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sistema cartesiano;
Proiettando
su ogni asse parallelamente al
piano individuato dagli altri 2, risulta che
ogni numero la misura con segno dei 3
segmenti orientati staccati sui vari assi,
ovvero la distanza di dallorigine misurata
nella direzione di ogni asse
terna
coordinate cartesiane.
Quanto vale il segmento
?
ha coordinate
in quanto proiezione
verticale di sul piano-xy; r
,s
.
TEOREMA DI PITAGORA
A questo punto intuitivo definire la distanza tra 2 punti nel caso 3-D, visto che tale
definizione si basa sul teorema di Pitagora e vale in generale in un qualsiasi spazio
geometrico euclideo:
con
lunghezza del segmento
( implicita la definizione di lunghezza di un segmento, intesa come distanza tra i suoi
estremi).
Ultima nota: ad ogni punto
associata una terna
cos come una terna
determina uno e un solo punto dello spazio
dato un sistema di coordinate cartesiane c una corrispondenza biunivoca tra
i punti e le terne di coordinate.
1.3 TEORIA DEI VETTORI: CONCETTI DI BASE
Come gi riferito, in Fisica si fa abbondantemente riferimento a grandezze vettoriali
(vedi Meccanica). Un vettore possiede direzione, verso, modulo (o norma), ma
non possiede posizione specifica nello spazio.
Geometricamente un
viene rappresentato come una
freccia, ovvero come un segmento di retta orientato
che va dal punto A al punto B:
segmento orientato
Non
avendo
una
posizione
specifica,
potremmo
individuare infiniti segmenti orientati aventi stesso
modulo, direzione e verso
segmenti orientati equipollenti, rappresentano
geometricamente lo stesso .
E implicito che
Usualmente un vettore
viene raffigurato con la coda coincidente con lorigine del
sistema di riferimento, ovvero come vettore posizione del punto , eccetto nei casi
in cui si parla di vettori applicati (diversi casi in Fisica) per i quali necessario
specificare la collocazione dellorigine (punto di applicazione).
Caso 1-D [retta orientata, x]
I vettori sono rappresentati da segmenti orientati applicati allorigine di una retta
orientata (asse-x) sulla quale fissato un sistema di ascisse (graduazione
dellasse). Data la corrispondenza biunivoca tra numeri e punti della retta, ad ogni
segmento ( vettore) associato un numero .
a
associato +2
associato -3
UNITA DI MISURA
RAPPRESENTAZIONE GEOMETRICA
) il
vettore nullo. Algebricamente rappresentato dal numero 0, geometricamente dal
punto dorigine.
Caso 2-D [piano-xy]
Dato un sistema di riferimento sul piano di 2
assi cartesiani ortogonali, ad ogni segmento
orientato si pu associare una coppia ordinata
di numeri reali
, data dalle coordinate
dellestremo del segmento orientato
ogni vettore nel piano si pu quindi
rappresentare come coppia ordinata di
numeri .
RAPPRESENTAZIONE ALGEBRICA
RAPPRESENTAZIONE GEOMETRICA
RAPPRESENTAZIONE GEOMETRICA
RAPPRESENTAZIONE ALGEBRICA
stesso vettore)
ESEMPIO
Dati
Per vettori dello spazio n-dimensionale (n), oltre le 3 dimensioni non possibile
nessuna rappresentazione geometrica, ma solo quella algebrica, in cui un vettore
rappresentato da una successione ordinata di numeri (n-pla ordinata):
.
ESEMPIO
4
5
E del tutto intuitivo che vale ancora la regola della somma (o differenza) di 2 vettori
di n, che d un terzo vettore, appartenente allo stesso spazio, con componenti date
dalla somma (o differenza) delle componenti degli altri 2.
Modulo di un vettore
Dato il vettore , il suo modulo (o norma)
la lunghezza, in valore assoluto, del
segmento orientato che rappresenta il vettore (fino alla terza dimensione 3).
Quindi abbinando al vettore le sue coordinate si ottiene che
Quindi se
e sono i vettori posizione per i punti
e , il modulo della differenza
corrisponde alla distanza tra i 2 punti, cio alla lunghezza del segmento
:
e
Versori
Un vettore di modulo unitario si chiama versore, ideale per rappresentare una
direzione orientata:
RAPPRESENTAZIONE ALGEBRICA
RAPPRESENTAZIONE GEOMETRICA
RAPPRESENTAZIONE
GEOMETRICA
RAPPRESENTAZIONE
ALGEBRICA
ESEMPIO
se esiste un numero
, ovvero
ESEMPIO
paralleli poich
, avente stessa
effettivamente unitario:
poich
C.V.D.
Sistemi di base
Dati 2 o pi vettori
, ,...,
, se si moltiplica ciascuno di essi per un numero
arbitrario (non nullo) e poi si sommano i vettori cos ottenuti, si genera una
combinazione lineare dei vettori dati, corrispondente ad un certo vettore :
, ,..., , 0 .
Se ciascuno degli n vettori ( , ,..., ) non pu essere espresso come combinazione
lineare degli altri, allora gli n vettori si dicono linearmente indipendenti.
Per innumerevoli applicazioni in Fisica, Matematica, ecc., conveniente esprimere
tutti i vettori (di un certo spazio n) come combinazione lineare di n vettori ( , ,...,
) indipendenti, che vengono a costituire un sistema di base per n.
In generale:
in 2 qualsiasi coppia di vettori
per il piano euclideo
per ogni :
;
in 3 qualsiasi terna di vettori
base per lo spazio 3-D euclideo
per ogni :
, ,
BASE CANONICA
.
.
Nel caso 3-D, ovviamente bisogna tener conto del terzo vettore della base canonica
ESEMPIO
ESEMPIO
ESEMPIO
ESEMPIO
perpendicolari
dato un certo
;
il prodotto scalare di un vettore per se stesso d il
quadrato del modulo
CASO 3-D
. C.V.D.
Prodotto vettoriale di 2 vettori
Il prodotto vettoriale (o esterno) tra 2 vettori 3 un vettore e si indica con la
notazione:
(o anche
).
Quindi, dati 2 vettori e 3, si definisce un terzo vettore
il quale:
il modulo pari a
che
corrisponde allarea del parallelogramma di lati e ;
la direzione di
perpendicolare al piano contenente
e ;
il verso come in figura (regola della mano destra)
, , = terna destrorsa.
Come mostrato in figura, il prodotto vettoriale non gode
della propriet commutativa; al contrario esso
anticommutativo, ovvero
.
Da ci possiamo definire il prodotto vettoriale tra i versori
principali , , :
tale che
, per
Visto che nellespressione della formula per il prodotto vettoriale compare il seno
dellangolo compreso, definiamo unulteriore criterio di parallelismo tra 2 vettori:
2 vettori non nulli sono paralleli se e solo se il loro prodotto vettoriale nullo.
;
;
ESEMPIO
Per il calcolo del prodotto esterno tra vettori si pu fare ricorso anche a strumenti
propri dellalgebra matriciale, ovvero al concetto di determinante di matrice:
.
dispari .
ESEMPIO
Calcolo dellarea
poich
met dellarea del parallelogramma, identificato dai 2 vettori
la cui misura pari al modulo del vettore risultante dal prodotto vettoriale
parallelo a
perpendicolare a
.
Ci dovuto al fatto che in entrambi i casi i 3 vettori sono complanari
condizione di complanarit di 3 vettori non nulli:
.
Possiamo assegnare le coordinate cartesiane ai 3 vettori e rappresentarli come
combinazione lineare della base canonica in 3:
.
Sviluppando il prodotto
; essi sono
Come visto in precedenza, la distanza tra i 2 punti pari al modulo del vettore
congiungente i 2 punti, che possiamo costruire come differenza dei vettori
e :
.
Consideriamo un generico punto
appartenente alla retta individuata dai 2
punti, al quale associamo il vettore
posizione .
Costruiamo ora il vettore
differenza tra i vettori e :
come
.
NOTA:
non
ESEMPIO
Dati i punti
e
, essi mi individuano una retta che pu essere
espressa tramite lespressione algebrica (3 equazioni!)
, per cui
e
,
Ponendoci di fare alcune considerazioni sulla base delle propriet dei determinanti,
definiamo il seguente determinante 44 denominato
:
.
.
I primi tre minori 33 sono nulli, poich presentano una colonna di 0, per cui resta
solo lultimo termine
Adesso in
aggiungo lultima riga alle altre 3, lasciando quindi invariato il valore
del determinante (vedi propriet dei determinanti):
.
, medesimo piano
, ovvero
i valori
soddisfano lequazione, quindi il piano passa per
lorigine
del sistema cartesiano;
per es.
per es.
per es.
;
il piano parallelo a entrambi gli assi-x e assi-y, quindi al piano piano-xy, e
inoltre
punto dintersezione con lasse-z;
EQUAZIONE
SEGMENTARIA
le mettiamo a sistema:
Si supponga di risolvere tale sistema di equazioni lineari, per esempio con il metodo
di Cramer:
se tale sistema ammette soluzioni (da Cramer: non si annulla il determinante
associato alla matrice dei coefficienti , , e
, , , detta incompleta) avremo dei
punti comuni ai 2 piani, le cui coordinate soddisfano simultaneamente le relative
equazioni.
E chiaro che avendo 3 incognite ( , , ) in 2 equazioni (dei piani e ) il sistema non
pu ammettere ununica soluzione, bens infiniti punti comuni ai 2 piani, il cui incontro
avverr in ente geometrico 2-D
retta originata dallintersezione dei 2 piani.
Altrimenti se il sistema non risolvibile (nessuna soluzione), non vi sono punti
comuni. Rifacendoci a Cramer questa la condizione data dallannullamento del/i
determinante/i associato/i alla matrice incompleta, ovvero quando i coefficienti , , e
, , , sono proporzionali (o addirittura tutti uguali)
Ne consegue che
coefficienti uguali.
ESERCIZIO
T ova e lequazione
equazione
el piano
passante per
e parallelo al piano
di
Poich la prima riga rappresenta ancora un generico piano appartenente allo stesso
fascio, variando tra
e
ottengo che
rappresenta tutti e solo i piani inclusi nel fascio (pi il piano
),
esprimibili analiticamente come
.
Equazione di una retta in 3-D
Come conclusione di quanto visto fino ad ora, abbiamo che analiticamente una retta
nello spazio 3-D rappresentata da un sistema di equazioni di primo grado (in 3
incognite) associate ai piani e
appartenenti al fascio di cui la retta asse
. EQUAZIONI GENERALI
Presi
EQUAZIONI NORMALI
dati i coefficienti , ,
Se indichiamo con
vale che:
. (FORMA STANDARD)
EQUAZIONI PARAMETRICHE
SCALARI
ESERCIZIO
Data la retta di equazioni normali
[1]
PARAMETRICHE
SCALARI
[2]
dato che
[a]
[b]
se
da [a]
se
se
EQUAZIONI GENERALI
, sostituiamo lequazione
tra la retta
e il piano
sostituisco
nellequazione parametrica
ESERCIZIO
Scrivere le equazioni normali di una retta passante per il punto
e parallela ai piani di equazione
e
le equazioni normali della retta passante per
soluzioni
in definitiva:
EQUAZIONE PARAMETRICA
VETTORIALE
EQUAZIONI PARAMETRICHE
SCALARI
ESERCIZIO
Determinare le equazioni normali della retta passante per
e parallela al vettore
EQUAZIONI
PARAMETRICHE
SCALARI
esplicito
EQUAZIONI NORMALI
E importante sottolineare che laver associato alla retta un certo vettore parallelo, le
cui componenti determinano poi le equazioni cartesiane descrittive di tale luogo, d
una specifica orientazione della retta retta orientata.
Consideriamo le rette
e : la loro orientazione data dal parallelismo rispetto ai
vettori e , rispettivamente, ovvero
ortogonali se
parallele se
Piano
Si prenda nello spazio il punto
poniamo che da esso origini il vettore
applicato al punto ).
Se, considerati punti
nello spazio di
specifiche coordinate
, costruiamo
vettori del tipo
di modo che siano
tutti perpendicolari a
, risulta per
costruzione geometrica che questi vettori
giacciono tutti sul medesimo piano
(punti complanari)
esiste uno ed un solo piano
passante per
e perpendicolare a
, il quale viene denominato
vettore normale al piano.
Ne risulta che se
con
ortogonali se
paralleli se
ortogonali
paralleli
paralleli
ortogonali
ESERCIZIO
Determinare lequazione el piano passante pe
e perpendicolare alla retta passante per
il vettore congiungente i punti
assumo che
, che
.
Consideriamo ora il punto
, esterno al
piano e individuato dal vettore posizione
.
Lobiettivo che ci poniamo quello di determinare la
distanza
(numero positivo) che lo separa dal
piano .
Possiamo ipotizzare che per
passi un certo piano
parallelo a
il quale, date le
condizioni di parallelismo tra piani, presenta gli stessi coefficienti , , di ma diverso
termine noto:
condizioni di passaggio per :
con
.
Risulta che la distanza di separazione tra i 2 piani paralleli
e
data dalla
lunghezza
del segmento congiungente il punto
con il corrispettivo punto
con
termine noto di
ESERCIZIO
Determinare la distanza
e il piano
la normale
tra il punto
di equazione cartesiana
al piano ha equazione
e modulo
quindi
Chiaramente non tutte le superfici sono esprimibili tramite una semplice equazione
cartesiana del tipo
:
se possibile, essa detta superficie algebrica e il suo ordine o grado
determinato dal grado del polinomio;
altrimenti, le superfici non rappresentabili tramite unappropriata equazione
algebrica si dicono trascendenti.
Nellambito dellalgebra e della geometria nello spazio 3-D, tipicamente vengono
riconosciute 2 distinte tipologie di problemi:
definito il luogo geometrico associato ad una superficie, trovare la sua equazione
cartesiana;
definita lequazione cartesiana di una superficie, studiarne le propriet a partire
dalla sua rappresentazione algebrica.
Con riferimento al punto precedente, seguono alcune nozioni preliminari relative alle
propriet di tipiche superfici quadriche dello spazio 3-D, rappresentate analiticamente
da polinomi di 2 grado.
Sfera
Si chiama superficie sferica il luogo dei punti dello spazio equidistanti da un punto
fisso, detto centro della sfera.
Quindi una sfera individuata quando sono note le coordinate del centro
e
la lunghezza del raggio
si pu determinare unequazione nelle 3 variabili soddisfatta da tutti e soli i
punti della sfera.
Per un generico punto
della sfera deve risultare che la distanza da
al raggio , ovvero alla lunghezza del segmento
se
sia pari
;
ESERCIZIO
T ova e lequazione ca tesiana ella supe ficie sfe ica passante pe i punti
D
e determinare le coordinate del centro
lequazione
soddisfatta dalle coordinate dei 4 punti
deve
essere
equazione sfera
coordinate centro
valore raggio
Ellissoide
Riprendendo lequazione di una sfera centrata
nellorigine, essa pu essere riscritta come:
simultaneamente
ellisse di equazione
con semiassi
e .
Stessa cosa se considero gli altri 2 piani coordinati e tutti i piani paralleli a questi,
ovvero genero delle ellissi
piano-yz (
ellisse di equazione
con semiassi
piano-zx (
ellisse di equazione
con semiassi
e .
oppure
oppure
sezione circolare.
Iperboloide
Unespressione algebrica del tipo
rappresenta un iperboloide a una falda.
Dalla figura si pu notare come lintersezione con il
piano-xy (e in generale con tutti i piani orizzontali)
genera unellisse con semiassi e .
Invece dallintersezione con gli altri 2
coordinati vengono generate delle iperboli
piani
piano-yz (
iperbole di equazione
con asintoti
piano-zx (
iperbole di equazione
con asintoti
Nel caso
viene generato un iperboloide a una falda rotondo, con sezioni
circolari invece che ellittiche rispetto al piano-xy.
Cono
Riprendendo lespressione per un iperboloide, nel caso
,
ovvero lequazione di un cono circolare retto.
Tale superficie ha vertice in
facendo ruotare la retta
Nel caso
abbiamo un cono circolare con angolo
rispetto allasse-z tale che
.
della generatrice
Paraboloide
Unespressione algebrica del tipo
definisce la superficie denominata paraboloide ellittico.
Se i coefficienti e sono uguali
che rappresente lequazione per un paraboloide rotondo.
Invece la superficie rappresentata da
detta paraboloide iperbolico.
Le intersezioni con i piani orizzontali di equazione
(con positivo) originano nei tre casi ellissi, circonferenze
e iperboli, rispettivamente.
Nel caso del paraboloide iperbolico, le intersezioni con
piano
parabola di equazione
con concavit verso lalto
piano
parabola di equazione
con concavit verso il basso
( = costante numerica).
Superfici cilindriche
Come ben noto, nello spazio 2-D lespressione algebrica
rappresenta una circonferenza centrata nellorigine
degli assi, avente raggio di lunghezza .
Se passiamo in 3-D, tale espressione rappresenta un
cilindro con asse di lunghezza infinita parallelo
allasse-z.
Allo stesso modo, mentre in 2-D lespressione
rappresenta una parabola con vertice in
, in 3-D
associata ad un cilindro parabolico con vertice
corrispondente all asse-z.
In generale viene denominata superficie cilindrica una qualunque superficie
generata partendo da una curva 2-D e conducendo dai suoi punti le rette parallele ad
una direzione fissa.
NOTA FINALE
Per la realizzazione di questa dispensa si fatto ricorso alle seguenti fonti: