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signifi ca che chi insegna, forma, istruisce ed educa non debba operare le sue scelte
I bambini nascono e crescono giorno dopo giorno e chi ha a che fare con loro non pu
attendere ricette defi nite e perfette! Le competenze nel quadro europeo delle qualifi
che Per essere ancora pi espliciti, occorre andare ad unaltra Raccomandazione del
Parlamento europeo e del Consiglio, quella del 5 settembre 2006, rinnovata nel tempo
fi no allultima edizione dellaprile 2008. La Raccomandazione sollecita listituzione di
un Quadro Europeo delle Qualifiche (QEQ) per lapprendimento permanente. In altre
parole si tratta di un invito rivolto ai Paesi membri ad indicare quale corrispondenza
vi sia, al termine di ogni grado di istruzione e/o di formazione professionale, con
ciascuno degli otto livelli individuati in sede comunitaria. Il primo riguarda luscita
dallistruzione di base, lottavo il conseguimento delle alte specializzazioni
universitarie. Si raccomanda anche di: allineare i sistemi nazionali al QEQ entro il
2009; garantire che entro il 2011 tutte le nuove qualifi che contengano un preciso
riferimento al livello QEQ; istituire un Centro nazionale che coordini le qualifi che con il
QEQ. A questo riguardo potremmo anche dire che luscita dallobbligo di istruzione
dovrebbe corrispondere al primo livello QEQ, la qualifi ca conseguita a 17 anni al
secondo, il diploma della ex maturit al quarto, e cos via. Ma ci che interessante
del documento, ai fi ni del nostro discorso, sono le defi nizioni che vengono date di
alcuni concetti relativi ai percorsi di istruzione, formazione ed educazione, defi nizioni
che dovrebbero essere assunte da ciascun Paese. Le defi nizioni sono le seguenti:
qualifi ca (od altro titolo di studio): esito formale di un processo di verifi ca e
validazione con cui unautorit competente stabilisce che un soggetto ha conseguito
gli esiti di un apprendimento, riferiti a defi niti standard; conoscenze: risultato della
assimilazione di informazioni; si riferiscono a dati, fatti, principi, teorie, procedure;
abilit: capacit di applicare conoscenze e di utilizzare il knowhow per svolgere
compiti e risolvere problemi; sono cognitive (uso del pensiero logico) e pratiche
(implicano metodi, strumenti, materiali, destrezza); competenza: la capacit
dimostrata di utilizzare le conoscenze, le abilit e le attitudini personali, sociali e/o
metodologiche in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o
personale. Nel QEQ le competenze devono essere sempre descritte anche in termini di
responsabilit e autonomia, fattori che costituiscono il nucleo fondante di una persona
che abbia raggiunto una sua reale e produttiva identit. Competenze e obbligo a 16
anni: la scelta degli assi Per quanto riguarda il nostro Paese, una precisa assunzione di
responsabilit da parte del Governo della scorsa Legislatura ha dato una risposta sia
alle indicazioni dellUnione europea, sia alle elaborazioni condotte in Italia negli ultimi
anni, in ordine alla necessit di riaprire il discorso dellinnalzamento dellobbligo di
istruzione. Com noto, il ministro Moratti, in funzione del varo di un malinteso
diritto/dovere allistruzione e alla formazione per almeno dodici anni, aveva abrogato
la legge 9/99 ministro Berlinguer con cui, Rivista dellistruzione 1 - 2009 46 Focus
invece, tale obbligo decennale era stato fi nalmente introdotto dopo anni e anni di
attesa! Con la legge 9/1999 si era risposto sia alle concrete necessit di un qualifi cato
miglioramento della cultura dei nostri giovani, sia alle sollecitazioni dellUnione
europea, che ci ha sempre rimproverato di essere lultimo Paese membro ad avere
ancora un obbligo di soli otto anni. La Commissione ministeriale nominata dal ministro
Fioroni per defi nire le modalit organizzative e didattiche per innalzare lobbligo di
istruzione di due anni non poteva non partire dalle citate Raccomandazioni dellUnione
europea. Il lavoro fu estremamente interessante non solo perch si trattava di
individuare dei percorsi innovativi allinterno dei bienni dellistruzione secondaria
superiore, senza alterarne il carattere propedeutico che essi hanno di norma in ordine
ai successivi trienni, ma anche perch linnovazione non poteva che guardare ad una
curvatura metodologica che mirasse a far conseguire ai nostri sedicenni quelle comuni
competenze chiave di cittadinanza che lUnione europea ci raccomanda. Si trattava
quindi di non alterare le vocazioni dei singoli bienni n le discipline ordinamentali di
studio e di innestare, nel contempo, attivit che ritrovassero elementi culturali ed
educativi equivalenti, in relazione al fatto che ciascuno studente avrebbe dovuto
assolvere lobbligo in ordine a competenze comuni. Si trattava, inoltre, di competenze
che anche i suoi colleghi greci, spagnoli, tedeschi et al., sono tenuti a raggiungere. Per
giunta, si trattava di competenze che in qualsiasi Paese dellUnione sarebbero state
lette e considerate in modo assolutamente univoco. Era ed la prima volta che
nella storia dei sistemi di istruzione dellUnione un ciclo di studi obbligatorio si propone
una conclusione unitaria e comune. Occorre anche dire che le competenze da
individuare, defi nire e descrivere, in chiave italiana, pur essendo essenzialmente
centrate sulle tematiche della cittadinanza, non potevano non invadere anche, pur per
certi versi soltanto, gli aspetti pi dichiaratamente culturali. Da tale assunto discesa
poi la scelta che oggi norma: sono stati individuati quattro assi culturali, dei
linguaggi, il matematico, lo scientifi co-tecnologico, lo storico-sociale. Per ciascuno di
essi sono state individuate alcune competenze chiave (sedici in tutto), ciascuna
riconducibile ad una serie di abilit/capacit e ad una serie di conoscenze. La via
italiana alle competenze Per quanto riguarda le competenze chiave, non ci si
allontanati dalle indicazioni europee e ci si limitati ad operare delle curvature perch
meglio corrispondessero alla realt del nostro sistema educativo di istruzione. Quindi
si sono riscritte e riordinate le competenze europee tenendo conto di quella
tridimensionalit di persona, cittadino e lavoratore, di cui abbiamo pi volte parlato.
Ne nata la scelta che segue. I numeri progressivi non stanno ad individuare un
ordine dato, in quanto le competenze vanno sempre lette ed agite nella loro reale
circolarit e nelle loro interrelazioni: Competenze relative alla costruzione del S (la
persona) 1. Imparare ad imparare: ogni giovane deve acquisire un proprio metodo di
studio e di lavoro e comprendere quando e come acquisire nuove competenze. (Oggi
molti di loro si disperdono perch non possiedono questa competenza); 2. Progettare:
ogni giovane deve essere capace di utilizzare le conoscenze apprese per darsi obiettivi
signifi cativi e realistici. Questo richiede la capacit di individuare priorit, valutare i
vincoli e le possibilit esistenti, defi nire strategie di azione, fare progetti e verifi carne
i risultati. (Oggi molti di loro vivono senza la consapevolezza della realt e de