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INVESTIGARE

MANUALE PRATICO DELLE TECNICHE DI INDAGINE


Capitolo 1
Linvestigazione
Linvestigazione la ricerca meticolosa di elementi utili all'accertamento della verit.
Costituisce quindi il percorso necessario per giungere ad una risposta attendibile all'interrogativo posto, per
realizzare una corretta ricostruzione storica, per trovare riscontri ad un sospetto o verificarne
l'infondatezza.
Il bravo investigatore quello che si accosta con umilt e curiosit al teatro operativo e raccogliere
accuratamente e pazientemente ogni possibile dato, consapevole di non essere in grado, in quel momento,
di riconoscere ci che gli servir e di separarlo dal superfluo. Il grande investigatore dubita il dubbio
costituisce il motore della sua ricerca.
Ecco un primo punto su cui fermare l'attenzione: l'istinto.
L istinto fornisce un formidabile supporto all investigazione. pur non sottovalutando, perci, la prima
impressione, le armi vincenti dell'investigatore sono soprattutto l'analisi scrupolosa delle informazioni
acquisite e la capacit di sviluppare, ogni volta, un processo logico e razionale sottoponendolo a rigorosi
controlli. Ogni processo logico, infatti, pu considerarsi corretto se verificabile e quindi modificabile, perch
solo attraverso un percorso di progressiva autocorrezione l'investigatore pu gradualmente avvicinarsi alla
verit.
Altro rischio per l'investigatore viene dai pregiudizi. Il comportamento di ciascuno di noi subisce
l'influenza del pregiudizio, il cui uso, frequentemente non intenzionale, costituisce soltanto un modo per
semplificare la personale visione del mondo. Tuttavia, quando lo stesso pregiudizio impedisce di
riconoscere le differenze individuali in una classe di persone, allora diventa inadeguato potenzialmente
pericoloso.
La stessa intuizione investigativa presenta seri margini di insidia quando non immediatamente
integrata e supportata da un adeguato processo logico.
alla verit ci accompagnano soltanto umilt, equilibrio e capacit di raccolta, di elaborazione, di severa
analisi dei dati.
Partiamo con il ribadire la necessit di contenere il pi possibile istinti e intuizioni, dando invece
spazio ad un processo logico severo e rigoroso. Secondo la logica razionale i modi classici del ragionamento
sono il tipo induttivo il tipo deduttivo.
L'induzione quel tipo di ragionamento che, partendo dall'esperienza, evidenza ci che vero per
alcuni casi e lo estende statisticamente a tutti i casi. Il processo induttivo non porter mai alla certezza, ma
aumenter statisticamente il suo valore di verit man mano che conferme arriveranno da ulteriori
esperienze.
la deduzione il procedimento opposto. Parte, cio, da una premessa gi totale e ne ricava
conclusioni. evidente che la deduzione funzionerebbe nell investigazione solo se chi svolge un'indagine
avesse, nella premessa, una totalit dispiegata di casi, ma ci non accade mai e dovr soccorrere allora il
ragionamento induttivo.
Senonch anche l'induzione non funzionerebbe se presa da sola, perch ha bisogno, a monte, di una serie
di ipotesi plausibili; una serie di possibilit da sottoporre a verifica; solo dopo l'investigazione potr
ricorrere all'induzione, una volta che sar stato stabilito il campo di probabilit entro le quali ragionevole
aspettarsi che si trovi la causa del fenomeno indagato.
quindi l'intelligenza umana che dovr stabilire che cosa plausibile, che cos' ragionevole, che cos'
probabile e ci riuscir con un ragionamento che Pierce definisce Abduttivo.
Se l'induzione costituisce la verifica della ricerca investigativa labduzione ne rappresenta le
fondamenta. Essa la capacit di avanzare ipotesi plausibili, istanze probabili. Presuppone uno stato di cose

antecedente non osservabile che spiega uno stato di cose presente osservabile. Le conclusioni cui si
perviene non sono definitive e aprono la strada a nuove ricerche e a nuove conclusioni secondo il modello
di approssimazione progressiva alla verit che caratterizza la ricerca investigativa di investigazione.
L'investigatore quindi chiamato soprattutto ragionare e poi, naturalmente, ad avviare
tempestivamente le azioni conseguenti.
Quali sono queste azioni?
Alcune mosse sono codificate e vincolate a specifiche procedure (ad esempio l'intercettazione
telefonica); altre sono a schema libero (il pedinamento o losservazione); altre ancora, pur non avendo il
preciso riferimento normativo dei cosiddetti atti tipici della polizia giudiziaria, hanno comunque bisogno
dell'autorizzazione del magistrato( il caso dell'esame dei tabulati contengono i dati del traffico telefonico).
Le prime sono naturalmente un numero determinato; tutte le altre sono quante riuscir a produrne la
creativit di chi indaga. Di fondamentale importanza si riveler per l'investigatore la scelta dei tempi per
ciascuna.
Non esiste, di massima, un'iniziativa migliore di un'altra, esiste invece l'esigenza di operare nel
complessivo disegno investigativo un'intelligente scelta della mossa di volta in volta ritenuta pi opportuna.
La scelta terr conto di vari fattori: della necessit, o meno, dell'investigatore di operare all'insaputa del
soggetto; delle condizioni ambientali eccetera
Per prima cosa la scelta dovr essere coerente con il corso investigativo che stato intrapreso e con
l'obiettivo cui tende l'ipotesi di lavoro che si vuol verificare.
un lavoro di pazienza; linvestigatore deve attentamente e diligentemente scegliere quali azioni svolgere e
in quale sequenza. Molta pazienza ed altrettanta determinazione verso l'obiettivo. Linvestigazione richiede
fermezza e dedizione assoluta. Linvestigatore deve approfondire con cura la parte dell'ordinamento
giuridico che pi direttamente riguarda l'indagine. Dovr operare, infine, nella pi assoluta trasparenza;
guidato da un unico faro: l'amore per la verit che sempre una sola e non trattabile.
Linvestigazione pu avere anche finalit soltanto preventive ed essere condotto fuori dal processo
penale. Scopo dell investigazione preventiva la conoscenza delle abitudini, del tenore di vita, delle
relazioni interpersonali, dei comportamenti di una persona o delle dinamiche, delle caratteristiche, della
forza, dei punti di vulnerabilit di un fenomeno criminale. L'indagine preventiva ha obiettivi ambiziosi
concreti: rilevare l'attualit della pericolosit di un soggetto o di un gruppo significa poter dare adeguata
priorit agli interventi che possono scongiurare fatti criminali. La capacit di agire in prevenzione riduce la
necessit di riparare al danno agendo in repressione.
La principale risposta in termini sanzionatori alla pericolosit sociale costituita dalle misure di
prevenzione che rappresentano anche uno dei pi significativi e misurabili frutti dell investigazione
preventiva.
Anche se la condotta del soggetto non d luogo ad alcun rilievo penale, le indagini possono
consentire di formulare un giudizio probabilistico sulla sua capacit di delinquere o comunque di costituire
un elemento di turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Linvestigatore procede allattento esame delle informazioni che emergono dagli atti di ufficio sulla
personalit e sui comportamenti di un soggetto, integrato da accertamenti sul campo dai quali pu
emergere una valutazione di attualit della pericolosit del soggetto. Avvia, allora, le procedure per
proporre l'adozione da parte dell'autorit amministrativo giudiziaria di una delle misure previste dalla legge
ritenuta adeguata al livello di pericolosit accertato.
Altro interessante campo di investigazione preventiva e l'attivit di intelligence sulla criminalit
organizzata, affidata agli investigatori che operano all'interno di organismi specializzati oltre che ai servizi di
informazione. Ma un terreno sul quale oggi la prevenzione misura tutta la sua efficacia quello della lotta
al terrorismo internazionale di matrice religiosa.
La base di ogni investigazione costituita da informazioni con natura, provenienza e grado di
attendibilit diversificati. Linvestigazione, d'altronde, altro non che la ricostruzione di comportamenti
umani e gli stessi comportamenti originano informazioni le quali ne esplicitano i contenuti. Tuttavia, un
insieme indifferenziato di informazioni complica le investigazioni. Dunque, auspicabile analizzare non
unacritica raccolta di dati, ma una ponderata sistematizzazione degli stessi. indubbio che lo sviluppo della
tecnologia abbia semplificato il lavoro di catalogazione e, conseguentemente, di recupero delle

informazioni, ma questa facilit spesso induce a ritenere che nella sola acquisizione del maggior numero di
dati risieda automaticamente la risoluzione del caso proposto.
In alcune circostanze, una generica ed indiscriminata acquisizione di dati pu dissimulare l'incapacit di
meglio indirizzare le indagini. Deve esistere, dunque, una sapienza investigativa che li governa e li indirizza.
I dati, quindi, devono essere analizzati, contestualizzati, vagliati ed interpretati per arrivare ad
un'attenta e corretta comprensione, organizzazione e valutazione globale.
Alla base dell'informazione sta, quindi:
- la notizia, cio il fatto;
- l'informazione: astrazione del fatto notizia che implica una prima serie di valutazioni in termini di
attendibilit nell'alveo spazio-temporale, di credibilit in relazione alla fonte matrice, di probabilit
e verosimiglianza parametrate al reale e di possibilit di conferma che, se positivo, ne aumenta la
valenza;
- la fonte: il canale informativo produttore che, seguendo una consolidata terminologia schematica
anglosassone adattata alla specificit dell'attivit di polizia pu essere di natura:
o umana (HUMINT) teste, persona informata sui fatti, ovvero informatore;
o mediatica (OSINT) notizie tratte dalla stampa, dalla pubblicistica, dei telegiornali, dai
documentari, da Internet o da tutti i media in genere;
o tecnologica (ELINT elettronica; IMINT - fotografica; TECHINT - cibernetico informatica;
SIGINT - monitoraggio di canali di comunicazione, intercettazioni telefoniche e/o
ambientali) previo provvedimento autorizzato dalla magistratura.
L'attivit della raccolta di tutte le informazioni disponibili e attivit di intelligence. sempre indispensabile
comunque l'ausilio del buon senso.

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