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Il mercato del vino in Australia

Panoramica su consumi e andamento delle importazioni

Camera di Commercio ed Industria Italiana in Australia Melbourne Inc. Inc. No. A0000593N A.B.N. 88 939 912 206
Level 1, 185 Faraday Street Carlton Victoria 3053 Australia Ph: +61 3 8341 3200 Fax: +61 3 9867 7337 info@italcham.com.au www.italcham.com.au

A cura di:
Camera di Commercio e Industria Italiana in Australia - Melbourne
(Marzo 2014)

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Indice

1. Camera di Commercio e Industria Italiana (CCIE) in Australia - Melbourne ......... 4


2. Australia: quadro socio-economico ...................................................................... 5
3. Australia: interscambio commerciale ................................................................... 7
4. Il mercato del vino in Australia Produzione ....................................................... 9
4.1
4.2
4.3

I principali vitigni e l'influenza italiana ...................................................... 12


La tendenza verso il vino biologico ........................................................... 13
Aree geografiche e certificazione dei vini australiani ................................ 13

5. Il mercato del vino in Australia Consumi ......................................................... 15


5.1
5.2
5.3
5.4

La realt australiana a confronto con i paesi europei ............................... 15


La concorrenza della birra in Australia...................................................... 16
I comportamenti dei consumatori e le tendenze del mercato .................. 16
Profilo del consumatore di vino in bottiglia .............................................. 18

6. Export di vino in Australia .................................................................................. 21


6.1
6.2

Importazioni per paese d'origine - Volumi e valore .................................. 24


Quote di mercato per paese esportatore ................................................. 24

7. Tassazione sulle importazioni di vino in Australia............................................... 27


8. Canali distributivi delle bevande alcoliche ......................................................... 28
8.1
8.2

Distribuzione Vendita al dettaglio ......................................................... 29


Distribuzione Vendita allingrosso ......................................................... 31

9. Fattori di criticit e opportunit per i vini italiani ............................................... 34


9.1
Modalit di coinvolgimento del target australiano ................................... 35
9.2
Modalit di supporto ai produttori italiani - I servizi della Camera di
Commercio Italiana di Melbourne ....................................................................... 35
10. Italian Wine Meets Australia .............................................................................. 36
11. Vinitalia Down Under 2014 ................................................................................ 37
11.1

Altri eventi 2014 ................................................................................... 38

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1. Camera

di

Commercio

Industria

Italiana

(CCIE)

in

Australia - Melbourne
La Camera di Commercio ed Industria Italiana in Australia - Melbourne Inc.
unassociazione noprofit di aziende istituita nello Stato del Victoria nel 1984 e
riconosciuta dal Governo italiano nel 1987. Costituita con lobiettivo di promuovere il
commercio bilaterale e rafforzare le relazioni economiche tra imprese italiane e
australiane, grazie alla sua natura privatistica, la CCIE di Melbourne svolge un ruolo
di trade facilitator attivo nelleconomia australiana operando nellinteresse dello
sviluppo economico delle imprese e contribuendo concretamente a farle operare
con successo sul mercato a cui si rivolgono. La CCIE Melbourne in grado di offrire
unampia gamma di servizi commerciali personalizzati per assistere le imprese ad
approcciare il mercato australiano e per impostare una strategia commerciale di
successo. La Camera quindi in grado di supportare le aziende italiane nella
creazione del business, attraverso analisi di mercato (Market Analysis),
individuazione di partner (Standard Trade List), primo contatto diretto con la
controparte australiana selezionata (Customised Trade List), assistenza durante la
trattativa (Commercial Assistance), organizzazione di un'agenda personalizzata di
incontri commerciali in Italia o in Australia (Business Meetings), partecipazione a
fiere commerciali e apertura di filiale (Business Set Up). La Camera inoltre in grado
di fornire assistenza per spedizione di merce e pratiche doganali, approfondimenti su
standard e autorizzazioni di prodotto e getione dei rapporti tra centri di ricerca /
universit nell'ambito della Ricerca & Sviluppo (con esperienza nei settori
automotive, aerospaziale e energie rinnovabili). I servizi della CCIE di Melbourne
sono generalmente destinati ad aziende individuali o consorziate, Camere di
Commercio I.A.A. ed Agenzie Speciali, Centri Esteri Regionali, consorzi export,
associazioni di categoria, enti ed istituzioni. La Camera di Commercio Italiana di
Melbourne parte attiva di un network composto da 77 uffici indipendenti presenti
in 56 paesi, coordinati centralmente da Assocamerestero, che ha sede a Roma e
funge da collegamento con il Ministero dello Sviluppo Economico italiano.

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2. Australia: quadro socio-economico


L'Australia la pi grande isola del pianeta ed al tempo stesso il continente pi
piccolo. La popolazione tra le pi urbanizzate al mondo e conta attualmente circa
23.4 milioni di abitanti, in gran parte residenti nelle principali citt situate sulle coste
del paese (60% circa della popolazione).
La presenza italiana in Australia abbastanza rilevante:

Quasi l1% della popolazione australiana nata in Italia;

201.700 sono gli italiani residenti in Australia iscritti allAIRE (principale


concentrazione nelle citt di Melbourne e Sydney;

Il 4,6% della popolazione australiana di origine italiana (a Melbourne quasi il


15% del totale);

Dopo linglese, litaliano la lingua pi parlata in Australia.

L'andamento dell'economia australiana nell'arco del 2013 ha fatto registrare un


incremento del 2,8%, segnando 22 anni di crescita consecutiva e confermando
l'Australia quale 12 economia mondiale. Alla base della crescita del PIL vi sono stati
anche l'aumento del 2,6% dei consumi interni, un reddito pro-capite tra i pi alti al
mondo (10 posto con Int$43,043) ed il mantenimento del costo del denaro al 2,5%.
La Reserve Bank of Australia ha infatti puntato su una politica monetaria
funzionale allo slancio di nuove attivit produttive, pur mantenendo sotto controllo il
livello di inflazione al 2,7% su base annua. L'indice di disoccupazione ha fatto segnare
un 5,8%.
La finanza pubblica australiana ha confermato la propria stabilit con un debito
pubblico pari a solo il 34.4% del PIL. In considerazione del basso debito e
dell'adozione di politiche fiscali e monetarie da parte del Governo Federale,
lAustralia ha mantenuto un rating AAA, in controtendenza con il quadro
internazionale.
La politica federale volta al deprezzamento del Dollaro Australiano rispetto alle
principali divise internazionali ha portato ad una sua drastica perdita di valore
rispetto all'Euro (oltre il 20%) nel 2013. La "volatilit" del tasso di cambio ha

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ovviamente influito sulla Bilancia Commerciale australiana e sull'andamento delle


importazioni ed esportazioni, queste ultime soprattutto nel comparto delle
estrazioni di materie prime e gas naturale liquido.

I fattori che hanno supportato la crescita economica sono molteplici: ingenti riserve
di materie prime, attuazione dimportanti riforme economiche ed azioni di
deregolamentazione, alta flessibilit del mercato del lavoro, accompagnata da un
tasso contenuto di disoccupazione, politiche di incentivazioni agli investimenti
stranieri, adozione di un regime fiscale non soffocante per le imprese (29% di
tassazione sul reddito dimpresa), tasso di inflazione contenuto, solidit del sistema
bancario e del credito e un basso debito pubblico.

Lindice di libert economica australiano nel 2013 stato di 82 punti rispetto ad una
media mondiale di 59.5, ponendo il Paese al terzo posto classifica internazionale.

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3. Australia: interscambio commerciale

Il Governo Federale e quelli statali continuano a dedicare la propria attenzione


prevalentemente al mercato asiatico ed i dati 2012-2013 confermano che i tre
principali mercati di esportazione sono stati Cina (31,6%), Giappone (18,8%) e Corea
del Sud (7,7%), seguiti da India e USA. Prodotti e servizi importati sono stati originati
soprattutto in Cina (18,8%), USA (11,8%), Giappone (7,7%), Singapore e Tailandia.
Nel contesto del commercio internazionale, lItalia si conferma all12 posto tra i
paesi fornitori dellAustralia con una quota del 2,4% e il 14 partner commerciale.
Nel 2013 l'interscambio commerciale fra Italia e Australia ammontato a 4.3
miliardi di Euro, in diminuzione del 2.78% rispetto al 2012.
Dalla disaggregazione del dato complessivo, si evidenzia per come le
esportazioni italiane, pari a 3.7 miliardi di Euro, siano aumentate dell'1.3% rispetto
all'anno precedente, segnando un nuovo record dell'export. Continua invece
l'andamento negativo delle esportazioni australiane in Italia, che con una diminuzione
del 22,6% scendono a 592 milioni di Euro. Il saldo dell'interscambio commerciale a
favore dell'Italia stato dunque pari a circa 3.1 miliardi di Euro.
Interessante osservare che a fronte di un incremento dell'export italiano, Germania e
Regno Unito vedono invece ridursi le proprie quote di mercato al 4,7% e 2,6%.
L'incremento delle esportazioni italiane ha confermato la centralit del comparto dei
macchinari e beni intermedi (+8.67%), il cui valore complessivo ammontato a 1,4
miliardi di Euro (rappresentando il 37,4% dell'intero export).
Ottime performance sono state segnate dal comparto agroalimentare, che con un
valore di 412 milioni di Euro ha fatto registrare un +12,49% (seconda voce
dell'export con una quota dell'11%). Tra gli altri settori "tradizionali", torna a crescere
il sistema moda, con tessile e abbigliamento (incluso accessori in pelle) che
evidenziano un +5.27%, per un valore complessivo di 185 milioni di Euro (4,9% del
totale export). Confermata l'importanza dei mezzi di trasporto (9,2%), apparecchi
elettrici (6,9%), articoli farmaceutici e medicinali (6%), articoli in gomma e materie
plastiche (5,6%).

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Nell'area Asia-Oceania, l'Australia ricopre il 4 mercato export per i prodotti italiani,


dopo Cina, Giappone e Corea del Sud (quest'ultimo maggiore di circa 50 milioni di
Euro), e prima dell'India (con un margine di quasi 800 milioni di Euro).
Nel computo totale dell'export australiano verso l'Italia (al 26 posto tra i mercati di
esportazione con 1% di quota di mercato), i prodotti dell'agricoltura e della pesca
hanno pesato per il 33,4%, prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere il
23,2%, prodotti tessili e abbigliamento il 10,3%, prodotti alimentari e bevande il
9,6%.

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4. Il mercato del vino in Australia Produzione

LAustralia oramai uno dei principali produttori ed esportatori mondiali di vino, con
circa 750 milioni di litri di vino esportato all'anno (quarto esportatore) e solo il 40%
della produzione consumato sul mercato locale.
Il vino viene prodotto in ogni stato australiano, con oltre 60 regioni vinicole
riconosciute, per un totale di circa 160mila ettari, ed appare evidente una forte
concentrazione di produttori nelle zone del sud dell'Australia, dove il clima pi
temperato, o in quelle vicine alle coste. La produzione delle regioni vinicole presenta
vitigni e stili di vinificazione differenti, in funzione delle caratteristiche del terroir
(clima, topografia e terra).
Di seguito una mappa illustrativa con indicazione delle principali zone di produzione
vinicola in Australia.

A causa dell'innalzamento delle temperature medie rilevate in Australia, alcune


grandi aziende stanno acquistando terreni nella pi mite Tasmania, per spostarvi la
produzione di diversi vini.

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Nella vendemmia 2012-13 sono state lavorate 1,75 milioni di tonnellate duva
(850.900ton di uve bianche e 897.500ton di uve rosse), e sono stati prodotti circa
12,2 milioni di ettolitri, di cui 53,5% vini rossi e rosati (6,58 milioni di ettolitri ca.) e
45,6% vini bianchi (5,61 milioni di ettolitri ca.).
TOTAL GRAPE CRUSH

WINE PRODUCTION

A fronte di un considerevole aumento di raccolta dell'uva, si riscontra una


produzione di vino allineata con il perio do 2011-12.

Quasi tutte le bottiglie di vino australiano sono prodotte per essere bevute "giovani",
in quanto risulta molto ridotta la quota di vini per invecchiamento.
All'invecchiamento si collega anche l'annosa questione dell'utilizzo del tappo a vite,
al posto di quello in sughero (o talvolta plastica), visto che il tappo a vite di gran
lunga la tipologia di chiusura pi utilizzata in Australia. Tra le motivazioni si ritrovano
la praticit (sia per aprire la bottiglia, sia per richiuderla e consumare il vino
successivamente) e la conservazione (i consumatori australiani ritengono che la
chiusura a vite preservi meglio il gusto del vino). Molti inoltre vogliono evitare il
rischio di comprare una bottiglia che sappia di tappo. D'altronde, visto che molti
mercati esteri denotano una preferenza per tale tipo di chiusura, in Italia si iniziato
a imbottigliare anche con il tappo a vite grazie all'approvazione di un decreto che nel
2013 lascia libert ai Consorzi di decidere.

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News sul settore vinicolo australiano


(ICE, 12 febbraio 2014) "La stagione della vendemmia in Australia iniziata
gi da qualche settimana ma le previsioni della raccolta parlano di una
diminuzione rispetto a quella dellanno scorso che era stata di 1,83 milioni di
tonnellate. Numerose grandi aziende vinicole hanno affermato di voler
tagliare la richiesta di uve dai produttori, tra queste la Treasury Wine Estate
per esempio che diminuir del 15% il proprio fabbisogno e pagher fino al 30%
in meno per alcune variet di uve. LAssociazione di produttori Wine Grape
Growers Australia afferma che tale iniziativa, insieme alla minore produzione
del 2014 a cause di condizioni climatiche poco favorevoli, causer la chiusura
di circa 500 aziende associate. Inoltre circa il 50% dei 6 mila produttori
afferma di non aver registrato profitti dal 2010. La Ciatti, societ
internazionali di wine brokers afferma che la riduzione della richiesta di uve
da parte delle aziende vinicole potrebbe toccare l85% a causa della mancanza
di spazio a disposizione nelle aziende vinicole stesse, ancora notevole infatti
la riserva di vino della passata stagione."

(Unione Italiana Vini, 10 marzo 2014) "Vendemmia australiana: pericolo


siccit, ma qualcuno teme anche la pioggia. Dopo un ottobre freddo lestate
stata calda e secca. Wine of Australia, autorit governativa per la
regolamentazione e la promozione dellindustria del vino, resta ottimista sulla
qualit del raccolto, precisando che i viticoltori hanno attuato interventi
proattivi al fine di minimizzare limpatto delle difficili condizioni atmosferiche.
Lestate australiana stata questanno particolarmente calda e secca; ora, a
vendemmia iniziata, il pericolo siccit si fa sempre pi consistente.
LAustralian Centre for Climate ha registrato temperature particolarmente
elevate, dichiarando lo stato di siccit nelle regioni orientali. Limpatto del
clima stagionale (gelate di ottobre e la siccit di questi giorni) sui rendimenti
non ancora bene stimabile."

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4.1

I principali vitigni e l'influenza italiana

LA PRODUZIONE DI VINO PER VITIGNO

Lo Shiraz si conferma essere il vitigno pi piantato in Australia, anche come crescita


produttiva percentuale. Lo Chardonnay torna a volumi di produzione 2010-11, con
notevole performance anche del Cabernet Sauvignon. Nel panorama delle circa 130
variet di uve utilizzate in Australia, tra quelle pi comuni solo Reasling e Savignon
Blanc sembrano non allinearsi alla crescita generalizzata.
I vitigni italiani sono ormai molto conosciuti in Australia. Le prime coltivazioni di
Dolcetto, nella zona di Great Western (Victoria), risalgono addirittura alla fine del XIX
secolo, mentre quelle di Aleatico nella zona di Mudgee (New South Wales) agli anni
20 del XX secolo. Sangiovese e Nebbiolo sono stati piantati per la prima volta verso
la fine del XX secolo, soprattutto nelle zone di Mudgee, di McLaren Vale (South
Australia) e della Kings Valley (Victoria). Il Sangiovese la variet maggiormente
coltivata: nel 2010 si contavano 260 produttori per oltre 500 ettari di coltivazioni; il
Nebbiolo considerato un vitigno pi di nicchia: nel 2010 si contavano 90 produttori
per circa 100 ettari di coltivazioni. Si riporta inoltre un elenco di altri vitigni coltivati
in Australia: Barbera, Arneis, Riesling, Traminer, Trebbiano, Glera, Sagrantino, Pinot
Grigio, Montepulciano, Negroamaro, Vermentino, Fiano, Primitivo, Aglianico,
Moscato, Biancone, Bianco dAlessano, Cortese, Greco, Gargenega, Grecanico, Grillo,
Malvasia, Picolit, Verduzzo, Marzemino, Nero dAvola, Friulano, Lagrein, Corvino,
Rondinella.

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4.2

La tendenza verso il vino biologico

Il consumatore australiano si sta dimostrando interessato al vino biologico perch


attento al rispetto dell'ambiente e alla propria salute e perch ritiene che la
produzione biologica rifletta meglio le origini ed il territorio (il 91% degli australiani
cerca prodotti agroalimentari biologici). Il fenomeno si rispecchia nel fatto che molti
ristoranti e rivenditori ritengono ormai essenziale la presenza di tali vini nel men o
sullo scaffale, vista la crescente domanda dei consumatori.
Dal punto di vista storico, i primi pionieri della produzione biologica risalgono agli
anni 70, mentre il fenomeno si poi esteso nel 1999 con l'introduzione di pratiche
di viticoltura sostenibile, per consolidarsi nel 2003 con la coltivazione del terreno in
un'ottica di programma organico completo.
Secondo l'associazione Biological Farmers of Australia, il valore della produzione
nazionale di vino biologico di AU$4,8 milioni (di cui quasi l'80% in South Australia,
principale produttore vinicolo in Australia), con la produzione di uva da vino
biologico aumentata del 107% dal 2010 (80% della quale destinata al mercato
interno). Sono presenti 127 produttori di vino biologico certificati nel 2013 (erano
solo 17 nel 2002)
Le uve da agricoltura biologica comprendono Chardonnay, Shiraz, CabernetSauvignon, Merlot e Sauvignon Blanc.
In Australia il sistema di certificazione per la produzione organica ACO (Australian
cerfied organic) viene regolamentato e supervisionato dagli enti preposti alla
certificazione, ovvero NASAA (National Association for Suistenable Agricolture in
Australia) e BFA (Biological Farmers of Australia).

4.3

Aree geografiche e certificazione dei vini australiani

L'utilizzo dindicazioni geografiche in Australia iniziato nel 1993, quando il Brandy


Corporation Act (1980) stato riformato per consentire all'Australia di rispettare gli
obblighi imposti dagli accordi con la Comunit europea sul commercio dei vini e
dall'accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di propriet intellettuale (TRIPS).

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Nel 2003 sono stati costituiti una Commissione per le indicazioni geografiche (con il
compito di individuare le regioni e le localit vinicole) e un Registro Nazionale per le
indicazioni geografiche protette. I regolamenti prevedono che una zona sia
semplicemente un determinato territorio, senza particolari attributi che lo
qualifichino.
La Geographical Indication (GI) una descrizione ufficiale di una zona di vino
australiano, regione o sub-regione. Prende la forma di una descrizione testuale
insieme ad una mappa. Il suo scopo principale quello di proteggere l'uso della
denominazione regionale ai sensi del diritto internazionale, limitando il suo uso per
designare i vini ottenuti da uve coltivate all'interno di tale GI.
Una Geographical Indication pu essere paragonata al sistema di denominazione
utilizzato in Europa, ma molto meno restrittiva in termini di pratiche di viticoltura e
vinificazione: non esistono infatti rigidi disciplinari di produzione regolati dalla legge,
esiste solo il LIP (Label Integrity Program). La veridicit dell'etichetta ha lo scopo di
salvaguardare il consumatore, per cui l'unica restrizione richiede che il vino che porta
il nome di una regione debba essere composto da un minimo di 85% di uva
proveniente dalla stessa.

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5. Il mercato del vino in Australia Consumi


Nel periodo 2011-12 il consumo generale di vino si attestato su 545,6 milioni di
litri, mentre quello pro-capite su base annua stato di 29,9 litri (consumatori con et
superiore a 15 anni). La ripartizione del consumo pro-capite, per tipologia di vino,
stata bianco 50.5%, rosso 34.8%, altri 14.7%.
VINO - VOLUMI DEL MERCATO LOCALE

Dai dati della tabella si evince come meno della met della produzione australiana
sia destinata al mercato interno. Il consumo pro-capite si mantiene costante (a
differenza di quanto evidenziato dai mercati notoriamente di forte consumo).

5.1

La realt australiana a confronto con i paesi europei

L'Australia si conferma uno dei paesi con il pi elevato consumo pro-capite, avendo
superato paesi quali Germania, Spagna ed Inghilterra (dove peraltro il numero degli
abitanti nettamente superiore ai 23 milioni di australiani).

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5.2

La concorrenza della birra in Australia

BIRRA - VOLUMI DEL MERCATO LOCALE

Malgrado il suo consumo continui a diminuire, in Australia la birra rappresenta il


principale concorrente del vino, nonch fattore di rallentamento della sua crescita.

5.3

I comportamenti dei consumatori e le tendenze del mercato

In generale, il vino sempre pi presente nelle abitudini di consumo del popolo


australiano, che registra un crescente aumento di appassionati alla ricerca di un
prodotto con caratteristiche di finezza, eleganza e personalit. L'elevata disponibilit

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economica e la chiara propensione alla spesa facilitano levoluzione nella percezione


del prodotto, per cui gli australiani sono sempre pi attenti alla qualit, stimolata
dalla richiesta di vini pregiati. Il consumatore di fascia alta si dimostra sempre pi
interessato ad esplorare nuovi vitigni, pur mantenendo elevati i consumi dei prodotti
pi "tradizionali (questo riduce l'effetto di contrazione delle quantit acquistate,
malgrado la nuova preferenza accordata a prodotti pi costosi). A testimonianza di
tale evoluzione, si nota come sia in costante crescita la partecipazione del pubblico a
fiere e manifestazioni legate alla promozione del vino, funzionali alla scoperta di
nuovi prodotti, e come ci si stia allineando ad un consumo di tipo edonistico.
Gli australiani, lentamente, stanno dimostrando di essere interessati a comprare
sempre di pi vini espressione di vitigni autoctoni, soprattutto italiani, ma al
contempo stanno scoprendo lo sviluppo delle diversit regionali australiane.
Questa tendenza si rispecchia nella diminuzione dei consumi di birra e in nuove
strategie commerciali da parte di holding quali Foster, oramai uno di principali player
del mercato del vino, grazie a importanti investimenti per l'acquisizione di aziende
vitivinicole. Con l'obiettivo di puntare ai mercati asiatici e del nord-america, Foster
ha nel proprio portfolio marche di vino tra cui Penfolds e Wolf Blass.
Luoghi di consumo - I consumi risultano in evidente crescita sia all'interno delle
mura domestiche, sia soprattutto al ristorante, dove peraltro molto consolidata la
richiesta di vino al bicchiere. Il canale Ho.re.ca dimostra di avere una grande capacit
di proposta di nuovi prodotti e di sapere influenzare gli orientamenti degli
importatori e dei consumatori finali. Labbinamento cibo-vino, poi, trova terreno
molto fertile in Australia, dove i clienti dei ristoranti sono esposti a diverse tradizioni
culinarie, in quanto espressioni di una societ multietnica.
Criteri di scelta - Per quanto riguarda i criteri di scelta del vino, in generale il
pubblico non apprezza un linguaggio esasperatamente tecnico. Conta infatti di pi il
nome delluva o dello specifico prodotto, non la provenienza della materia prima: il
consumatore non ragiona eccessivamente sullorigine del vino, ma si "accontenta"
del piacere palatale. Anche in Australia le nuove generazioni di consumatori di vino
hanno percezione ancora diversa: non associano il vino al luogo di produzione, non

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bevono un certo vino perch lo considerano espressione di un particolare territorio,


ma sono pi influenzati dalle mode e dalla marca.
Per i consumatori meno esperti, di tutte le fasce det, il prezzo (pi che il rapporto
qualit-prezzo) rappresenta il principale criterio di scelta. Da qui si spiega una loro
scarsa sensibilit a Regione vinicola di provenienza o marca (che in Australia
costituisce invece l'elemento guida negli acquisti di altri prodotti agroalimentari).
Evoluzione del target - Si registra una forte crescita di acquisto e consumo di vino da
parte del target femminile. Le donne sono considerate il consumatore di riferimento
per il mercato australiano, e questo perch non solo le donne acquistano pi vino in
ogni categoria di prezzo, ma anche perch, a differenza degli uomini, il consumo
femminile di vino molto frequente anche nel tempo libero e nei locali notturni,
maggiore rispetto alla birra e ai superalcolici.
Fattori di crescita, in volumi e valore - Il continuo abbassamento del prezzo, rispetto
ad altre bevande alcoliche, dovuto a sovrapproduzione di vino australiano, e forti
sconti praticati dai rivenditori hanno, di fatto, facilitato la crescita dei consumi di
vino. Inoltre i consumatori hanno affinato i loro gusti e di conseguenza cercano vini
di qualit: per questo le variet sono cambiate e oltre a quelli neozelandesi, anche i
vini europei sono quelli ricercati. La popolarit del vino aumentata anche grazie alla
cultura del cibo, che promuove il consumo di vini superiori e che si abbinano ai
diversi piatti.

5.4

Profilo del consumatore di vino in bottiglia

In generale, il consumatore australiano di vino mangia pi frutta e verdura, fuma


meno, segue una dieta alimentare pi sana rispetto a chi beve birra. Il vino in
bottiglia la bevanda alcolica di riferimento per il target femminile all'interno della
fascia di consumatori sopra i 40 anni.

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Vino in bottiglia come bevanda preferita:


- Consumatori per genere

- Consumatori per fascia d'et

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- Consumatori per fascia di reddito

- Frequenza di consumo come bevanda preferita

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6. Export di vino in Australia

L'Australia si posiziona al 23esimo posto nella graduatoria dei paesi importatori di


vino, in quanto attualmente solo il 15,7% circa dei vini consumati in Australia
proviene dall'estero (nel periodo 2012-13 sono stati importati oltre 84 milioni di
litri). Tale quota collegata ad aspetti economici, tra cui l'incertezza dovuta
all'oscillazione del valore del Dollaro Australiano rispetto a valute quali l'Euro, ma
soprattutto il risultato delle dinamiche di fattori quali la produzione vinicola locale,
l'evoluzione dei consumi verso prodotti pi ricercati e le strategie commerciali della
GDO e delle vendita all'ingrosso.
Nel quarto trimestre del 2013 sono stati complessivamente importati 29.7 milioni di
litri di vino (aumento del 4.4% in termini di volumi rispetto al 2012), per un valore di
AUD$ 219 milioni (aumento dell8%). Il valore medio del vino importato nel quarto
trimestre del 2013 stato di AUD$ 7.30 al litro, rispetto a AUD$ 7.13 nel 2012.

IMPORTAZIONI A VOLUME PER TIPOLOGIA DI VINO

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IMPORTAZIONI A VALORE PER TIPOLOGIA DI VINO

Le tabelle evidenziano come, nel totale di 84.331 milioni di litri, i vini bianchi pesino
quasi tre volte i rossi e quattro volte frizzanti, con crescite proporzionali negli ultimi
anni. I dati relativi al valore dei vini importati conferma l'elevato costo a bottiglia per
i vini frizzanti, che totalizzano quasi un terzo del valore complessivo dei vini importati
(con addirittura oltre il 10% nell'ultimo trimestre dell'anno, a ridosso delle festivit
natalizie, che coincidono con le vacanze estive australiane).

Le due tabelle successive si riferiscono alla suddivisione del vino, prodotto


localmente e importato, in cinque segmenti in base al costo per tonnellata di uva (il
segmento A rappresenta il vino di fascia alta). Attraverso l'incrocio dei dati 2012
relativi ai volumi dei cinque segmenti, alle rispettive quote di mercato e al valore
generato, possibile fare un'analisi del posizionamento del vino importato rispetto a
quello prodotto in Australia. Il vino importato posizionato prevalentemente nella
fascia medio-alta (66%), mentre il 79% di quello australiano venduto sul mercato
locale ha un posizionamento medio-basso. Similare la situazione del vino australiano
esportato, con solo il 14% che rientra nelle fascie medio-alte.

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Questo a dimostrazione della necessit da parte delle aziende italiane di puntare


sulla qualit, per andare a colmare un gap produttivo australiano e rispondere alla
crescente domanda di vini di fascia alta.

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6.1

Importazioni per paese d'origine - Volumi e valore

6.2

Quote di mercato per paese esportatore

Quote di mercato dei paesi esportatori verso lAustralia e serie storica - Volumi
2010-11
2011-12
2012-13
Variazione 11-12/12-13
NZ 67,8%
NZ 66,6%
NZ 60,5%
NZ -6,1%
ITA 10%
ITA 8,7%
ITA 10,5%
ITA +1,8%
ESP 1,9%
ESP 2,0%
ESP 2,7%
ESP +0,7%
FRA 12,9%
FRA 13,5%
FRA 16,6%
FRA +3,1%
RSA 2,1%
RSA 1,4%
RSA 4,1%
RSA +2.7%
CHI 1.1%
CHI 4,5%
CHI 1,2%
CHI -3,3%
Variazione percentuale volumi nel periodo 2011-12/2012-13
NZ -6,5%
ITA +23,9%
ESP +36,8%
FRA +25,5%
CHI -73,7%
RSA +203,7%

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Quote di mercato dei paesi esportatori verso lAustralia e serie storica- Valore
2010-11
2O11-12
2012-13
Variazione 11-12/12-13
NZ 57.5%
NZ 56.5%
NZ 52.4%
NZ -4.1%
ITA 6.8%
ITA 6.5%
ITA 7.3%
ITA +0.8%
ESP 1.6%
ESP 1.6%
ESP 2%
ESP +0.4%
FRA 31%
FRA 30.6%
FRA 33%
FRA +2.4%
RSA 0.9%
RSA 0.6%
RSA 0.9%
RSA +0.3%
CHI 0.7%
CHI 0.8%
CHI 0.7%
CHI -0.1%
Variazione percentuale valore nel periodo 2011-12/2012-13
NZ +1%
ITA +21.2%
ESP +31.9%
FRA +17.3%
CHI 12.9%
RSA +73.6%

L'analisi dei dati evidenzia come l'Italia, sebbene terzo pi importante esportatore,
sia lontano da Nuova Zelanda e Francia sia come volumi che come valore.
A fronte di una buona performance dell'export di vino italiano, la Francia ha per
fatto registrare una crescita proporzionale quasi doppia nei volumi e tripla a valore
(grazie alle importazioni di Champagne).
Pur crescendo, il vino italiano non dunque riuscito a incrementare la quota di
mercato a valore in modo proporzionale rispetto all'aumentato di bottiglie.
Si riscontra infatti una certa difficolt del prodotto italiano di qualit ad intercettare
la domanda. All'interno delle possibili cause, va menzionato una strategia
commerciale delle aziende italiane non sempre ottimale nella penetrazione e
consolidamento del mercato australiano. Sono limitate le iniziative formativeinformative e promozionali, sia individuali che collettive (consorzi o cooperative),
come a volte non adeguato risulta il supporto agli importatori. Purtroppo, l'Australia
viene ancora identificato come un mercato di importanza secondaria per via del
basso numero di abitanti, malgrado i parametri evidenzino chiaramente la
propensione dei consumatori australiani a spendere di pi per acquistare vino.

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(Piero Antinori, Presidente Istituto Grandi marchi) LAustralia tra i nostri


maggiori competitor sui mercati internazionali. In merito ai consumi interni, la
tendenza degli ultimi anni parla sempre pi italiano anche a fronte di un calo di
produzione interno dovuto alle condizioni climatiche. Negli ultimi cinque anni
limportazione di vini in Australia infatti triplicata: da 17 milioni di litri lanno a 51
milioni di litri. Partendo da questa constatazione, le nostre attivit di promozione
internazionale del vino italiano non potevano non toccare le due capitali australiane
dove la cucina e il bere tricolore iniziano ad esercitare un grande fascino anche ora
che la produzione nazionale sta tornando ai massimi storici. In generale il 2013 si
prospetta un anno record per il vino italiano allestero con un valore delle vendite
che raggiunger per la prima volta i 5 miliardi di euro, grazie ad un +9% dellexport
sul 2012 con una crescita record di +23% proprio in Australia. Sydney e Melbourne
sono candidate a diventare i nostri poli pi promettenti dallaltra parte del mondo.

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7. Tassazione sulle importazioni di vino in Australia

Nella maggior parte degli accordi commerciali siglati con importatori australiani, il
produttore italiano non ha la responsabilit di organizzare il trasporto della merce al
porto/aeroporto, in quanto la vendita ex-factory. E' quindi la controparte
australiana a seguire tutto il processo di spedizione e di sdoganamento una volta a
destinazione.
Oltre ai costi di spedizione e merce, per cui buona prassi pagare almeno il 50% del
totale costo prima della spedizione, l'importatore si fa carico dei seguenti costi:
1. Dazio doganale del 5% (da applicare al valore dellimportazione)
2. Wine Equalisation Tax del 29%, tassa specifica dedicata all'importazione del
vino in Australia, da calcolare sulla somma di valore importazione, importo
dazio doganale, importo trasporto e assicurazione (i produttori neo zelandesi
beneficiano di un abbattimento della tassa).
3. Goods and Services Tax del 10% (equivalente dell'IVA italiana), da calcolare
sulla somma di valore importazione tassabile e WET.
4. Altri costi: trasporto e assicurazione (Transport & Inurance).

Nella tabella un esempio di importazione di vino per un valore di AU$2,000, con il


calcolo del costo totale sostenuto dallimportatore, che raggiunge il 52.1% del valore
dellimportazione.

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8. Canali distributivi delle bevande alcoliche


La distribuzione delle bevande alcoliche fortemente influenzata dalla presenza di
grandi catene distributive. Woolworths and Coles sono i due principali protagonisti
che attraverso lespansione dei negozi Liquorland, First Choice, Vintage Cellars
(Coles) e Dan Murphy, Woolworths Liquor, BWS, Langtons (Woolworths) hanno
raggiunto il controllo del 77% del mercato nel 2012. A seguire troviamo due catene
di distribuzione pi piccole, Aldi ed IGA (Independent Grocers of Australia), a cui si
sommano catene di media superficie come Duncans, bottle shops o cellars
(individuali o strutturate secondo un modello di franchise), altri negozi al dettaglio e
di prodotti a fascia alta identificati come Gourmet o Deli Stores (nel caso abbiano la
licenza per la vendita di alcolici). Una parte residuale della distribuzione, ma non per
questo meno importante, rappresentata dalla vendita diretta al pubblico durante i
wine tour e le gite fuori porta di Australiani e turisti in visita presso le aziende
vitivinicole e le loro cantine.
La crescente posizione dominante dei due giganti sul mercato arrivata a
danneggiare i grossisti di liquori, che sono in difficolt a competere con limponente
potere d'acquisto e la loro capacit di commercializzazione. La concorrenza si
intensificata, i prezzi medi sono diminuiti, con Woolworths e Coles impegnati a
praticare sconti aggressivi per fare uscire i concorrenti dal mercato (vi sono al
momento un paio di cause legali in corso con la Commissione Antitrust e
l'Associazione dei Consumatori, per evitare quello che di fatto gi un duopolio di
fatto.
I consumatori acquistano bevande alcoliche sempre di pi attraverso le grandi
catene di supermercati Coles e Woolworths (o le loro controllate), che hanno attuato
una politica di vendita al dettaglio grazie al posizionamento di punti vendita a fianco
dei loro negozi (quasi 750 Coles e oltre 870 Woolworths). Come risultato, i
supermercati stanno aumentando la loro quota totale di vendite di alcol e le
previsioni per i prossimi cinque anni sono di un'intensificazione del processo in
quanto si assiste ad un fenomeno di "aggiramento" dei grossisti. I supermercati si
occupano per prevalentemente di ampi volumi e beni di basso valore (questo
malgrado beneficino di elevati margini, a causa di una politica di negoziazione al

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29

ribasso con i fornitori).


In questo scenario, si registra un abbassamento generale dei prezzi dei vini per tutti
gli operatori del settore, visto anche il comportamento dei consumatori attento al
prezzo quale criterio di scelta.

8.1

Distribuzione Vendita al dettaglio

I dati si riferiscono allintero comparto delle vendite al dettaglio di bevande alcoliche.


Le principali motivazioni alla base delle crescita sono l'allargamento del bacino di
consumatori, la pi ampia scelta di prodotti disponibili in Australia e l'intensificarsi
della domanda di bevande alcoliche di fascia alta. La vendita al dettaglio
fortemente influenzata dalla GDO, anche se i rivenditori indipendenti possono
ancora generare profitto a patto che i negozi si trovino in luoghi strategici (elevato
flusso di passaggio di consumatori, piuttosto che presenza in esclusive aree
residenziali), adottino una politica di orientamento al cliente e si concentrino su
prodotti di nicchia e di alta qualit, in grado di garantire ampi margini.
Dal momento che i due giganti adottano delle economie di scala per abbattere i
costi, gli altri rivenditori, per poter competere con il loro potere dacquisto, hanno
iniziato da qualche anno a consociarsi tra loro. I pi importanti gruppi sono
lIndipendent Brands Australia (IBA), che comprende Cellarbrations, IGA Liquor e
molti altri, Liquor Marketing Group (LMG), che opera attraverso Bottlemarts, e infine
Thirsty Camel. Si stima che la quota di mercato di questi cartelli di imprese sia oltre il
20%.
Il mercato delle vendite al dettaglio sta crescendo molto sul canale web. Gi nel 2011
Woolworths aveva incorporato Cellarmaster, uno dei pi grossi rivenditori online con
una stimata quota del 30% (principalmente vini), a conferma dell'attenzione
concessa ad un'area dove sono possibili elevati profitti grazie ai margini di vendita di
vini premium. Grazie al processo di "educazione" dei consumatori, sono forti le

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previsioni di crescita del comparto online, i cui negozi virtuali permettono al


rivenditore di poter garantire al consumatore unampia scelta di vini costosi o rari,
pur abbattendo i costi di gestione di un esercizio aperto al pubblico.
Negli ultimi anni, il duopolio dei supermercati ha incrementato il proprio potere
riducendo lo spazio per le bottiglie di marca nei propri scaffali, in favore di etichette
di loro propriet o comunque da essi controllate. Ad oggi, secondo il sito
whomakesmywine.com, si contano quasi 250 etichette di propriet dei due giganti,
sotto le "false sembianze" di etichette indipendenti.
Il canale Ho.Re.Ca. gioca in Australia un ruolo importante nel contatto diretto con
consumatori finali e clienti intermedi. La ristorazione influenza notevolmente i
consumi, stimolando l'importazione di vini pi ricercati, proposti poi alla clientela da
sempre pi numerose figure di sommelier, responsabili della compilazione della
carta vini (in media un ristorante ha 5-6 fornitori, di cui almeno la met importatori
di piccole-medie dimensioni, specializzati in vini di fascia alta).
Vendita al dettaglio per tipologia di bevanda - Valore (stima 2013-14)

Nel periodo 2013-14, si stima che il vino raggiunga il 25,5% del valore complessivo
delle vendite di bevande alcoliche. La quota in crescita da 10 anni grazie
all'andamento positivo dei consumi, dovuti in parte ad una rinnovata cultura del
cibo, che promuove un consumo di vini di qualit, autoctoni e abbinabili al cibo.

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31

Vendita al dettaglio per quota di mercato - Valore (comparazione 2005-2012)

8.2

Distribuzione Vendita allingrosso

Sebbene il valore complessivo sia quasi un terzo delle vendite al dettaglio, anche la
vendita all'ingrosso ha negli ultimi anni beneficiato dell'evoluzione nei consumi che
ha portato gli australiani a ricercare e consumare vini di fascia alta (anche importati).
Solo pochi grandi grossisti trattano con i supermercati, e solitamente tendono a
commerciare grandi volumi di prodotti di bassa qualit.
Inoltre il commercio allingrosso dovrebbe registrare un'ulteriore crescita grazie alla
domanda di bevande alcoliche da parte di caff, bar, ristoranti, pub e discoteche.
Si rietene che lindustria del commercio allingrosso abbia raggiunto lo stadio della
maturazione nel suo ciclo di vita economica. Lindustria caratterizzata da una
competizione basata sul prezzo e bassi margini di profitto. Tuttavia, per i grossisti pi
piccoli esiste la possibilit di ritagliarsi uno spazio profittevole concentrandosi su
prodotti di nicchia.

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Vendita all'ingrosso per tipologia di bevanda - Valore (stima 2013-14)

La maggior parte dei grossisti tratta vino, che rappresenta il prodotto di segmento
pi importante del comparto, pesando il 40,8% del valore nel periodo 2013-14.
Una recente ma consolidata tendenza stata limportazione di vini dalla Nuova
Zelanda (soprattutto Sauvignon Blanc) e dall'Europa.
Vendita all'ingrosso per quota di mercato - Valore (stima 2013-14)

I principali mercati per lindustria sono i dettaglianti, i supermercati, i locali


autorizzati alla somministrazione di alcolici, inclusi quelli del settore Ho.Re.Ca.. I
supermercati detengono la quota di mercato pi alta per volume, ma hanno la pi
bassa in termini di valore. Questo dato continuer a scendere, dal momento che i
supermercati tenderanno sempre di pi a bypassare il commercio allingrosso. I locali
autorizzati, vendendo alcolici in bottiglia e al bicchiere, permettono ampi margini e
costituiscono il segmento di mercato di maggior valore per lindustria.

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Vendita all'ingrosso per quota di mercato - Operatori


Per quanto riguarda la competitivit del mercato, si pu sostenere che la
concentrazione sia abbastanza moderata, poich le quattro aziende pi grandi
detengono allincirca il 50% delle entrate. Il leader di mercato Metcash Ltd., che ha
una quota di mercato del 38.3% e fornisce circa 15.000 rivenditori atraverso il
proprio braccio operativo Australian Liquor Marketers (ALM). Le altre grandi aziende
sono Diageo Australia Ltd. con il 6.2%, Beam Global Australia Pty ltd. con il 2% e SA
liquor Distributors Ltd. con meno del 2% (altre sono HLW, ILG, NILWA e Southern
Indipendent Liquors).

Gli importatori indipendenti quale via di ingresso per i vini italiani di quailt
In molti casi, soprattutto in presenza di fattori quali alta qualit del prodotto e
conseguente politica dei prezzi che non permette forti scontistiche, e limitata
capacit produttiva come numero di bottiglie, gli importatori indipendenti
rappresentano per i produttori italiani la chiave per accedere al mercato australiano.
Questi operatori si informano sulle ultime novit di settore, viaggiano in Italia per
visitare personalmente le aziende vitivinicole, preferiscono instaurare con il
produttore un rapporto personale basato sulla fiducia e "fedelt" reciproca (spesso
attraverso accordi di distribuzione in esclusiva sul territorio nazionale o almeno
statale). Grazie all'assunzione di sommelier italiani tra la forza vendita, molti
importatori (anche di medio-piccole dimensioni) sanno consigliare meglio clienti
quali enoteche (o i recenti wine-bars) e il canale Ho.Re.Ca. L'enfasi posta sulla
valorizzazione delle variet vinicole italiane, incluso i vitigni autoctoni, per
differenziarsi dalla concorrenza e fornire un valore aggiunto alla ristorazione
attraverso una carta vini in grado di rispecchiare diversit e tradizione produttiva
regionale.

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34

9.

Fattori di criticit e opportunit per i vini italiani

Analizzando i dati relativi ai consumi di vino australiano ed importato e


all'andamento delle esportazioni italiane, piuttosto che da altri paesi, si possono fare
alcune considerazioni:
a] I fattori che rallentano una decisa strategia commerciale verso l'Australia sono
evidentemente la lontananza e la scarsa conoscenza del mercato. Questi aspetti
concedono un netto vantaggio competitivo ai produttori neo-zelandesi, ma non
sembrano inficiare la promozione di altri paesi europei. La Francia ha saputo
costruire un forte brand grazie a notoriet e richiesta di Champagne, la cui
denominazione stata tutelata in Australia a totale beneficio dei valori dell'export
francese (crescita pi che proporzionale rispetto all'Italia). La domanda di vini a
prezzo inferiore o prodotti in paesi "alternativi", hanno supportato le aziende di Cile,
Argentina, Spagna e Sud Africa.
b] Una problematica per l'export italiano la perdurante mancanza di un'azione di
presidio adeguata del mercato australiano da parte delle aziende italiane e degli enti
preposti alla promozione delle tipicit.
c] La percezione dell'Indicazione Geografica dei vini italiani molto limitata,
prevalentemente a causa di una conoscenza abbastanza superficiale della geografia
italiana. I consumatori australiani non comprendono appieno il sistema di
certificazione dei vini, espressione del legame intrinseco tra vino e territorio, che si
riflette nelle produzioni tipiche locali. Le certificazioni DOCG, DOC/DOP e IGT/IGP
non trasmettono quindi ancora il valore aggiunto alla produzione italiana, ma una
mirata azione di comunicazione (da parte di Consorzi o cooperative) potrebbe
facilmente "educare" il target australiano e costituire un importante elemento di
differenziazione rispetto al vino prodotto in Australia, incentivando le vendite delle
aziende italiane.
d] Il consumatore australiano evidenzia per comunque una preferenza per i
numerosi ristoranti italiani, dove la carta vini offre diverse opzioni di scelta di vino
nostrano. Il progetto "Ospitalit Italiana - Ristoratori Italiani nel Mondo", promosso
da Unioncamere e ISNART, rappresenta anche in questo senso il giusto stimolo alle
vendite di prodotti ed ingredienti agroalimentari italiani.

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e] Il concetto di Made in Italy tuttora molto forte nella mente dei responsabili
d'acquisto e l'Italia considerata la meta turistica preferita, anche grazie
all'esperienza enogastronomica unica al mondo che in grado di offrire.
f] Molti importatori, anche di medio-piccole dimensioni, hanno origini italiane e
evidenziano una marcata preferenza per i vini regionali.

9.1

Modalit di coinvolgimento del target australiano

Considerate le criticit delle promozione del vino italiano in Australia, con l'obiettivo
di spingere la conoscenza diretta del prodotto (e di conseguenza incrementare le
esportazioni italiane), possono essere adottate strategie volte a:
a] "formare i formatori", ovvero presentare il vino italiano direttamente a
sommelier, docenti e studenti di istituti di formazione professionale.
b] realizzare missioni di incoming in Italia di importatori, offrendo l'opportunit di
conoscere direttamente il territorio italiano e le aziende produttrici.
c] organizzare educational tour per giornalisti australiani, interessati ad approfondire
la conoscenza di vitigni italiani, tradizioni produttive e regioni vitivinicole.
d] realizzare in Australia eventi dedicati agli operatori commerciali, coinvolgendo
possibilmente il canale Ho.Re.Ca.
e] partecipare a manifestazioni fieristiche, avendo predefinito un'agenda di incontri
commerciali .
f] promuovere il vino italiano attraverso la partecipazione di consumatori a
degustazioni guidate, coordinate da professionisti italiani o Consorzi di tutela.

9.2

Modalit di supporto ai produttori italiani - I servizi della


Camera di Commercio Italiana di Melbourne

La Camera di Commercio e Industria Italiana (CCIE) di Melbourne conosce a fondo il


mercato del vino in Australia. Oltre ad aver diverse collaborazioni attive con istituti di
formazione e associazioni di sommelier, ed avere i principali importatori di vino tra i
propri Soci, da oltre 10 anni la CCIE di Melbourne rappresenta ufficialmente

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Veronafiere in Australia, facendosi carico del coordinamento della delegazione


australiana a Vinitaly. Sono quindi tante ed articolate le azioni camerali a presidio del
mercato, finalizzate ad aumentare conoscenza e vendite di vino italiano in Australia
attraverso la definizione di agende personalizzate di incontri commerciali, in
funzione di caratteristiche e obiettivi del produttore italiano. A seguito di una prima
analisi di pre-fattibilit, la Camera contatta direttamente le potenziali controparti
commerciali selezionate al fine di organizzare una serie di incontri business-tobusiness (in contesti quali fiere e degustazioni, piuttosto che in occasione di missioni
imprenditoriali). In questo modo le aziende italiane hanno l'opportunit reale di
avviare relazioni commerciali con importatori australiani.

10. Italian Wine Meets Australia


Il Governo Italiano, in questo periodo di congiuntura internazionale e caratterizzato
da una sempre maggiore competitivit globale, ha ritenuto fondamentale sostenere
economicamente i processi di internazionalizzazione delle imprese italiane, al fine di
migliorare le performance dellexport Made in Italy. Il settore agroalimentare
quello che riporta i dati pi confortanti, trainato soprattutto dagli ottimi risultati
dellexport del vino. LAustralia, per le sue peculiarit (peraltro descritte nei primi
paragrafi di questo report), diventa una meta prioritaria e strategica per le attivit di
sistema a sostegno dellexport nel comparto vitivinicolo. E nato quindi il progetto
ITALIAN WINE MEETS AUSTRALIA, Piano di Promozione Straordinaria del Made in
Italy - Campagna promozionale del vino italiano in Australia, promossa e finanziata
dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il progetto, di cui partner Veronafiere,
vede inoltre la collaborazione della CCIE di Melbourne. Per lanno 2014 il progetto
stato strutturato in due fasi: la prima si compier ad aprile, quando la CCIE di
Melbourne organizzer una delegazione incoming di importatori, rivenditori e
giornalisti australiani di settore in occasione di Vinitaly. La missione avr lo scopo di
far vivere unesperienza in prima persona a contatto con il mondo del vino italiano,
nel luogo e appuntamento maggiormente rappresentativo per leccellenza vinicola

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italiana. In questoccasione lintervento del MISE abbatter tutti i costi di


partecipazione a Vinitaly per tutta la delegazione australiana.
La seconda fase, invece, avr luogo in Australia, a Melbourne, e vedr nuovamente
Veronafiere e la CCIE DI Melbourne collaborare per offrire alle aziende italiane la
possibilit sia di incrementare le vendite dei propri prodotti, sia di entrare in
contatto con gli operatori e il pubblico australiano, in quellopera pi ampia di
sensibilizzazione sui legami tra il vino, le tradizioni e i territori di produzione che
fanno dellItalia il paese pi invidiato nellambito della cultura del bere e mangiare
bene. Veronafiere, attraverso Vinitaly International, organizzer una tappa della
Vinitaly International Academy allinterno dellevento Vinitalia Down Under, creatura
della Camera di Commercio di Melbourne e giunto questanno alla seconda edizione.
In questoccasione il sostegno economico del MISE si tradurr in un abbattimento dei
costi per le imprese italiane partecipanti allevento. In particolare i fondi andranno
ad azzerare i costi di partecipazione diretta a Vinitalia Down under.

11. Vinitalia Down Under 2014


Vinitalia Down Under, giunto alla seconda edizione, unazione promozionale ideata
ed organizzata dalla Camera di Commercio ed Industria Italiana a Melbourne, basata
sulle richieste espresse dagli stessi operatori e consumatori australiani. Un evento
commerciale dedicato agli addetti ai lavori ed al grande pubblico, in cui si intrecciano
aspetti commerciali, formativi e culturali. La manifestazione si prefigge infatti di
promuovere lintroduzione e quindi la vendita di nuove etichette Italiane sul mercato
australiano, incrementare la vendita di vini italiani gi presenti sul mercato
australiano, sostenere il processo di formazione ed informazione dei consumatori
finali sulle certificazioni IGT, DOC e DOCG.
Vinitalia Down Under il "contenitore" ideale per organizzare degustazioni di vini
italiani non ancora presenti sul mercato, con la CCIE di Melbourne che definisce
unagenda di incontri commerciali mirati tra aziende italiane ed importatori, canale
Ho.Re.Ca e Distribuzione Organizzata.

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L'importanza del processo di "educazione" dei target di riferimento viene evidenziata


dall'organizzazione di sessioni formative ed informative sulle caratteristiche di vini e
territori di produzione.
Come menzionato nel paragrafo precedente, l'edizione 2014 vede infatti la preziosa
compartecipazione di Veronafiere con Vinitaly International, il quale organizzer
contestualmente una tappa della Vinitaly International Academy e alcune
masterclasses dedicate al vino italiano, a cura dellesperto Dr. Ian DAgata.
Pianificato per le giornate di domenica 26 e lunedi 27 ottobre, in modo da
massimizzare la potenziale partecipazione di operatori commerciali, ristoratori e
consumatori, a Vinitalia Down Under possono partecipare produttori e
rappresentanti di vini italiani con certificazione IGT, DOC e DOCG, Consorzi di tutela e
Cooperative produttive di vini italiani con certificazione IGT, DOC e DOCG, enti
istituzionali (quali Regioni e Camere di Commercio I.A.A.), importatori di vini italiani
gi distribuiti in Australia.
Ambientato in un luogo di prestigio nel pieno centro di Melbourne, levento offre a
ciascuna azienda partecipante, in forma individuale o collettiva, postazioni espositive
aperte (2x2mt o personalizzate), dove poter promuovere e far degustare i propri
vini.
Media Partner della manifestazione Winestate Magazine, rivista di riferimento per
il settore del vino in Australia e Nuova Zelanda (con diverse iniziative realizzate
anche in paesi asiatici).

11.1 Altri eventi 2014


Fine Food Australia - The Australian International Food & Drink Exhibition (15-18
settembre 2014) la principale fiera internazionale dedicata agli operatori
commerciali dellindustria alimentare in Australia e si tiene ad anni alterni a
Melbourne e Sydney. Questa fiera fa incontrare i principali produttori e buyer di
prodotti alimentari, bevande e attrezzature per l'hospitality nellarco di quattro

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giorni ricchi di eventi. Parteciperanno espositori e visitatori provenienti da tutto il


mondo.

Winestate Magazine ITALIAN VARIETALS WINE TASTING: Anche per il 2014 la


rivista organizza una degustazione di vini italiani, a cui possono partecipare i
produttori di vino che intendono promuovere le proprie etichette sul mercato
australiano. La degustazione, strutturata come "blind test", viene condotta da una
giuria internazionale che assegna un punteggio ad ogni etichetta di ciascun vitigno. I
vini premiati vengono successivamente recensiti sulla rivista e i risultati della
degustazione, oltre ad essere pubblicizzati tra i lettori della rivista, sono promossi
presso tutti gli operatori commerciali australiani.

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Fonti
Australian Bureau of Statistics, Report N. 4307.0.55.001 - Apparent Consumption of
Alcohol, Australia, 2011-12.

Australian Bureau of Statistics, Report N. 1329.0 - Australian Wine and Grape


Industry, 2012-13.

Australian Bureau of Statistics, Report N. 8504.0 - Shipments of Wine and Brandy in


Australia by Australian Winemakers and Importers, Dec 2013.

IBISWorld Industry Report C1214 Wine Production in Australia, Nov 2013.

IBISWorld Industry Report F3606a Liquor Wholesaling in Australia, Jan 2014.

IBISWorld Industry Report G4123 - Liquor Retailing in Australia, Feb 2014.

Wine Industry Report Expert Report on the Profitability & Dynamics of the
Australian Wine Industry. Centaurus Partners for Winemakers Federation of
Australia, Aug 2013.

Australian Governement, Wine Australia, annual report 2012-2013.

What do Australians drink? Analyses by demographic and social characteristics


centre for Alcohol Policy Research, Sep. 2012.

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