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si applica tale
amministrativi.
regime
di
diritto
amministrativo
sono
chiamati
atti
bene
ricordare
che
gli
indirizzi
politici
sub-costituzionali
storicamente
contingenti, anche se costituiscono attuazione dellindirizzo costituzionale non si
risolvono in una mera attivit esecutiva, ma richiedono anche scelte politiche tra gli
interessi che si confrontano e spesso sono in conflitto.
A volte le leggi fanno scelte precise in relazione agli interessi e definiscono anche
il rapporto tra amministrazioni e cittadini, vincolando le prime direttamente alla
legge; spesso per le leggi lasciano invece spazi pi o meno ampi per scelte
successive, ed in questo caso occorre distinguere in 2 situazioni:
1) quando la legge vuol dare adito a successive specificazioni degli indirizzi politici
attribuendo tale competenza agli apparati politici di governo, questi la eserciteranno
mediante i regolamenti (atti di indirizzo che sono anche atti fonte di livello
subordinato alle leggi) o mediante programmi, direttive e atti simili (cio atti di
indirizzo che non sono atti fonte);
2) quando la legge indica i criteri tecnico scientifici applicando i quali debbano
essere prese le decisioni concrete operando eventuali ulteriori scelte necessarie. La
competenza relativa in tal caso, sempre da attribuire ad apparati amministrativi e ad
apparati politici.
Infine la legge anche strumento di garanzia per i cittadini, in quanto prevede che
lintrusione nelle libert personali ed economiche da parte delle amministrazioni
pubbliche pu avvenire soltanto se previsto dalla legge (legalit garanzia). Questa
riserva relativa, cio non esclude che la disciplina cui debbano attenersi le P.A.
possa risultare non solo dalla legge stessa, ma anche da regolamenti o da certi atti
amministrativi (ad es. alcuni piani).
I regolamenti hanno un grado inferiore a quello delle leggi; la competenza ad emanare
atti regolamentari appartiene ad apparati competenti in diverse materie.
I regolamenti che possono svolgere funzione di indirizzo politico sono quelli del
Governo statale, ammissibili solo nelle materie di competenza legislativa esclusiva e
sono di diverso tipo:
1) regolamenti di esecuzione di leggi e decreti legislativi: contengono norme dirette
semplicemente a consentire lesecuzione di quanto gi disposto da una legge o da un
decreto legislativo;
2) regolamenti di attuazione o integrazione: riguardano le scelte fra gli interessi;
3) regolamenti indipendenti: hanno il medesimo ambito di scelte politiche che spetta
alla legge; possono disciplinare soltanto materie nelle quali manchi la disciplina da
parte di leggi o atti aventi forza di legge.
4) regolamenti delegati o di delegificazione: hanno una notevole ampiezza di scelte
politiche; lesercizio della potest regolamentare del Governo deve essere autorizzato
da leggi che determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono
labrogazione delle norme vigenti con effetto dallentrata in vigore delle norme
regolamentari. Questo procedimento detto di delegificazione.
5) regolamenti ministeriali: sono regolamenti possibili nelle materie di competenza dei
Ministri o di autorit
ad essi subordinate, i quali non possono dettare norme
contrarie a quelle dei regolamenti emanati dal Governo.
Sono chiamate regolamenti anche alcune fonti sub legislative sia regionali che degli
enti minori. La potest regolamentare regionale quella che pu riguardare, dopo la
riforma portata dalla l.3/2001, tutte le materie con la sola esclusione di quelle di
competenza esclusiva dello Stato.
La l.1/1999, abrogatrice dellart.121 Cost., che assegnala competenza regolamentare al
Consiglio regionale, ha reso possibile lattribuzione da parte dello Statuto regionale
alla Giunta e al Presidente, in virt del fatto che questultimo eletto direttamente
dai cittadini e nomina e revoca i membri della Giunta.
I regolamenti di Comuni e Province hanno invece natura e funzioni diverse. La loro
potest regolamentare da ricostruire sulla disciplina dellautonomia degli enti
locali, dopo le modifiche della legge cost. 3/2001: in primo luogo trova conferma il
riconoscimento della autonomie locali, nel senso di un ampio margine di libert di
scelte politiche da parte degli enti locali, nei limiti dellunit della Repubblica
rimasto immodificato lart. 5 ed in sostituzione di quanto prima disposto dallart.
128, ora abrogato, viene affermato nellart. 114.2 che i Comuni, le Province, le citt
metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni
secondo i principi fissati dalla Costituzione. Inoltre gli enti locali sono elementi
costitutivi della Repubblica come le Regioni e lo Stato.
Gli enti locali sono titolari di funzioni amministrative proprie e spetta allo Stato
attribuire
loro
le
funzioni
fondamentali
nellesercizio della sua potest legislativa esclusiva; svolgono anche funzioni
amministrative che si distinguono da quelle proprie e sono conferite con legge statale
o regionale, secondo le rispettive competenze.
Regime giuridico dei regolamenti.
Tutti i regolamenti di cui s parlato sono sottoposti ai medesimi principi e regole
riguardanti lamministrazione pubblica e cio sono sottostanti al c.d. regime degli
atti amministrativi. Essi sono equiparati ad atti amministrativi sotto il profilo della
tutela giurisdizionale, dal momento che la giurisdizione della Corte Cost. non si
estende oltre gli atti aventi forza di legge.
Ma nonostante lequiparazione agli atti amministrativi, questi regolamenti non sono
emanati da apparati amministrativi, ma la competenza rimane ad apparati politici, che
si caratterizzano sotto il profilo funzionale essenzialmente come organi di indirizzo
politico amministrativo.
Vi sono infine anche atti che non hanno natura di atti-fonte, ma di atti-indirizzo:
sono ad es. ladozione di direttive per assicurare limparzialit, il buon andamento e
lefficienza degli uffici pubblici spettante al Pres. del Consiglio dei Ministri.
Spesso si parla anche di programmi, un termine con cui si designano atti amministrativi
che esercitano funzioni regolatorie o obiettivi da perseguire per le pubbliche
amministrazioni ( ad es. i piani sanitari).
Principi generali dellamministrazione pubblica.
La particolare funzione che svolgono gli apparati amministrativi caratterizzata da
regole, criteri e norme generali, dettate anche dalla Costituzione, che sono definite
principi generali.
Limparzialit: lart. 97 Cost. vuole che i pubblici uffici siano organizzati in modo
che siano assicurati il buon andamento e limparzialit dellamministrazione.
Quello di imparzialit un concetto che richiama la funzione del giudice, il quale,
nel decidere le controversie tra portatori di interessi diversi, deve applicare la
legge senza preferenze per nessuna della parti. Sappiamo che le amministrazioni sono
tenute a perseguire interessi pubblici, i quali non coincidono con gli interessi di
tutti. Pertanto occorre spiegare come P.A. possano essere imparziali. Il principio pu
avere varie valenze:
1) lattivit amministrativa vincolata da norme, cos che il compito degli
apparati amministrativi quello di far rispettare delle regole. In questi casi,
per essere imparziale, unamministrazione deve tenere un comportamento il pi
vicino possibile a quello di un giudice;
2) essendo il principio riferito anche allorganizzazione dellamminstrazione, da
esso possono derivare regole circa le relazioni organizzative tra diversi
apparati e, dallaltro, le persone che operano per lamministrazione. Per
il
primo aspetto, limparzialit garantita mediante la massima possibile
indipendenza degli apparati amministrativi da quelli politici (es. si usa la
formula della amministrazioni indipendenti, quando unamministrazione chiamata
a soddisfare interessi pubblici applicando norme tecnico-economiche e non
attuando specifici indirizzi politici). Quanto al secondo aspetto limparzialit
connessa con il principio di terziet, che vuole che la persona che esercita la
funzione non abbia interessi in comune con nessuna della parti di cui deve
dirimere
le
controversie,
analogamente
le
persone
che
agiscono
per
lamministrazione non devono avere interessi contrastanti con quelli curati
dallamministrazione il c.d. conflitto dinteressi;
3) il principio di imparzialit coincide con il principio di uguaglianza, vietando
allamministrazione, dunque, di operare discriminazioni prive di un fondamento
giustificativo;
4) si riconduce allimparzialit la caratteristica dellP.A. secondo cui, quando
opera per soddisfare interessi pubblici, risultanti da atti di indirizzo politico
(interessi pubblici primari), essa deve essere attenta a tutti gli altri
interessi tanto pubblici che privati, affinch le sue decisioni corrispondano ad
una composizione dei diversi interessi in gioco, che sia la pi utile possibile
per ciascuno di essi, senza scartarne pregiudizialmente nessuno.
Affinch linteresse pubblico possa essere costruito concretamente e di conseguenza
conosciuto da tutti in modo adeguato, la LPA prevede delle precise regole sul
procedimento da seguire per giungere alle decisioni delle amministrazioni, in modo che
i portatori di interessi diffusi siano in grado di farli valere preventivamente,
realizzando la c.d. partecipazione.
La necessit della partecipazione come strumento per garantire limparzialit non
assoluta, perch spesso non possibile conoscere tutti i potenziali interessati ad una
decisione.
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Buon andamento:
economica.
esprime
lesigenza
di
unamministrazione
efficace,
efficiente
ed
determinato
da
caratteristiche storico antropologiche comuni.
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solo
perch
il
giudizio
di
ragionevolezza/irragionevolezza viene dato senza precisare il termine di riferimento
che appare basato su un principio autonomo.
Alla ragionevolezza riconducibile poi la proporzionalit, un criterio mediante il
quale si tenta di stabilire la adeguatezza di unazione rispetto ad un risultato sulla
cui base una decisione viene presa.
Principi generali del diritto: le P.A. sono tenute al rispetto di principi generali del
diritto quali la buona fede, la correttezza, il legittimo affidamento e la certezza del
diritto.
Non si tratta di principi enunciati dalla Cost. ma si tratta di unopinione legata al
fatto che lamministrazione persegue linteresse pubblico. Pertanto, dato che il
principio di legalit richiede che le amministrazioni osservino le leggi come qualsiasi
altro soggetto, andata diffondendosi la consapevolezza che devono essere rispettati i
principi generali del diritto. In particolare si ritiene che le P.A. debbano rispettare
il legittimo affidamento.
Principi e regole costituzionali della tutela giurisdizionale.
Secondo la disciplina dei rapporti tra dir. Amministrativo e dir. Privato, risultante
dalla modifiche del 2005 alla LPA, agli atti di soggetti preposti allesercizio di
attivit amministrative e agli atti delle P.A. che ricadono nella regola generale di
sottoposizione al dir. Privato, imposto il rispetto dei principi di cui allart. 1.1
LPA:
L'attivit amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed retta da
criteri di economicit, di efficacia, di pubblicit e di trasparenza secondo le
modalit previste dalla presente legge e dalle altre disposizioni che disciplinano
singoli procedimenti, nonch dai principi dell'ordinamento comunitario.
Le posizioni giuridiche dei privati prevedono che questi possano vantare diritti
soggettivi verso le P.A.; inoltre, imponendo loro di rispettare nel loro agire la
disciplina che attua gli specifici principi costituzionali che abbiamo visto sopra, si
tutelato anche interessi che tradizionalmente non lavrebbero (nei rapporti regolati
dal dir. Comune), poich dubbia la loro natura di diritti Soggettivi.
Le posizioni giuridiche soggettive sono interessi legittimi e diritti soggettivi.
Eccoti due esempi che ti chiariranno le idee su queste due nozioni:
a) il proprietario privato di un impianto sportivo vuole consentirne luso a un
gruppo sportivo e molti gruppi chiedano di utilizzarlo. Il proprietario sar
libero di scegliere a proprio arbitrio a chi concederlo. Di fronte al libero
potere del proprietario privato di disporre del proprio bene con un contratto,
gli interessati la cui richiesta non stata accolta si trovano in posizione di
soggezione e i loro interessi non sono tutelati, poich nel contratto tra
proprietario e gruppo sportivo scelto, i terzi sono giuridicamente irrilevanti.
b) una P.A. costruisce un impianto, su attuazione di una legge che favorisce
lattivit sportiva dei giovani, da mettere a disposizione a un gruppo sportivo.
Tra i gruppi aspiranti, non potr scegliere uno in base al libero arbitrio, in
quanto una tale scelta non sarebbe legittima il potere discrezionale di una
P.A. soggetto ai principi che abbiamo visto e alla disciplina che li attua
se tale potere soggetto a vincoli, i portatori di interessi che potrebbero
essere soddisfatti (cio le varie societ sportive) non sono pi in posizione di
soggezione tuttavia di fronte allassenza di un obbligo per la P.A. di
affidarlo specificamente a qualcuno di essi, non possibile per gli interessati
sostenere di aver diritto allimpianto, ma ci non significa che i loro interessi
siano
privi
di
protezione
giuridica:
essi
potranno
pretendere
che
lamministrazione ha il dovere di rispettare i principi e deve quindi fare una
scelta che persegua il fine che le assegnato osservando limparzialit e il
buon andamento. questa posizione giuridica detto interesse legittimo.
Interesse legittimo dunque la posizione giuridica correlata ad un potere di una P.A.
di scegliere, potere che per non libero ma discrezionale, cio rispettoso di certe
regole, le quali sono tali che non garantiscono la certezza della soddisfazione dei
portatori di interessi legittimi, ma lasciano aperta la possibilit di tale
soddisfazione.
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Negli
esempi
fatti
i
soggetti
terzi
si
aspettano
di
ottenere
qualcosa
dallamministrazione, ma ci sono poteri dellamministrazione che possono incidere su
diritti soggettivi di cui i terzi sono gi titolari, sottraendoglieli o trasferendoli
ad altri (come avviene con lespropriazione): in questi casi gli interessi legittimi
altro non sarebbero che diritti affievoliti.
Nella Costituzione si ritrovano disposizioni da cui risulta che i diritti soggettivi
hanno piena tutela giurisdizionale anche nei confronti delle P.A. e che tale tutela
concerne anche gli interessi legittimi. A questa tutela provvedono due tipi di giudici:
gli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa. Spetta ai primi la tutela dei
diritti soggettivi, mentre ai secondi quella degli interessi legittimi. Per questi
ultimi possono avere sia giurisdizione per la tutela in particolari materie indicate
dalla legge (c.d. giurisdizione esclusiva) sia il potere di annullamento degli atti
amministrativi.
Capitolo III
Premessa necessaria et irrinunciabile su:
FUNZIONI E AMMINISTRAZIONI
La parola amministrazione ha un significato soggettivo e uno oggettivo. Vi per la
possibilit di ordinare lamministrazione in base alle sue funzioni, scindendola dagli
aspetti esclusivamente organizzativi, dagli atti e dalle posizioni soggettive.
Unattivit amministrativa pu consistere nello stabilire quale uso i proprietari
possono fare dei terreni che si trovano in un luogo, oppure nello stabilire se
unimpresa possa svolgere attivit pericolose per lambiente. in queste attivit gli
interessi da curare come pubblici coincidono con quelli di alcuni soggetti; per
soddisfare questi interessi necessario limitare le libert di altri soggetti,
impedendo loro di usarle pienamente si parla in questo caso di funzioni di
regolazione.
Allidea di amministrazione si associano anche i c.d. servizi pubblici (scuola,
assistenza sanitaria, trasporti, ecc) la funzione qui di assicurare alle persone
prestazioni di vario genere.
Abbiamo poi funzioni finali, in cui lo svolgimento delle attivit di regolazione e di
prestazione, costituiscono la ragione stesse dellesistenza delle P.A., il loro fine
ultimo.
Poi ci sono funzioni strumentali, con cui le amministrazioni non curano direttamente
gli interessi dei cittadini, ma svolgono funzioni indispensabili strumentali (appunto):
lutilizzazione di personale per svolgere le funzioni finali (vedi i vari dipendenti di
uffici pubblici).
Sfuggono invece allesperienza quotidiana le attivit dirette a favorire la buona
qualit delle diverse attivit amministrative. Queste consistono nel prestare
consulenze e esercitare controlli e si chiamano funzioni ausiliarie.
Amministrazione di regolazione.
Il termine regolazione si riferisce alla funzione delle P.A. diretta a imporre la
propria autorit perch le libert costituzionali e i diritti dei soggetti
dellordinamento vengano esercitati senza pericolo per lesistenza stessa o la salute e
per lesercizio delle libert degli altri.
Le regolazioni si realizzano con provvedimenti autoritativi, cio con atti di esercizio
di poteri che operano limitazioni delle libert e dei diritti e talvolta che
definiscono i poteri e le facolt che ne costituiscono il contenuto ossia li
conformano. Le posizioni giuridiche dei destinatari dei provvedimenti regolatori
vengono considerati come interessi legittimi.
Poteri autoritari e garanzie relative.
Il termine autoritariet indica poteri dagli aspetti diversi inerenti alla funzione di
regolazione.
Il primo aspetto da considerare quello dellimperativit (ad esempio il divieto di
superare con un veicolo un certo limite di velocit): il provvedimento che sancisce la
manifestazione di un potere imperativo ha come effetto lincidenza nella sfera
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soddisfazione,
si
pretende
lesercizio
del
potere
amministrativo
a
favore
dellinteressato, cio il rilascio dellautorizzazione. Nei casi in cui non esiste
alcun potere discrezionale dellamministrazione al rilascio dellautorizzazione, si
dovrebbe dire che linteressato ha fin dallinizio un diritto.
Nei casi infine in cui lautorizzazione loccasione in cui si esercitano poteri
discrezionali di tipo conformativo o ablativo, non potendosi parlare di diritti degli
interessati preesistenti al rilascio dellautorizzazione, data la funzione che svolge,
che latto autorizzativo rimuove un limite ad un diritto preesistente.
In relazione alla autorizzazioni amministrative frequente lesistenza di interessi di
terzi che si contrappongono a quelli dei richiedenti le autorizzazioni, al fine ad es.
che unattivit privata non sia svolta da nessuno o voglia svolgerla egli stesso.
Il regime giuridico dellattivit amministrativa implica che siano tutelati anche gli
interessi legittimi e i diritti dei terzi controinteressati: tale tutela consiste nella
possibilit di ricorrere al giudice amministrativo per lannullamento dellatto
amministrativo illegittimo.
Alle autorizzazioni si contrappongono le concessioni, che sono provvedimenti mediante i
quali lamministrazione fa acquistare al concessionario un diritto; in questa categoria
rientra un numero ampio di fattispecie nelle quali non sempre facile individuare il
carattere comune.
Le
concessioni
si
distinguono
in
traslative
e
costitutive:
con
le
prime
lamministrazione attribuisce al concessionario qualcosa che preesisteva nella propria
sfera giuridica ed in questo senso glielo trasferisce (concessioni di uso di beni
pubblici come luso di una porzione di piazza per collocarvi i tavolini di un bar); con
le seconde al concessionario viene attribuito un diritto che non preesisteva nella
sfera giuridica dellamministrazione che per essa ha il potere di costituire (ad es.
lattribuzione della cittadinanza). A queste ultime non si applica la DIA.
Nelle funzioni di regolazione interessano le sovvenzioni economiche (denominate
talvolta provvidenze): sono erogazioni di denaro pubblico in favore di imprese, che
possono avere lo scopo di favorirne la sopravvivenza malgrado la loro debolezza
economica o di incoraggiare determinate produzioni (in tal caso si chiamano incentivi).
Con le sovvenzioni i poteri pubblici interagiscono nelleconomia con lintento di
correggere gli esiti delle vicende di mercato, indirizzando le attivit economiche
verso gli obiettivi di interesse pubblico stabiliti dagli apparati politici. Tali atti
hanno natura autoritativa indiretta, infatti non hanno effetti imperativi verso coloro
che le ricevono, ma indirettamente li hanno su soggetti appartenenti alla stessa
categoria economica che ne sono esclusi incidendo sulla loro libert di iniziativa
economica.
Se
unamministrazione
infatti
attribuisce
delle
sovvenzioni
agli
imprenditori di un settore, essa pu cos alterare le situazioni di mercato (falsando
la concorrenza) di quello o di altri settori economici.
Si tratta perci di interventi previsti dallart. 41 Cost. e quindi necessitano di
previsione legislativa per trovare una loro giustificazione. Sono considerate, per il
diritto comunitario, aiuti di Stato e ad esse si applicano limitazioni che le
subordinano allautorizzazione della Commissione CE.
La LPA (art.12) prevede la predeterminazione dei criteri e delle modalit da parte
della amministrazioni procedenti per la concessione di sovvenzioni, contributi, ecc..
Sempre nella funzione di regolazione occorre svolgere unattivit conoscitiva, i cui
risultati devono poter essere a loro volta conosciuti da tutti in modo univoco. Certe
autorizzazioni presuppongo la verifica dellesistenza dei presupposti di fatto o il
possesso dei requisiti: in tali ipotesi le amministrazioni competenti possono essere
chiamate a svolgere ricognizioni di fatti avvenuti o di documenti esistenti, oppure
svolgere attivit valutative. I risultati di tali attivit conoscitive sono il
contenuto di provvedimenti c.d. dichiarativi.
Questi hanno rilievo soltanto come presupposto per un altro atto che produce gli
effetti nei confronti di soggetti terzi o potranno costituire il presupposto per una
serie di atti indefiniti. Nel primo caso si avr un verbale delle attivit svolte e dei
risultati cui si pervenuti (es. il verbale dellesame di guida che il presupposto
per il rilascio della patente); nel secondo caso si ha unattestazione o un certificato
(es. i titoli di studio).
Si possono avere atti dichiarativi che presuppongono una valutazione di altri atti
dichiarativi (il certificato degli esami sostenuti da uno studente universitario che ha
per presupposto i verbali relativi alle prove di esame). Talvolta il contenuto di
questi atti pu essere contestato dando la prova contraria (es. nellatto di
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proclamazione dellesito di elezioni); altre volte atti di questo tipo determinano una
certezza legale e non sono contestabili con nessuna via giurisdizionale se non quella
specifica della querela di falso.
Dato che questi atti obbligano a non contestare la veridicit del loro contenuto, si
ritiene che abbiano autoritativit.
I problemi che nacquero con questi atti furono dovuti al fatto che la loro
indispensabilit per il rilascio di autorizzazioni port ad una produzione di
certificati eccessiva da parte delle amministrazioni. Gi da molti decenni era previsto
che i certificati potessero essere sostituiti con dichiarazioni sostitutive degli
interessati, dette autocertificazioni; pi recentemente state dettate norme che rendano
pi efficace lo snellimento di questi oneri burocratici.
Esistono anche attestazioni o certificazioni di privati: queste sono richieste
volontariamente ad organismi privati di notoria seriet e fama, cosicch il pubblico vi
presta fede senza costrizioni giuridiche. Tali atti sono equiparabili per efficacia
agli atti pubblici e sono requisito necessario per lemanazione di un atto
amministrativo che interessa certe imprese.
La revoca disciplinata dal nuovo art. 21-quinquies LPA, modificato nel 2007 con
laggiunta di un secondo comma.
Il primo comma prevede in generale che un provvedimento amministrativo ad efficacia
durevole possa essere revocato e specifica gli effetti della revoca, nel senso che
determina linidoneit del provvedimento revocato a produrre ulteriori effetti.
Non previsto quindi un potere generale di revoca di provvedimenti a efficacia
istantanea, il quale non potrebbe che avere effetti retroattivi (tipo lespropriazione
di un terreno istantanea, perch fa perdere ed acquisire la propriet del terreno una
volta per tutte: la sua revoca inciderebbe retroattivamente su effetti gi avvenuti).
Il diritto comunitario ha ritenuto essere un principio comune ai diritti degli Stati
membri linammissibilit del ritiro di un atto legittimo attributivo di diritti o
comunque di vantaggi..
Competente al provvedimento di revoca lorgano che ha emanato latto ed i presupposti
per cui la revoca ammessa sono:
a) sopravvenuti motivi di pubblico interesse;
b) mutamento della situazione di fatto;
c) nuova valutazione dellinteresse pubblico originario;
a) e b) hanno natura simile e possono coincidere, dato che linteresse pubblico in
concreto si determina in relazione agli interessi in gioco nel momento in cui una
decisione deve essere presa, spesso il mutamento della situazione di fatto che pu
far emergere nuovi interessi e portare a considerare non corrispondente allinteresse
pubblico che un provvedimento continui a produrre i suoi effetti; le due ipotesi
possono anche non coincidere dal momento che permanendo la stessa situazione di fatto,
essa potrebbe essere apprezzata in modo diverso.
c) ammette la revoca senza che essa sia giustificata da elementi di novit oggettivi e
quindi pare che lamministrazione abbia una sorta di diritto di pentirsi e ci, da un
lato, non compatibile con il principio del legittimo affidamento; dallaltro la
disposizione incongrua perch una revoca cos motivata dovrebbe avere effetti
retroattivi, mentre data la previsione sopra vista, certo che la legge intenda
riconoscerle effetti solo per il futuro.
Lart. 21-quinquies comma primo stabilisce infine che lamministrazione ha lobbligo
di provvedere allindennizzo dei pregiudizi eventualmente subiti dai soggetti
direttamente interessati. Lunica eccezione disposta a questa disciplina generale
quella circa la misura dellindennizzo da attribuire a certe ipotesi di revoca, che in
tal caso non pu essere pienamente risarcitorio, ma deve essere rispondente al danno
emergente e deve tener conto della conoscenza o conoscibilit da parte dei contraenti
della contrariet dellatto amministrativo revocato allinteresse pubblico. Sono i casi
di revoca di atti amministrativi ad efficacia durevole o istantanea
che incida su
rapporti negoziali.
Modelli organizzativi e rapporto politica-amministrazione.
Si tratta ora degli apparati mediante i quali si esercitano le funzioni di regolazione:
questi sono riconducibili a due modelli, quello ministeriale (c.d. politico-
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indipendenti
(c.d.
tecnocratico
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per il terzo (AEEG) alle nomine, durata di 7 anni senza conferma e revoca, si provvede
con decreto del PdR, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri su proposta del
Ministro competente.
Questo modello ha destato discussioni perch appare anomalo che apparati politici di
governo non abbiano gli ordinari poteri di indirizzo e di nomina nei confronti di un
apparato amministrativo. Ma se si tiene conto di quanto detto circa la funzione
amministrativa, la cui distinzione da quella giurisdizionale in molti casi sfumata,
si pu notare che lesercizio di apparati amministrativi di funzione di regolazione
essenzialmente dirette a contemperare interessi di rilievo costituzionale sono numerose
e che, dallaltro lato, lindipendenza dagli indirizzi politici unesigenza naturale
di qualisiasi attivit che consista nella risoluzione di complessi problemi tecnicoeconomici.
Circa i meccanismi di nomina dei componenti si stanno studiando modifiche della
disciplina attuale.
Capitolo IV
Amministrazione delle prestazioni.
Le funzioni di regolazione non bastano da sole a garantire che le libert siano
effettivo strumento di sviluppo delle persone e la realizzazione dei diritti sociali;
occorre che le persone traggano beneficio anche dalluso di cose che non posseggono e
possano fruire di attivit materiali di loro utilit la cui prestazione non potrebbero
altrimenti procurarsi.
Negli Stati europei del XX secolo questo tipo di funzione stato spesso considerato
come quello maggiormente caratterizzante il ruolo dello Stato, al punto di essere
definito welfare state.
In Francia il concetto di service public era stato associato dalla giurisprudenza al
diritto amministrativo e poi allidea stessa di Stato in senso costituzionale. In
Italia si pu dire che la legittimazione dei poteri pubblici si fondata sulle
funzioni che si definiscono di prestazione.
Alla fine del XX secolo la questione dei servizi pubblici ha iniziato ad essere
guardata sotto un profilo diverso e questa evoluzione merito anche del diritto
comunitario.
Tra le funzioni di prestazione rientrano anche le attivit che consentono alle persone
luso e il godimento di beni pubblici.
Occorre fermarsi subito sul significato di pubblici servizi o servizi pubblici: a
tale locuzione si pu dare vari significati:
a) pu assumere rilevanza in sistemi normativi diversi: ad es. nel diritto penale o
nel diritto del lavoro;
b) ci si pu riferire a fenomeni reali diversi in realzione alle modalit duso
(servizi a fruizione collettiva o individuale) o al tipo di bisogni che
soddisfano (servizi economici, sociali o burocratici);
c) infine con la qualificazione pubblica ci si pu riferire alla qualit del
soggetto che li presta oltre che allinsieme dei soggetti cui sono destinati.
Bisogna ricordare che pubblico servizio rilevante nel diritto penale che configura
specifici reati contro la P.A. se commessi da un pubblico ufficiale o da un incaricato
di un pubblico servizio. Sono pubblici ufficiali coloro che esercitano una pubblica
funzione
legislativa,
giudiziaria
o
amministrativa.
Per
pubblica
funzione
amministrativa si intende lattivit svolta per mezzo di poteri autoritativi o
certificativi, consistente nella formazione e manifestazione della volont della P.A.
Incaricato di un pubblico servizio colui che presta un pubblico servizio, cio
unattivit disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione ma caratterizzata
dalla mancanza dei poteri tipici di questultima (cio niente poteri autoritativi e
certificativi) con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della
prestazione dopera meramente materiale.
Di servizi pubblici essenziali tratta anche la l.146/1990 sullesercizio del diritto di
sciopero. Vi contenuto un elenco di attivit che sono considerate servizi pubblici
essenziali tra cui compare anche lamministrazione della giustizia. Lelencazione
fatta a fini di legge e dunque il significato di servizi pubblici essenziali che se ne
trae ha una rilevanza limitata alla regolazione delle attivit di lavoro subordinato o
professionali.
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Anche in materia di tutela giurisdizionale nei confronti delle P.A. si parla di servizi
pubblici, con unaccezione di non facile comprensione. Si parla di controversie in
materia di pubblici servizi relative a concessioni di pubblici servizi
Per quanto ci riguarda pi rilevante lart. 43 Cost. il quale dispone che
determinate imprese e categorie di imprese che si riferiscono a servizi pubblici
essenziali o fonti di energia o a situazioni di monopolio ove abbiano carattere di
preminente interesse generale possono essere riservate o trasferite mediante
espropriazione allo Stato, ad enti pubblici o a comunit di lavoratori o di utenti a
fini di utilit generale, autorizzando cos la costituzione di monopoli pubblici di
produzione e distribuzione di certi servizi.
Sono compresi nella funzione di prestazione i servizi diretti a soddisfare interessi
della collettivit nel suo complesso (vedi la difesa militare o la protezione civile) o
i servizi diretti a soddisfare specifici interessi dei singoli componenti della
collettivit (ad es. servizi di trasporto e servizi sanitari).
Tra
questi restano compresi anche i servizi a fruizione individuale che soddisfano
linteresse non solo dei singoli ma anche della collettivit (ad es. lart 32 Cost. che
impone che i pubblici poteri tutelino la salute come fondamentale diritto
dellindividuo e interesse della collettivit).
I servizi del primo tipo, cio quelli a fruizione collettiva, sono un compito
tradizionale dei pubblici poteri e dello Stato moderno, mentre lo sviluppo dei servizi
a fruizione individuale esperienza pi recente.
Dal punto di vista giuridico occorre considerare che i servizi a fruizione individuale
si distinguono in tre categorie:
- servizi economici;
- servizi sociali;
- servizi burocratici;
Servizi economici sono tutti i servizi suscettibili di sfruttamento economico, nel
senso di produzione e distribuzione sul mercato cos da trarne profitto; si considerano
tali i servizi che sono diretti a soddisfare esigente degli utenti sufficientemente
omogenee sotto il profilo qualitativo e che possono quindi essere costituiti da
prestazioni standardizzate e suscettibili di produzione con tecniche industriali.
La rilevanza economica quella che distingue i servizi economici da una parte dei
servizi sociali (quelli c.d. alla persona, che richiedono prestazioni adattate a
specifici bisogni) e dai servizi burocratici (la cui produzione standardizzata ma non
di tipo industriale).
I pubblici poteri decidevano, secondo la prospettiva tradizionale, che certi servizi
economici fossero di interesse pubblico e quindi dovessero spettare alla loro gestione.
Gestire pubblicamente un servizio poteva avvenire in modo diretto o indiretto: nel
primo caso provvedeva lamministrazione, nel secondo provvedevano imprese private per
concessione delle P.A. e senza che altre imprese potessero far loro concorrenza.
Un tal modo di intendere i servizi pubblici risultato non conforme con le
disposizioni del TrCE che esige il rispetto delle regole della concorrenza anche con
specifico riguardo alle imprese pubbliche e ammette soltanto le deroghe senza le quali
sarebbe impossibile ottenere la soddisfazione degli interessi pubblici in altre
parole il TrCe esige la liberalizzazione anche dei servizi pubblici.
Una delle soluzioni prospettate stata quella di procedere alla separazione in diversi
segmenti dellattivit precedentemente svolta in modo integrato da una sola impresa in
regime di monopolio, per sottoporle a regimi differenziati (ad es. il frazionamento
dellENEL s.p.a. in pi imprese).
I bisogni delle persone possono essere per la maggior parte soddisfatti da altre
persone, spinte a svolgere attivit utili agli altri dai propri interessi privati.
Delle attivit private svolte per finalit economiche si pu osservare che esse
consistono nella prestazione di servizi che soddisfano gli interessi dei grandi gruppi
di persone o di tutta la popolazione e possono essere considerati oggettivamente di
interesse generale.
Ci non esclude che chiunque possa e voglia svolgere unattivit del genere abbia pieno
diritto di farlo nel nostro ordinamento tale diritto una libert costituzionale:
la libert di iniziativa economica (art. 41 Cost.).
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Con la LPA del 1990 questultimo interesse stato preso in autonoma considerazione,
potendo interpretare alcune disposizioni che istituiscono la figura del responsabile
del procedimento, il quale cura listruttoria e provvede ad ogni altro adempimento del
procedimento e infine cura le comunicazioni, le pubblicazioni e le notificazioni
previste. Per il procedimento la legge prescrive un termine di conclusione.
Su queste basi si tende ormai a considerare anche le attivit burocratiche come
prestazioni rese nellinteresse di chi le richiede.
A ci si riconducono le politiche di semplificazione, che si fondano sul fatto che non
si pu gravare il cittadino di fare ci a cui dovrebbero provvedere gli uffici
amministrativi. Si prevede cos il c.d. sportello unico che consente che i prestatori
di servizi possano espletare presso un unico punto di contatto con lamministrazione
tutte le procedure e formalit necessarie per svolgere le sue attivit di servizi
(direttiva 2006/123/CE).
In pratica si richiede allamministrazione non di costituire uffici dove siano riunite
tutte le competenze il cui esercizio pu essere necessario affinch un cittadino svolga
una attivit, ma che la ripartizione tra pi uffici non implichi anche che si imponga
allinteressato di rivolgersi a ciascuno di essi.
In questa prospettiva fondamentale linformatizzazione delle attivit burocratiche.
Il CAD (che disciplina anche la firma digitale) prevede che gli atti possano essere
formati con documenti informatici e che le P.A. centrali devono riorganizzare e
aggiornare i servizi resi con tecnologie dellinformazione e della comunicazione e
individuare le modalit di erogazione dei servizi in rete.
Anche lo sportello unico pu essere realizzato in forma informatica e che i suoi
servizi siano erogati telematicamente.
Linformatizzazione costituisce un presupposto essenziale affinch vi sia efficienza
nella burocrazia, in quanto assicura celerit ( si dice aiutino ad ottenere un buon
funzionamento del back office).
Un servizio di pubblica utilit come un servizio pubblico costituito da un insieme di
prestazioni definite (il servizio di telefonia vocale consiste nella fornitura agli
utenti di un servizio che consenta di effettuare e ricevere chiamate, collegarsi a
internet, fare fax ecc).
Gli atti con cui si individuano queste prestazioni sono diversi: nei servizi economici
nazionali, il contenuto del servizio universale definito direttamente dal CCE, ma
spetta al ministro competente di riesaminarlo biennalmente. Nel settore dei trasporti
pubblici locali sono le Regioni che determinano i servizi minimi per soddisfare la
domanda di mobilit dei cittadini. Nel settore servizi sociali nazionali le prestazioni
risultano dai piani sanitari nazionali.
Sempre questi atti possono avere funzioni diverse: possono indicare gli obiettivi
finali delle regolazioni che li riguardano se si riferiscono a servizi di pubblica
utilit; possono specificare di quali prestazioni un servizio pubblico si assume
limpegno di garantire la fruizione ai cittadini, se si riferiscono a servizi pubblici.
Nei servizi economici le prestazioni sono oggetto del contratto.
Con la riforma del Titolo V della Cost. divenuta competenza esclusiva dello Stato la
determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e
sociali da garantire su tutto il territorio nazionale.
In relazione ai servizi pubblici non esiste una disciplina generale relativa alle
decisioni dei pubblici poteri di assicurare ai propri cittadini la fruizione di un
servizio pubblico quando si tratta di servizi nazionali. Per quanto riguarda invece i
servizi degli enti locali era previsto dalla legge un atto amministrativo tipico e
nominato, chiamato assunzione del servizio. Dopo le modifiche apportate dalla
l.448/2001 al TU, ora si afferma la competenza del consiglio sullorganizzazione dei
pubblici servizi, comprendendo le relative deliberazioni tra gli atti fondamentali
dellente locale. Queste leggi e atti amministrativi hanno leffetto di stabilire una
nuova competenza di unamministrazione pubblica, quella di porre in essere atti
organizzativi necessari a rendere possibile la fruizione da parte dei cittadini di un
dato servizio.
Con lo stesso atto con cui ci si impegna ad assicurare la fruizione del servizio si
stabiliscono le modalit con cui si assicura la produzione e distribuzione attraverso
un contratto con unimpresa privata o con listituzione di unimpresa pubblica.
ovvio che i fruitori potenziali di un servizio pubblico hanno interesse a che si
proceda alla sua assunzione cos come hanno interesse che si scelgano forme
organizzative adeguate per assicurarne la produzione e distribuzione, ma questi
interessi non hanno tutela giurisdizionale. Per le imprese che invece vogliono svolgere
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pubblici ma anche per sottolineare che il regime giuridico della relativa propriet
diverso, si parla di propriet pubblica. Lart. 42 Cost. dispone che la propriet
pubblica o privata. I beni sottoposti a questo regime pubblicistico si distinguono in:
beni demaniali e beni patrimoniali indisponibili.
I beni demaniali si dividono in due categorie:
- quelli sottratti in assoluto alla propriet privata e che appartengono soltanto
allo Stato o alle Regioni (il c.d. demanio necessario); sono il lido del mare, la
spiaggia, le rade, i porti, le opere destinate alla difesa;
- quelli che possono essere oggetto di propriet privata ma che, se appartengono ad
un ente territoriale, fanno parte del relativo demanio (c.d. demanio accidentale
o eventuale); sono le strade, autostrade, acquedotti, ecc
I beni patrimoniali indisponibili sono le caserme, gli armamenti, gli aerei, i beni in
dotazione al Capo dello Stato, le cose di interesse archeologico, ecc ma soprattutto
gli edifici destinati a sede degli uffici pubblici, con i loro arredi e gli altri beni
destinati ad un pubblico servizio.
Il criterio con cui il codice civile ha disposto i beni nelle categorie di demanio e
patrimonio non sempre logico. Il codice dispone che i beni del demanio pubblico sono
inalienabili e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi, mentre i beni
del patrimonio indisponibile non possono essere sottratti alla loro destinazione.
prevista inoltre una tutela dei beni del demanio: lamministrazione pu sia procedere
in via amministrativa che avvalendosi dei mezzi ordinari previsti dal codice civile per
la tutela di propriet e possesso.
Da ci si evince il regime giuridico di tali beni. Questo consiste di poteri e doveri
diversi dalla propriet privata; lamministrazione pu tutelare la propriet e il
possesso de beni demaniali senza rivolgersi al giudice, ma soprattutto linalienabilit
assoluta dei beni necessariamente pubblici e quella relativa dei beni soggetti a regime
pubblicistico a causa della loro destinazione, significa che questultimi non possono
circolare concretamente e liberamente mediante contratti, n essere espropriati.
I beni pubblici possono essere utilizzati, oltre che dalle P.A., anche dai privati.
Occorre tener presente che la destinazione naturale di certi beni il loro uso
generale ordinario, cio la loro utilizzazione da parte delle generalit delle
persone. Spesso ci sono usi particolari di questi beni che lamministrazione pu
consentire dopo aver valutato la compatibilit con la destinazione ordinaria. Gli usi
ordinari sono liberi e gratuiti, quelli particolari sono onerosi.
Possono essere consentiti anche usi straordinari ma che non escludono lutilizzo del
bene da parte di altri.
Ci sono poi degli usi di beni pubblici difficilmente classificabili nelle categorie
precedenti, perch costituiscono un presupposto inscindibile della fruizione di un
servizio secondo esigenze individuali. Molto spesso la prestazione di servizi economici
erogati per soddisfare diritti sociali consiste nel rendere possibile luso di beni
pubblici (si pensi agli alloggi che enti pubblici mettono a disposizione di chi non sia
in condizione di procurarsi unabitazione stabile).
Anche il denaro un bene pubblico oggetto di molte prestazioni dirette a soddisfare
diritti sociali, quali quelli per i cittadini inabili al lavoro o in caso di infortunio
sul lavoro. Queste erogazioni sono definibili sovvenzioni con finalit sociali
(diverse dalle sovvenzioni economiche).
Gli atti di emanazione a cui subordinato luso legittimo di beni pubblici da parte di
privati sono ricondotti alle autorizzazioni e alle concessioni. Autorizzazioni sono gli
atti per usi straordinari; concessioni sono invece atti che consentono usi particolari
di beni demaniali e patrimoniali indisponibili. Per le controversie riguardanti
le
concessioni di beni pubblici la tutela data al giudice amministrativo tanto in
relazione ai diritti che agli interessi legittimi (c.d. giurisdizione esclusiva).
Capitolo V
Amministrazione delle funzioni strumentali
Definendo funzioni finali quelle attivit il cui obiettivo corrisponde ai fini delle
amministrazioni pubbliche, si ritengono strumentali le attivit il cui obiettivo
diretto invece quello di rendere possibili le attivit finali. Sono fondamentalmente
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disponibile (entrate) e quello che si spende (uscite) per distinguere poi il bilancio
preventivo da quello consuntivo.
Questultimo il riepilogo di tutto il denaro di un soggetto entrato e uscito in un
determinato periodo di tempo; bilanciando i due totali, si scopre se sono maggiore le
entrate o le uscite (in tal caso si parla di disavanzo) o se vi un pareggio.
Il bilancio preventivo la previsione di un consuntivo: si cerca di prevedere infatti
quali potranno essere le entrate e le uscite in un periodo di tempo.
Il bilancio preventivo dello Stato costituito dalle indicazioni relative allentrate
statali e alle spese di ciascun ministero (stati di previsione dellentrata e della
spesa). Allinterno degli stati di previsioni, le indicazioni sono articolate in unit
revisionali di base.
Nel bilancio degli organismi economici privati si pu notare che non sono poste a
confronto solo le entrate e le uscite in denaro, ma anche elementi che nellinsieme
costituiscono lattivo e il passivo di un soggetto e quindi sono in grado di indicare
quale sia il suo effettivo stato di salute economica, dando indicazioni ai terzi che
entrano in rapporti con lui. Il codice civile impone la formazione solo del bilancio
consuntivo per tutelare la posizione dei terzi.
La normativa di contabilit pubblica prevede da un lato un bilancio soltanto
finanziario (si considerano entrate e uscite in denaro) e dallaltro d rilievo
giuridico al bilancio preventivo quanto a quello consuntivo.
Il bilancio preventivo ha rilevanza giuridica per quanto riguarda la previsione delle
spese, poich unamministrazione pubblica non pu fare spese se queste non sono
iscritte nel bilancio, che ha dunque funzione di autorizzare le spese.
Ci da intendere in termini qualitativi (non si pu fare una spesa non prevista dal
bilancio) sia in termini quantitativi (non si pu fare una spesa per un ammontare
superiore a quello previsto nel bilancio).
Quanto alle entrate il bilancio preventivo dello Stato ha rilevanza diversa: le entrate
statali derivano da tributi per circa il 99% del totale, quindi la previsione delle
entrate in bilancio corrisponde alla previsione di una certa quantit di tributi che
intende imporre. Bisogna evitare 2 equivoci:
a) non significa che sia indispensabile la previsione in bilancio di una certa
quantit di entrate tributarie essendo sufficiente lautorizzazione risultante
dalle leggi che istituiscono i tributi stessi;
b) occorre tener presente che non richiesto che le entrate derivanti dalle
cessioni di beni e servizi e dai tributi siano in quantit pari alle uscite
previste anche se necessario disporre di entrate in ugual misura.
Se in un esercizio finanziario (periodo di tempo cui si riferisce il bilancio) le spese
sono maggiore delle entrate derivanti da imposte e cessioni di beni e servizi, non si
hanno conseguenze giuridiche simili a quelle previste per una societ commerciale in
caso di perdite che portino alla riduzione del capitale oltre un certo limite.
Per lapprovazione del bilancio occorre che il Parlamento dedichi un certo tempo
allapprovazione del bilancio ed prevista unapposita legge (legge finanziaria) con
cui viene stabilito preventivamente il livello delleventuale disavanzo dellanno che
non possibile superare.
Il TrCE impone agli Stati membri di evitare disavanzi pubblici eccessivi prevedendo
anche sanzioni per il mancato rispetto.
I bilanci possono essere di competenza e di cassa. Nel primo, tra le uscite si iscrive
lammontare delle spese che si prevede di impegnare nellesercizio finanziario, tra le
entrate si iscrive lammontare delle entrate che si prevede di accertare. Il bilancio
di cassa contiene invece previsioni di pagamenti e di incassi. Non si occupa della
nascita e estinzione di obbligazioni.
Appendice al bilancio di competenza il conto dei residui, che possono essere attivi o
passivi: residui passivi propri si hanno quando un soggetto si sia assunto
unobbligazione in relazione alla quale non sia stato fatto il pagamento a fine
esercizio; residui passivi impropri quando unobbligazione prevista non venga neppure
assunta. I residui propri vengono iscritti in bilancio con la funzione di
autorizzazione alla spesa, quelli impropri si risolvono in una economia.
I residui attivi si hanno quando non si riscuotano somme per le quali maturato un
credito o che la prevista nascita di un credito non si verifichi.
Sul bilancio di previsione si innesta il procedimento di spesa che costituito da 4
fasi:
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1)
2)
3)
4)
impegno;
liquidazione;
ordine di pagamento o mandato;
concreto pagamento.
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richieda
verifiche
del
possesso
di
requisiti
attitudinali
Vi sono anche norme costituzionali che si applicano se i rapporti con le PA sono retti
dal diritto privato: ad es. la disposizione che afferma che i pubblici impiegati sono
al servizio esclusivo della Nazione (quindi non possono lavorare n al Corriere della
Sera, n a Repubblica). Con ci si sottolinea la necessit che il rapporto sia
interpretato nel senso che limpiegato pubblico opera non per interessi privati ma per
interessi della generalit dei cittadini.
Lart. 98.2 Cost. infine afferma che se sono membri del Parlmaneto (i pubblici
impiegati) non possono conseguire promozioni se non per anzianit.
Ci unarticolazione del principio di imparzialit necessaria dato il rapporto
esistente tra apparati politici e amministrativi.
Tutte queste norme costituzionali circa il rapporto di lavoro pubblico hanno la loro
ratio nel particolare rapporto che c tra datore di lavoro e prestatore: infatti si
possono creare situazioni in cui il datore di lavoro sia in relazione di interessi con
il suo dipendente totalmente diversa da quella che c tra datore privato e lavoratore
privato.
Le posizioni giuridiche soggettive connesse vengono considerati diritti soggettivi
poich nel loro giudizio ordinario la distinzione tra diritti e interessi legittimi non
ha rilevanza giuridica. Per i rapporti di lavoro non privatizzati il giudice
amministrativo conosce sia diritti che interessi legittimi. Sono considerati atti
amministrativi gli atti dei procedimenti di scelta delle persone sia pubblici che
privati. In tal caso le posizioni giuridiche sono considerati interessi legittimi.
Anche in questa materia il primo modello organizzativo lufficio dirigenziale, tra le
cui competenze rientra lorganizzazione delle risorse umane.
Ovvero i dirigenti devono organizzare e gestire il personale.
Poi c lARAN che ha competenze circa le relazioni sindacali, alla negoziazione dei
contratti collettivi e allassistenza delle PA ai fini dellapplicazione uniforme dei
contratti collettivi.
Inoltre ha la rappresentanza legale delle PA e sottoscrive i contratti collettivi.
Il suo comitato direttivo formato da 5 esperti di gestione del personale e relazioni
sindacali:
- 3 scelti dal Pres. Cons. su proposta del Ministro per la funzione pubblica e del
tesoro;
- 1 scelto dalla Conferenza dei presidente delle Regioni;
- 1 scelto dalla Unione delle Province italiane (UPI) e dallassociazione nazionale
dei Comuni italiani (ANCI).
LARAN non unamministrazione indipendente perch, anche se deve conformarsi agli
indirizzi delle amministrazioni che rappresenta, la sua posizione al di fuori
dellordinamento degli uffici e lautonomia organizzativa sono dirette a garantire
condizioni ottimali di efficienza.
Con laffidamento della rappresentanza legale allARAN si cercato di superare
largomento contrario alla privatizzazione di chi vede con sospetto lo svolgimento da
parte degli apparati politici di contrattazione con una controparte come il sindacato
che rappresenta milioni di persone aventi diritto al voto, dalle quali quindi pu
dipendere il successo o linsuccesso elettorale dei componenti degli apparati politici.
Capitolo VI
Amministrazione delle funzioni ausiliarie
Sono funzioni finalizzate alla buona qualit sia delle attivit finali sia di quelle
strumentali, e principalmente sono la funzione consultiva e quella di controllo, svolte
da apparati di rileivo costituzionale esterni alla PA.
Consulenza:
unattivit diretta ad aiutare chi debba prendere una decisione a farlo nel modo
migliore tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti.
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fase
38
amministrazioni
ministeri, i
cui giuristi
sembrino dal
attinenti al
Le Regioni si possono avvalere sia della funzione consultiva del Consiglio di Stato che
dellAvvocatura, ma hanno anche propri uffici legali e organismi consultivi per
questioni giuridico-istituzionali e di altro genere. poi frequente la presenza di
organi consultivi composti da rappresentanti di interessi che si chiamano consulte.
Negli enti locali minori la funzione consultiva prevista su ogni proposta di
deliberazione sottoposta alla Giunta o al Consiglio, ad opera del dirigente del
servizio interessato e del responsabile della ragioneria. Inoltre il segretario
comunale o provinciale partecipa alle riunioni della Giunta e del Consiglio con
funzioni consultive.
Controllo:
il termine richiama unattivit di verifica di conformit o meno ad un parametro che
pu essere costituito da regole o da indirizzi o progetti.
Consulenza e controllo sono molto simili strutturalmente, ma si distinguono (bella
frase del cazzo eh!?).
In primo luogo la consulenza si rivolge ad un evento in corso di svolgimento, mentre il
controllo ha per oggetto un evento gi verificatosi. Ci dipende dallo scopo delle due
attivit: la consulenza mira alla collaborazione nel prendere decisioni conformi a
determinati canoni; il controllo ha lo scopo di trarre conseguenze dal fatto che le
decisioni prese siano o no quelle desiderabili.
I controlli, a cui lordinamento italiano ha dato meno attenzione rispetto alla
consulenza, sono stato oggetto di recenti riforme.
Si possono classificare controlli con riferimento alla circostanza che lorganismo che
lo esercita appartenga o no alla stessa amministrazione dellapparato la cui attivit o
i cui atti sono controllati, si parla di controlli interni o esterni.
A seconda delloggetto il controllo pu riguardare atti o unattivit complessiva, come
avviene quando si controlla la gestione.
Questultimo termine pu essere usato nel senso di insieme delle attivit svolte per
determinati obiettivi in attuazione di determinati indirizzi, o con riferimento alle
attivit di un apparato dirette alla realizzazione delle entrate e alla effettuazione
delle spese previste nel bilancio.
Si possono ricondurre controlli anche agli organi (controlli sugli organi) che
riguardano il complesso delle attivit di un organo dellamministrazione e in
conseguenza prendere provvedimenti.
A seconda del parametro del controllo si pu parlare di controllo di legittimit (il
parametro sono norme), di regolarit contabile (il parametro sono le norme sulla
contabilit), di funzionalit (il parametro sono i principi di efficacia, efficienza ed
economicit), di merito (dove lorgano di controllo valuta lopportunit delle
decisioni e delle attivit controllate).
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In relazione agli effetti esistono controlli nei quali il controllore, dopo aver
proceduto alla verifica, formula una relazione (c.d. referto) ad altri apparati circa
le conclusioni cui giunto.
La relazione un atto il cui effetto giuridico immediato quello di rendere noto il
suo contenuto ai destinatari affinch ne tengano conto nelle successive attivit.
In altri tipi di controllo il controllore stesso che, se la conclusione della
valutazione negativa, prende un provvedimento (c.d. misura) circa loggetto del suo
controllo. Si distinguono in questi casi controlli preventivi e controlli successivi: i
primi sono svolti su un atto gi esistente ma senza efficacia giuridica e hanno effetti
impeditivi nel caso di esito negativo; i secondi hanno effetti repressivi, eliminando
gli effetti dellatto mediante annullamento di questultimo, o effetti emendativi,
facendo sorgere per lautore dellatto lobbligo di prendere una nuova decisione alla
luce delle conclusioni del controllo.
La forma di controllo pi diffusa quella della gestione dellamministrazione. Con le
riforme amministrative recenti si accentuata lattenzione allamministrazione di
risultato e si generalizzata a tutte le PA una forma di controllo esterno delle
gestioni che si aggiunge alle preesistenti.
I controlli interni della gestione sono oggetto del d.lgs. 286/1999.
La verifica e valutazione della gestione sono strumentali alle funzioni degli organi di
Governo e degli uffici dirigenziali tecnico-burocratici e ne sono previste pertanto
varie tipologie.
Controlli strategici: hanno per oggetto lattuazione delle scelte di indirizzo politico
e consistono in unattivit di valutazione e controllo strategico che supporta
lattiivt di programmazione strategica e di indirizzo politico amministrativo in
particolare sono diretti a valutare ladeguatezza delle scelte di attuazione in termini
di congruenza tra risultati raggiunti e obiettivi perseguiti.
Controlli di gestione: consistono nel verificare lefficacia, efficienza e economicit
dellazione amministrativa al fine di ottimizzare il rapporto tra costi e risultati.
Entrambi i controlli si concludono con relazioni destinate agli organi di vertice
dellamministrazione, ai soggetti e agli organi di indirizzo politico amministrativo.
Dagli esiti dei controlli dipende la c.d. responsabilit dirigenziale.
Gli apparati per il controllo interno della gestione delle amministrazioni dello Stato
sono strutture che rispondono direttamente agli organi di indirizzo politico
amministrativo, per quanto riguarda i controlli strategici e lattivit di valutazione.
Mentre per il controllo di gestione gli apparati sono strutture e soggetti che
rispondono ai dirigenti posti al vertice dellunit organizzativa.
Oltre ai controlli descritti vi sono controlli di gestione svolti da un apparato
esterno alle PA: la Corte dei Conti.
La l. 800/1862 che ha dato vita alla Corte nel nuovo Regno di Italia, prevedeva la
procedura di verifica del rendiconto dello Stato. Il controllo in questione consiste
nella verifica della conformit degli atti implicanti entrate e spese rispetto alla
legge di approvazione del bilancio dello Stato e alle norme sulla contabilit. A
conclusione si pronuncia il giudizio di parificazione, che il presupposto alla legge
di approvazione del rendiconto.
La Corte allega inoltre un referto che mette in rilievo i contrasti con le leggi di
spesa e di irregolarti contabili e suggerisce variazioni e riforme.
Alla corte spetta anche il compito di esaminare la gestione finanziaria e il buon
andamento dellazione amministrativa degli enti locali con pi di 8000 abitanti.
Inoltre esercita il controllo successivo sulla gestione del bilancio e del patrimonio
delle PA nonch sulle gestioni fuori bilancio e sui fondi di provenienza comunitaria.
Tale controllo successivo nel senso che non riguarda gli atti prima che acquistino
efficacia. Lobiettivo , oltre alla corretta gestione del pubblico denaro, la
funzionalit dellammnistrazione nei suoi diversi aspetti. La verifica infatti riguarda
la legittimit e regolarit delle gestioni.
La Corte opera anche in base allesito dei controlli interni di cui deve provvedere
anche alla verifica. Gli esiti sono esposti dalla Corte al Parlamento e le relazioni
sono inviate alle amministrazioni interessate.
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Apparati amministrativi
Col termine apparato si indica un aggregato di diversi elementi, persone e mezzi
materiali, che formano un insieme individualizzato e identificato in relazione ad un
obiettivo da perseguire o ad uno o pi compiti da svolgere. A questa definizione
generale di apparato dobbiamo aggiungere gli elementi basilari dellapparato
amministrativo:
1. le persone;
2. le cose;
3. i compiti.
Le cose sono utilizzate dalle persone che vi operano, per svolgere determinati compiti.
Lorganizzazione amministrativa in senso ampio il complesso di numerosi apparati
(ossia le diverse specifiche organizzazioni) che svolgono funzioni (cio ,insiemi di
compiti) definibili come amministrative. A loro volta, allinterno delle
amministrazioni pubbliche, si pu differenziare tra apparati amministrativi che
svolgono funzioni legislative o di governo e quelle che svolgono funzione
giurisdizionale.
Analizziamo ora le tipologie di apparati amministrativi e le loro relazioni reciproche,
nonch il potere di istituirli e disciplinarli.
Apparati e rapporti intersoggettivi. Uffici-organi e uffici-interni
I concetti di apparato e organo acquistano rilievo nei rapporti intersoggettivi
allinterno dellordinamento. Alle organizzazioni che possiedono una soggettivit
dato il nome di enti. Avere soggettivit giuridica significa innanzitutto possedere
la capacit giuridica ovvero lidoneit ad essere titolari di posizioni giuridiche, ma
tale capacit sarebbe inutile se lente non avesse anche la capacit dagire ovvero la
capacit di trasferire, estinguere, creare posizioni giuridiche con altri soggetti.
Perch un apparato possa avere la possibilit di effettuare queste relazioni
intersoggettive, necessaria la presenza di organi ovvero di uffici mediante la cui
attivit, un apparato complesso di cui essi sono parte, dotato di personalit
giuridica, pu entrare in rapporto con altri soggetti giuridici. Tra lorgano e lente
cui esso appartiene vi la cosiddetta immedesimazione mediante la quale gli atti
compiuti dallorgano sono da considerarsi compiuti dallente. Gli atti di questi organi
sono gli atti esterni. inoltre necessario precisare che vi differenza tra rapporto
organico e rappresentanza in quanto in questultimo caso il rappresentante, agendo in
nome e per conto del rappresentato come avviene nel rapporto organico, mantiene
comunque la sua individualit e non vi unimmedesimazione (infatti possono sorgere
dei conflitti).
Non tutti gli uffici di unorganizzazione possono metterla in relazione con altri
soggetti. Gli uffici che possono farlo sono gli uffici-organi mentre gli altri sono gli
uffici interni che si pongono in relazione con diversi uffici interni nel rapporto
interorganico (gli atti di questi uffici sono detti atti interni).
Gli organi sono dotati della capacit dagire che fa s che la capacit giuridica
dellente sia utile; ma altrettanto fondamentale soffermarsi sui requisiti che uno
persona fisica che vi lavora deve avere per poter svolgere i propri compiti; tali
requisiti sono, la volont e lintelligenza e caratterizzano la persona del funzionario
come titolare dellufficio-organo.
Ma qual la ragione per cui a certe persona possono essere imposte determinate
mansioni? C una teoria che afferma che esiste un duplice rapporto tra
lamministrazione e la persona fisica:
1. rapporto dufficio
2. rapporto di servizio di lavoro
Secondo questa teoria una persona pu trovarsi in un particolare rapporto con
unamministrazione, tale che ne derivi per lui il diritto ed il dovere di esercitare
certe competenze (rapporto dufficio), se e in quanto esista tra la persona e
lamministrazione pubblica un obbligo che ha ad oggetto lo svolgimento delle attivit
necessarie per lesercizio di quelle competenze o di quei compiti (rapporto di
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Capitolo 8
La disciplina del potere di organizzare
A nulla servirebbe il potere di agire senza il potere di organizzare gli apparati
amministrativi da parte dei vari enti.
La riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione ha stabilito che lo Stato ha
competenza legislativa esclusiva in materia di ordinamento e organizzazione
amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali. Poich questa potest
legislativa sar relativa ai propri apparati amministrativi e non alle proprie funzioni
amministrative, tale potere si riferir alle funzioni solo a condizione che lo
permettano i criteri di sussidiariet, differenziazione e adeguatezza.
Quanto alle Regioni la loro competenza legislativa riguarda gli apparati che esercitano
le funzioni amministrative attribuite alle Regioni sempre in applicazione ai suddetti
criteri. A livello regionale molta importanza hanno anche gli statuti .
Quanto agli enti locali, bisogna innanzitutto dire che essi non hanno potest
legislativa, tuttavia il nuovo testo costituzionale prevede che attraverso i loro
statuti e regolamenti essi possano esercitare un potere organizzativo. ovvio che
questo potere di organizzare dovr effettuarsi nellambito della legislazione di Stato
e Regioni.
La disciplina costituzionale, servendosi dei principi di imparzialit e buon andamento
(che tu mi devi aver sviscerato) pone per cos dire dei limiti al potere di organizzare
(art. 97 Cost.). La Costituzione afferma anche il principio di tipicit in relazione al
potere di organizzare ma occorre puntualizzare che esso si riferisce ai soli
provvedimenti che hanno leffetto di limitare la libert personale e non gli atti in
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generale. Inoltre quando lart. 97 Cost. afferma che i pubblici uffici sono
organizzati secondo disposizioni di legge, affermando cos una riserva di legge in
questo ambito, tale riserva da intendere come facolt del Parlamento di attribuire
agli organi di governo la disciplina dellorganizzazione negando cos una riserva di
regolamento ma ci non significa che sia il Parlamento a legiferare
sullorganizzazione. Il Parlamento non potr perci utilizzare senza limiti il suo
potere (pretendendo ad esempio di regolare esso stesso lorganizzazione) in quanto il
principio di buon andamento, sancito dalla Costituzione, non pu essere garantito se
per ogni modifica organizzativa necessaria una legge.
Lart. 95. 3 Cost. afferma che la legge determina il numero, le attribuzioni e
lorganizzazione dei ministeri. Ci pu essere visto come una contraddizione dellart.
97 in quanto organizzare i ministeri un potere di organizzazione che va oltre le
competenze del Parlamento. Occorre perci specificare (come mai ste contraddizioni tra
norme toccano sempre a me) che le due norme hanno due oggetti diversi: lart. 95 non
considera tutti gli apparati amministrativi dei ministeri ma soltanto quelli preposti
allelaborazione dellindirizzo politico-amministrativo .
Lart. 123 Cost. attribuisce agli statuti la competenza a determinare la forma di
Governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento. Per quanto questa
potest statutaria debba essere esercitata in armonia con la Costituzione, essa non pu
essere limitata dallart. 97 altrimenti verrebbe contraddetto lintento costituzionale
di lasciare alle Regioni piena libert nella scelta delle proprie forme di governo e di
organizzazione.
Capitolo 9
Forme e relazioni organizzative
Enti pubblici e enti privati
Non sempre facile stabilire se un certo apparato da qualificare come
unamministrazione soggetta al diritto pubblico o privato. Questa diversificazione
importante per due motivi: in primo luogo, tale qualificazione di apparato pubblico
rilevante per applicare a quellente linsieme di norme relative al diritto
amministrativo (TULPA e altre leggi); in secondo luogo definire pubblica un
amministrazione significa farla dipendere dalla legge che gli attribuisce un
determinato potere. Questo significa che la legge pu modificare o estinguere questi
apparati cosa che non avviene per le organizzazioni che vivono per la volont dei
privati
Si appena visto che allorigine di un ente pubblico non pu che stare la legge, il
che potrebbe farci concludere su una certa semplicit nella diversificazione tra ente
pubblico e ente privato. Talvolta per la legge non dichiara espressamente pubblico un
ente ma la pubblicit deducibile dagli indici di pubblicit di questultima; essi
sono sostanzialmente talune relazioni organizzative che questi enti hanno con apparati
politici.
Enti pubblici economici
Quanto finora detto non vale per questi enti, che esercitano unattivit dimpresa
commerciale e che sono quindi retti pressoch esclusivamente dal diritto comune delle
imprese salvo la loro sottoposizione alla liquidazione coatta amministrativa e non al
fallimento. Essi risultano sottoposti al diritto amministrativo solo per gli atti
riguardanti le relazioni con gli apparati politici. La loro gestione per sottoposta
alla Corte dei Conti.
Ci dimostra che non c una necessaria corrispondenza tra pubblicit in senso
strutturale di un ente e regime di diritto amministrativo della sua attivit.
Varie leggi hanno previsto la possibilit, da parte di questi enti pubblici, di
effettuare delle privatizzazioni; ci innanzitutto in senso giuridico ovvero
45
sottoponendo questi enti al diritto privato, ma anche in senso economico ovvero cedendo
ai privati le imprese in questione tramite la tecnica della dismissione. Il risultato
che si vuole conseguire sottrarre al regime amministrativo tutti gli atti di questo
ente.
Non sempre per queste privatizzazioni sono state ritenute ammissibili dalla Corte
Costituzionale e dal diritto comunitario. Secondo il primo profilo la Corte ha sancito
che qualora vi sia una privatizzazione soltanto formale, continua a valere la regola
del concorso per lassunzione del personale e ha ammesso il controllo della Corte dei
Conti per le societ per azioni a prevalente partecipazione statale. Dal punto di vista
comunitario si elaborata la definizione di organismo di diritto pubblico che fa s
che molte societ di questo tipo vi rientrino e siano tenute ad utilizzare le procedure
concorsuale per la scelta dei contraenti negli appalti pubblici. Secondo questa
definizione organismo di diritto pubblico un ente, che sia in relazione di
sostanziale strumentalit con un apparato pubblico, anche se realizzata mediante luso
di poteri di diritto privato e anche se soltanto indiretta. Inoltre la definizione
tesa a garantire la concorrenza nellambito comunitario e afferma cos, seppur in via
interpretativa, che lente deve agire in un regime non di concorrenza.
Gli enti pubblici, dato che hanno, oltre a capacit di diritto pubblico, capacit di
diritto privato, possono costituire, con atti unilaterali o con contratti, enti
privati, divenendone quindi fondatori o soci?
Dal diritto privato non proviene alcun limite se non quello che impone che la forma
organizzativa sia compatibile con lattivit da svolgere. I limiti di diritto pubblico
sono:
-
46
2.
47
Esempio lampante di questa forma sono le Universit nelle quali si cura linteresse
costituzionale di realizzare il diritto dei capaci e meritevoli di raggiungere i gradi
pi alti degli studi. Interesse che viene perseguito conferendo autonomia alle
Universit.
PARTE QUARTA
Nozioni generali e disciplina
Dellattivit
Capitolo10
Attivit discrezionali e attivit vincolate
La discrezionalit come concetto centrale del diritto amministrativo moderno
Il concetto di discrezionalit lelemento che maggiormente caratterizza
lamministrazione pubblica moderna. La sue centralit risulta sia da argomenti storicotecnici, che da argomentazioni storico-sociali.
Dal punto di vista tecnico bisogna ricordare che il potere autoritario il connotato
esclusivo della funzione amministrativa, anche se in comune con altri rami
dellordinamento mentre la discrezionalit legata peculiarmente alla funzione
amministrativa.
Quanto agli aspetti storico-sociali, nel XIX secolo lelemento dellautoritariet
costituiva lelemento prevalente dellamministrazione e si poneva a garanzia della
propriet dei privati (Stato gendarme). Nel XX secolo si assistito invece
allespandersi del c.d. provident State con laumento dello spazio riservato
allattivit non autoritaria con la messa a disposizione dei cittadini di prestazioni
che essi altrimenti non potrebbero avere (Stato interventore). La tendenza attuale
invece quella di ridurre il ruolo dello Stato, soprattutto negli interventi
sulleconomia; il proliferare di amministrazioni indipendenti il segno della
riespansione della funzione di regolazione (Stato regolatore). La caratteristica pi
pregnante di questa epoca comunque lo sviluppo della tecnica accompagnato da un
sempre pi elevato grado di incertezza circa la stabilit dei suoi risultati, con
accentuazione conseguente dei problemi sociali.
La discrezionalit la possibilit di fare scelte da parte di qualunque soggetto che
incidano sugli interessi di questultimo; la discrezionalit ha quindi una rilevanza
dal punto di vista degli interessi che da questa discrezionalit sono toccati e non sul
piano giuridico degli effetti.
La discrezionalit come caratteristica di una funzione strumentale. Diversit dalla
sovranit e dallautonomia privata
Il potere di decidere, di fare scelte richiama lidea di libert, ma quando si parla di
Stato pu venire in mente lidea di sovranitcome entit al di sopra della legge;
questa per una concezione superata dalle Costituzioni moderne in cui vi
unaccettazione della limitazione della sovranit (art. 11 Cost.). Resta da vedere se
sia possibile parlare di una sovranit dello Stato nei confronti dei cittadini; questo
non oggi affermabile grazie al fatto che lo Stato non pi legibus solutus, ma
sottoposto anchesso alle legge e alla sua sovranit. Gli istituti e i principi del
diritto amministrativo servono appunto ad imporre il diritto anche allo Statoamministrazione, la cui libert di prendere decisioni non illimitata ma sottoposta
al controllo dei giudici e a delle regole. Tuttavia ci sono degli atti che non sono
sottoposti al sindacato del giudice; lart. 31 TUCS afferma che il ricorso al
Consiglio di Stato in sede giurisdizionale non ammesso se trattasi di atti o
provvedimenti emanati dal Governo nellesercizio del potere politico. Che cosa
dobbiamo intendere per atto politico?
Un atto che corrisponde allesercizio di un potere libero di scegliere lobiettivo che
si vuole perseguire (massimo grado di libert). Allinizio veniva considerata la legge
un atto in questo senso, ma essa pur sempre sottoposta al sindacato della Corte
Costituzionale; gli atti propriamente politici sono:
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1. atti del corpo elettorale (elezioni referendum che non possono essere sindacati,
anche se il referendum sottoposto al sindacato di ammissibilit);
2. certi atti del Presidente della Repubblica (scioglimento Camere, nomina
Ministri);
3. certi atti del Governo che attengono ai rapporti con gli altri Stati.
Vi sono poi gli atti di alta amministrazione che hanno invece contenuto di indirizzo
politico sub-legislativo (es. direttive). Il sindacato di legittimit di questi atti
notevolmente ristretto rispetto agli atti amministrativi concreti. Questi atti, sono
quelli di competenza del Presidente della Repubblica, su proposta del Consiglio dei
Ministri e del Ministro competente. Essi si differenziano da quelli politici che invece
sono sottratti a qualsiasi tipo di sindacato in quanto sono giustificati per il solo
fatto di essere politici anche se possono apparire arbitrari.
Vediamo ora le differenze che intercorrono tra la discrezionalit e lautonomia
privata; il privato libero, purch non violi la legge, di scegliersi i propri
interessi ed agire di conseguenza, grazie anche allordinamento che gli consente di
usare sia strumenti giuridici tipizzati, sia di farsene di nuovi. Questa sfera di
libert detta autonomia privata. La discrezionalit amministrativa si differenzia
principalmente per il fatto che gli interessi perseguiti non possono essere liberamente
scelti ma debbono corrispondere con quelli dei cittadini. quanto discende dal
principio di legalit-indirizzo (cap. 2) lattivit amministrativa persegue i fini
determinati dalla legge.
Tuttavia esistono anche delle somiglianze tra discrezionalit amministrativa e
autonomia privata: essa risiede sostanzialmente nella possibilit di entrambe, di
ricorrere a strumenti giuridici non tipizzati nel momento in cui vanno a concludere i
contratti potendo immettere sia clausole non previste, sia configurando nuovi tipi
contrattuali.
Diversi tipi di discrezionalit
Tradizionalmente la discrezionalit era descritta come la possibilit di scegliere i
mezzi per raggiungere fini etero-determinati; essa poteva consistere nel decidere se,
quando e in che modo agire. Sono stati individuati per diversi tipi di
discrezionalit; ci serve per rendersi conto quando si davvero in presenza di un
attivit discrezionale piuttosto che di un attivit vincolata dato che sotto il profilo
pratico questi tipi risultano spesso compresenti.
1. Discrezionalit politico amministrativa: proviene dalla presenza di atti non
legislativi, definiti di indirizzo che indicano le finalit da raggiungere con
atti concreti; tali atti sono assoggettati al regime amministrativo e consistono
nella ponderazione dei vari interessi in gioco rispetto alloggetto della
decisione (sia pubblici che privati). Ci che ci fa affermare che si tratta di un
potere non solo politico, ma politico-amministrativo, il fatto che la scelta
avviene nel rispetto delle scelte fatte a livelli superiori con le quali sono
stati definiti i c.d. interessi pubblici primari.
2. Discrezionalit tecnica: avviene quando occorre fare delle scelte per dare
soluzione ad una questione sulla base di regole o criteri tecnico-scientifici in
mancanza di un consenso universale della comunit di riferimento scientifica
(medici, ingegneri). essenziale quindi lesistenza di un incertezza tecnicoscientifica che si ha quando nella pertinente comunit scientifica, vengono
ritenute plausibili opinioni diverse. Queste scelte hanno un incidenza sugli
interessi (somiglianza con il precedente tipo) solo che non sono fatte ponderando
i diversi interessi ma soltanto in vista della soluzione tecnicamente preferibile
(differenza con il precedente tipo).
3. Discrezionalit organizzativa: quelle insieme di scelte che attengono non alle
attivit amministrative finali ma a quelle organizzative e che risultano
notevolmente evidenziate dalla riserva di competenze a favore dei dirigenti
effettuata dal TULPA. Si tratta di scelte che debbono essere fatte per poter
effettivamente conseguire gli obiettivi che lamministrazione deve realizzare.
Esse non incidono sugli interessi che riguardano le attivit amministrative
finali; esse riguardano altri interessi, quelli dei terzi che possono avere
vantaggi o svantaggi dalle attivit strumentali dellamministrazione.
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Attivit vincolata
Non qualsiasi attivit dellamministrazione pu dirsi discrezionale, in quanto ci sono
dei casi, previsti dalla legge, in cui lamministrazione non ha margine di manovra.
per questo che necessario vedere qual il quadro dei rapporti tra legge e attivit
amministrativa. Esistono quattro interessantissime ipotesi di rapporto:
1. legge-fatto da accertare-atto amministrativo vincolato: la legge potrebbe
prevedere che, al verificarsi di un fatto, la cui esistenza accertabile in modo
univoco, unamministrazione sia tenuta ad emanare un atto amministrativo il cui
contenuto ed i cui effetti sono determinati direttamente dalla legge.
2. legge-fatto da accertare-atto amministrativo discrezionale:la legge potrebbe
prevedere che al verificarsi di un fatto, la cui esistenza accertabile in modo
univoco, unamministrazione abbia il potere di fare scelte tra interessi mediante
un atto amministrativo che produce determinati effetti giuridici.
3. legge-fatto da valutare-atto amministrativo vincolato: la legge potrebbe
prevedere che al verificarsi di un fatto la cui esistenza non pu essere il
risultato di un semplice accertamento ma richiede una valutazione dallesito non
univoco, lamministrazione sia tenuta ad emanare un atto amministrativo i cui
effetti e il cui contenuto sono determinati dalla legge stessa (es. deve pu
essere chiamata a valutare sulla pericolosit di una determinata manifestazione
pubblica e in caso di esito positivo della valutazione, impedirla).
4. legge-fatto da valutare-atto amministrativo discrezionale: uguale allipotesi
precedente solo che in questo caso lamministrazione ha il potere di valutare i
diversi interessi in gioco. (es. stesso caso della manifestazione ma con legge
che impone di prendere gli opportuni provvedimenti).
Per poi affermare che determinati poteri appartengono allamministrazione pubblica
bisogna chiedersi se il giudice pu o non pu sostituire la propria decisione a quella
dellamministrazione. Nel secondo caso e solo in quello si sar in presenza di un
potere esclusivo e riservato dellamministrazione.
Siamo certamente in presenza di poteri esclusivi dellamministrazione , quando si
tratta di esercizio della discrezionalit amministrativa in quanto si ritiene che il
giudice semmai possa sindacare sui principi e le regole di produzione, ma non potr mai
effettuare una scelta tra interessi.
Le certezze diminuiscono se siamo in presenza della discrezionalit tecnica, ovvero se
le scelte riguardano opzioni tecniche incerte; anche in questo caso per si parte dal
presupposto che, per prima cosa, le risorse tecniche a disposizione
dellamministrazione sono molto pi ampie di quelle del giudice e, seconda cosa che vi
sia un pi stretto legame dellamministrazione con i cittadini. Questi due presupposti
ci fanno pensare anche qui ad un potere esclusivo dellamministrazione.
Resta ora da valutare le ipotesi in cui la decisione dellamministrazione provenga da
un operazione valutativa del fatto (numeri 3 e 4); anche qui dobbiamo fare le stesse
valutazioni di cui sopra ovvero dobbiamo dire che lamministrazione in possesso di
strumenti pi appropriati del giudice per eseguire certe valutazioni fattuali.
invece ammesso lintervento sostitutivo del giudice nei casi (numeri 1 e 3) in cui
lesistenza della fattispecie-presupposto non esige valutazioni discrezionali ma
richiede di essere semplicemente accertata. In tal caso non siamo di fronte ad un
potere esclusivo dellamministrazione e quindi il giudice se accerta lassenza del
presupposto pu negare lesistenza di un potere decisionale dellamministrazione. Per
quanto riguarda il caso 1 anche qui il giudice pu imporre lemanazione
allamministrazione al verificarsi di un determinato presupposto e perci non si tratta
di un potere esclusivo dellamministrazione.
Capitolo 11
Principi e regole dellattivit amministrativa
Limiti nellambito delle decisioni discrezionali
50
Da quanto si detto del principio di legalit (cap. 1), discende che lattivit
discrezionale dellamministrazione ha come limite ci che dispone la legge e le norme
generali di diritto.
Innanzitutto viene affermato il principio, di origine romana, del neminem laedere, che
esclude la liceit di qualsiasi azione che arrechi un danno alla persona o al suo
patrimonio, se non autorizzata dalla legge (ex 2043 c.c.).
In secondo luogo deve essere ricordata anche quella limitazione che incide sulle scelte
operabili derivante dalla necessit che sia rispettato il principio del legittimo
affidamento secondo il quale le amministrazioni debbono tenere conto delle aspettative
che i cittadini in buona fede possono legittimamente maturare circa la stabilit di
precedenti decisioni.
Lambito delle possibili scelte discrezionali delimitato anche da doveri positivi.
In primo luogo, qualora risulti dallordinamento dei diritti a prestazioni da parte
dellamministrazione, le scelte discrezionali di questultima devono essere indirizzate
al raggiungimento dellesercizio di questi diritti. Questa limitazione riguarda
soprattutto la discrezionalit organizzativa in quanto essa consiste in scelte di mezzi
per il raggiungimento di obiettivi dati.
Qualora invece non emergano certi tipi di diritti sussiste comunque lobbligo
dellamministrazione rappresentato dalla legalit-indirizzo, affermata dal testo del
LPA lattivit amministrativa persegue i fini determinati dalla legge.
Modalit delle decisioni
Questi principi che abbiamo appena visto devono essere applicati tenendo conto anche di
tutti gli altri principi che si identificano come propri dellamministrazione pubblica.
Innanzitutto abbiamo il principio di imparzialit che pu essere visto da due punti di
vista; dal punto di vista oggettivo esso assume le sembianze di un obbligo di
imparzialit di colui che chiamato a prendere decisioni; necessario che egli non
abbia interessi configgenti o coincidenti con la materia in cui chiamato ad
esercitare il suo potere discrezionale. Vi poi un obbligo di astensione nel
partecipare a votazioni o a discussioni riguardanti interessi propri o di parenti entro
il quarto grado. Dal punto di vista soggettivo il principio di imparzialit assume i
crismi della parit di trattamento ovvero dellobbligo del dipendente
dellamministrazione, di accordare a tutti i cittadini le prestazioni che accorda ad
una sola persona, senza discriminazioni. Visto cos esso potrebbe apparire pleonastico
data la presenza dellart. 3 Cost. ; infatti a questo principio attribuibile anche un
ulteriore significato: limparzialit come obbligo di considerare e ponderare i vari
interessi in gioco. Questa ponderazione stata resa possibile mediante due differenti
metodi:
1. partecipazione organica: quando le decisioni sono presi da organi collegiali di
cui fanno parte tutte le categorie interessate. Questo metodo stato criticato
perch perde la sua autonomia nei confronti degli interessati.
2. partecipazione procedimentale: riguarda il procedimento di formazione della
decisione e impone allamministrazione, di tener conto dei punti di vista degli
interessati. Essa assume sia una funzione di garanzia, perch favorisce il
contraddittorio tra interessati e amministrazione, e una funzione collaborativa
perch consente lacquisizione di punti di vista utili a pervenire alla migliore
individuazione dellinteresse pubblico in concreto.
Sul principio del buon andamento vedi il prossimo capitolo.
Il quadro completato dal criterio della ragionevolezza; occorre aggiungere che questo
criterio utilizzato per meglio definire i rapporti tra imparzialit e buon andamento
ed lapplicazione di precetti, elaborati dalla giurisprudenza, la cui violazione
rappresenta il sintomo delleccesso di potere. Pu essere ricondotto alla
ragionevolezza anche il principio di proporzionalit.
Principi e regole di trasparenza
Sono principi che riguardano tre ambiti:
1. pubblicit dellattivit amministrativa;
2. accesso ai documenti amministrativi;
3. motivazione delle decisioni.
51
Per quanto concerne la pubblicit, lart. 1 del LPA sancisce che, salvo possibili
eccezioni a tutela della riservatezza, tutti gli atti dellamministrazione comunale e
provinciale sono pubblici. Il luogo della pubblicazione la Gazzetta Ufficiale.
Il diritto di accesso, consiste invece nel diritto degli interessati di prendere
visione dei documenti amministrativi, di esaminarli ed estrarne copia. Legittimati
allaccesso sono i soggetti privati, compresi quelli portatori di interessi pubblici
diffusi, che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una
situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale chiesto
laccesso. Questa disposizione appare pi restrittiva di quella originaria che
permetteva laccesso a chiunque avesse interesse alla tutela di posizioni
giuridicamente rilevanti. Ad ogni modo il legislatore del 2005 ha escluso il diritto di
accesso se preordinato ad un controllo generalizzato delloperato delle pubbliche
amministrazioni, facendo cos venire dei dubbi sulla legittimit costituzionale di
questa disposizione dato lintento di rendere trasparente loperato delle pubbliche
amministrazioni viene vessato da questa ultima previsione legislativa.
Loggetto dellaccesso sono i documenti amministrativi, che abbiano la forma di atti
amministrativi (quindi anche non cartacei ma anche informatici, cinematografici ma
soprattutto pornografici). Inoltre sufficiente che questi atti riguardino attivit di
pubblico interesse a prescindere dalla natura privatistica o pubblicistica degli
stessi.
I soggetti tenuti a consentire laccesso sono gli enti pubblici e i privati che
svolgano unattivit di pubblico interesse disciplinata dal diritto statale o
comunitario. In questa ampia definizione sono da ricomprendere anche i gestori privati
dei pubblici servizi.
Il diritto allaccesso escluso:
1. per i documenti coperti da segreto di Stato;
2. per i documenti che siano espressione di atti amministrativi generali, di
pianificazione e di programmazione;
3. documenti utilizzati in procedimenti di selezione del personale che contengano
informazioni di carattere psico-attitudinale.
stabilito inoltra che laccesso non pu essere negato qualora sia sufficiente far
ricorso al potere di differimento che permette appunto di differire la conoscenza del
documento sino a quando essa non pregiudicher lo svolgimento della funzione
amministrativa; qualora tuttavia la conoscenza di questi documenti sia necessaria per
la tutela dei propri interessi giuridici, esso deve comunque essere concesso ai
richiedenti.
Qualora linteresse sia linteresse alla riservatezza la legge detta unapposita
disciplina. Occorre per fare un accenno alla materia contenuta nel CPDP (protezione
dei dati personali): per dato personale si intende qualsiasi informazione relativa a
persona fisica o giuridica, ente o associazione, identificati o identificabili , anche
indirettamente. Una sottospecie dei dati personali sono i dati sensibili che
riguardano informazioni relative alla religione, alla razza, al sesso, alle visoni
politiche dellinteressato. Altra sottospecie sono i dati giudiziari che invece
riguardano la rilevanza penale di attivit della persona interessata. Per trattamento
si intende invece la diffusione e la comunicazione di questi dati. Si pone quindi il
problema della compatibilit di questa normativa con quella che impone la pubblicazione
degli atti amministrativi; il codice stabilisce che ammessa la pubblicazione di dati
personali diversi da quelli sensibili e giudiziari se prevista da legge o regolamento.
Questi dati (giudiziari e sensibili) sono accedibili se si tratta di un rilevante
interesse pubblico connesso alla loro conoscenza ma tuttavia precisato che qualora
questi dati riguardino la salute e la vita sessuale essi sono conoscibili se la
situazione rilevante che si intende tutelare di rango almeno pari ai diritti
dellinteressato.
In caso di rifiuto o di differimento del diritto di accesso relativo ad atti di Comuni,
Province e Regioni, linteressato pu chiedere al difensore civico territorialmente
competente, il riesame della questione o alternativamente o successivamente pu
ottenere la tutela giurisdizionale del Tribunale amministrativo regionale.
In caso invece di atti riguardanti le amministrazioni dello Stato, lalternativa al
ricorso giurisdizionale quello alla Commissione per laccesso ai documenti
amministrativi che un organo collegiale, nominato dal Governo, presieduta da un
sottosegretario e composta da 12 membri dei quali, due sono senatori, due sono deputati
e due sono funzionari pubblici.
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La disciplina del diritto di accesso di competenza esclusiva dello Stato per cui gli
altri enti locali potranno solo accentuare laspetto di questo diritto, come strumento
di trasparenza.
Al principio di trasparenza pu ricondursi anche lobbligo di motivazione che grava
ogni atto amministrativo. Questo obbligo riguarda tutti gli atti ad eccezione di quelli
che hanno un contenuto generale e la cui struttura quindi permette di comprendere il
ragionamento che sta alla base anche senza lelemento accessorio della motivazione. Per
motivazione si deve intendere unindicazione dei presupposti di fatto e delle ragioni
giuridiche che hanno determinato una decisione dellamministrazione; detta inoltre
detta motivazione per relationem quella motivazione che concerne un atto che
collegato allatto principale e di cui necessario dunque fornire la motivazione.
Allassenza di motivazione si pu talvolta porre rimedio fornendola nel corso del
giudizio. Infine lobbligo di motivazione coinvolge anche le decisioni della Comunit
Europea intendendo il termine decisione in senso atecnico in quanto anche le
direttive e i regolamenti devono essere motivati.
Capitolo
12
Il procedimento amministrativo
Diversa rilevanza della disciplina giuridica del procedimento
Attraverso certe regole procedimentali, si persegue lobiettivo dellimparzialit,
assicurando la partecipazione efficace degli interessati alle decisioni amministrative.
Il procedimento amministrativo ha anche un rilievo dal punto di vista del buon
andamento, nel senso che un procedimento svelto ed efficace pu permettere
allamministrazione di pervenire agli obiettivi in un modo funzionale sia dal punto di
vista della celerit, sia dal punto di vista della celerit del procedimento, sia dal
punto di vista della sua economicit.
Il procedimento ha anche una sua valenza dal punto di vista garantista; esso viene
visto infatti come lattuazione e il rafforzamento del principio della legalit
garanzia. Si guarda allora al procedimento come fase che precede allemanazione del
provvedimento vincolante per gli interessi dei terzi; occorre quindi distinguere il
provvedimento, da gli altri atti detti strumentali ad esso che vengono spesso
chiamati integrativi dellefficacia. impossibile rivolgersi al giudice in mancanza di
un provvedimento visto che gli atti interni o integrativi dellefficacia non avrebbero
effetto per i terzi.
Le fasi del procedimento
Lobiettivo della disciplina del procedimento quello dellunificazione dei vari
elementi dellorganizzazione; questo obiettivo possibile grazie alloperato
dellufficio dirigenziale che, tramite un dirigente o un addetto, svolga il compito di
responsabile del procedimento ovvero sia responsabile della istruttoria e di ogni
altro adempimento, nonch delleventuale adozione del provvedimento finale. Questa
responsabilit non deve essere intesa come competenza a svolgere ciascuna delle
attivit necessarie in quanto il responsabile ha solo un compito di coordinazione delle
attivit dei diversi uffici. Ad esso inoltre possono rivolgersi gli interessati per
tutto quanto attiene al procedimento.
La fase delliniziativa e dellistruttoria sono le sub-fasi della fase preparatoria.
Quanto alliniziativa, vi sono casi in cui lamministrazione obbligata a svolgere il
procedimento ove venga presentata istanza in tal senso da determinati soggetti,
normalmente privati (procedimenti ad istanza di parte). I procedimenti possono per
essere anche ad iniziativa dufficio cio possono conseguire da un rapporto od un
richiesta inviata da un ufficio ad un altro. In ogni caso l avvio del procedimento
deve essere comunicato dal responsabile agli interessati, a meno che non sussistano
particolari esigenze di celerit nel procedimento. Se non sussistono queste esigenze la
comunicazione deve essere data anche ai destinatari del procedimento e pu essere
personale oppure non personale se ci non possibile dato lalto numero dei
destinatari. Le modifiche apportate nel 2005 alla LPA hanno previsto che la mancata
comunicazione non comporti lannullamento della decisione definitiva. Queste norme non
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ulteriori problemi: il primo luogo si rileva che certi diritti sono indisponibili da
parte dei loro titolari e che dunque in tali casi un atto consensuale non pu tener
luogo del provvedimento tipico previsto dallordinamento. Come abbiamo visto al
capitolo 3, i provvedimenti relativi a diritti personali indisponibili sono riservati
allautorit giudiziaria e quindi non possono essere oggetto di accordi con
amministrazioni pubbliche. In secondo luogo, la libert di aderire a questi
provvedimenti autoritativi una libert condizionata dal fatto che il privato non ha
una valida alternativa a disposizione in quanto anche in caso di diniego il
procedimento non si arresterebbe; la dottrina afferma comunque che situazioni del
genere si verificano anche nei rapporti tra privati e che perci tale situazione non
sia incompatibile con la possibilit di stipulare un valido contratto.
Lapplicabilit delle norme sugli accordi invece espressamente esclusa per gli atti
con effetti conformativi cio per quell attivit della pubblica amministrazione
diretta allemanazione di atti normativi e amministrativi generali di pianificazione e
programmazione che sono esclusivamente disciplinati dalle norme che li hanno come
oggetto. Per quanti riguarda accordi sostituivi o integrativi di atti normativi
generali essi sono ammissibili in ragione del principio che tali accordi si possono
concludere solo se escluso il pregiudizio per i terzi; terzi che verrebbero invece
inevitabilmente penalizzati non potendo tutti partecipare allaccordo ( una massa di
persone quindi non si pu stabilire quali potrebbero essere i soggetti legittimati a
rappresentare la generalit).
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Possiamo notare ora che al primo caso, a differenza di quanto si prevede allart. 1418
c.c., il contrasto con delle disposizioni di legge inderogabili non di per s
sufficiente a determinare la nullit di un atto amministrativo dato che per gli atti
amministrativi tutte le disposizioni di legge sono inderogabili e normalmente
determinano lillegittimit dellatto. dunque necessario che la legge preveda
espressamente che la violazione di una legge abbia come conseguenza la nullit.
nullit dello stesso tipo quella per mancata ottemperanza di una sentenza (questa
ipotesi affermata dalla giurisprudenza).
Quanto alla nullit per mancanza degli elementi essenziali, dobbiamo vedere se si pu
stabilire unanalogia con quelli privatistici (soggetto, oggetto, forma). Per quanto
riguarda lelemento soggettivo abbiamo il caso in cui c un atto il cui autore non sia
identificabile. Ugualmente gli atti posti in essere da soggetti al di fuori delle loro
funzioni pubbliche; in questa categoria rientra la cosiddetta incompetenza
assolutaovvero gli atti emanati da organi appartenenti ad apparati organizzativi privi
di qualsiasi potere amministrativo (es. atto amministrativo emanato da un giudice).
Questa ipotesi coincide con il difetto assoluto di attribuzione del punto 3 in quanto
spesso vengono interscambiati i due termini.
Quanto alloggetto possono ritenersi nulli anche gli atti amministrativi aventi oggetto
inesistente, indeterminato, indeterminabile o inidoneo (es. espropriazione di un bene
demaniale).
Per ci che attiene la forma, pur essendoci la libert delle forme dellatto
amministrativo, talvolta una certa forma risulta essenziale anche in mancanza di un
espressa previsione normativa (es. forma scritta per i certificati, tre distinte
intimazioni orali ciascuna delle quali precedute da uno squillo di tromba per lordine
di scioglimento di un assembramento di persone non detto quindi sia scritta la
forma).
Si discute se la causa sia elemento essenziale dellatto amministrativo o se essa si
risolva nello specifico interesse pubblico perseguito (con la conseguenza che la sua
mancanza si risolverebbe in illegittimit per eccesso di potere); sicuramente nullo
latto emesso per scherzo (causa ioci).ahahahaha .
Le conseguenze della patologia nullit si estrinsecano nel fatto che un atto nullo
rimane privo della sua efficacia giuridica e quindi una eventuale attivit che venga
presentata come esecutiva dellatto va trattata invece come unattivit che non ha
giustificazione nellamministrazione pubblica. Non necessario quindi che venga
eliminato latto ma sufficiente dichiarare la sua nullit. La nullit pu essere
richiesta da chiunque ne abbia interesse, imprescrittibile e pu essere rilevata
dufficio.
Illegittimit e annullabilit
La LPA contempla che un atto amministrativo sia annullabile, definendo tale il
provvedimento amministrativo adottato in violazione di legge o viziato da eccesso di
potere o da incompetenza (art. 21-octies).
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Come abbiamo visto nel capitolo 5, i contratti di diritto privato delle pubbliche
amministrazioni sono ordinariamente preceduti da atti amministrativi; poich tali atti
amministrativi possono essere invalidi, si pone il problema delle eventuali conseguenze
dei contratti in questione. La tesi prevalente considera latto amministrativo il
presupposto necessario del contratto, il venir meno del primo per annullamento fa venir
meno automaticamente il secondo ( caducazione). Analoga rispostavele sia per gli
accordi sostitutivi (preceduti da determinazione), sia per gli accordi integrativi
sui provvedimenti anche se qui la situazione si rovescia in quanto questi accordi
concludono e non preludono al provvedimento (sono il Kerlon della simmetria lessicale).
Rimedi amministrativi allinvalidit degli atti amministrativi: procedimenti di secondo
grado
Le pubbliche amministrazioni dispongono di poteri che consento loro lo svolgimento di
procedimenti di secondo grado in quanto destinati a concludersi con provvedimenti i cui
effetti ricadono su preesistenti provvedimenti, con il fine di rimediare alla loro
invalidit. Questi provvedimenti di secondo grado possono avere due effetti ben
diversi:
1. possono consistere nelleliminazione delle cause di invalidit;
2. eliminano latto invalido.
Nel primo caso questi provvedimenti eliminano, con effetto retroattivo, il vizio, senza
incidere sul contenuto della decisione, che rimane immutata. Questi tipi di
provvedimenti sono detti sanatorie (o convalide). Essi rispondono al generale principio
di economicit che richiede di evitare lo svolgimento di dispendiose attivit
amministrative che non abbiano un effettiva utilit. Inutile infatti sarebbe eliminare
un provvedimento solo perch viziato nella sostanza quando poi andando nel merito il
provvedimento risponde allinteresse pubblico.
Si ammessa allora la sanatoria per latto viziato da incompetenza, permettendo
allorgano competente di far suo, mediante apposita dichiarazione, un atto
erroneamente preso da un altro organo.
Si ammessa la sanatoria anche per i vizi procedimentali consistenti nella mancanza di
atti endoprocedimentali (proposte, richieste, nullaosta) permettendo lemanazione
tardiva dellatto omesso avente un contenuto tale da non modificare la conclusione cui
si era pervenuti in sua mancanza. Non si quindi consentita la sanatoria dei vizi
consistenti nella mancanza di atti destinati ad orientare la decisione finale (es.
pareri obbligatori). Anche gli errori ostativi vengono indicati come rettificabili
anche se le anomalie di questo genere sono spesso ricondotte alla categoria
dellirregolarit (vedi prima). La giurisprudenza ha ammesso anche la sanatoria di un
provvedimento che gi stato impugnato, ed anche nel corso del giudizio, quando si
lamenta la violazione dellart. 3 (esposizione della motivazione nei provvedimenti).
Con la riforma del 2005 il legislatore ha ammesso la possibilit di convalida del
provvedimento annullabile se ricorrono due condizioni:
1. ragioni di interesse pubblico;
2. che il provvedimento sia sanato entro un termine ragionevole.
Entrambe le condizioni sono di una vaghezza disarmante (chi cera al Governo?...ah s
lo psiconano) cos che la portata di questo istituto di valore ridotto anche dallo
stesso disposto dellart. 21-octies. La convalida va tenuta distinta da altri istituti:
a) non bisogna confonderla con la ratifica, cio con latto con il quale lorgano
ordinariamente competente fa suo latto emanato legittimamente da un altro organo
in particolari circostanze.
b) La convalida dellatto viziato da incompetenza va anche distinto dallatto
confermativo, cio dallatto che, aderendo ad una richiesta di riesame da parte
degli interessati, viene preso dallo stesso organo (competente) con lo stesso
contenuto dellatto gi preso sulla base degli stessi elementi istruttori e della
stessa motivazione e che quindi non sana n del resto ha nulla da sanare.
Per le cause di invalidit sanzionate con la nullit non possibile alcuna convalida,
ma tuttalpi una conversione ove latto nullo abbia i requisiti di sostanza e di forma
di un altro atto che possa ritenersi effettivamente voluto. Si tratta quindi di una
rinnovazionedellatto che nuovo e privo di vizi.
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Nel secondo caso (atti che eliminano latto invalido), si parla di annullamento
dellatto sia in riferimento ad atti nulli che ad atti illegittimi (e quindi
annullabili) che divengono inefficaci ex tunc. Lannullamento pu avvenire anche
dufficio nei casi previsti dalla legge:
a) Annullamento in sede di controllo amministrativo di legittimit (da notare che
una volta accertata lillegittimit dellatto il suo annullamento attivit
vincolata);
b) Annullamento ministeriale nei confronti di atti di dirigenti (non possibile tra
dirigente e dirigente); attivit discrezionale;
c) Annullamento governativo a tutela dellunit dellordinamento: spetta al
Governo previo parere del Consiglio di Stato ed riferito agli atti degli enti
locali, esercitatile in qualsiasi tempo discrezionalmente;
d) Annullamento da parte dellorgano che ha emanato latto: non era previsto dalla
legge, poi previsto con la riforma del 2005 che lo ha ritenuto rispondente al
potere generale di autotutela decisoria in quanto lamministrazione si
sostituisce al giudice nella valutazione. Proprio per questa ragione sono state
stabilite delle condizioni necessarie per procedere a questo annullamento dato
che sostituisce un iter processuale molto complesso e che la garanzia che la
legge a stabilire lorgano competente sembr insufficiente; infatti lart. 21nonies stabil queste condizioni: devono sussistere ragioni di interesse pubblico
(a), si deve tener conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati
(b) e lannullamento deve essere pronunciato entro un termine ragionevole (c).
quanto alla prima condizione chiaro che trattandosi di attivit discrezionale
occorre uno specifico interesse pubblico attuale che esige lannullamento. Quanto
alla seconda condizione essa risponde al principio del legittimo affidamento che
i privati fanno sullesecuzione dei provvedimenti e quindi occorre valutare gli
interessi in gioco. La terza condizione non pone uno termine specifico di tempo
ma impone che vi sia ragionevolezza nei tempi per lannullamento; la vaghezza non
deve stupire in quanto il principio di ragionevolezza molto presente
nellattivit amministrativa.
Vi infine la disposizione della legge finanziaria del 2005 che dispone che
lannullamento dei provvedimenti amministrativi illegittimi pu essere sempre disposto
anche se lesecuzione del provvedimento ancora in corso per conseguire risparmi o
minori oneri finanziari per le amministrazioni. stabilito un termine di tre anni se i
provvedimenti incidono su rapporti convenzionali o contrattuali tra privati. Questa
disciplina da considerarsi speciale rispetto allart. 21-nonies e da applicare solo
quando linteresse pubblico consiste in risparmi e nella riduzione degli oneri
finanziari.
Lattivit illecita e la responsabilit risarcitoria delle pubbliche amministrazioni
La responsabilit risarcitoria delle amministrazioni nasca dalla non conformit al
diritto dei comportamenti delle pubbliche amministrazioni, comportamenti che
lordinamento qualifica in termini di illiceit; non mancano dei casi in cui tale
responsabilit esula dalla illiceit del comportamento amministrativo e viene
espressamente previsto anche per attivit lecite (es. risarcimento per i danni derivati
dallesecuzione di unopera pubblica). Tuttavia la piena responsabilit risarcitoria
delle amministrazioni pubbliche nasce per i danni provocati da attivit illecite.
Questo tema ha avuto una profonda trasformazione nel corso della storia del diritto
amministrativo in quanto in origine, mentre non si avevano problemi ad ammettere la
responsabilit risarcitoria delle pubbliche amministrazioni nello svolgimento di
attivit come soggetto privato (fiscus), molto a lungo invece si negata quella
dellamministrazione pubblica quando agisce da soggetto pubblico. Questo per due
ragioni: in primo luogo perch secondo un antico postulato (the king can do no
wrong), la soggettivit pubblica dellamministrazione si diceva fosse incompatibile
con lapplicazione di un principio tipico del diritto cui sono assoggettati i privati,
come quello della responsabilit risarcitoria; in secondo luogo questa convinzione
stata radicata negli altri paesi europei per molti anni (in Francia ancora la
responsabilit risarcitoria delle amministrazioni disciplinata dal diritto
amministrativo e non civile ).
La Costituzione allart. 28 afferma la responsabilit in primo luogo dei funzionari e
dei dipendenti e allo stesso tempo quella dellamministrazione come estensione della
prima.
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contrattuale
extracontrattuale
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vero che non esclusa la risarcibilit. Stessa cosa dicasi per la risarcibilit dei
danni morali quando sono lesi interessi di particolare rilevanza.
Un altro elemento costitutivo della fattispecie dellart. 2043 la colpa. Nella
sentenza n. 500/1999 la Cassazione ha ripudiato la vecchia concezione che vedeva
sussistere la colpa nel fatto stesso di dare esecuzione ad un atto illegittimo ed ha
affermato che deve essere lamministrazione come apparato ad esser in colpa per potersi
configurare un risarcimento. Perch sia in colpa occorre che lamministrazione adotti
latto illegittimo in violazione delle regole cui deve ispirarsi lattivit
amministrativa: imparzialit, correttezza e buona amministrazione. Queste indicazioni
hanno destato notevoli perplessit in ragione del difficile e oneroso compito
probatorio in capo al danneggiato; cos che si arrivati ad affermare che per
provare la colpa sia sufficiente fornire elementi indiziari che possano fornire
presunzioni semplici (es. gravit del vizio).
Mediante il ricorso allidea di rapporto organico viene configurata unattivit diretta
dellamministrazione; ci non esclude per che vi sia una responsabilit anche del
funzionario che agisce in concreto cos come stabilito dallart. 28 Cost. Solitamente
il danneggiato chiama in giudizio solo lamministrazione sia perch pi solvibile,
sia perch il danneggiato risponde solo per dolo o colpa grave che sono difficili da
provare.
Vi per una disciplina speciale dei danni causati da dipendenti e funzionari delle
amministrazioni pubbliche, speciale sia sul piano sostanziale che sul piano
processuale. Sul piano sostanziale abbiamo una responsabilit del dipendente solo per
dolo o colpa grave ma tale responsabilit non si fonda sullobbligo di risarcimento nei
confronti del terzo ma il dipendente tenuto a risarcire i danni derivanti dalla
violazione degli obblighi di servizio. Sul piano processuale la giurisdizione in
materia spetta alla Corte dei Conti la quale si pronuncia non sulla base di una domanda
della pubblica amministrazione bens sulla base dellazione promossa da un ufficio di
Procura della stessa Corte dei conti (funzione inquisitoria dellufficio analoga a
quella degli uffici delle Procure in materia penale).
In conclusione lesigenza che sta alla base della disciplina della responsabilit
quella di soddisfare allo stesso tempo esigenze riparatorie (risarcire chi ha subito il
danno) ed esigenze sanzionatorie (punire chi ha provocato il danno). altrettanto vero
che talvolta ottenerle tutte e due appare irragionevole e per questo esistono istituti
che consentono di dividere le due sfaccettature e ottenere separatamente i due
risultati. Infine sarebbe desiderabile che prima di queste due esigenze, la disciplina
della responsabilit si ponesse lobiettivo di incentivare comportamenti tali da
minimizzare la produzione di danni.
Capitolo 15
Linee del sistema di tutela giurisdizionale e cenni ad altre forme di tutela
Quadro costituzionale
La Costituzione garantisce in termini generali la tutela giurisdizionale anche nei
confronti della pubblica amministrazione affermando che tutti possono agire in
giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi (art. 24)
La caratteristica fondamentale del sistema che un sistema dualistico in quanto una
parte delle controversie nei confronti delle pubbliche amministrazioni appartiene al
giudice ordinario, mentre al giurisdizione relativa allaltra parte di tali
controversie spetta ai TAR e al Consiglio di Stato: i TAR, presenti in ogni regione,
giudicano in prima istanza e sono formati in totale da circa trecento magistrati; il
Consiglio di Stato, decide in seconda istanza (in Sicilia sono speciali e affidano la
seconda istanza al Consiglio di giustizia amministrativa). Il Consiglio formato dalle
sezioni IV, V, VI che hanno funzioni giurisdizionali e dalle altre quattro sezioni che
invece hanno funzione consultiva: le prime quattro hanno la loro Adunanza plenaria
mentre le seconde hanno un Adunanza generale cui partecipano anche le altre quattro
sezioni.
Il cosiddetto riparto di giurisdizione costituito dal fatto che la controversia
riguardi un interesse legittimo oppure un diritto soggettivo. Per le controversie del
primo tipo la giurisdizione del Consiglio di Stato, mentre per quelle del secondo
tipo il giudice ordinario salvo che in alcuni casi stabiliti dalla legge in cui
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69
che gli consentono di incidere sullesercizio del potere amministrativo che pu essere
esercitato nei confronti di quel bene.
Ci possono essere per delle difficolt: in primo luogo quando per la soddisfazione di
in interesse il cittadino debba ottenere un provvedimento positivo dellamministrazione
cio abbia un interesse pretensivo. In questa ipotesi frequente il ricorso alla
distinzione tra norme di relazione (che definiscono direttamente il rapporto tra
pubblica amministrazione e cittadinodiritto soggettivo) e norme dazione (norme che
disciplinano il potere dal cui esercizio dipende la definizione del rapportointeresse
legittimo). In secondo luogo ci possono essere delle difficolt quando linteresse del
cittadino prima che egli avesse a che fare con un potere autoritario
dellamministrazione era tutelato dallordinamento come diritto soggettivo. Un criterio
usato quello di capire se la contestazione del privato debba ritenersi la carenza del
potere amministrativo o il suo cattivo esercizio; nel primo caso avremo un diritto
soggettivo, nel secondo un interesse legittimo.
La distinzione invece tra interesse legittimo e interesse di fatto si basa sul criterio
col quale un interesse legittimo. In primo luogo occorre che vi sia una norma
giuridica che prenda in considerazione, esplicitamente o implicitamente, quell
interesse dandogli rilevanza nella decisione amministrativa. dalla norma stessa che
attribuisce il potere allamministrazione che risulta se il legislatore intende dare
tutela a certi interessi indicando la necessit che se ne tenga conto nel
provvedimento. altrettanto vero per che lesistenza di un interesse non pu essere
accertata sulla base della sua presenza nel LPA poich questultima pu dare ad un
interesse soltanto una rilevanza procedimentale. Quindi si deve guardare anche a norme
diverse da quelle che attribuiscono il potere a cominciare da quelle costituzionali.
Infine la qualificazione implicita di un interesse come legittimo talvolta viene
desunta da momenti fattualicio dalla concretezza della vicenda amministrativa.
Dalla normativa sulla giustizia amministrativa risulta che linteresse legittimo deve
essere un interesse individuale. Lart. 26, TUCS, parla di ricorsicontro atti o
provvedimentiche abbiano per oggetto un interesse di individui o di enti morali
giuridici. Da ci si dedurrebbe che linteresse legittimo del quale un soggetto
titolare individualmente e in modo differenziato rispetto agli altri. Spetta infatti
agli apparati politici, legittimati in quanto rappresentanti della generalit dei
cittadini, stabilire quali interessi generali debbano essere curati dalle pubbliche
amministrazioni in quanto qualificati come intessi pubblici. A conferma di ci, il
fatto che lazione popolare in via di principio esclusa salvo casi eccezionali.
Ci sono per fenomeni come quello degli interessi diffusi: non necessario che un
interesse appartenga ad un solo individuo perch possa essere considerato personale;
possibile che vi siano tanti interessi personali uguali che tuttavia non coincidono con
linteresse di unintera comunit (es. linteresse degli abitanti di una certa strada).
Si poi ritenuto che interessi del genere possano essere tutelati unitariamente da
organismi associativi. Quindi linteresse identico agli altri diverso dallinteresse
generale per il quale sarebbe illegittimo che agisse un solo individuo.
Diversamente pu darsi che uno o pi individui condividano linteresse comune di un
gruppo, di una collettivit delimitata, che pu non coincidere con ciascuno dei
componenti del gruppo. Siamo allora in presenza di un interesse collettivo (per esempio
la categoria degli avvocati); anche questi interessi possono essere fatti valere in
modo unitario da organismi esponenziali della collettivit.
Speciale rilievo hanno avuto questi problemi con riferimento agli interessi collegati
alla preservazione dellambiente in relazione ai quali stato particolarmente ampio
lutilizzo dellespressione interessi diffusi. La giurisprudenza ha affermato che
linteresse alla tutela dellambiente di tutti i cittadini, ma che gli abitanti di un
luogo possono avere in relazione allambiente interessi differenziati. Ci anche
affermato dallart. 9, LPA che ammette che possano intervenire nel procedimento i
portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati. Pi di recente
sono state dettate norme a difesa degli interessi dei consumatori.
Per concludere, linteresse legittimo non deve essere confuso n con linteresse ad
agire , n con la legittimazione ad agire. Infatti per agire in giudizio non
sufficiente essere titolari di un interesse legittimo ma occorre in primo luogo
linteresse ad agire cio occorre che il provvedimento che si richiede con il ricorso
al giudice sia effettivamente utile alla soddisfazione dellinteresse legittimo di cui
si chiede la tutela (non si pu andare in giudizio e richiedere ad es. lannullamento
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dei voti illegittimamente ottenuti da chi arrivato dopo di noi nella graduatoria
perch ci non consentirebbe di vincere il concorso). necessario poi che chi si
presenta dal giudice abbia la legittimazione ad agire cio necessario che sia
effettivamente titolare dellinteresse legittimo che si lamenta leso.
La tutela fornita dalle due giurisdizioni. Le principali differenze
Prima dellevoluzione della fine del XX secolo cera una doppia sostanziale differenza
tra le due giurisdizioni: da un lato sul piano delle posizioni giuridiche tutelate
(diritti soggetti, interessi legittimi), dallaltro sui tipi di tutela; alla
giurisdizione ordinaria poteva essere richiesta la tutela risarcitoria ma non
lannullamento di un atto amministrativo n limposizione dellesecuzione dei propri
giudicati, mentre alla giurisdizione amministrativa non si poteva richiedere una
condanna al risarcimento danni ma si poteva ottenere solo una tutela costitutiva che
annullava latto amministrativo viziato. Alla sentenza di annullamento del giudice
amministrativo erano stati riconosciuti anche effetti ripristinatori e conformativi:
leffetto ripristinatorio in ordine allefficacia ex tunc dellannullamento e
implicava lobbligo per lamministrazione di fare quanto possibile per ricostruire lo
status quo ante; leffetto confermativo che precludeva allamministrazione di emanare
un nuovo atto avente gli stessi vizi. Un giudizio di ottemperanza interveniva nel caso
in cui lamministrazione si rifiutava di conformarsi ed era il giudice o un commissario
da lui nominato a sostituirsi allamministrazione.
Alle difficolt che questa asimmetria provocava si era tentato di supplire ammettendo
la possibilit del doppio ricorso; ma ci risultava inutile a causa della lunghezza dei
giudizi. Vi erano poi brevi tempi di decadenza per il ricorso al giudice amministrativo
a confronto della prescrizione del giudice ordinario. Erano diversi i poteri istruttori
e la tutela cautelare: i primi riguardanti i mezzi di prova cui il giudice pu
attingere che per quello amministrativo consistevano solo nel poter richiedere
allamministrazione nuovi chiarimenti o documenti o verificazioni mentre il giudice
ordinario poteva avvalersi anche di testimoni e consulenti tecnici; i secondi erano
tesi a garantire leffettivit della tutela giurisdizionale (es. impedire la
demolizione di un edificio prima che non sia avvenuta la sentenza) se il giudice
convinto che le richieste del ricorrente appaiano non infondate (fumus boni iuris) e
che nellattesa della conclusione del processo il pregiudizio lamentato potrebbe
diventare irreparabile (periculum in mora). Mentre il giudice ordinario poteva prendere
i provvedimenti di urgenza ritenuti pi idonei in relazione alle circostanze, quello
amministrativo poteva solo sospendere gli effetti giuridici del provvedimento
impugnato.
Fu fatta uneccezione a questa stringente divisione attribuendo la giurisdizione
esclusiva (quindi anche per i diritti soggettivi) in determinati campi. Questo per
mantenendo fermo il tipo di tutela offerta ai diritti soggettivi che diveniva analogo a
quello degli interessi legittimi per quanto riguarda i poteri istruttori e cautelari di
cui il giudice amministrativo disponeva per la cognizione delle controversie. Inoltre
pur potendo emettere sentenze di condanna (per il pagamento degli stipendi ad es.)
restavano di competenza del giudice ordinario i diritti patrimoniali consequenziali,
espressione che stata interpretata come riferita al risarcimento danni. Ci fu poi un
evoluzione che port ancora nuovi oggetti sotto la giurisdizione esclusiva e inoltre
due pronunce della Corte Costituzionale avevano avvicinato i mezzi a disposizione del
giudice amministrativo a quelli del giudice ordinario per determinate materie .
La giustizia comunitaria
Nellultima parte del XX secolo parallelamente alla sempre pi effettiva rilevanza del
diritto comunitario, ha acquistato un rilievo via via maggiore anche il ruolo dei
giudici comunitari di Lussemburgo, cio della Corte di giustizia e del Tribunale di
primo grado; ad essi spetta risolvere le controversie tra istituzioni comunitarie
stati membri o tra organi comunitari e persone fisiche o giuridiche o tra persone
fisiche o giuridiche.
Questi giudici intervengono nelle controversie riguardanti materie di amministrazione
comunitaria indiretta, cio materie nelle quali le amministrazioni comunitarie debbono
attuare il diritto comunitario. Il Trattato prevede che qualsiasi persona fisica o
giuridica possa proporre ricorso contro decisioni prese nei suoi confronti o che
comunque lo riguardano individualmente. Il ricorso pu ottenere lannullamento per
incompetenza, violazione di forma sostanziali, violazione del trattato e sviamento di
potere. possibile anche un ricorso in carenzacontro lomissione di una decisione in
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violazione del Trattato. Ed previsto che il giudice possa sospendere lesecuzione del
provvedimento impugnato ed anche ordinare eventuali altri provvedimenti provvisori
necessari ed prevista la tutela risarcitoria senza che sia prevista la distinzione
tra diritti soggettivi ed interessi individuali.
C anche la previsione della possibilit di un intervento della Corte di giustizia
nel corso di un giudizio pendente presso un organo giurisdizionale di uno stato membro
quando occorre applicare il diritto comunitario. Nel corso di tale giudizio pu
sorgere un dubbio sulla legittimit di una disposizione comunitaria che occorre
applicare. Il Trattato che prima di emettere la sentenza i giudici statali debbano
domandare alla corte di pronunciarsi sulla questione (rinvio pregiudiziale); questo
per evitare che il diritto comunitario venga applicato in maniera difforme in tutta la
comunit.
Lo stato attuale del sistema di tutela giurisdizionale
A causa degli eventi che abbiamo appena visto, dellinfluenza del diritto comunitario e
degli interventi che vedremo, il sistema della tutela giurisdizionale stato
profondamente modificato. Sono stati modificati sia ambiti della giurisdizione
ordinaria che di quella amministrativa.
Uno degli aspetti maggiormente caratterizzanti stata la privatizzazione del pubblico
impiego con la devoluzione al giudice ordinario , delle controversie relative al
rapporto di lavoro, accompagnato dallespressa previsione che possono essere
pronunciate non soltanto sentenze di condanna ma anche pronunce costitutive o
estintive del rapporto di lavoro nonch la possibilit di annullare atti amministrativi
viziati.
Altre riforme invece si sono mosse nella direzione opposta ovvero ampliando la
competenza esclusiva del giudice amministrativo e permettendogli di disporre il
risarcimento del danno sia nelle controverse devolute alla sue giurisdizione esclusiva
sia in quelle generali. stata conseguentemente abrogata ogni disposizione che devolve
al giudice ordinario le controversie relative al risarcimento del danno. Si sono poi
aumentati i poteri cautelari del giudice amministrativo equiparandoli a quelli
spettanti al giudice ordinario e anche quelli istruttori giacch nella sua
giurisdizione generale egli pu avvalersi anche di consulenze tecniche , mentre in
quella esclusiva di prove testimoniali.
Questa evoluzione accompagnata dalla difficolt di definire bene il riparto di
giurisdizione potrebbe suggerire riforme costituzionali. Stessa cosa per eliminare la
contraddizione che vede il Consiglio di Stato svolgere tanto funzioni di consulenza nei
confronti delle pubbliche amministrazioni quanto di tutela dei cittadini nei confronti
di questultime; ci va a sbattere contro la disposizione che vuole che ogni processo
si svolga di fronte ad un giudice imparziale.
Metodi alternativi di risoluzione delle controversie
Per ottimizzare i lunghissimi tempi di risoluzione delle controversie sono stati creati
dei mezzi alternativi: in primo luogo possibile che un soggetto presenti, allegando
motivazioni, richiesta di annullamento o di riforma di un atto ad un organo
sovraordinato rispetto allorgano che ha emanato latto (ricorso gerarchico). Peraltro
possibile anche un ricorso gerarchico improprio contro atti e organi non
sovraordinati nei casi previsti dalla legge. Lorgano preso in considerazione deve
annullare o riformare latto se ritiene che il ricorso sia fondato senza che sia
necessario uno specifico interesse pubblico. Una volta ottenuta una decisione se
sfavorevole entro novanta giorni possibile ricorrere al TAR. Trascorsi i novanta
giorni, senza che vi sia stata risposta il ricorso si ritiene respinto ed possibile
impugnare il provvedimento in via giurisdizionale. Prima questo ricorso era molto usato
in quanto per vie giurisdizionali si poteva adire solo per atti definitivi ovvero non
suscettibili di ricorso gerarchico, adesso invece il ricorso giurisdizionale sempre
ammesso e quello gerarchico andato in disuso perch gli interessati non hanno fiducia
nellimparzialit dellorgano.
Si pu presentare ricorso in opposizione anche nei confronti dello stesso organo che ha
emanato latto. Per correggere levidente inaffidabilit di un tale ricorsi le
amministrazioni hanno disciplinato autonomamente ricorsi del genere prevedendo che la
decisione intervenga dopo aver sentito il parere di un altro organo non dipendente da
quello cui spetta decidere.
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poi previsto il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica che pur non
avendo la natura e gli effetti del ricorso giurisdizionale alternativo a
questultimo. La decisione adottata con decreto da Presidente della Repubblica su
proposta del Ministro competente in materia, sentito il parere del Consiglio di Stato
che non vincolante ma spesso seguito.
Esistono poi altri metodi alternativi: in materia di rapporti di lavoro stato
previsto un tentativo di conciliazione necessariamente preliminare al giudizio e in
caso di fallimento anche la possibilit di far risolvere la controversia ad arbitri
scelti dalle parti secondo le regole previste dai contratti collettivi nazionali di
lavoro.
In materia di lavori pubblici disciplinato un apposito procedimento per giungere alla
definizione di un accordo bonario in assenza del quale si pu ricorrere allarbitrato.
La stessa legge (205/2000) che ha ampliato la giurisdizione amministrativa esclusiva ha
anche eliminato il dubbio che non potessero essere risolte in via arbitrale le
controversie sui diritti soggettivi (ordinariamente pacifico che sia possibile)
quando queste sono devolute alla giurisdizione del giudice amministrativo.
THE END
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