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Sessione

12. Amore - II

Amore II (28 maggio)


Filoxena e Filadelfia
. 2 ,
. (Ebrei 13,1-2)

: Lamore per il fratello e la sorella della stessa comunit cristiana

: Lamore allo straniero

Ebrei 13,2 fa riferimento a Gn 18, 1-16: benedizione e accoglienza allo straniero


vanno insieme.
Lospitalit era un dovere sacro in Israele e nelle culture vicine. Nella Bibbia alcuni
rischiano la sua sicurezza per proteggere lo straniero [Gn 19, 1-8 y Jue 19, 11-24.
Cfr. V. H. Matthews, Hospitality and hostility in Genesis 19 and Judges 19: Biblical
Theology Bulletin 22 (1992) 13-15].
Viaggiare era molto pericoloso nellAntichit. Lo straniero era estremamente
vulnerabile, e bisognava protezione, cibo, alloggio. Ma anche aveva qualcosa da
offrire: informazione, regali, e soprattutto allargare lorizzonte vitale (T. W.
Ogletree, Hospitality to the stranger: Dimensions of moral understanding,
Philadelphia 2004).
Come dice Emmanuel Lvinas, Dio LAltro la sua epifania consiste in sollecitarci
nella miseria del volto dello straniero, la vedova e lorfano (E. Lvinas, Totalidad e
infinito: ensayo sobre la exterioridad, Salamanca 1995, 101).
Lospitalit stata chiave nella missione di Ges: Mc 6, 7-11; cfr. Mt 10, 5-15; Lc 9,
1-16 e anche Mt 10, 12-14; Lc 9, 4; Lc 10, 8-9.
La condivisione in contesto di ospitalit era parte essenziale dellannuncio del
Regno. Questa missione ha creato famiglie vincolati a Ges e ai suoi discepoli.

La famiglia di Pietro (Mc 1,29-30)

La casa di Simone il Lebbroso (Mt 21, 17; 26, 6; Mc 11, 11-12; 14 ,3).

Lazaro, Marta e Maria, in Betania Gv 11, 1-44 (cfr. Lc 10, 38-42).

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[Santiago Guijarro, The Family in the Jesus Movement: Biblical Theology


Bulletin 34 (2004) 119 = S. Guijarro, La familia en el movimiento de Jess:
Estudios Bblicos 61 (2003) 65-83.]
Questa strategia missionaria continua dopo la Pasqua. Ecco alcune famiglie:

Cornelio, il centurione (Atti 10, 1-48).

Lidia, commerciante di porpora (Atti 16, 14-40).

Febe, dikonos di una comunit che si raduna in casa sua (Rom 16, 1).

Itineranti:

Paolo e Barnaba: Atti 13, 1-2. 7. 43. 46. 50; 14, 12. 14. 20; 15, 2. 12. 22. 25.
35-36. 39.

Paolo, Timoteo e Silas: Atti 16, 1; 17, 14-15; 18, 5; 19, 22; 20, 4; Rom 16, 21;
1 Cor 4, 17; 16, 10; 2 Cor 1, 1. 19; Flp 1, 1; 2, 19; Col 1, 1; 1 Tes 1, 1; 3, 2. 6; 2
Tes 1, 1.

Prisca e Aquila: Atti 18, 2. 18. 26. Cfr. 1 Cor 16, 19 y Rom 16, 3.

Andronico y Giunia: Rom 16, 7

Apostoli con le sue moglie: 1 Cor 9,5 (J. G. Cook, 1 Cor 9,5: The women of the
Apostles: Biblica 89 (2008) 352-368.)

La casa divent il luogo della .

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Dopo lEditto di Milano (ao 313), basiliche e chiese sono sistemate come luoghi di
colto e sede della comunit ecclesiale. Lospitalit rinasce in maniere nuove:
Lospitalit nella regola di San Benedetto (cap. 53):
Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poich un
giorno egli dir: "Sono stato ospite e mi avete accolto" e a tutti si renda il debito
onore, ma in modo particolare ai nostri confratelli e ai pellegrini. Quindi, appena
viene annunciato l'arrivo di un ospite, il superiore e i monaci gli vadano incontro,
manifestandogli in tutti i modi il loro amore; per prima cosa preghino insieme e
poi entrino in comunione con lui, scambiandosi la pace. Questo bacio di pace non
dev'essere offerto prima della preghiera per evitare le illusioni diaboliche. Nel
saluto medesimo si dimostri gi una profonda umilt verso gli ospiti in arrivo o in
partenza, adorando in loro, con il capo chino o il corpo prostrato a terra, lo stesso
Cristo, che cos viene accolto nella comunit. Dopo questo primo ricevimento, gli
ospiti siano condotti a pregare e poi il superiore o un monaco da lui designato si
siedano insieme con loro. Si legga all'ospite un passo della sacra Scrittura, per sua
edificazione, e poi gli si usino tutte le attenzioni che pu ispirare un fraterno e
rispettoso senso di umanit. Se non uno dei giorni in cui il digiuno non pu
essere violato, il superiore rompa pure il suo digiuno per far compagnia all'ospite,
mentre i fratelli continuino a digiunare come al solito. L'abate versi personalmente
l'acqua sulle mani degli ospiti per la consueta lavanda; lui stesso, poi, e tutta la
comunit lavino i piedi a ciascuno degli ospiti e al termine di questo fraterno
servizio dicano il versetto: "Abbiamo ricevuto la tua misericordia, o Dio, nel mezzo
del tuo Tempio". Specialmente i poveri e i pellegrini siano accolti con tutto il
riguardo e la premura possibile, perch proprio in loro che si riceve Cristo in
modo tutto particolare e, d'altra parte, l'imponenza dei ricchi incute rispetto gi di
per s. La cucina dell'abate e degli ospiti sia a parte, per evitare che i monaci siano
disturbati dall'arrivo improvviso degli ospiti, che non mancano mai in monastero
[]
I primi ospedali dellEuropa sono stati istituiti per attendere i pellegrini.
Quali dovrebbero essere le modalit odierne di questa pratica nella crisi della
immigrazione?

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Il sacramento dellamore
La Scrittura non parla in dettaglio di come realizzare l'Eucaristia, perch gli autori
del Nuovo Testamento lasciavano questo compito alla Tradizione. Inoltre, quando
la Chiesa parla di tradizione, con la T maiuscola, sta pensando soprattutto in
questo rito che si trasmette per la celebrazione stessa.
In tutte le culture, il cibo condiviso un luogo di espressione della vita buona
(). La disposizione del tavolo, il riconoscimento reciproco di sedersi insieme,
condividendo il cibo e la conversazione non solo crea collegamenti tra i
partecipanti, una dimostrazione pratica del bene comune.
Ges conosceva bene questa qualit del mangiare insieme. Quasi allinizio del
vangelo di Marco, vediamo a Cristo mangiare con i pubblicani e peccatori (Mc 2,
15-17. Cfr. Mt 9, 10-13; Lc 5, 29-32). Questo gesto manifestava meglio che molti
discorsi che la invitazione al Regno non escludeva nessuno.
In tutti i quattro vangeli, abbiamo la moltiplicazione dei pani e pesce (due in Marco
e Matteo: Mc 6, 30-44; 8, 1-10; Mt 14, 13-21; 15, 32-39; una in Luca e Giovanni: Lc
9, 10-17; Jn 6, 1-14). Queste moltiplicazioni realizzano il banchetto messianico
promesso dai profeti (Is 25,6). I verbi usati in Marco per questo banchetto sono gli
stessi che troviamo nellUltima Cena: Ges prende pane: (), benedici
(), rompe (/) e dona ().
E finalmente abbiamo listituzione delleucarestia nellultima cena come il grande
testamento di Ges. Giovanni sostituisce questo momento per il lavatoio dei piedi
(Gv 13, 12-15). Dopo la Pasqua, alcuni incontri con il Signore risorto occorrono in
un contesto di cena.
Soltanto abbiamo un luogo nel NT, dove c una descrizione dettagliata della
celebrazione delleucarestia: 1Cor 11, 17-34. Questo testo, scritto probabilmente
nel anno 56, anche il testimonio pi antico. Il testo comincia cos
[17] E mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi per il fatto che le
vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio. [18] Innanzi
tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea (), vi sono
divisioni () tra voi, e in parte lo credo.

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Quali erano questi divisioni? I versetti seguenti danno unidea del problema.
[19] necessario infatti che avvengano divisioni tra voi, perch si
manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi. [20] Quando
dunque vi radunate insieme, il vostro non pi un mangiare la cena del
Signore. [21] Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il
proprio pasto e cos uno ha fame, l'altro ubriaco. [22] Non avete forse le
vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla
chiesa () di Dio e far vergognare chi non ha niente? Che devo dirvi?
Lodarvi? In questo non vi lodo!
La divisione era dovuta ai diversi livelli socioeconomici dei cristiani (Cfr. Gerd
Theissen, Social integration and sacramental activity: an analysis of 1 Cor. 11:17-34,
in: The social setting of Pauline Christianity: essays on Corinth, Edinburgh 1982)
Secondo una lettera di Plinio il Giovane (61-112 d.C.), in alcuni banchetti si serviva
cibo di diversa qualit secondo il livello degli invitati (Lettere II, 6, 2)
Paulo continua con la memoria delle parole dellistituzione
[23] Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho
trasmesso: il Signore Ges, nella notte in cui veniva tradito, prese del
pane [24] e, dopo aver reso grazie, lo spezz e disse: "Questo il mio corpo,
che per voi; fate questo in memoria di me". [25] Allo stesso modo, dopo
aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice la nuova
alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di
me". [26] Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo
calice, voi annunziate la morte del Signore finch egli venga.
Paolo critica duramente questo modo dagire:





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[27] Perci chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del
Signore, sar reo del corpo e del sangue del Signore. [28] Ciascuno, pertanto,
esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; [29]
perch chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e
beve la propria condanna. [30] per questo che tra voi ci sono molti
ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. [31] Se per ci
esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; [32]
quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non esser
condannati insieme con questo mondo. [33] Perci, fratelli miei, quando vi
radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. [34] E se qualcuno ha fame,
mangi a casa, perch non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre
cose, le sistemer alla mia venuta.
Riconoscere il corpo del Signore. Qui corpo riferito alla , presenza
reale di una umanit riconciliata nella comunit dei credenti.
Il Cristo che ha condiviso la tavola con i peccatori, che ha saziato la fame di una
folla sulle colline della Galilea, che disse addio ai suoi apostoli prima della sua
passione lasciando in eredit il suo Corpo, invita coloro che si riuniscono intorno a
questo Corpo diventare fermento di riconciliazione in un mondo frammentato.
Il compito dell'etica cristiana mostrare come continuare l'Eucaristia per altri
messi. In altre parole: come dobbiamo vivere per non fermare questo processo di
trasformazione che sinizia quando una comunit condivide la mensa del Signore.
Bibliografia:

Stanley Hauerwas - Samuel Wells (eds.), The Blackwell companion to


Christian ethics, Malden: Blackwell 2011

Rafael Aguirre, La mesa compartida: estudios del NT desde las ciencias


sociales, Santander: Sal Terrae 1994.

Amore politico
Una delle grandi ironie della storia che fu un allievo di Aristotele, Alessandro
Magno, chi ha eliminato l'auto-governo della citt-stato, che per il suo maestro era
il luogo dove era possibile la felicit.

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Lellenismo fu una conseguenza delle conquiste di Alessandro (356-323 a.C.). Tra


la sua morte, la cultura greca diventa la cultura internazionale del Mediterraneo
Orientale, ma la polis greca sparita per sempre.
Nella nuova situazione politica degli imperi ellenistici (il pi importante dei quali
lImpero Romano) letica aristotelica sostituita da altri visioni filosofiche.

Lo stoicismo stato basato su una visione deterministica dell'universo; la


libert un'illusione. L'unica felicit per gli esseri umani quello di fare
della propria anima un castello ben fortificato; la virt suprema :
non lasciarmi scuotere da niente.

Epicureismo credeva che tutto sia casuale. La realt il risultato di atomi


che si uniscono e disintegrano in modo aleatorio; nessuna ragione governa
il mondo. Luomo intelligente deve vivere cercando di minimizzare il dolore
e massimizzare il piacere.

I cinici erano pi radicali. Sfidavano i convenzionalismi con il loro agire


provocativo, che mostrava lassurdit di vivere in societ.

In questa situazione culturale in cui i migliori pensatori consigliavano astenersi dal


pubblico e fare della felicit una questione privata, il cristianesimo ha offerto
ritrovare l'entusiasmo per il bene comune, non attraverso il discorso filosofico, ma
per la proposta di una comunit reale dove era possibile sperimentare la gioia di
condividere una missione.
La nostra patria invece nei cieli (
) e di l aspettiamo come salvatore il Signore Ges Cristo (Flp 3,20;
cfr. 1,27)
L'ospitalit, le opere di misericordia, la celebrazione eucaristica e le altre pratiche
cristiane svolte in comunit erano il mezzo attraverso il quale Dio stava
trasformando il mondo. La felicit che aspiravano non era ricchezza materiale o
potere, ma diventare come Ges. Avevano capito che le loro vite erano parte di una
storia pi grande: la storia della salvezza che, con infinita pazienza, Dio stava
realizzando nel mondo.

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Nei nostri giorni pochi metterebbero insieme amore e politica. Sembra


piuttosto che lambito dellamore la vita privata e familiare, dove possiamo
trovare rifugio duna vita sociale dominata della lotta degli interessi. La vocazione
della Chiesa rompere questo discorso di privatizzazione, e mostrarsi come uno
spazio sociale che propone la fratellanza a persone di diversa estrazione sociale,
economica e culturale.

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