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Sn
a11
a21
Definizione. La matrice P =
...
a12
a22
..
.
...
...
a1n
a2n
si dice matrice di passaggio o di cambio di base da
..
.
an1
an2
...
ann
B a B0 .
Osserviamo che P e invertibile, infatti le sue colonne sono i vettori della base B 0 . La matrice inversa
P 1 e la matrice di passaggio da B 0 a B.
Dato un qualsiasi vettore v V , si avra v = x1 e1 + xn en = x01 e01 + x0n e0n ; le relazioni tra le
componenti di v rispetto a BV e quelle rispetto a B 0 si ottengono come segue:
v = x01 e01 + x0n e0n = x01 (a11 e1 + an1 en ) + + x0n (a1n e1 + ann en ) = = x1 e1 + xn en
da cui
a1 = a11 a01 + a1n a0n
a2 = a21 a01 + a2n a0n
an =
a1
a2
ossia
... = P
an
a0
a0
an1 a01
+ ann a0n
a1
a
. oppure . = P 1 .2 .
.
..
.
.
.
an
a0n
a0n
1
a02
1
a02
Consideriamo ora una applicazione lineare f : V W , con V, W spazi vettoriali di dimensione finita
sul campo numerico K. Fissate una base BV per lo spazio V e una base BW per lo spazio W , risulta
univocamente determinata una matrice M associata ad f rispetto a BV e a BW , quindi si puo scrivere
M X = Y , dove X e il vettore colonna delle coordinate di un qualunque v V rispetto a BV , mentre Y e
il vettore colonna delle coordinate di f (v) rispetto a BW . Se si cambia base in V , passando alla base BV0
0
, i due cambiamenti di base saranno descritti dalle rispettive
e si cambia base in W , passando alla base BW
0
matrici di passaggio P e Q, cioe X = P X e Y = QY 0 . Segue che:
A(P X 0 ) = QY 0
da cui Q1 AP X 0 = Y 0 ; come e noto, dopo aver fissato una base in V e una in W , la matrice associata ad
0
.
f e univocamente determinata, di conseguenza Q1 AP e la matrice di f rispetto a BV0 e BW
Nel caso particolare in cui lo spazio di partenza coincide con lo spazio di arrivo, cioe V = W , si puo
fissare la stessa base B in entrambi gli spazi. Se si cambia base, passando alla base B 0 con matrice di passaggio
P , il legame tra la matrice di f rispetto a B e la matrice di f rispetto a B 0 e dato da
M 0 = P 1 M P
Definizione. Due matrici quadrate M ed M 0 si dicono simili se esiste una matrice invertibile P tale che
M 0 = P 1 M P .
DIAGONALIZZAZIONE DI UN ENDOMORFISMO
Sia V sia un K-spazio vettoriale di dimensione finita n
2
0
2
..
.
...
...
...
0
0
..
.
n
allora abbiamo f (v1 ) = 1 v1 , f (v2 ) = 2 v2 , , f (vn ) = n vn , cioe ciascun vettore della base viene
trasformato dallendomorfismo f in un multiplo di se stesso; viceversa, se ciascun vettore della base B viene
trasformato dallendomorfismo f in un multiplo di se stesso, la matrice di f rispetto a B e diagonale.
Definizione. Un vettore non nullo v V si dice autovettore di f se esiste un numero K tale che
f (v) = v
In questo caso si dice autovalore di f associato a v.
Nella definizione si richiede che v sia non nullo, infatti il vettore nullo non si puo considerare autovettore
(anche se, come e noto, si ha sempre f (0) = 0), in quanto per il vettore nullo lautovalore associato sarebbe
indeterminato.
Definizione. Si dice autospazio relativo allautovalore il sottospazio
V = {v V |f (v) = v}
E facile verificare che V e sottospazio di V . In particolare il vettore nullo appartiene a V , infatti un
autovettore e per definizione non nullo, ma
f (0) = 0 = 0
Osserviamo che per definizione di nucleo, per ogni v Ker f , f (v) = 0 = 0v; dunque, se f non e
iniettivo, Ker f e lautospazio relativo allautovalore 0 e viceversa se 0 e autovalore di f , allora f non e
iniettivo.
In conclusione:
Proposizione. Un endomorfismo f : V V e diagonalizzabile se e solo se esiste una base di V formata
da autovettori di f .
Proposizione. Ad autovalori distinti corrispondono autovettori linearmente indipendenti.
Dimostrazione. Per dare unidea trattiamo il caso in cui siano dati 3 autovettori. Siano per cominciare
v1 , v2 due autovettori di f relativi agli autovalori rispettivamente 1 e 2 , con 1 6= 2 . La relazione
x1 v1 + x2 v2 = 0 nelle incognite x1 , x2 ammette la sola soluzione x1 = x2 = 0; infatti applicando f alla
relazione si ha
f (x1 v1 + x2 v2 ) = x1 f (v1 ) + x2 f (v2 ) = x1 1 v1 + x2 2 v2 = 0
moltiplicando la relazione per 2 si ha
x1 2 v1 + x2 2 v2 = 0
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