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CAPITOLO PRIMO
Materiali Magnetici
cune pietre con la punta di ferro del suo bastone, ne aveva scoperto casualmente la propriet di attrazione; lo stesso autore narra anche di una collinetta vicino il fiume Indo interamente costituita da una roccia in grado di attrarre il ferro.
Dopo le prime applicazioni nella bussola (per prima citata in testi cinesi dellXI secolo
d.C. e poi descritta in testi europei del secolo successivo), e a valle degli studi principalmente condotti dallinglese W. Gilbert (considerato il padre del magnetismo moderno grazie
al De Magnete pubblicato nel 1600(*)), linteresse verso i magneti permanenti si cominci
ad intensificare nella prima met del XIX secolo come conseguenza delle esperienze sullelettromagnetismo di H. Oersted (1820) e di M. Faraday. In particolare, quando questultimo dimostr (nel 1831) che in una spira in moto relativo rispetto ad un magnete (il cui
moto sia tale da indurre una variazione del flusso concatenato) possibile indurre una
corrente elettrica, fu relativamente semplice pensare ad un generatore di energia elettrica di
tipo dinamico in alternativa alla pila (1800, A. Volta), generatore statico perch di natura
elettrochimica. Sebbene oggi possano apparire rudimentali, le diverse esecuzioni delle prime dinamo funzionavano con lo stesso principio degli attuali generatori in continua: allinterno di un campo magnetico prodotto da una o pi coppie di magneti, viene posto in rotazione un avvolgimento elettrico opportunamente disposto su di un rotore mosso da un motore primo calettato sullalbero. La presenza di un commutatore meccanico (combinazione
spazzole+collettore) suggerita da Ampre risultata, poi, necessaria a raddrizzare la tensione indotta, naturalmente alternata, e renderla temporalmente continua.
Dopo le prime dinamo prodotte su scala commerciale da E.M. Clarke a partire dal
18331834), i magneti permanenti furono progressivamente accantonati perch sostituiti
da bobine di eccitazione percorse da corrente e disposte su poli di materiale ferromagnetico
(pi flessibili ed in grado di generare campi magnetici di pi elevata intensit).
Sebbene nel 1837 lamericano T. Davenport avesse brevettato (ma forse mai realizzato) un motore elettrico, tra laltro a flusso assiale, seguito nel 1839 dallo scozzese R.
Davidson con un motore a magneti permanenti a flusso radiale, i motori elettrici si diffusero
significativamente pi tardi rispetto ai generatori, a causa dei rendimenti troppo bassi delle
prime realizzazioni. Soltanto nel 1873 il belga Z.T. Gramme present un motore a corrente
continua di prestazioni accettabili, sviluppato e perfezionato -tra gli altri- dallitaliano A.
(*) Questopera pu essere considerata il primo trattato scientifico sui magneti, visto che prima di allora
venivano considerati oggetti magici e soprannaturali. Gilbert scopr che la Terra dotata di magnetismo
proprio e fu il primo ad effettuare una chiara distinzione tra magnetismo ed elettricit, fenomeni fino ad
allora confusi luno con laltro. Impar a fabbricare dei magneti permanenti, lasciando raffreddare barre di
ferro incandescenti nella direzione del campo terrestre. Riusc a smagnetizzare dei magneti riscaldandoli
fino a temperatura opportuna.
Pacinotti.
Pi tardi (1890), grazie soprattutto agli studi dellamericano di origine croata N. Tesla,
fu introdotto in commercio il generatore (e motore) sincrono che aveva lindotto polifase
fisso e linduttore rotante realizzato con un avvolgimento di eccitazione (e non con magneti
permanenti) anche per la possibilit di regolazione che offriva tale sistema.
Intanto, dallintuizione (nel 1885) dellitaliano G. Ferraris del principio del campo magnetico rotante generato da un avvolgimento polifase fermo, si svilupparono i primi motori
asincroni, che ben presto si affermarono e sostituirono i motori non elettrici in numerose
applicazioni. In tale motore non , ovviamente, prevista la presenza di magneti permanenti,
a differenza di quanto avviene nelle macchine a corrente continua ed in quelle sincrone.
Per molti anni ancora i magneti non furono utilizzati nelle macchine elettriche (motori e
generatori) se non in applicazioni del tutto marginali, sebbene gi alla fine del XIX secolo le
caratteristiche dei magneti permanenti fossero state migliorate grazie allaggiunta di tungsteno
e cromo allacciaio. Linteresse cominci nuovamente ad accrescersi intorno agli anni 30
in corrispondenza con la realizzazione dei primi magneti permanenti artificiali di una certa
efficienza, con valori di energia specifica o prodotto di energia (una delle principali caratteristiche dei magneti, come verr descritto in seguito) 510 volte pi elevati di quelli
degli acciai al cromo od al tungsteno, allo-
500
energia specifica
kJ/m
400
NdFeB
300
200
SmCo
100
AlNiCo
acciaio
0
1880
1900
Ferriti
1920
1940
anno
1960 1980
2000
stanzialmente rivolta alla ottimizzazione delle prestazioni dei magneti gi noti, attraverso la
realizzazione di nuovi tipi di ferriti e di leghe AlNiCo. Praticamente nello stesso periodo fu
dimostrato che la presenza del ferro non era strettamente necessaria alla costituzione di un
magnete permanente e ci fu utilizzato per dar vita a nuove generazioni di materiali. Una
lega di platino e cobalto (Pt Co) ha mostrato avere un valore del prodotto di energia pi alto
delle leghe AlNiCo, ma lelevato costo del platino ne ha impedito la diffusione.
Negli anni 60 gli americani K. Stuart e A. Ray, dellUniversit di Daytona, scoprirono
che alcuni lantanidi o metalli delle terre rare (nella tavola periodica i lantanidi hanno
numero atomico compreso tra 57 e 71) potevano dar luogo a magneti con elevati valori del
prodotto di energia. Alcuni composti di gadolinio-cobalto (Gd Co5) e di Ittrio-Cobalto (Y
Co5) furono i primi tentativi, ampiamente superati, per, dalla combinazione samario-cobalto (Sm Co5, detto anche tipo 1:5), commercializzata dal 1965, che aveva un prodotto di
energia nettamente pi elevato di tutti i magneti fino ad allora noti e che trov impiego
principalmente nellindustria militare. Gli stessi Stuart e Ray proposero negli anni 70 il
Sm2Co 17 (detto anche tipo 2:17, contenente anche piccole percentuali di rame, ferro e
zirconio), che pu ritenersi un magnete permanente alle terre rare di seconda generazione
con impiego in diversi settori industriali.
La ricerca scientifica condotta negli anni 70 e 80 soprattutto in Giappone ha consentito, infine, la messa a punto e lintroduzione sul mercato (a partire dal 1983) dei cosiddetti
magneti alle terre rare di terza generazione, basati su composti di neodimio-ferro-boro (ad
esempio Nd2Fe14B , in genere indicati pi semplicemente con la sigla NdFeB). Questi materiali hanno attratto lattenzione del mondo industriale principalmente perch sono molto
pi economici del SmCo (il cobalto, infatti, molto costoso perch ha valenza strategica in
campo militare e sanitario), pur riuscendo a raggiungere valori pi elevati del prodotto di
energia. Le limitazioni del NdFeB sono rappresentate dalla non elevata temperatura massima di funzionamento e dai problemi di ossidazione delle superfici esterne. Il Neodimio,
presente con una percentuale di circa il 35% nel NdFeB, un lantanide prodotto principalmente in Cina (Mongolia interna), che soddisfa circa l80% del fabbisogno mondiale.
Altri materiali, giudicati promettenti in laboratorio, non hanno al momento trovato applicazioni commerciali.
Le caratteristiche dei diversi materiali oggi disponibili sul mercato sono dettagliatamente
descritte e comparate nel secondo capitolo.
applicazione di campo
magnetico
Fig.1.3 - Schematizzazione delle direzioni dei momenti magnetici elementari in sostanze diamagnetiche.
= 0 + +
$O O XP L QL R
1 + 2.2 10
-5 = 0,999968
3O DWL QR
1 + 30 10
-5 = 1.00030
&URP R
1 + 33 10
-5 = 1.00033
1 + 35 10
-5 = 1.00035
1 - 16.3 10
0 HUFXUL R
1 - 3.2 10
$ FTXD
r
-5 = 0,999840
%L VP XWR
5DP H
Sostanze
GL DP DJQHWL FKH
-5 = 0,999990
1 - 1.0 10
-5 = 0,999991
1 - 0.9 10
&X &O
-5 = 1.00022
con J vettore polarizzazione magnetica (o intensit di magnetizzazione o induzione intrinseca) generata dal materiale magnetizzato. Dalla fig.1.3b si deduce che, in termini di ampiezze,
lequazione precedente si scrive:
% = 0 + -
% < 0 +
Fig.1.4 - Schematizzazione delle direzioni dei momenti magnetici elementari in sostanze paramagnetiche.
spongono nel verso del campo stesso, rinforzandolo. Al cessare dellazione esterna i momenti ritornano ad essere orientati in maniera casuale. La polarizzazione magnetica J su
definita positiva, per cui linduzione risultante nel materiale maggiore di quella che si
avrebbe nel vuoto; cio:
% > 0 +
U > 1
Lalluminio, alcuni elementi di transizione nella tavola periodica e tutti i lantanidi (terre
rare) sono paramagnetici. Anche per i materiali paramagnetici si presenta il fenomeno del
diamagnetismo, che per trascurabile perch di entit notevolmente inferiore.
In poche sostanze (in genere i metalli), i fenomeni paramagnetici sono sostanzialmente
indipendenti dalla temperatura. Come mostrato da Pierre Curie nel 1895, invece, per la
gran parte delle sostanze paramagnetiche lintensit del campo interno prodotto (J/0) in
corrispondenza di un fissato campo esterno H, inversamente proporzionale alla temperatura assoluta, cio:
U 1 =
&
7
Al crescere della temperatura, lorientamento degli atomi nella direzione del campo
esterno reso pi difficile dal moto di agitazione termica degli atomi stessi che tende a
prevalere, e la permeabilit relativa tende ad 1.
Dalla relazione precedente si deduce che la permeabilit relativa aumenta al diminuire
della temperatura assoluta e che per T TC (con TC pari alla temperatura di Curie) si ha
una magnetizzazione spontanea della sostanza che diventa ferromagnetica (come indicato
poco pi avanti).
Le sostanze paramagnetiche, al di
sotto di una certa temperatura (definita per
J /J max
Nickel
teristiche magnetiche profondamente diverse (cfr. ad es. fig.1.5): dopo essere state
0.5
paramagnetico
0
- 200
200
400
[C]
Fig.1.5 - Andamento della magnetizzazione interna p.u. in funzione della temperatura per
il Nickel.
diamagnetici
paramagnetici
r < 1
r > 1
ferromagnetici
r >> 1
dolci
Classificazione materiali
Lamierini x
WUDVIRUPDWRUL
JHQHUDWRUL
PRWRUL
duri
Magneti
permanenti
ferro fu per primo osservato nel 1895 da Pierre Curie. Questultimo apr la strada alla
moderna teoria del magnetismo, classificando i materiali in diamagnetici, paramagnetici e
ferromagnetici, ed col suo nome (temperatura di Curie) che si indica la temperatura di
transizione tra il comportamento paramagnetico e quello ferromagnetico.
Il ferro dolce (Fe) per <768C, il cobalto (Co) per <130C e il Nickel (Ni) per
<358C sono gli unici tre elementi (tra laltro consecutivi nella tavola periodica con n.
atomico 26, 27 e 28 rispettivamente) che presentano caratteristiche ferromagnetiche a tutte
le ordinarie temperature ambiente. E per tale motivo che almeno uno di essi frequentemente presente nei diversi materiali ferromagnetici. Ad essi si aggiunge il Gadolinio (Gd, n.
atomico 64) per <16C, il Disprosio (Dy, n. atomico 66) e diversi composti come, ad
esempio, lossido di Cromo (CrO2). Il fatto che alcune leghe di metalli non ferromagnetici
(ad es. 65% rame, 25% manganese e 10% alluminio) abbiano un comportamento ferromagnetico dimostra che non si tratta di una propriet di alcuni elementi, ma solo di un fenomeno connesso con la disposizione degli orbitali elettronici.
In conclusione, i materiali diamagnetici -debolmente respinti da un magnete- hanno
atomi senza momenti magnetici permanenti, ma soltanto dipoli indotti da campi esterni. I
materiali paramagnetici -debolmente attratti da un magnete- hanno atomi liberi con momenti magnetici permanenti. I materiali ferromagnetici -fortemente attratti da un magnete- hanno dipoli magnetici costituiti da piccole regioni, dette domini (come illustrato pi
dettagliatamente in seguito), in cui tutti gli atomi hanno i momenti magnetici orientati nella
stessa direzione.
S N
S N
N
S
S
N
a dominio.
N
S
N
S
S
Un materiale ferroma-
S N
S
N
N
S
N
S N
S N
S
N
S N
Fig.1.6 - Domini elementari schematizzati come dipoli o con frecce orientate in materiali ferromagnetici non magnetizzati.
10
determina ampie variazioni della magnetizzazione risultante del materiale, che raggiunge valori anche migliaia di volte superiori a quelli originali. Una prima caratteristica dei materiali
ferromagnetici , quindi, lelevato valore di permeabilit relativa, cio r>>1.
Saturazione magnetica
Con un campo esterno sufficientemente elevato, in seguito allo scorrimento delle pareti
dei domini, scompaiono tutti i domini aventi direzione di magnetizzazione diversa da quella
esterna e si viene a formare un unico
dominio. La direzione di magnetizzazione dellunico dominio rimasto ruota fino a diventare parallela a quella del
campo impresso (cfr. fig.1.7). In que-
B
Bs
Hs
11
questultimo. La riorganizza-
Bs
E
Br
Js
0H
Hc
0
Hs
lesterno.
Se, quindi, dopo che un corpo di materiale ferromagnetico vergine stato magnetizzato fino alla saturazione (tratto a in fig.1.8), si riduce progressivamente lintensit del campo esterno applicato, linduzione risultante segue landamento (b) in figura. Il valore Br assunto quando il campo esterno viene completamente rimosso (H=0) detto induzione
residua. Per ridurre ulteriormente linduzione bisogna applicare un campo esterno di direzione opposta a quella precedente (2 quadrante in figura, valori negativi di H). Il valore |Hc|
necessario ad azzerare completamente linduzione detto campo
metrico del massimo precedentemente raggiunto, si passa nel 3 quadrante e si raggiunge linduzione di
Hc
0
12
detto ciclo limite, in quanto rappresenta la massima area delimitata nel piano B-H da una
magnetizzazione alternativa. Esternamente al ciclo limite non vi alcuno stato di magnetizzazione possibile per il materiale preso in esame. Applicando campi esterni con valori massimi
H max < Hs, tali da non portare il materiale in saturazione, si avrebbero cicli di isteresi pi
interni (fig.1.9); per valori Hmax>Hs i due tratti ascendenti e discendenti del ciclo vanno a
coincidere con la retta di equazione:
B = Js + 0 H
(1)
Bs
Js
Br J r
Js
Hc
0 H
0
B
Hs
Hc
Br
mentre il campo coercitivo JHc necessario ad azzerare J in valore assoluto maggiore di quello B Hc che porta a zero linduzione.
Quando J=0 il materiale completamente smagnetizzato, cio lorientamento dei domini non
ha alcuna direzione preferenziale. Dalla fig.1.10 si deduce anche che nel primo quadrante
linduzione intrinseca J sempre minore dellinduzione complessiva B; mentre avviene il
contrario nel secondo quadrante. Per alcuni materiali (ad es. AlNiCo) la differenza tra le
due curve molto piccola; per altri (ad es. le ferriti) invece tuttaltro che trascurabile.
La forma del ciclo di isteresi ed i suoi punti singolari sono molto importanti per definire
le caratteristiche dei materiali ferromagnetici. In particolare larea del ciclo una misura di
quanto forte (dura) sia lopposizione del materiale alla magnetizzazione ed alla smagnetizzazione. I materiali ferromagnetici vengono solitamente suddivisi in dolci e duri a seconda
che larea del ciclo piccola o grande rispettivamente.
13
Bs
Br
Hc
0
14
Br
Hc
0
pertanto, ad essere impiegati come magneti permanenti. Alcuni tipi di questi ultimi (in
particolare quelli alle terre rare) conservano la magnetizzazione non solo quando si annulla il
campo esterno, ma anche in presenza di elevati campi impressi aventi direzione opposta a
quella di magnetizzazione. In maniera duale, sono ovviamente necessari elevatissimi valori
del campo magnetico esterno per raggiungere la saturazione. Siccome listeresi fortemente influenzata dalla presenza di impurit, i magneti permanenti sono in genere drogati con
altri elementi al fini di inibire (o, almeno, contrastare) la rotazione dei
Bs
(a)
(b)
B r Bs
accompagnato ad un corrispondente decremento del flusso prodotto dal magnete, perch viene a
ridursi la percentuale di materiale
Hc
Br
Hc
0
ferromagnetico puro. Tra i materiali ferromagnetici duri si possono citare le leghe ferro-alluminionickel-cobalto (AlNiCo), gli acciai
martensitici, numerosi composti
intermetallici contenenti terre rare
15
Permeabilit
iniziale
Permeabilit
massima
Induzione
residua
Campo
coercitivo
3HUPDOOR\
GXUL
6XSHUPDOOR\
)HUULWH
AlNiCo
Ferrite di
bario
NdFeB
30
20
RUGLQDULR
(78.5% Ni,
21.5% Fe)
800
10.000
100.000
2.000
r,max
10.000
50.000
300.000
3.000
0,9
0,6
0,6
0,15
1,1
0,73
0,35
1,2
20
0,4
20
5.000
34.000
200.000
400.000
Br
[T]
Hc
[A/m]
Acciai al
cromo,
tungsteno
Zn-Mn
e metalli di transizione.
Nelle memorie di massa dei computer (floppy e hard-disk), nei nastri per cassette musicali, nei poli di eccitazione di motori elettrici (a collettore o brushless) si usano i materiali
duri perch richiesto il mantenimento di una magnetizzazione persistente.
Dalla tab.1.3 si deduce che i materiali magnetici dolci differiscono da quelli duri principalmente per i valori della permeabilit e del campo coercitivo.
Ai materiali dolci e duri appartengono anche le ferriti, che, come indicato nel successivo paragrafo sono pi propriamente dei materiali ferrimagnetici. Si tratta di ossidi ceramici
composti da ossido di metallo bivalente + ossido di ferro Fe2O3. Se il metallo Cd, Co,
Cu, Mg, Mn, Ni, Zn, le ferriti sono dolci; se, invece, il metallo Ba o Sr, le ferriti sono
materiali duri; si ha, infine, la magnetite se il metallo Fe.
16
IHUURPDJQHWLFR
DQWLIHUURPDJQHWLFR
IHUULPDJQHWLFR
Si dicono, invece, ferrimagnetici quei materiali (ad esempio le ferriti) per i quali non vi
esatta compensazione tra i domini orientati nei due sensi: si ha, quindi, una magnetizzazione risultante corrispondente alla differenza tra le magnetizzazioni nei due sensi (fig.13c). Tali
materiali si comportano sostanzialmente come quelli ferromagnetici, ma hanno una bassa
induzione residua e per essi basso il valore del campo magnetico necessario a portarli in
saturazione.
Sia per i materiali antiferromagnetici che per quelli ferrimagnetici vi una temperatura
limite (detta temperatura di Nel) al di sopra della quale i materiali perdono le loro caratteristiche.
A differenza dei materiali ferromagnetici quelli ferrimagnetici hanno bassa conducibilit
e, quindi, sottoposti a magnetizzazione alternativa hanno perdite per correnti parassite pi
basse. Secondo questa schematizzazione, la magnetite (in cui vi sono i due ossidi di ferro
FeO e Fe2O3) sarebbe un materiale ferrimagnetico, in quanto i due tipi di ione ferro presenti
hanno due momenti magnetici differenti e disposti in antiparallelo luno rispetto allaltro.
17
Nota
Secondo stime attendibili, il mercato mondiale dei materiali magnetici nel 1999 stato di circa 60.000 miliardi di lire, divisi circa a met tra dolci e duri; una pi dettagliata
articolazione dei materiali pi diffusi rappresentata nel grafico seguente. In realt nei
duri sono inclusi anche i materiali usati per supporti magnetici quali dischi e nastri, che
andrebberro meglio classificati come SEMI-DURI, in quanto devono essere dotati di sufficiente isteresi per conservare i dati nel tempo, ma devono anche essere sufficientemente
dolci per essere rimagnetizzati agevolmente nel campo prodotto dalla testina di scrittura. In genere, questi materiali semi-duri, che rappresentano circa il 30% dellintera produzione mondiale di materiali magnetici, vengono utilizzati in sottili film sotto forma di dispersione in matrice polimerica; per gli hard-disk dei computer si ricorre a leghe Co-Cr
con elevati campi coercitivi (> 150 kA/m), mentre per i nastri di cassette audio e video e
per i floppy-disk dei computer si ricorre a CrO2 e a polveri di ossidi di ferro con campo
coercitivo dellordine di 50 kA/m.
Sempre con riferimento allo stesso anno, da una stima della ripartizione del mercato
dei materiali ferromagnetici per settori di applicazione, risulta che i magneti permanenti
impiegati in motori ed attuatori elettrici rappresentano circa il 15% del mercato complessivo.
0DWHULDOL
0%
GROFL
10%
'XUL
20%
11.0%
Ferriti dure
VHPLGXUL
AlNiCo
SmCo
NdFeB
1.5%
2.0%
6.0%
20.0%
12.0%
6.5%
13.5%
15.0%
4.0%
8.5%
30%
18
6LPEROR
6,
&*6
&RQYHUVLRQH
Induzione magnetica
Tesla [T]
Gauss [G]
1 T= 10 G
Induzione magnetica
intrinseca o polarizzazione
magnetica
Tesla [T]
Gauss [G]
1 T= 10 G
Campo magnetico
Amprespire per
Oersted [Oe]
metro [A/m]
1 A/m=4 10 Oe
Gauss Oersted
[Goe]
Maxwell [Mx]
1 Wb=10 Mx
Energia elettromagnetica
specifica
%+
Flusso magnetico
Weber [Wb]
P
-3
-7
4 10 H/m= 1
6LPEROR
8QLWjGLPLVXUD6,
%U
[T]
Campo coercitivo
normale
%+
[kA/m]
'HVFUL]LRQH
Campo coercitivo
intrins eco
-+
[kA/m]
Prodotto di energia
%+
[J/m ]
Prodotto di energia
mas simo
%+ PD[
[J/m ]
7F
[C]
7 PD[
[C]
D7
[%/C]
Densit
[kg/m ]
Resistivit elettrica
[ mm /m]
Temperatura di Curie