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Altieri Gianmarco - Istituzioni di Economia Politica - Prof.

Fontini Fulvio

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Lʼoligopolio - capitolo 16 - pagina 273

Concorrenza perfetta: modello ma non esiste nella realtà. Le imprese non sono
infinitesime.
Monopolio: modello ma non esiste nella realtà.
Situazioni reali: non cʼè un solo produttore ma non cʼè neanche concorrenza perfetta,
situazioni intermedie. Dette oligopolio.

Oligopolio: tra monopolio e concorrenza perfetta.


Due cause di oligopolio: le imprese non sono price taker ma sono un poco price maker.
Sono un poʼ price maker o perchè sono poche rispetto al mercato e per cui non sono
infinitesime, per cui se varia la produzione di una certa impresa non è più vero che la q
non varia e dunque non è più vero che la curva di domanda è data. Una singola impresa
facendo variare la sua produzione può far variare il prezzo di mercato. Le imprese dunque
non sono più infinitesime come in concorrenza perfetta.

Oligopolio con due produttori: duopolio. Due produttori possono farsi concorrenza (fino
allʼestremo in cui si comportano come fossero in concorrenza perfetta) o accordarsi.
In oligopolio con beni omogenei i produttori possono replicare una situazione di monopolio
o finire a replicare una concorrenza perfetta. Tanto più i produttori si accordano tanto più
possono avvicinarsi a situazione di monopolio. Lʼaccordo è detto trust o cartello. Se
avviene tale accordo si genera la perdita secca più grande possibile.

In oligopolio, specialmente in quello indifferenziato (dove ci sono cioè beni totalmente


omogenei), il prezzo e la quantità che si stabilirebbero sarebbero intermedi tra monopolio
e concorrenza perfetta. Punto intermedio dunque. Tanto più la allocazione di oligopolio è
vicina a quella di monopolio tanto più grande è la perdita secca. Tanto più ci si avvicina
alla concorrenza perfetta, tanto più piccola è la perdita secca. Anche in oligopolio lʼideale è
far si che i produttori non si mettano dʼaccordo, impedendo i cartelli/trust. Più produttori ci
sono a mettersi dʼaccordo e meno è il profitto del monopolista da dividersi. Non ci sono
incentivi a mettersi dʼaccordo

In oligopolio è fondamentale il numero delle imprese. La perdita secca si riduce quanto più
si riesce ad avvicinarsi ad una situazione di concorrenza perfetta. Se si mettono
dʼaccordo, la perdita secca aumenta.

Oligopolio si ha se avviene almeno uno dei seguenti fenomeni:


1. o il bene non è perfettamente uguale tra i vari produttori, bene non omogeneo
2. o cʼè numero ristretto di produttori

Ho oligopolio se:
Non cʼè monopolio ma le imprese hanno comunque un poco di potere di mercato e si
comportano dunque da price maker.

Se una impresa è in concorrenza perfetta è price taker (è infinitesima nel mercato e si


comporta guardando quel che è meglio per sé stessa, non ragiona su quel che faranno le
altre imprese. Lʼunica cosa rilevante per la singola impresa è comportarsi dato il prezzo di
mercato). In concorrenza non cʼè nessuna congettura sulle altre imprese. Se è in
monopolio ugualmente non congettura sul comportamento delle altre dato che è sola e
non ci sono altre imprese. Lʼimpresa sia in monopolio e in concorrenza perfetta si
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comporta come se non ci fossero altre imprese, dato che essendo infinitesima - in
concorrenza - o sola - in monopolio - ad importare non è tanto il singolo comportamento
ma quello del mercato.
In oligopolio è vero il contrario: poche imprese, o imprese che non producono beni
esattamente uguali o poche imprese che producono beni diversi, e per la singola è
rilevante ragionare su cosa fanno le altre dato quello che essa stessa fa. Si congettura sul
comportamento altrui. In oligopolio assume significato il “fare strategia”: tale
comportamento è detto comportamento strategico (comportamento che dipende dalle
proprie scelte - strategie ma anche da quelle degli altri).

In oligopolio si fa strategia. In concorrenza non succede questo. In concorrenza lʼimpresa


non congettura sul comportamento delle altre imprese, dato che tutte sono infinitesime e
nessuna ha un potere di mercato. Si può solo osservare il prezzo del mercato e
comportarsi di conseguenza. Nessuna impresa, in concorrenza e in monopolio, ha potere
strategico. In oligopolio è rilevante congetturare le strategie migliori.

Analisi delle scelte strategiche: studiate nella scienza detta “teoria dei giochi”.

Comportamento strategico: scelta del singolo che dipende da quello che fa il singolo e da
quello che fanno gli altri.
In concorrenza e monopolio lʼimpresa sceglie quello che è bene per sé stessa ma ciò non
dipende dagli altri. In oligopolio invece ha rilevanza analizzare ciò che fanno gli altri.

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