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PRIMO CAPITOLO
1. Introduzione
La disciplina relativa alle pratiche commerciali scorrette relativamente nuova e si
propone di regolamentare le norme al fine della tutela di un ente debole,
formalmente denominato consumatore.
Il primo elemento, determinante la necessit di tale forma di protezione, ricavabile
osservando la formula del contratto per adesione, tipologia contrattuale tale da
permettere a un contraente di disporre le clausole contrattuali a propria discrezione,
lasciando allaltro contraente la sola possibilit di accettare o rifiutare il contenuto del
contratto.
Tale contratto per adesione, spesso declinato nella forma di contratto di massa in
quanto rivolto a gruppi pi o meno vasti di possibili contraenti, un fenomeno
tipicamente diffuso nella societ industrializzata e un sottoprodotto del commercio su
larga scala. Limpresa, lelemento forte, ha la possibilit di instillare moduli
comportamentali nei contraenti in accordo con quelli che sono i propri obiettivi ed
esigenze generalmente, il profitto e lattuazione di politiche concorrenziali in
relazione al prezzo e non al trattamento normativo (ovvero, le condizioni normative
del contratto).
Questi contratti di massa i cui modelli si rifanno alle grandi imprese multinazionali risultano ancorati a princpi comuni a dispetto delle potenziali differenze riguardanti le
singole clausole.
Losservazione della realt ha, inoltre, dimostrato che lutilizzo di modelli contrattuali
standardizzati di massa/ per adesione, appaiono fortemente legati alla tipologia di
produzione dellimpresa: a produzioni di massa (o in serie) vengono generalmente
preferiti contratti di massa, lasciando le pi lunghe e complesse negoziazioni alle
produzioni non in serie dove sono necessariamente richieste, per esempio,
competenze specifiche o manodopera specializzata.
Questa nuova dimensione morfologica del contratto ha richiesto lattenzione delle
istituzioni; queste ultime, in Italia adottarono nel 1942 con il codice civile (art. 1341 e
1342) una soluzione abbastanza acerba, una garanzia di subordinazione alladerente
del rifiuto delle clausole pi gravose; palese, nondimeno, che ci non minasse il
rapporto di forza, sempre a favore dellimpresa rispetto allaltro contraente. Sar,
successivamente, lintervento della Comunit Europea mediante la direttiva 93/13 CEE
a introdurre un controllo diretto del testo del contratto.
Dieci anni dopo, nel 1985, viene emanato un Terzo Programma, che far da apripista
per lAtto Unico Europeo del 1986 (integrando e modificando il Trattato di Roma degli
anni 40), che, con il Comma 3, aggiunger la necessit di assicurare un alto livello di
protezione per lambiente, salute e sicurezza del consumatore, nella regolamentazione
del mercato unico uno degli obiettivi cardine dellUnione Europea.
Di pochi anni successivo, il Trattato di Maastricht riserver allEuropa competenze
specifiche nella consumer protection. La stessa comunit europea rielabora
successivamente alcune programmazioni triennali per temi: dal 90 al 92 si discuter
della legislazione comunitaria in materia di garanzie e sicurezza dei prodotti, dal 93 al
95 la solidificazione di un mercato comune europeo, dal 96 al 98 una rivisitazione di
entrambi i programmi, mentre dal 99 al 2001 si porr attenzione principalmente alle
associazioni a difesa del consumatore.
SECONDO CAPITOLO
Limposizione di una forma scritta che dia il giusto peso a informazioni rilevanti
allinterno del contratto
Limposizione generale di specifiche norme obbligatorio-informative
Limposizione di linee guida nella redazione delle clausole contrattuale
sostanziale.
In particolar modo, la necessit di comprensione ha il fine di evitare che il
professionista renda inconoscibile il testo utilizzando linguaggi e tecnicismi di difficile
interpretazione per la controparte (imperativo il clare loqui, cio il parlare chiaro).
Non ultimo, la clausola che appaia di difficile intelligibilit non necessariamente
vessatoria; ci non cambia il fatto che il professionista sia, in ogni caso, ritenuto
responsabile di danni al contraente ricollegabili alla scarsa intelligibilit della clausola.
Altro aspetto fondamentale del contratto B2c la necessit di informare e
documentare opportunatamente il soggetto debole su:
- Caratteri generali del bene/servizio
- Prezzo
- Informazioni relative alle generalit del fornitore/produttore/venditore e alla sua
ubicazione geografica
3. Il diritto di ripensamento
Anticipato dal diritto scandinavo e francese (droit de repentir), in Italia lart. 1373
del codice civile che regolamenta le singole ipotesi di recesso unilaterale; lapparato di
legislazione speciale d al consumatore in modo analogo - la facolt del diritto di
recesso. Insieme al diritto di recesso, il diritto di revoca la dichiarazione volta a
rendere inefficace una precedente dichiarazione unilaterale a carattere prenegoziale.
Circa il diritto di recesso risultano molteplici gli ambiti di applicazione, con disposizioni
individuali e specifiche:
1. Contratti conclusi con gli investitori (con facolt di recesso tra il quinto e il
settimo giorno)
2. Contratti negoziati fuori dai locali commerciali (entro dieci giorni)
3. Contratti di assicurazione sulla vita (trenta giorni)
4. Acquisizione di un diritto al godimento a tempo parziale di beni immobili (dieci
giorni)
5. Commercializzazione a distanza di servizi finanziari (quindici o trenta giorni)
Opportuno sottolineare che il diritto di ripensamento sia unarma particolarmente
efficace, nelle mani del consumatore, come strumento di autotutela.
Il recesso dalla vendita di un bene ha generalmente efficacia retroattiva (ci si libera
del bene e delle responsabilit eventualmente connesse alla propriet dello stesso),
diversamente dalla fornitura di un servizio.
Lart. 64 del Cod. Cons. garantisce, inoltre, una possibilit di recesso senza uno
specifico motivo entro certi termini (ovvero dopo aver potuto apprezzare il contenuto
del contratto senza pressione del professionista).
6 7 8 - 9. Irrinunciabilit dei diritti e varie inderogabilit
Una buona parte del corpus di leggi, oltre a garantire lapplicazione delle norme, si
pone lobiettivo di evitarne alterazioni significative: salvaguardare, ovvero, quelle
stesse leggi.
Sullirrinunciabilit dei diritti, basta precisare che una norma generale volta a
garantire limmutabilit delle vigenti disposizioni normative (ci si riferisca al Codice
del Consumo art. 143 comma 1).
Unaltra norma posta a tutela del consumatore linderogabilit delle competenze del
allart. 1 comma 2. del d.l. 146/2007, riportati come codici che definiscano il
comportamento dei professionisti.
Si presuppone che i Codici di Condotta come implementazioni specifiche e
suppletive del professionista, non debbano avere pi caratteri generali e debbano,
bens, individuare quelle specifiche pratiche potenzialmente oggetto di controversia
che potrebbero interessare al consumatore.
QUARTO CAPITOLO
1. Regolamentazione della pubblicit televisiva
Il potere persuasivo della pubblicit incide tanto sulla funzione di domanda quanto nei
rapporti tra gli stessi professionisti.
Il d.l. 145/2007 se ne occupa approfonditamente al fine di tutelare i professionisti
dalla pubblicit ingannevole e stabilire le condizioni di liceit della pubblicit
comparativa.
Liceit data da principalmente dalla mancanza di elementi ingannevoli ai sensi degli
art. 21, 22 e 23 del Codice del Consumo.
Altre caratteristiche necessarie alla regolamentazione della pubblicit sono quelle di
chiarezza (la pubblicit deve essere immediatamente identificabile come tale), verit
(contenutisticamente) e correttezza (ovvero non-ingannevolezza/ aggressivit).
In caso di mancato adempimento, liter giuridico segue quello generale imposto del
Codice del Consumo.
Tipologie di contratti
1. Contratti normali
2. Contratti negoziati fuori dagli esercizi commerciali (escursioni, su
corrispondenza)
3. Contratti a distanza (senza presenza fisica; servizi di finanziamento; ecommerce)
4. Ibride (teleshopping)
1a. Multipropriet = il consumatore acquisisce il godimento di un bene immobile a
scopo turistico secondo modalit turnarie (ovvero in un determinato periodo
dellanno).
- normativa raccolta nel Codice del Turismo (secondo la direttiva 2008/122/CE che, in
particolar modo, ha esteso la durata potenziale del contratto sempre secondo
modalit turnarie, quindi diverso dal contratto di locazione da uno a tre anni).
Anche per il contratto di multipropriet risultano in vigore gli obblighi informativi
( forniti a titolo gratuito da parte delloperatore). Il contratto di multipropriet deve
essere redatto per iscritto (art. 72 cod. cons.) pena linvalidit dello stesso. Per
loperatore vige lobbligo art. 72-bis di fideiussione bancaria a garanzia della corretta
esecuzione del contratto stesso.
1b. Contratti del turismo organizzato: emersi con il boom economico e del turismo
seguono la finalit turistica dello scopo di piacere ovvero la garanzia del
godimento del riposo vacanziero per il turista (decretato dalla Cassazione). Il
consumatore diventa quindi turista.
Sebbene il legislatore italiano del 1942 non abbia fatto particolari precisazioni sulla
tipologia del contratto turistico le procedure di ammodernamento del 1977 prima e
della CEE poi hanno regolamentato la vendita dei pacchetti turistici.
Direttiva 90/314 CEE -> omogeneit e quadro normativo comune (normative, diritti del
turista, agenzia di viaggio e tipologia di pacchetti)
Al turista sono dovuti tutela, informazioni di natura pre-contrattuale e obblighi
informativi.
Lart. 43 del cod. cons. specifica la responsabilit da disservizio turistico in termini di
vacanza rovinata e obbliga il venditore del pacchetto a un risarcimento economico
ma non mancano le controversie.
3a. Credito al consumo (regolamentato dal TUB = testo unico bancario) =
finanziamento allacquisto di un bene o servizio attraverso la dilazione del pagamento
o altre agevolazioni; una volta era disposto dagli stessi produttori (dalla seconda
rivoluzione industriale fino al secondo dopoguerra mondiale)
Sottotipologia il finanziamento bancario = operazione trilaterale in cui il finanziatore
non ha diretto contatto con il debitore.
Ogni credito al consumo soggetto generalmente a un TAEG (tasso annuo effettivo
globale) che comprende il costo e le spese del contrato.
I beni di consumo
Bene di consumo = qualsiasi bene mobile a eccezione di luce, acqua e gas acquistati
nei mercati regolamentati
Fornitore professionista = operatore della vendita di beni.
Vendita di beni di consumo = coincide con la fornitura di beni da fabbricare o
produrre. La vendita transtipica giacch pi simile a un archetipo negoziale che pu
comprendere potenzialmente vendita/ permuta/ fornitura.
Il consumatore tutelato legalmente in caso di non conformit nella fornitura (entro il
termine di anni due dallattestazione, ovvero entro decadenza oggettiva e di mesi due
dalla denuncia al fornitore).
In caso di non conformit nella qualit entro otto giorni dalla scoperta. In caso di
appalto sessanta giorni dalla scoperta.
Tutele Collettive
Si intende con tutele collettive quelle azioni legali intraprendibili da un gruppo di
individue che agiscono come singola persona giuridica.
Nell'ordinamento italiano ciascun cittadino pu "agire in giudizio", cio rivolgersi ad un
giudice per tutelare un proprio diritto. Normalmente il singolo ad agire ma prevista
anche la possibilit che sia un gruppo di soggetti a rivolgersi al giudice mediante una
c.d. "azione collettiva".
Le azioni collettive, ed in particolare quelle che interessano i consumatori, possono
essere distinte in due tipologie: inibitorie e risarcitorie.
E' azione inibitoria l'azione con cui, accertata la violazione, si inibisce, cio si blocca il
comportamento di un professionista impedendone la prosecuzione. Tale azione viene
utilizzata altres per inibire anche l'utilizzo di clausole definite vessatorie, ovvero
comportanti uno squilibrio significativo tra le parti contraenti dotate di differente forza
contrattuale (appunto un professionista ed un consumatore).
E' risarcitoria l'azione con la quale si accerta la violazione da parte del professionista,
si riconosce il danno subito dal consumatore e quindi lo si risarcisce.
In alternativa possibile la gi citata conciliazione.
Mentre in quest'ultimo caso la tutela al consumatore deriva dall'ottenere un ristoro
mediante il risarcimento del danno subito, nel caso dell'inibitoria la tutela consiste nel
beneficio che si trae dall'impedire al professionista di continuare a porre in essere una
condotta che potrebbe danneggiare il consumatore, prevedendo quindi gli effetti
dannosi.
Mentre l'azione inibitoria largamente utilizzata da tempo con successo dalle
associazioni dei consumatori che appunto utilizzano questo strumento processuale per
tutelare la collettivit dei consumatori in via preventiva, l'azione collettiva risarcitoria
entrata in vigore solo dal 1 gennaio 2010.
Con il decreto legislativo 20 dicembre 2009, n. 198 (Attuazione dell'articolo 4 della
legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ricorso per l'efficienza delle amministrazioni e
dei concessionari di servizi pubblici) stata inoltre definitivamente approvata la "class
action pubblica".