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di Maurizio Tortorella
24/1/2003
URL: http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001017256
Élite, per cultura oltre che per poltrone occupate, Md ha sempre fatto gruppo a sé.
«È dal 1964 che lavorano con l'idea di un "uso alternativo" del diritto, da
piegare spesso alle esigenze di parte» spiegava a Panorama Vincenzo
Caianiello, il presidente della Corte costituzionale morto lo scorso maggio. E
Francesco Misiani, ex pm romano di Md, ha raccontato nel libro La toga rossa di
quando, negli anni Settanta, i magistrati della corrente facevano pellegrinaggio in
Cina, dove studiavano i processi sommari della rivoluzione culturale maoista come
«un modello da importare contro la giustizia borghese».
Riunita in congresso a Roma da giovedì 23 gennaio, la corrente sembra aver scelto
nuovi modelli e nuove alleanze politiche: tra gli invitati al dibattito, l'ex segretario
della Cgil Sergio Cofferati, il leader dei movimentisti che in una muscolosa
manifestazione al Palasport di Sesto San Giovanni ha lanciato, con Michele
Santoro e Antonio Di Pietro, l'alleanza anti-Berlusconi.
E sul palco di Sesto, sotto la scritta «Noi tiriamo diritti», c'era anche il segretario
generale di Md, Claudio Castelli, giudice per le indagini preliminari a Milano.
Dal giugno 2001, del resto, come e forse più di ogni vero, altro partito politico della
sinistra, Md è passata all'attacco frontale del governo di centrodestra e delle leggi
approvate in Parlamento. I suoi proclami, le manifestazioni, le proteste sono stati
eclatanti e senza quartiere. «Abbiamo attraversato un anno in cui è stata negata la
possibilità di esercitare serenamente la giurisdizione ed è stata messa in dubbio
l'esistenza di una magistratura indipendente e autonoma» si legge nel sito internet di
Md. Dove si parla con toni quasi apocalittici di «processi ostacolati», di «attacchi al
diritto», di «derive plebiscitarie», di «regressione del sistema», di «controriforme», e
si propugna «l'interpretazione giuridica democratica» delle norme, il «sentirsi dalla
parte dei soggetti sottoprotetti e il sentirsi “da questa parte”» contro ogni «posizione
conservatrice».
Si esprimono anche chiusure ideologiche e anatemi dal vago, antico sapore leninista
nei confronti delle correnti più moderate: «Magistratura indipendente (che ha deciso
di non aderire allo sciopero antiberlusconiano del 20 giugno 2002, ndr) ha scelto di
cedere alle sirene governative, rompendo l'unità», ma è stata ovviamente punita con
«l'isolamento».
Per converso, si plaude al fatto che anche nell'avvocatura siano sorte, quasi
per gemmazione, correntine in sintonia con Md: «Sono nate nuove e
positive esperienze, come il Coordinamento dei giuristi democratici (...) e il
Genoa legal forum». Non basta. Come in un vero partito, si parla di
proselitismo, di propaganda, dei mezzi per far prevalere la propria parte.
DA MAGISTRATURA DEMOCRATICA...
...ALLA GALASSIAEUROPEA DI MEDEL
Lo stesso avviene sulle riviste di Emmedi. È quasi un piano di battaglia quello che si
legge su Questione giustizia, il bimestrale di corrente, nel numero di giugno 2002.
Luigi Marini, addetto al massimario della Cassazione e fino a pochi anni fa pm a
Torino, dove ha indagato anche su Publitalia, ha una tesi: Silvio Berlusconi e il
governo di centrodestra legiferano esclusivamente a vantaggio di «una vasta platea
che su questa maggioranza ha investito, che si identifica nei suoi interessi e nei suoi
valori, che a essa chiede tutela anche (ma non solo) nei confronti del processo e nei
confronti dei magistrati».
Questa cupa galassia conservatrice, che sembrerebbe porsi al confine tra il reato di
voto di scambio e quello di associazione per delinquere, secondo Marini si sarebbe
sostituita a «quei settori che avevano prosperato nella corruttela e nei compromessi
degli ultimi lustri, e temevano le conseguenze economiche dell'ascesa al potere della
sinistra».