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Lezione numero 3
Serena Pevere
11 marzo 2015
I MECCANISMI DI DIFESA
Lo studio dei meccanismi di difesa rientra nell'ambito della psicanalisi e della psicodinamica. E' interessante
chiedersi perch, dal punto di vista della psicanalisi, si esprimono determinati sintomi: i sintomi sono
espressi o perch ci si trova in una situazione di crisi rispetto o a cause/fatti interni, ossia in condizioni di
difficolt personali, o perch ci si trova in conflitto con l'esterno, con le persone con cui siamo in contatto. In
questo ambito si include anche la situazione di malattia, che porta il soggetto a confrontarsi con l'esterno,
con altre persone: la prospettiva che si considera ovviamente quella del malato, che si rapporta con la
malattia stessa ma anche con le persone che lo circondano, con medici e infermieri e il personale sanitario.
CONCETTO DI CONFLITTO/DEFICIT
Dal punto di vista psicoanalitico, il primo motivo per cui una persona pu stare male la presenza di un
conflitto: ad esempio, il mio Es Io - Super Io vuole esprimere s stesso in un certo modo: la parte pi
primordiale l'Es, portatrice dell'impulso - vorrebbe realizzare un certo bisogno ma il Super Io stabilisce che
questa necessit non si pu realizzare, pertanto bisogna mediare tra le due esigenze. Se la mediazione non
efficace, il risultato concreto la sofferenza, la depressione dell'individuo: il sintomo depressivo quindi
collegato all'irrealizzabilit del desiderio, dell'esigenza reale. In questo caso, si nota un conflitto tra Es e
Super Io, ma i conflitti possono essere molteplici. Un secondo motivo di sofferenza ed infelicit collegato al
concetto di deficit. Il deficit ha a che fare con tutto quello di cui avremmo avuto bisogno (es: funzioni
genitoriali di conferma, di convalida, di supporto) ma che in realt non abbiamo avuto. Una persona che non
ha avuto un ambiente familiare favorevole, sempre stato castrata, poco valorizzata, quindi ha sviluppato
dentro di me bisogni ed esigenze che non si sono potuti esprimere, cerca di ottenere costantemente
conferme che non ho avuto in passato; porta dentro di me non tanto un conflitto tra istanze, quanto delle
esigenze, dei bisogni non soddisfatti.
I due modelli di conflitto e deficit, che molto spesso sono intrecciati tra loro, sono modelli generali: da un lato
abbiamo un contrasto, dall'altro invece una mancanza verso qualcosa a cui tendo. Questo tema anticipa la
problematica psichiatrica del narcisismo: un soggetto ha bisogno di stare bene, di avere una buona
autostima, perch ha avuto una vita in cui la sua autostima stata poco gratificata e valorizzata.
ES SUPER IO IO
Dal punto di vista psicodinamico, a partire dalla nascita, si identificano tre fasi di vita: nascita, infanzia e vita
adulta, caratterizzate ciascuna da una componente conscia ed una componente inconscia (=ci che ci
portiamo dietro, ma di cui non abbiamo coscienza, percezione concreta).
Alla nascita, l'individuo indifferenziato e fondamentalmente inconscio: il neonato alla nascita non ha
coscienza di s e tende, nella sua totalit, alla realizzazione dei bisogni primari di sopravvivenza ma anche
di socialit, di contatto con il seno materno (il bimbo che tocca con la mano il seno materno la prima
espressione di socialit, visto che il tatto un sistema sensoriale molto importante sin dall'inizio). Il neonato
non pensa a s stesso come essere che fa qualcosa, lo fa e basta, non ha ancora percezione di s stesso.
Nel corso dell'infanzia, si creano le tre istanze di Io Es Super Io, in cui l'Es l'istanza che esprime i
bisogni e le necessit; il Super Io invece espressione delle regole e delle norme acquisite. Il Super Io del
tutto inconscio e si forma sin dall'infanzia: le regole da esso rappresentate diventano sempre pi complesse,
le nozioni e le informazioni si concentrano tanto che alcune restano inconsce, altre invece assumono
carattere conscio. Infine l'Io governa Es e Super Io.
Nella vita adulta, l'Es rimane delle sue dimensioni, il Super Io cresce proporzionalmente e l'Io deve essere
sempre pi capace di governare l'insieme delle cose. Io- Es - Super Io sono tre metafore per esprimere
altrettanti concetti: non esiste un luogo fisico dove posto il Super Io, si tratta di concetti su cui si organizza
l'individuo. L'Io per lo pi conscio, lavora consciamente cercando di governare tutto quanto ma una parte
dell'Io resta comunque inconscia. E' necessario che sia cos perch l'Io ha necessit di governare in maniera
abbastanza automatica molte cose: l'Io acquisisce in certe fasi della vita una funzione e cerca di trovare una
soluzione a quel dato problema, tendendo ad adottare sempre quel tipo di meccanismo, per semplicit e
visto il successo passato. I meccanismi quindi diventano automatici, automatizzati. Questi meccanismi sono i
cosiddetti meccanismi di difesa.
possono essere adattivi, disadattivi, possono funzionare in alcune occasioni a discapito di altre. Il
meccanismo di fuga, per esempio, pu essere stato utile nel caso di un cane che ha abbaiato e ringhiato
contro il soggetto, ma non pi utile se il soggetto continua a ripeterlo nella stessa maniera tutte le volte in
cui incontrer un cane che abbaia! I meccanismi inconsci possono essere adattivi o non adattivi, ma
continuano a funzionare: devo essere la persona stessa a trovare delle soluzioni diverse nelle specifiche
situazioni.
I meccanismi di difesa sono configurazioni psicologiche inconsce che:
mantengono un equilibrio intrapsichico tra situazioni conflittuali;
regolano l'autostima;
modulano l'angoscia, ossia diminuiscono il livello di ansia (i termini angoscia ed ansia vengono usati
in modo equivalente in questo ambito.). L'ansia dovuta alla percezione di una situazione di
pericolo; si sviluppa in situazioni di pericolo, di insicurezza, per problemi interni o per situazioni
esterne. In generale legata sempre ad una situazione di pericolo per qualcosa che sta
succedendo, sia per qualcosa che si pu visualizzare, sia per qualcosa di cui non si conosce
l'origine.
Nel modello relazionale, le difese sono considerate meccanismi di protezione per preservare il s. Nel
modello in cui la relazione con l'altro, sono meccanismi che ci proteggono rispetto all'altro ed alla
situazione che si creata tra me e l'altro.
Le difese hanno molte funzioni positive: agiscono per proteggere il s da una minaccia. Una persona che si
comporta in modo difensivo cerca inconsciamente di evitare o gestire l'angoscia per altre esperienze
disorganizzanti o emotivamente forti e spiacevoli e per mantenere l'autostima. Ciascuno di noi ha difese
preferenziali, che corrispondono al nostro modo abituale di confrontarci con situazioni problematiche. La
preferenza per un tipo di difesa dipende dal temperamento, dalle caratteristiche di ciascuno di noi. Esiste un
temperamento, un carattere di base, che costituzionale: si eredita anche un modo di essere, per cui ci
sono persone tendenzialmente, sin dalla nascita, molto vivaci oppure pi riflessive oppure impulsive oppure
pi tranquille.
La natura dei disagi subiti nella prima infanzia dipende come le nostre esigenze si sono confrontate con
quelle dei nostri genitori e hanno avuto una realizzazione in negativo o in positivo. Il nostro rapporto con i
genitori stato improntato a una condizione di benessere/gioia oppure sofferenza/delusione? Da questo si
pu comprendere una buona parte dell'origine dei vari disagi di un soggetto. Le conseguenze sperimentate
dall'uso di particolari difese si riflettono nel fatto che, se una persona ha sperimentato un certo tipo di difesa
in una data occasione, tender a utilizzarla ulteriormente in occasioni successive: tali difese possono essere
difese che funzionano ripetutamente oppure possono essere difese che sono servite in un'occasione ma non
in altre, ma che comunque restano impresse nella memoria di tipo inconscio, automatica. Infatti tutto ci che
si compie nella vita tende a rimanere e a depositarsi nella memoria, da cui poi si attinge per le esperienze
future.
Pertanto, i meccanismi di difesa:
sono funzioni dell'Io;
sono associati a vari livelli di sviluppo: ci significa che alcune difese sono sviluppate prima, in
epoca precoce, altre difese invece sono adottate nel corso dell'infanzia o ancora pi tardi;
possono essere normali e adattivi, ossia riescono a fare stare bene l'individuo in quella situazione,
oppure patologiche, dando condizione di sofferenza;
possono essere primitivi, ossia quelli caratteristici dell'organizzazione borderline e psicotica, oppure
di alto livello, nel caso delle organizzazioni nevrotiche, oppure di difesa maturi, propri di un individuo
sano.
Non esiste un elenco ufficiale dei meccanismi di difesa; si utilizza solitamente un pool di meccanismi
abbastanza riconosciuto, con alcune variazioni.
nell'adulto quello delle persone che pensano che ogni cosa avvenga secondo le proprie capacit. Questo
meccanismo protegge dalla profonda sensazione di essere incapace: il soggetto ha bisogno di espandere s
stesso per negare il fatto di sentirsi profondamente insicuro.
Nell'idealizzazione, il bambino piccolo ha bisogno di credere che mamma e pap siano in grado di
proteggerlo da tutti i pericoli della vita. E il bisogno di attribuire un valore e un potere speciale alle persone
da cui si dipende emotivamente e che possono aiutare a vincere il terrore interno di non farcela, di sentirsi
imperfetti. C' bisogno di pensare che verr qualcuno in nostro aiuto o che potremmo contare sull'aiuto di
qualcuno. E' fondamentale la percezione di poter ricevere un aiuto, ancora pi importante rispetto alla
sperimentazione concreta dell'aiuto stesso! L'idealizzazione pu essere positiva oppure pu travalicare i
limiti della realt e diventare anche frustrante: al soggetto piacerebbe assomigliare ad una persona ma al
contempo si sente distante, incapace di raggiungerla, pertanto prova frustrazione.
La svalutazione lopposto del bisogno di idealizzazione. Quanto pi un oggetto stato idealizzato tanto
pi viene svalutato (es: essere considerati su un piedistallo e poi trascinati nella polvere al minimo errore). E'
lo stesso meccanismo della volpe e l'uva: la volpe non riesce a prendere l'uva, quindi la sminuisce dicendo
che non vale niente. Ci sono persone che passano da un processo di idealizzazione a un processo di
svalutazione: una sorta di scissione, ossia prima si idealizza una cosa o una persona ma se questa cosa o
persona ci delude, diventa la peggiore del mondo. Esiste o il bianco o il nero. Queste persone si trovano in
difficolt perch non sono in grado di avere un registro di giudizio adeguato e corretto. Io stesso posso
sentirmi perfetto ma, se qualcosa non funziona, non valgo pi nulla!
Nella proiezione, si proietta all'esterno il negativo e all'interno il positivo. Pu anche succedere il contrario
(Come sono bravi gli altri, io invece non valgo niente), con un meccanismo svalutativo che fa deprimere il
soggetto, ma in generale si tende a dare la colpa all'esterno.
Attraverso l'introiezione, si considera proveniente dall'interno ci che in realt esterno. Questo il
meccanismo con cui si acquisiscono comportamenti e stili dall'esterno, facendoli diventare propri. Nel
meccanismo educativo/formativo di ciascuno, si tende ad introiettare ci che ci piace e che si ritiene valido;
si cerca di assomigliare a quanto ci piaciuto. Chi ha subito traumi o stato oggetto di abusi tende ad
acquisire questi comportamenti, ad introiettare l'essere abusatore: si tratta di una forma di difesa iniziale,
per cui chi sta abusando di un soggetto diventa il soggetto stesso, fino a comportarsi nella realt nello stesso
modo. La pedofilia ne un esempio: diversi pedofili sono persone che hanno avuto a loro volta esperienze
precoci di abuso ed hanno introiettato l'esperienza negativa. In situazioni non traumatiche, quando si liberi
di scegliere, si tende invece ad introiettare ci che ci piace.
La scissione invece la separazione degli aspetti buoni dagli aspetti cattivi. Per un gruppo attraente
sviluppare l'idea di un nemico esterno (il bene contro il male, dio contro il diavolo. Questo meccanismo
alla base della formazione di un gruppo: pensare che gli altri siano peggiori aiuta la coesione di un gruppo.
Il gruppo rappresenta il buono, il positivo, tutto il resto invece il male, il negativo.
neppure per gioire delle situazioni che si vivono. Spesso alcuni pazienti vivono delle situazioni personali
senza partecipare all'emotivit delle cose, sia che esse siano positive sia che esse siano negaive. Questo
distacco si pu interpretare come paura rispetto ad una delusione possibile: tali pazienti possono avere
avuto genitori critici, che non hanno valorizzato i figli, ma il tentativo di distacco che cercano tentano di
operare comunque non permette loro nessun passo avanti, continuando a sentirsi comunque molto delusi da
s stessi. I pazienti sono sempre molto ragionevoli, consapevoli ma distaccati emotivamente: non si tratta di
diniego, poich il paziente consapevole della realt e di quanto gli accada, ma soltanto di eliminazione
della componente emotiva e affettiva dei suoi vissuti.
La razionalizzazione consiste nel circondare le proprie decisione di buone ragioni. Entra in gioco quando si
riesce ad ottenere qualcosa e si afferma quindi che non era poi cos importante (razionalizzazione delluva
acerba dalla favola di Esopo) o quando si cerca di farsi andare bene qualcosa che non piace (la
razionalizzazione del limone dolce). E' il caso del genitore che picchia il bambino dicendo che per il suo
bene.
La compartimentalizzazione una sorta di scissione, quasi una doppia personalit. La sua funzione
permettere a due condizioni in conflitto di esistere senza creare confusione, sensi di colpa, vergogna,
angoscia sul piano cosciente. La persona abbraccia due idee, due atteggiamenti che sono in conflitto ma
non ne coglie la contraddizione. E indistinguibile dallipocrisia. Ne sono esempio persone molto umanitarie
nella sfera pubblica ma che in privato picchiano i figli, oppure persone che deplorano i pregiudizi ma poi
fanno battute razziste, oppure persone che combattono la pornografia ma possiedono una collezione di
materiale erotico. Sono due condizioni antitetiche che normalmente non potrebbero convivere tra loro.
L'annullamento una modalit per annullare un sentimento negativo attraverso una reazione contraria. E'
lo sforzo inconscio di controbilanciare un affetto, di solito un senso di colpa o di vergogna, con un
atteggiamento e un comportamento che magicamente lo cancelli. Alla base vi il non riconoscimento del
senso di colpa e il desiderio di espiare. Ne sono esempio il genitore che lavora tutta la giornata e alla sera
torna a casa portando regali ai figli oppure il marito che porta alla moglie un bel regalo per compensare il
litigio della sera precedente.
Il volgersi contro il s un meccanismo terribile: consiste nello spostare da un oggetto esterno verso il S
un affetto o atteggiamento negativo. Se si critica unautorit la cui benevolenza sembra essenziale per la
nostra sicurezza e se si pensa che laltro non possa tollerare la critica, ci si sente pi sicuri dirigendo
allinterno le idee critiche. Questo vale per i bambini nei confronti dei genitori inaffidabili oppure nel caso
delle violenze familiari: giustificare il comportamento violento (come gi visto con il diniego) e addirittura
affermare di essere la causa di tale violenza. In alcune situazioni quindi si possono quindi adottare pi
meccanismi di difesa.
Lo spostamento sposta un comportamento, un'azione da una persona ad un'altra. una pulsione, emozione,
preoccupazione o comportamento viene diretto da un oggetto iniziale verso un altro perch la direzione
originaria per qualche ragione provoca ansia. In questo caso rientrano luomo strapazzato dal capo che torna
a casa e inveisce contro la moglie, che a sua volta sgrida i figli, che prendono a calci il cane. Si ha
spostamento anche quando una persona sposta la propria angoscia su situazioni o oggetti: il terrore dei
ragni (soffocamento materno). Anche la sessualit pu essere spostata: linteresse sessuale viene spostato
dagli organi genitali a aree o oggetti inconsciamente collegate. Si ha la trasformazione di energia aggressiva
in attivit creativa: gran parte del lavoro domestico viene svolto quando le persone sono arrabbiate per
qualche motivo. La tensione, l'energia interna viene spostata su qualcosa, quindi il meccanismo pu essere
adattivo.
La formazione reattiva consiste nel fare apparire una cosa per un'altra. Quando un parente afferra la
guancia di un bimbo facendogli complimenti, ma stringendo veramente forte la guancia, forse non vuole poi
cos bene al bimbo! In pratica, comporta la trasformazione di un affetto negativo in positivo. E presente gi
tra il terzo o quarto anno. Ad esempio, si trasforma l'odio in amore, il desiderio in disprezzo, l'invidia in
attrazione. Ne un esempio il bambino che dichiara amore per il fratellino trasformando i sentimenti di
rabbia e gelosia. Nello stesso atto che si sta attuando si colgono segni del sentimento contrario. Aspetti del
sentimento originario possono per rimanere presenti: ad esempio, nel caso bambino che culla con forza,
che stringe troppo forte il fratellino che gli d i pizzicotti. La funzione della formazione reattiva negare
lambivalenza. Gli adulti dovrebbero essere in grado di riconoscere le proprie reazioni emotive, anche
contrastanti, e piuttosto inibire i comportamenti invece che le emozioni. Altri esempi sono le manifestazioni
contro la violenza, che si trasformano in manifestazioni violente, che nascondono un sentimento opposto!
Le teorie freudiane hanno influenzato limmagine di s delluomo e della donna, hanno contribuito alla
liberalizzazione dei costumi, promuovendo un atteggiamento meno repressivo. Tuttavia stata oggetto di
critiche del mondo scientifico e di chi si occupava di ricerca sperimentale, in quanto derivava da osservazioni
poco verificabili. Negli anni '70 e '80 le nuove ricerche svolte nellambito della psicologia dello sviluppo
condussero ad una revisione delle teorie sulla mente infantile e sugli stadi di sviluppo libidico. Si attu anche
una ridefinizione delle motivazioni che spingono ad agire non pi solo legate ad un modello di scarica
pulsionale. I meccanismo di difesa sono stati elencati, anche se non esiste un elenco preciso, fino a
costituire un pool abbastanza codificato e consolidato. L'elenco dei meccanismi di difesa dovuto al lavoro
di Anna Freud, figlia di Sigmund, che fu grande psicanalista a Londra. Lo sviluppo psicoanalitico negli ultimi
decenni del '900 ha cominciato ad attribuire molta pi importanza al concetto di deficit rispetto al concetto di
conflitto fra pulsioni. Le ricerche attuali nellambito delle neuroscienze stanno confermando lesistenza di
meccanismi cerebrali alla base dellelaborazione mentale inconscia.
LE DIFESE MATURE
Ne un esempio l'umorismo: essere capaci di essere ironici, di fare dell'umorismo in situazioni anche
tragiche, vedere le cose con distacco e con sensazione di relativit anche in condizioni sfavorevoli una
difesa decisamente matura. Non si nega la realt, si conosce perfettamente ci che sta succedendo ma ci si
distacca vedendo tutto in termini pi relativi. Usando l'umorismo, possibile sapere sorridere di una
situazione difficile.
La sublimazione invece l'utilizzo di un meccanismo attraverso cui un'istanza viene sublimata per
realizzare altro: una persona che sublima una forte aggressivit interna, ad esempio, potrebbe concretizzarla
andando a una partita di calcio e urlando forte contro gli avversari. La persona cos trova una realizzazione
alle proprie istanze sfogando la propria esigenza interna di aggressivit. L'Io trova la soluzione: l'Es vorrebbe
uccidere tutti, il Super Io dice che non fattibile, allora l'Io trova la soluzione nello sfogarsi allo stadio.
Queste difese comunque trovano comunque delle compensazioni.
meccanismo di proiezione: accuso l'ospedale di avermi fornito cure inappropriate per la mia infezione.
Anche questo un meccanismo di difesa che la donna cerca di utilizzare per superare il dolore e la sua
situazione negativa. L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress attribuendo erroneamente ad altri i
propri sentimenti, impulsi o sentimenti non riconosciuti. Il soggetto rinnega i propri sentimenti, le proprie
intenzioni ed esperienze attribuendoli ad altri, di solito a coloro dai quali si sente minacciato o che sente in
qualche maniera affini. La proiezione fa parte dei meccanismi di difesa di diniego, che abbiamo anche gi
visto come meccanismo di difesa in s.
Francesca riscopre un antico interesse per lo studio della pianificazione familiare di cui si occupata
all'universit e discute animatamente con i suoi conoscenti pi giovani dell'importanza di non allargare
troppo le loro famiglie. Improvvisamente, ricorda di essere sempre stata terrorizzata all'idea del dolore del
parto e fa notare al marito quanto siano stati fortunati ad avere evitato quell'esperienza.
In questo caso, il terrore del dolore del parto si trasforma, attraverso un processo di formazione reattiva,
nell'idea di pianificazione: non bisogna fare troppi figli o addirittura non farne. Si esprime un concetto
collegato alla sua paura iniziale. L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di stress interni o esterni
sostituendo i propri pensieri o sentimenti inaccettabili con pensieri o sentimenti diametralmente opposti. La
formazione reattiva fa parte delle difese nevrotiche, ossia di secondo livello.
Francesca comincia a leggere varie pubblicazioni sui tumori all'utero e pone al suo medico molte domande
sulla natura dell'isterectomia che dovr subire. Si preoccupa nei minimi dettagli sulla prevenzione delle
infezioni post-operatorie e sulla cura della ferita; in ospedale, il suo passatempo quello di imparare sempre
nuovi termini medici.
Questo un meccanismo attraverso cui la paura potenziale per l'intervento che dovr subire assume la
forma dell'isolamento ed intellettualizzazione; si cerca di affrontare la situazione dall'esterno, come se
fosse un fatto che non mi riguarda, studiandola nei minimi particolari. Tale meccanismo pu essere adattivo
ed utile per allontanare l'angoscia personale causata dalla paura dell'intervento e del dolore. L'individuo
affronta quindi conflitti emotivi mostrandosi capace di sperimentare contemporaneamente le componenti
cognitive ed affettive di un'esperienza in quanto l'affetto escluso dalla coscienza: solo l'affetto perso,
l'idea invece presente. La donna non sta negando il fatto di dover subire un intervento, ma sta
allontanando da s tutto l'aspetto emotivo, con un meccanismo molto adattivo. Questo meccanismo il
contrario della rimozione. Fa parte delle difese ossessive.
Al risveglio dall'anestesia, Francesca non prova dispiacere, ma si dichiara felice per quella che considera
una nuova esperienza religiosa: poi racconta agli amici che il dolore provato le ha dato un senso di gioiosa
comunione con tutte le creature che soffrono. Il giorno dopo, camminando per l'ospedale, si ritrova nel
reparto delle cucine senza sapere come e perch ci sia arrivata.
Ci si trova di fronte ad una dissociazione: si ha un distacco dalla realt sul piano emotivo. La persona si
distacca da ci che avvenuto, vivendo come in un mondo separato, immaginario, a s stante. Quindi la
dissociazione un meccanismo per cui il soggetto vive in un mondo separato, in cui le emozioni hanno
significato diverso rispetto alla realt. L'individuo affronta conflitti emotivi attraverso alterazioni momentanee
delle funzioni integrative della coscienza e dell'identit; non pi all'interno della situazione ma ne
distaccato. Nella dissociazione un particolare affetto o impulso di cui il soggetto non consapevole agisce
nella vita del soggetto al di fuori della coscienza.
Francesca si scopre incapace di ricordare il nome dell'operazione subita, sa solo dire che stata operata
alla pancia. Dimentica di presentarsi al primo controllo post-operazione. A casa, scoppia in lacrime quando
rompe un vaso di poco valore a forma di anfora ma non capisce come mai abbia una reazione simile.
La donna applica il meccanismo di difesa di rimozione. Viene rimossa tutta la situazione: la rimozione ha
dunque a che fare con la memoria. L'individuo affronta conflitti emotivi tramite il non essere in grado di
ricordare o il non essere cognitivamente consapevole di desideri, sentimenti, pensieri disturbanti. La
rimozione fa parte delle difese nevrotiche. La rimozione, inoltre, un meccanismo base a partire dal quale si
sviluppano gli altri meccanismi di difesa. L'evento spiacevole viene rimosso, scompare dalla coscienza e lo
sostituiamo con qualcosa d'altro. A questo punto intervengono gli altri meccanismi. Ad esempio, in una
formazione reattiva, prima dobbiamo rimuovere la cosa, poi la formazione reattiva. Nell'isolamento, prima
rimuoviamo il dolore, poi ci estraniamo da esso. E' come se la rimozione fosse il primo passo, fosse
preliminare per tutti i meccanismi fino ad ora descritti. Anche nel diniego, prima rimuovo il fatto doloroso, poi
opero un diniego.
Francesca chiede all'infermiere di essere trasferita al reparto maternit; gira per l'ospedale cercando il suo
bambino, fa un'ordinazione telefonica per far recapitare una culla a casa, non prova alcun dolore
post-operatorio. Ha perso la possibilit di avere un bambino ma mette in atto un diniego psicotico della
realt. La differenza tra diniego e rimozione che, mentre nella rimozione cancellato il ricordo di un
evento, il diniego consiste nella negazione della realt delle cose. Il rimozione il non ricordo di non avere
partorito.
Francesca contenta di ricevere bigliettini di auguri da parte dei nipotini, figli della sorella, accetta l'invito a
partecipare ad iniziative domenicali promosse dall'asilo nido locale, scrive poesie sulle gioie di essere una
zia senza figli.
Si attua la sublimazione: non ha figli ma partecipa alla gioia della sorella, che invece ne ha 4. Sublima il
proprio dolore di non poter essere una mamma attraverso la gioia dell'essere zia. Questo un meccanismo
maturo di adattamento alla realt. L'individuo affronta conflitti emotivi incanalando pi che vivendo
sentimenti, impulsi potenzialmente mal-adattivi in comportamenti socialmente accettabili. Esempi classici
sono lo sport, le creazioni artistiche.
Francesca si interessa della crescita dei tulipani e dei narcisi sul balcone della sua stanza in ospedale; non
chiede mai informazioni sul suo decorso ospedaliero ma si preoccupa in modo eccessivo della comparsa di
una strana muffa sul bulbo dei suoi fiori.
Siamo di fronte a un meccanismo di spostamento, in questo caso poco adattivo: la paziente sposta la sua
attenzione non su ci che dovrebbe interessarle veramente ma su altro. L'individuo affronta i conflitti emotivi
generalizzando, indirizzando di solito su un oggetto di solito meno minaccioso un sentimento in risposta
primitivamente indirizzato ad un altro oggetto. In linguaggio psicanalitico, il termine oggetto si pu usare sia
in riferimento a persona sia a cosa; di solito si parla di relazione tra soggetto e oggetto, in cui l'oggetto per
rappresentato da un'altra persona.
Francesca convinta che l'ospedale sia in mano ad alcuni razzisti che la vogliono sterilizzare. Cerca di
telefonare alla polizia per denunciare i medici, rifiuta di prendere gli antidolorifici sostenendo che si tratta di
farmaci sperimentali per controllare il pensiero.
Si sta attuando il meccanismo di proiezione, ossia lo spostamento degli aspetti negativi sugli altri, assume
caratteristiche deliranti.
Francesca dice all'infermiera che non vuole ricevere visite perch la rendono triste. Getta via tutti i fiori
ricevuti in regalo, legge e rilegge una copia del settimanale Genitori. Va al reparto neonatale e fantastica il
nome che darebbe a ciascun bambino se fosse suo. Canta spesso a voce alta una ninna nanna.
La paziente qui ricorre al meccanismo della fantasia; si tratta di un meccanismo che i bambini usano
moltissimo, gli adulti meno. E' un modo per astrarsi dalla realt che pu essere dolorosa. A differenza
dell'isolamento, in cui si mette una barriera rispetto all'esterno, nella fantasia ci si rifugia proprio in un mondo
fantastico negando la realt; pu assumere anche un significato psicotico (come diniego della realt) per
andare in un mondo di fantasia dove tutto bello e non come nella realt. La fantasia pu assumere
significato patologico: l'individuo affronta conflitti emotivi e e fonti di tensione interne ed esterne passando
troppo tempo a sognare ad occhi aperti ed evitando cos le relazioni umane. La fantasia implica l'uso di
sogni ad occhi aperti per non affrontare o risolvere problemi esterni o come modo di esprimere o soddisfare
i propri sentimenti o desideri. Pu rappresentare la modalit pi consona per esprimere il bisogno di relazioni
interpersonali soddisfacenti. Fa parte delle difese di diniego: si nega una parte del mondo circostante e si
pensa di vivere in un mondo diverso e migliore.
Un tirocinante, mettendo la flebo, fatica a prendere la vena. Francesca gli sorride e gli dice: quando si solo
studenti di medicina deve essere difficile fare le cose al meglio. Non riuscendo a dormire, rimane sveglia a
fissare il tubicino della flebo, che a poco a poco si ostruisce. Alle 4 di mattina l'ausiliaria deve chiamare il
medico per rimettere la flebo. Con aria spensierata, dice al medico che non ha segnalato prima il problema
per non dare fastidio poich sa che in ospedale sono tutti molto indaffarati.
Questa persona sicuramente molto arrabbiata per quello che le successo: tale aggressivit non viene
manifestata, esternata direttamente, bens adottando un atteggiamento passivo e facendo fallire le cose. Si
tratta di aggressivit passiva. Il soggetto passivo-aggressivo esprime la propria aggressivit non
scontrandosi, ma facendo fallire le cose con la sua assenza di movimento; il soggetto fa avvenire le cose ed
esprime tutto ci che di negativo c' in una situazione. Queste persone sono apparentemente gentili ma in
realt sono fortemente aggressive. La frase di Francesca i medici sono indaffarati in realt vuole dire che
sono incapaci. L'individuo quindi affronta conflitti emotivi e fonti di tensione interne ed esterne esprimendo
aggressivit verso gli altri in modo indiretto e passivo. L'aggressione passiva caratterizzata da un modo
indiretto, velato e passivo con il quale vengono espressi ostilit e rancore verso gli altri.
Poco dopo avere lasciato l'ospedale, Francesca tenta il suicidio.
Questo il meccanismo di acting-out, ossia il comportamento di azione con cui un evento trova una sua
soluzione. Tirare un pugno quando qualcosa ci fa arrabbiare un esempio di acting-out, cos come un
tentato suicidio. L'individuo affronta conflitti emotivi e fonti di tensione interne ed esterne agendo senza
riflettere o senza preoccuparsi delle possibili conseguenze negative. L'acting-out comporta l'espressione di
sentimenti, desideri e impulsi attraverso un comportamento incontrollato, con noncuranza delle conseguenze
sociali e personali. Si tratta comunque di un meccanismo di difesa che implica un comportamento attivo.