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La prerogativa specifica delluomo moderno forgiare se medesimo e il suo destino nel mondo.
Luomo come libero e sovrano artefice di se stesso (Pico della Mirandola). Se nel Medioevo
l'uomo si concepiva parte di un ordine cosmico gi dato, il Rinascimento ritiene che luomo debba
costruire e conquistare a se stesso il proprio posto nellessere. Questa non una contrapposizione
delluomo a Dio: dopo che Dio ebbe creato gli uomini, li benedisse e li fece padroni di tutte le cose
create e sovrani e signori assoluti di tutta la terra. Nonostante questo luomo ancora ben
consapevole dei suoi limiti che condizionano e circoscrivono la sua libert.
La nuova immagine delluomo porta al rifiuto dellascetismo medievale a favore di una concezione
della vita intesa come impegno e non come fuga dal mondo. Per il pensiero rinascimentale luomo
un essere profondamente radicato sulla terra e destinato a giocarsi qui la propria sorte.
La scoperta della storia:
Nello studio c' la volont di ripristinare la sapienza antica ed intenderla nel rispetto delleffettiva
verit storica. Non tanto laccrescimento quantitativo della conoscenza degli autori classici, ma il
modo qualitativamente nuovo di porsi in rapporto ad essi. Nasce l'esigenza di riconoscere la
dimensione storica degli eventi: l'atteggiamento della prospettiva storica si distacca dalloggetto
storico che altro dal presente storiografico.
La prospettiva storiografica rende possibile il distacco del presente dal passato, capacit di
intenderli nel loro luogo effettivo, nella loro individualit autentica. Questo contribuisce anche allo
sviluppo dell'idea di una continuit dello sviluppo umano, del progresso della specie umana.
Il naturalismo rinascimentale:
Tre caratteristiche del rapporto uomo natura nel periodo rinascimentale:
1. Luomo non un ospite provvisorio della natura, ma un essere naturale lui stesso
2. Non lombra sbiadita di un mondo ideale ma una realt piena, costituita da un immenso
serbatoio di forze vitali, di cui luomo partecipe e in cui si incarna la potenza di Dio
3. Luomo, come essere naturale, ha sia linteresse sia la capacit di studiare la natura.
Il rapporto Medioevo - Rinascimento
Uno dei risultati pi importanti la rottura dellenciclopedia medioevale del sapere e
autonomizzazione delle varie attivit umane, si va verso le discipline sviluppate in autonomia.
Prima le discipline erano considerate come ancillae theologiae, poste in un sapere che prendeva
struttura piramidale. Con la laicizzazione del sapere le varie attivit e discipline cominciano a
rivendicare ognuna la propria libert operativa.
Sul rapporto medioevo rinascimento ci sono due teorie:
Il ritorno delluomo a se stesso trova espressione culminante nellopera di Montaigne. Gli Essais
sono esperienze; Montaigne intende rintracciare le esperienze umane espresse negli scritti di autori
antichi e metterle in riferimento rispetto alle proprie esperienze. La meditazione interiore non pi
religiosa, ma laica e filosofica e vertente sullio spirituale e sugli affari e le cose umane.
Emerge l'importanza del dialogo nel confronto con gli altri, autentico filosofare nel senso moderno
del termine. Con Montaigne parliamo di socratismo critico indicando quella posizione interposta
tra lesperienza stoica (riconoscimento dello stato di dipendenza dalle cose) e scettica (mezzo per
liberarsi da questa dipendenza). Promuove un alleggerimento della condizione umana riconoscendo
da un lato il potere degli uomini di liberarsi dal tormento delle opinioni che hanno delle cose;
dall'altro la necessit di guarire dalla presunzione per un'accettazione serena della loro condizione.
Per Montaigne l'uomo estremamente limitato, deve guarire da ogni presunzione. Questo
scetticismo lo porta a valutare cosa in possesso dell'uomo, a cominciare dalla conoscenza
sensibile. La scienza comincia e finisce nei sensi, manca quindi di criterio per distinguere il vero dal
falso: non abbiamo modo di confrontare le percezioni con le cose che le producono in noi.
Da qui Montaigne considera la condizione umana, in particolare di quell'uomo che egli stesso.
Questo filosofare autobiografico che, rivolgendosi all'umanit stessa del proprio io, comprende e
afferra egualmente la singolarit dell'individuo e l'universalit estrema della condizione umana, il
frutto pi maturo dell'umanesimo.
Da questo atteggiamento nasce l'accettazione serena dei limiti dellesistenza: luomo non pu n
deve cercare di essere pi che uomo. Anche il pentimento morale, il desiderio di riformare se stessi ,
non deve provare ad uscire dai limiti dellumanit. Infatti le mie azioni sono conformi a quella che
la mia condizione. Anche la morte accettata da Montagne: essa elemento costitutivo delluomo,
stimola a vivere pi profondamente, rende la vita pi apprezzabile. Colui che insegnasse agli
uomini a morire, insegnerebbe loro a vivere.
Quanto alla conoscenza che luomo ha di Dio, Cusano ritiene che tale conoscenza non sia unica ma
molteplice e che tale molteplicit riveli la ricchezza della vita divina. La soggettivit umana
colorisce della sua tinta laspetto di Dio. Luomo non pu guardare Dio se non attraverso la sua
soggettivit, perci egli non deve ne pu uscire dalla sua soggettivit: deve anzi rafforzarla e
approfondirla, riappropriarsi fino in fondo del rapporto con la tua soggettivit per intravedere
linfinito.
La nuova concezione di universo fisico
Non esiste differenza qualitativa tra le parti delluniverso: non c parte del mondo che possieda
perfezione assoluta, che propria solo di Dio. Il mondo non ha un centro e una circonferenza,
privo di confini e di limiti, e il suo centro Dio che sta in ogni e in nessun luogo al contempo. I
movimenti hanno lo scopo di salvaguardare l'ordine e l'unit del tutto.
Pico della Mirandola: la sua speculazione mira a conciliare le dottrine pi diverse. Il De hominis
dignitate verte intorno alla superiorit dell'uomo.
La riforma protestante
Erasmo: momento filologico e umanistico di lettura del testo biblico
Lutero vuole tornare allorigine del testo sacro, il vero strumento di riformazione religiosa: tutto ci
che la Chiesa ha aggiunto al Vangelo inutile.
Aspetti dottrinali:
La giustizia divina nella fede, nella misericordia per la quale Dio ci giustifica con la sua grazia.
Luomo nulla ha di proprio se non quello che Dio gli ha donato gratuitamente: la fede data da Dio,
luomo deve abbandonarsi alliniziativa divina. La fede per lui la fiducia per la quale luomo
crede che i suoi peccati gli siano rimessi gratuitamente per Cristo. Ed essa quindi la stessa
giustificazione diretta da parte di Dio. La giustificazione per fede implica la rinuncia ad ogni
iniziativa da parte delluomo. I sacramenti vengono ricondotti a tre: eucaristia, battesimo penitenza.
Sono espressione dellimmediato rapporto tra uomo e Dio che si realizza nella fede senza la
mediazione sacerdotale.
Le buone opere non salvano nessuno, sono solo il segno che Dio mi ha donato la fede. Il campo
delle opere della fede il mondo sociale: l'unico servizio divino la vita sociale come
testimonianza di esso.
Il libero arbitrio non nulla, un nome vano. La prescienza e la predestinazione divina implicano
che nulla accade che Dio non voglia.
Zwingli: fa sua la dottrina umanistica di una sapienza religiosa originaria nella quale confluiscono e
si accordano i testi delle sacre scritture e quelli dei filosofi pagani. La rivelazione un fatto
universale, tutto ci che stato detto di vero deriva dalla bocca di Dio (teismo universalistico).
Fa sua la dottrina della predestinazione: luomo crede perch Dio lo ha scelto. Importanza della vita
sociale che, se di successo, testimonianza della grazia giustificatrice. Respinge ogni cerimonia che
pu essere solo rievocazione simbolica, non momento sacro.
Calvino: ritorno alla religiosit del vecchio testamento, egli desume il concetto di Dio come
assoluta sovranit e potenza di fronte a cui luomo nulla. Il lavoro missione religiosa.
La riforma cattolica
La reazione inizia con il Concilio di Trento (1545-1563). Ritorno ai principi, tenendo conto
dellorigine, le scritture, e della storia, quindi anche della tradizione. La Chiesa (contro la riforma)
riafferma il valore di tale tradizione e quindi delle dottrine, delle cerimonie e dei riti che si erano
accumulati e convalidati nel tempo.
Il ritorno alle origini il ritorno alla patristica e al proselitismo e alla capacit diffusiva dei primi
tempi. Il Concilio neg che la Bibbia bastasse da sola alla salvezza dell'uomo, neg il principio
della libera interpretazione e riafferm il diritto della chiesa di dare l'interpretazione autentica.
Riafferm il valore della chiesa, la necessit di una gerarchia e l'importanza dei sacramenti, dei riti
e delle opere.
Bellarmino espone i risultati e afferma la superiorit del Papa sulla chiesa e sul concilio.
Rinascimento e politica:
Lumanesimo rinascimentale strettamente collegato con unesigenza di rinnovamento politico.
Storicismo e giusnaturalismo sono i due aspetti in cui si concreta la volont politica rinnovatrice del
rinascimento.
1- Lo storicismo risale al neoplatonismo
NICCOL MACHIAVELLI (1467 - 1527)
1513
Il Principe
Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio
Rinascimento e naturalismo
La rinascita delluomo la rinascita delluomo nel mondo. Il tema delluomo come natura media
esprime la consapevolezza con cui luomo si riconosce essenzialmente inserito nel mondo e la sua
posizione privilegiata, simile a quella di Dio, per fare del mondo stesso il suo regno. Lindagine
naturale comincia ad apparire come uno strumento indispensabile per la realizzazione dei fini umani
nel mondo.
Lindagine naturale rinascimentale si pu dividere in due aspetti:
La magia
caratterizzata da due presupposti: luniversale animazione della natura che mossa da forze simili
a quelle che agiscono nelluomo e la possibilit che questo offre per penetrare di colpo nella
profondit naturale, per riuscire a dominarne le forze con lusinghe e incantesimi.
Agrippa: luomo situato nel punto centrale dei tre mondi (mondo degli elementi, mondo celeste,
mondo intelligibile) e raccoglie in s tutto ci che disseminato tra le cose. Questa situazione gli
consente di conoscere la forza spirituale che tiene avvinto il mondo e di servirsene per operare
azioni miracolose. Nasce cos la magia, che la scienza pi alta e compiuta perch quella che
asservisce alluomo tutte le potenze nascoste nella natura.
Paracelso: luomo stato creato per conoscere le azioni miracolose di Dio e per operarne di simili:
il suo compito perci la ricerca. Ma la ricerca deve connettere insieme lesperienza e la scienza
per giungere a una conoscenza vera e sicura. La ricerca, intesa come unit di teoria e esperimento,
sar la parola della nuova scienza. Questa ricerca ha carattere magico. Il principio che la deve
guidare la corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo. La medicina deve fondarsi su tutte le
scienze che studiano l'universo, si fonda su quattro colonne: la teologia, la filosofia, l'astronomia e
l'alchimia
La filosofia della natura
La natura pur sempre considerata una totalit vivente, retta dai propri principi: la scoperta di
questi principi diventa il compito della filosofia. La filosofia della natura rompe i ponti sia con la
magia, sia con laristotelismo: intende interpretare la natura con la natura, prescindendo da ipotesi o
dottrine fittizie.
Telesio: considera la natura come un mondo a s, che si regge su principi propri e pu essere
spiegato solo in base a questi principi. Vuole riconoscere la natura nella sua nuda oggettivit e la
considera perfettamente autonoma, per far questo luomo deve far parlare la natura affidandosi ai
sensi che gliela rivelano. Loggettivit e lautonomia della natura saranno il fondamento delle
ricerche scientifiche. Lintera conoscenza umana si riduce alla sensibilit, che la rivelazione che la
natura fa a se stessa. Alla sensibilit si riduce lintelligenza che consiste nellestendere alle cose non
ancora percepite le qualit che lanima ha gi percepito nelle cose presenti.
Telesio ritiene che la natura debba essere spiegata mediante le due forze principali che agiscono in
essa, il caldo e il freddo. Il caldo ha sede nel sole, dilata le cose e le rende leggere, adatte al
movimento; il freddo ha sede nella terra, condensa le cose e le rende pesanti, immobili. Queste
forze hanno bisogno di una massa corporea che possa subire lazione delluno e dellaltro: questa
massa, provvista di inerzia, il terzo principio naturale. La fisica di Telesio si mantiene sul piano
qualitativo, tuttavia egli avverte lesigenza di unanalisi quantitativa, necessaria per determinare la
quantit di calore sufficiente a produrre i singoli effetti naturali.
Dio il principio della conservazione di tutti gli esseri della natura ed agisce tramite tutte le forze
naturali, che senza lordine stabilito da Dio si distruggerebbero a vicenda: il garante dellordine e
dellautonomia della natura.
La vita morale si riduce a principi naturali. Ogni essere tende alla sua conservazione, questo dunque
il fine supremo e la misura del piacere e del dolore. La virt la condizione necessaria per la
conservazione delluomo nel mondo.
Il naturalismo di Telesio, tutto fondato sull'oggettivit e l'autonomia della natura, vuole essere il
principio di un'indagine ordinata e metodica del mondo naturale.
di filosofia naturale (La cena delle ceneri; Della causa; Principio et uno;
De l'infinito universo et mondi)
di carattere morale (Lo spaccio della bestia trionfante; Cabala
del cavallo
Pegaso; Degli eroici furori)
Poemi latini:
Giordano Bruno ritorna in parte al neoplatonismo e alla magia. Tutti gli scritti di Bruno presentano
una nota fondamentale comune: lamore per la vita nella sua potenza dionisiaca, nella sua infinita
espansione. Il suo interesse per la natura, che non sfoci in un pacato naturalismo (come Telesio), si
esalt in un impeto lirico e religioso che trov spesso espressione nella forma poetica. Bruno
consider la natura tutta viva, tutta animata, e nellintendere questa universale animazione, nel
proiettare la vita nellinfinit delluniverso, pose il termine pi alto del suo filosofare. Di qui la
predilezione della magia che si fonda sul presupposto del panpsichismo universale, e vuole
conquistare dassalto la natura. Il naturalismo di Bruno in realt una religione della natura: impeto
lirico, esaltazione e furore eroico; cos Bruno esprime nella forma pi appassionata e potente,
quellamore della natura che fu indubbiamente uno degli aspetti fondamentali del rinascimento.
Egli riconosceva alla religione una certa legittimit come guida della condotta pratica, soprattutto di
quanti non possono o non sanno elevarsi alla filosofia, ma le rifiuta qualsiasi valore: essa un
insieme di superstizioni direttamente contrarie alla ragione e alla natura, vuol far credere che vile
e scellerato ci che alla ragione pare eccellente. Ma di fronte a questa religiosit che Bruno deride
come santa asinit direttamente contraria alla natura e alla ragione, sta laltra religiosit, quella dei
dotti che in ogni tempo e presso ogni nazione hanno cercato la via per raggiungere Dio. Questa
religiosit lo stesso filosofare. La dottrina della doppia verit gli valse come giustificazione di
fronte a se stesso.
Bruno parla di Dio in un duplice modo, uno trascendente e uno immanente:
- come mente sopra le cose = inconoscibile = oggetto di fede
- come mente nelle cose = conoscibile = anima del cosmo che opera tramite l'Intelletto
universale, l'insieme di tutte le forme che plasmano la materia
Dio causa (energia produttrice) e principio (elemento costitutivo) del cosmo.
Lattributo pi importante delluniverso linfinit: Bruno concepisce luniverso come qualcosa di
illimitato e di infinito, ospitante in s una molteplicit inesauribile di mondi e di creature. La natura
e la sua infinit , al tempo stesso il movente, il tema e la scopo ultimo della speculazione bruniana.
Il simbolo di ci il mito di Attenoe: l'anima umana va in cerca della natura, giunta a vederla
diventa essa stessa natura. Per Bruno il grado pi alto della speculazione filosofica la visione
magica dellunit della natura e della sua vita inesauribile. Per Bruno il filosofo il furioso,
lassetato ebbro di Dio, che andando al di l di ogni limite, con uno sforzo eroico e appassionato,
raggiunge una sorta di sovrumana immedesimazione con il processo cosmico per cui luniverso si
dispiega nelle cose e le cose si risolvono nelluniverso (etica eroica). La contemplazione di Dio non
fine a se stessa, poich rappresenta un incentivo a fare come Dio, ossia a realizzarsi come
creativit ed energia produttrice, dando luogo ad altre nature, altri corsi, altri ordini.
Campanella: mischia filosofia naturale e magia. Il pensiero di Campanella parte dalla fisica e dalla
magia per giungere ad una metafisica teologica che egli assume a base di un rinnovamento politico
e religioso dellumanit.
La Rivoluzione scientifica
Ambito cronologico: 1543 (Copernico, Le rivoluzioni degli astri celesti) 1687 (Newton, I principi
matematici di filosofia naturale).
- Struttura teorica generale del pensiero scientifico:
1) Il nuovo modo di vedere la natura
Concezione della natura come ordine oggettivo: un oggetto i cui caratteri non hanno niente a che
fare con la dimensione spirituale, con luomo, la natura viene spersonalizzata.
Causalmente strutturato di relazioni governate da leggi: alla scienza interessa solo la causa
efficiente, la natura un insieme di relazioni e non un sistema di essenze. Non ci si sofferma pi sui
principi sostanziali occulti e in indagabili ma sulle relazioni causali che regolano i fatti. Le leggi
sono regole uniformi, modi necessari, principi invariabili.
2) Il nuovo modo di concepire la scienza: nasce la concezione della scienza come sapere
sperimentale (si basa sulle osservazioni dei fatti empirici e su esperimenti: una procedura
appositamente costruita per la verifica delle ipotesi), matematico e intersoggettivo, che ha come
scopo la conoscenza progressiva del mondo circostante e il suo dominio a vantaggio delluomo. La
quantificazione diventa condizione imprescindibile dello studio della natura. Il fine la conoscenza
oggettiva del mondo e delle sue leggi, una scienza neutrale e disinteressata, libera da schemi
antropomorfici. Si tratta di scoprire le relazioni autentiche tra i fenomeni, conoscere le leggi della
natura vuol dire saperla controllare e dirigere a nostro vantaggio.
- Contesto storico della rivoluzione scientifica:
La saldatura tra scienza e societ moderna passa attraverso le nuove esigenze tecniche che fungono
da stimolo per la creazione di un sapere oggettivo capace di permettere alluomo un efficace
orientamento nel mondo. Lartigiano ha bisogno dello studioso, che ha conoscenze scientifiche e lo
scienziato ascolta le osservazioni dellartigiano (nascono figure di scienziati, tecnici e artisti allo
stesso tempo). Il Rinascimento e il contesto ideale in cui germoglia la scienza per diverse cause: la
laicizzazione del sapere e libert della ricerca intellettuale tracciano la strada perla possibilit stessa
della nascita della scienza; il ritorno allantico porta alla rivalutazione di dottrine e figure che erano
state trascurate per secoli (atomisti, teorie eliocentriche, studi di Archimede); il naturalismo
permette la rivalutazione della natura e convinzione che luomo sia parte di essa e che abbia dunque
interesse a conoscerla.
Non di secondo piano l'importanza di menti geniali e creative capaci di tradurre in atto le
possibilit implicite nelle condizioni citate e di sintetizzarne e realizzarne gli spunti mediante una
metodologia corretta. Alla base delle dottrine scientifiche stanno spesso convinzioni metafisiche. Ci
si resi conto che la scienza emerge da una base extra-scientifica che ne forma il sostrato umano e
lo stimolo esistenziale. Sono stati di ostacolo alla rivoluzione scientifica la cultura ufficiale, la
religione e la magia.
Dal punto di vista teorico la scienza ha due conseguenze sulla filosofia: la filosofia adotta il metodo
della scienza; la filosofia giustifica i presupposti della scienza; dal punto di vista pratico la scienza
appare come socialmente utile.
La rivoluzione astronomica
Con la rivoluzione astronomica prende avvio la rivoluzione scientifica.
Copernico d inizio a un processo di pensiero che ha coinvolto astronomia, filosofia e teologia ma
la visione copernicana delluniverso il prodotto di intuizioni e deduzioni teoriche che risalgono
per di pi a Bruno, il filosofo della nuova visione del cosmo. Quindi anche il processo che porta alla
rivoluzione astronomica non solo un fatto astronomico-scientifico ma anche un evento filosofico.
- Universo antico e medievale (sistema aristotelico-tolemaico):
Mondo unico, chiuso e finito, visione del mondo condivisa dal senso comune e dalla mentalit
metafisica prevalente. Il mondo un organismo gerarchico e finalisticamente ordinato e disposto.
La teologia sacralizza questa cosmologia intrecciandola con le dottrine della creazione,
dellincarnazione e della redenzione.
(Revolutionibus orbium coelestium, 1543)
- Copernico riteneva la dottrina tolemaica antieconomica e quindi errata per il fatto stesso di essere
troppo complessa. Cercando nei libri degli antichi si imbatte nellidea eliocentrica e si persuade
della sua capacit di produrre una notevole semplificazione del calcolo matematico dei movimenti
celesti. Il sistema copernicano prevede il Sole al centro (spiegazione della scienza antica: dovendo
illuminare il cosmo pu svolgere la sua funzione solo dal centro); la Terra e i pianeti ruotano
attorno al Sole, la Terra gira anche su se stessa originando il moto apparente degli altri corpi attorno
ad essa. Luniverso di Copernico sferico, unico e chiuso dal cielo delle stelle fisse; accetta il
principio dei moti circolari uniformi delle sfere cristalline, pensate come entit reali e incorruttibili.
Problemi:
Osiander nella prefazione allopera di Copernico presenta la nuova dottrina come puramente
ipotetica.