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MOSTRA - CONFERENZA
LO STAGNO DEL
MOLENTARGIUS
LAVORO DI GRUPPO
IL POETTO
LE CULTURE
GLI STAGNI
STORICO DEL
TERRITORIO
RECENTE
IL PALEOLITICO
LUOMO IN
SARDEGNA
IL MARE
MEDIO
IL NEOLITICO
TERRITORIO
SELARGIUS
Sig. Desogus
SANTA ROSA
COSE
LARCHEOLOGIA
I COCCI
VISITA AL SITO
ENEOLITICO
LE FONTI
SARDEGNA
STORIA
IL LAVORO
DELLARCHEOLOGO
NASCITA
LEGGENDA
ICNUSA
VILLAGGIO SU
CODDU
SARDUS
NOTIZIE
DELLARCHEOLOGA
LA PALLA CAVA
IL COLOMBINO
LE TEXTURE
LESPERIENZA DI
MANIPOLAZIONE
LABORATORIO DI CERAMICA
IL METODO
SPERIMENTALE
LARCHEOLOGIA
SPERIMENTALE
LO SCAVO SIMULATO
IL DIARIO
DI SCAVO
ARCIPELAGO
LE NOTIZIE APPRESE NEI
LABORATORI
SARDEGNA
LA REALTA
ARCHEOLOGIA
LA
FANTASIA
LEGGENDA
SARDUS
ICHNUSA
GEOGRAFIA
STORIA
PREMESSA
Il progetto, iniziato nel gennaio 2005, stato inserito nel POF e finanziato fino a dicembre
2005 con i fondi della L.R 26/ 97. Sono state utilizzate il 15% del monte ore annuali delle
discipline antropologiche e scientifiche, come previsto dallart. 2 del D.M. n179 del 19/07/99,
e svolte attivit aggiuntive con 12 rientri pomeridiani. Sono stati coinvolti 45 alunni delle
classi terze che hanno proseguito il percorso formativo nella successiva classe quarta, fino al
termine del 2005. Il piano di lavoro ha avuto inizio dall idea di utilizzare le fonti come prima
risorsa per lo studio del territorio e della storia locale. Pensato per indurre i bambini a vivere
il proprio ambiente come un archivio di notizie. Lintento stato quello di avvicinare sempre
pi i bambini alle loro esperienze quotidiane e di recuperare una dimensione locale dello
studio; di promuovere quegli stimoli culturali ed educativi che possano permettere la nascita
di una maggiore sensibilit e di un pi attento rispetto per la propria cultura: si potr vivere,
amare la propria storia e il proprio paese solo se si imparer a conoscerlo, a tutelarlo e a
rispettarlo. Il contesto sociale in cui si opera ricco di storia e di tradizioni locali, conserva
delle caratteristiche ambientali proprie, ricco di significati e contenuti che vanno
salvaguardati e conservati. Trattandosi di dover affrontare lo studio della storia, della
geografia e delle scienze, con bambini di 8- 9 anni, il problema principale stato quello del
passaggio da una visione del mondo fantastico a quello reale; di metterli in contatto con le
fonti affinch si potessero appropriare, con pi facilit, degli strumenti della loro realt. Si
partiti da questo, per costruire un percorso atto a stimolare la ricerca e il bisogno di avere a
disposizione un metodo rigoroso e scientifico; per scoprire i nessi esistenti tra i vari saperi
ed essere in grado di condurre una ricostruzione dei fatti e delle esperienze con criticit e
autonomia; per comprendere come gli studiosi svolgano le loro ricerche e quanto siano
serie e coerenti i risultati raggiunti in ogni campo.
Per riuscire a studiare bene la storia necessario comprendere che tutte le azioni degli uomini non
rimangono fini a se stesse, ma sono importanti perch costituiscono le esperienze di ciascuno noi
legate al tempo. Per questo possiamo parlare di tre categorie temporali: il passato, il presente e il
futuro.Pensa per un attimo alla tua vita e,parlando del passato,potrai facilmente ricordarti di quando
frequentavi la scuola materna o giocavi in casa con i tuoi piccoli amici,di una gita con i tuoi genitori
o di un cartone animato che ti piaceva particolarmente.
Ci sono cose,poi,del tuo passato che non puoi ricordare perch trascorso troppo tempo o perch
eri troppo piccolo. Se rifletti bene,per,puoi capire che sicuramente in casa tua hai lasciato tracce
della tua prima infanzia,per esempio il biberon,una foto del tuo battesimo,un giocattolo di quando
avevi pochi mesi di vita. Queste tracce ti servono oggi per ricostruire quelli che facevi da piccolo e
sono le fonti di cui puoi servirti per capire le differenze con la tua vita presente.
Allo stesso modo,quello che ti succede oggi ,unito alle esperienze del passato,far nascere in te
sogni e aspirazioni che contribuiranno a farti decidere cosa farai in futuro.
Quello che vale per la tua vita valido per tutti gli uomini, che oggi possono servirsi delle tracce del
passato e utilizzarle come fonti per conoscerlo e interpretarlo.
Circa tre milioni di anni fa i primi uomini comparvero sulla Terra e cominciarono a ricercare tutti i
mezzi che potevano consentire loro di soddisfare i propri bisogni nella materia pi efficace possibile.
Quello che successo tantissimo tempo fa viene studiato attraverso le tracce.
E quello che abbiamo tentato di fare noi, utilizzando i mezzi a nostra disposizione: le ricerche sui
libri, internet, le interviste agli esperti e la visita ai siti e ai musei.
Le leggende
Questa la terra dove tu vivi. Come puoi osservare la
Sardegna unisola interamente circondata dal mare. La sua
forma ricorda limpronta di un sandalocoscome narranola
leggenda di Ichnusa e di Sandalia. I primi a disegnare sulle
carte geografiche la forma dellisola, furono i greci che la
chiamarono proprio Ichnusa, che deriva da una parola greca
Ichnonche vuol dire orma.Altri la chiamarono
Sandaliotis,cioisolaaventeformadisandalo.
Laleggendanarra,ancora,chelisolapreseilnomedaun
figliodiErcole,chiamato Sardus,ilqualesbarcassiemead
ungruppodiuominiedidonnechevenivanodallAsia.Nella
realt, lisola fu approdo di molti popoli tra cui un popolo
provenente dallAsia: i Fenici che abitavano in una terra di
nome Fenicia, in Oriente. Con molta probabilit il nome
SardegnaderivapropriodalnomechediederoiFeniciallisola:
ardan. Nella realt questo nome risulta dalle iscrizioni
ritrovate nella citt Fenicia di Nora, presso Cagliari,
consideratalapianticacittdellisola.
LE CULTURE
IL PALEOLITICO
LUOMO IN
SARDEGNA
STORIA
RECENTE
MEDIO
IL NEOLITICO
ENEOLITICO
SELARGIUS
Ciao,sonoFelixesonovissutonelPaleoliticoconmiamoglieeimieiduefigli.Vivevoinunbellissimoposto
elamiacavernastavavicinoalboscoealfiume:cosavevamoadisposizioneacqua,legnameepotevamo
anchepescare,cacciareeraccogliere:tutteattivitnecessarieallasopravvivenza.Conillegnamepotevamo
accendereilfuocoperproteggercidaglianimaliferoci,perriscaldarciepercuocerelacarneeglialtricibi,
cos diventavano piusaporiti. Io avevo molti parenti che vivevano con me. Credevo negli Dei buoni e li
pregavo;invecediquellicattiviavevopauraecercavodiplaccarlicondelleofferte. Franco P. 4^B via
Parigi
Ciao,iomichiamoAlex,vivonelPaleoliticohounmaritochesichiamaBob,hoduefigliechesichiamano
LunaeStellaehounfigliodinomeYoulivest.Viviamonellecaverneeognunodinoihauncompito:mio
marito e mio figlio vanno a cacciare la selvaggina. Io e Luna invece andiamo a raccogliere i frutti e le
insalate.LaltramiafigliaStellaaccendeilfuocoepoivaapescareipesci.Dopocheabbiamocacciato,
pescatoeraccolto,rientriamonellacaverna.MiomaritoBob,costruiscegliutensili,armi,lancedipietrae
iointantocucinolacarneeilpesce.Apranzomangiamocarnebencotta,pescifreschi,bacche,insalatae
frutta. Ci vestiamo con le pelli degli animali uccisi e parliamo tra di noi con un linguaggio semplice; ci
esprimiamo con gesti e suoni della natura. Nella nostra caverna disegniamo scene di caccia e momenti
dellanostravita.Noisiamounagrandefamigliaeviviamofeliciinsieme.Giulia M. 4^B via Parigi
NEOLITICO:NEO=NUOVO-LITICO=PIETRA
ETADELLAPIETRANUOVA
Intorno al 4-5 millennio a.C. si hanno tracce certe che lisola fu stabilmente abitata
dalluomo. Allinizio utilizzava i ripari sotto roccia che venivano anche utilizzati come
tombe. Gran parte dei reperti ritrovati, e presenti nel museo archeologico di Cagliari,
provengono da queste tombe in cui era presente, ancora intatto, il corredo funerario. I
sardidiqueltempocredevanocheluomodopolamortecontinuasseavivere.Diquesto
periodo,sonostatiritrovatinumerosimicroliticiopiccolepietreomeglioframmentidi
ossidiana. Questa pietra era simile al vetro,si scheggiava facilmente ed era tagliente,
provenivadalMonteArci,unvulcanospentodamillenni.
Sono stati ritrovati numerosi strumenti e monili (gioielli ) realizzati con gli ossi degli
animali e le conchiglie. Nel corredo vi erano numerosi vasi in ceramica decorata
utilizzando e premendo sullargilla premendo sullargilla lorlo seghettato di una
conchigliadellaspecieCardiumedule.Laceramicadiquestoperiodo,infatti,chiamata
dagliarcheologicardiale.Sonostatiritrovatideivasettipiccolissimiinunatombadiun
bambino,vicinoadAlghero,chenonpotevanoservirepernessunuso:sipuipotizzare
che fossero dei giocattoli. In un piatto, ritrovato vicino a Sassari, troviamo un disegno
raffigurante delle persone prese per mano: sicuramente ballavano il ballo sardo Su
ballutunduedaidisegnipossiamorisalireancheallabbigliamento.
Il villaggio era costruito su una piccola altura e dominava una vallata in cui scorreva un
fiume. Le case erano in mattoni di argilla seccata al sole;sulla riva del fiume, invece le
capanne di legno erano costruite su piattaforme appoggiate a lunghi pali infissi nel
terreno: le palafitte. Il villaggio era circondato da una palizzata che serviva a
proteggerlo dagli animali selvatici che spesso si avvicinano per catturare gli animali
domestici rinchiusi nei recinti. Allinterno si volgevano le varie attivit: le donne
preparavano da mangiare; alcune macinavano i chicchi di grano o d orzo per preparare il
pane, altre facevano bollire la carne in un recipiente di terracotta. Altre lavoravano al
telaio: tessevano le stoffe per fabbricare i vestiti. Uomini, donne e bambini non si
vestivano pi con le pelli degli animali uccisi: tessevano le stoffe per fabbricare i vestiti e
indossano i primi tessuti di lana. Cerano i vasai che modellavano i vasi di argilla, che
andavano cotti, successivamente, in forno.
Altri artigiano levigavano con cura le pietre che servivano a costruire le falci per gli
agricoltori e altri piccoli utensili. L uomo non aveva ancora scoperto come lavorano i
metalli. Nei campi gli agricoltori falciavano il grano; le spighe venivano raccolte dalle
donne e dai bambini e portate nei magazzini del villaggio. I contadini aravano la terra
con un aratro trainato da buoi; altri, con le zappe, rivoltano le zolle per preparare il
terreno alla semina. I mercanti andavano di villaggio in villaggio con asini e buoi carichi
di merci a barattare.
I primi utensili realizzati dalluomo che siano stati rivenuti dagli archeologi
risalgono a pi di due milioni di anni fa ,al termine dellet della pietra :
pare esistessero gi circa sessanta tipi di utensili standard, con usi ben
definiti. Tra i materiali pi utilizzati, la selce,di cui sono fatte le punte di
scure e di freccia qui fotografate, l osso e lavorio. La tecnica di realizzazione
poteva essere la percussione diretta (con una pietra usata come martello)o
indiretta(con martello e scalpello rudimentali). Manufatti in selce sono stati
ottenuti dalla scheggiatura di lastrine di selce di piccole e medie dimensioni e per
questo motivo sono generalmente minuti: la lunghezza e la larghezza sono di pochi
centimetri.
La selce una roccia costituita da concentrazioni di silice (biossido di silicio), e
si trova sotto forma di noduli o lenti,allinterno di strati sedimentari calcarei.
La silice pu depositarsi nelle tre forme,mescolate in proporzioni variabili, in cui
pi abbondantemente presente in natura:opale,calcedonio e quarzo.
Nel Neolitico si assiste a una intesa lavorazione della selce , che veniva utilizzata
per la caccia o come utensile .
CENNI STORICI
Nel NEOLITICO, oltre alla selce, venivano lavorati altri materiali naturali come ad
esempio lossidiana. La dura ma fragile ossidiana, un vetro vulcanico che si trova in
pochi punti del MEDITERRANEO: nellisola di Lipari, Pantelleria, Sardegna, nellisola
Egea di Melos, in Anatolia, Armenia, nei Carpazi. Lossidiana, nel Neolitico, era il
materiale pi tagliente che l uomo avesse a disposizione, pi tagliente della selce
ma assai meno robusta, per cui si prestava solo per usi specializzati ( punte di frecce,
lame di coltelli,ecc).
Venivano staccate a blocchi dalle formazioni vetrose che si intercalavano nella colata
lavica o la raccoglievano fra strati di pomice e la lavoravano nei loro insediamenti per
formare blocchi regolari, dai quali fosse possibile trarre per percussione indiretta le belle
lame taglienti.
UN MONDO DI PACE
Limmagine delluomo primitivo in lotta contro tutti () fuorviante. Se la nostra evoluzione ha avuto
successo anche perch siamo stati gentili: i nostri bambini sono protetti e nutriti molto pi a lungo che i
cuccioli degli altri mammiferi. Inoltre la solidariet dei gruppi umani ha facilito la comunicazione e la
collaborazione. Cos abbiamo affrontato le difficolt, cos si sviluppata la nostra intelligenza, cos abbiamo
incrementato le nostre molteplici risorse: grazie al calore e alle cure che abbiamo dato e ricevuto. Cos finora,
abbiamo vinto perch ci siamo aiutati gli uni con gli altri . >>
dal libro di Piero Ferrucci LA FORZA DELLA GENTILEZZA.
Con la rivoluzione agricola e la scoperta dei metalli, luomo impar a costruire i villaggi, si impadron di
tecniche e scoperte importanti per il presente, ma che lo avrebbero aiutato a realizzare anche il suo futuro. I
villaggi diventarono grandi scuole per insegnare ed imparare: ognuno dava il suo contributo e regalava agli
altri i suoi risultati. Chi imparava una cosa nuova non la teneva per s, ma la consegnava a tutta la
collettivit. Non solo, le varie comunit, e poi i popoli, incominciarono a scambiarsi le idee, le tecniche, i loro
prodotti, a sposarsi gli uni con gli altri. Le comunit si allargarono e mai si pens alla guerra, a farsi del
male, perch il bene era la garanzia di una vita migliore. Nessuno era geloso, perch se cos fosse stato,
ognuno avrebbe tenuto i suoi segreti e cercato di trarne profitto. Mettersi gli uni contro gli altri non era
conveniente e non avrebbe significato evoluzione e progresso. Esistevano principi, comandamenti, norme da
seguire, modelli da imitare che si rispettavano.
Pi tardi, quando luomo incominci a scoprire il potere e il denaro, visse con prepotenza ed inganno.
Scoppiarono le guerre, quelle vere, ed allora dovettero iniziare ad elaborare le leggiquelle scritte, perch
non andassero perse ma soprattutto per garantire il bene e la giustizia a tutti.
<<
La dea madre e il dio Padre, rappresentavano le divinit dei vivi e dei morti. Sin
dallantichit, furono rappresentati da massi confitti nel suolo: i menhirs . La divinit
femminile mostrava segnate le bozze mammellari.
LE STATUETTE FEMMINILI
Gli idoletti femminili rappresentanti la dea madre, simbolo di vita e fertilit sono il
primo esempio di scultura antropomorfa.
La dea madre di cultura Bonu Ighinu.
La mirabile esecuzione artistica di questi idoli neolitici sta a dimostrare il grado di
perfezione tecnica artigianale raggiunto e la della crescente religiosit che colloca la
donna al centro della comunit in quanto artefice della procreazione e quindi simbolo
dellabbondanza .
La pi antica la venere di Macome che risalirebbe al neolitico antico. Durante il
Neolitico Recente la produzione aumenta notevolmente: gli artigiani, abbandonato il
volumetrico e producono statuette in marmo e argilla, secondo uno stile geometrico a lastra.
La leggenda
Le Gianas vivevano vicino alle rocce. Esse erano piccole ,
piccole, ma erano molto belle e dispettose. Avevano le dita
sottili e non facevano altro che tessere scialli e i corpetti con
fili doro e dargento. Erano molto ricche e potevano avere
tutto ci che volevano.
Esse, prima che albeggiasse, si mettevano a cucire, e
allimbrunire andavano a spargere le tele sopra le rocce. Una
sera uno scialle fu rubato da un uomo a cavallo. La Giana se
ne accorse e lo insegu appiccicata alla coda del
cavallo.Luomo tent di schiacciare la piccola fata, ma
questa ,tanto infastid il povero cavallo torcendogli la coda,
che riusc a farlo cadere in un burrone.
Nel periodo della cultura di Ozieri, i sardi seppellivano i morti in grandi costruzioni
dette dolmen, ( parola bretone che vuol dire lastra di pietra: conficcavano nel terreno
grandi pietre chiamate perdas fittas (pietre infisse). La struttura del dolmen formata
da tre pietre: due confitte nel terreno, poste parallele, e una trasversale, poggiata sulle
altre due. La parola Menhirs deriva da men = pietra e hirs = dritta. Si trovano in
Sardegna in forma singola (pietre in fitte) e nella forma complessa, cio disposte in
lunghe file, chiamateallignement. In Sardegna il sito pi importante quello di
Goni, sull altopiano di Pranu Muteddu ( Piana dei mirti) nel Gerrei.
In questo sito sono stati rinvenuti una cinquantina di menhirs.Ognuno di essi
espressione della cultura megalitica ( mega = grande e litica = pietra ). La pietra usata
larenaria. Ogni menhir rappresenta un uomo antenato. La forma detta
protoantropomorfa , cio sono antecedenti della figura umana (antropomorfa), non
hanno n braccia, n gambe, n viso. Sono detti anche aniconici ( a greca primitiva
=senza e icona = immagine).
ApochichilometridallabitatodiGoni,lungolaprovincialeperCagliariead
appena mezzora dimacchina dal capoluogo possibile ammirareil parco di
Pranu Muteddu che rappresenta uno dei Siti pi suggestivi della Sardegna
interna. Larea del parco, per una estensione di circa 200 mila mq,
interessata da uno dei pi importanti compendi monumentali della preistoria
sarda.GliscavidirettidaEnricoAtzenineglianni80hannoportatoallaluce
numerosissimi manufatti di diversa tipologia e fattura, riferibili a comunit
stanzialidellaculturaOzieri,risalentialneoliticorecente(3200-2800a
C).Lapresenzadinumerosetombeemenhirfapensareadunutilizzodelsito
in funzione di riti sepolcrali e religiosi collegati al culto degli antenati. Il
complesso archeologico presenta la pi alta concentrazione di menhir che si
conosca in Sardegna (circa sessanta, variamente distribuiti in coppie,
allineamenti o gruppi). Lintero compendio monumentale sorge su unarea
fittamentericopertadaquercesecolariedaaltreessenzetipichedellamacchia
mediterranea.
Il18ottobresiamoandatiaGoniavisitareilparcoarcheologicoPranuMutteddudove
abbiamovistoimenhir.Priscilla,laguida,cihaspiegatocomesonofattiechirappresentano.I
diciasettemenhirschesitrovanoallingressodelparcorappresentanolaforzamaschile.Quando
hannocominciatoascavare,nel1980,duemenhirseranorovesciatie,proprioquesti,hanno
mantenutointattalalavorazionemoltoparticolarecheglialtrihannoperso.Inalcunivisono
rappresentatideidisegniformatidatantiforellini.Gliastronomihannoosservatoche
lallineamentodeimenhirsvadaestversoovesteseguonoilpercorsodelsole.
DopocihamostratodelletombeaDolmen.Unaformatadatrepietre:dueconficcatenel
terreno,posteparallele,eunatrasversale,poggiatasullealtredue;divisaintreparti:il
padiglionedentrata,lanticellaelacella,dovenelcorpocentralevenivasepoltoilmorto.E
dettaTombadelCapo;laltrainveceavevaduecamere:eraaDolmenconcorridoioeal
centroceraunacamerettadovevenivasepoltoilcadavereinposizionefetale.Laposizione
ranicchiataesprimevailritornoalgrembodellaMadreTerraeinquestaposizioneeraprontoper
nascerenuovamente.Vicinosonostatiritrovatitantioggettiperchsipensavacheilmorto
avrebbevissutoinunaltravita.Laprimatombacheabbiamovistounicaintuttoil
Mediterraneo.Essaformatadaununicobloccoscavatonellarocciaesonoevidentiibuchiche
sonoservitiperagganciarlaeportarlafinoalluogodovesitrova.
Latombasitrovaalcentrodiungrandecircolodipietre,chiamatocerchiosacro.Sipensa,per
lappunto,cheperlaposizioneeperlagrandezza,questafosselatombadiunpersonaggio
importanteodiuncapotrib.Abbiamoancheosservatoilmenhirpigranderitrovato
allinterno:alto2metrie50centimetri!
Museo
MuseodidiLaconi,
Laconi,meglio
meglionoto
notocome
comeMuseo
Museodelle
delleStatue
StatueMenhir,
Menhir,
situato
al
piano
inferiore
del
palazzo
municipale.
situato al piano inferiore del palazzo municipale.
AlAlsuo
suointerno
internosisiconservano
conservanoreperti
repertididistraordinario
straordinariointeresse
interesse
scientifico,
frutto
di
assidue
ricerche
che
lUniversit
di
scientifico, frutto di assidue ricerche che lUniversit diCagliari
Cagliari
conduce
conduce da
daoltre
oltre 30
30anni
anninel
nel territorio
territoriodidiLaconi.
Laconi. IlIlpercorso
percorso
espositivo
consta
di
sette
sale
e
si
sviluppa
in
senso
orario.
espositivo consta di sette sale e si sviluppa in senso orario.
Le
Leprime
primetre
tresale,
sale,cos
coscome
comeleleultime
ultimetre,
tre,sono
sonodedicate
dedicateaiai
Menhir
Menhirgrandi
grandistatue
statueantropomorfe
antropomorfepreistoriche.Si
preistoriche.Siannoverano
annoverano
40
monoliti
scolpiti
nella
trachite
locale.
40 monoliti scolpiti nella trachite locale.
Eneolitico o Et eneolitica
(2.700 1.800 a.C.)
Eneolitico dal latino aenes = di bronzo e lithos = pietra.
In questo periodo iniziano ad realizzarsi oggetti in rame.
La Sardegna non possedeva grossi giacimenti di rame.
La cultura di questo periodo che segu a quella di Ozieri chiamata Abealzu
Filigosa, dal ritrovamento di due tombe in questa localit, la prima vicino a Osilo ,
e , la seconda, vicino a Macomer. In questo periodo gli oggetti furono destinati
per lo pi corredi funerari. Lunica novit rappresentata dalla ceramica con vasi
che assumono la forma di bottiglie con collo allungato.
Vi sono nelle tombe ritrovamenti di monili, bracciali, lamine, orecchini e anelli.
Il sito di
Santa
Rosa
LA PALLA CAVA
IL COLOMBINO
LE TEXTURE
IL LAVORO
DELLARCHEOLOGO
LESPERIENZA
DI
MANIPOLAZIONE
NOTIZIE
DELLARCHEOLOGA
NOTIZIE SUL SITO SU
CODDU
LABORATORIO DI CERAMICA
LO SCAVO SIMULATO
IL METODO
SPERIMENTALE
LARCHEOLOGIA
SPERIMENTALE
IL DIARIO
DI
SCAVO
IL MOLENTARGIUS
GLI STAGNI
IL POETTO
IL MARE
STORICO DEL
TERRITORIO
TERRITORIO
SELARGIUS
SANTA ROSA
VISITA AL SITO
LARCHEOLOGIA
VILLAGGIO SU
CODDU
FONTI
IL GRUPPO
ARCHEOLOGICO
Il 18 ottobre 2005 siamo andati a visitare gli scavi aperti del sito archeologico di Su Coddu, alla periferia del
centro abitato di Selargius. Ci aspettava la Professoressa Maria Grazia Melis, archeologa e titolare della
cattedra di paletnologia e preistoria del Mediterraneo allUniversit di Sassari.Gli scavi erano posti in un
terreno circondato da case di recente costruzione: gran parte dellarea di Su Coddu, infatti destinata a
residenze.Gli scavi hanno riportato alla luce numerosi e interessantissimi ritrovamenti che consentiranno di
ricostruire una parte della storia di Selargius nel periodo che va dal Neolitico Recente all Eneolitico. Il nome
SU CODDU , significa IL COLLE. Infatti questa zona una piccola altura a 11 metri sul livello del
mare. Dalle numerose capanne ritrovate in questo posto, possiamo dire che nel Neolitico sorgeva un enorme
villaggio, e questo ci fa pensare che cera una popolazione numerosa. Il villaggio contiene oggetti dellEt del
Rame e va datato al periodo neolitico finale ed eneolitico.Gli scavi sono iniziati nel 2001. La vita che questo
popolo conduceva era semplice: coltivare la terra, lavorare losso, la pietra, largilla, i metalli e la pelle. Si
vestivano con tessuti di lana, cotone e lino , perci tessevano e filavano. Come possiamo dire questo. Gli
archeologi che lavorano con la Dott.ssa melis hanno ritrovato le fusaiole in terracotta: veniva infilata nel fuso e
il batuffolo veniva legato al fuso e fatto girare e con le dita si creava il filo.La fusaiola rendeva regolare la
rotazione. Per fare i tessuti ci voleva il telaio, che erano di legno. Putroppo, non si sono ritrovati , trattandosi di
materiale deteriorabile , cos come i tessuti si sono dissolti nella terra. Sono stati ritrovati, invece i pesi che
venivano legati al telaio verticale.Nel sito sono presenti diversi tipi di fossa: Le capanne di forma circolare:
scavate nellargilla e cerano i mattoni di fango e strati di argilla con le impronte delle canne. Frammenti di
intonaco ritrovati, ci dicono che largilla veniva spalmata per rivestire le pareti di canne . Forse erano ricoperte
di frasche; resti del focolare: piccoli circoli dove sono stati ritrovati resti di ceneri e di cibo. Un Silo cio un
deposito per conservare il cibo ; grandi fosse contenenti avanzi di cibo, pozzi e cisterne per lacqua.Alcune
fosse vanno ancora studiate. Campioni di terra poi serviranno per vedere che tipo di fauna era esistente.
Tutta la terra contenuta nelle fosse viene setacciata con lacqua e i semi che si ritrovano e galleggiano,
vengono studiati per stabilire che cosa si coltivava. Le analisi archeobotaniche, stabiliranno,in seguito, quali
specie vegetali erano diffuse.
Questo sito uno dei pi importante della Sardegna perch ci permette di ricostruire come
viveva luomo nellisola. Perch luomo scelse questo posto? Si possono fare delle ipotesi:
cera una collina che permetteva di costruire le abitazioni in modo tale che non venissero
inondate; un terreno asciutto e un bancone argilloso tenero da scavare, adatto alle coltivazioni,
quindi legato alleconomia.
Come vivevano? Leconomia era probabilmente legata alla caccia e allallevamento. Ma non si
sono ritrovate grosse tracce. Gli archeologi scavando hanno trovato un corno bovino, un
cranio di pecora o capra spaccato a met. Invece, sono stati ritrovati, in quantit enormi, i resti
di cozze, ostriche, cannolicchi, arselle. Perci sappiamo che pescavano. Dove? Nello stagno
del Molentargius, che confina con il territorio di Selargius .
Un ritrovamento interessante la conchiglia di cardium: essa non veniva mangiata, perch
aveva un basso potere nutrizionale, ma veniva utilizzata per le decorazioni della ceramica e per
realizzare collane. Ci che incuriosisce il modo con cui queste conchiglie venivano aperte: i
frammenti ritrovati saranno mandati alla Facolt di Veterinaria dellUniversit di Sassari, dal
Prof. Zedda, per capire con quale tecnica venivano aperte e quali strumenti si utilizzassero
per forzarle e se venissero utilizzate crude o venissero bollite.
Sappiamo che gli ossi degli animali venivano utilizzati per costruire piccoli oggetti. A su
Coddu sono stati ritrovati numerosi tripodi, pentole con trepiedi per poggiare sul fuoco.
Intervista allarcheologa
Maria Grazia Melis
Come sei diventata archeologa?
Sono diventata archeologa perch da bambina mi piaceva la storia. Poi
allUniversit ho scelto gli studi preistorici.
Di cosa si occupa un archeologo?
Larcheologo si occupa del tempo. Immaginate di leggere un libro dallultima
pagina. Dobbiamo tornare indietro nel tempo, sino al momento in cui una
fossa fu scavata o un oggetto fu costruito.
Come fa larcheologo a sapere tutte queste cose?
Ci vuole un metodo ordinato, scientifico e si ha bisogno dellaiuto di altri
esperti.per esempio il pedologo, che studia i terreni, il geologo che studia gli
strati della terra e lanalista che in laboratorio analizza la terra e i resti ritrovati.
Come si fa a stabilire let esatta di un sito o di un reperto?
Let di alcuni reperti possibile stabilirla con il carbonio 14 altre date non
sono attendibili, a causa delluso delle radiazioni e perci si stanno studiando
altri metodi di indagine. Per esempio un metodo molto semplice quello dei
cerchi di accrescimento degli alberi: questa analisi si chiama
dendrocronologia.
Laura Manca la prima studiosa in Sardegna che si dedica allo studio degli ossi. Al microscopio scopre come
venivano tagliati e quali tecniche venivano usate. In questo sito si sono ritrovati punteruoli, che servivano per fare i
fori, e aghi per tessere i cestini di vimini e per lavorare il cuoio. Venivano strofinati in una pietra per essere
appuntiti ed erano multifunzionali. Dallo studio delle ossa si possono ritrovare le tracce sul loro uso e con il
carbonio 14 possiamo risalire alla loro datazione. Quando si ritrovano , non si devono toccare con le mani, per non
falsare i dati. Nel sito di Su Coddu stata ritrovata una perlina in osso: rarissima per questo periodo. Ha un foro
centrale ed levigata: sicuramente stata forata con strumenti litici, cio in pietra.
Stefania Piras studia i vasi. Nel sito di Su Coddu ne sono stati ritrovati moltissimi. Nel Neolitico la grande
invenzione fu che largilla poteva essere plasmata e soprattutto che cuocendola al fuoco diventava durissima e
resistente. Dove trovavanolargilla? Ovunque in tutto il territorio circostante c l argilla. Con il microscopio
Stefania studia i cocci.Alcuni cocci sono stati ritrovati da Laura a 20 cm di distanza luno dallaltro. Sono stati
lavati e inventariati ( ad ogni oggetto si d un numero ). Si restaura e si disegna e si studia il disegno . Stefania fa
delle ricerche con la Dott.ssa Paola Mameli dellUniversit di Sassari.La ceramica doveva avere delle
caratteristiche che fossero funzionali al corredo da cucina: piatti, pentole, bicchieri. Gli oggetti per bere dovevano
essere sottili e levigati e non dovevano essere porosi. Le pentole che si usavano per cuocere dovevano essere pi
grosse. E come era fatta la struttura da fuoco ? Era una buca nel terreno dove deponevano lo sterco degli animali
che bruciavano. I vasi avevano varie forme, alcuni con il manico piccolo che serviva per appendere , altri con i
manici pi ampi per essere afferrati bene.
Ramona Cappai studia la pietra: la prima materia che si scheggia per ottenere degli strumenti. La pietra che stata
ritrovata lossidiana, proveniente da Monte Arci. Ne sono state ritrovate numerose e si vedono i ritocchi e gli
scarti che venivano eseguite sulla pietra per rendere il margine tagliente.
Fabio Serchisu: studia i metalli. Fabio ha eseguito la sua tesi di laurea sui metalli. Praticamente sa tutto su di essi.
Scopriamone i segreti insieme a lui. NellEneolitico luomo incomincia ad usare i metalli ma senza abbandonare la
pietra. lEt del rame. Li individuavano sulla roccia in superficie e incidevano i filoni metalliferi. Con il fuoco
separavano la roccia dal metallo. Poi con lacqua li raffreddavano e le rocce esplodevano. Sono stati ritrovati anche
gli strumenti per lestrazione.