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Negli ultimi anni numerosi studi epidemiologici hanno consentito di identificare i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e di definirne il ruolo
predittivo. Recenti trial clinici hanno evidenziato la possibilit di prevenire le malattie coronariche sia nei soggetti sani (Prevenzione primaria), sia nei soggetti
gi affetti da cardiopatie (Prevenzione secondaria). Sulla base di queste evidenze sono stati elaborati dei programmi di prevenzione, che hanno contribuito a
ridurre la mortalit cardiovascolare del 40% dal 1978 ad oggi, nonostante ci, le malattie cardiovascolari costituiscono ancora la causa pi frequente di
mortalit in Italia e nei paesi occidentali e la loro incidenza in aumento nei Paesi in via di sviluppo.
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Tabella 1
Persistenza dei fattori di rischio dopo un evento coronario
Euroaspire
Fumo
Soprappeso (BMI>25)
Obesit (BMI>30)
Ipertensione
Ipercolesterolemia
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I
1995-96
II
1999-2000
19%
78%
25%
55%
67%
21%
81%
33%
50%
59%
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Il ruolo ambiguo dello Stato (produttore di tabacco e contemporaneamente fornitore di cure per le malattie causate dal tabacco);
1. strategia di popolazione, in altre parole modificare lo stile di vita e i fattori ambientali responsabili dellelevata incidenza delle patologie
cardiovascolari nella popolazione generale;
Tabella 2
Figure professionali
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Fase intensiva
Fase intensiva
Fase estensiva
Fase estensiva
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Italia
Europa
Italia
Europa
Infermieri (IP)
100
86,9
84,6
47,5
Terapisti della
riabilitazione
73,9
91,6
61,5
67,3
Dietisti
69,6
81,3
38,5
27,5
Assistenti sociali
30,4
58,6
23,1
16,3
Terap. Occup.
13,0
33,1
7,7
7,8
Gli infermieri che operano in ospedale, essendo a contatto con i pazienti nelle varie fasi del ricovero, dallingresso fino alla dimissione, e riuscendo a
conoscere, meglio di chiunque altro, il carattere del paziente, le sue abitudini, lo stile di vita, lambiente familiare che lo circonda, contribuiscono fattivamente
alla loro continuit assistenziale.
La prevenzione, lassistenza e leducazione sanitaria sono funzioni proprie dellinfermiere, da svolgere in stretta collaborazione con il medico e con
altri operatori.
Linfermiere professionale, nella prevenzione, svolge un ruolo determinante che pu diversificarsi in tre funzioni:
Funzione tecnica:
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Linfermiere collabora con il medico per lesecuzione di manovre di screening (prelievi per esami ematochimici, misurazione della pressione arteriosa ecc.) e
di indagini strumentali ( ECG, test da sforzo, ECG dinamico, ecocardiogramma ecc.) che consentono di definire il profilo di rischio di ciascun paziente.
Incremento dellattivit fisica: un esercizio aerobico ( camminare, nuotare, andare in bicicletta per almeno 60 minuti al giorno per 3-4 volte alla
settimana.
4)
Una corretta informazione sulle terapie somministrate e sulla necessit dei controlli periodici o di eventuali esami diagnostici. I farmaci da assumere
per la cura delle malattie cardiovascolari sono in genere prescritti per lunghi periodi o, in alcuni casi, per tutta la vita e la loro efficacia dipende dal
grado di adesione dei pazienti. Spesso il personale tecnico ed infermieristico il primo ad essere consultato dai pazienti circa le terapie da assumere e
sugli eventuali effetti collaterali lamentati. E evidente che un informazione inadeguata sugli scopi della terapia, sulle sue modalit di assunzione, sugli
effetti collaterali da essa determinati porta frequentemente alla sospensione della terapia, con conseguenze immaginabili.
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Negli ultimi decenni i ricoveri per scompenso cardiaco sono aumentati in modo esponenziale in tutti i paesi occidentali. Poich i costi per i ricoveri
rappresentano i 2/3 della spesa totale per lo scompenso, per contenere la spesa sanitaria sar quindi necessario ridurre il pi possibile i ricoveri stessi.Ebbene,
proprio per seguire meglio i pazienti con scompenso cardiaco, sono state realizzate le seguenti strategie, riconducibili a due modelli fondamentali:
-
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Processo di nursing
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Individuare la priorit di intervento in termini preventivi ed educativi (utilizzando la carta del rischio)
Per la prevenzione primaria potrebbero essere istituiti sul territorio degli ambulatori coordinati dagli infermieri, che agendo nellambito di protocolli
standardizzati e collegati a banche dati dei pazienti e con canali di comunicazione privilegiata sia con i medici di base sia con gli ambulatori ospedalieri,
andrebbero a segnalare i soggetti con il profilo di rischio elevato.
Per espletare a pieno titolo un ruolo efficace nel campo della prevenzione, linfermiere deve:
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Acquisire conoscenze e competenze specifiche nel campo della prevenzione delle malattie cardiovascolari;
Sviluppare capacit di comunicazione, attitudine al colloquio con i pazienti e i loro familiari, sensibilit nel trovare le parole giuste per informare
sulle cause della malattia, ricordare sempre che molto spesso pi importante far parlare piuttosto che parlare;
Avere dimestichezza con luso del computer, in particolare con sistemi informatizzati di archivio, gestione ed elaborazione dei dati.
La realt ancora lontana da quella auspicabile. Il personale infermieristico concentrato sul trattamento della condizione acuta del paziente, non sulla
riabilitazione o sul trattamento dei fattori di rischio. Gli stessi corsi di aggiornamento per gli infermieri sono per lo pi dedicati al trattamento delle patologie
acute, con scarsa attenzione ai problemi della prevenzione.
Purtroppo, la percentuale dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare che riceve un adeguato trattamento di prevenzione bassa in misura allarmante, questa
affermazione, tratta dalla XXVII Conferenza di Bethesda, suona come un appello agli operatori sanitari e a tutti coloro che hanno un ruolo nella Sanit a
dedicare maggiori risorse, sia economiche sia umane, alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Tutto ci, quindi, impone una riflessione, che diventa
ancora pi doverosa se si presta attenzione a quello che diceva P. White gi nel 1931: La malattia cardiaca prima degli 80 anni una nostra colpa, e non
frutto della volont di Dio o della natura.
BIBLIOGRAFIA
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Raccomandazioni operative a conclusione della III Conferenza nazionale sulla Prevenzione delle Malattie Cardiovascolari. Ital Heart J 2004; 5 (suppl 8): 122S-135S
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