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Introduzione
La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) una patologia neurodegenerativa che colpisce
selettivamente le cellule motoneuronali causandone la morte e quindi, di conseguenza, l'atrofia e la
paralisi dei muscoli innervati, con una prognosi invariabilmente infausta. Una patologia ad
andamento rapido e progressivo come la SLA ha un impatto devastante non solo sui pazienti, i quali
devono imparare a fronteggiare il declino progressivo delle abilit motorie, con gravi conseguenze
sulla propria qualit di vita, ma anche sui familiari, che sono chiamati a prendersi cura del paziente
sin dall'esordio di malattia. La SLA, infatti, definita dall'OMS una malattia della famiglia, in cui il
nucleo familiare viene investito in toto. Dobbiamo, infatti, considerare l'asse coniugale e l'asse
parentale-filiale come le principali fonti di supporto materiale ed emotivo per il paziente terminale.
Alla stregua di altre malattie gravi e invalidanti, infatti, la SLA provoca un cambiamento nella
relazione di coppia (in cui spesso il coniuge assume il ruolo di caregiver) e nella relazione genitorefiglio.
Come apprendiamo dalla letteratura, ad esempio, prendersi cura di un paziente affetto da SLA
richiede innumerevoli e gravosi oneri, tra cui la responsabilit di fornire un supporto emotivo,
controllare l'assunzione di cibo e bevande, apprendere nuove strategie di comunicazione, affrontare
situazioni in costante cambiamento peggiorativo, gestire le cure mediche, coordinare gli
spostamenti del paziente disabile (Birks, 2008). In alcuni studi stato rilevato come i caregiver
mostrino livelli di depressione e ansia pi elevati dei pazienti, qualit di vita insoddisfacente e stress
se accudiscono pazienti con deterioramento cognitivo e/o comportamentale (Chi et al., 2010),
oppure, in generale, nelle ultime fasi della malattia (Aoun et al., 2006; Gauthier et al., 2007). Se
paragonati ai caregiver di pazienti affetti da altre malattie neurologiche severamente invalidanti,
come il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla o la malattia di Huntington, i caregiver dei pazienti
affetti da SLA riportano una qualit di vita decisamente inferiore.
Nella letteratura scientifica esistente vi una totale assenza di riferimenti, invece, per quanto
riguarda l'impatto della SLA sui figli.
Possiamo solo immaginare l'impatto traumatico che pu avere la SLA sui figli giovani di questi
pazienti, il cui benessere psicologico spesso minacciato da stress, ansia e depressione, condizioni
che possono aggravare ulteriormente alcuni dei principali sintomi invalidanti: le difficolt
respiratorie, i disturbi del sonno, il dolore dei crampi, la labilit emotiva neurologica (Palmieri et
al., 2010). Inoltre, alla luce del fatto che l'et di esordio di questa patologia si sta abbassando,
appare ancora pi importante poter studiare e conoscerne le conseguenze psicologiche sui figli,
poich abbassandosi l'et di esordio sinnalza la probabilit che questi pazienti abbiano figli in et
evolutiva (0-18 anni).
Linteresse per questo argomento nasce, infine, dal ricordare che quando non c pi nulla da fare,
rimane ancora molto da fare: tra gli obiettivi delle cure palliative, che ricordiamo essere le uniche
cure possibili per queste persone, infatti, troviamo quello di fornire alla famiglia un sostegno per
affrontare la patologia e il lutto. Un buon progetto assistenziale, quindi, dovrebbe essere volto a
prendersi cura del paziente nella sua totalit (biologica, psicologica, spirituale, sociale e
relazionale), coinvolgendone l'intera famiglia e considerando ogni familiare non solo come soggetto
che si prende cura del paziente, ma anche come oggetto di cura da parte dell'operatore.
Da tali premesse, prende vita questa ricerca, che vuole essere una risposta concreta all'esigenza di
sopperire alla mancanza di conoscenze sull'impatto della SLA sui figli dei pazienti. Nasce quindi
questa tesi, pensata come punto di partenza e proposta di una ricerca psicologica pi attenta alle
esigenze dei figli dei pazienti durante la malattia del genitore.
Metodo
L'obiettivo principale di questa tesi di ricerca la conoscenza delle conseguenze psicologiche
della SLA sui figli in et evolutiva (5-18 anni) per poter fornire un'iniziale risposta alla totale
mancanza di riferimenti scientifici a riguardo.
Questa ricerca, la prima in questo specifico ambito, per quanto stato possibile constatare dai dati
forniti dai motori di ricerca (Pubmed, Google scholar, Web of Science, Scopus), stata realizzata
anche attraverso la preziosa collaborazione del Dipartimento di Neuroscienze dell'Universit degli
studi di Padova, Clinica Neurologica, che ha messo a disposizione i propri archivi per individuare i
recapiti telefonici dei pazienti con figli in et evolutiva.
Nella fase iniziale della ricerca i pazienti affetti da SLA o i loro coniugi sono stati raggiunti
telefonicamente da una psicoterapeuta esperta che ha lavorato per diversi anni presso il
Dipartimento di Neuroscienze dell'Universit degli Studi di Padova, ed stato loro illustrato lo
studio nei termini della modalit del loro coinvolgimento e di quello dei loro figli, dei presupposti
teorici e degli scopi. Coloro che hanno deciso di aderire al progetto sono stati ricontattati da me per
fissare l'appuntamento al domicilio del paziente, in cui, previo consenso informato per la raccolta e
il trattamento dei dati, sono state proposte alcune domande e metodi inerenti lo stile di attaccamento
dei genitori, la percezione della loro competenza genitoriale e delle competenze dei propri figli,
nonch di eventuali problematiche psicologiche e/o comportamentali; mentre ai figli sono stati
proposti questionari riguardanti affetti depressivi, possibili problematiche comportamentali,
competenze sociali e metodi riguardanti lo stile di personalit.
Il momento dell'incontro domiciliare da me condotto stato preceduto da un lungo periodo di
formazione che ha avuto l'obiettivo di acquisire non solo le competenze relative alla
somministrazione dei questionari e dei diversi metodi utilizzati, ma anche le competenze di
supporto e contenimento affettivo da offrire ai soggetti incontrati, qualora se ne fosse rilevata la
necessit.
I soggetti partecipanti alla ricerca sono 10 figli di pazienti affetti da SLA insieme ai loro
genitori. Questo campione di soggetti entrato a far parte del gruppo sperimentale.
I figli appartenenti al gruppo sperimentale avevano unet compresa tra i 5 e i 16 anni.
Inoltre, stato composto il gruppo di controllo, formato da 10 figli di genitori sani e dai loro
genitori, con uguale genere, et, ordine di genitura rispetto ai soggetti del gruppo sperimentale.
Per quanto riguarda gli strumenti utilizzati, ai genitori partecipanti alla ricerca stato proposto il
seguente strumento self-report:
Child Behaviour Checklist (CBCL, Achenbach), per la valutazione della percezione, da
parte dei genitori, delle competenze sociali e di eventuali problemi emotivocomportamentali di bambini ed adolescenti di et compresa tra i 5 e i 18 anni.
Ai figli partecipanti alla ricerca sono proposti i seguenti strumenti:
Children Depression Inventory (CDI, M. Kovacs, 1977) per la valutazione degli affetti
depressivi.
Youth Self Report (YSR, Achenbach), composto da 102 item della Child Behaviour
Checklist (CBCL), formulati in prima persona e rivolti ai ragazzi di et uguale o superiore
agli 11 anni, per la valutazione di competenze sociali ed eventuali problematiche emotivocomportamentali.
Test di Rorschach, metodo proiettivo valutato secondo il Sistema Comprensivo di Exner.
Disegno della famiglia, (ideato da Louis Corman, 1967), metodo proiettivo che fornisce
informazioni su come il soggetto vive i rapporti con i diversi membri della propria famiglia.
Risultati
I risultati ottenuti sono stati suddivisi per tipologia di strumento utilizzato.
Child Behaviour Checklist (CBCL) e Youth Self Report (YSR)
Il Child Behaviour Checklist e lo Youth Self Report di Achenbach sono stati analizzati
insieme al fine di valutare non solo se ci fossero differenze statisticamente significative nei punteggi
tra i due gruppi, ma anche per osservare se ci fossero differenze tra la percezione dei genitori sulla
presenza nei propri figli di eventuali problematiche emotive e comportamentali (rilevata tramite il
CBCL) e la percezione di tali domini nei figli stessi (rilevata tramite lo YSR).
A partire dai punteggi grezzi forniti dai soggetti sono stati calcolati i punteggi T corrispondenti.
Sono state poi effettuate due diverse analisi: il confronto tra gruppo sperimentale e di controllo nelle
le variabili numeriche, ovvero i punteggi T, stato fatto tramite il test U, mentre il confronto tra i
due gruppi nelle variabili categoriali, ovvero lappartenza dei punteggi ai diversi range (range di
normalit, borderline range e range clinico), stato condotto tramite il test Chi-quadrato.
Riportiamo i risultati relativi al CBCL.
I due gruppi non si differenziano in maniera statisticamente significativa per quanto riguarda la
scala dei problemi di internalizzazione, di esternalizzazione e la scala totale dei problemi. Il
confronto tra i due gruppi nella scala di competenza, per, risulta statisticamente significativo (U =
39.500, p = 0.055 r = 0.43). Ci significa che c una differenza nella percezione dei genitori del
gruppo sperimentale rispetto a quelli del gruppo di controllo delle competenze sociali, relazionali e
scolastiche dei propri figli: in particolare, il punteggio medio pi elevato nel gruppo di controllo (M
= 46.71, DS = 8.69) rispetto al gruppo sperimentale (M = 36.14, DS = 8.36) indicherebbe la
percezione di una migliore competenza nei figli di questo gruppo.
Anche lanalisi svolta con il Chi-quadrato evidenzia risultati simili: i due gruppi non si
Mann-Withney.
Si evidenzia un punteggio medio superiore nel gruppo sperimentale (M = 8.00, DS = 4.69) rispetto
al gruppo di controllo (M = 4.42, DS = 3.30), e lanalisi condotta tramite il test U di Mann-Withney,
mostra come la differenza tra i due gruppi si avvicini alla significativit (U = 11.000, p = 0.082, r =
0.46).
Un soggetto su 7 allinterno del gruppo sperimentale (il CDI somministrabile a partire dallet di 8
anni) ottiene un punteggio (15) che lo colloca in ambito di attenzione clinica (i valori al limite della
soglia patologica sono compresi tra 16 e 18 punti, mentre si considera patologico un punteggio
>19).
Possiamo dunque dire che potrebbe esserci una tendenza a un punteggio di depressione subclinico
nel gruppo sperimentale e che lanalisi potrebbe diventare del tutto significativa aumentando il
numero di partecipanti.
Test di Rorschach
Innanzitutto sono stati selezionati gli indici del Test di Rorschach che potevano essere pi
interessanti da analizzare, tramite lausilio di esempi di studi scientifici che hanno utilizzato questo
test (Lorio e collaboratori, 2010; Flahault e collaboratori, 2010).
Sono state effettuate due diverse analisi statistiche: per le variabili categoriali stato utilizzato il
Chi Quadrato, mentre per le variabili numeriche stato utilizzato il test U.
Abbiamo dapprima utilizzato il test Chi Quadrato (2) per valutare se il gruppo sperimentale e il
gruppo di controllo risultassero significativamente diversi.
Riportiamo gli indici del test analizzati con questa statistica che sono risultati statisticamente
significativi.
Lanalisi statistica indica che i soggetti del gruppo sperimentale presentano in maggior percentuale
rispetto al gruppo di controllo uno stile evitante (Lambda>.99, High Lambda Style), sentimenti
negativi di vergogna e/o inquietudine (SumV>0), aspetti di soppressione o inibizione
dellespressione affettiva (SumC>SumC), una bassa stima del proprio valore personale (Ego<.25),
disfunzioni mediative (X-%>.14 e X-%>.25), disfunzioni ideative (Livello 2>0), un minor ricorso
alluso della fantasia (Ma>Mp). In pi i soggetti del gruppo di controllo sembrano sperimentare
maggiori difficolt di chiarezza ideativa e nellesame di realt (PTI>2), una maggiore presenza di
affetti depressivi e, in alcuni casi, una maggiore probabilit di poter sviluppare un disturbo
dellaffettivit (CDI>3+DEPI>4).
Abbiamo poi utilizzato come parametro la media delle variabili numeriche del Test di Rorschach e
abbiamo considerato se leventuale differenza tra le medie dei due campioni indipendenti (gruppo
sperimentale e di controllo) fosse statisticamente significativa: per fare ci abbiamo utilizzato
linterpretazione psicoanalitica dei vari elementi ricavati, in primis i meccanismi di difesa. Rivalit
fraterne, difficolt di adattamento nellambiente familiare, altri disturbi della sfera affettiva
possono, infatti, affiorare nel disegno della famiglia, che permette al bambino di proiettare
allesterno le proprie tendenze rimosse nellinconscio, dandovi quindi libera espressione.
Nellanalisi del disegno, usiamo i due livelli dinterpretazione indicati nelle linee guida di Corman:
un livello formale e un livello di contenuto.
Per quanto riguarda il livello formale abbiamo valutato la collocazione del disegno allinterno del
foglio. La zona sinistra la zona del passato, sarebbe quindi preferita dai soggetti che tendono a
regredire verso la loro infanzia e dai bambini legati emotivamente al passato, con desideri di
regressione a fasi precedenti. La zona destra, invece, quella dell'avvenire: sembrerebbe preferita
dai soggetti in cui presente un'apertura al futuro. interessante notare che nel gruppo
sperimentale 3 soggetti limitano totalmente il loro disegno nella parte sinistra del foglio, quasi ad
indicare come per loro le porte dell'avvenire siano chiuse, in quanto rivolgersi al futuro, in cui il
genitore affetto da SLA non ci sar pi, pericoloso. Inoltre, nessun soggetto del gruppo
sperimentale imposta il proprio disegno nella parte destra del foglio. Nel gruppo di controllo, ad
esclusione di un bambino che disegna la famiglia nella zona sinistra della pagina, tutti i soggetti
occupano con il proprio disegno tutto il foglio, senza scegliere una zona preferenziale.
Spostandoci ora al secondo livello d'interpretazione, focalizziamo la nostra attenzione sul
contenuto, in cui possiamo valutare il tipo di famiglia disegnata, le tendenze espresse e i
meccanismi di difesa messi in atto.
Il disegno della famiglia, infatti, essendo eseguibile nei pi vari modi, uno dei test proiettivi che
maggiormente permette al soggetto di costruire un contesto sociale di suo gusto, e quindi di
allontanarsi quanto vuole dalla realt oggettiva per dare la precedenza a una concezione personale
della vita familiare. Immediatamente possiamo quindi osservare se, ad esempio, il soggetto, alla
consegna disegna una famiglia di tua immaginazione, obbedisce al principio di realt,
riproducendo la propria famiglia reale, o al principio di piacere, rappresentando una famiglia
immaginaria, seguendo la regola che nel disegno si realizzi la situazione da cui deriva il massimo di
piacere e il minimo di dispiacere. Notiamo che tutti i soggetti del gruppo sperimentale disegnano la
propria famiglia reale: il fatto d'aver trasformato un compito con ampio spazio di libert
immaginativa in un rigoroso rispetto della realt, pu significare che nel soggetto vi sia una forte
prevalenza del principio di realt sul principio di piacere. E se questa prevalenza potrebbe essere
indice di un buon adattamento alla realt, in questo caso pi probabile per noi poter pensare a
un'aderenza alla realt talmente forte a causa della tragicit della situazione che stanno vivendo
questi ragazzi, che quasi proibisce una libera espressione della fantasia e delle proprie tendenze
soggettive. Queste tendenze, infatti, sembrano espresse molto pi facilmente dai soggetti del gruppo
di controllo, la maggior parte dei quali (8 soggetti su 10) disegnano una famiglia di fantasia,
facendo prevalere la propria soggettivit.
A livello di tendenze espresse intendiamo se nel disegno sono stati messi in atto meccanismi di
valorizzazione e di svalorizzazione, e nel nostro caso, diamo importanza alla svalorizzazione delle
figure genitoriali. Secondo Corman, il personaggio valorizzato , a livello grafico, quello disegnato
per primo, proporzionalmente pi grande degli altri o disegnato con maggior cura, con i tratti
meglio rifiniti. La valorizzazione di un personaggio sarebbe segno di rapporti particolarmente
significativi tra il bambino e questa persona, che il soggetto considera la pi importante, che
ammira o teme di pi. Il personaggio valorizzato, inoltre, molto spesso quello che disegnato per
primo, poich il primo a cui il fanciullo pensa; spesso si tratta di un genitore, del quale viene ad
essere cos sottolineata l'importanza, o un bambino in cui sono personificati i desideri del soggetto,
il quale considera il sesso e il ruolo di quello come privilegiati, desiderando, di conseguenza, di
prenderne il posto. Quando invece al primo posto si mette il soggetto stesso, spesso la causa
l'impossibilit d'investire le immagini parentali per l'esistenza di un conflitto, che comporta per il
soggetto la necessit di riprendere su di s quegli investimenti, e quindi di un ripiegamento
narcisistico su se stesso. Questo sembra essere il nostro caso, in cui in diversi disegni, alla
svalorizzazione del genitore malato, si contrappone la valorizzazione del s, in un tentativo,
probabilmente, di sostituirsi al genitore affetto da SLA.
Se il meccanismo di svalorizzazione dei genitori non presente nei disegni fatti dai soggetti del
gruppo di controllo, evidente in quelli del gruppo sperimentale: messo in atto da 5 soggetti su
10.
La svalorizzazione di un personaggio, quando non arriva a tradursi nella sua assenza totale, pu
esprimersi in diversi modi. Il personaggio svalorizzato disegnato per ultimo, pi piccolo degli altri
(tenendo conto soprattutto dell'et), situato in disparte, di schiena o di profilo, disegnato meno bene
degli altri. Spesso un personaggio verso cui il bambino nutre ostilit o indifferenza. All'interno del
gruppo sperimentale, tutti i soggetto che mettono in atto questo meccanismo, svalorizzano il
genitore malato di SLA. Un soggetto, invece, esprime questa tendenza nei confronti di un fratello,
non rappresentandolo nel disegno. Il personaggio non disegnato , infatti, il caso estremo di
svalorizzazione. Il meccansimo di difesa pi primitivo consiste nel negare la realt a cui non
possibile adattarsi: questa negazione del reale nel disegno si esprime con la soppressione pura e
semplice di ci che provoca l'angoscia. Cos quando nel disegno manca uno dei membri della
famiglia, in questo caso un fratello, probabile che il soggetto, in cuor suo, si auguri che scompaia:
nel nostro caso, il fratello era per il bambino fonte di grande angoscia, a causa di una grande rivalit
presente tra di loro e tale angoscia viene vinta nel disegno tramite il meccanismo di negazione
d'esistenza.
Questo discorso ci aiuta a collegarci a un'altra caratteristica importante presente nei disegni dei figli
dei pazienti affetti da SLA: il meccanismo di negazione di una realt troppo penosa per essere
sopportata. Quando la minaccia pericolosa che suscita l'angoscia proviene dall'esterno, infatti, il
soggetto, nel suo disegno, la sopprime. Per 5 bambini su 10 questa minaccia esterna sembra essere
la SLA, in quanto nel disegno essi rappresentano il genitore malato privo di segni di malattia
(carrozzina, stampelle) e spesso con un'et inferiore a quella reale, segno di regressione ad una fase
del ciclo di vita del genitore in cui non era ancora malato.
Discussione
Il progetto di ricerca descritto in questo lavoro ha avuto lo scopo di indagare limpatto psicologico
della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) del genitore sui figli in quanto nella letteratura scientifica
esistente vi una totale assenza di riferimenti che indaghino il difficile compito dei figli dei pazienti
affetti da SLA. Questo progetto, approvato dal Comitato Etico dellUniversit di Padova,
rappresenta il primo studio che indaga limpatto della SLA sui figli dei pazienti.
Questo studio pilota stato impostato a partire dai risultati emersi dalla letteratura scientifica
relativa allimpatto della malattia terminale del genitore sui figli, in particolare cancro e sclerosi
multipla. Da unattenta analisi della letteratura, il quadro che emerge quello della malattia
genitoriale come un potenziale fattore di rischio per la crescita del bambino e delladolescente.
La panoramica che gli studi presentano quella di una maggiore vulnerabilit di questi figli rispetto
al campione normativo: sembrano essere presenti, infatti, maggiori sintomi ansiosi e depressivi
(Siegel et al., 1992), un pi elevato rischio di incorrere in problematiche dinternalizzazione, quali,
oltre allansia e agli affetti depressivi, anche disturbi psicosomatici, timore per il rischio genetico,
(Osborn, 2007 & Grabiak, 2007), ma anche sensazioni di frustrazione e rabbia, maggiori
responsabilit in famiglia con conseguente impatto negativo sulla propria vita sociale (Bogosian et
al., 2010), maggiori preoccupazioni riguardo il futuro rispetto ai coetanei (Flahault et al., 2010).
Nel tentativo di impostare un lavoro di ricerca che potesse essere non solo base di partenza per uno
studio di rilievo, ma anche confrontabile con la mole di ricerche gi esistente relativa alle
conseguenze psicologiche dellessere figli di un genitore terminale, ci siamo proposti di utilizzare
gli stessi strumenti adottati dalla maggior parte degli studi citati in questa tesi. In particolare
abbiamo valutato la presenza di affetti depressivi tramite il Children Depression Inventory (CDI) e
la presenza di problematiche emotivo-comportamentali tramite il Child Behaviour Checklist
soggetto durante i compiti carta e penna e consente di accedere alle dimensioni pi squisitamente
inconsapevoli.
Innanzitutto sembra che i figli con un genitore malato di SLA presentino uno stile di approccio alle
esperienze volto alleconomia e alla semplificazione del campo stimolo, detto stile evitante (indice
Lambda): questo tipo di stile rilevabile nella somministrazione del test, in quanto il soggetto, nella
fase di scansione dello stimolo, tende a non processare tutti gli elementi, ma seleziona
prevalentemente quelli legati alla forma, secondo un meccanismo automatico e inconsapevole, volto
a ignorare la complessit del campo stimolo. Generalizzando lo stile di risposta al Rorschach a
situazioni di vita quotidiana, un soggetto con stile evitante tender a semplificare eccessivamente gli
elementi fondamentali che servono per analizzare e giudicare gli eventi, e a mettere in atto delle
strategie di riduzione e/o semplificazione delle situazioni in modo da poterle controllare pi
efficacemente: il soggettto, quindi, si difende dalla complessit dello stimolo, evitandola, rischiando
per cos di giungere a conclusioni o prendere decisioni parziali (Lis et al., 2007).
Un cluster in cui i due gruppi si differenziano in maniera significativa larea degli affetti, in cui la
presenza di alcuni indici fuori norma nei figli con un genitore malato terminale, confermano le
problematiche affettive evidenziate dai self-report. in questarea, infatti, che i due gruppi si
differenziano maggiormente per quanto riguarda la positivit delle costellazioni psicopatologiche. I
figli di pazienti affetti da SLA, infatti, risultano positivi nella costellazione DEPI, che indicherebbe
la tendenza ad essere inclini ad esperienze di sconvolgimento affettivo, quali tristezza, tensione,
ansia.
I figli di pazienti con SLA, infatti, sembrano sperimentare un vero e proprio attacco allimmagine di
s: sono presenti sentimenti negativi, di colpa e/o vergogna legati al s (SumV), idee squalificanti e
svalutanti rispetto al s ma anche rispetto allambiente circostante (MOR) e, in generale, una stima
bassa o negativa del proprio valore personale. Questi risultati sono in linea con i punteggi
subclinici, ma significativamente superiori, ottenuti dai soggetti del gruppo sperimentale al Children
Depression Inventory (CDI). Infine ad innalzare ulteriormente il valore del DEPI vi la presenza di
unaffettivit connotata pi da aspetti disforici che da affetti qualitativamente positivi
(WSumC>WSumC), indice anche di difficolt di modulazione affettiva, per cui sarebbe presente
una tendenza allinibizione e/o costrizione affettiva.
Altri soggetti risultano positivi nella costellazione CDI, che indicherebbe la presenza di difficolt
nellarea delle capacit di coping e adattamento e nella sfera sociale. In pi alcuni di questi ragazzi
presentano la condizione meno preferibile, ovvero quella in cui entrambi queste costellazioni sono
positive, che potrebbe essere predittrice di una diagnosi di disturbo dellaffettivit. Quando DEPI e
CDI sono entrambe positive potrebbero essere le difficolt interpersonali (CDI) a determinare i
vissuti disforici (DEPI); i soggetti con CDI positivo, infatti, sono spesso insoddisfatti e vivono un
senso di confusione rispetto alla loro situazione interpersonale: questo quadro potrebbe favorire lo
svilupparsi di periodi di depressione, come reazioni alla sensazione di incapacit o fallimento
sociale. Questa ipotesi potrebbe essere in linea con le problematiche nelle competenze sociali
emerse dalle scale CBCL e YSR e dal colloquio con questi bambini, in cui sono emerse sensazioni
di solitudine, difficolt ad uscire insieme agli amici e ad entrare a far parte di gruppi e associazioni a
causa delle richieste provenienti dallambiente familiare e dettate dalle condizioni di malattia del
genitore.
Infine, unaltra area che desta preoccupazione nei figli del gruppo sperimentale rispetto al gruppo di
controllo quella dellideazione: questi soggetti, infatti, risultando positivi nella costellazione
psicopatologica PTI sembrano sperimentare difficolt di chiarezza ideativa e dellesame di realt. I
figli con un genitore affetto da SLA, infatti, presentano difficolt mediative (X-) e nellesame di
realt (XA%), disfunzioni ideative (Livello2), veri e propri slittamenti cognitivi (Sum6, WSum6,
ALOG) e forme di disorganizzazione cognitiva (CTM).
Si pu innanzitutto ipotizzare che lo stile evitante dei soggetti possa aver influenzato lo sforzo di
processamento, e, di conseguenza, di mediazione e ideazione: la maggior parte delle persone con
uno stile evitante, infatti, conservativa nel processare le nuove informazione e tende ad analizzare
il campo stimolo con maggiore superficialit. Nel nostro caso, per, ipotizziamo che le difficolt di
pensiero emerse possano derivare da elementi emotivi disturbanti e da preoccupazioni persistenti
emerse dallanalisi degli altri indici piuttosto che da un vero e proprio disturbo di pensiero, il quale
non confermato dagli altri strumenti.
Confrontando i nostri risultati del test di Rorschach con quelli provenienti dagli studi in letteratura
che hanno utilizzato questo strumento nella valutazione dellimpatto della malattia terminale dei
genitore sui figli, e, in particolare lo studio di Flahault & Sultan (2010), emergono alcuni dati
contrastanti. Sembra che i figli di pazienti affetti da SLA condividono con i figli di pazienti di altre
patologie croniche le difficolt inerenti allaerea affettiva e della percezione di s, ma non quelle
relative allarea ideativa: probabile che la SLA, dunque, abbia un impatto maggiore sui figli dei
pazienti rispetto ad altre malattie, in quanto sembra inserirsi come elemento disturbante di grande
preoccupazione per questi bambini, che va a compromettere le capacit di pensiero. Potrebbe essere
molto interessante verificare questa ipotesi aggiungendo, in un futuro progetto di ricerca, un gruppo
di controllo composto da figli di genitori affetti da altri tipi di patologie terminali.
Un altro elemento interessante che emerge dal Rorschach il minor ricorso alluso della fantasia
(Ma>Mp) nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. Nel bambino e nelladolescente,
infatti, tipica la capacit di sognare ad occhi aperti e, spesso, quando le pressioni e le condizioni
del mondo esterno diventano tali da non poter essere pi sostenute, come immaginiamo possa
essere la condizione di questi figli, le persone possono rivolgersi al mondo della fantasia: quando
questa modalit non si struttura come una routine nellaffrontare le situazioni sgradevoli, pu
trattarsi di una strategia difensiva molto efficace. Questo, per, non sembra accadere nei figli di un
genitore con SLA, i quali, sembrano, invece, strettamente ancorati alla loro realt quotidiana e
concreta.
Questo anche uno degli aspetti pi interessanti che emergono dallanalisi del Disegno della
famiglia. Come abbiamo osservato, infatti, tutti i soggetti del gruppo sperimentale disegnano la
propria famiglia reale: il fatto d'aver trasformato un compito con ampio spazio di libert
immaginativa in un rigoroso rispetto della realt, pu significare che nel soggetto vi sia una forte
prevalenza del principio di realt sul principio di piacere. E se questa prevalenza potrebbe essere
indice di un buon adattamento alla realt, in questo caso pi probabile per noi poter pensare a
un'aderenza alla realt talmente forte a causa della tragicit della situazione che stanno vivendo
questi ragazzi, che quasi proibisce una libera espressione della fantasia e delle proprie tendenze
soggettive. Queste tendenze, infatti, sembrano espresse molto pi facilmente dai soggetti del gruppo
di controllo, la maggior parte dei quali disegna una famiglia di fantasia, facendo prevalere la propria
soggettivit.
Le uniche fantasie possibili per questi bambini e ragazzi sembrano essere il desiderio di regressione
al passato e a fasi precedenti, identificabile dalla zona sinistra in cui si concentra il disegno di alcuni
di loro, e il meccanismo di negazione della malattia stessa messo in atto tramite la sua soppressione
nel disegno, in cui, come esplicitano i bambini stessi, la famiglia era pi felice perch il pap o la
mamma non erano malati. Questi figli, inoltre, sembrano aderire al principio di piacere in un altro
aspetto: la valorizzazione del s in contrapposizione alla svalutazione del genitore malato. In diversi
disegni svolti dai figli appartenenti al gruppo sperimentale, infatti, al primo posto viene
rappresentato il soggetto stesso, indice di una tendenza alla valorizzazione del s, che in contrasto
per rispetto agli aspetti negativi rivolti verso il s emersi nel Test di Rorschach. Possiamo
ipotizzare che questi figli nella rappresentazione della propria famiglia, possano aver espresso il
desiderio di allontanarsi non solo dalla realt oggettiva della propria situazione familiare, ma anche
della propria concezione di s: i bambini, quindi, potrebbero aver dato la precedenza nel loro
disegno a unimmagine di s ideale, in cui si grandi e importanti, rispetto a unimmagine reale
connotata da sentimenti di svalorizzazione. Unaltra ipotesi della valorizzazione del s a fronte della
svalorizzazione del genitore malato pu essere la seguente: pu esservi stata unimpossibilit
d'investire le immagini parentali per l'esistenza di un conflitto, che comporta per il soggetto la
necessit di riprendere su di s quegli investimenti, e quindi di un ripiegamento narcisistico su se
stesso, in un tentativo, probabilmente, di sostituirsi al genitore affetto da SLA.
Il quadro che emerge dai risultati della ricerca chiaro e sostanzialmente in linea con la letteratura
esistente sullimpatto della malattia terminale sui figli dei pazienti: i figli con un genitore affetto da
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