4. L'ARTE:
I romantici cercavano dunque altre vie d'accesso all'infinito. Quest'ultima era per loro il
sentimento (categoria spirituale che fino ad allora si aveva sempre ignorato), interpretato come un
insieme di emozioni indescrivibili, con il quale la ragione non ha niente a che vedere (citazione: il
pensiero non altro che un sogno del sentimento "Novalis") e viene ritenuto in grado di poter
oltrepassare quei famosi limiti di cui Kant ha tanto parlato e di poter giungere alla conoscenza
primordiale. Il sentimento visto come l'infinito stesso.
Data una definizione di come i romantici vedevano il sentimento, bisogna ora vedere come
ritenevano che esso si potesse esprimere. La sua forma espressiva , appunto, l'arte.
Per i romantici l'arte aveva tre valori principali:
1. Un valore conoscitivo, secondo cui si riteneva che con l'espressione artistica si potesse dare una
spiegazione di molte cose, tra le quali linfinito.
2. Un valore creativo- divino, in quanto il poeta o il pittore era ritenuto come una sorta di genioDio, le cui opere non erano altro che libere creazioni, con le quali egli poteva esprimere ogni
emozione o sentimento, proprio come un Dio nel momento della creazione e da qui abbiamo la
relazione Dio: universo = artista: opera d'arte.
3. il poter andare oltre l'esperienza: ogni artista, attraverso le proprie opere, era in grado di poter
superare i limiti della conoscenza, a modo suo ovviamente, ma dal momento che veniva
paragonato a Dio, nessuno gli impediva di poter rappresentare ci ke meglio per lui
rappresentava l'infinito.
I romantici rifiutarono il classicismo, il quale prevedeva il principio di imitazione, tanto ke nelle
opere classiche vigeva l'armonia delle regole e dell'equilibrio. Invece l'estetica romantica era
un'estetica ella creazione, nella quale l'artista era totalmente libero di rappresentare ci che voleva.
Da qui abbiamo un'assolutizzazione dellarte, ritenuta in grado di trascendere i limiti del finito.
In conclusione, l'arte non altro che la libera e totale espressione del sentimento ed il genio colui
che dal nulla crea qualcosa, come Dio, potendo cos superare ogni limite della conoscenza.
5. LO SPIRITO RELIGIOSO E LA RAGIONE DIALETTICA:
Come strategia per giungere al sentimento e al vero sapere ecco che i romantici riscoprono la
religione e le danno una notevole importanza; in particolare, proprio con questo rifiuto cos marcato
della divinit dell'illuminismo (kant era agnostico ad esempio) loro si "scagliano" dalla parte
opposta andando proprio anche a riscoprire le fedi positive, che sono quelle religioni naturali con
l'aggiunta di tutta quella costellazioni di riti e liturgie.
Ecco, un esempio Schlegel, il quale abbraccia il cattolicesimo (e non il protestantesimo ad
esempio) proprio perch il cattolicesimo pi coinvolgente con tutti i suoi riti, le sue liturgie,
ecc.. .
Tuttavia questo non fu l'unica altra via per raggiungere il vero sapere:
Hegel rappresent, per esempio, una eccezione, in quanto egli non abbracciava la religione, ma
neanche l'illuminismo bens prendeva il discorso kantiano sulla ragione e sull'intelletto
(propriamente detti) e diceva che l'intelletto aveva le colpe ed i "difetti" che loro avevano
scagliato alla scienza mentre abbraccia la ragione, in senso dialettico arrivando a dire che solo
tramite la ragione dialettica che arriviamo alla conoscenza vera e quindi anche all'infinito
7. LUOMO SPIRITO:
Da una nota frase di Fichte (o fiche x gli amici) possiamo dedurre che l'uomo non ha un'essenza
immutabile e predeterminata, ma se la crea da solo, ed ha quindi un'essenza dinamica, in continuo
divenire. La nostra essenza viene costruita attraverso l'azione e l'essenza dell'uomo non pu essere
altr oche la libert.
Nel 1794, Fiche scrisse la "dottrina delle scienze" in cui esponeva il suo pensiero circa l'esistenza,
intesa come un rapporto dialettico (di interazione) tra l'io e il non-io.
6. IL SENSO DELLINFINITO:
L'infinito il protagonista principale del movimento romantico: con esso e in esso l'uomo pu
raggiungere la Verit, andare oltre quelle che sono le barriere filosofiche dellilluminismo e di Kant,
e avvicinarsi egli stesso alla forma perfetta e infinita di essere (dio) - ne esempio la proporzione
dio:creature = artista:quadro - . A questo punto, dobbiamo considerare i vari modi in cui questo
"infinito" era concepito:
8. LEVASIONE:
Ecco che la mentalit romantica, intesa come ribelle e anticonformista (per alcuni sensi), si
concretizza nel tema dell'evasione: lo spirito ribelle romantico vuole evadere da tutto ci che
quotidiano e monotono, vuole abbandonare il comune "finito" quotidiano per darsi ad
esperienze uniche e travolgenti (ecco che anche la droga era un utile mezzo per fare queste
esperienze); parallelamente a ci, viene riscoperto anche il medioevo, con tutti i usoi miti e le sue
leggende, proprio per andare alla ricerca del tenebroso, dello strano e del magico (Bram stoker per
esempio, l'autore di Dracula, era un romantico).
Ovviamente questa evasione si concretizzava maggiormente nell'arte (altro tempo), in cui lo spirito
romantico, senza limiti di nessun tipo dava voce ai suoi sentimenti, creando come un'atmosfera da
"sogno" (altro luogo) anche nelle sue opere.
Ci si lega fortemente alla figura del romantico come viaggiatore; ma, il viaggiatore non era inteso
come colui che viaggiava in mezzo alle citt per conoscere costumi ed abitudini dei posti, ma come
un vagabondo infelice che vagabondava senza meta
8.1. LARMONIA PERDUTA:
1. periodo classico: in cui tra uomo e natura e tra individuo e societ vi era un rapporto basato
sulla comunione e la spontanea e immediata identificazione. l'uomo non vedeva un nemico nella
natura ma si sentiva parte di essa e viveva in armonia con essa. Stessa cosa nel rapporto tra
individuo singolo e societ, il singolo io non viveva il rapporto con gli altri con conflittualit, ma si
sentiva integrato in una societ in cui aveva un suo ruolo e la sua vita aveva un suo senso, non vi era
scontro con la societ. Questo periodo identificato con quello dell'et classica (lo stesso degli
umanisti e dei rinascimentali, il mondo greco romano). In questo modo la vita non era una lotta per
la propria affermazione contro gli altri e la natura, ma la vita di ogni individuo aveva un suo senso
compiuto, ciascuno aveva un proprio ruolo e trovava negli altri e nella natura immediato
soddisfacimento alle proprie esigenze.
2. rottura dell'unit: a questo periodo di segue uno rottura dell'unit tra uomo e natura e individuo
e societ. La natura diventa un nemico, una forza da sottomettere e controllare, piegandola ai
propri bisogni e questo avviene attraverso la scienza, con cui l'uomo sottomette la natura al proprio
volere e non vede pi in essa la propria dimora e non si sente pi parte di essa. La natura va
sottomessa con la tecnica e piegata alla volont dell'uomo, non pi il luogo della bellezza e
dell'armonia. Stessa cosa avviene nel rapporto con gli altri e la societ. L'individuo singolo entra
in conflitto con la societ, questa quel non io che si oppone alla realizzazione dei suoi deisderi e
vivere significa (vedi il concetto dialettico di esistenza come lotta tra io e non io e streben)
combattere con gli altri e con le forme dell'organizzazione sociale per affermare la propria volont
contro la volont degli altri.
3. periodo: il senso dell'unit perduta, della fratellanza con gli altri e delle proprie radici naturali
diventa cos una delle esigenze che il poeta e l'artista romantico cercano di realizzare, ritornare alla
natura e a un rapporto autentico e non conflittuale con gli altri sono obiettivi della societ futura e
ogni autore romantico cerca di individuare delle vie per realizzare questo ritorno all'unit. Tale
riconquista dell'armonia porta avvenire attraverso la politica (il concetto di nazione come unit di
popolo basata sulla comune storia, lingua e tradizione), attraverso la poesia e l'arte (capaci di
costituire un comune patrimonio in cui tutti possano riconoscersi, vedi romanzo storico), attraverso
l'amore (visto come fusione tra due singoli) ecc ecc.