Futuro semplice
Il futuro semplice una forma verbale del modo indicativo. Indica situazioni ed eventi presenti e futuri che risultano
in qualche modo incerti; il futuro viene spesso preferito al presente per indicare eventi futuri quando l'evento
situato a notevole distanza di tempo nell'avvenire:
Domani andr a Parigi.
...solo continuer, e dormir, mi sveglier, camminer, lavorer, qualche cosa far... (Io vivr (senza te), Lucio
Battisti)
Cenni storici
Il futuro italiano nella sua forma attuale non un'eredit diretta del latino classico. Questa lingua utilizzava infatti
una variante di futuro completamente diversa da quella che usiamo oggi. Per amare, si aveva:
Amabo, amabis, amabit, amabimus, amabitis, amabunt.
Con il tempo, questa forma antica caduta in disuso, anche perch con il tempo e con i vari mutamenti linguistici in
corso, essa iniziava a rassomigliare troppo a quella dell'imperfetto.[1] Fin cos per fare gradualmente posto ad
un'altra: questa era formata dall'infinito del verbo, seguito dalle forme coniugate dell'ausiliare avere: amare habeo
ecc. (amare + ho). Col tempo, le forme del verbo all'infinito si sono fuse in un'unica parola con quelle del verbo
avere, che restano ancor oggi riconoscibili nelle desinenze del futuro dell'italiano (o di altre lingue romanze):
Per l'italiano: io amer amare + ho; tu amerai amare + hai; egli amer amare + ha.
Per il francese: j'aimerai aimer + ai; tu aimeras aimer + as; il aimera aimer + a.
Per lo spagnolo: yo amar amar + he; t amars amar + has; l amar amar + ha.
Per il portoghese: eu amarei amar + hei; tu amars amar + hs; ele amar amar + h.
Nella coniugazione in -are, il mutamento fonetico da -ar- atono in -er- tipico della Toscana. In origine, il
significato di queste forme era modale (la forma amare habeo significava 'ho da amare', oppure 'devo amare'). Del
resto, ancor oggi il futuro pu indicare un dovere
Domani metterai in ordine la camera
e quindi sostituire l'imperativo.
Le sue funzioni ed il suo uso non sono rimasti del tutto invariati durante l'epoca moderna:[2] nel sistema verbale
italiano, abbastanza chiara la sua tendenza ad un uso meno frequente con il passare dei secoli, come anche la sua
vocazione sempre pi chiara ad indicare delle supposizioni.
Futuro semplice
1a
persona
io
2a
persona
tu
3a
persona
egli, ella
1a persona
noi
2a
persona
voi
3a persona
essi, esse
1a
coniugazione
parlare
parler
parlerai
parler
parleremo
parlerete
parleranno
2a
coniugazione
ricevere
ricever
riceverai
ricever
3a
coniugazione
dormire
dormir
dormirai
dormir
Come detto, le forme del verbo avere restano abbastanza riconoscibili soprattutto nelle desinenze del singolare. Per
le maggiori particolarit, ad esempio verbi irregolari, si possono riassumere cos le principali linee di tendenza:
In alcune forme verbali pu verificarsi una caduta della e: il risultato sar avr al posto di aver. Per questi verbi
le forme saranno quindi avr, avrai, avr, avremo, avrete, avranno. Le ragioni di questo mutamento fonologico
sono semplici: la e si trova nelle immediate vicinanze di una sillaba accentata e viene facilmente indebolita.
Similmente si avranno delle forme come cadr, dovr, potr, sapr, vedr, vivr per citare le pi frequenti.
Il fenomeno della caduta di -e- un'irregolarit che si ritrova tra i verbi in -ere, dunque quelli della seconda
coniugazione laddove la -e- cade solo se nella forma dell'infinito accentata (avre, potre, dovre, godre ecc.).
Al contrario, si conserva di norma la -e- atona che ritroviamo nei verbi accentati sulla terzultima sillaba come
prndere, vndere, lggere, scrvere o muvere (dunque nei verbi accentati sulla radice). Maggiore eccezione:
vvere (vivr).
Si ricordi lo stesso fenomeno anche nel verbo andare (andr invece di ander), della prima coniugazione.
Sporadicamente si riscontra la stessa caduta della vocale anche nella terza coniugazione, quella in -ire (verr al
posto di venir).
Per approfondire il caso della caduta della -e- in verr: per evitare problemi di articolazione della pronuncia,
spesso le due consonanti si assimilano: avremo dunque rimarr al posto di rimanr, oppure vorr al posto di
volr. Similmente: berr e terr.
Si distinguono per la conservazione della vocale tematica -a- tre verbi irregolari della prima coniugazione, la cui
forma all'infinito molto breve: fare, dare e stare (far, dar, star). Similmente, per il verbo essere, si ha sar,
sarai, sar, saremo, sarete, saranno.
Il suono velare di /k/ e /g/ dei verbi che terminano in -care oppure -gare resta inalterato anche davanti ad -e-,
sicch si nota la comparsa di un adattamento ortografico (h): cercher, cercherai ecc. L'ortografia delle forme il
cui infinito termina in -ciare oppure -giare segue una regola particolare (omissione della i: comincer, comincerai
ecc.).
Le regole illustrate valgono automaticamente per la formazione del condizionale presente, che si distingue dal futuro
solo per le desinenze finali, ma che altrimenti caratterizzato dalle stesse meccaniche, per cui conoscendo la forma
del condizionale si pu dedurre quella del futuro e viceversa.
Futuro semplice
Futuro semplice
Lingue romanze
Come accennato, per le lingue romanze, il verbo ausiliare per la forma analitica era avere, il che accomuna ancora le
lingue imparentate all'italiano. In passato, la forma che ha dato origine al futuro moderno veniva usata in
concorrenza al vecchio futuro latino. Per il verbo mangiare avremo nella lingua spagnola ed in quella francese, le
forme seguenti:
italiano
francese
spagnolo
io manger
je mangerai
yo comer
tu mangerai
tu mangeras
t comers
egli manger
il mangera
l comer
noi mangeremo
voi mangerete
vous mangerez
vosotros comeris
ellos comern
Diverse lingue romanze come il francese e lo spagnolo dispongono di una forma concorrenziale, analitica; je vais
manger (francese) o yo voy a comer (spagnolo). Essa si forma con il verbo "andare" e va combinata con l'infinito del
verbo; indica un'azione che si svolge in un futuro immediato. Questa costruzione analitica corrisponde alla perifrasi
italiana stare per + infinito.
Dato il rapido cambiamento di significato del futuro durante i secoli, sono riscontrabili differenze di uso tra una
lingua romanza e l'altra, ad esempio per quanto riguarda l'ambito di uso del futuro come espressione di un'incertezza.
Futuro semplice
Lingue germaniche
Per la formazione del futuro, i sistemi verbali delle lingue germaniche preferiscono le forme analitiche (in qualche
modo articolate in due parole) e non quelle sintetiche come nelle lingue romanze.
Per l'inglese, si usano gli ausiliari to shall e to will, che restano invariati durante la coniugazione. Mentre shall
riservato all'uso nella prima persona, will utilizzabile in tutta la coniugazione. Entrambe le forme possono essere
contratte, sicch I shall drink e I will drink si confondono in I'll drink (che corrisponde a berr).
In tedesco si usa il verbo ausiliare werden, letteralmente traducibile con la parola diventare. Quest'ultimo varia
continuamente a seconda della persona. Per i verbi to eat e essen, che corrispondono a mangiare, avremo dunque le
seguenti forme:
inglese
tedesco
du wirst essen
I verbi ausiliari usati in inglese e tedesco per il futuro sono essenzialmente gli stessi da coniugare in altro modo per
la formazione del condizionale.
La funzione epistemica del futuro (quella di indicare una supposizione) non riscontrabile solo nelle forme del
futuro di diverse lingue romanze, ma anche in tedesco.
Per quanto riguarda la negazione, si avr in genere in inglese la combinazione tra will e not, che dar won't: she
won't eat ('lei non manger'). In tedesco, la negazione nicht sar frapposta tra il verbo ausiliare werden e l'infinito del
verbo da coniugare; otterremo dunque sie wird nicht essen ('lei non manger').
Note
[1] Bruni.
[2] Ad esempio, alcuni modi di dire ormai caduti in disuso (questa sar bella! / questa sar l'altra) denotavano in passato stupore o
ammirazione, e non un momento situato nell'avvenire:
[3]
[4]
[5]
[6]
[7]
Questa sar l'altra! Quando dissi mai cotesto? (Agnolo Firenzuola, I lucidi, quinto atto, terza scena.)
Rimaritata la padrona! Oh questa sar l'altra! (Annibale Caro, Gli straccioni, secondo atto, seconda scena.)
Bertinetto.
Berretta.
Fleischman.
Bertinetto.
Etimo incerto, vedi voce gazebo.
Futuro semplice
Bibliografia
Berretta, Monica, Sul sistema di tempo, aspetto e modo nell'italiano contemporaneo, in B. Moretti et alii (a c.
di), Linee di tendenza dell'Italiano contemporaneo. Atti del XXV Congresso della Societ di Linguistica Italiana,
Lugano, 19-21 settembre 1991, Roma, Bulzoni: 135-170.
Berretta, Monica, Sul futuro concessivo: riflessioni su un caso (dubbio) di de/grammaticalizzazione, Linguistica
e Filologia, 5 (1997): 7-41.
Bertinetto, P. M., Tempo, Aspetto e Azione nel verbo italiano. Il sistema dell'Indicativo, Firenze, Accademia della
Crusca 1986.
Bruni, Francesco, L'italiano. Elementi di storia della lingua e della cultura, UTET, Torino 1987.
Fleischman, Suzanne, The Future in thought and language. Diachronic evidence from Romance, Cambridge,
Cambridge University Press 1982.
Licenza
Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0
//creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/