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Il romanzo una narrazione in prosa, condotta in prima o terza persona, che racconta con una
certa ampiezza vicende reali o immaginarie di uno o pi personaggi, ambientate su uno sfondo
storico, contemporaneo o fantastico.
Il racconto suddiviso in genere in vari episodi, attraverso i
quali si sviluppa una trama che si presenta sotto due
aspetti, distinti, ma strettamente correlati, di fabula e
intreccio.
Il romanzo un genere letterario che presenta una
straordinaria variet di forme; nel corso del tempo,
dall'antichit all'et medievale, all'epoca moderna, esso ha
subito notevoli e anche radicali trasformazioni.
Inoltre esso ha compreso modi espressivi e stili assai
diversi: parti narrative, descrittive, monologhi, dialoghi,
epistole, parti epiche, eroiche, comiche ecc.
Tale complessit conferisce al romanzo il carattere di un
genere misto, e se si considerano gli stretti legami che
esso ha con altri generi letterari, come la novella, in prosa, o il poema epico, cavalleresco, eroico,
in versi, si comprende come sia risultata problematica la sua stessa definizione.
Il romanzo antico
Le prime tracce di questo genere letterario, in et antica, si trovano nella letteratura babiloneseassira, egiziana e aramaica, e risalgono all'incirca al VI sec. a.C.
Nel mondo greco il primo romanzo che costitu il modello per tutti gli altri fu il Romanzo di Nino, di
autore ignoto, databile a non pi tardi del I sec. a.C., in cui si racconta, in un contesto ricco di
avventure e di peripezie, la lunga storia d'amore di Nino, il leggendario fondatore dell'impero
assiro, per la mitica Semiramide.
Al periodo ellenistico risalgono pure i romanzi di Senofonte Efesio e di Longo Sofista, autore
quest'ultimo di una famosa storia d'amore collocata per la prima volta in ambiente pastorale, Gli
amori pastorali di Dafni e Cloe (II sec. d.C.).
All'incirca alla stessa epoca risalgono due famosi romanzi della letteratura latina, il Satyricon di
Petronio (I sec. d.C.) e le Metamorfosi di Apuleio (II sec. d.C.).
Il romanzo medievale
Il termine "romanzo" di origine medievale. Esso deriva dalla parola Roman con cui si indicava la
lingua volgare. In tale lingua e non in latino vennero composti infatti i romanzi medievali, che
presentano vari aspetti e caratteri.
1. Romanzi cavallereschi: lunghe narrazioni prima in versi, poi in prosa, che hanno come
tema centrale le avventure e gli amori di un cavaliere. Essi cantano il mondo cortese, le
imprese guerresche e d'amore, vicende favolose e fantastiche (Tristano e Isotta, Lancillotto e
Ginevra - ciclo bretone).
2. Leggende classiche: a cui si ispirano le narrazioni (Roman d'Enas, Roman de Troie,
Roman d'Alexandre).
3. Componimenti di carattere didattico e moraleggiante (Roman de la Rose, Il Fiore) e
d'impronta favolistica che hanno come protagonisti gli animali (Roman de Renard).
Ma senza dubbio il romanzo cavalleresco quello pi ricco di fascino e quello che alimenta
maggiormente limmaginario collettivo del Medioevo. Esso strettamente legato al poema epico
delle chansons de geste francesi che nei secc. XI e XII si diffusero in tutta Europa esaltando le
imprese di Carlo Magno e dei suoi paladini (ciclo carolingio).
In questo stesso periodo si assiste in Spagna a una vasta fioritura di cantari e di romances che
celebrano la figura di Rodrigo Diaz de Bivar, il Cid Campeador (signore guerriero), eroe della lotta
contro gli Arabi.
Tutta la vasta produzione narrativa in versi (poemi epici e romanzi in versi) verr rielaborata in
prosa nel corso del XIII sec. e subir un notevole processo di trasformazione e contaminazione.
Il romanzo moderno
Nella Francia del Rinascimento il ciclo di romanzi pubblicati tra il 1532 e il 1552, sotto il titolo di
Gargantua e Pantagruel, di Francois Rabelais (1494-1553) segna per certi aspetti l'origine della
narrativa moderna. Attingendo al patrimonio della comicit
popolare, l'autore racconta la vita di tre giganti, padre, figlio e
nipote, esaltando senza freni morali e con fantasia grottesca gli
aspetti pi materiali e istintivi della vita dell'uomo. Gli effetti
comici sono spesso in funzione di una satira bruciante delle
istituzioni e della cultura del tempo. Ma l'elemento pi
innovativo dell'opera di Rabelais consiste nella creazione di un
linguaggio nuovo rispetto alla tradizione. Egli utilizza termini
tecnici delle scienze, delle arti, del commercio accanto a
quelli della letteratura, della filosofia o della religione.
Accosta forme auliche e dotte all'uso dei dialetti, a
espressioni grossolane e scurrili, a invenzioni geniali,
dando vita a una prosa veramente originale e moderna.
Nel '500 compaiono in Spagna i primi romanzi picareschi,
narrazioni in prima persona delle avventure dei picari,
vagabondi e furfanti ricercati dalla legge, tipiche figure di antieroi.
Nel '600 tra i romanzi di ambiente pastorale o eroico-galanti
spicca un capolavoro della narrativa europea, il Don Chisciotte
della Mancia di Miguel Cervantes (1547-1616). Quest'opera,
che compendia varie esperienze letterarie della tradizione
spagnola, la satira e la parodia dei romanzi cavallereschi e
pu essere accostata per importanza a quella di Rabelais.
Il romanzo del '700 riflette la cultura e lo spirito filosofico
dell'Illuminismo e si pone come strumento di indagine scientifica
dell'individuo e della societ, di analisi critica dei costumi delle
classi sociali e anche veicolo di diffusione di idee. Si possono
ricordare I viaggi di Gulliver, di Jonathan Swift, i romanzi di
Daniel De Foe, Robinson Crusoe e Moll Flanders, in cui
intenti educativi si coniugano a finalit di svago, e il romanzo
Candido, ovvero l'ottimismo, di Voltaire.
Nell'Inghilterra della rivoluzione industriale matura il nuovo
gusto per il romanzo gotico, ambientato in un Medioevo dai caratteri foschi e tenebrosi. Il
castello di Otranto di Horace Walpole d il via alla serie dei racconti di terrore e dei romanzi neri
che avranno grande successo nel periodo romantico.
Il suo romanzo epistolare Giulia, la nuova Eloisa (1761) ottenne grande successo. La struttura
epistolare conferisce autenticit al racconto che, essendo impostato su un carteggio intimo tra i
personaggi, rende credibili le loro effusioni sentimentali.
L'autore narra la storia dell'amore impossibile tra la giovane
gentildonna Giulia d'Etanges e io suo precettore Saint-Preux.
La tematica dell'amore vissuto pi nell'illusione che in un reale
possesso suggerita dal titolo che richiama la vicenda
medievale vissuta da Abelardo e la sua allieva Eloisa.
Seguiranno altri romanzi epistolari: I dolori del giovane
Werther di Goethe, I legami pericolosi di Cloderlos de
Laclos, le Ultime lettere di jacopo Ortis di Foscolo.
Nell'ambito dell'analisi dellio, dell'indagine della vita intima dei
personaggi si pone anche il romanzo
di formazione. Nel '700 si ritrova
spesso la figura di un giovane come
protagonista di diari, di autobiografie,
di romanzi. Ma il capolavoro di questo
genere costituito da Gli anni di
noviziato di Wilhelm Meister di Goethe (1795-96). L'interesse
dell'autore incentrato sul processo di crescita intellettuale e morale che
porta il protagonista, attraverso varie esperienze di vita, alla creazione
della sua personalit.
Questo tipo di romanzo, nato in Germania, detto Bildungsroman, cio
romanzo di formazione di un io, di una coscienza. L'oggetto dell'analisi
in genere la figura di un adolescente, descritta nella sua evoluzione
interiore, nella ricerca fervida e dolorosa ad un tempo della maturit
personale. Poich spesso si verifica un'identificazione tra l'autore e il protagonista, il romanzo di
formazione presenta anche un carattere autobiografico.
Il romanzo storico
Nell'Ottocento il romanzo registra una diffusione e un successo crescenti. Considerato dapprima
come un genere di pura evasione e di consumo, esso viene via via assumendo una sempre
maggiore legittimazione culturale e artistica, fino ad occupare una posizione centrale nel sistema
letterario. La riflessione teorica che ne accompagna lo sviluppo contribuir a far cadere le remore
di quanti ritenevano il romanzo un genere "ibrido", non contemplato dalla retorica classica.
Nella prima met del secolo, accanto ai romanzi-confessione che continuano ad essere prodotti
nelle forme definite nel '700, si afferma il romanzo storico. Si tratta di un genere tipicamente
romantico, legato cio a una cultura che considera la realt come divenire, il presente
come svolgimento del passato e quindi la storia come un fattore fondamentale per la
comprensione degli atteggiamenti umani. Al passato ci si volge sia per un bisogno di evasione
dalle delusioni del presente, sia per riscoprire le proprie radici, gli elementi essenziali della vita
nazionale.
Nei primi anni dell'Ottocento significativa, sotto questo aspetto, l'opera di Vincenzo Cuoco,
Platone in Italia (1802). Il viaggio del grande filosofo nell'Italia meridionale porta alla luce una
civilt indigena pi antica di quella greca, la cui esaltazione assume un significato civile e
patriottico che sar raccolto e sviluppato nei successivi romanzi storici.
Walter Scott
Colui che inizi e diffuse in tutta Europa questo nuovo genere letterario fu lo scozzese W. Scott
(1771-1832). Anche perch spinto da esigenze economiche, egli compose numerosi romanzi tra
cui Waverley, La sposa di Lammermoor... (tra il 1814 e il 1826 sono ben 22 i romanzi da lui
pubblicati). Ma l'opera che ebbe un successo straordinario e diede via alla moda di Scott fu
Ivanhoe (1819). L'azione narrativa si svolge nell'Inghilterra del XII sec. Ivanhoe un cavaliere
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Alessandro Manzoni
A proposito dei Promessi Sposi si pu qui evidenziare l'indicazione, lucidamente enunciata nei
suoi scritti teorici, inerente alla "lezione" che egli ha dato: lo scrittore deve puntare alla verit del
linguaggio come alla verit delle cose narrate (verit, cio, di contenuti e forme).
La tendenza all'oggettivismo realistico del Manzoni scaturisce dal canone della popolarit
dell'arte, principio cardine del Romanticismo, e rappresenta il fulcro del tentativo proprio di
quest'et di gettare un ponte tra l'arte e la vita.
Di questa verit storica il Manzoni vuole essere lo scrupoloso osservatore e interprete. Cos nel
suo romanzo, utilizzando documenti e fonti storiche, egli ricostru con esattezza la vita della
Lombardia agli inizi del Seicento.
Rispetto allo Scott c' nell'autore lombardo maggior scrupolo di verit, al punto che il Seicento,
come stato detto, diventa "protagonista" del romanzo. Inoltre la ricostruzione dell'epoca mira ad
essere il pi possibile approfondita: il quadro della societ ci viene dato non solo attraverso i
grandi avvenimenti politici e militari o le personalit d'eccezione, ma attraverso la vita del popolo,
delle folle anonime, degli "umili" che fanno cos il loro ingresso nella letteratura. Si pu perci dire
che nello scrittore scozzese certamente viva l'attenzione alla ricostruzione del passato, ma la
storia tende a diventare uno sfondo e quasi in pretesto per il libero dispiegarsi della sua fantasia;
nel Manzoni invece essa diventa un vero e proprio "mondo morale", cio la ricostruzione dei
comportamenti, delle condizioni materiali e del clima spirituale di un'intera epoca.
Questa esigenza di verit poneva peraltro l'attenzione sul nodo centrale del dibattito sul romanzo
storico: il problema del rapporto tra arte e storia. Manzoni giunger alla conclusione di invalidare il
carattere storico dei "componimenti di storia e di invenzione", creando con la sua riflessione le
premesse per la crisi e il superamento del romanzo storico. Nel rapporto arte-vita, l'arte verr
assumendo sempre pi una sua autonomia, fino al punto che non si sentir pi il bisogno di
ancorare la narrazione ad una verit storica per riconoscere al romanzo una credibilit.
Agli inizi del Novecento nascer il romanzo sperimentale (v. E. Zola). Il Naturalismo francese
influenzer in Italia il Verismo (Giovanni Verga, Matilde Serao, Grazia Deledda). Il romanzo , a
questo punto, un genere conosciuto e rispettato, almeno nelle sue espressioni pi elevate (i
"classici"): con il Novecento la forma del romanzo, e pi in generale l'intera cultura, "investita da
un vero turbine". Appaiono all'orizzonte culturale e filosofico la psicoanalisi (Italo Svevo), la
logica, la linguistica, e anche la tecnica narrativa cerca di adeguarsi.
Romanzo psicologico fra 800 e 900
Il romanzo psicologico nasce tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento e si ha quando
nella narrazione si d pi importanza allanalisi dellanimo umano che alla vicenda.
In questa narrazione la fabula debole, quasi inesistente e focalizza tutta l'attenzione sui
meccanismi mentali dei personaggi. A dominare in questo genere vi il mondo interiore dei
personaggi, i loro processi psichici, le emozioni che derivano dal profondo, gli stati danimo
e le riflessioni consce o inconsce.
L'attenzione degli scrittori si sposta, quindi, dalla descrizione oggettiva a quella soggettiva; prevale
la focalizzazione interna, sia in prima che in terza persona e si utilizzano il discorso diretto, il
discorso indiretto libero, il flusso di coscienza, dove viene scritta qualunque cosa passa per la
mente del protagonista senza punteggiatura e il monologo interiore, una particolare tecnica
narrativa che permette allo scrittore di esporre, in modo spontaneo, i pensieri, i ricordi e le
emozioni dei protagonisti. Tra le modalit di scorrimento del tempo narrativo prevale la pausa, in
cui il corso degli eventi subisce un arresto e non succede nulla. Lo spazio e il paesaggio hanno
un ruolo secondario, infatti diventano lo specchio degli stati danimo del protagonista.
I principali autori del racconto psicologico furono: Italo
Svevo, Luigi Pirandello, James Joyce, Gustave Flaubert e
Fdor Michajlovi Dostoevskij (Delitto e castigo, i Demoni, i
Fratelli Karamazov) che, avendo perso fiducia nella possibilit di conoscere razionalmente il mondo, si rivolgono
allanalisi della coscienza esaltando limportanza della vita
interiore.
Aldil del realismo vanno
anche, gi nell 800, scrittori
dellarea americana. Autori
com N. Hawthorne (La lettera scarlatta, 1850) o H.
Melville
(Moby Dick, 1851)
Dostoevskij
trattano con tecnica realistica
argomenti di vita quotidiana, ma la narrazione ispirata da
forti esigenze morali e i personaggi si caricano di significati
esemplari e simbolici.
Un pieno superamento del realismo si ha con E. A. Poe, i cui
Racconti (1840) si abbandonano ad una fantasia allucinata e
onirica. Siamo gi vicini alla sensibilit dei poeti maledetti che
a lui si ispirarono.
E. A. Poe