Sofia a Istanbul
Alessandra Guiglia Guidobaldi, Claudia Barsanti,
Mauro della Valle, Roberta Flaminio,
Andrea Paribeni, Asnu Bilban Yalin
La Santa Sofia, la Grande Chiesa dedicata
alla Sapienza Divina (fig. 1), senzaltro il
monumento pi rappresentativo della civilt e della cultura artistica bizantine, che nella sua lunga e stratificata vita, prima come
chiesa, poi come moschea, infine come museo, ha affascinato fedeli di ogni credo religioso, viaggiatori e studiosi di tutte le epoche e provenienze. comprensibile dunque
che in tanti si siano cimentati a descriverne
e ad analizzarne le ardite forme architettoniche e lo splendore dei suoi mosaici, cos
come pi volte siano state rievocate le solenni liturgie e le fastose coreografie imperiali che si svolgevano al suo interno1 (fig.
2). Ma la complessit e la ricchezza del monumento sembrano quasi prendersi gioco
e sfidare limpegno di tutti coloro che, pur
con diversi approcci, si sono ad esso accostati, perch molti sono ancora gli aspetti e
le questioni che attendono approfondimenti
e chiarezze. Quanto mai attuali appaiono
cos ancor oggi le parole con le quali, nel
1403, lambasciatore spagnolo Ruy Gonzlez de Clavijo, in viaggio alla volta della
corte di Tamerlano, esprimeva le proprie
emozioni al cospetto del grandioso edificio:
Tutte queste cose e molte altre ancora furono da noi viste in questa chiesa, tanto essa
grande e ricca di cose meravigliose. Anche trascorrendovi molte ore, non si riuscirebbe a vederla tutta. Perfino un visitatore
che venisse per diversi giorni consecutivi,
senza mai smettere di guardare, tornandovi ancora un altro giorno, scoprirebbe altre
meraviglie2.
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
vero e proprio solido legante che contribuisce al pi generale equilibrio delle forze.
stato cos possibile verificare lesistenza di
una quasi sempre precisa pianificazione dimensionale di esse, coerente con lampiezza
degli spazi di destinazione, ma anche ci
che pi importante con le proporzioni
degli schemi decorativi, tale da ottimizzare il lavoro delle maestranze. A questa organizzazione abbastanza rigida del lavoro
corrisponde tuttavia, in fase esecutiva, una
certa libert nella scelta degli ornati che rivela una tendenza di gusto orientata verso
la varietas tale da evitare possibili effetti di
uniforme monotonia.
Preziosa chiave di lettura dellorganizzazione costruttiva quasi fil rouge che lega
tra loro le diverse componenti sono le
centinaia di sigle di officina apposte su quasi tutti gli elementi di marmo proconnesio
con una dislocazione e una frequenza che
le collegano evidentemente a precise esigenze dettate dai ritmi certo assai serrati del
cantiere giustinianeo e che lasciano dunque
intravedere un preciso coordinamento tra le
numerose maestranze contemporaneamente allopera. proprio questo uno dei due
Fig. 5
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Fig. 6
Fig. 7
Fig. 8
Fig. 9
Fig. 10
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Fig. 11
qui proposta (fig. 23), destinata forse ad altro uso e qui giunta di ripiego per completare la schermatura del vano.
Fig. 12
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Fig. 13
Fig. 14
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Fig. 13
Fig. 15
lizzato.
Anche la vera e propria loggia imperiale
ottomana al pianoterra, capolavoro degli
architetti svizzeri, realizzata per il Sultano
Abdlmecid I, era stata preceduta da sistemazioni analoghe a quella della galleria,
come ugualmente testimoniano i disegni
sette e ottocenteschi.
Proprio il riesame della grandiosa e articolata loggia, che si snoda dal padiglione poligonale nellesedra nord-est al lungo corridoio al termine della navata settentrionale
(fig. 26), ha portato a dei risultati davvero
sorprendenti quasi sullo scorcio del nostro
lavoro di ricerca. noto infatti che il parapetto marmoreo (fig. 27), in parte dorato,
della scenografica struttura stato realizzato con un gusto quasi antiquario che guardava con grande attenzione ai modelli della
scultura bizantina dellet giustinianea, riproducendone con somma perizia schemi
e ornati. Questa perfetta mimesi ha tratto
finora in inganno losservatore cos da far
ritenere lintera serie delle transenne dei parapetti come di omogenea fattura ottocentesca. Una pi attenta osservazione ha invece
rivelato che il modello per quei suggestivi
trafori era in realt stato materialmente inglobato nella stessa sequenza, in posizione
eminente nella parte mediana del corridoio.
Si tratta di due splendide transenne che presentano (figg. 28-29) unincorniciatura non
dissimile da quella delle transenne al piano
delle gallerie, ma una diversa trama lavorata
a giorno, con quadrilobi allacciati ed ornati
vegetali, per lo pi fiori quadrigigliati, che
richiama gli schemi di alcune celebri transenne oggi a Ravenna, ma di provenienza
costantinopolitana.
Laccesso al corridoio sopraelevato della
loggia del Sultano (fig. 30) per completare lesame delle due transenne ha svelato
lesistenza di una terza transenna posta in
opera a chiudere la rampa di scale sul lato
nord. Essa appare stilisticamente coerente
con le altre (fig. 31), ma presenta la pi rara
articolazione in due pannelli a traforo con
incorniciature affiancate che esibiscono due
diversi motivi decorativi, luno, come le
precedenti, a quadrilobi allacciati e laltro a
Note
Il presente contributo ripropone in forma pi
estesa e in parte modificata il testo della comunicazione dal titolo Aya Sofya Mzesi Bizans
Plastik Eserler Koleksiyonu, presentata al 27.
Uluslararas Kaz, Aratrma ve Arkeometri
Sempozyumu, tenutosi ad Antalya nel giugno
2005, i cui atti sono in corso di stampa.
1. Non qui il luogo per ripercorrere lestesissima bibliografia sulledificio, per cui si rinvia
solo ad alcune tra le opere pi recenti: Hagia
Sophia from the Age of Justinian to the Present, ed. by R. Mark, A. . akmak, Cambridge
1992; C. Mango, A. Ertu, Hagia Sophia. A
Vision for Empires, s.l. (Istanbul) 1997; Santa
Sofia ad Istanbul. Sei secoli di immagini e il lavoro di restauro di Gaspare Fossati 1847-1849,
catalogo della mostra, Mantova, Casa del Mantegna, 14 novembre-31 dicembre 1999, a cura
di V. Hoffmann, Berna 1999; R. S. Nelson, Hagia Sophia, 1850-1950. Holy Wisdom Modern
Monument, Chicago and London 2004.
2. Ruy Gonzlez de Clavijo, Viaggio a Samarcanda 1403-1406. Un ambasciatore spagnolo
alla corte di Tamerlano, a cura P. Boccardi Storoni (I libri di Viella 18), Roma 1999, p. 66.
3. La realizzazione del progetto, che si avvalso dei finanziamenti del Consiglio Nazionale
delle Ricerche, poi del Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca, ed inoltre del
Ministero degli Affari Esteri, stata possibile
grazie allautorizzazione concessa annualmente
dal Ministero della Cultura della Repubblica di
Turchia e con la piena collaborazione e disponibilit della Direzione e dello staff dellAyasofya
Mzesi, in particolare Mustafa Akkaya che pi
a lungo ha seguito, come direttore, il nostro lavoro. Al momento attuale la carica di direttore
stata affidata a Jale Dedeolu con la quale ci
auguriamo di proseguire la proficua collaborazione instaurata con il Museo.
4. I primi risultati del lavoro di ricerca sono
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Immagini
1. Istanbul, Santa Sofia, veduta da est
2. Istanbul, Santa Sofia, veduta dellinterno
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verso sud-est
3. Istanbul, Santa Sofia, veduta del prospetto
occidentale
4. Istanbul, Santa Sofia, lesedra orientale della galleria nord
5. Istanbul, Santa Sofia, pianta delle gallerie
con indicazione delle lastre in opera nelle finestre
6. Istanbul, Santa Sofia, tre plutei in opera
nelle finestre (FN.12, FS.01, FO.04)
7. Istanbul, Santa Sofia, pianta delle gallerie
con indicazione delle lastre in opera negli intercolumni
8. Istanbul, Santa Sofia, il pluteo GN.15 negli
intercolumni della galleria nord
9. Istanbul, Santa Sofia, i plutei in opera sotto
il finestrone occidentale
10. Istanbul, Santa Sofia, i soffitti degli architravi dei finestrati nella galleria nord
11. Istanbul, Santa Sofia, lastre riutilizzate nel
pavimento del naos davanti alla Porta Imperiale
12. Istanbul, Santa Sofia, mensa di marmo
pavonazzetto reimpiegata nel pavimento della
galleria sud
13, Istanbul, Santa Sofia, la porta marmorea
nella galleria sud
14, Istanbul, Santa Sofia, segmento di porta
marmorea reimpiegato nel passaggio a sud del
bema
15. Istanbul, Santa Sofia, una pagina della
tabella con la distribuzione delle sigle dei marmorari
16. Istanbul, Santa Sofia, grafico di un finestrato della galleria ovest con indicazione delle
sigle dei marmorari
17. Istanbul, Santa Sofia, la sigla KOZ e le
sue varianti
18. Istanbul, Santa Sofia. distribuzione delle
sigle ampo e zw nella galleria nord
19. Istanbul, Santa Sofia, distribuzione delle
sigle koz e l nella galleria e nelle esedre ovest
20. Istanbul, Santa Sofia, lincorniciatura del-
20
Fig. 16
Fig. 17
Fig. 18
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Fig. 19
Fig. 21
Fig. 20
Fig. 22
Fig. 23
Fig. 24
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Fig. 25
Fig. 26
Fig. 27
Fig. 28
Fig. 29
Fig. 30
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Fig. 31
Fig. 32
Fig. 33
Fig. 34
Fig. 35
Fig. 36
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