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Supplemento economico
de il Galatino
Quindicinale salentino dinformazione
I
www.ilgalatino.it
e-mail: ilgalatino@tiscalinet.it
e-mail: redazione@ilgalatino.it
I
Direttore
Rossano Marra
I
Contributi fotografici
Archivio de il Galatino
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Editore
Associazione APSInondazioni
Galatina
I
Stampa
Editrice Salentina - Galatina
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a classe politica di Galatina, investita probabilmente di una responsabilit pi grande delle sue capacit, deve farsi una ragione e prendere subito i provvedimenti del caso. Speriamo che sia capace e che
sia in grado di farlo. Circa il Titano, invece, speriamo che lanno
prossimo sia dedicato nuovamente alla Fiera di Galatina.
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Sommario
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Inserzionisti
16. Gli amici di sempre per Donato Cascione di Aldo Caprioli e GiuseppeGreco
17. Lon. Giacinto Urso, un politico di razza di Rossano Marra eAntonio Mele
ALBAITALIA - Soleto
3V BRoKER - Galatina
Assicurazioni
Galatina
Assicurazioni
Galatina
ALLIANZ
CARIGE
CoMUNE DI GALATINA
DoLLY - Galatina
DoMINAARGENTI - Galatina
DULCEDo S - Galatina
GAMESSToRE - Galatina
GIURGoLA - Galatina
INoNDAZIoNI - Galatina
LA SANITARIA - Maglie
MATTEoCAF - Galatina
NATUAL - Lecce
GIANNELLI
oVERKIDS - Maglie
SACE - Galatina
SANTESEGIoRGIo - Maglie
SANToRo - Galatina
SUNWooD - Galatina
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a capacit di valorizzare i
prodotti tipici locali rappresenta un elemento decisivo per lo sviluppo endogeno dei
sistemi territoriali. Attraverso la valorizzazione delle tipicit, infatti, la
funzione meramente produttiva delle attivit agricole viene integrata da
nuove e diverse funzioni, tra cui la
tutela dellambiente e del territorio,
la conservazione della cultura e delle tradizioni rurali, creando spazi e
luoghi interessati da nuove dinamiche di tipo economico e sociale.
Con la consapevolezza che la
promozione della qualit dei prodotti tipici possa apportare valore nelle
strategie di crescita e sviluppo di un
territorio, il progetto per la Nuova
Campionaria, metter al centro dellattenzione la cultura e le produzioni locali. Una proliferazione delle
iniziative volte ad affiancare alla
produzione agricola quella dei servizi (turistici, ricreativi, educativi, sociali, ecc.), anche allo scopo di intercettare e soddisfare nuovi segmenti
di consumatori interessati alla fruizione dei prodotti agricoli nei territori di produzione, al fine di im-
Donato Cascione
Questa maschera forse la tua?!
(mascherone - tecnica mista, anni 60,
e foto giovanile dellartista)
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In continuo aumento la presenza
e la vocazione commerciale e terziaria degli immigrati
Gli extracomunitari
gestiscono il 6,6%
delle imprese
individuali salentine
q ANTONELLA PULIMENO
li imprenditori extracomunitari che gestiscono unimpresa individuale nella provincia di Lecce sono 3.175 e rappresentano il 6,6% delle
imprese che hanno adottato questa forma giuridica (le imprese individuali complessive sono 47.772 al 31.1.22014). I dati dellEnte camerale evidenziano che gli imprenditori extracomunitari pi numerosi provengono dal Senegal (966) e rappresentano oltre il 30% delle
imprese gestite da immigrati, segue il Marocco (825) che rappresenta il 26%, i 299 immigrati provenienti dallIndia (9,4%), i 238 dalla Cina (7,50%),
i 160 dal Pakistan (5%) e i 118 dallAlbania (3,7%). In valore assoluto il primato della crescita nellanno 2014 degli imprenditori extracomunitari
spetta allIndia con un aumento di 33 imprese e un tasso di crescita del 12,4%, segue il Senegal con 27 imprese e il Marocco con 13 imprese.
Dallanalisi dei dati emerge che le imprese individuali gestite da extracomunitari dimostrano una maggiore capacit di fronteggiare la crisi rispetto
a quelle dei leccesi, compensando con la loro crescita la diminuzione progressiva delle imprese gestite da questi ultimi. Le imprese individuali gestite da imprenditori extracomunitari, infatti, hanno registrato nellanno 2014 un saldo di 106 imprese, scaturito da 149 iscrizioni a fronte di 43 cancellazioni, con un tasso di crescita del 3,45%. Analizzando i dati della provincia di Lecce delle imprese individuali gestite da italiani, si osserva un
saldo negativo di 264 imprese, scaturito da 658 iscrizioni e 907 cancellazioni con un tasso di sviluppo pari a -0,59%. Il medesimo andamento si registra nel triennio precedente 2011-2013: le imprese gestite da extracomunitari registrano sempre saldi positivi, a differenza di quelle degli imprenditori italiani, che nel medesimo periodo hanno registrato saldi negativi.
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Tassi di crescita delle imprese individuali secondo
la nazionalit del titolare anni 2011-2014 - Provincia di Lecce
Per quanto riguarda il settore economico in cui gli extracomunitari svolgono lattivit imprenditoriale, nel 90,5% dei casi il commercio con 2.872 imprese, di queste 2.810 sono attivit commerciali al dettaglio, in prevalenza (1.116 aziende) attivit ambulanti di chincaglieria e bigiotteria. Altre 281 aziende svolgono il commercio
via internet, 121 commercializzano ortofrutta in forma ambulante, 76 vendono abbigliamento al dettaglio. Al settore commercio, tra laltro, da imputare il saldo di 92
nuove imprese nate nel corso dellanno 2014, settore che realizza in tal modo un tasso di crescita del 3,3%. Il settore delledilizia annovera 68 imprese, 54 sono le attivit di alloggio e ristorazione, 35 le attivit manifatturiere e 27 imprese lagricoltura. Del tutto marginale la presenza di imprenditori immigrati negli altri settori economici.
Donato Cascione: Senza titolo
(scultura in argilla, anni 60)
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Alle 3.175 imprese individuali gestite da immigrati extracomunitari, bisogna aggiungere, inoltre, 259 immigrati che sono amministratori in societ, 70 che rivestono la qualifica di socio e 11 che ricoprono altre cariche societarie, complessivamente quindi sono 3.515 gli extracomunitari che
gestiscono o rivestono un ruolo in unattivit imprenditoriale.
Analizzando la distribuzione delle imprese nei vari settori economici, si osserva che solo gli imprenditori provenienti dallAlbania hanno avviato attivit
nei vari comparti economici per cui non vi concentrazione in un solo settore, come invece avviene, tenendo conto dei principali Paesi di provenienza degli
immigrati, per gli imprenditori provenienti dalla Cina, India, Pakistan, Senegal e Marocco le cui attivit
imprenditoriali sono tutte concentrate esclusivamente nel commercio.
Anche nel I trimestre 2015 le imprese extracomunitarie hanno confermato la loro vivacit, registrando un saldo positivo di 80 imprese e un tasso
di crescita del 2,52%. Il trend del primo trimestre degli ultimi cinque anni sempre stato positivo, anche se la crescita dei primi tre mesi del 2015
stata pi contenuta rispetto ai trimestre degli anni precedenti. Il settore che ha assorbito la quasi totalit del saldo si conferma il commercio che ha
registrato un saldo di 78 aziende, 25 delle quali gestita da senegalesi, 14 da indiani, 11 da nigeriani e 10 da marocchini. Le imprese individuali gestite da extracomunitari al 31 marzo 2015 sono 3.255.
Quasi la met, esattamente 1.579, delle imprese individuali di immigrati ha sede nel Comune capoluogo e rappresentano il 24,5% del totale delle imprese individuali di Lecce. Il Comune di Leverano la sede di ulteriori 117 attivit gestite da immigrati che rappresentano l8,53% delle imprese individuali leveranesi, segue Copertino con 90 (7,35%) e Porto Cesareo con 88 (16,4%). Spetta per al piccolo Comune di Spongano il record
del maggior numero di imprese di immigrati in rapporto al tessuto imprenditoriale: 56 imprese su 221, ben il 25%. Di contro ci sono Comuni della
provincia in cui non ha sede nemmeno unimpresa gestita da extracomunitari. Dal registro delle imprese tenuto dalla Camera di Commercio, infatti, ne risultano privi i Comuni di Botrugno, San Cassiano, Caprarica, Castrignano dei Greci, Martignano e Secl.
Antonella Pulimeno
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In ricordo di Donato Cascione
q MARIO DE MARCO
tisti. Il suo linguaggio vero e tormentato era quello pittorico, al
quale affidava ogni suo dire, connotato sempre dallanelito della
ricerca tesa, essenzialmente, a
scarnificare le fibre pi intime,
gli spazi inediti dellinteriorit, le
contraddizioni e le angosce generate dallodierna esistenza.
La sua esplorazione psicologica e sociologica partiva, sotto il
profilo rappresentativo, da esperienze gestuali ed espressionistiche di tipo informale, coniugate a
quelle della nuova figurazione
fiorita negli Anni Sessanta.
Egli aveva via via affidato ad
un personale codice segnico-cromatico la sua vis comunicativa,
la sua coerente polemica di natura morale ed esistenziale sorretta
da una seria e profonda analisi,
da una meditazione che lo rese
sempre coerente e lo pose allattenzione della critica pi qualificata. Lopera di Donato Cascione, che costituisce un autorevole
punto di riferimento dellarte salentina pi impegnata, si decifra
alla luce del dinamismo cromatico e delle valenze simboliche del
colore stesso, si comprende penetrando il significato degli accenti
onirici e della tensione spesso
vorticosa, angosciosa e allusiva
che costantemente lo spettatore
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L
Lartista e il mondo
illusorio dellinconscio
inconscio la realt in s,
lessere, la coscienza fuori, nellapparire.
Linconscio il luogo originario,
la radice, la coscienza allo stato
puro.
Un territorio non biologico linconscio, non toccato dalle psicosi tacitate dai farmaci del razionale. Ma
un territorio che c ed creativo, dove il pensiero riflette nellombra e
la memoria nutre il non detto dellarte, la poesia.
Ci che la ragione non pu comprendere totalmente una realt nascosta pi vasta, pi complessa, pi
vera di quella apparente linconscio. Esso una ragione a-logica
che ha dimestichezza con le ragioni
dellenigma, del poetico, del mistico.
Linconscio non ha spazio, n
tempo: linconscio illimitato, la coscienza il limite. Linconscio muto: la parola lo altera, il silenzio lo
comprende.
Lapparire, luscir fuori dal territorio fluido dellinconscio, dal vasoserbatoio di vita, uscir fuori dalla
vita, e fuori dallinconscio la vita
per la meditazione pittorica di Donato Cascione un essere- esposto,
un rischiare, il terrore.
fuori, nel tumulto delle individuazioni, che la monade dellinconscio si disfa, disperde la sua unit, la
sua pienezza coerente. Fuori lorigine dilegua, le pulsioni si bloccano, la
q GIUSEPPE RIZZo
Alfredo Negusini
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73013 GALATINA
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Giudizi critici sullarte
di Donato Cascione
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N
elle opere di Donato Cascione evidente il senso di movimento, la successione dinamica, la latitudine
spaziale, linclinazione prospettica
(che tende allobliquit anzich alla orizzontalit), la stessa prospettiva dinamica in opposizione a
quella statica, ed altri fattori che ci
dicono chiaramente come Cascione, anche al filtro della neofigurativit italiana, che origina da Bacon, passi ad una originale sorta di
neo-futurismo, direi singolare qui
a Lecce.
Dobbiamo notare in queste opere, come loro caratteristica fondamentale, il taglio, la impaginazione particolare. Si sente lo spazio intorno al quadro, derivante da
una inquadratura del tipo fotografico e parafotografico, di quello cinematografico.
A noi sembra uno dei linguaggi pi autentici della pittura
salentina.
Vittorio Balsebre
Donato Cascione, in Il Corriere
Nuovo, Galatina, 14 gennaio 1979
da evidenziare la dicotomia
tra la presenza del reale e la memoria dellimmagine, quasi nel
gioco degli opposti, oltre che quella reciproca realt della negazione.
Ed il presente sempre violento
ed immediato
Toti Carpentieri
Per la mostra al Centro Studi Lesagono, Lecce, 1978
Dulcedo S
Lavorazione artigiana
della pasta di mandorla
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Donato Cascione
Note biografiche
Donato Cascione nacque a Galatina il 21 maggio 1942 ed ivi mor il 20 agosto 1992. Insegn discipline plastiche presso i Licei artistici di Lecce, Benevento e Cerignola.
Le sue opere, dipinti e sculture, sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e allestero.
Lesperienza artistica di Cascione attraversata da opera neo-dadaiste e neo-surrealiste fino ad una soluzione soggettiva del neo-figurativo.
1972 Pittori di Puglia e Basilicata (II ed.) Circolo culturale Expo 9 - Bari
Premio interregionale di pittura e grafica Circolo culturale Expo 9 - Bari
Premio nazionale di pittura e grafica De Giosa Circolo culturale Expo 9 - Bari
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Gli amici di sempre hanno
cos ricordato Donato Cascione
CULORI, culori e vita
(poesia in dialetto di Parabita)
A Tuccio Cascione
A Tuccio
Rombi di guerra
si mischiano
al tuono del temporale
allorizzonte.
Schegge di vetro
impazzite
nel vento della storia
bandiere incalzanti
ondeggianti
si rincorrono nel tempo
campeggiano
una brulicante umanit
carica damore e dodio.
Immagini sulfuree riflesse
in un cristallo scheggiato
dalla luce del sole
formano visioni
scomposte, malate
nei colori umidi ed acquosi
del continuo divenire
dellUniverso.
Visione filmica
fermata sulla tela:
un infinito quotidiano limbo.
Aldo Caprioli
Gennaio 1996
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Incontro con un parlamentare di altri tempi,
quando la politica era con la P maiuscola
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sente e il prossimo futuro dellItalia e del Salento. Mi limito a qualche cenno. A mio avviso lItalia ha
bisogno, in alto e in basso, di rileggersi la nostra Costituzione repubblicana, di amarla e di applicarla con somma fedelt ai suoi
principi, che sono talmente validi
da dare puntuale risposta a tutti i
problemi del nostro vivere civile.
Ci vale anche per noi salentini,
che, nel chiedere soccorso e attenzione, dobbiamo, per primi, promuovere il nostro destino nel convincimento che non possono essere gli altri a salvarci. Intanto,
preoccupa oltre al confusionismo politico e partitico del momento la crescita dellastensionismo elettorale. Una societ, in
cui il 50% diserta le urne affievolisce di molto la speranza di ravvedimento e di avanzamento.
- Lei recentemente stato confermato, per acclamazione, Presidente dellAssociazione intitolata
ad Antonio Maglio, aletino, storico vicedirettore del Quotidiano
di Lecce, poi direttore del Corriere Canadese a Toronto, prematuramente scomparso: un grande
giornalista e un grande uomo.
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o
ggi che la nostra Universit del Salento ha compiuto sessantanni di vita, ricordare Aldo Vallone significa per
me anche aprire una pagina mai
scritta di quel primo Anno Accademico 1955-56 quando la denominazione era Libera Universit di Lecce,
appena nata con la sola Facolt di
Magistero.
Alla cattedra di Letteratura italiana era stato invitato il prof. Mario
Sansone, docente nellAteneo di Bari, dove con lui relatore mero laureato a luglio 46.
Nel corso degli anni successivi la
frequentazione del prof. Sansone da
parte mia aveva fatto nascere e consolidare una bella amicizia, naturalmente nel rispettoso rapporto da discepolo a Maestro. Fu cos che Sansone, tramite lamico Michele Tondo, mi comunic che mi avrebbe
gradito quale suo assistente a Lecce.
Io, gi titolare dItaliano e Latino
al Liceo Scientifico Cosimo De
Giorgi, giovane e pieno di progetti,
accettai molto volentieri la proposta.
Purtroppo la nota ostilit dellUniversit barese verso la neonata salentina imped a Sansone di accettare lincarico. Questo fu assunto allora dal galatinese Aldo Vallone, ben
conosciuto particolarmente per i suoi
studi danteschi e docente in un Liceo
Scientifico a Roma. Di conseguenza
parve sfumare il mio assistentato,
sennonch Sansone volle benevolmente segnalare a Vallone il mio nominativo. Quantunque di persona
non ci conoscessimo affatto, Aldo
accett di buon grado il mio nome.
Fece presente che egli aveva gi coinvolto il suo amico prof. Ennio Bonea, comunque si poteva lavorare
benissimo in tre.
Ricordo con qualche nostalgia
quel pomeriggio in cui Bonea ed io,
nellatrio delledificio ex GIL, stavamo in attesa di Aldo, io un po ansioso per la nuova conoscenza. Quando
egli arriv con la grossa borsa e il
sorriso cordialissimo mi mise subito
a mio agio non permettendomi di
dargli del lei. In un colloquio amichevole ci dividemmo i compiti e
cominci il nostro lavoro insieme.
Egli teneva un corso su Dante,
che seguivamo anche noi assistenti.
In caso di eventuale assenza di Aldo,
avremmo dovuto sostituirlo. Infatti
ebbi loccasione di tenere una lettura
del canto VII dellInferno. Aldo stesso sincaric di farmela pubblicare a
zione universitaria. Ma la cosa rimase in secondo piano, non ne feci cenno a Vallone, informandolo dei primi
reali motivi del mio abbandono. Se
ne mostr dispiaciuto e forse non del
tutto convinto.
Anni dopo, venuto al Palmieri
in qualit di Preside, sembr per breve tempo mostrarsi un po freddo
con me. Presto ci chiarimmo e la nostra cordiale amicizia ne usc intatta.
Naturalmente non fu il solito Preside burocrate, bens il Capo dIstituto aperto a molteplici iniziative culturali. Fra laltro, presso il Circolo
Cittadino di Lecce, furono organizzate conferenze di Antonino Pagliaro
(febbraio 59), di Mario Marcazzan
(marzo 59), di M. Sansone (aprile
59). A me Aldo affid lincarico di
redigere i relativi articoli da inviare
alla stampa.
Il suo equilibrio e lungimiranza
apparvero assai evidenti in un caso
singolare, di cui ho scritto altrove
senza fare il suo nome. Esistevano
allora gli esami dammissione dal
Ginnasio al Liceo. Una candidata,
certo bizzarra ma intelligente, aveva
scritto sia a giugno sia a settembre
belle pagine di prosa, che per ignoravano le tracce proposte. Agli orali,
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Li cuai de la pignata
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In posizione
di comando
q LA CUCCHIARA
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Viaggio nella letteratura popolare salentina
tra sensi, nonsensi e doppi-sensi
valsa o riscatto, radunando in s varie congerie di aspirazioni e desideri inappagati) si manifestavano quindi, soprattutto nella tradizione contadina, con modalit espressive assolutamente spontanee, riuscendo tuttavia, nel loro dispiegarsi secco e lapidario, a toccare frequentemente
vertici letterari insospettabili, oltre che trovate di elevato ingegno: un
aspetto creativo radicalmente puro, che d infine, soprattutto agli astuti
indovinelli, una qualifica di preziosit assoluta.
per lappunto un piccolo viaggio curioso, questo, al quale vi invitiamo con gioia: uno sconfinamento nellarte del pensiero anche libero
e libertino, della creativit immaginifica, della fantasia e giocheria di
parole e didee Che erano abituali nelle corti e nei borghi di mille anni fa, ma anche di duemila e tremila, e perfino ai tempi degli Egizi o degli Assiri-Babilonesi, per giungere poi di ritorno fino alla nostra stessa
civilt contadina, alle nostre case e famiglie di ieri o dellaltro ieri,
quando la sera ci si riuniva per ascoltare cunti, storie, e facezie di
paese.
Parole, in definitiva, che erano anche sentimenti, meraviglie e magie:
specchio fatato della piccola quanto sconfinata mente delluomo.
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autosalone dellusato: Qui, a buon prezzo, ampia scelta di auto incidentate, ma non rubate.
Altro annuncio affisso sulla saracinesca di un
locale con retro-bottega: Si vende solo il davanti. Il didietro serve a mio marito. Ancora
unofferta immobiliare: Affittasi camera.
Chiedere alla signora di sotto: la fa vedere a
tutti. E infine: Da donna Rosaria: tacchini e
polli A richiesta si aprono le cosce.
Lincontenibile tentazione
del doppio-senso
Filastrocche. Scioglilingua.
Cantilene
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proporre con qualche variante: per esempio meloni al posto di bottoni)
il seguente, e va recitato inizialmente piano piano, poi via via pi sveltamente, fino allinevitabile inciampo:
Fusci fuscendu, buttuni cujendu.
Fusci fusciuni cujendu buttuni.a
Infatti, allorch la traduciamo in italiano, lapparente e irriverente spudoratezza dellespressione si dissolve subito, rivelando un suo normale
senso per nulla osceno. Ecco, infatti, palesato il mistero: Nchianu susu cu
llu culu = Salgo sopra per colarlo. Scinnu sutta cu llu cazzu = Scendo sotto per schiacciarlo.
Semplice e innocente quanto insolito e geniale!
Altrettanto bella, e quasi musicale, nel suo colorito vernacolo (ancora
de sotta a lu Capu), mi sembra la filastrocca seguente, sempre con doppi-sensi, ma in questo caso di tono decisamente ironico, burlesco, e direi
anche un po perfido (che potrebbe fare il paio col noto detto Se vene
quarchedunu e tuzza, dinne ca sta mangiamu cucuzza!b), col chiaro fine di evitare ospiti indesiderati alla propria mensa:
Caru cumpare mu, vula te nvitu,
nnuci lu pane, ca fattu no laggiu,
nnuci lu mieru, ca lu meu citu,
nnuci lu casu, ci vi lu cumpanaggiu,
nnuci la carne, ca mintu lu spiedu:
tie la cucini, e ieu me ssettu e manciu.c
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E a proposito del fondo schiena, che metaforicamente anche sinonimo di fortuna, ecco un proverbio abbastanza esplicito, raccolto nella
Greca Salentina:
Ci tene culu, trova pultrona.
Infine, il modo di dire seguente la dice lunga su come si possano interpretare le cose, a seconda che i protagonisti di eventi anche minimi
siano di ceto elevato o molto umile
Cos va, da sempre, il mondo:
Se cade larciprvate discrazzia.
Se cade lu sacristanu v mbriacu!e
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Vediamo se riuscite a indovinare i prossimi due, ripresi
dalla tradizione gallipolina: 5. Tdici frati, girannu girannu, unu cu laddhu a nculu se vannu (Dodici frati, girando girando, uno con laltro nel sedere sivanno). 6.
Quantu cchi crossu lomu lu porta, tantu de cchiui a la
fmmena nde piace (Quanto pi grosso luomo ce lha,
tanto pi fa piacere alla donna).
A proposito delle nostre amatissime signorine e signore
verso le quali la letteratura popolare sempre stata piuttosto maliziosa , indoviniamo questo: 7. Quale ede ddhu
stozzu de carne ca face fare cchi peccati a le fmmane?
(Qual quel pezzo di carne che fa fare pi peccati alle donne?). ovvio: la
Ancora sul gentil sesso: 8. A le zzite primarole / li lu
menti ca li dole, / ma dopu ca li lai misu / se sentanu a
mparadisu (Alle spose novelle glielo metti che gli duole,
ma dopo che glielo hai messo, si sentono in paradiso). E lo
credo bene: un
Quello che segue da me proposto nella versione che si
raccontava in casa nostra ha, per esigenze di rima, molte
varianti sul protagonista (che a volte il duca di Scorrano,
in altre il conte di Leverano, il marchese di Casarano, e cos via): 9. Lu duttore de Cutrufianu tutte le notti la tene a
manu; se la tene tisa tisa cu nu sse unga la camisa (Il dottore di Cutrofiano tutte le notti la tiene in mano; se la tiene tesa tesa, per
non ungersi la camicia).
Che cos?
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Anche il prossimo ha diverse proposizioni. Questa mi sembra, letterariamente, la pi armoniosa fra tutte: 10. Luengu luengu su ieu
quantu nu parmu, a manu de le fmmene me nne egnu, jeu egnu pe
li mari nnavecandu, jeu trasu ssuttu e lacremandu egnu (Lungo lun-
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go sono io quanto un palmo, cresco per mano delle donne, vengo navigando nellacqua, vi entro asciutto ed esco lacrimando). Indovinato?
Ancora uno, davvero molto ben costruito: 11. Nuru lu porta lu tata, russu de focu lu face ddiventare la mamma. (Da ammirare lingegnosit della metafora, come risulter meglio a soluzione avvenuta).
Avviandoci alla conclusione, ho scelto un indovinello, che il vernacolo salentino permette di impostare quasi a ritmo di danza Eccolo:
12. Ohi, cce doja! Ohi, cce doja!, / quandu martuma se spoja: / cce
gg longa, quannu la stenne! / Poi la rrtula, e se rrenne Indovi-
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Note/Traduzioni
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Asterischi e pensieri
in libert ***
q LUIGI SCORRANO
ne possono aggiungere altri.
Quel gesto sacro dunque perduto per sempre, cancellato dalla nostra giornata, scomparso dalla memoria, risucchiato dentro il buco nero nel quale tutto inesorabilmente
sembra dover finire? Guardiamoci
intorno, vediamo se quel gesto sopravvive, e in qual modo, da qualche
altra parte.
Sorpresa! Chi mai lo avrebbe pensato? Siamo allo stadio in una qualunque giornata di campionato; oppure seguiamo alla televisione delle
partite importanti. A un tratto vediamo risorgere quel gesto, compiuto
ora con smaccata evidenza ora quasi
furtivamente da uno o pi giocatori.
Chi poi vuol mettersi in evidenza
non si accontenta di quel gesto, ma
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pensare a niente: niente memoria di
giorni luminosi o amari, niente incontri urgenti, niente impegni di lavoro e niente occasioni festose Soprattutto, niente pensieri. Sappiamo
fin troppo bene che difficile avere
una giornata senza pensieri. Per
spensierati che possiamo essere, c
sempre un momento nella giornata
che un pensiero ci sorprende, uno di
quei pensieri che vengono a tradimento (la sofferenza, la morte!), e
sinsinua tenace e fastidioso, nella
mente e la induce ad un lavoro di ricucitura di episodi lontani, di fatti in
apparenza scollegati dei quali riconosciamo, con ansiosa sorpresa, i legami misteriosi. oppure un pensiero solo che, semplicemente, cinquieta. A volte non sappiamo esattamente perch, eppure quel pensiero
non ci abbandona, frustra i nostri tentativi di rimozione, saccampa al
centro di ore che ci attendevamo serene, annuvola il chiaro orizzonte
che ci stavamo creando. Ci vien fatto di desiderare che ogni pensiero si
cancelli, perch se tutto si cancella
anche quello che ci angustia sparisce
e noi possiamo sentirci in pace. Eliminare il pensiero dalla vita: ecco
quale potrebbe essere un progetto interessante.
Per dopo aver formulato unipotesi del genere, proviamo ad immaginare che cosa diverrebbe la nostra esistenza. Un paesaggio desolato, il sole ed il suo splendore cancellati dal nostro cielo, la noia di giornate senza stimoli, la mancanza di
quelle ragioni del cuore che guidano
tanta parte delle nostre azioni e delle
nostre iniziative. E, peggio di tutto,
laccorgersi dessere caduti in un
vuoto in cui nessuna parola ha pi significato, nessun gesto interpretabile nella sua ricchezza, nessun sorriso accende la luce negli occhi di chi
sarebbe destinato a riceverlo. Una simile visione ci spaventa. Ci ritiriamo
da essa come da uno spettacolo insopportabile. Un mondo che avesse
cancellato il pensiero sarebbe un orribile mondo di schiavi. Se cancellassimo il pensiero, forgeremmo da
soli le catene destinate a stringere i
nostri polsi.
Siamo andati troppo lontano con
limmaginazione? Ci sono cose nella
realt del nostro tempo che superano,
in negativo, le pi tristi previsioni.
Per questo occorre guardarsi dal desiderare, anche per un momento, di
cancellare il pensiero: anche per un
giorno solo. Dobbiamo, se mai, sforzarci di elaborare un pensiero per
ogni giorno: una modestissima norma di vita, la scelta di un comportamento onesto, uno sguardo partecipe
sulla miseria in cui tanta gente non
riesce a vivere dignitosamente la
propria difficile giornata.
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Il mio ricordo di Mario Signore
q ANTONIO LINCIANO
siamo di casa quasi ogni domenica, usciamo spesso per fare quattro passi a piedi e respirare laria
salubre e ricca di salsedine, talvolta mista allodore del mare.
Quella volta avevamo intenzione
di camminare un po di pi e ci
eravamo diretti a fare un giro pi
largo, lungo la scogliera. Alla fine
anche noi eravamo approdati al
Piccadilly. E su Piazza Nard con
chi ci ritroviamo? Ma certo, con i
vecchi amici di sempre: Mario e
Anna Signore, Tonino e Maria
Romano, Salvatore Bianco con la
famiglia.
Poi sono passato alla lettura
dellarticolo di cronaca, interno,
nonostante la mia incredulit persistesse ancora e la sua scomparsa mi sembrava del tutto impossibile in un cos breve lasso di tempo. Due mesi circa, o poco pi,
dallultimo incontro in quel di
Santa Maria al Bagno. E poi, ancora, il mio pensiero riandato un
po pi lontano. E i ricordi si sono fermati a unistantanea, un fermo immagine di circa un anno
prima e, per meglio dire, ad undici mesi esatti tornando allindietro rispetto a quel momento della
vita vissuto in quella giornata.
Era lundici maggio dellanno test trascorso. E io e te eravamo
seduti, allora, uno accanto allaltro, in una parimenti triste e ancor
pi infausta e mesta per me circostanza, in una sala mortuaria dellospedale Vito Fazzi di Lecce,
a vegliare la salma di mio fratello
Michele, morto improvvisamente
per quello che si seppe poi essere
stato un infarto. Senza alcun
preavviso, come un fulmine a ciel
sereno.
E Tu allora mi raccontavi la tua
incredulit per la fulminea scomparsa di Michele, essendoti sentito telefonicamente con Lui soltanto due giorni prima. La tua telefonata, naturalmente, voleva essere soltanto una allerta ed avere
una conferma della sua disponibilit che sapevi essere sempre
pronta e gi scontata. E avevate
parlato a lungo insieme della preparazione e della predisposizione
tecnica del Convegno (filosofico)
annuale, da te organizzato, che si
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Il viaggio di Antonio
q GIANLUCA VIRGILIO
lunghe gambe. Musica a tutto volume, sparata nelle orecchie. Non
avrebbe preso lautostrada, perch
diceva quel percorso obbligato
lavrebbe fatto addormentare. Preferiva le provinciali o le statali, che
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Scritti a bandiera
oprattutto nel Novecento i poeti hanno progressivamente abbandonato le strutture metriche, seguendo il verso libero. La conseguente minore difficolt formale ha spinto a considerare poesia tante scritture a bandiera alcuni esempi di questo modo dorganizzare le parole su carta sono raccolti nel seguito e molti a cimentarsi nellimpresa. Non so se sia questo proliferare di produzione poetica una delle cause cui
attribuire la riduzione progressiva dei lettori di poesia, diventati forse inferiori di numero ai poeti e a chi presunto tale. In ogni caso la semplicit
indotta dal non doversi attenere alle strutture metriche, con buona pace della costruzione di versi in base a piedi gruppi di due o pi sillabe distinti nella struttura sillabica e nellaccentazione come il trocho, il giambo, il dttilo, lo spondo, lanapesto e lanfbraco, e di tante altre figurazioni sintattiche e fonetiche, solo formale. Restano invariati, infatti, i problemi del ritmo, della musicalit della frase, della profondit dei concetti
che chi voglia scrivere poesia necessariamente affronta, anche quando non ne consapevole. ogni volta che si pensa di aver risolto questi problemi
al finire di una composizione, si deve avere lumilt di ricominciare da capo e lorgoglio di credere di poter migliorare, e lo sforzo di farlo.
Quanto segue, non so se possa considerarsi poesia. Dovrebbe essere il lettore a giudicare. Il giudizio determinato dalla propria sensibilit qualcosa che non si acquisisce, si ha e si coltiva, sperando che gli eventi della vita non la inaridiscano , dalla propria psicologia, dal vissuto, dalla cultura personale. Per questo il giudizio mutevole, unonda che si slancia sulla battigia per poi ritirarsi. Per questo unopera deve essere vista nel tempo, per la sua capacit di parlare ai suoi fruitori attraverso il tempo, in condizioni sociali, politiche, psicologiche, culturali mutate, ma forse a un immutato grado di sensibilit. E ci talvolta accade, come fosse un miracolo sottile, che deve sedimentare senza vuota alterigia, prima che arrivi lo strepito, prima che lindustria culturale se ne appropri, ove abbia qualche interesse a farlo, stravolgendone il senso talvolta, se non spesso, con ottusa
pervicacia. Forse nessuna di queste condizioni si applica al resto di questo scritto, alle sue parti a bandiera, cio. Non sono io a doverlo dire. In merito lunica espressione che mi concessa riguarda un malcelato e non finto pessimismo sulla qualit del tutto.
Si pu scrivere anche per la gloria. Pu darsi che, come tanti altri, Vladimir Nabokov lo facesse, come potrebbe forse emergere dalle lettere alla
moglie Vera, ma perch questa tendenza non finisca per inzaccherare il risultato, necessario essere almeno Nabokov e se lo si fosse non ci sarebbe forse neanche bisogno di bramare la fama, perch comunque si sarebbe destinati a rimanere nel tempo. Tutto questo dovrebbe sconsigliare di cercare la gloria. E semmai la tentazione venisse, forse bisognerebbe ricordare il Qoelet, lEcclesiaste cio, il cui genio, ricorda harold Bloom, ci
mostra come sotto ogni abisso si dischiuda un altro abisso pi profondo, e sta l dal 200 a.C. a ricordare laspetto caduco della vanit.
2. Un portachiavi di cuoio
(6-06-2015)
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3. Del fiume e degli alberi
ho seguito lansa del fiume
Salendo verso la collina
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o
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N
Incontri salentini
q GIOVANNI INVITTO
della storia del meridione italiano.
Agli inizi del 1999, mi invi un suo
libro su Galatina e mi invit alla presentazione dello stesso. Purtroppo
non potetti andare e gli anticipai il
fatto con questa lettera: 4 gennaio
1999, Caro Giuseppe, purtroppo,
come temevo, non mi sar possibile
essere materialmente presente stasera alla presentazione del tuo volume.
Le altre presenze e gli altri interventi gi da soli sono giusto e qualificato riconoscimento al tuo lavoro. Come ho avuto modo di scriverti appena lessi il tuo volume, ripeto che per
la storia di Galatina nel Novecento il
tuo studio inaugura una lettura e un
metodo storiografico ancora non
esercitati su quelloggetto. La mia
competenza scientifica, nellambito
della storia civile e politica, assai
scarsa, quindi i miei giudizi rischiano di essere provvisori e non pertinenti. Ma non mi manca lattenzione per i fatti nostri e, soprattutto, per
una storia della societ civile che
si affianca e determina la storia delle istituzioni locali e nazionali. La
tua opera valorizza tutto questo, anche sulla base di unantica sensibilit gobettiana (e oggi, forse, bobbiana) che ancora traspare dalle tue pagine. Tu hai inaugurato un modo di
fare la storia di Galatina che si affianca e integra le altre storie e cronache, pure importanti, che hanno
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osceno e peccaminoso e che oggi
avrebbe un senso solo per capire il
clima sociale e culturale di unepoca.
Ma in questo autobiografia raccontata e con passaggi lievemente e
magistralmente romanzati, abbiamo
anche la proiezione nelle nuove generazioni. E un padre del 2014 (anche del 2015) come fa a non preoccuparsi per la vita, le amicizie, i valori dei figli e soprattutto delle figlie,
ritenute soggetti pi vulnerabili nella
loro adolescenza? Nel romanzo autobiografico la dichiarazione del padre-autore esplicita e onesta: Le
mie figlie ora si sono fatte grandi e
hanno preso il volo: chi potr mai
raggiungere queste vite inquiete di
adolescenti dai mille segreti, che
viaggiano veloci a bordo dei loro
scooter e, quando sono in casa, a
bordo di milioni di byte, che le mettono in comunicazione con i loro simili, da un computer allaltro, anche
a distanza di chilometri.
Cos il testo parla del territorio, soprattutto di quello meno ricco, come
la campagna che, nel Salento, ancora territorio non solo di coltivazioni o altro ma continua ad essere spazio di riposo, di sosta, di riflessione
sul mondo e su noi che ne siamo i
fruitori. Cos un capitolo Una passeggiata in campagna. Il lettore lasci
a chi scrive qui di sottolineare un collegamento dotto con con i versi del
Petrarca ma con lo spirito di cui ci
parla il poeta medievale: Solo e
pensoso i pi deserti campi vo mesurando a passi tardi e lenti, e gli occhi
porto per fuggire intenti ove vestigio
uman larea stampi. Gianluca non
me ne voglia se ho fatto un accostamento da triplo salto mortale, ma lho fatto soprattutto
per evidenziare la permanenza nello spirito poetico in
tutti i tempi e in tutte le regioni umane.
Nella sezione Nuovi
scritti cittadini troviamo un
topos della nostra civilt: la
notte e linsonnia e le notti
bianche che ora infieriscono in ogni citt e per motivi
talvolta creati dal nulla. Anche in questo caso opportuno rifarsi allautore, per
quanto la citazione non sia
breve, ma lo merita: I moderni operatori culturali associano larte e la cultura, o
meglio la cosiddetta fruizione artistica e letteraria, alla
notte, perch cos vuole la
moda del momento, mentre
mia madre mi ha sempre
detto che di notte vanno in
giro i ladri e gli assassini,
Ma oggi, per essere la page, bisogna uscire di notte,
andare in discoteca di notte,
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Disturbo?
q PAOLO VINCENTI
llinizio era Cavallo Pazzo. Ve le ricordate le sue incursioni nelle trasmissioni televisive dove cercava di
interrompere la diretta gridando inverosimili
proclami prima di essere braccato dalla sicurezza e trascinato fuori? Mario Appignani fece del
disturbatore tv una vera professione. Soprannominatosi Cavallo Pazzo, in onore del famoso
capo indiano dei Sioux protagonista della battaglia di Little Big horn, riusciva sempre ad eludere i servizi di controllo e fiondarsi sul palco di
qualsiasi manifestazione, nello sbalordimento
generale. Memorabile, la sua incursione al Festival di Sanremo 1992 in cui gridava: Questo
Festival truccato!.
Scopro in rete che negli anni Settanta aveva
fondato una banda, Gli Indiani Metropolitani,
lontanarlo usandogli violenza. Nel suo sito ufficiale, Gabriele Paolini, il profeta del condom,
si presentava come un divo del cinema porno e
si mostrava insieme ai pi noti personaggi del
mondo della comunicazione, dello spettacolo e
della cronaca italiani. Paolini si autodefiniva:
LArlecchino della Tv, agitatore culturale, lArsenio Lupin catodico, lUrlo di Munch, Situazionista Debordiano, Genio sregolato felicemente malinconico.
Tutto ci fino a quando le sue stramberie e intemperanze non sono state fermate dalle forze
dellordine, che lo hanno tratto in arresto per
sfruttamento della prostituzione minorile. Decine sono i reati e le condanne a suo carico (molestie, diffamazione, calunnia, estorsione, insomma un profilo criminale di tutto rispetto), cosa
che render credo impossibile un suo ritorno
Mario Appignani
LIBRERIA
VIVA-ATHENA
Mauro Fortini
Gabriele Paolini
sulle scene. Negli ultimi tempi, sempre in regime di detenzione, lamenta il fatto di non poter
sposare il suo giovane compagno, col quale si
univa sessualmente fin da quando questi era minorenne.
oggi gli epigoni di Paolini (che non a caso lo
definiscono un maestro) sono Mauro Fortini
e Niki Giusino. Non potete non averli notati,
Niki Giusini
perch sono onnipresenti dietro le spalle di qualsiasi giornalista o politico che compaia nei telegiornali. Scrive in rete Alberto Samon: Sono
Mauro Fortini e Niki Giusino, ribattezzato da
alcuni Er cicciotto per la sua corporatura, i
due disturbatori televisivi che, dopo lera del capellutoGabriele Paolini, accompagnano le
giornate degli italiani davanti alla tv. Sono stati
ribattezzati reporter tragicomici per il loro
modo di fare: non improbabili proclami, ma fin-
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te interviste e apparizioni televisive, rigorosamente dietro ai big della politica o dello spettacolo. Mauro Fortini e Niki Giusino sono lo
sberleffo in persona: si fanno trovaredavanti ai palazzi del potere
insieme a decine, a volte centinaia,
di giornalisti e, una volta arrivata la
preda, entrano in azione. E lo
fanno nel modo pi geniale, cio
prendendo in giro proprio chi si affanna araccogliere una mezza frase del politico di turno, la parola
rubata che fa fare i titoli ai giornali
e ai tg. I due stanno a proprio agio
in mezzo alla confusione di cronisti e in realt, le vere vittime delle
propriecomparsate, del proprio
sberleffo, non sono i politici o gli
uomini in vista dietro ai quali compaiono le loro immancabili sagome, ma i giornalisti stessi. E cos,
Fortini lo si pu vedere con la matita in bocca, come se stesse riflettendo, o prendere febbrilmente appunti su un block notes, mentre
Giusino, ragazzone poco pi che
ventenne dallinconfondibile chioma rossa e dal viso lentigginoso, si
immortala mentre parla qualche
big o fa finta di intervistarlo con
un improbabile microfono.
Nellultimo periodo, Fortini ha
anche cambiato strategia, aggredendo i politici di turno con improbabili domande. Anche questo
un modo geniale per sbeffeggiare una categoria, quella dei giornalisti, troppo spesso vittima di su-
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perficialit,espressa dacoloro
che, interpretando nel modo pi
letterale lappartenenza alla categoria stessa,nelle proprie interviste formulano domande assurde e
spesso fuori luogo. Per non parlare
dellatteggiamento da assedio con
cuii cronisticircondano sovente
gli intervistati, per carpire da questi
anche le virgole, per non farsi sfuggire nulla. E cos, al Gabriele Paolini cantore di improbabili battaglie
sociali, si sono sostituiti i disturbatori che non disturbano, ma che
mettono in luce la crisi di un sistema che fa dellimmagine la propria
essenza.
In particolare Mauro Fortini rivendica la propria originalit rispetto a Paolini, definendosi un
presenzialista, e se nelle interviste gli chiedono perch lo faccia,
egli risponde che vuole battere il
record mondiale di comparsate, attualmente a quota 40.000 circa.
Perci sta ben attento a non prendere alcuna denuncia, anzi a farsi
ben volere sia dai politici che dai
giornalisti, che Fortini chiama
colleghi, ai quali spesso passa
delle imbeccate, bighellonando tutto il giorno fra i palazzi del potere
e sapendone a volte pi di loro. Fa
ogni giorno la stessa vita da tanti
anni. Si alza presto e parte dal suo
piccolo paesino in provincia di Roma. Penna in mano, block notes intonso e registratorino scarico, compare e compare, macinando chilo-
incursore discreto, presenza silenziosa davanti alle telecamere. Molto giovane, confessa di non aver
studiato e di vivere di espedienti.
Quando c una telecamera, listinto di apparire prevale, dice
nellintervista a Le Iene, e poi
confessa che il suo sogno quello
di fare il postino per Maria De Filippi in C posta per te o anche
lopinionista in Uomini e donne.
Entrambi sono stati definiti cantori della mediocrit del sistema nel
quale viviamo.
In questa sorta di ginepraio di
psicolabili del tubo catodico, una
segnalazione spetta anche ad Annarella, la vecchietta che si esprime
in romanesco e manda a quel paese
tutti gli esponenti politici. Annarella non fa dei blitz, divenuta un
personaggio suo malgrado, perch
filmata da Blob e anche per via
di alcuni giornalisti che lhanno
scoperta e utilizzata nei servizi.
Poi c Mario Ferri, in arte Falco
linvasore che vediamo spesso fare incursione nei campi di calcio
durante le partite di campionato.
Insomma, essere non basta, bisogna apparire, disturbare per farsi
sentire: questo il desolante messaggio che ce ne viene.
Mauro Fortini e Niki Giusino ci
indicano il binario morto su cui deraglia il treno impazzito del nostro
Paese. Ma cos che spinge questi
teleincursionisti a farsi riprendere
dalle telecamere, a divenire fenomeni sociali, macchiette, di questa
caotica societ? Cosa porta i giovanissimi writer a imbrattare con frasi scurrili i muri delle citt? La solitudine, forse, la pi spaventevole
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La violenza sulle donne e
la sensibilizzazione nelle scuole:
anche con un paio di scarpe
q ELENA MANIGRASSO
loni, i panni maschili, ma garantire scelte e opportunit. Due parole troppo spesso negate da chi
non accetta le libere scelte, anche
di cambiare vita o compagno, e
libere opportunit, nel lavoro e
nelle cariche istituzionali.
Una scarpa qui e una scarpa l
ogni anno le sistemiamo presso il
cortile della scuola media Bonsegna-Toniolo di Fragagnano (TA):
sarebbe bello se come una rete si
potessero mettere nel cortile di
ogni scuola.
Lo abbiamo pensato insieme
agli alunni, ragazzi e ragazze.
Perch la festa della donna non
un fatto di donne. Scarpe sparse
diverse, per indicare i momenti
di colluttazione, tacchi a spillo
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Incontro con il comandante del 61 Stormo
e delaeroporto Fortunato Cesari di Galatina
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q ROSSANO MARRA
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Il profilo di carriera del pilota
militare, proveniente dai cosiddetti
corsi regolari, ossia dallAccademia
Aeronautica, prevede che questi interrompa la propria attivit operativa e, dunque, di volo, intorno ai quarantanni. A quel punto lufficiale
continua a mettere la propria esperienza professionale al servizio della
Forza Armata rimanendo per dietro una scrivania; ci si limita a svolgere esclusivamente lattivit minima di volo che consente di mantenere le qualifiche e le abilitazioni acquisite. Io ho quasi 47 anni e gi da
qualche anno ho dovuto, mio malgrado, ridurre drasticamente le ore
volate. Detto questo, inutile negare
che il passaggio dal seggiolino dellaereo alla sedia dellufficio un
momento molto delicato della vita di
un pilota: volare ogni volta emozionante e bellissimo. Io per sono
stato molto fortunato: fare il comando in un reparto di volo, come quello di Galatina, mi consente di rimanere in continuo contatto con lattivit di volo, anzi mi ha offerto lopportunit di acquisire nuove qualifiche,
come quella di istruttore di volo, e di
svolgere nuove ed entusiasmanti
esperienze quali quella di effettuare
attivit addestrativa con giovani allievi piloti. Non ho mai vissuto il mio
attuale incarico in maniera statica
come esclusivo disbrigo di pratiche
amministrative, questo non sarebbe
possibile in un reparto operativo e
non mi piacerebbe.
- Sicuramente lAeroporto Fortunato Cesari anche avamposto
per la difesa nazionale.
Non ha paura di eventuali
influenze negative dal momento che molti piloti stranieri imparano a volare
qui da noi?
La tradizione delladdestramento a Galatina risale
al 1946 quando venne costituita la Scuola di Volo. Pensi
che gi dal 1950 la base
ospita e addestra allievi stranieri e che questa capacit,
pur con fasi alternanti, stata costante nel lungo termine
ed ha conseguito sempre eccellenti risultati. Recentemente cresciuto il numero
dei Paesi esteri che hanno
dimostrato un forte interesse
nei riguardi delle capacit
addestrative del 61 Stormo
e conseguentemente il Reparto stato al centro di un
importante processo di ristrutturazione, anche in
chiave multinazionale, che si
concretizzato nella predisposizione di tutte le attivit
volte a far s che la Base fosse in grado di offrire, oltre
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Itali(e)ni! (Centocinquanta
e non sentirli)
q PAOLO VINCENTI
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meri e percentuali, sondaggi manipolati e truccati,
messaggi subliminali, per convincere e persuadere, varano manovre economiche propagandistiche
allo scopo di legittimare il proprio potere e conservarlo pi a lungo. Populismo e becera demagogia sono la loro caratteristica. Certo, Itali(e)ni sono anche gli elettori che votano questi bagatellieri.
Qualche anno fa il comico Corrado Guzzanti
celiava: se i partiti non rappresentano pi gli elettori, cambiamoli questi elettori. oggi tutti i partiti sono cambiati ma purtroppo non sono ancora
cambiati gli elettori, e questo un guaio molto itali(e)no. E allora, con Lubrano, la domanda sorge
spontanea: sono pi Itali(e)ni i politici oppure gli
elettori che li votano? Antonio Lubrano, appunto,
conduceva una vecchissima trasmissione che si intitolava Diogene (al servizio del consumatore).
Come si sa, Diogene era un filosofo cinico dellantica Grecia, che aveva la stramba abitudine di
andare in giro dentro una botte, con una lanterna in
mano perch, cos dice la leggenda, egli cercava
luomo. Bisognerebbe cercare luomo dunque,
anche oggi, fra supertestimoni pentiti di mestiere e
giudici dassalto, fra modelle anoressiche e vacui
presentatori, calciatori superpagati e arbitri corrotti, politici corruttori e imprenditori concussi. Itali(e)ni? Certo, Itali(e)ni doc! E anche dop, igp e
stg, come la mozzarella e laceto balsamico di
Modena, il Chianti e il Grana padano, il pane di
Matera e la Fontina, e come il pecorino sardo
(ehia!).
A volte, un po per macabra curiosit (come
quella dei turisti alle villette dei delitti), un po per
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Parenti serpenti
q TONIO MORELLI
addhi
avia
ca
chini
ci
comu
c
cuai
compensu
cuntavanu
glia
ia
intru
lave
mane
na
ngordi
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Note
= altri
nu
= uno
= aveva
nuddhu
= nessuno
= che
nunnede = non
= pieni
pe
= per
= chi
perc
= perch
= come
puru
= pure
= con
quiddha = quella
= guai
rrimasera = rimasero
= compenso, ricompensa
scia
= andava
= raccontavano, parlavano
scianu
= andavano
= gli aveva
semanandu= seminando
= aveva
si
= se
= dentro
so
= suo
= lo ha
stu
= questo
= mani
Tore
= Salvatore
= una
vacanti
= vuote
= ingordi
vienti
= venti
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Stranezze: ognuno a suo modo
q ROBERTO CAL
Massimo ha settantuno anni ed un
pianista favoloso. Compone musica
da quando aveva dieci anni. ha studiato per cinque anni ma odiava suonare quella degli altri. Si inventato
un originalissimo modo di scrivere
gli spartiti usando versi che formano
poesie. Lui ricava le note dalle parole e con le metafore fa virtuosismi
brillantissimi. un miracolo di virt!
Elena ha trentanni ed una giornalista sportiva. Non segue mai la partita di calcio di cui scrive, non conosce i nomi dei calciatori di tutte le
squadre n le regole del gioco. Eppure i suoi articoli vengono letti da
moltissimi tifosi. Come fa? Il segreto che si fa aiutare da sua figlia di
quattro anni che una bimba prodigio ed lei che detta alla madre ogni
azione, e tutta la descrizione della
partita. La bambina per vuole la paghetta.
Nestor ha ottanta anni. uno scultore greco. Gli piace molto scolpire gli
scogli vicino al mare. Da quando fa
questo mestiere, ha scolpito per cinquanta chilometri di costa, fiori, alberi, piante, creando un contrasto
splendido.
Alberto ha sessantanni ed un fotografo marino. Si immerge nel mare e scatta decine di foto a delle modelle in costume che assumono posi-
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mente a fare calcoli complicatissimi
in poco tempo. Ma il suo pi terribile avversario sua figlia di sette anni
che spesso lo batte nelle sfide. Lui si
vergogna ed invidioso e arrabbiato,
ma essendo la propria figlia, che ama
molto, le affida parte del suo lavoro
scientifico e divide con lei lo stipendio. Naturalmente la piccola che in
un secondo divide il compenso per
due perch non si fida del padre.
Barid ha novantadue anni. un venditore di fiori albanese. Lavora presso un piccolo cimitero da pi di set-
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