L’Islàm
Il Profeta Muhammad(*)
1. La città di Mecca
2. L’infanzia
3. L’ investitura apostolico-profetica
4. Il culto di Allàh
6. La persecuzione
10. Le battaglie
1. Insegnamenti
2. Florilegio di detti attribuiti al Profeta(*) sull’autenticità dei quali non v’è dubbio
• Riguardo Dio
• L’ Islàm e i musulmani
Bibliografia
Prefazione
La Lode spetta ad Allah, noi Lo lodiamo e chiediamo a Lui la Guida ed il Perdono,
chiediamo a Lui che ci allontani dal peccato e che ci mostri la Sua Via, ci protegga dal
male delle nostre azioni e dei nostri pensieri, e ci faccia vivere e morire come musulmani.
Suo è il miglior discorso, e il miglior esempio di vita è l’esempio di vita del profeta
Muhammad che Allah lo benedica e l’abbia in gloria.
Il presente libro divulgativo sulla persona del Profeta Muhammad -Dio lo benedica e
l’abbia in gloria1- vuole essere una risposta alle vignette blasfeme prodotte in Danimarca
e pubblicate da molti giornali europei. Innanzi tutto il mio riconoscimento va a quanti si
sono espressi contro di esse e la loro pubblicazione, dando prova di maturità intellettuale
ed equidistanza. Questa triste vicenda ha evidenziato come vi siano altri ancora che
invece, dietro la facciata della libertà d’espressione e di stampa sfogano i loro impulsi
xenofobi razzisti.
Conclusione unica al quale sono pervenuto, infatti se non per una deriva di ostilità, per
quale motivo si è scelto di produrre e pubblicare delle immagini offensive per un miliardo
e mezzo di persone nel mondo? Certo non si può addurre come motivazione la presenza
di troppi clandestini dediti alla criminalità presenti ormai come una piaga nel territorio,
difatti essi non hanno nulla a che vedere con l’uomo che si è preso di mira con “quelle”
vignette. Né tanto meno si può dire che siano state mostrate a causa del, presunto,
pessimo comportamento dei musulmani, del timore che essi incutono, o meglio della
inquietudine che il non conoscerli incute, altrimenti si sarebbe dovuto rappresentare
tramite la satira quella serie di caratteristiche invise. No, niente di tutto ciò, anche se è
pur vero che la comunità islàmica mal rappresenta i nobili valori dell’Islàm, o per
ignoranza, o semplicemente perché non ancora capace, come gruppo sociale, di accedere
a quella visibilità finalizzata all’espressione della propria posizione in maniera univoca.
I detti riferiti al Profeta(*), per dar prova della loro autenticità sono generalmente
corredati dalla trascrizione del compagno di lui che ha riportato il detto, e dal ricercatore
che lo ha trascritto in una delle raccolte affidabili dei detti del Profeta(*).
Che Iddio Onnipotente accetti questo mio sforzo; a Lui spetta la lode, la Sua pace e le
Sue benedizioni siano sul Profeta Muhammad sulla sua famiglia e sui suoi Compagni e su
quanti si impegnano per la Sua causa.
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1- D’ora in avanti per ricordare l’elogia dovuta alla menzione del Profeta porrò un
asterisco tra parentesi.
2- Ho trascritto talvolta Iddio o Dio, talvolta Allàh,considerato tra i suoi Nomi quello più
simile a nome proprio.
L'Islàm
La parola Islàm, significa letteralmente sottomissione, ed è quindi un attributo.
Ogni realtà esistente è sottomessa a leggi fisiche ed elettro biochimiche che ne regolano
le funzioni e le dinamiche, evoluzioni, e scopi.
﴾E' un segno per loro la notte che spogliamo del giorno ed allora sono nelle tenebre.
E corre il Sole verso un luogo di pace, così ha stabilito il Possente Sapiente. -,E alla
luna fissammo dimore nel cielo, finché torna ricurva come un vecchio ramo di
palma -,Non sta al sole raggiungere la luna e neppure alla notte sopravanzare il
giorno. Ciascuno vaga nella sua orbita.﴿ XXXVI;37/40
La creatura umana è anch’essa sottomessa alle stesse leggi, e tanto quanto l’universo,
neanche l’uomo può eludere l’obbedienza a tali leggi senza che ciò vada a deperimento
della propria condizione. Ma, diversamente dal resto del creato, egli dispone di una
peculiarità: la dimensione dell’intelletto. Ha cioè la facoltà di elaborare le conoscenze e
dargli un valore soggettivo, può quindi accettare o rigettare, approvare o disapprovare, ed
in base a questo discernimento scegliere come comportarsi. L’uomo è dotato del libero
arbitrio.﴾ Per l’anima e Chi la plasmò -, e pietà ed empietà le ispirò. ﴿ XCI; 7/8
Con il discernimento, può scegliere di uniformarsi alle regole dategli dal suo Creatore e
Signore, completando così la sottomissione naturale della dimensione fisica con la
sottomissione volontaria della dimensione dell’intelletto, e quindi dell’azione; Il suo
Islàm è così genuino e diremo che ha raggiunto la perfezione umana, ed è perciò un
musulmano e uomo completo.
Le varie religioni d’altronde, si presentano tutte come uniche latrici della Verità, ma
avendo nella loro visione differenze sostanziali con le altre fedi, precludendosi a vicenda
il diritto di affermarsi come verità assoluta, sarà necessario capire quale fra tutte sia la
Vera Religione attraverso la loro riesamina.
Il rapporto tra Dio e la sua creatura ha avuto in noti uomini il suo fulcro, essi furono i
messaggeri di Lui dal quale ricevettero, attraverso le rivelazioni, le direttive da divulgare
all’umanità per soddisfare il diritto di Dio di essere riconosciuto quale Creatore,
Legislatore ed Unico destinatario dell’adorazione umana. ﴾E un Messaggero
suscitammo in ogni nazione, ad annunciare: Adorate Allàh ed evitate i Taghut (gli
idoli)” ﴿ XVI; 36
Tale Guida trova il compimento finale nel Sublime Corano, rivelazione conclusiva di
portata universale affidata al magistero profetico di Muhammad(*), discendente di
Ibrahim, che Dio pose ad esempio di credente per tutta l’umanità. ﴾Benedetto Colui che
ha fatto scendere il Discrimine sul Suo servo, affinché potesse essere un ammonitore
per tutto l’Universo﴿ XXV; 1
Solo la disposizione dell’animo verso Dio, renderà ricettivo il cuore alla conoscenza della
Realtà invisibile testimoniata dal Sublime Corano, avendone preventivamente
testimoniata la provenienza divina. Realtà che riguarda la qualità di Dio i Suoi Attributi,
l’origine ed i segreti intrinseci dell’esistenza e della Vita dopo la morte.
Queste conoscenze, sono raggiungibili solo attraverso l’apprendimento di ciò che Dio ha
detto in proposito; l’insieme di queste nozioni fondamentali si chiamano articoli di Fede,
più precisamente Iman.
Gli articoli di Fede (Iman) sono sei, ed il Musulmano ne ha certezza completa, essendo
essi Rivelazione del Suo Creatore:
Credere negli Angeli, creature di luce, che sovrintendono per conto di Allah all’ordine
universale.
Credere nei Libri da Lui rivelati, per mezzo del quale ha guidato l’umanità verso il
Sentiero che porta al soddisfacimento di Allah. (Torah, Salmi, Vangelo, Corano)
Credere nei Messaggeri, gli uomini per mezzo dei quali Allah ha reso chiara la Sua
Volontà e dato informazioni della Realtà Invisibile.(Latori di Libri Rivelati alcuni,
Messaggeri senza Libri altri).
Credere nel Giorno del Giudizio, in cui ogni uomo, dopo essere stato risuscitato, sarà
sottoposto al Giudizio di Allah, sulla base del valore delle intenzioni, e delle conseguenti
azioni. L’esito positivo del Giudizio, garantirà, non senza la Misericordia di Allah, la
Beatitudine Eterna; Al contrario l’esito negativo, condannerà l’uomo alla Dannazione
eterna.(che Allah ce ne scampi)
Credere nel Decreto Divino. Tutto ciò che accade, accade per Volontà di Allah, sia che
ci sembri favorevole o sfavorevole.
Chi crede fermamente nei sei articoli dell’Iman è un mu’min, cioè credente.
Le sue azioni tenderanno quindi sempre alla soddisfazione del Legislatore Supremo
e si tradurranno nella sottomissione in tutte le sfere della vita: Rapporti sociali, rapporto
con il creato, e fondamentalmente il rapporto con Allàh sarà sempre espressione della sua
fedeltà.
﴾ Coloro che credono nell'invisibile, assolvono all'orazione e donano di ciò di cui Noi
li abbiamo provvisti, -, coloro che credono in ciò che è stato fatto scendere su di te e
in ciò che stato fatto scendere prima di te e che credono fermamente all'altra vita.-,
Quelli seguono la guida del loro Signore; quelli sono coloro che prospereranno.﴿ II;
3/5
Per soddisfare appieno il diritto del Creatore, attraverso ciò che Egli ha ordinato, il
credente svolgerà quegli atti cultuali e di rito che traducono la sua Fede in atto pratico.
Tali atti sono i Pilastri dell’Islàm (Arkan all’ Islàm) con i quali Allàh ha disposto e
scandito la vita del credente nel Suo ricordo ed adorazione:
Ash-Shahada: La testimonianza di fede, consiste nel affermare che non v’è divinità
fuorché Allàh, e che Muhammad è Messaggero di Allàh e Suo servo.
Traducibile nel riconoscimento del diritto del povero sul ricco, diritto stabilito da Allàh
con valenza purificatoria dei guadagni (leciti), e giustizia sociale.
As-Siam: È l’astensione totale da cibo, bevande e rapporti sessuali, dalle prime luci
dell’alba al tramonto durante il nono mese dell’anno lunare; il mese di Ramadan, in cui fu
Rivelato il Sublime Corano. Il digiuno di Ramadan serve ad abituarsi a comandare le
passioni, per poter meglio dedicarsi sulla Via di Allàh.
Al-Hajj: È il Pellegrinaggio alla Sacra Casa di Allàh: la Ka’ba, sita alla Mecca, durante
la prima decade dell’undicesimo mese dell’anno lunare, il mese di Dhul-Hijjah. Rito
obbligatorio quando se ne concretizzano le condizioni, almeno una volta nella vita.
La Fede sincera e la pratica degli del culto eseguiti con retta intenzione e nel migliore dei
modi sono la struttura portante della vita di un Musulmano, il quale si sforzerà inoltre
affinché la Parola di Allàh sia la più alta, e che venga riconosciuto il Suo diritto.
Hanno detto di Muhammad (PBL)
Di seguito le citazioni riguardo il Profeta Muhammad(*), tratte da opere di grandi uomini
e pensatori della storia.
“O capo dei credenti! Il mondo, non appena ti intese, credette alla tua parola.
Il giorno in cui nascesti apparve una stella e tre torri del palazzo di Chosroe caddero!
Non è verosimile che un uomo possa guadagnare la fiducia dei suoi contemporanei in
modo, si può dire, tanto illimitato…
“Dobbiamo ammettere che sottrasse quasi tutta l’Arabia all’idolatria, insegnò l’Unità di
Dio…
insegnata da un uomo sempre vittorioso abbia soggiogato una parte della terra…
Saggia perché non cadde nella demenza di dare a Dio degli associati, e perché non ha
misteri;
Severa perché proibisce i giochi d’azzardo, il vino, i liquori forti,
Voltaire (1694-1778)
fu un profeta”.
Ciò premesso esamineremo dalla Bibbia quei versi che, evidentemente informano
riguardo al Profeta Muhammad(*) ed alla sua missione apostolica.
Uno dei maggiori pregiudizi è considerare come benedetta da Allàh in Abramo, solo la
stirpe di Isacco, quella israelita. Ammettendo come il “Vecchio Testamento”, rappresenti
la tradizione, la storia ed il mito del popolo ebraico, risulta scontato come sottolinei la
giudaicità nel rapporto creazionale, cioè si dedichi sostanzialmente ai profeti israeliti e
del rapporto loro con Dio. Ma è legittimo pensare che Dio si rapporti con altre comunità?
Senza esitazioni rispondiamo si.
In virtù dell’Alleanza Iddio prometterà gloria e terra ai discendenti di Abramo, è noto poi
l’allontanamento verso il Paran2 di Agar e del primogenito di Abramo: Ismaele,
occasione nel quale Iddio riaffermerà la benedizione su di esso: “Dio udì la voce del
fanciullo e l’Angelo dal cielo le disse: “Che hai tu Agar? Non temere, perché Dio ha
ascoltato la voce del ragazzo là dove si trova. Alzati! Solleva il ragazzo e stringi con
la tua mano la sua, perché Io ne farò una grande nazione!” Genesi;21/17parziale
A questo punto pare che Ismaele e la sua progenie non abbia più alcun ruolo significativo
nella Bibbia, ma non è così: “Questa è la benedizione con cui Mosè, uomo di Dio,
benedisse i figli di Israele prima di morire. Disse: Il Signore è venuto dal Sinai, sorse
per essi da Seir; brillò dal monte Paran…” Deuteronomio; 33/1-2
Stando a questi versi Iddio si manifestò sul Sinai con il primo codice dato a Mosè, suscitò
per essi(giudei) in Seir(un monte in Palestina)e con tutta probabilità si riferisce a Gesù ed
al Vangelo, e brillò dal monte Paran, là dove sono i discendenti di Ismaele! Chiaro
riferimento a Muhammad(*) e al Sublime Corano.“Io susciterò loro un profeta in
mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto gli
comanderò. Allora chi non ascolterà le Mie parole, che dirà in nome Mio, gliene
chiederò conto.” Deuteronomio; 18/18
L’identità del Profeta menzionato rimane un mistero, i tentativi di farla aderire al Messia
trova proprio nei vangeli l’ostacolo maggiore: “Ora, questa è la testimonianza di
Giovanni, quando i Giudei gli mandarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti per
domandargli: “Tu, chi sei?”. E professò e non negò e professò: “Io non sono il
Cristo”. Gli domandarono: “Chi sei tu allora? Sei Elia?”. Egli dice: “Non lo sono”.
“Sei il Profeta?” Rispose:“No”. Giovanni; 19/2
Verso la fine della sua missione Gesù annuncia, secondo l’evangelista Giovanni, alcuni
degli avvenimenti futuri in questi termini: “Ma io vi dico la verità: è meglio per voi che
io parta; perché se non parto, il Paraclito3 non verrà a voi”. Giovanni 16/7
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1- Riportate cioè le loro tradizioni, ebrei, o quelle da loro trasmesse(tratto da :Il Giardino
dei Devoti. S.I.T.I.)
2- Genesi; 21/21
E ancora: “Ancora ho molte cose da dirvi, ma non le potete portare per ora. Quando
verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà in tutta la verità. Non parlerà infatti da se
stesso, ma quanto sentirà dirà e vi annunzierà le cose venture”. Giovanni; 16/12-13-
14.
Il Messia sa di non essere il Sigillo dei profeti, difatti svela agli apostoli la prossima
venuta di colui al quale “l’obbedienza dei popoli” è dovuta, come profetizzato
anticipatamente all’inizio del rapporto tra Dio e l’umanità, smentendo la convinzione che
alla casa di Israele appartenga l’esclusivo privilegio di guida religiosa dell’umanità,
affermazione, peraltro, in contrasto con i testi: “Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il
bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà lo Shiloh4 a cui è dovuta
l’obbedienza dei popoli”. Genesi; 40/105
Con quanto mostrato si afferma senza dubbio alcuno che la missione profetica non si
conclude con Gesù il Messia figlio di Maria, ma il sigillo sarà posteriore e si manifesterà
dal Paran,terra di Ismaele, della discendenza di Abramo, e sarà il Profeta che proferirà ciò
che Egli gli avrà rivelato, e la sua missione sarà rivolta a tutti i popoli: ﴾…La Mia
misericordia abbraccia ogni cosa. Io la ascriverò a coloro che [Mi] temono e pagano
la zakat, a coloro che nei Nostri segni credono. -, Coloro che seguiranno il Mio
Messaggero, il Profeta illetterato6 che essi trovano annunciato presso di loro nella
Torah e nell'Ingil(Vangelo), che ordinerà lo azioni lodevoli e le biasimevoli proibirà,
che dichiara loro lecite le cose buone e illecite le immonde e li allevierà dei legami e
delle catene che pesano su di loro. Coloro che crederanno in lui, lo onoreranno, lo
assisteranno e seguiranno la luce che è scesa con lui, invero prospereranno» .-,Di': «
Uomini, sono io il Messaggero di Allah a voi tutti inviato da Colui al Quale
appartiene il Regno dei cieli e della terra. Non c'è altro dio all'infuori di Lui, Colui
che dà la vita e dà la morte. Credete dunque in Allah e nel Suo Messaggero,il
Profeta illetterato che crede in Allah e nelle Sue parole, e seguitelo, a ché per
avventura possiate essere diretti al bene».﴿ VII; 156/158
4- Dall’ebraico shiloh che significa “inviato” “ colui che viene”. Vedi Giovanni; 9/7 “Và
e lavati alla piscina di Siloe(che significa inviato)” dalla Bibbia ebraica: = הליש אביcolui
che viene
5- la traduzione cattolica CEI; differisce da “La Bibbia- nuovissima versione dai testi
originali” ed. San Paolo, dove il termine Shiloh viene colpevolmente eliminato
stravolgendo il senso fondamentale del verso, che sottolinea il passaggio della guida
dell’umanità, dalla casa di Giuda(Gesù discende da Giuda) a colui al quale appartiene.
6- Ummiyy; Tradotto con illetterato, senza una scrittura o cultura di riferimento, e non
con gentile che sarebbe sinonimo di pagano.
Il Sigillo dei Profeti(*)
Il musulmano testimonia che Muhammad(*) è l’ultimo degli Inviati, al quale Allàh ha
consegnato, con il Sublime Corano, l’ultimo Testo Rivelato. In proposito riporta Abu
Hurayra che il Messaggero(*)disse: “I figli di Israele, li governavano i profeti, e quando
un Profeta moriva, gli succedeva un altro; ma non ci sarà profeta dopo di me: dopo di me
ci saranno dei vicari, e moltiplicheranno”. (Trascritto da Bukhari e Muslim). Con ciò si
intende Il Sigillo dei Profeti, nel senso che dopo di lui non vi sarà più alcun uomo inviato
da Dio come profeta o messaggero latore di un Libro Rivelato o incaricato di
trasmetterNe ulteriori disposizioni investito di dignità profetica.
empi ﴿. IX; 24 ﴾Allah e i Suoi angeli benedicono il Profeta. O voi credenti, benedite lo
e invocate su di lui la pace.﴿ XXXIII; 56
Fatto assolutamente proibito è invece l’adorazione del Profeta e qualunque culto della sua
persona o celebrazione alla sua tomba.
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Il quale forma, insieme con il Sublime Corano, il corpus di insegnamenti sul quale i
credenti fondano la propria vita, e quella della Umma (Comunità di credenti) ﴾ Ti
abbiamo inviato come misericordia dell’universo﴿ XXI;107. ﴾Voi avete nell’Apostolo
di Allàh(*) il modello esemplare di comportamento, per chi spera in Allah e
nell'Ultimo Giorno e ricorda Allah frequentemente . ﴿ XXXIII; 21
La Sunna trasmette quindi le regole da seguire nella sfera del lecito ed in quella
dell’illecito, e traccia i principi guida utili a derimere ogni questione che riguardi
qualunque aspetto della vita umana, nel personale come nel sociale. ﴾Prendete quello
che il Messaggero vi dà e astenetevi da quel che vi nega e temete Allah.﴿ LIX;07
Uniformare la propria vita secondo i precetti coranici e della Sunna è un obbligo per
coloro che credono e si vogliono sottomettere a Dio.
Da allora Mecca divenne il centro religioso di tutta l’Arabia e meta di pellegrinaggio dei
credenti. Nel tempo però il culto monoteista venne inquinato dalla presenza di idoli,
finché divennero essi il riferimento cultuale, trasformando la Ka’ba, in un tempio pagano.
Ora il pellegrinaggio persisteva rivolto a tali aberrazioni religiose. Mecca conservò così il
privilegio di centro religioso, inoltre trovandosi sulla antica via delle spezie che
attraversava la penisola araba dallo Yemen alla Siria, godeva di una frizzante attività
commerciale. Approfittando di questa situazione, alla città della Mecca fu sempre
riconosciuto un prestigio ineguagliato in tutta l’Arabia, ed i Meccani, in particolar modo
la tribù dei Quraysh ne erano i fortunati “principi”, che più di tutti seppero trarre
vantaggio dallo sviluppo delle attività commerciali garantite dal continuo confluire di
pellegrini verso la Ka’bah.
Fuori dall’area arabica né Mecca ne altre città possedevano grande influenza8, anzi, il
peso politico internazionale dell’Arabia fu veramente marginale fino a quel momento, ma
qualcosa sarebbe successo di li a poco.
L’infanzia:
Era usanza presso gli arabi della Mecca affidare i bambini a balie beduine, affinché gli si
temprasse il corpo, lo spirito e imparassero la lingua araba pura, non inquinata dalle
contaminazioni di culture esterne da quella della penisola arabica.
Il piccolo Muhammad(*) perderà, oltre il padre già morto prima che lui nascesse, la
madre ed il nonno Abdu-l-Muttalib, e verrà affidato allo zio Abu Talib.
Con il quale si recava occasionalmente a Damasco per dei commerci, in uno di questi
viaggi (583 d.c.), un anacoreta, di nome Bahira, in eremitaggio nei pressi della strada
percorsa dai nostri, interessato dai segni che accompagnavano qualcuno in mezzo ai
carovanieri, li invitò a pranzare presso di lui, accertatosi che tutti fossero presenti,
riconobbe in Muhammad(*) il Sigillo dei Profeti, e ammonì lo zio delle difficoltà che
avrebbe incontrato il giovane allorquando si manifesterà come Messaggero di Dio(Allàh),
e lo raccomandò di proteggerlo dagli ebrei, i quali se avessero saputo riguardo
Muhammad(*) quel che lui sapeva, avrebbero tentato di eliminarlo.
L’ investitura apostolico-profetica:
Muhammad(*) con il passare del tempo diventerà un’affidabile commerciante e si
guadagnerà la stima dei suoi contemporanei, i quali lo soprannomineranno al-Amin, il
Fidato.
Tale stima lo porterà a svolgere dei commerci per una nobile donna di nome Khadija, che
innamoratasi di lui lo richiederà in sposo, ed egli acconsentirà, gli darà tre figli maschi,
Qasim, Tayyb, e Tahir che moriranno in tenera età, e quattro femmine, Ruqayya, Zainab,
Umm Khultum e Fatima.
Muhammad(*) fu uomo equilibrato, non adorava gli idoli e la ricerca della Verità lo
portava periodicamente a compiere dei ritiri spirituali. Nel 610 d.c. nella terza decade del
mese di Ramadan(anno lunare) durante uno di questi ritiri spirituali sul monte Hira,
prospiciente Mecca, Muhammad(*) riceve la prima Rivelazione.
Racconterà questo avvenimento alla moglie che lo sosterrà in quei primi momenti
difficilissimi rincuorandolo. Il Profeta(*) interrogato in proposito dirà: “Ero dormiente
quando mi si presentò Jibril, mi disse “Leggi”!, non sono lettore risposi, poi ancora
ripeté: “Leggi”!...di nuovo risposi, non sono lettore, allora mi cinse con le ali al suo petto
e quasi mi mancava il respiro e disse: ﴾Leggi! Nel nome del tuo Signore che ha creato -,
ha creato l’uomo da un’aderenza -, leggi che il tuo Signore è il Generosissimo -,
Colui il quale ha insegnato l’uso del calamo ed ha insegnato all’uomo ciò che non
sapeva.﴿ XCVI; 1/5 “Mi precipitai giù dal monte, ma ovunque volgessi lo sguardo
nell’orizzonte vedevo Jibril nella sua forma di luce che mi diceva “ Tu sei il Messaggero
di Allàh ed io sono l’angelo Jibril”
Il culto di Allàh:
Ebbe così inizio il magistero profetico di Muhammad(*), inizialmente la predicazione fu
privata, e aderirono all’Islàm molte delle persone a lui vicine, e alcuni, pochi in verità,
dignitari della Mecca. La prima fu la moglie Khadija, poi suo cugino ‘Alì, il figlio
adottivo Zayd, i futuri generi Abu Bakr,‘Uthman ibn ‘Affan, e altri con lignaggio minore.
Riapparve alla Mecca il culto e l’adorazione di Allàh, anche se eseguito segretamente.
La predicazione privata durò circa tre anni, poi Allàh invitò il Profeta(*) a renderla
pubblica con questi Versetti: ﴾Proclama in pubblico quello che ti è stato ordinato e
rifuggi dagli associatori.﴿ XV; 94
Tale prospettiva impensierì a tal punto i capi meccani che, al fine di scongiurarla
tentarono di giungere a compromessi con offerte che il Profeta(*) rifiutò con queste
parole: “ Giuro in nome di Dio che se anche ponessero il sole nella mia mano destra e la
luna nella mia sinistra, per indurmi ad abbandonare questa strada io non l’abbandonerei
prima ch’Egli l’abbia resa vittoriosa, o che io sia morto per essa!”
La persecuzione:
(617 d.c.)La situazione si faceva insostenibile per i notabili qurayshiti al punto che
tentarono di indebolire la figura del Profeta(*) diffamandolo o accusandolo di
stregoneria, ma la forza prorompente della predicazione era inarrestabile e passarono
quindi a soluzioni più aspre. Iniziò la persecuzione rivolta a quei musulmani di lignaggio
debole, a tal punto che il Messaggero (*) di Allàh invitò quest’ultimi ad emigrare in
Abissinia, dove il Negus, di fede cristiana, li avrebbe accolti e protetti.
Le angherie non cessarono, la comunità dei credenti venne isolata forzosamente in una
piana desertica nei sobborghi di Mecca per tre lunghi anni. Poco dopo l’isolamento venne
tolto ma la difficoltà di quel soggiorno causò la morte, tra gli altri, di Khadija, moglie del
Profeta(*) e dello zio Abu Talib, che nonostante non avesse mai accettato l’Islàm, non
smise mai di proteggere il suo amato nipote.
Tale esperienza viene testimoniata da Allàh nel Sublime Corano: ﴾Gloria a Colui che di
notte trasportò il Suo servo dalla Santa Moschea alla Moschea remota di cui
benedicemmo i dintorni, per mostrargli qualcuno dei Nostri segni. Egli è Colui che
tutto ascolta e tutto osserva.﴿ XVII; 01
La comunità dovrà comunque convivere con l’insidia degli ipocriti, che hanno accettato
l’Islàm solo esteriormente ma che tramano per riconquistare i privilegi perduti, e le
comunità giudaiche presenti a Medina che mal sopportano di sottomettersi ad un profeta
non giudeo.
Gli attriti con i meccani non accennano a diminuire, anzi il pericolo per i meccani è ora
maggiore.
Le battaglie:
Con la concentrazione in un ministato di credenti, adesso la nuova religione diventava
ingombrante anche politicamente, dato che dichiarare guerra ad una città, composta di
varie tribù legate ad altri clan mediante alleanze non sarebbe stato agevole come la
persecuzione degli elementi deboli della propria comunità.
I Quraish, allo scopo di indebolire le risorse degli emigrati, ed approfittando della fuga di
quest’ultimi dalla Mecca, s’impadroniscono delle proprietà che essi vi avevano lasciato,
con lo scopo di farne una carovana da rivendere in Siria.
La reazione dei musulmani fu, questa volta, più risoluta, la Rivelazione concesse loro la
possibilità di rivalersi dei loro diritti sul maltolto: ﴾A coloro che sono stati aggrediti è
data l'autorizzazione [di difendersi], perché certamente sono stati oppressi e, in
verità, Allah ha la potenza di soccorrerli﴿ XXII; 39
Un gruppo di circa 310 musulmani uscì per intercettare la carovana, ma ad attenderli
c’era invece un esercito di circa 1200 tra soldati e cavalieri; si consumò una spettacolare
battaglia nei pressi dei pozzi di Badr, con esito incredibilmente favorevole ai musulmani
che sbaragliarono i nemici, con l’aiuto di Allàh che su ogni cosa ha Potenza assoluta.
Le battaglie si susseguirono, con esiti non sempre favorevoli ai credenti, come la disfatta
di Uhud dove anche il Messaggero di Allàh(*) venne ferito, ma nel complesso la
comunità islàmica oltre a resistere ai furiosi scontri riuscirà perfino ad aumentare il
proprio prestigio tra le tribù arabe. (625)Il Profeta(*) contrae matrimonio con Hafsa,
figlia di ‘Umar ibu al-Khattab, futuro secondo Khalifa(Califfo), con Zaynab figlia di
Khuzayma, e con Safìyah. Il Profeta(*) ebbe fino a nove mogli, cinque dalle quali dovette
separarsi, quando la Rivelazione limitò il numero massimo delle mogli a quattro.
Durante il periodo di armistizio con i Quraish, le vittorie riportate contro i nemici del
nord, il ritiro delle forze bizantine e la maggiore libertà di muoversi dei credenti
incrementò ulteriormente l’influenza della nuova religione nella penisola araba. In quegli
anni il numero dei credenti raddoppiò; ecco che si intendevano ora le parole
dell’Altissimo, rivelate dopo la conclusione del patto ad Hudaybiyah: ﴾In verità ti
abbiamo concesso una vittoria evidente, -, affinché Allah ti perdoni le tue colpe
passate e future , perfezioni su di te il Suo favore e ti guidi sulla retta via; -, e
affinché Allah ti presti ausilio possente. -, Egli è Colui che ha fatto scendere la Pace
nel cuore dei credenti, affinché possano accrescere la loro fede: [appartengono] ad
Allah le armate dei cieli e della terra, Allah è sapiente, saggio.﴿ XLVII; 1/4
La liberazione di Mecca:
(Ramadan/8 H.- 629 d.c.)
La tregua venne infranta da consociati dei quraysh che attaccarono alcuni musulmani
appartenenti al clan dei Banu Ka’b, la trasgressione non fu condonata e, nonostante i
tentativi di Abu Sufyan, capo della Mecca, di ricucire i rapporti con la Umma(comunità
islàmica) ,il Messaggero di Allàh(*) risolse di metter fine a questa incertezza, muovendo
verso Mecca, conscio che la caduta della Città Sacra e dei Quraish, avrebbe rotto ogni
indugio da parte delle altre tribù dell’Arabia ad accettare l’Islàm.
I Quraysh non opposero resistenza e la Città Sacra venne liberata dalla tirannide
oligarchica, la Ka’aba fu purificata dai trecento e passa idoli, e di nuovo il culto di Allàh,
il Vero ed Eccelso, tornò ad esserGli tributato in esclusiva, come Egli ordinò al Suo
amico Ibrahim.
L’esercito islàmico sconfisse le ultime resistenze della tribù degli Hawazin, ora tutta
l’Arabia era sottomessa all’Islàm.
Il Pellegrinaggio d’addio( 9 H.):
In questo anno, il Messaggero di Allàh compì il suo ultimo pellegrinaggio, alla fine del
quale arringò i credenti con un messaggio che sarebbe stato l’ultimo: “(…)Vi ordino, o
servi di Allàh, il timor di Lui e vi invito all’ obbedienza di Lui.
(…)Gente, in verità il vostro sangue, il vostro onore ed i vostri beni sono inviolabili
come in questo giorno, in questo mese, in questo territorio sacro (…)
O gente, Satana ha perso la speranza di essere adorato in questa vostra terra, ma sarà ben
lieto di essere obbedito in altre cose: in azioni che voi considerate non abbiano peso.
Badate a Lui per proteggere la vostra religione.(…)
Gente, in verità il vostro Signore è Uno e il vostro antenato è uno, voi discendete tutti da
Adamo, e Adamo fu creato dalla terra. Presso Allàh il migliore di voi è colui che Lo teme
di più. Nessun arabo è superiore ad un non-arabo, se non nella devozione.
Tutti voi che siete presenti fatelo pervenire agli assenti” e concluse ricordando gli ultimi
versetti appena rivelati: ﴾Oggi i miscredenti non sperano più di allontanarvi dalla
vostra religione: non temeteli dunque, ma temete me. Oggi ho reso perfetta la vostra
Religione, ho completato la mia grazia e mi è piaciuto darvi per Religione l’Islàm.﴿
V; 03
La morte del Messaggero(*) di Allàh lasciò inizialmente i credenti nello sgomento, ruppe
gli indugi Abu Bakr che disse: “O gente, per chi voleva adorare Muhammad(*), sappia
che Muhammad è morto, mentre chi adorava Allàh sappia che Egli è vivo e non muore!”
L’Islàm inizierà un’espansione inarrestabile in tutto il mondo, che perdura fino ad oggi.
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8-La penisola araba era divisa in insediamenti di poca rilevanza e da tribù beduine
nomadi. L’ambiente austero non attraeva i popoli vicini, per cui gli arabi non ebbero nel
panorama storico alcun peso, va ricordato che i suoi vicini erano l’Impero Romano,
l’Impero Persiano Sasanide, ed il Regno Abissino. Gli arabi non erano considerati più che
vassalli di una o dell’altra potenza regionale.
“Era di statura media, né grande né piccolo. Aveva una carnagione rosata, non olivastra
né bruna.
Per tredieci anni la ricevette alla Mecca, per dieci anni la ricevette a Medina.Quando rese
l’anima a Dio, non aveva in testa né nella barba venti peli bianchi.” (Bukhari, LXI, 23 -
6-)
Insegnamenti:
Quello che segue è parte del discorso che il Messaggero(*) fece nei pressi dell’oasi di
Tabuk (9 H.)sul confine siriano durante l’attesa per battaglia che si prospettava contro
l’esercito imperiale bizantino, preoccupato della crescente forza islàmica, lo scontro non
avvenne, ed il Profeta(*) in quel giorno parlò così ai credenti:
e la mano che sta sopra è meglio della mano che sta sotto
e combatterlo è miscredenza
Riguardo Dio:
“Dio non guarda i vostri corpi o il vostro aspetto: Egli guarda i vostri cuori”.
(Muslim, Nawawi, I, 7)
“Dio è dolce e ama la dolcezza, e ad essa concede ciò che non concede né alla durezza
né a qualsiasi altra cosa”. (Muslim, Nawawi, I, 74 -3-)
“ Dio l’Altissimo mi ha rivelato che dovete essere modesti, in modo che uno non
opprima con insolenza l’altro, né vanti superiorità su di lui”. ( Muslim, Nawawi, XIII, 26
-1-)
L’ Islàm e i musulmani:
“ Chi è credente in Dio e nell’Ultimo Giorno, tratti generosamente l’ospite; chi è credente
in Dio e nell’Ultimo Giorno mantenga i legami di sangue; chi è credente in Dio e
nell’Ultimo Giorno, parli bene o taccia.” (Muslim-Bukhari)
“La Fede consiste in un buon comportamento, e il peccato consiste in ciò che trami
nell’animo e non vuoi che gli altri ne siano a conoscenza”. (Nawawi, 40 H., 27)
“Invidiate soltanto due persone: quella che, avendo ricevuto da Dio un tesoro, ha il
coraggio di spenderne per la causa della Verità; e quella che, avendo avuto da Dio la
saggezza, l’applica a beneficio degli uomini e la insegna loro”. (Bukhari, III, 15)
“I credenti migliori nella fede sono quelli che hanno l’indole migliore; e i migliori di loro
sono quelli che hanno il comportamento migliore nei confronti delle loro mogli”.
“ O musulmani! Non desiderate lo scontro col nemico; chiedete piuttosto a Dio la pace.
Ma se dovete scontrarvi col nemico mostrate risolutezza”. (Bukhari, LVI, 112)
“Facilitate le cose, non rendetele difficili; annunciate cose buone, e non cose che
inducano a fuggire; fatevi concessioni reciproche, non siate in disaccordo”. (Bukhari,
LVI, 164 -1-)
“Confortate colui che soffre, date da mangiare a colui che ha fame, visitate il malato”.
“Non sarà fatta misericordia a chi non fa misericordia”. (Bukhari, LXXVIII, 27, -6-)
“Nessuno potrà gustare la dolcezza della fede fintantoché non amerà il suo prossimo,
purché lo ami in Dio”. ( Bukhari, LXXVIII, 42 )
“La verità conduce alla pietà filiale, e la pietà filiale conduce al Paradiso. L’uomo sia
sempre sincero tanto da meritare la qualifica di veridico. La menzogna conduce
all’ingratitudine, e l’ingratitudine conduce all’inferno. Vi sono uomini che mentono,
tanto da essere qualificati da Dio come i Mentitori”. (Bukhari, LXXVIII, 69, -1-)
“Il credente vede i propri peccati come uno che, seduto ai piedi di una montagna, teme
che questa gli cada sulla testa; l’empio vede i propri errori come mosche che gli passano
davanti il naso”. (Bukhari, LXXX, 4, -1-)
“Nessuno di voi si auguri la morte, né la invochi prima che arrivi, perché una volta
morto il credente non può più aumentare il numero delle proprie buone azioni, dal
momento che ha termine la sua possibilità di agire”. ( Muslim, Nawawi, I, 67, -1/2-)
“Il credente e la credente saranno messi alla prova senza sosta, in se stessi, nei figli , nei
beni sino a che incontreranno Dio l’Altissimo senza più un peccato a loro carico”.
Nawawi, III, 25 )
“Mantieni il tuo impegno con Dio, e Lo troverai davanti a te. Cerca di conoscere Dio
quando sei ricco, ed Egli ti riconoscerà quando sei povero. Sappi che ciò che non hai
avuto non poteva essere tuo, e ciò che t’è toccato non poteva mancarti. Sappi che
l’assistenza viene con la costanza, e la serenità giunge dopo lo scoramento. Certo la
felicità non viene senza pena”. (Tirmidhi, Nawawi, 40 H., 19)
“Coloro che hanno agito con giustizia siederanno presso Dio su troni di luce. Sono quelli
che sono giusti nelle decisioni, nella vita domestica, nell’espletamento delle loro
mansioni”.
“Quando giunge l’ora della preghiera, uno di voi chiami i fedeli, e quello di voi che
meglio conosce il Corano la diriga”. (Bukhari, LXIV, 53, -2-)
“Temi Dio in ogni circostanza, fa seguire ad una cattiva azione una buona che la
cancelli, comportati verso gli altri in maniera impeccabile”. (Tirmidhi, Nawawi, 40 H.,
18)
“In linea di massima praticare la religione è facile. Nessuno cerchi d’essere troppo
rigoroso nell’osservanza della religione, altrimenti soccomberà al compito. Di
conseguenza, cercando di raggiungere la perfezione rimanete nel giusto mezzo. Abbiate
speranza, chiamate in vostro aiuto la preghiera di mattino, di sera, e un poco durante la
notte”. (Bukhari, II, 29)
“Ciò che vi ho proibito evitatelo. Ciò che vi ho chiesto di compiere, compitelo secondo
le vostre possibilità. Coloro che vi hanno preceduti sono caduti sotto il peso delle troppe
domande e delle loro opinioni contrarie a quelle dei loro profeti”. (Nawawi, 40 H., 09)
“Distaccati da questo mondo, e Dio ti amerà. Distaccati da ciò che amano gli uomini e
gli uomini ti ameranno”. (Ibn Majah, Nawawi, 31)
“Non fate il male e non restituite il male per il male”. (Ibn Majah, Daraqutni,
Nawawi,32)
“Se uno di voi vede un male, intervenga. Se non può intervenire, lo denunci. Se non lo
può denunciare, lo riprovi nel proprio cuore. Ecco il minimo della Fede”. (Nawawi, 40
H., 34)
“Il jihad più meritorio consiste in una parola di giustizia pronunciata dinanzi un sovrano
ingiusto”. (Abu Dawud, at-Tirmidhi; hadit buono)
“Il diavolo s’infiltra nell’uomo come vi è infiltrato il sangue, e così fa entrare il dubbio
nei cuori”. (Bukhari, XXXIII, 08)
“Nessuno mangerà cibo migliore di quello che avrà guadagnato col lavoro delle proprie
mani. Anche Davide, profeta di Dio, mangiava solo quello che aveva acquisito col lavoro
delle sue mani”. (Bukhari, XXXIV, 15 -04-)
“Vada in rovina colui che si fa schiavo del denaro, del lusso, delle vesti sontuose, che si
rallegra se riceve e si duole quando non riceve”. (Bukhari, LVI, 70 -02-)
“La ricchezza non consiste nell’abbondanza di beni; la ricchezza è la ricchezza
dell’anima”. (Bukhari, LXXXI, 15 )
“Può accadere che un uomo abbia in apparenza il comportamento degli eletti, ed invece
sarà tra i dannati; e può accadere che un uomo abbia in apparenza il comportamento dei
dannati, ed invece sarà tra gli eletti”. (Bukhari, LVI, 77)
“Le azioni valgono per le intenzioni ognuno otterrà ciò per cui ha inteso agire(…)”
(Bukhari, I,1)
“L’uomo forte non è quello che usa la forza, ma quello che rimane padrone di sé nel
momento della collera”. (Bukhari, LXVIII, 76, -01-)
“Sagace è colui che tiene sotto controllo la propria anima concupiscente e agisce in vista
di ciò che avverrà dopo la morte. Negligente è invece colui che abbandona la propria
anima concupiscente agli istinti, e ripone in Dio vani sogni”. (Tirmidhi, Nawawi, I, 05, -
07-)
“Un arabo non è superiore ad un non arabo, né un bianco è superiore ad un nero, tutti gli
uomini sono uguali davanti Dio, come i denti di un pettine, ed il migliore è colui che più
teme Dio. (Bukhari, Muslim)
“Io sono, fra gli uomini, il più vicino a Gesù figlio di Maria, in questo mondo e
nell’altro. I profeti sono fratelli di madri diverse, ma la loro Religione è unica”. (Bukhari,
LX, 48 -7-)
“Chi attesta che non vi è divinità oltre Dio, l’Unico, che non ha associato, che
Muhammad è Suo servo e Suo Inviato, che Gesù figlio di Maria è servo di Dio e Suo
Inviato, Suo Verbo che Egli ha posto nel seno di Maria, e Spirito proveniente da Lui, che
il Paradiso è verità, e che il Fuoco è verità; Iddio farà entrare in Paradiso quali che siano
le sue azioni”. (Bukhari e Muslim)
Bibliografia
- Il Corano. Traduzione dei significati a cura di Hamza Piccardo. Edizioni Al Hikma.
- Il Corano più antico. A cura di Sergio Noja(testo arabo a fronte). Letteratura universale
Marsilio
- La vita del Profeta Muhammad. A cura di Hamza Boccolini, Michele Di Salvo Editore.
- La via del Musulmano. Versione a cura di Hamza Abu Dawud Piccardo. Edito da
U.C.O.I.I.
- La Bibbia CEI