(2)"PREZZI DI MERCATO"
Il prezzo di mercato esprime in un dato tempo e in un dato luogo il "rapporto di scambio" tra due
beni. Lo scambio pu configurarsi:
come un "baratto" che porta a configurare un "prezzo relativo" inteso come
la quantit di uno dei due beni scambiati in cambio dellaltro;
come una transazione monetaria che configura un "prezzo assoluto"(o
monetario) inteso come la quantit di moneta ceduta o ricevuta in cambio di
un bene o servizio.
Per ogni bene o servizio scambiato pu esistere un unico prezzo (legge del prezzo unico), in un dato
tempo ed in un dato spazio, a condizione che i mercati siano "stato contingenti". Il mercato stato
contingente per eccellenza quello dellequilibrio economico generale walrasiano-paretiano. Anche
in presenza di informazione imperfetta il modello di e.e.g. alla Arrow-Debreu assicura con
lintroduzione dei mercati futuri un insieme teoricamente infinito di equilibri stato-contingenti.
Nella realt dei mercati, i prezzi riferiti allo stesso bene o servizio (comunque standardizzato)
cambiano da un luogo ad un altro e in momenti successivi(basti pensare ai prezzi delle attivit
finanziarie nei mercati a contrattazione continua) e questo perch i meccanismi di arbitraggio(che
dovrebbero assicurare lunicit del prezzo) non operano nellistante di tempo, sussistono costi di
transazione non uniformi, linformazione non mai piena e completa.
Come diceva Edgeworth(1845-1926), la contrattazione negoziale(assenza di banditore) determina
"prezzi falsi" in quanto non di equilibrio tra tutti coloro che vogliono comprare(curva di domanda) e
tutti coloro che vogliono vendere(curva di offerta).
Solo il "prezzo di equilibrio"inteso come posizione "scelta"(incontro tra la curva immaginata di
domanda e la curva immaginata dofferta), in mercati perfettamente concorrenziali(separazione tra
contrattazione e scambi) il "prezzo unico".Lequilibrio in tal senso una posizione scelta in
quanto si trova sia sulla curva di domanda che sulla curva di offerta che, rispettivamente, esprimono
per i consumatori e i produttori le quantit che ai vari prezzi massimizzano le funzioni di utilit per i
primi e le funzioni di profitto per i secondi.
Obiettivo della microeconomia proprio quello di spiegare la formazione dei prezzi di mercato e, in
particolare, sulla base degli assunti neoclassici tradizionali o ortodossi, i prezzi di equilibrio intesi
come posizioni scelte; nonch, sulla base degli assunti post-keynesiani e dei mercati imperfetti le
condizioni di equilibrio intese come posizioni di quiete, cio come situazioni di ottimalit(spesso di
breve periodo) che possono coesistere con disequilibrio delle quantit scambiate.
Assunto di base che in ogni caso il mercato(perfetto o imperfetto) a determinare il sistema
dei prezzi e quindi i rapporti di scambio tra i beni e i servizi che vengono prodotti dalle
imprese(offerenti) sulla base dellerisorse produttive a disposizione in un dato tempo e quindi date
(3)"IPOTESI"
Le ipotesi servono per semplificare la realt indagata, enucleando le variabili che si ritengono di
prevalente interesse, metterle in relazione sulla base di processi cognitivi(osservazione di andamenti
passati) e intuitivi(previsioni future), per configurare uno schema teorico di riferimento(teoria o
modello empirico) da cui enucleare con metodo scientifico(paradigmi scientifici o tecniche
econometriche) le relazioni tra le variabili osservate e i possibili assetti o "stati di natura" che le
ipotesi configurate consentono di realizzare. Ad esempio, la teoria marshalliane del prezzo di
equilibrio si fonda sul paradigma che questo determinato dallinterazione della domanda e
dellofferta, che i mercati sono perfettamente concorrenziali e cosi via.
I modelli costruiti non servono soltanto a descrivere la realt osservata sulla base delle ipotesi
formulate(modelli di analisi), ma diventano veri e propri "laboratori" per fare delle previsione su
possibili risultati. Alcune variabili endogene di un modello di analisi, possono diventare per
lappunto esogene e quindi "variabili strategiche" per il conseguimento di risultati prefissati: in tal
senso, un modello danalisi pu trasformarsi in modello di strategia, Ad esempio, il modello
descrittivo della formazione del reddito nazionale in grado di assicurare lequilibrio tra domanda ed
offerta aggregata, dati i valori osservati delle funzioni comportamentali sottostanti, pu diventare di
strategia se lobiettivo diventa quello di ritrovare un valore che dovrebbe assumere una variabile
sottostante(ad es. il tasso di interesse come espressione della politica monetaria adottata) per
consentire una crescita programmata e sperata del reddito.
(4)"METODO DI INDAGINE"
Il "metodo di indagine" ci porta immediatamente a pensare ai "processi deduttivi ed induttivi" che
interagiscono per costruire una teoria nel campo delle scienze naturali e quindi anche in
"economia"che al pari delle scienze naturali una "scienza empirica" e non una "scienza
formale"come lo invece la matematica. Laccertamento della corrispondenza tra asserti teorici e
fatti non immediato e comunque non trova riscontro in laboratorio come nel caso delle scienze
fisiche. Quando in "economia" si costruisce un modello per analizzare un fenomeno economico e
sociale(inflazione, disoccupazione e altro) anche a fini previsionali e strategici, la "prova di
verifica" a posteriori e non sempre si presta ad unicit di interpretazioni. Inoltre, il modello
costruito ed utilizzato come "laboratorio danalisi a fini previsivi ed interventivi" frutto comunque
di un modo soggettivo e/o prevalente, nel contesto sociale di riferimento, di valutare i fenomeni
economici e sociali osservati. Risente in tal senso di una sorta di "vizio dorigine"che alberga nella
mente del ricercatore, perch legato ai valori o "giudizi di valore" prevalenti e che configurano le
"istituzioni" e le "regole" di base di una realt economica e sociale in un dato spazio e in un dato
tempo.
Si capisce, a questo punto, perch in unampia accezione, il metodo di indagine in quanto
espressione dei "valori dominanti" si muova in parallelo allo sviluppo generale del pensiero.
Leconomia una scienza sociale che muove da premesse metodologiche fondate su "giudizi di
valore" e si basa su modelli di riferimento i cui fondamenti sono continuamente sottoposti a verifica
empirica. Il "valore" il principio da cui la Scienza Economica muove, il suo "presupposto
filosofico". Tale affermazione va recuperata anche se siamo lontani dalle concezioni classiche, per
evitare che il terzo millennio si pieghi alle logiche del capitalismo selvaggio.
NOTA: Ad integrazione di quanto contenuto nel Cap.1 di Pindyck e Rubinfeld , si consiglia per tutti
la lettura del cap 1 di Cozzi-Zamagni "Economia politica" Ed.Mulino 1989 pagg.25-66(in
distribuzione al Centro stampa) in quanto allarga lorizzonte sullimportanza del "metodo" e dei
suoi collegamenti con levoluzione della storia del pensiero economico.
(6)"TEORIA KEYNESIANA"
Con il termine "teoria keynesiana" si fa riferimento al contributo scientifico di John Maynard
Keynes(1883-1946) che ha messo in discussione il paradigma neoclassico della capacit dei mercati
di autoregolarsi e di assicurare lefficienza allocativa e la piena occupazione delle risorse. In tal
senso Keynes diviene il teorizzatore del principio della domanda effettiva e il sostenitore della
filosofia del "mercato amministrato".
Gli schemi keynesiani si sono prestati a diverse interpretazioni da parte dei suoi seguaci e hanno di
fatto impedito laffermarsi di una unicit di pensiero. Punti comuni restano comunque:
lattenzione rivolta alla domanda aggregata e alle sue componenti(consumi,
investimenti, spesa pubblica, importazioni ed esportazioni) per la
determinazione del reddito di equilibrio;
il rifiuto della legge degli sbocchi di G.B. Say e quindi la sfiducia sulla
possibilit di realizzare comunque un sistema di prezzi di equilibrio in
funzione delle leggi di domanda e di offerta(teoria neoclassica del valore e
approccio marginalista);
(7)"MARKET-CLEARING"
La "compensazione di mercato"(market clearing) si ha quanto si forma un prezzo di mercato che
eguaglia la quantit domandata e la quantit offerta. In tal senso, in unampia accezione, il prezzo
viene detto di equilibrio e il mercato "sgombro" sia di eccessi di domanda che di eccessi di offerta.
In una visione prettamente teorica che si rif ai contributi ortodossi di Walras (teorizzatore
dellequilibrio economico generale) e di Marshall (teorizzatore degli equilibri parziali), il prezzo di
equilibrio configura qualcosa di pi in quanto arriva a configurare una posizione scelta dagli
operatori in quanto massimizza lutilit dei consumatori-richiedenti(daltra parte, tutti i punti di una
ipotetica curva di domanda costruita allinterno del modello completo di equilibrio sono punti di
ottimo per il consumatore, in quanto massimizzano la sua utilit ai vari prezzi di mercato) e il
profitto dei produttori-offerenti(anche la curva di offerta il luogo geometrico delle combinazioni
di prezzo e quantit ottime per il produttore). Se un prezzo di equilibrio esiste(incontro tra domanda
ed offerta), allora non pu che essere stabile, in quanto non c convenienza a modificarlo, visto
tra laltro- che tutti gli operatori intervengono contestualmente alle contrattazioni(assenza della
variabile temporale).
In verit, il meccanismo di riequilibrio teorizzato in presenza di un ipotetico squilibrio tra domanda
ed offerta diverso seguendo Walras o Marshall.
Seguendo Walras, laggiustamento avviene ad opera del "banditore" che manovra il prezzo sino a
quando la domanda uguale allofferta: ci significa che il prezzo la variabile indipendente e la
quantit la variabile dipendente.
Nei mercati esiste piena informazione quando i prezzi sono in grado di esprimere tutte le
informazioni rilevanti e pongono gli operatori economici(richiedenti ed offerenti) nelle condizioni
di prendere le loro decisioni in condizioni di "certezza". Nella concezione neoclassica si ha piena
informazione quando i prezzi esprimono pienamente i valori utilit dei beni e i loro costi di
produzione e sono, quindi, prezzi di equilibrio. La "piena informazione" caratterizza tutta lanalisi
tradizionale del funzionamento dei mercati siano essi in condizioni di concorrenza perfetta e non.
(10)"FIRST BEST"
Nella sua interpretazione pi rigorosa, il first best lottimo di primo livello che viene raggiunto
quando tutte le condizioni del modello di equilibrio economico generale vengono
soddisfatte(equilibrio Walrasiano di lungo periodo ). Nelluso corrente dellanali della funzionalit
dei mercati e in particolare di quelli esposti alla concorrenza potenziale, il first best equivale alla
massimizzazione del profitto, mentre il second best significa accontentarsi di qualcosa di meno pur
di tutelarsi dalla concorrenza potenziale(vedi il prezzo sostenibile in condizioni di monopolio
naturale o ancora pi appropriato la formazione del prezzo nei "mercati contendibili"). Va
comunque precisato che il termine "second best"(ottimo di secondo ordine) stato elaborato da
Lipsey e Lancaster nel 1956 per configurare equilibri che si allontanano dalle condizioni di
efficienza paretiana(presenza di esternalit nei processi produttivi o di rendimenti di scala
crescenti).
(13)ELASTICITA
Con il termine "elasticit" si intende in economia la variazione relativa di una variabile dipendente
rispetto alla variazione relativa di una variabile indipendente, in condizioni di coeteris
paribus(ferme restando le altre variabili).
Se la variabile di cui si vuole misurare lelasticit la domanda di un bene in relazione al suo
prezzo, parleremo di "elasticit diretta della domanda", fermi restando il reddito a disposizione e i
prezzi degli altri beni. Se si vuole misurare linflusso esercitato dal reddito sulla domanda,
parleremo di "elasticit rispetto al reddito", mentre se vogliamo misurare linflusso esercitato da un
prezzo diverso da quello domandato, parleremo di "elasticit incrociata".
Sul concetto di elasticit della domanda si rinvia al Cap.2 di Pindyck-Rubinfeld.
(14)CONTROVERSIA MARGINALISTICA
La linea dattacco alla teoria neoclassica costituita dal lavoro pioneristico di R.Hall e C.Hitch,
"Price theory and Business Behaviour" del 1939 col quale trova riscontro empirico un
comportamento degli operatori che risulta in contrasto con la massimizzazione del profitto e che, di
contro, definisce il prezzo sulla base dei costi e di una margine di profitto atteso(teoria del costo
pieno).Anche P.Sweezy, nello stesso anno, elabora un modello (curva di domanda immaginata o
spezzata) che spiega perch il prezzo del prodotto scambiato non si muove in base alle leggi della
domanda e dellofferta, ma rimane spesso in condizioni di "rigidit", proprio per una convenienza
degli operatori a non modificarlo(sulla base di date ipotesi). Come scrivono Hall e e Hitch:"I prezzi
cos fissati hanno una tendenza a rimanere stabili. Essi cambieranno se vi un mutamento
significativo nei costi di lavoro o delle materie prime, ma non in risposta a variazioni moderate o
temporanee di domanda"(p.125).
"Le ragioni addotte per motivare labbandono del principio marginalistico delleguaglianza tra costo
marginale e ricavo marginale possono sintetizzarsi nei seguenti capi daccusa: a) le imprese non
sono in grado di conoscere con precisione la loro curva di domanda; dunque la regola marginalistica
non pu essere applicata per mancanza di informazioni; b) la preoccupazione principale
dellimpresa non perfettamente concorrenziale riguarda il prezzo e non la quantit da produrre,
come invece suppone la teoria tradizionale; limpresa allora fissa il prezzo sulla base del principio
del costo pieno e nende a quel prezzo qualsiasi quantit il mercato sia in grado di assorbire;
c)lapplicazione della regola marginalistica di determinazione del prezzo implica una forte
variabilit di questultimo,., ma ci contraddetto dallevidenza empirica" (vedi Zamagni
op.cit. p.482)
La seconda variante viene indicata come mark-up pricing dove il mark-up o margine di profitto
chiamato a coprire il costo del capitale senza dovere stimare n il capitale(K), n il profitto(P ), ma
basandosi su un cofficiente o mark-up(m) sui costi del lavoro e del capitale. La formula utilizzata
la seguente: P = (ULCN + UMCN)(1 + m).
Per un approfondimento delle regole di formazione dei prezzi seguite dai price-makers e quindi
dellorigine del mark-up si rinvia a S.Zamagni op.cit. pag.486
(17)"CONCORRENZA POTENZIALE"
La concorrenza potenziale quella che pu nascere quando unimpresa che non opera nel mercato
considerato trova le condizioni favorevoli per entrarvi e realizzare profitti non necessariamente
massimi(first best) manormali in quanto in linea con le prospettive del mercato. Se il "prezzo
praticato" dallimpresa esistente un prezzo di monopolio, in un mercato comunque esposto alla
concorrenza potenziale(non sussiste quindi la forma classica del monopolio assoluto), il rischio
dellentrata sussiste.
Per scongiurare il "rischio dellentrata" le teorie che si collocano nel "filone del prezzo limite" si
sono preoccupate di analizzare le caratteristiche strutturali del mercato e di configurare una strategia
difensiva di prezzo-limite, in quanto prezzo che non renda conveniente lentrata nel mercato. Tale
prezzo deve certamente coprire i costi dellimpresa esistente che adotta tale strategia di tutela, ma il
suo effettivo livello(lontano o vicino al prezzo massimo di monopolio) dipende dalle caratteristiche
strutturali del mercato e dal livello delle "barriere allentrata" che in esso le imprese esistenti sono
riuscite a realizzare.
Per unanalisi dei modelli di Bain(barriere allentrata) e di Sylos Labini si rinvia a Zamagni Cap.14
pp.494-519(in distribuzione al Centro stampa) o a Schotter Cap.12 pp.493-505.
(18)"TEORIA MANAGERIALE"
Punto centrale della "teoria manageriale" la tesi della separazione tra propriet e controllo
allinterno dellimpresa. In tale ottica chiaro che pu nascere una conflittualit di interessi tra
azionisti proprietari e amministratori.
La teoria manageriale annovera tra i contributi principali due modelli di Baumol, il modello di
Marris e il modello di Williamson. Per una loro trattazione si rinvia a Zamagni Cap.15 pp.520-534.
(19)"TEORIA COMPORTAMENTISTICA"
Secondo questa teoria lo studio dellimpresa non pu prescindere dalla considerazione del fattore
organizzativo(persone e centri di potere) e lobiettivo da raggiungere non pu essere il massimo
profitto ma una condizione soddisfacente(satisficing behaviour) in grado di rendere compatibili gli
interessi di tutti i gruppi di potere che in essa operano e configgono.
Secondo Simon(vari contributi nel 1952-1959-1965), la condotta dellimpresa sul mercato
informata ad una "razionalit procedurale"e "limitata" e non a quella "assoluta"di derivazione
neoclassica.
Una trattazione sintetica della teoria comportamentistica pu essere trovata in Zamagni pp.534-538.
(20)"RUOLO DELLINFORMAZIONE"
In uno "status" del mondo ideale, in presenza di piena informazione, certezza nei comportamenti
degli agenti e di esternalit comunque internalizzate nei piani decisionali, le forme del libero
mercato riescono ad armonizzare gli interessi individuali egoistici e non cooperativi verso
linteresse collettivo.
Nei mercati della realt c asimmetria informativa, incertezza stocastica e strutturale delle variabili
determinanti, prevalenza di interessi non cooperativi, esternalit non internalizzate e, pur
realizzandosi condizioni di equilibrio dinamico tra gruppi di interesse, non assicurato dal libero
(22)"VALORE ATTESO"
Il valore atteso quello che viene stimato avere la maggiore probabilit di verificarsi: la media
aritmetica dei possibili risultati osservati(serie storica), ponderati con la rispettiva probabilit di
presentarsi(frequenza dellevento) che diventa "valore atteso".
Si rinvia al cap. 5 di Pindyck-Rubinfeld o a Schotter Cap.14
(23)"SCELTE DI INVESTIMENTO"
Una analisi sommaria delle scelte di investimento nel mercato dei capitali contenuta in PindyckRubinfeld cap 15
(24)RAPPORTO PRINCIPALE-AGENTE"
Il contratto principale-agente stato configurato come un modo per risolvere il problema
informativo che esiste allinterno dellimpresa, attraverso la delega ad un agente esterno allimpresa
delle responsabilit di raggiungere un obiettivo(anche in termini di prodotto o servizio) dietro
pagamento di un prezzo di agenzia e secondo le clausole fissate ex-ante nel contratto di delega. In
questo modo il principale che non dispone di adeguate informazioni o capacit di controllo
allinterno dellimpresa(capacit di direzione e controllo dei dipendenti), trasferisce a terzi(lagente)
il rischio, valutando tutti i possibili "stati di natura" in cui potr concretizzarsi il risultato del
contratto(in tal senso il contratto di agenzia in teoria un contratto completo e quindi
realisticamente non definibile). Il problema se lagente controllabile e se non lo , perch il
costo troppo alto, allora il problema dellasimmetria informativa che si voleva rimuovere persiste
per il principale e il contratto diventa stato-contingente soltanto alla scadenza, quando lagente
risulter adempiente o inadempiente.
Sullargomento si rinvia a pag.538 del Pindyck-Rubinfeld o allo Schotter Cap.8 p.338
caratterizzer gli sviluppi successivi e che alla base della cosiddetta "teoria dei giochi
strategici"(16)(Neumann e Morgenstern 1944) che tutti gli agenti percepiscono e rispondono
direttamente alle azioni degli altri. Sulla base di questo approccio metodologico vengono rilette le
teorie classiche oligopolistiche (Cournot, Stackelberg, Bertrand e cosi via) ed entra definitivamente
nella teoria economica lassunto che ogni risultato desiderato funzione anche delle risposte degli
altri. E siccome queste non sono sempre tutte prevedibili o comunque note ai
giocatori(informazione completa e incompleta), si fa strada lipotesi della presenza di informazione
incompleta nei processi decisionali che possono portare anche a condizioni di non equilibrio.
In definitiva, lassunto post-keynesiano precedentemente citato la sintesi di una molteplicit di
contributi che focalizzano la formazione dei prezzi nei mercati oligopolistici in base alla regola del
mark-up, spingendosi ad indagare le variabili da cui questo dipende e che tengono conto sia della
concorrenza effettiva che di quella potenziale. A questultimo riguardo una serie di contributi(Bain,
S.Labini, Modigliani ed altri) hanno sviluppano un filone di analisi detto delle "teorie del prezzo
limite"che indagano sul livello di prezzo in grado di salvaguardare limpresa dalla concorrenza
potenziale(17). Altro sviluppo nel campo della teoria dei mercati la teoria manageriale e
comportamentistica dellimpresa che superano limmagine dellimprenditore proprietario e
coordinatore per analizzare i rapporti di potere interni alle imprese che portano a formulare i
processi decisionali:la teoria manageriale(18) mantiene il principio della massimizzazione vincolata
come espressione della razionalit delle scelte; la teoria comportamentistica(19) rifiuta invece
questo principio, configurando una razionalit relativa in termini di "satisficing behaviour".
Superata la "controversia marginalistica" cosa cambiato a partire dalla fine degli anni Sessanta
nellimpostazione delle analisi economiche, siano esse riferite alle teorie delle imprese, delle scelte
di consumo e di investimento, del funzionamento generale delleconomia di mercato? La risposta
"linformazione"(20) che non un bene pubblico disponibile e fruibile da parte di tutti gli operatori
senza alcun costo. Il mercato, attraverso i prezzi non ingloba tutta linformazione rilevante per
potere determinare scelte in condizione di certezza. Linformazione diventa un bene "privato" che
richiede costi spesso elevati di produzione e una difficolt di diffusione. In tali circostanze i mercati
possono anche fallire(21) nel determinare le condizioni di efficienza informativa, valutativa e
gestionale(Fama 1970).
Se le informazioni sono incomplete e spesso asimmetriche tra coloro che debbono realizzare un
rapporto di scambio o di produzione sia nel tempo presente che in unottica intertemporale, allora il
postulato della razionalit assoluta non pu che essere rimosso e sostituito dalla stima di un valore
atteso(22) in funzione della probabilit degli eventi da cui dipende il risultato della scelta
decisionale, nonch dalla valutazione del rischio del valore inatteso.
Le scelte di tutti gli operatori risultano dominati dallincertezza. Ma come superare tale incertezza ?
Basterebbe produrre e/o acquisire tutta linformazione necessaria prima di decidere? Il problema
non cos semplice ! In verit Arrow e Debreu ci sono riusciti in teoria attraverso lintroduzione dei
mercati futuri per tutti i possibili "stati di natura" che si possono presentare nei processi decisionali.
Rielaborazione molto elegante e formalmente corretta del modello di e.e.g. di Walras-Pareto, che
resta inapplicabile nella realt.
Con riferimento alle scelte di consumo e di investimento(23), lipotesi sottostante a qualsiasi
processo decisionale la stima del valore atteso e del rischio collegato che porta a formulare
modelli stocastici di determinazione dei prezzi che debbono inglobare la variabile rischio. Basti
pensare ai modelli di determinazione dei prezzi degli "assets" nei mercati finanziari, la cui validit
resta legata alle ipotesi sottostanti.
Resta per sempre presente il problema della raccolta dellinformazione (serie storica) per potere
stimare lutilit o i profitti attesi e la variabile rischio, cosa che dipende dalla funzionalit dei
mercati in termini di produzione e diffusione a basso costo dellinformazione. Se ci spostiamo ad
analizzare i processi decisionali allinterno dellimpresa come "istituzione" il problema informativo
non pu essere risolto allinterno dello schema delleconomia industriale tradizionale basato sulla
P.S.
Si consiglia la lettura di questo scritto sul "campo di indagine della microeconomia" in fase di avvio
del corso di studio, e rileggerlo dopo avere terminato la preparazione, per scoprirne meglio il suo
significato.
PRODUZIONE E TECNOLOGIA
CONCETTI PRELIMINARI:
IL SIGNIFICATO
NEOCLASSICA
DELLA
PRODUZIONE
NELLA
TEORIA
dei fattori(ad es. capitale/lavoro), con il rapporto dei prezzi dei fattori(ad
es.prezzo del capitale/prezzo del lavoro). I valori sono compresi tra 0 e 1.
Quando lelasticit uguale ad 1 allora siamo nella tecnologia CobbDouglas. Quando uguale a zero siamo nella tecnologia di Leontief.
DI
SCALA E
LORO
MISURAZIONE
IN
VEDI IN PINDYCK:
EQUILIBRIO DELLINDUSTRIA A COSTI COSTANTI
EQUILIBRIO DELLINDUSTRIA A COSTI CRESCENTI
EQUILIBRIO DELLINDUSTRIA A COSTI DECRESCENTI
Nota: lequilibrio concorrenziale si realizza attraverso laumento del numero degli scambisti che
cominciano a realizzare accordi di scambio a due a due o a gruppi. Accordi che si traducono in
modifiche (immaginate) dei prezzi(rapporti di scambio), che per essere possibili non debbono
comunque essere realizzati a danni degli altri(le altre posizione devono tuttal pi rimanere
invariate). E questo il modo di operare della concorrenza attraverso i prezzi che porta allequilibrio
e allefficienza dello scambio(se in questa approssimazione non ci poniamo analoghe
considerazioni sulla produzione, in termini di efficienza allocativa dei fattori).
Schema analogo(scatola di Edgeworth) pu essere utilizzato per lefficienza nella produzione, dove
abbiamo al posto degli scambisti abbiamo i due beni prodotti(ad es. ciascuno da unimpresa) e al
posto dei panieri di beni le combinazioni di capitale e lavoro.
La combinazione efficiente dei beni consente di realizzare le tre condizioni di efficienza paretiana e
cio:
Soddisfacimento delle condizioni di efficienza per il consumo: MRS2,1(per tutti i
consumatori) = p1/p2
MERCATI MONOPOLISTICI
LANALISI STORICO-GENETICA DEI MERCATI MONOPOLISTICI
TROVA IL SUO FONDAMENTO TEORICO NELLO STUDIO DEL
"MONOPOLIO ASSOLUTO" DI MATRICE TRADIZIONALE.
Si tratta di analizzare le caratteristiche di un mercato dove esiste un solo
offerente (monopolio) o un solo richiedente (monopsonio), in assenza di
concorrenza effettiva(un solo operatore) o potenziale(non prevista la
possibilit di entrata di un concorrente) e di un prodotto che non ha
surrogati(unico bene per soddisfare il bisogno).
Posto lobiettivo del massimo profitto(postulato neoclassico), la ricerca
delle condizioni di ottimalit portano a configurare la coppia prezzo e
quantit di equilibrio del monopolista e quindi del mercato, in quanto
MERCATI OLIGOPOLISTICI
DAL DUOPOLIO COME CASO POSSIBILE DI ANALISI DEGLI EQUILIBRI POSSIBILI
NEI MERCATI OLIGOPOLISTICI, ALLE TEORIE DEL PREZZO-LIMITE IN MERCATI
CARATTERIZZATI DA BARRIERE ALLENTRATA
(Si rammenta che il presente schema non un riassunto ma una visualizzazione di concetti e
passaggi chiave - anche con l'ausilio di powerpoint - per l'apprendimento dell'argomento contenuto
nel supporto didattico indicato nel programma ufficiale del corso: vedi Pindyck - Rubinfeld. Nota:
per le pagine richiamate nel documento il riferimento all'edizione 3, ma la numerazione delle
figure rimane la stessa dell'edizione corrente)
La caratteristica
DAL DUOPOLIO COME CASO POSSIBILE DI ANALISI DEGLI EQUILIBRI POSSIBILI NEI
MERCATI OLIGOPOLISTICI, ALLE TEORIE DEL PREZZO-LIMITE IN MERCATI
CARATTERIZZATI DA BARRIERE ALLENTRATA
La caratteristica che contraddistingue i mercati oligopolistici (compreso il caso del duopolio)
linterazione dei comportamenti che fa s che ogni risultato dipende dallazione dellagente ma
anche dalla risposta dellavversario.
Sul piano del metodo di indagine un ulteriore contributo allanalisi dei comportamenti pu venire
dalla "teoria dei giochi strategici":
Vedi gli equilibri possibili in presenza di strategie pure e di strategie miste
Sul piano dellanalisi dei modelli duopolistici non dimenticare di :
Definire inizialmente tutte le ipotesi sottostanti al modello, in quanto
lequilibrio esiste solo in presenza di quelle ipotesi
Dopo avere definito le ipotesi, analizzare gli strumenti concettuali
utilizzabili per la soluzione dellequilibrio del mercato. Come le funzioni di
reazione nei modelli di Cournot e di Stackelberg; la funzione di domanda
nei modelli di Bertrand e di Edgeworth; nonch la congettura della domanda
ad angolo del modello di Sweezy
Una volta configurati gli strumenti concettuali e i relativi supporti algebrici
e grafici, definire la posizione di equilibrio di mercato(se esiste)
In particolare:
MODELLO DI COURNOT
Ipotesi del modello:
Due venditori che soddisfano la stessa curva di domanda(ipotizzata lineare);
merce omogenea;
Obiettivo max profitto scegliendo come variabile strategica la quantit in
funzione di quella del rivale [ q1 = f(q2) con q2 2 = f(q11) = 0 ] che porta
ad individuare stati virtuali di equilibrio (curva di reazione)
analisi di tipo statico che vede le imprese muoversi su percorsi simmetrici
miranti a massimizzare il profitto
Quesiti:
Quali saranno i livelli di output di equilibrio per i duopolisti ?
Quale prezzo prevarr sul mercato ?
Quali i profitti conseguiti ?
Nellipotesi di costi nulli, ricaviamo algebricamente le funzioni di reazione delle due imprese
(insieme di risposte ottime alle quantit prodotte dal rivale).
1 = [ A b(q1 + q2)] q1 - 0 = Aq1 bq12 bq2q1 ;
1/q1 = 0 ; A 2bq1 bq2 = 0 ; q1 = ( A bq2) / 2b Linea di reazione di 1
2 = [ A b(q1 + q2)] q2 - 0 = Aq2 bq22 bq2q1 ;
2/q2 = 0 ; A 2bq2 bq1 = 0 ; q2 = ( A bq1) / 2b Linea di reazione di 2
Poste a sistema le due funzioni di reazione avremo : q1* = q2* = A / 3b ;
q1* + q2* = 2A/3b ;
Per ottenere il prezzo basta sostituire la quantit nella funzione di domanda :
p = A bq = A b[ 2A/3b] = A/3 (prezzo di equilibrio del duopolio)
MODELLO DI STACKELBERG
Mentre il modello di Cournot un modello "simmetrico" dei comportamenti, quello di Stackelberg
un modello "asimmetrico" che vede la presenza di unimpresa leader e di una satellite: soltanto a
queste condizioni possibile configurare lequilibrio del mercato; di contro, nel caso di due leaders
lequilibrio non sussiste e si va al monopolio, nel caso di due comportamenti satelliti si torna al
modello di Cournot.
IPOTESI:
merce omogenea;
curva di domanda lineare del tipo p = A b(q1 + q2);
per massimizzare il profitto:
Limpresa che si ritiene
leader sceglie per prima il
livello di output q1 che
massimizza
1 congetturando la reazione
del satellite (o supposto tale)
alla sua scelta. In tal modo,
la funzione di reazione del
satellite diventa la funzione
delle congetture del leader.
Il satellite(se vuole restare
tale) prende come come data
la quantit prodotta dal
leader e massimizza il suo
profitto2 .
Il modello anche se di tipo "sequenziale", resta basato su unanalisi di
statica comparata in quanto le congetture vengono considerate date e quindi
esogene
Quesiti:
Quali saranno i livelli di output di equilibrio per i
duopolisti ?
Quale prezzo prevarr sul mercato ?
Quali i profitti conseguiti ?
Nellipotesi di costi nulli, ricaviamo algebricamente la quantit prodotta dal
leader, quella del satellite e il prezzo di mercato.
1 = [ A b(q1 + q2)] q1 - 0 ricorda che q2 = ( A bq1) / 2b
1 = [ A b(q1 + ( A bq1) / 2b )] q1 = Aq1 bq2 ;
1/q1 = A 2bq1 = 0 ; q1 = A / 2b; q2 = [ A b(A/2b)] /2b = A / 4b
p = A b(q1 + q2) = A b [A/2b + A/4b] = A b[3A/4b] = A/4
le curve sono convesse e il SMS(saggio marginale di sostituzione tra i due beni) assume valori
decrescenti lungo la curva(lipotesi di convessit unipotesi psicologica in quanto legata
allutilit
marginale
dei
due
beni);
curve pi alte danno maggiore soddisfazione(sempre per lipotesi di non saziet);
le curve non possono intersecarsi(ipotesi transitiva).
( Ricorda che in presenza di beni perfetti sostituti, le curve diventano rette;
in presenza di beni perfetti complementi sono ad angolo.)
(vedi, alternativamente, P.-R. 3.1. p.55; S. 2.6. p.41; Z.p.176)
dato il reddito a disposizione e i prezzi dei beni, il consumatore sulla base di questi dati oggettivi
configura linsieme di panieri ammissibili e dovendo spendere per intero il reddito a
disposizione(ipotesi dellesaustione del reddito) prende in considerazione i panieri di frontiera che
danno luogo al vincolo di bilancio che deve rispettare, tra questi dovr scegliere quello
preferito(vedi, alternativamente, P.-R. 3.2. p.65; S. 2.3. p.28);
per fare la sua scelta un consumatore razionale non pu che applicare il teorema dellottimalit
della scelta in termini di massimizzazione della soddisfazione nel rispetto del vincolo di
bilancio(problema di massimo vincolato) o di minimizzazione della spesa per un dato livello di
soddisfazione(dualit).(vedi, alternativamente, P.-R. 3.3. p.68; S. 2.7. p.50)
UNA SINTESI DEI CONTENUTI ESSENZIALI CON COLLEGAMENTI IPERTESTUALI CHE
VUOLE, DA UN LATO, PUNTUALIZZARE ALCUNI CONCETTI FONDAMENTALI E,
DALLALTRO, FORNIRE UNA VISIONE DINSIEME CHE COMUNQUE PUO ESSERE
DAUSILIO NELLO STUDIO DEL MANUALE
GLI STRUMENTI UTILIZZATI NELLANALISI SONO LE FUNZIONI DI UTILITA
CARDINALE ED ORDINALE APPRESSO RICHIAMATE
Lutilit cardinale attribuisce un numero cardinale al valore utilit della quantit del bene a
disposizione e pu esprimere un valore totale(utilit totale) o un valore da attribuire alla quantit
aggiuntiva xi del bene iesimo considerato(fermi restando gli altri beni che entrano nel paniere di
consumo) che viene chiamato utilit dosale o della dose aggiuntiva: se questa quantit aggiuntiva
del bene infinitamente piccola, allora esprime lutilit al margine o utilit marginale e da luogo a
funzioni continue.
Nelle figg.(a)e (b) sottostanti rappresentato landamento della funzione di utilit totale,
evidenziando nella prima una ipotetica variazione finita(xi) della quantit del bene iesimo, mentre
nella seconda(b) una variazione infinitesima (xi): ci serve per far capire come vengono fuori le
funzioni di utilit marginale sia nellipotesi di una variazione finita che in quella di una variazione
infinitesimale, che sono riportate nei grafici (c) e (d).
Ux = f(xi) Ux = f(xi)
(c) (d)
U1x = Ux / xi Ux = Ux / xi
Una precisazione : nei grafici del tipo(a) e (c) la rappresentazione dovrebbe avere andamento
discontinuo (a m di istogrammi) e non continuo come giustamente nei grafici di tipo (b) e (d).
Lutilit ordinale attribuisce alla scelta un "valore indice"che non ha lo scopo di misurare lutilit
del bene(cosa che non possibile fare trattandosi di una grandezza soggettiva e psicologica) ma di
stabilire un "ordine di preferenza" di una scelta rispetto ad un'altra: scelta che coinvolge un
insieme(o paniere) di beni e ci, secondo Vilfredo Pareto, sufficiente per formulare la teoria del
comportamento del consumatore.
La funzione di utilit di riferimento della formulazione prevalente della teoria del consumo in
presenza di perfetta informazione diviene "la curva di indifferenza": curva che configura tutti i
panieri di beni(due per una rappresentazione sul piano) che a giudizio espresso o "rilevato" dal
consumatore gli conferiscono lo stesso grado di utilit o indice di soddisfazione e pertanto sono
considerati dallo stesso "indifferenti".
Ci si chiede a questo punto: come pu essere costruita una curva di indifferenza?
Il meccanismo semplice: configurato un paniere qualsiasi(ad esempio la combinazione A delle
quantit dei due beni, indicata nella figura sottostante e riportata nel Pindyck), basta ricercare tutti
gli altri panieri che danno al consumatore la medesima soddisfazione, nel rispetto delle ipotesi
psicologiche e di razionalit che sono stata preliminarmente definite.
concavo?
La risposta sta nei valori di utilit che il soggetto attribuisce alle dosi aggiuntive del bene e quindi
nel raffronto delle utilit marginali dei beni considerati. Il saggio marginale di sostituzione dei due
beni (SMS1,2) misurato e quindi per definizione uguale al rapporto inverso delle utilit marginali
degli stessi(x2/x1).[ vedi fig 3.5 Pindyck p.59]
Ad esempio, se i due beni sono sostituti perfetti, nel senso che per il consumatore ogni dose
aggiuntiva di uno dei due comporta la rinuncia alla stessa quantit dellaltro, allora il SMS 1,2
sempre costante nel senso che assume sempre lo stesso valore indipendentemente dallammontare
della rinuncia(2 a 1 = 4 a 2 = 6 a 3) In questo caso la curva di indifferenza diventa una retta,
la cui pendenza dipende dal rapporto di sostituzione dei due beni [vedi fig.3.6 (a) Pindyck p.60].
Nel caso dei beni perfetti complementi, nel senso che vanno consumati secondo una sola
combinazione, che conferisce un dato indice di soddisfazione, allora avremo un punto sul piano che
configura questa combinazione [fig. 3.6 (b)] .
Solo se i due beni sono indipendenti(soddisfano bisogni indipendenti) e viene rispettato il principio
dellutilit marginale decrescente(dosi aggiuntive danno incrementi di utilit via via decrescenti),
allora la funzione di utilit che esprime tutti i panieri che danno il medesimo livello di soddisfazione
assume andamento curvilineo e convesso. Va ricordato comunque che anche la retta rispetta il
principio della convessit, che esprime per lappunto combinazioni lineari di frazioni di
panieri(divisibilit e additivit) che debbono dare almeno(pi s meno no) lo stesso livello di
soddisfazione.
La funzione di utilit, nelle configurazioni dianzi ricordate rappresenta la "funzione obiettivo" da
massimizzare, che da un punto di vista grafico significa ricercare la curva di indifferenza pi alta.
Ma in questa ricerca bisogna rispettare il vincolo che dato dal reddito a disposizione e dai prezzi
che concorrono a definire la funzione di spesa ammissimibile o funzione di bilancio.
LA FUNZIONE DI BILANCIO sta ad indicare tutte le combinazioni delle quantit dei due beni che
il consumatore pu acquistare a dati prezzi(piena informazione), spendendo per intero il reddito a
disposizione(esaustione del reddito).[vedi figg. 3.9, 3.10, 3.11 Pindyck pp.66-67]
A questo punto la configurazione del PANIERE OTTIMO la seguente:
Come potete notare il reddito reale viene configurato dalla curva di indifferenza e rimane pertanto
costante se ci muoviamo lungo la stessa curva(definizione alla Hicks).
Pariamo dallequilibrio iniziale in "A" per passare in "B" quando il prezzo del bene cibo
diminuisce: ma in questo punto "B" oltre a diminuire il prezzo come si vede dalla minore
pendenza della linea di bilancio e conseguente aumento del consumo di cibo(effetto sostituzione),
aumentato il reddito reale come si evince dal fatto che ci troviamo su una curva di indifferenza
pi elevata(U2) con ulteriore aumento del consumo di cibo(effetto reddito reale). I due effetti
operano allunisono, si rafforzano a vicenda e determinano in totale(AB) leffetto-prezzo(effetto
sostituzione AD + effetto reddito DB).
Capito il meccanismo, facile configurare il caso generale delleffetto reddito e sostituzione in
presenza di un bene inferiore (vedi fig.4.7. Pindyck pag.97) e quello specifico che vede il bene
inferiore diventare un bene di Giffen(fig.4.8 p.98)
SAREMO IN PRESENZA DI UN BENE DI GIFFEN quando leffetto reddito reale risulta pi che
compensativo delleffetto sostituzione e, ad esempio, al diminuire del prezzo la quantit
domandata anzich aumentare diminuisce.
Si capisce perch una definizione della legge di domanda senza alcuna eccezione richiede la
neutralizzazione delleffetto reddito reale e quindi il riferimento ad una curva di domanda
"compensata". Di contro, quella "non compensata" terr conto sia delleffetto sostituzione che
delleffetto di reddito e, in presenza di beni inferiori, potrebbe dar lungo a comportamenti difformi
dallenunciato
Per passare dalla curva di domanda individuale a quella aggregata o di mercato di un dato bene o
servizio dobbiamo procedere allaggregazione delle domande individuali o ad una analisi empirica
basata sullintero aggregato e sulla sua elasticit.
SE LA TEORIA ANALIZZATA DELLE SCELTE DI CONSUMO SI FONDA SULLIPOTESI DI
CERTEZZA INFORMATIVA, NELLA REALTA DEI MERCATI LUNITA DECISIONALE SI
MUOVE IN CONDIZIONI DI INCERTEZZA.
Sulla base dellosservazione retrospettiva degli accadimenti o frequenza degli eventi legati al
fenomeno osservato possibile calcolare la probabilit dei diversi eventi possibili(ad esempio
risultati di una lotteria come le quotazioni di un titolo in borsa) che moltiplicati per levento
osservato e sommati assieme possono dare una STIMA DEL VALORE ATTESO DEL
FENOMENO OSSERVATO CHE CONSENTE DI QUANTIFICARE LINCERTEZZA.
VA PERO PRECISATO CHE I COMPORTAMENTI DEI SOGGETTI DECISIONALI NON
1. i certificati di garanzia
2. la standardizzazione del prodotto
3. la buona reputazione
4. le segnalazioni di mercato
5. altri
ANALIZZARE IL COMPORTAMENTO SLEALE E LA SELEZIONE AVVERSA NEL MERCATO
DELLE ASSICURAZIONI
Spiegare come la "franchigia" pu eliminare la tentazione di un comportamento sleale(esempio
della scala sicura-insicura) nel mercato delle assicurazioni
Spiegare come le "segnalazioni di mercato" possano ridurre la "selezione avversa" nel mercato
delle assicurazioni
SPOSTARE LANALI DAI MERCATI ALLIMPRESA COME "ORGANIZZAZIONE SOCIALE"
ED ANALIZZARE IL COMPORTAMENTO SLEALE E LA SELEZIONE AVVERSA
(FALLIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI MASSIMIZZAZIONE) TRA IL DATORE DI LAVORO E I
LAVORATORI:
1. ALLINTERNO DELLIMPRESA CON UN SISTEMA DI INCENTIVAZIONE AL
COMPORTAMENTO DILIGENTE CHE SI TRADUCE IN
SALARI DI EFFICIENZA + CONTROLLI
PARTECIPAZIONE AI RICAVI O SISTEMA DI "MANCIA" NEL SETTORE DELLA
RISTORAZIONE
SISTEMI COERCITIVI(SOLO CENNI)
SISTEMA A TORNEO(SOLO CENNI)
2. ALLESTERNO DELLIMPRESA CON UN SISTEMA DI INCENTIVAZIONE CHE TROVI
COLLOCAZIONE IN UN "CONTRATTO DI AGENZIA" TRA PRINCIPALE E
AGENTE(ESTERNO ALLIMPRESA IN QUANTO " ORGANIZZAZIONE DI FATTORI
ENDOGENI")
DISTINGUENDO:
COMPORTAMENTO OSSERVABILE DELLAGENTE
COMPORTAMENTO NON OSSERVABILE
CONCLUSIONI: IL CONTRATTO DI AGENZIA HA IL VANTAGGIO DI PORTARE A
CONFIGURARE "LIMPRESA" COME QUALCOSA DI "INTEGRATO" TRA FATTORI
ENDOGENI ED ESOGENI ALLA STESSA, MA TROVA I SUOI LIMITI NEL FATTO DI ESSERE:
UN CONTRATTO COMPLETO
E A DURATA UNIPERIODALE
CON ALTI COSTI INFORMATIVI