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Vincitore del Premio Gold INDIRE 2006

Alla scoperta della propria identit culturale:


piccoli storici al lavoro
Progetto darricchimento dellofferta formativa
delle classi 4A e 4B
della scuola elementare di Via Parigi.
Inizio progetto anno 2005 - 1 annualit

MOSTRA - CONFERENZA

LO STAGNO DEL
MOLENTARGIUS

LAVORO DI GRUPPO

IL POETTO

MAPPA E SVILUPPO DEL PROGETTO

NEGLI ARCHIVI DELLA NOSTRA STORIA

LE CULTURE
GLI STAGNI

Legge Regionale 26/97 - Anno 2005

STORICO DEL
TERRITORIO
RECENTE

IL PALEOLITICO

LUOMO IN
SARDEGNA

IL MARE

MEDIO

IL NEOLITICO

TERRITORIO

SELARGIUS

Sig. Desogus

SANTA ROSA

COSE
LARCHEOLOGIA

I COCCI

VISITA AL SITO
ENEOLITICO

LE FONTI

SARDEGNA

STORIA
IL LAVORO
DELLARCHEOLOGO

NASCITA

LEGGENDA

ICNUSA

VILLAGGIO SU
CODDU

FOTO E NOTIZIE SUL


SITO SU CODDU

SARDUS

NOTIZIE
DELLARCHEOLOGA

LA PALLA CAVA
IL COLOMBINO
LE TEXTURE

LESPERIENZA DI
MANIPOLAZIONE

LABORATORIO DI CERAMICA
IL METODO
SPERIMENTALE
LARCHEOLOGIA
SPERIMENTALE

LO SCAVO SIMULATO

IL DIARIO
DI SCAVO

LABORATORIO CON GLI ARCHEOLOGI

ARCIPELAGO
LE NOTIZIE APPRESE NEI
LABORATORI

La Sardegna tra leggenda e


realt
Geografia: una terra antichissima
Storia: il paleolitico , il neolitico ,
leneolitico
Selargius: il territorio e la storia
Visita ai siti e ai musei
Larcheologia: esperienze e
incontri con gli esperti
Raccolta di notizie e riflessioni

SARDEGNA
LA REALTA

ARCHEOLOGIA

LA
FANTASIA
LEGGENDA

SARDUS

ICHNUSA

GEOGRAFIA

STORIA

Le piccole storie legate allambiente e


alla realt territoriale possono orientare
i ragazzi nella comprensione delle trasformazioni
e delle permanenze dei fenomeni storici,
possono fornire chiavi di lettura pi semplici
e immediate a contribuire e stimolare il confronto
e le relazioni tra realt diverse.
La vita di ognuno , se non determinata,
influenzata da ci che succede intorno,
sia esso lontanoo vicinissimo.
Paola Zannoner
da La storia attraverso le storie

PREMESSA
Il progetto, iniziato nel gennaio 2005, stato inserito nel POF e finanziato fino a dicembre
2005 con i fondi della L.R 26/ 97. Sono state utilizzate il 15% del monte ore annuali delle
discipline antropologiche e scientifiche, come previsto dallart. 2 del D.M. n179 del 19/07/99,
e svolte attivit aggiuntive con 12 rientri pomeridiani. Sono stati coinvolti 45 alunni delle
classi terze che hanno proseguito il percorso formativo nella successiva classe quarta, fino al
termine del 2005. Il piano di lavoro ha avuto inizio dall idea di utilizzare le fonti come prima
risorsa per lo studio del territorio e della storia locale. Pensato per indurre i bambini a vivere
il proprio ambiente come un archivio di notizie. Lintento stato quello di avvicinare sempre
pi i bambini alle loro esperienze quotidiane e di recuperare una dimensione locale dello
studio; di promuovere quegli stimoli culturali ed educativi che possano permettere la nascita
di una maggiore sensibilit e di un pi attento rispetto per la propria cultura: si potr vivere,
amare la propria storia e il proprio paese solo se si imparer a conoscerlo, a tutelarlo e a
rispettarlo. Il contesto sociale in cui si opera ricco di storia e di tradizioni locali, conserva
delle caratteristiche ambientali proprie, ricco di significati e contenuti che vanno
salvaguardati e conservati. Trattandosi di dover affrontare lo studio della storia, della
geografia e delle scienze, con bambini di 8- 9 anni, il problema principale stato quello del
passaggio da una visione del mondo fantastico a quello reale; di metterli in contatto con le
fonti affinch si potessero appropriare, con pi facilit, degli strumenti della loro realt. Si
partiti da questo, per costruire un percorso atto a stimolare la ricerca e il bisogno di avere a
disposizione un metodo rigoroso e scientifico; per scoprire i nessi esistenti tra i vari saperi
ed essere in grado di condurre una ricostruzione dei fatti e delle esperienze con criticit e
autonomia; per comprendere come gli studiosi svolgano le loro ricerche e quanto siano
serie e coerenti i risultati raggiunti in ogni campo.


Per riuscire a studiare bene la storia necessario comprendere che tutte le azioni degli uomini non
rimangono fini a se stesse, ma sono importanti perch costituiscono le esperienze di ciascuno noi
legate al tempo. Per questo possiamo parlare di tre categorie temporali: il passato, il presente e il
futuro.Pensa per un attimo alla tua vita e,parlando del passato,potrai facilmente ricordarti di quando
frequentavi la scuola materna o giocavi in casa con i tuoi piccoli amici,di una gita con i tuoi genitori
o di un cartone animato che ti piaceva particolarmente.
Ci sono cose,poi,del tuo passato che non puoi ricordare perch trascorso troppo tempo o perch
eri troppo piccolo. Se rifletti bene,per,puoi capire che sicuramente in casa tua hai lasciato tracce
della tua prima infanzia,per esempio il biberon,una foto del tuo battesimo,un giocattolo di quando
avevi pochi mesi di vita. Queste tracce ti servono oggi per ricostruire quelli che facevi da piccolo e
sono le fonti di cui puoi servirti per capire le differenze con la tua vita presente.
Allo stesso modo,quello che ti succede oggi ,unito alle esperienze del passato,far nascere in te
sogni e aspirazioni che contribuiranno a farti decidere cosa farai in futuro.
Quello che vale per la tua vita valido per tutti gli uomini, che oggi possono servirsi delle tracce del
passato e utilizzarle come fonti per conoscerlo e interpretarlo.
Circa tre milioni di anni fa i primi uomini comparvero sulla Terra e cominciarono a ricercare tutti i
mezzi che potevano consentire loro di soddisfare i propri bisogni nella materia pi efficace possibile.
Quello che successo tantissimo tempo fa viene studiato attraverso le tracce.
E quello che abbiamo tentato di fare noi, utilizzando i mezzi a nostra disposizione: le ricerche sui
libri, internet, le interviste agli esperti e la visita ai siti e ai musei.

Le leggende
Questa la terra dove tu vivi. Come puoi osservare la
Sardegna unisola interamente circondata dal mare. La sua
forma ricorda limpronta di un sandalocoscome narranola
leggenda di Ichnusa e di Sandalia. I primi a disegnare sulle
carte geografiche la forma dellisola, furono i greci che la
chiamarono proprio Ichnusa, che deriva da una parola greca
Ichnonche vuol dire orma.Altri la chiamarono
Sandaliotis,cioisolaaventeformadisandalo.
Laleggendanarra,ancora,chelisolapreseilnomedaun
figliodiErcole,chiamato Sardus,ilqualesbarcassiemead
ungruppodiuominiedidonnechevenivanodallAsia.Nella
realt, lisola fu approdo di molti popoli tra cui un popolo
provenente dallAsia: i Fenici che abitavano in una terra di
nome Fenicia, in Oriente. Con molta probabilit il nome
SardegnaderivapropriodalnomechediederoiFeniciallisola:
ardan. Nella realt questo nome risulta dalle iscrizioni
ritrovate nella citt Fenicia di Nora, presso Cagliari,
consideratalapianticacittdellisola.

Milioni di anni fa, quando


lItalia
non era ancora spuntata
dal mare,
esisteva un piccolo
continente chiamato
Tirrenide.
Era una terra felice: c
erano grandi boschi e
molto belli,
monti alti e superbi,
fiumi, laghi, animali di
ogni specie
e gente buona e pacifica.
Ma un brutto giorno
accadde un tremendo
terremoto
e tutte quelle terre furono
distrutte,
quel paradiso terrestre
spar.
La terra si mise a tremare,
i monti si spaccarono,
i fiumi uscirono dagli

La gente era disperata


e chiese un aiuto a Zeus re
degli Dei
Che in quel momento
litigava con la moglie Era.
C chi racconta che quel
terribile terremoto
lavesse provocato proprio
lui
in un momento di
malumore .
Come fu,come non fu,
il fatto che Tirrenide stava
sprofondando nel mare.
E siccome una piccola parte
di essa emergeva ancora ,
le pose sopra il piede e
riusc a trattenerla
prima che i flutti la
inghiottissero. Cos, dalla
grande Tirrenide non rimase
che quell impronta solitaria
in mezzo alla grande distesa

La Sardegna un isola solo da 30 milioni di anni, e prima? Prima , per un periodo di


molti anni 550 milioni di anni appunto, la Sardegna esistita in un'altra forma e in un
altro luogo. La risposta ce la d la geologia che formula un ipotesi molto affascinante: l
isola sarebbe emersa dai fondali marini e sarebbe diventata com oggi dopo varie fasi.
Fu un grandioso fenomeno di corrugamento della costa terrestre che fece emergere dai
fondali marini zolle dure provenienti dal sottosuolo , i graniti e le pieg e le frantum e le
fece scorrere luna su laltra. E il primo pezzo di tutto il suolo italiano, il pi antico che
si trova nel Sulcis Iglesiente . Siamo nel Carbonifero il periodo in cui si formano le prime
forme di vita. In seguito emerse tutta la Sardegna e una parte della Corsica : sar lo
scheletro della futura isola che emerger come parte del continente europeo.
Grandi terremoti fecero frantumare questo continente in tante zolle che si sollevarono e
si abbassarono, si dislocarono di traverso. Da questi movimenti nacquero per
sollevamento il Gennargentu al centro dellisola; il monte Limbara a nord-est; il monte
Linas e il monte Is Caravius a sud-ovest; i Sette Fratelli a sud-est. Nel terziario vi fu un
intensa attivit vulcanica che riemp le varie spaccature e insieme al mare sommersero le
terre. Quando si ritir lasci enormi depositi di terra che si trasformarono in pianure: siamo
nel Quaternario quando la Sardegna si formata.

LE CULTURE

IL PALEOLITICO

LUOMO IN
SARDEGNA

STORIA

RECENTE

MEDIO

IL NEOLITICO

ENEOLITICO

SELARGIUS

Circa 200 mila anni fa nel nostro pianeta si verific un enorme


abbassamento della temperatura .
Fu un periodo di grandi glaciazioni, in cui si abbass il livello
dei mari. Nel corso della Preistoria la distanza tra le terre diminu
notevolmente e luomo dalle zone fredde del nord si spost
verso sud alla ricerca di un clima pi mite. La Sardegna, la
Corsica e la Toscana divennero pi vicine e facilmente
raggiungibili. In quel periodo la Corsica e la Sardegna erano
quasi unite: avevano 200 m di distanza
Luomo primitivo attravers la penisola Italiana e raggiunse la
Sardegna mezzo milione di anni fa, forse con qualche
imbarcazione primitiva.

Paleos= antico litico= pietra


ETA DELLA PIETRA ANTICA
Lepiantichetracce,gliarcheologilehannotrovatenelnordSardegna,nelRiuAltanoa
Perfugas,dovesonostatiritrovatideirepertidipietrascheggiata.
La pietra fu ilmateriale principaleche luomo utilizzper costruire gliutensilichegli
servivano per la caccia. Nel 1982 un paleontologo, nella grotta di Corbeddu, presso
Oliena,ritrovirestidiunfocolare.Dallanalisidelleceneririsultchevieranorestidi
molluschi, (cozze,arselle,ostriche) e ossa di Prolagus sardus, un roditore un po pi
piccolo di un coniglio e privo di coda, ormai estinto, ma che gli uomini preistorici, in
Sardegna,hannocacciatofinoalletdelferro.
Queste fonti ci dicono che luomo del Paleolitico in Sardegna viveva nelle grotte,
cacciava e pescava e costruiva le frecce e gli oggetti di uso quotidiano con le pietre,
soprattuttoselceeossidiana.
Le donne si occupavano della raccolta e di tenere il fuoco acceso e di accudire ai
bambini.
In Sardegna per un lungo periodo non si hanno pi tracce delluomo. Questo pu voler
dire che dopo il Paleolitico morirono tutti oppure che luomo continu a vivere
ininterrottamenteeancoranonabbiamoscopertoletracce.

Il Prolago un piccolo lagomorfo , estinto , simile ad una lepre, ben


rappresentato tra i reperti della Sardegna e della Corsica, mentre la
maggior parte dei generi era gi scomparsa nel Pliocene. Il Prolago
riuscito a sopravvivere nelle due isole tirreniche durante il periodo
glaciale,fino alle epoche recentissime,e quello che potrebbe essere
stato il suo pi tardo discendente, fu osservato nel 1774
a Tavolara dal naturalista Cetti.
In alcune grotte della Sardegna,ritroviamo ancora resti dei suoi
caratteristici incisivi,testimonianza del passaggio di questo piccolo
mammifero. Le caratteristiche che ci consentono di distinguere le
ossa di questo animale (della taglia di una cavia) da quelle dei
roditori sono le seguenti: cranio basso ed allungato,mascella superiore
con due grossi incisivi sporgenti ,profondamente solcati,sulla faccia
anteriore e rivestiti completamente di smalto ed altri due pi piccoli
ed appuntiti siti immediatamente dietro i primi ; mancano i canini,
rimane cos un largo spazio, detto diastema; nella mandibola oltre ai
canini manca anche il primo premolare . Erano privi di coda, gli arti
anteriori e posteriori sono uguali.

Storie dal Paleolitico

Ciao,sonoFelixesonovissutonelPaleoliticoconmiamoglieeimieiduefigli.Vivevoinunbellissimoposto
elamiacavernastavavicinoalboscoealfiume:cosavevamoadisposizioneacqua,legnameepotevamo
anchepescare,cacciareeraccogliere:tutteattivitnecessarieallasopravvivenza.Conillegnamepotevamo
accendereilfuocoperproteggercidaglianimaliferoci,perriscaldarciepercuocerelacarneeglialtricibi,
cos diventavano piusaporiti. Io avevo molti parenti che vivevano con me. Credevo negli Dei buoni e li
pregavo;invecediquellicattiviavevopauraecercavodiplaccarlicondelleofferte. Franco P. 4^B via
Parigi
Ciao,iomichiamoAlex,vivonelPaleoliticohounmaritochesichiamaBob,hoduefigliechesichiamano
LunaeStellaehounfigliodinomeYoulivest.Viviamonellecaverneeognunodinoihauncompito:mio
marito e mio figlio vanno a cacciare la selvaggina. Io e Luna invece andiamo a raccogliere i frutti e le
insalate.LaltramiafigliaStellaaccendeilfuocoepoivaapescareipesci.Dopocheabbiamocacciato,
pescatoeraccolto,rientriamonellacaverna.MiomaritoBob,costruiscegliutensili,armi,lancedipietrae
iointantocucinolacarneeilpesce.Apranzomangiamocarnebencotta,pescifreschi,bacche,insalatae
frutta. Ci vestiamo con le pelli degli animali uccisi e parliamo tra di noi con un linguaggio semplice; ci
esprimiamo con gesti e suoni della natura. Nella nostra caverna disegniamo scene di caccia e momenti
dellanostravita.Noisiamounagrandefamigliaeviviamofeliciinsieme.Giulia M. 4^B via Parigi

NEOLITICO:NEO=NUOVO-LITICO=PIETRA
ETADELLAPIETRANUOVA
Intorno al 4-5 millennio a.C. si hanno tracce certe che lisola fu stabilmente abitata
dalluomo. Allinizio utilizzava i ripari sotto roccia che venivano anche utilizzati come
tombe. Gran parte dei reperti ritrovati, e presenti nel museo archeologico di Cagliari,
provengono da queste tombe in cui era presente, ancora intatto, il corredo funerario. I
sardidiqueltempocredevanocheluomodopolamortecontinuasseavivere.Diquesto
periodo,sonostatiritrovatinumerosimicroliticiopiccolepietreomeglioframmentidi
ossidiana. Questa pietra era simile al vetro,si scheggiava facilmente ed era tagliente,
provenivadalMonteArci,unvulcanospentodamillenni.
Sono stati ritrovati numerosi strumenti e monili (gioielli ) realizzati con gli ossi degli
animali e le conchiglie. Nel corredo vi erano numerosi vasi in ceramica decorata
utilizzando e premendo sullargilla premendo sullargilla lorlo seghettato di una
conchigliadellaspecieCardiumedule.Laceramicadiquestoperiodo,infatti,chiamata
dagliarcheologicardiale.Sonostatiritrovatideivasettipiccolissimiinunatombadiun
bambino,vicinoadAlghero,chenonpotevanoservirepernessunuso:sipuipotizzare
che fossero dei giocattoli. In un piatto, ritrovato vicino a Sassari, troviamo un disegno
raffigurante delle persone prese per mano: sicuramente ballavano il ballo sardo Su
ballutunduedaidisegnipossiamorisalireancheallabbigliamento.

Il villaggio era costruito su una piccola altura e dominava una vallata in cui scorreva un
fiume. Le case erano in mattoni di argilla seccata al sole;sulla riva del fiume, invece le
capanne di legno erano costruite su piattaforme appoggiate a lunghi pali infissi nel
terreno: le palafitte. Il villaggio era circondato da una palizzata che serviva a
proteggerlo dagli animali selvatici che spesso si avvicinano per catturare gli animali
domestici rinchiusi nei recinti. Allinterno si volgevano le varie attivit: le donne
preparavano da mangiare; alcune macinavano i chicchi di grano o d orzo per preparare il
pane, altre facevano bollire la carne in un recipiente di terracotta. Altre lavoravano al
telaio: tessevano le stoffe per fabbricare i vestiti. Uomini, donne e bambini non si
vestivano pi con le pelli degli animali uccisi: tessevano le stoffe per fabbricare i vestiti e
indossano i primi tessuti di lana. Cerano i vasai che modellavano i vasi di argilla, che
andavano cotti, successivamente, in forno.
Altri artigiano levigavano con cura le pietre che servivano a costruire le falci per gli
agricoltori e altri piccoli utensili. L uomo non aveva ancora scoperto come lavorano i
metalli. Nei campi gli agricoltori falciavano il grano; le spighe venivano raccolte dalle
donne e dai bambini e portate nei magazzini del villaggio. I contadini aravano la terra
con un aratro trainato da buoi; altri, con le zappe, rivoltano le zolle per preparare il
terreno alla semina. I mercanti andavano di villaggio in villaggio con asini e buoi carichi
di merci a barattare.

Di questo periodo sono stati trovati strumenti litici (in pietra),


lavorati in modo accurato (punte di freccia, coltelli, bulini). Le
testimonianze sulla pratica dellagricoltura e dellallevamento
data dal ritrovameno di pestelli e macine in pietra, di semi di
cereali e di ossa di animali domestici. E inoltre attestato la
presenza di abbondanti giacimenti di ossidiana che veniva
scambiata in Corsica, Toscana, Emilia,Liguria, Francia
Meridionale. Il commercio dellossidiana pose dunque la
Sardegna al centro dei traffici del Mediterraneo e favor le
relazioni con molti popoli dellEuropa e lOriente.

Di questo periodo, sono stati ritrovati numerosi microliti cio


piccole pietre o meglio frammenti di ossidiana. Questa pietra era
simile al vetro,si scheggiava facilmente ed era tagliente,
proveniva dal Monte Arci, un vulcano spento da millenni

Il monte Arci un complesso montuoso di origine


vulcanica situato nella parte settentrionale del
Campidano,apochichilometridalGolfodiOristano.
Si formato a cavallo tra Pliocene (fase finale del
Terziario o Cenozoico) e la fase iniziale del
Pleistocene (Quaternario o Neozoico), tra quattro e
due milione di anni fa. Si tratta quindi di una
testimonianza delle ultime attivit vulcaniche
verificatesi in Sardegna e alla formazione della
depressione del Campidano. Il massiccio montuoso si
estendepercircatrentachilometri.

I primi utensili realizzati dalluomo che siano stati rivenuti dagli archeologi
risalgono a pi di due milioni di anni fa ,al termine dellet della pietra :
pare esistessero gi circa sessanta tipi di utensili standard, con usi ben
definiti. Tra i materiali pi utilizzati, la selce,di cui sono fatte le punte di
scure e di freccia qui fotografate, l osso e lavorio. La tecnica di realizzazione
poteva essere la percussione diretta (con una pietra usata come martello)o
indiretta(con martello e scalpello rudimentali). Manufatti in selce sono stati
ottenuti dalla scheggiatura di lastrine di selce di piccole e medie dimensioni e per
questo motivo sono generalmente minuti: la lunghezza e la larghezza sono di pochi
centimetri.
La selce una roccia costituita da concentrazioni di silice (biossido di silicio), e
si trova sotto forma di noduli o lenti,allinterno di strati sedimentari calcarei.
La silice pu depositarsi nelle tre forme,mescolate in proporzioni variabili, in cui
pi abbondantemente presente in natura:opale,calcedonio e quarzo.
Nel Neolitico si assiste a una intesa lavorazione della selce , che veniva utilizzata
per la caccia o come utensile .

CENNI STORICI
Nel NEOLITICO, oltre alla selce, venivano lavorati altri materiali naturali come ad
esempio lossidiana. La dura ma fragile ossidiana, un vetro vulcanico che si trova in
pochi punti del MEDITERRANEO: nellisola di Lipari, Pantelleria, Sardegna, nellisola
Egea di Melos, in Anatolia, Armenia, nei Carpazi. Lossidiana, nel Neolitico, era il
materiale pi tagliente che l uomo avesse a disposizione, pi tagliente della selce
ma assai meno robusta, per cui si prestava solo per usi specializzati ( punte di frecce,
lame di coltelli,ecc).
Venivano staccate a blocchi dalle formazioni vetrose che si intercalavano nella colata
lavica o la raccoglievano fra strati di pomice e la lavoravano nei loro insediamenti per
formare blocchi regolari, dai quali fosse possibile trarre per percussione indiretta le belle
lame taglienti.

UN MONDO DI PACE

Limmagine delluomo primitivo in lotta contro tutti () fuorviante. Se la nostra evoluzione ha avuto
successo anche perch siamo stati gentili: i nostri bambini sono protetti e nutriti molto pi a lungo che i
cuccioli degli altri mammiferi. Inoltre la solidariet dei gruppi umani ha facilito la comunicazione e la
collaborazione. Cos abbiamo affrontato le difficolt, cos si sviluppata la nostra intelligenza, cos abbiamo
incrementato le nostre molteplici risorse: grazie al calore e alle cure che abbiamo dato e ricevuto. Cos finora,
abbiamo vinto perch ci siamo aiutati gli uni con gli altri . >>
dal libro di Piero Ferrucci LA FORZA DELLA GENTILEZZA.

NORME SOCIALI NEL PALEOLITICO E NEL NEOLITICO


Riflessioni in classe
Nella Preistoria luomo ha avuto bisogno, per poter sopravvivere e affrontare i pericoli quotidiani della sua
esistenza, di trovare appoggio e sostegno dagli altri uomini . Cacciava in gruppo, viveva in clan. Aveva
imparato che lunione fa la forza e con questa convinzione ha costruito la sua prima societ. Una comunit
fondata su valori di forza e resistenza, ma principalmente, di aiuto reciproco, di fiducia verso laltro, di
rispetto dell uomo e della natura, di amicizia e di solidariet. All inizio, non esisteva il possesso: le terre
erano di tutti, il cibo si divideva in egual misura, non era importante chi andava a caccia e chi raccoglieva.
Era importante sopravvivere, perch ci significava difendere la specie umana. Aveva capito che insieme al
gruppo si potevano condividere sia i momenti di gioia che quelli di dolore. Affrontare le difficolt era meno
difficile, per esempio quando moriva qualcuno; per questo impar a pregare in gruppo e a credere
nellesistenza di forze superiori. La tradizione si tramandava oralmente di padre in figlio e gli insegnamenti e
i consigli erano rispettati.

Con la rivoluzione agricola e la scoperta dei metalli, luomo impar a costruire i villaggi, si impadron di
tecniche e scoperte importanti per il presente, ma che lo avrebbero aiutato a realizzare anche il suo futuro. I
villaggi diventarono grandi scuole per insegnare ed imparare: ognuno dava il suo contributo e regalava agli
altri i suoi risultati. Chi imparava una cosa nuova non la teneva per s, ma la consegnava a tutta la
collettivit. Non solo, le varie comunit, e poi i popoli, incominciarono a scambiarsi le idee, le tecniche, i loro
prodotti, a sposarsi gli uni con gli altri. Le comunit si allargarono e mai si pens alla guerra, a farsi del
male, perch il bene era la garanzia di una vita migliore. Nessuno era geloso, perch se cos fosse stato,
ognuno avrebbe tenuto i suoi segreti e cercato di trarne profitto. Mettersi gli uni contro gli altri non era
conveniente e non avrebbe significato evoluzione e progresso. Esistevano principi, comandamenti, norme da
seguire, modelli da imitare che si rispettavano.
Pi tardi, quando luomo incominci a scoprire il potere e il denaro, visse con prepotenza ed inganno.
Scoppiarono le guerre, quelle vere, ed allora dovettero iniziare ad elaborare le leggiquelle scritte, perch
non andassero perse ma soprattutto per garantire il bene e la giustizia a tutti.
<<

4000 3500 a.C. circa


In questo periodo fiorisce la cultura di Bonu Ighinu ( Buon Vicino)
dal nome di una grotta nel comune di Mara (Sassari) dove
furono trovate le prime tracce della pratica della pastorizia o
dell agricoltura . Appartengono aquesto periodo le statuine della
DEA MADRE rappresentata in forma di donne obese, dette di tipo
volumetrico. La ceramica aveva una qualit elevata , era fine e
lucida, con motivi decorativi, incisi o realizzati con piccolissimi
puntini
impressi. Durante gli scavi nella Grotta Filiestru, si
trovarono resti di ceramiche e utensili litici, chicchi di cereali
primitivi, ossa di animali domestici, pecora, capra e maiale, e
sostanze coloranti, come locra rossa.

3500 2000 a.C. circa


Questa fase caratterizzata dalla diffusione in
tutta lisola della Cultura di Ozieri o San Michele,
dallomonima
grotta.
La
societ
viveva
prevalentemente
di
caccia,
agricoltura
e
allevamento. I villaggi erano formati da numerose
capanne costruite con frasche, pali di legno ed
argilla. Purtroppo i materiali deperibili non ne
hanno consentito la conservazione e rimangono
solo le buche. Gli artigiani lavoravano la ceramica
e la decoravano con tecniche sempre pi
elaborate. La dea Madre era rappresentata con
statuine pi stilizzate: idoletti a placca, intera o
traforata, detta anche,di tipo cicladico.

La dea madre e il dio Padre, rappresentavano le divinit dei vivi e dei morti. Sin
dallantichit, furono rappresentati da massi confitti nel suolo: i menhirs . La divinit
femminile mostrava segnate le bozze mammellari.

LE STATUETTE FEMMINILI
Gli idoletti femminili rappresentanti la dea madre, simbolo di vita e fertilit sono il
primo esempio di scultura antropomorfa.
La dea madre di cultura Bonu Ighinu.
La mirabile esecuzione artistica di questi idoli neolitici sta a dimostrare il grado di
perfezione tecnica artigianale raggiunto e la della crescente religiosit che colloca la
donna al centro della comunit in quanto artefice della procreazione e quindi simbolo
dellabbondanza .
La pi antica la venere di Macome che risalirebbe al neolitico antico. Durante il
Neolitico Recente la produzione aumenta notevolmente: gli artigiani, abbandonato il
volumetrico e producono statuette in marmo e argilla, secondo uno stile geometrico a lastra.

In questo periodo i villaggi sorgono all aperto e nascono


numerose tombe scavate nella roccia chiamate domus de janas
cio case delle fatte o delle streghe. Si tratta di tombe collettive
che accoglievano i defunti di una comunit, scavate le une vicino
alle altre. Accanto ai sepolcri molto semplici composti da una
sola camera, ne troviamo altri con numerose camere sotterranee
dove al loro interno sono stati ritrovati numerosi oggetti di uso
quotidiano. Si pensava infatti che la vita del defunto continuasse
aldil della morte e quindi la tomba assomigliava alla casa in cui
egli aveva vissuto.
Il nome domus de janas stato detto in seguito dal popolo sardo.
Domus significa case e janas, nella credenza popolare, erano
piccoli esseri femminili, fate o streghe che abitavano le zone dove
queste tombe si trovavano.

La leggenda
Le Gianas vivevano vicino alle rocce. Esse erano piccole ,
piccole, ma erano molto belle e dispettose. Avevano le dita
sottili e non facevano altro che tessere scialli e i corpetti con
fili doro e dargento. Erano molto ricche e potevano avere
tutto ci che volevano.
Esse, prima che albeggiasse, si mettevano a cucire, e
allimbrunire andavano a spargere le tele sopra le rocce. Una
sera uno scialle fu rubato da un uomo a cavallo. La Giana se
ne accorse e lo insegu appiccicata alla coda del
cavallo.Luomo tent di schiacciare la piccola fata, ma
questa ,tanto infastid il povero cavallo torcendogli la coda,
che riusc a farlo cadere in un burrone.

Nel periodo della cultura di Ozieri, i sardi seppellivano i morti in grandi costruzioni
dette dolmen, ( parola bretone che vuol dire lastra di pietra: conficcavano nel terreno
grandi pietre chiamate perdas fittas (pietre infisse). La struttura del dolmen formata
da tre pietre: due confitte nel terreno, poste parallele, e una trasversale, poggiata sulle
altre due. La parola Menhirs deriva da men = pietra e hirs = dritta. Si trovano in
Sardegna in forma singola (pietre in fitte) e nella forma complessa, cio disposte in
lunghe file, chiamateallignement. In Sardegna il sito pi importante quello di
Goni, sull altopiano di Pranu Muteddu ( Piana dei mirti) nel Gerrei.
In questo sito sono stati rinvenuti una cinquantina di menhirs.Ognuno di essi
espressione della cultura megalitica ( mega = grande e litica = pietra ). La pietra usata
larenaria. Ogni menhir rappresenta un uomo antenato. La forma detta
protoantropomorfa , cio sono antecedenti della figura umana (antropomorfa), non
hanno n braccia, n gambe, n viso. Sono detti anche aniconici ( a greca primitiva
=senza e icona = immagine).

ApochichilometridallabitatodiGoni,lungolaprovincialeperCagliariead
appena mezzora dimacchina dal capoluogo possibile ammirareil parco di
Pranu Muteddu che rappresenta uno dei Siti pi suggestivi della Sardegna
interna. Larea del parco, per una estensione di circa 200 mila mq,
interessata da uno dei pi importanti compendi monumentali della preistoria
sarda.GliscavidirettidaEnricoAtzenineglianni80hannoportatoallaluce
numerosissimi manufatti di diversa tipologia e fattura, riferibili a comunit
stanzialidellaculturaOzieri,risalentialneoliticorecente(3200-2800a
C).Lapresenzadinumerosetombeemenhirfapensareadunutilizzodelsito
in funzione di riti sepolcrali e religiosi collegati al culto degli antenati. Il
complesso archeologico presenta la pi alta concentrazione di menhir che si
conosca in Sardegna (circa sessanta, variamente distribuiti in coppie,
allineamenti o gruppi). Lintero compendio monumentale sorge su unarea
fittamentericopertadaquercesecolariedaaltreessenzetipichedellamacchia
mediterranea.

Il18ottobresiamoandatiaGoniavisitareilparcoarcheologicoPranuMutteddudove
abbiamovistoimenhir.Priscilla,laguida,cihaspiegatocomesonofattiechirappresentano.I
diciasettemenhirschesitrovanoallingressodelparcorappresentanolaforzamaschile.Quando
hannocominciatoascavare,nel1980,duemenhirseranorovesciatie,proprioquesti,hanno
mantenutointattalalavorazionemoltoparticolarecheglialtrihannoperso.Inalcunivisono
rappresentatideidisegniformatidatantiforellini.Gliastronomihannoosservatoche
lallineamentodeimenhirsvadaestversoovesteseguonoilpercorsodelsole.
DopocihamostratodelletombeaDolmen.Unaformatadatrepietre:dueconficcatenel
terreno,posteparallele,eunatrasversale,poggiatasullealtredue;divisaintreparti:il
padiglionedentrata,lanticellaelacella,dovenelcorpocentralevenivasepoltoilmorto.E
dettaTombadelCapo;laltrainveceavevaduecamere:eraaDolmenconcorridoioeal
centroceraunacamerettadovevenivasepoltoilcadavereinposizionefetale.Laposizione
ranicchiataesprimevailritornoalgrembodellaMadreTerraeinquestaposizioneeraprontoper
nascerenuovamente.Vicinosonostatiritrovatitantioggettiperchsipensavacheilmorto
avrebbevissutoinunaltravita.Laprimatombacheabbiamovistounicaintuttoil
Mediterraneo.Essaformatadaununicobloccoscavatonellarocciaesonoevidentiibuchiche
sonoservitiperagganciarlaeportarlafinoalluogodovesitrova.
Latombasitrovaalcentrodiungrandecircolodipietre,chiamatocerchiosacro.Sipensa,per
lappunto,cheperlaposizioneeperlagrandezza,questafosselatombadiunpersonaggio
importanteodiuncapotrib.Abbiamoancheosservatoilmenhirpigranderitrovato
allinterno:alto2metrie50centimetri!

Museo
MuseodidiLaconi,
Laconi,meglio
meglionoto
notocome
comeMuseo
Museodelle
delleStatue
StatueMenhir,
Menhir,
situato
al
piano
inferiore
del
palazzo
municipale.
situato al piano inferiore del palazzo municipale.
AlAlsuo
suointerno
internosisiconservano
conservanoreperti
repertididistraordinario
straordinariointeresse
interesse
scientifico,
frutto
di
assidue
ricerche
che
lUniversit
di
scientifico, frutto di assidue ricerche che lUniversit diCagliari
Cagliari
conduce
conduce da
daoltre
oltre 30
30anni
anninel
nel territorio
territoriodidiLaconi.
Laconi. IlIlpercorso
percorso
espositivo
consta
di
sette
sale
e
si
sviluppa
in
senso
orario.
espositivo consta di sette sale e si sviluppa in senso orario.
Le
Leprime
primetre
tresale,
sale,cos
coscome
comeleleultime
ultimetre,
tre,sono
sonodedicate
dedicateaiai
Menhir
Menhirgrandi
grandistatue
statueantropomorfe
antropomorfepreistoriche.Si
preistoriche.Siannoverano
annoverano
40
monoliti
scolpiti
nella
trachite
locale.
40 monoliti scolpiti nella trachite locale.

Nel periodo neolitico recente, appartiene un reperto eccezionale:


laltare di Monte d Accoddi, vicino a Sassari. E una piramide a
gradoni alta 10 metri, sulla cui sommit si pensa si svolgessero riti
sacri. Una possibile prova del fatto che si veneravano due divinit,
una maschile e laltra femminile, ci data dalla presenza di due
menhirs posti come sentinelle a circa 300 metri dal santuario: uno
bianco , in pietra calcarea e laltro in arenaria rossa. Forse i due
colori indicano una pietra maschile e una femminile che ricordano i
disegni ritrovati a Creta, dove le donne erano dipinte con la pelle
bianca e gli uomini con la pelle rossa. Questa gigantesca
costruzione megalitica unica in tutta l area del
Mediterraneo.Larchitettura simile agli ziqqurat che si sono ritrovati
in Mesopotamia, ma gli studiosi non escludono altre ipotesi, per
esempio vi sono elementi comuni con altri popoli, anche di altri
continenti come i Maja.

Eneolitico o Et eneolitica
(2.700 1.800 a.C.)
Eneolitico dal latino aenes = di bronzo e lithos = pietra.
In questo periodo iniziano ad realizzarsi oggetti in rame.
La Sardegna non possedeva grossi giacimenti di rame.
La cultura di questo periodo che segu a quella di Ozieri chiamata Abealzu
Filigosa, dal ritrovamento di due tombe in questa localit, la prima vicino a Osilo ,
e , la seconda, vicino a Macomer. In questo periodo gli oggetti furono destinati
per lo pi corredi funerari. Lunica novit rappresentata dalla ceramica con vasi
che assumono la forma di bottiglie con collo allungato.
Vi sono nelle tombe ritrovamenti di monili, bracciali, lamine, orecchini e anelli.

(2.500 2.000 a.C.)

Il sito di Monte Claro si trova in pieno centro di Cagliari


e fu ritrovato nel 1905. Prende il nome dal colle della
citt, in cui sorge. Furono scoperte tombe e ceramiche,
piatti e coppe, vasi dal collo largo, con la caratteristica
decorazione a scanalature e semplici decorazioni
Abbiamo in questo periodo armi in rame. Questo fa
pensare che per la prima volta i Sardi dovettero
difendersi dallarrivo di nuovi popoli, probabilmente
invasori.

Il sito di
Santa
Rosa

LA PALLA CAVA
IL COLOMBINO
LE TEXTURE

IL LAVORO
DELLARCHEOLOGO

LESPERIENZA
DI
MANIPOLAZIONE

NOTIZIE
DELLARCHEOLOGA
NOTIZIE SUL SITO SU
CODDU

LABORATORIO DI CERAMICA
LO SCAVO SIMULATO
IL METODO
SPERIMENTALE

LARCHEOLOGIA
SPERIMENTALE

LABORATORIO CON GLI ARCHEOLOGI

LE NOTIZIE APPRESE NEI


LABORATORI

IL DIARIO
DI
SCAVO

IL SIGNOR CARLO DESOGUS:


largheologia, una passione.
Come nata la sua passione?
Da bambino avevo labitudine di correre dietro il
trattore di mio padre e ogni tanto trovavo qualche
coccio. Li conservavo, e li studiavo confrontandoli
con quelli che trovavo nel museo o sui libri di storia.
Per vent anni ho fatto delle ricerche per conto mio
Il 13 agosto del 1981 per puro caso, durante lo scavo
per la costruzione di una casa, ho scoperto alcuni
reperti molto interessanti. Oltrepassato il ponte di Via
San Martino, cerano delle ruspe che stavano
sbancando un terreno. Ho visto dalla sezione apparire
delle ceneri,conchiglie e frammenti di ceramiche. Le
ho recuperate, le ho portate a casa , le studiate e
datate: erano del neolitico recente.
Come ha fatto a sapere da un frammento d coccio
che si trattava del neolitico recente?
Ogni cultura ha la sua ceramica e poi cerano i reperti
di pietra levigata. La ceramica era di argilla scura e
allinterno era grezza. Per decorarla usavano le
conchiglie, tutti particolari importanti per la datazione:
consistenza, spessore, forma, lucidatura e disegni.
Cosa ha fatto dopo questa scoperta?
Ho segnalato il ritrovamento alla Soprintendenza ai
beni culturali e archeologici di Cagliari. E hanno
subito capito che si trattava di un grandissima zona
abitata fin dal neolitico.

Sono state ritrovate centinaia di capanne. Scavavano


nellargilla un fossato e conficcavano dei pali.
Erano alte 1 metro e 80 cm ed erano larghe 4 metri
circa, a forma circolare. Le ricoprivano con delle
frasche o delle pelli lasciando un buco al centro dove
cera il focolare sempre acceso. Allinterno
mangiavano e dormivano. Sono stati ritrovati
numerosi resti di pasto: pi avanzi di pesca che di
selvaggina.
Lei ha poi continuato le ricerche?
Si, sono stato nominato Ispettore onorario e durante
gli scavi sono stato testimone di numerosi oggetti ,in
ossidiana e ceramica e una statuetta ( in realt erano
tre) della dea madre a lastra alta 18 cm, di cui,
purtroppo, andata persa la testa. Loperaio che lha
rinvenuta non ha prestato molta attenzione e lha
rotta durante lo scavo. Oggi si trova al museo
archeologico di Cagliari. Il ritrovamento di questa
statuetta testimonianza che luomo selargino aveva
avuto contatti con la cultura di San Michele di
Ozieri.* Altri ritrovamenti sono stati fatti anche a
Santa Rosa.
*Il Professor Giovanni Ugas che segu gli scavi,
constat che vi erano presenti caratteri di originalit
e la chiam Cultura Su Coddu di Selargius.
( SUnda Manna pag. 143).

IL MOLENTARGIUS

GLI STAGNI

IL POETTO

IL MARE
STORICO DEL
TERRITORIO

TERRITORIO

SELARGIUS

SANTA ROSA

VISITA AL SITO
LARCHEOLOGIA

VILLAGGIO SU
CODDU
FONTI

IL GRUPPO
ARCHEOLOGICO

Il 18 ottobre 2005 siamo andati a visitare gli scavi aperti del sito archeologico di Su Coddu, alla periferia del
centro abitato di Selargius. Ci aspettava la Professoressa Maria Grazia Melis, archeologa e titolare della
cattedra di paletnologia e preistoria del Mediterraneo allUniversit di Sassari.Gli scavi erano posti in un
terreno circondato da case di recente costruzione: gran parte dellarea di Su Coddu, infatti destinata a
residenze.Gli scavi hanno riportato alla luce numerosi e interessantissimi ritrovamenti che consentiranno di
ricostruire una parte della storia di Selargius nel periodo che va dal Neolitico Recente all Eneolitico. Il nome
SU CODDU , significa IL COLLE. Infatti questa zona una piccola altura a 11 metri sul livello del
mare. Dalle numerose capanne ritrovate in questo posto, possiamo dire che nel Neolitico sorgeva un enorme
villaggio, e questo ci fa pensare che cera una popolazione numerosa. Il villaggio contiene oggetti dellEt del
Rame e va datato al periodo neolitico finale ed eneolitico.Gli scavi sono iniziati nel 2001. La vita che questo
popolo conduceva era semplice: coltivare la terra, lavorare losso, la pietra, largilla, i metalli e la pelle. Si
vestivano con tessuti di lana, cotone e lino , perci tessevano e filavano. Come possiamo dire questo. Gli
archeologi che lavorano con la Dott.ssa melis hanno ritrovato le fusaiole in terracotta: veniva infilata nel fuso e
il batuffolo veniva legato al fuso e fatto girare e con le dita si creava il filo.La fusaiola rendeva regolare la
rotazione. Per fare i tessuti ci voleva il telaio, che erano di legno. Putroppo, non si sono ritrovati , trattandosi di
materiale deteriorabile , cos come i tessuti si sono dissolti nella terra. Sono stati ritrovati, invece i pesi che
venivano legati al telaio verticale.Nel sito sono presenti diversi tipi di fossa: Le capanne di forma circolare:
scavate nellargilla e cerano i mattoni di fango e strati di argilla con le impronte delle canne. Frammenti di
intonaco ritrovati, ci dicono che largilla veniva spalmata per rivestire le pareti di canne . Forse erano ricoperte
di frasche; resti del focolare: piccoli circoli dove sono stati ritrovati resti di ceneri e di cibo. Un Silo cio un
deposito per conservare il cibo ; grandi fosse contenenti avanzi di cibo, pozzi e cisterne per lacqua.Alcune
fosse vanno ancora studiate. Campioni di terra poi serviranno per vedere che tipo di fauna era esistente.
Tutta la terra contenuta nelle fosse viene setacciata con lacqua e i semi che si ritrovano e galleggiano,
vengono studiati per stabilire che cosa si coltivava. Le analisi archeobotaniche, stabiliranno,in seguito, quali
specie vegetali erano diffuse.

Questo sito uno dei pi importante della Sardegna perch ci permette di ricostruire come
viveva luomo nellisola. Perch luomo scelse questo posto? Si possono fare delle ipotesi:
cera una collina che permetteva di costruire le abitazioni in modo tale che non venissero
inondate; un terreno asciutto e un bancone argilloso tenero da scavare, adatto alle coltivazioni,
quindi legato alleconomia.
Come vivevano? Leconomia era probabilmente legata alla caccia e allallevamento. Ma non si
sono ritrovate grosse tracce. Gli archeologi scavando hanno trovato un corno bovino, un
cranio di pecora o capra spaccato a met. Invece, sono stati ritrovati, in quantit enormi, i resti
di cozze, ostriche, cannolicchi, arselle. Perci sappiamo che pescavano. Dove? Nello stagno
del Molentargius, che confina con il territorio di Selargius .
Un ritrovamento interessante la conchiglia di cardium: essa non veniva mangiata, perch
aveva un basso potere nutrizionale, ma veniva utilizzata per le decorazioni della ceramica e per
realizzare collane. Ci che incuriosisce il modo con cui queste conchiglie venivano aperte: i
frammenti ritrovati saranno mandati alla Facolt di Veterinaria dellUniversit di Sassari, dal
Prof. Zedda, per capire con quale tecnica venivano aperte e quali strumenti si utilizzassero
per forzarle e se venissero utilizzate crude o venissero bollite.
Sappiamo che gli ossi degli animali venivano utilizzati per costruire piccoli oggetti. A su
Coddu sono stati ritrovati numerosi tripodi, pentole con trepiedi per poggiare sul fuoco.

Intervista allarcheologa
Maria Grazia Melis
Come sei diventata archeologa?
Sono diventata archeologa perch da bambina mi piaceva la storia. Poi
allUniversit ho scelto gli studi preistorici.
Di cosa si occupa un archeologo?
Larcheologo si occupa del tempo. Immaginate di leggere un libro dallultima
pagina. Dobbiamo tornare indietro nel tempo, sino al momento in cui una
fossa fu scavata o un oggetto fu costruito.
Come fa larcheologo a sapere tutte queste cose?
Ci vuole un metodo ordinato, scientifico e si ha bisogno dellaiuto di altri
esperti.per esempio il pedologo, che studia i terreni, il geologo che studia gli
strati della terra e lanalista che in laboratorio analizza la terra e i resti ritrovati.
Come si fa a stabilire let esatta di un sito o di un reperto?
Let di alcuni reperti possibile stabilirla con il carbonio 14 altre date non
sono attendibili, a causa delluso delle radiazioni e perci si stanno studiando
altri metodi di indagine. Per esempio un metodo molto semplice quello dei
cerchi di accrescimento degli alberi: questa analisi si chiama
dendrocronologia.

Laura Manca la prima studiosa in Sardegna che si dedica allo studio degli ossi. Al microscopio scopre come
venivano tagliati e quali tecniche venivano usate. In questo sito si sono ritrovati punteruoli, che servivano per fare i
fori, e aghi per tessere i cestini di vimini e per lavorare il cuoio. Venivano strofinati in una pietra per essere
appuntiti ed erano multifunzionali. Dallo studio delle ossa si possono ritrovare le tracce sul loro uso e con il
carbonio 14 possiamo risalire alla loro datazione. Quando si ritrovano , non si devono toccare con le mani, per non
falsare i dati. Nel sito di Su Coddu stata ritrovata una perlina in osso: rarissima per questo periodo. Ha un foro
centrale ed levigata: sicuramente stata forata con strumenti litici, cio in pietra.
Stefania Piras studia i vasi. Nel sito di Su Coddu ne sono stati ritrovati moltissimi. Nel Neolitico la grande
invenzione fu che largilla poteva essere plasmata e soprattutto che cuocendola al fuoco diventava durissima e
resistente. Dove trovavanolargilla? Ovunque in tutto il territorio circostante c l argilla. Con il microscopio
Stefania studia i cocci.Alcuni cocci sono stati ritrovati da Laura a 20 cm di distanza luno dallaltro. Sono stati
lavati e inventariati ( ad ogni oggetto si d un numero ). Si restaura e si disegna e si studia il disegno . Stefania fa
delle ricerche con la Dott.ssa Paola Mameli dellUniversit di Sassari.La ceramica doveva avere delle
caratteristiche che fossero funzionali al corredo da cucina: piatti, pentole, bicchieri. Gli oggetti per bere dovevano
essere sottili e levigati e non dovevano essere porosi. Le pentole che si usavano per cuocere dovevano essere pi
grosse. E come era fatta la struttura da fuoco ? Era una buca nel terreno dove deponevano lo sterco degli animali
che bruciavano. I vasi avevano varie forme, alcuni con il manico piccolo che serviva per appendere , altri con i
manici pi ampi per essere afferrati bene.
Ramona Cappai studia la pietra: la prima materia che si scheggia per ottenere degli strumenti. La pietra che stata
ritrovata lossidiana, proveniente da Monte Arci. Ne sono state ritrovate numerose e si vedono i ritocchi e gli
scarti che venivano eseguite sulla pietra per rendere il margine tagliente.

Fabio Serchisu: studia i metalli. Fabio ha eseguito la sua tesi di laurea sui metalli. Praticamente sa tutto su di essi.
Scopriamone i segreti insieme a lui. NellEneolitico luomo incomincia ad usare i metalli ma senza abbandonare la
pietra. lEt del rame. Li individuavano sulla roccia in superficie e incidevano i filoni metalliferi. Con il fuoco
separavano la roccia dal metallo. Poi con lacqua li raffreddavano e le rocce esplodevano. Sono stati ritrovati anche
gli strumenti per lestrazione.

Il territorio di Selargius assomiglia ad un grosso boccale reclinato su un fianco con il


beccuccio e la punta estrema in localit Piscina Sa Murta rivolta verso nord, con un manico
irregolare poggiato su Cagliari a sud - ovest.
Il fondo posato su Quartucciu a sud.
Il lato a sud -ovest poggia su Monserrato e quello a nord-est su Settimo e la bocca confina
con Sestu a nord - ovest.
I confini sono delimitati da pietre di confine che si trovano su tutto il territorio, conosciute
come mullonis o perdas mullas. Il territorio di Selargius vasto 26,71 kmq. Esso situato
nell estremit meridionale del Campidano, la pi estesa pianura della Sardegna.
La superficie perci nel complesso pianeggiante, interrotta da colline di debole altezza.
Il punto pi alto costituito dalla collina Cuccuru Matte Masonis a 102 m. sul livello del
mare. Il centro abitato sorge invece a 11 metri sul livello del mare. Attualmente nel paese
non si notano la presenza di fiumi e torrenti, ma anticamente scorreva un torrente, il
Rio San Giovanni che alla periferia del paese lambiva il territorio di Su Coddu. Esso
percorreva lattuale via
SantOlimpia e la via Roma e procedeva verso il mare,
percorrendo via Istria, in direzione di Cagliari, e veniva chiamato SArriu.

Le prime testimonianze archeologiche sullorigine della ceramica risalgono al periodo


neolitico quando, con la nascita dellagricoltura e dellallevamento del bestiame,
luomo primitivo cominci ad insediarsi in comunit e a costruire villaggi. La
conoscenza dellargilla e le sue capacit plastiche avvenuta casualmente:
probabilmente lattenzione delluomo primitivo potrebbe essere stata attirata da
impronte lasciate sul terreno argilloso ed essiccate al sole o dal rassodamento del
terreno dove ardeva il fuoco.
La caratteristica della ceramica neolitica di essere cotta nel fuoco e si manifesta in
manufatti plasmati e levigati a mano di forme semplicissime che traggono lispirazione
dai vegetali. Dopo la levigatura vengono essiccati: in epoca preistorica era diffuso
luso di fosse o focolari allaperto dove i vasi venivano a diretto contatto con il calore
e poi ricoperti di zolle di terra. Luomo primitivo sentiva lesigenza estetica e abbelliva
le ciotole e i vasi con decorazioni incise, con corde che lasciavano limpronta
sullargilla fresca o incisioni puntiforme. Furono le donne a praticare per prima larte
della ceramica per costruire piatti, bicchieri e contenitori per il cibo. In tempi
successivi si scopr che si poteva rendere la superficie liscia con linvetriatura.

SELARGIUS: LUOMO, IL PAESE, IL TERRITORIO


Illavorocheabbiamosvoltostatomoltointeressante.Abbiamoconosciutopersonenuove
checihannoentusiasmatoperlorolapassioneelagrandeattenzioneconcuisvolgonole
ricerche.Ildesideriodisaperequalisonolefontichedeterminanoleautenticheradicidei
selarginicihaportatofinqui.CipiacerebbeselenormericchezzachesitrovaaSelargius
fossemessaadisposizionedellascuola.Pensiamoaquantinonconosconolastoriadelpaese
ealfattochequestaaffascinantescopertasarebbepotutarimanereancheanoipersempre
sconosciuta.Negli archivi della nostra storiasiconservanoisegretidelnostropassato,ma
ancheisegretipercostruireilnostroavvenire.Sarebbeimportantechelostudiocompiutoda
tantepersonefossemessoadisposizioneditutticolorochevoglionoconoscereleradicidi
Selargius.Seimaterialisiconservasseroinunmuseolocalesipotrebbeoffrireatuttiun
immaginechiaradellungoperiodotrascorsodalluomoinquestaincantevolezonadel
Mediterraneo.Noi,alunnidellascuolaprimariadiViaParigi,delleclassiquarte,abbiamo
ungrandedesiderio:cipiacerebbevedernascereprestounMUSEO ARCHEOLOGICO
SELARGINO,cossipotrebbeandareavisitarlospessoconlemaestre,coninostrigenitori,
coninonni.Potremmoconosceremegliolastoriadelpaese,chestatounodeivillaggipi
grandi,forseilpigrande,dellepocaneolitica.Sarebbeunmodoperapprofondireaspetti
chedevonoancoraessereconosciuti.Ciauguriamochelaconservazioneelatuteladiquesto
grandepatrimoniosiaprestounarealt.Noisiamoancorabambinimaabbiamosognie
speranzedarealizzaree,inquestoperiododiricerca,abbiamoimparatounmodonuovodi
apprendere:ogni giorno sappiamo di essere partecipi della nostra storia.
(Glialunnidella4^Ae4^Bdellascuolaprimaria
diViaParigi-A.S.2005/06)

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