalit degli enti non religiosi.
Enti Ecclesiastici
Sappiamo che quando un ente, pur non svolgendo in via esclusiva o principale una attivit
commerciale, supera i parametri previsti dal comma 2 dellart. 111-bis del TUIR, perde, ai
fini tributari, la qualifica di ente non commerciale.
Questa regola, ai sensi del comma 4 del detto articolo, non si applica agli Enti Ecclesiastici
riconosciuti come persone giuridiche.
Essi pertanto, e ricordiamo in particolare Parrocchie ed Istituti religiosi, non perdono mai la
qualifica di enti non commerciali, anche se svolgono attivit commerciale in vari settori e di
qualsiasi entit. Essi hanno soltanto lobbligo, come del resto tutti gli enti rientranti nella
lettera c), di tenere, a norma del comma 2 dellart. 109 TUIR, una contabilit separata delle
attivit commerciali rispetto allattivit istituzionale.
Analogo discorso vale per le attivit rientranti nella sfera delle ONLUS.
Gli Enti Ecclesiastici, a norma del comma 9 dellart. 10 del D. Lgs.04.12.1977 n. 460, non
possono essere qualificati ONLUS, se non limitatamente allesercizio delle specifiche attivit
rientranti nella sfera delle ONLUS (comma 1 dello stesso articolo), sempre che sia rispettato
lobbligo della contabilit separata.
In forza di tale posizione, essi:
a) possono svolgere anche altre attivit, in deroga alla lettera c) del comma 1 dello
stesso art.10;
b) non sono di fatto soggetti alle limitazioni previste nellultima parte del comma 5, data
la non confrontabilit dei proventi specifici con quelli generali dellEnte;
c) devono per,come precisato dalla C.M. 168/E del 26.06.1998, relativamente
allattivit, che intendono svolgere nellambito ONLUS, predisporre un regolamento,
che recepisca le clausole dellart.10.
Altri Enti Religiosi
Ricordiamo la distinzione fra Enti Religiosi riconosciuti e non riconosciuti. Qui la distinzione
non vale pi per la valutazione dellattribuzione della personalit giuridica, ma per
individuare la soggettivit dimposta, fermo restando che quando un Ente Religioso ha la
personalit giuridica sempre considerato un Ente riconosciuto.
Senza la personalit giuridica un Ente Religioso considerato riconosciuto quando il
riconoscimento viene fatto dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti,
accordi o intese, come disposto dal comma 7 dellart. 10 del D. Lgs. 460/97, il quale, con
lart. 5, ha introdotto in tal senso anche il comma 4-sexies dellart.111 del TUIR.
Sulla scorta di quanto sopra, possiamo ricapitolare come segue la soggettivit dimposta :
a) gli Enti Religiosi non riconosciuti sono trattati, ai fini tributari, come enti non
commerciali puri e semplici;

b) gli Enti Religiosi riconosciuti hanno invece alcune prerogative e precisamente:


- le associazioni possono prescindere dalla disciplina uniforme del rapporto
associativo e dalla libera eleggibilit degli organi amministrativi ( comma 4sexies dellart. 111 TUIR ), che sono gli elementi caratterizzanti
dellassociazionismo ai fini tributari;
- la suddetta prerogativa replicata anche con riferimento alle ONLUS
( comma 7, art.10 D. Lgs:460/97) con laggiunta della non obbligatoriet di
inserire nella denominazione la locuzione organizzazione non lucrativa di
utilit sociale oppure lacronimo ONLUS.
OBBLIGHI CONTABILI E DICHIARATIVI
Gli obblighi dichiarativi degli Enti Religiosi, come quelli di tutti gli enti non commerciali,
riguardano i redditi previsti dal comma 1 dellart. 87 TUIR:
- redditi fondiari;
- redditi di capitale;
- redditi dimpresa;
- redditi diversi.
Lesercizio di attivit che generano redditi di impresa fa scattare lobbligo della contabilit,
che dovr necessariamente essere tenuta separata dalla contabilit generale dellEnte,
secondo i criteri validi per tutti gli enti non commerciali.
Le Parrocchie e gli Istituti Religiosi con personalit giuridica sono equiparati, per accordo,
agli enti aventi fine di beneficenza e di istruzione e pertanto godono il beneficio dellaliquota
IRPEG ridotta al 50% previsto dallart. 6 del D.P.R. 601/1973.
Un problema spesso controverso dato dalla valutazione della posizione degli immobili ai
fini dellesenzione o meno dalla tassazione.
Sotto il profilo delle imposte dirette si deve distinguere se limmobile compreso
nellattivit commerciale, cio inserito nellinventario a norma dellart.77 TUIR, nel qual
caso segue il trattamento dei beni strumentali, oppure se, pur essendo utilizzato per lattivit
commerciale, rimane nella sfera privata dellente. In tal caso la valutazione va fatta in
relazione al comma 3. dellart. 33 TUIR.
La soluzione potrebbe essere data dalla legge 30.12.1992 n. 504 istitutiva dellICI e
precisamente dallart.7, che concerne le esenzioni.
La lettera d) del comma 1 replica lesenzione generale gi prevista dal TUIR. In base a
questa disposizione si tratta quindi di capire quali fabbricati si debbano considerare destinati
esclusivamente allesercizio del culto e soprattutto quali siano le loro pertinenze.
La lettera i) parla dei fabbricati utilizzati dagli enti non commerciali, di cui alla lettera c),
primo comma, dellart. 87 TUIR. In tal caso la verifica della destinazione esclusiva ad
attivit assistenziali, previdenziali,sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative,
sportive, nonch di religione e di culto, come previste dallart. 16 della legge 222/1985, va
fatta caso per caso, con le evidenti difficolt di interpretazione.

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