Dal secondo dopoguerra ad oggi, lItalia ha preso parte a
75 missioni militari. Di queste ben 56(valutazione fatta alla data del convegno, il 2002,di cui questo saggio costituisce il testo)sono fatte tra il 1990 e il 2001 allorigine di un simile processo di intensificazione vi sicuramente il radicale mutamento del contesto internazionale a seguito della caduta del blocco comunista e il consequenziale mutamento degli equilibri mondiali che ruotavano attorno al bilanciamento duale allepoca della guerra fredda. Da considerare non solo la quantit ma anche la crescita qualitativa delle missioni italiane . Sono cambiati,e si sono resi sempre piu articolati,modalit e scopi degli interventi cui ha partecipato litalia.Sotto il termine ombrello di peace operations,si passati,nel tempo,da semplici missioni di ingerenza umanitaria,grazie allinvio di osservatori internazionali a (A)missioni di mantenimento della pace:peace keeping (B)missioni di formazione della pace e prevenzione dei conflitti:peace making (C)missioni di costruzione della pace:peace bulding (D)missioni di imposizione della pace : peace enforcement da to enforce: imporre,far valere questultime sono caratterizzate da modalit (coercitive)che prevedono luso della forza contro gli eventuali avversari della missione A queste missioni vanno poi aggiunte le operazioni di vero e proprio enforcement che pur configurandosi come ipotesi di utilizzo leggittimo della forza perch autorizzate previamente dalle Nazioni Unite-in sostanza non differiscono da un confronto fra potenze che comporti luso della forza ed hanno laspetto esteriore di operazioni di polizia internazionale
-la durata delle missioni e limpiego di uomini e mezzi, sono
assai variabili:alcune si sono esaurite in poco tempo,altre,come ad es.le 26 missioni italiane ancora in corso,hanno un carattere quasi permanente.inoltre alcune missioni dove ci sono molti militari ed altre dove la partecipazione dei militari italiani scarsa:poco + di 10 mila uomini La copertura internazionale: nella maggior parte dei casi si trattato di interventi svolti sotto legida di organizzazioni come lONU(28) e NATO (16),seguono poi operazioni autorizzate da specifici accordi internazionali stipulati con gli altri stati partecipanti,e con lo stato cui il terrirorio risulta interessato alloperazione. Lunica eccezione stato linvio nel 1987 di una squadra navale nel Golfo Persico per proteggere le navi italiane a seguito dellpattacco subito dal mercantile italiano Jolly Rubino dallattacco subito da parte dei guardiani della rivoluzione iranianideroga che sembrerebbe piu apparente che reale ,trattandosi di una decisione unilaterale del nostro paese,riguardante per un verso i soli natanti italiani,dallaltro le acque internazionali(e non le acque di alcuno stato) vista la quantit di missioni in cui litalia stata impegnata si giunti alla formulazione di una legge (la n.25 del 1997)per la decisione della procedimentalizzazione delle truppe italiane in missioni militari allestero(escludendo per il momento lapplicazione del procedimento delineato dallart 78 costituzione)tale legge stata abrogata espressamente dallart 2268 1 comma ,del d.lgs.N 66del 2010 recante il codice dellordinamento militare il primo comma di tale legge ,art 1 (attribuzioni del ministro della difesa,ristrutturazione dei vertici delle forze armate e del ministro della difesa dice che :il ministro della difesa attua le deliberazioni in materia di difesa e
sicurezza adottate dal governo,sottoposte allesame del
consiglio supremo di difesa e approvate dal parlamento(il consiglio supremo di difesa un organo previsto dallo.costituzionale,presieduto dal Capo dello Stato per esaminare questioni politiche e tecniche relative alla difesa nazionale) Tale legge delinea un percorso decisionale per quanto riguarda lutilizzazione delle nostre forze armate ,prevedendo (attraverso una procedimentalizzazione articolata intorno a ) un potere di codecisione a Governo ed a Parlamento,insieme a una potest di osservazione assegnata al consiglio supremo di difesasolo dopo che il parlamento ha approvato pu considerarsi concluso il processo decisionale e ha luogo il momento operativo di attuazione delle misure adotatte ad opera del ministro della difesa(parlamento si riappropria di una sfera di competenza ,non sixuro) Problemi ermeneutici= di interpretazione della legge numero 25 del 1997 (A) rapporto con larticolo 78 costituzione: art 78 :le camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al governo i poteri necessari (da legare allart 11) si cerca di capire se la legge numero 25 ,possa considerarsi recare una disciplina di attuazione nei confronti dellart 78 pur in assenza di uno specifico richiamocamere danno al governo i poteri necessari ,il governo delibera Nellart 1 della l.25 si vuole conciliare la tutela del ruolo di capo dello stato riguardo alla sua funzione di <<garanzia nella conservazione dello.costituzionale>> con la salvaguardia
(i) (ii)
da un lato del parlamento nellesercizio << con
metodo democratico della sovranit del popolo >>. Dallaltro del governo nel compito d <<realizzare le esigenze di sicurezza e difesa del territorio nazionale >> Le rispettive fattispecie appaiono non correlate n combinabili.
si potrebbe pensare che la l.25 metta in atto uno
schema procedimentale che culmina con la deliberazione dello stato di guerra , di modo che tale deliberazione del governo si mostrerebbe come atto impulsivo del procedimento stesso . Anche se facciamo finta che i problemi relativi alla compatibilit della disciplina con la forma legislativa o meno,della deliberazione, non ci sianoce ne freghiamo che la forma legislativa e non dovrebbe essere attuata dal governo, vi un certo disagio nel qualificare la deliberazione parlamentare relativa allo stato di guerra come atto di approvazione della decisione assunta dal governo. Anche se ipotizziamo che la disciplina in esame strumentalizzata(volta a )ad attuare la decisione delle camere sullo stato di guerra , difficile pensare di armonizzare livi sancito principio di esclusiva competenza del ministro della difesa allattuazione delle deliberazioni in materia di difesa e sicurezza e limpianto complessivo nella disposizione costituzionale in parola, incentrato sulla logica di affidamento allintero governo del compito attuativo del deliberato parlamentare. .
senza poi dire che nel rispetto dellart
87,comma 9 della costituzione,lintervento del
capo dello stato nella vicenda innescata dalla
deliberazione dello stato di guerra sarebbe a posteriori risperro a quello operato dal parlamento,a seguto della dichiarazione dello stato di guerra: ( 87 a posteriori 78) e qualora si procedesse contestualmente al conferimento al governo dei poteri necessari,lo spostamento conseguente delle competenze costituzionali potrebbe finire per travolgere anche liter procedurale delineato dalla l.25 78 e 25: non collegati,sebbene le due fattispecie non sono necessariamente distinte. Questione della forma della decisione Bisogna poi considerare il problema della forma dellintervento approvativo delle camere delle deliberazioni del governo.Nella legge infatti si parla genericamente di deliberazioni approvate dal parlamento.Come va intesa questa espressione che in s parebbe lasciare aperta ogni scelta possibile per quanto riguarda la determinazione delle modalit di approvazione delle camere ,e quindi del tipo di atto da adottare da parte di questutilme? Nella legge c genericit. Parere del prof carnevale possibile e si deve preferire unapprovazione in forma non legislativa, mediante votazione su tipici atti di indirizzo politico propri dello.parlamentare . Tale tipo di approvazione decisamente pi in linea con quanto si dice nella lettera a) della l.25,in cui quando si parla di attuazione da parte del ministro della difesa delle deliberazioni del governo approvate dalle camere ,si allude chiaramente ad un atto di approvazione parlamentare che ha accesso alle decisioni del governo ab externo, col fine di consentirne la concreta applicazione piuttosto che a una sussunzione nelloggetto proprio di una legge. Il Ministro
della Difesa non dovrebbe infatti tanto discutere di
attuazione delle deliberazioni del governo, quanto piuttosto di applicazione della legge tout court. Peraltro utile giungere ad unaltra considerazione:in questo caso potremmo anche non ricorrere n alluna n allaltra delle condizioni richieste per giustificare la forma legislativa perch non vi una specifica prescrizione costituzionale_(che ce lo impone)lattribuzione non ha carattere obbligatoriamente normativo,e non ha il carattere obbligatoriamente non normativo Sia infatti alla luce del criterio normosostia Inoltre,che senso avrebbe prescrivere una cosa scontata,ossia lapprovazione parlamentare di un disegno di legge deliberato dal consiglio dei ministri? Va poi osservato che lapprovazione mediante legge (in forma legislativa) non aggiungerebbe nulla a quanto ottenibile grazie a una deliberazione non legislativa delle camere. Lapprovazione parlamentare non inciderebbe in nulla circa lobbligo di attuazione delle decisioni del Consiglio dei ministri da parte del ministero della difesalegge o meno non cambierebbe le cose Prassi del ricorso al decreto leggenon di rado,quando si fatto ricorso al decreto legge,il Governo ha portato a conoscenza del Parlamento le proprie decisioni presentando alle Camere il disegno di legge di conversione di un decreto-legge che conteneva le predette misure di copertura.Si tratta di una soluzione discutibile,in quanto viene aggirata la catena decisionale prefigurata della l.25 e di conseguenza,si determina un sostanziale spossessamento del Parlamento per quanto riguarda la sua potest decisionale,questo.(soluzione discutibile perch non rispetta la l.25) (i)sia riguardo allimmediata percettivit