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2.

uxrp svolcE uN RUoLo FoNDAMENTALE


N

ELU EN ERG ETICA BIOCI-I I M ICA

per catturare e trasferire l'energia necessaria a svolgere il Iavoro cellulare, gli organrsmi ulilizzano una particolare molecola: l'adenosintrifosfato o ATP. LATP agisce come una sorta di .mofleta, dell'energia. Cos
come gli esseri umani guadagnano denaro con l proprio lavoro e poi lo spendono per comprare ci di cui
hanno bisogno, le cellule ulilizzano una parte dell'energia prodotta dalle reazioni esoergoniche per costruire molecole di ATp, che poi potra essere usata per alimentare reaztoni endoergoniche. Oltre alla funzione
energetica IATP pu anche essere ulilizzalo per la sintesi degli acidi nucleici.

L'lDRoLtst DELL'ATP LIBERA ENERGIA

Una molecola di ATP formata dalla base azotata adenina legata a una molecola
di ribosio (uno zucchero a cinque atomi di carbonio) che porta attaccata una sequenza di tre gruppi fosfato (>figura 6A), ognuno dei quali reca una carica negativa. La molecola di ATP pu essere idrolizzata nella cellula.
>

Figura 6 IIATP un

ATP (formula d struttura)

ATP (mode lo compatto)

nucleotide ad alto
contenuto energetico

(A) Nel legame

Adenina NH:
I

-c\
sZY\6-N

P-0

gruppo fosfato dell'ATP


Grupp fosfalo

immagazzinata un'elevata
quantit di energia. (B) Le
lucciole usano l'ATP per

oo

ii'
r-c1 2C-r./

fra il secondo e il terzo

C_

llll
-o-P-o
P-O- ct"
tl -P-ooo- oL;:,,H
tl

avviare una reazione che

trasforma l'energia chimica


in energia luminosa;
I'emissione di lampi di
luce a intervalli regolari
servono a segnalare la
disponibilit dell'insetto
all'accoppiamento.

OH

fosfato)

(A)

AIP

(adenosintrfosfato)

l-idrolisi dell'ATP una reazione esoergonica che produce una molecola di ADP
(adenosindifosfato), uno ione fosfato inorganico (H2P0-, abbreviato in P,) ed

ATP + HrO

energia.

ADP + P+ energia

Nelle normali condizioni cellulari, l'idrolisi dellATP rilascia una quantit di


energia significativa, ma non troppo elevata. Cio importante per due ragioni:

{.
z.

I'energia rilasciata sufficiente ad attivare gran parte delle reazioni cellulari,


ma non danneggia la cellula;
la cellula sintetizza nuove molecole di ATP a partire dallADP, dal fosfato e
dall'energia prodotta da reazioni metaboliche esoergoniche.

Lareazione di sintesi dell ATP endoergonica

immagazzinatanta energia quan-

to quella prodotta dall'idrolisi


ADP + P + energia > ATP + HrO
Lenergia necessaria per la reazione proviene da altre reazione esoergoniche che
hanno luogo nella cellula.

490

q ATP hvdrolvsis

EI

L'tDRoLtst DELL'ATp FA DA TRAMITE FRA REnztoNt


ESOERGONICHE E REAZIONI ENDOERGONICHE

Nella cellula avvengono continuamente reazioni esoergoniche che liberano energia, ulilizzata per sinletizzare ATP. LATP si trasferisce poi nelle regioni della cellula dove serve energia e qui viene idrolizzato. Lidrolisi dellATP una reazione
esoergonica e produce ADP, P ed energia. Per sfruttare l'energia prodotta, I'idrolisi dell ATP quasi sempre accoppiata al meccanismo della fosforilazione:
v

Si definisce fosforilazione il trasferimento di un gruppo fosfato dall'ATP ad un sub-

Figura 7

strato, cio a un'altra molecola alla quale si lega con un legame

Uaccoppiamento

covalente.

energetico. Le reazioni
:ellulari esoergoniche
-

cerano l'energia
ecessaria per sintetizzare

:-P a partire da ADP e


':sf ato. f energia liberata
:all'idrolisi dell'ATP in
:DP + Pi utilizzata dalla
:ellula per alimentare

le

':azionl endoergoniche.
Reazione esoergonica:
3era energia)
Resp razione cellulare

.
.

Catabo ismo

I
I

Energ a

::

sintesi di ATP
ADP e P1

:::hiede energia.

(:)M

> Figura 8 Utilizzo


continuo di energia .

lrche quando stiamo


'rosando consumiamo e
:roduciamo

ATP.

Il substrato che viene fosforilato acquista cos l'energia necessaria per compiere un lavoro, come per esempio una reazione endoergonica, un movimento
muscolare o il trasporto attivo di una sostanza attraverso la membrana.
Terminato il lavoro, la molecola perde il gruppo fosfato, che in seguito potr
essere nuovamente unito a una molecola di ADP per ricostruire IATP.
Le reazioni cellulari esoergoniche che possono fornire 1'energia per trasformare 1ADP in ATP sono molte. Negli eucarioti la piu importante la respirazione cellulare, con cui parte dell'energia liberata
Reazione endoergonica:
dalle molecole di nutrienti viene utllizzata per
(richiede energ a)
. Traspodo attivo
sintetizzare ATP.
. Mov ment cel u ari
La sintesi e l'idrolisi dellATP costituiscono
. Anabolismo
il nciclo di accoppiamento energetico>: IADP
diventa ATP prelevando energia dalle reazioni
esoergoniche, energia che IATP cede nuovamente alle reazioni endoergoniche (>figura 7).
Laccoppiamento di rcazioni esoergoniche
ed endoergoniche comune nel metabolismo.
Per mantenere attivi i propri meccanismi
biochimici, una cellula in attivit richiede milioni di molecole di ATP ogni secondo. Una
persona a riposo (>figura B) produce e idrolizza crcca a0 kg di ATP al giorno: poco meno del
proprio peso. Questo significa che ogni molecola di ATP va incontro quotidianamente a circa 10 000 cicli di sintesi e idrolisi; tali reazioni
non potrebbero procedere cos in fretta se non
fossero facilitate da proteine catalitiche chiamate enzimi.

Termini e concetti chiave

A. Che cosa accade a seguito dell'idrolisi di una


molecola diATP?

B. Descrivi che cosa accade in una reazione di


fosforilazione.

c.

Che cosa si intende per "ciclo di

accoppiamento energetico,?

phosphorytation

3.

cLr ENzrMr AccELERANo LE REAztoNt METABot-tcHE

Le reazioni che liberano energia sono spesso spontanee, ma il fatto che una reazione tenda ad avvenire
spontaneamente non ci dice nulla sulla velocita con cui essa avvene. Alla temperatura corporea, le reazioni biochimiche sarebbero troppo lente per prendere parte ai process vitali se le cellule non facessero
qualcosa per renderle pi veloci. E questa la funzione dei calalizzatori: sostanze che accelerano una
reazione senza essere modificate in modo permanente dalla reazione stessa. Un calalizzatore non e in
grado di indurre una reaztone; pu soltanto accrescerne la velocita. Quasi tutti i catalizzalori biologici sono
proteine chiamate enzi m.

IT

UNA REAZIONE, PER ANDARE AVANTI,


DEVE SUPERARE UNA SOGLIA ENERGETICA

possibile che una reazione esoergonica proceda

molto lentamente, anche se pro-

reazioniinfatti sono lente perch esiste


Pensa a un comune accendino (>fiprodotti.
rnasoglia energetica fra
gura 9), che contiene come combustibile propano liquido: 1a combustione del produce una gran quantit di energia. Alcune

Figura 9 La

combustione del
propano . Ouesta reazione
esoergonica ha bisogno
di una scintilla per poter
essere innescata.

reagenti e

pano

una reazione esoergonica, che libera energia sotto forma di calore


C.Hu + 5 O,

di luce:

3 CO2 + 4 HrO + energia

Una volta iniziata, la reazione arriva a completamento: tutto il


propano si combina con I'ossigeno formando diossido di carbo-

nio e vapore acqueo.


Dato che libera cos tanta energia, potresti pensare che la
combustione del propano proceda rapidamente non appena il
propano venga a contatto con I'ossigeno, ma non cos. Una
semplice miscela di propano e aria, infatti, non dr luogo ad alcuna reazione. Il propano incomincia a bruciare solo se si produce
una scintilla, cio se si fornisce energia. La necessit di questa
scintilla per dare inizio alla reazione dimostra che esiste una
barriera energetica fra i reagenti e i prodotti.
In generale, le reazioni esoergoniche procedono soltanto
dopo che una piccola quantit di energia supplementare spinge i
reagenti al di sopra della soglia energetica (>figura 10).
La quantit di energia necessaria per portare i reagenti alla

soglia

energetica e innescare una reazione denominata energia di at-

tivazione,

{.

Nelle reazioni chimiche, I'energia di attivazione I'energia necessaria per rompere i legami presenti nei reagenti in modo che si possano riorganizzare formando
successivamente i prodotti. Ogni reazrone chimica possiede una propria energia
di attivazione.
Da dove proviene I'energia di attivazione? In un qualsiasi insieme di reagenti a
temperatura ambiente, alcune molecole sono in movimento e possono utilizzare
la propria energia cinetica per superare la soglia energetica e reagire. Tuttavia, a
queste temperature sono poche le molecole che possiedono energia sufficiente, e
la reazione avviene molto lentamente. Se si riscaldasse il sistema, tutte le molecole
di reagente si muoverebbero piir in fretta e avrebbero una maggior energia cine-

492

g activation enersy

o
o

o
o

.d

LLl

flo lnergia di attil'azione richiesta per


dare inizio a una reazlone,

10 lJenergia di attivazione necessaria per avviare una


reazione . (A) ln qualsiasi reazione chimica, perch la trasformazione
diventi possibile necessario superare una soglia energetica. (B) Una
palla che si trova in un avvallamento al culmine di un pendo ha bisogno di
una spinta (E") per uscire dall'avvallamento.

> Figura

o
o

La palla ha ricevuto un apporto di

energia di attivazione

rotolare spontaneanente lungo

D
o

pu

ii

pendio, rilasciando energia.

tica; aumentando il numero di molecole dotate di un'energia superi.ore all'energia


di attivazione, la reazione sarebbe piu veloce.
I1 riscaldamento, per, non un sistema utilizzabile dagli esseri viventi per
accelerare le reazioni nelle cellule. Infatti un metodo cos aspecifico accelererebbe
in modo indiscriminato tutte le reazioni, anche quelle pericolose, come la denaturazione delle proteine. Un modo piu eficace di accelerare una reazione in un
sistema vivente quello di abbassare 1'energia di attivazione; nelle cellule questo
compito svolto dagli enzimi.

ffi clt ENZtMt st LEGANo

A UN REAGENTE SPECIFICO

Ogni sostanza in grado di aumentare la velocit di una reazione chimica un


catalizzatore. Molti catalizzatori non biologici sono aspecifci; per esempio, la
polvere di alluminio catalizza praticamente tutte le reazioni nelle quali uno dei
reagenti sia I'idrogeno molecolare (H.). Al contrario , i cafalizzafori biologici sono
in genere altamente specifci: sono catalizzatori biologici gli enzimi, complesse
molecole proteiche, e i ribozimi, piccole molecole costituite da RNA.
Gli enzimi sono i catalizzatori biologici piu comuni; di solito un enzima riconosce un

s enzyme

solo reagente o un piccolo gruppo di reagenti molto simili, si lega ad esso e calalizza
un'unica reazione chimica.

In una reazione catalizzafada un enzima, i reagenti prendono il nome di substrati. Le molecole di substrato si legano a un determinato sito dell'enzima, chiamato
sito attivo, dove avviene la catalisi (>frgura 11). La specificit di un enzima deriva dalla precisa forma e struttura tridimensionale del suo sito attivo, al quale si
> Figura 11 Enzima

substrato . Un enzima

un catalizzatore proteico

dotato di un sito attivo


capace di legarsi a una o
piu molecole di substrato

ft
Gj'{l= \fr >#
i.ugry#
S to att vo

Le molecole di
substrato si adattano
perlttanente al sito
attiYo.. .

t' "lt"'t

*
---l

Enz

ma

complesso enz ma substrato

La clem..
co mple

'.

enzirrf,-: :

genera: :
L'enzir-; .
nuo\_a-_a

cispor i--:

catalizz::.
feazio:a

adatta soltanto una ristretta gamma di substrati, a volte solo uno. Altre
molecole,
diverse per forma, per la presenza di gruppi funzionali diversi o per propriet,
non riescono ad aderire al sito attivo e legarsi a esso.

Il nome degli enzimi deriva dalla loro funzione specifica e spesso termina col
suffisso -asi. Per esempio, I'enzima RNA polimerasi catalizza la sintesi
dell,RNA,
ma non quella del DNA.
La formazione del legame fra il substrato e il sito attivo di un enzima produce
il complesso enzima-substrato (ES), che pu essere tenuto insieme da,ruii tipi di
interazioni, quali legami a idrogeno, interazioni elettrostatiche o legami covalenti.
La maggior parte degli enzimi ha dimensioni notevoli rispetto al substrato
su cui agisce; al contrario, il sito attivo in genere molto piccolo (una decina di
amminoacidi o poco piu). Il suo ruolo tuttavia fondamentale: infatti la capacit
dell'enzima di selezionare il substrato corretto dipende dal preciso incastro fra
sito attivo e substrato e dalle interazioni tra i gruppi chimici presenti nel sito
di legame. Alla fine della reazione, l'enzima libero (E) riacquista la stessa forma
chimica che aveva all'inizio, nonostante le trasformazioni alle quali pu essere
andato incontro mentre era legato al substrato (>frgura 12).
>

Figura 12 Alcuni enzimi


cambiano forma in
seguito al legame del

Sito attivo vuoto

substrato. I cambiamenti
di forma determinano
spesso un adattamento

indotto tra enzima e


substrato, fornendo
all'enzima la propria
capacit catalitica.

Talvolta, perch si manifesti l'attivit di un enzima, necessaria la partecipazione di molecole non proteiche, chiamate a seconda della natura chimica coenzimi, cofattori o gruppi prostetici:

w i coenzimi

sono composti organici, in genere di dimensioni relativamente piccole rispetto all'enzima con cui formano un legame transitorio (>figura 1:),

"
>

Figura 13 Un enzima

con il suo coenzima

. Alcuni enzimi per


funzionare hanno bisogno
di coenzimi; questo disegno
mostra le quatko subunit
(rossa, gialla, viola e verde)
dell'enzima gliceraldeide

3{osfatodeidrogenasi e del
suo coenzima NAD
(in bianco).

494

uno stesso coenzima pu essere utilizzato anche da piu enzimi diversi;


i cofattorl sono ioni inorganici come lo zinco o il ferro;
i gruppi prostetici sono gruppi molecolari legati covalentemente all,enzima.

E clr ENZTMT RrsENToNo DEt FATToRI AMBTENTALT:


pH E TEMPERATURA

Abbiamo visto che gli enzimi mettono le cellule in grado di eseguire rapidamente
reazioni chimiche e processi complessi. D'altra parte, la loro struttura tridimensionale e le lorg propriet chimiche delle catene laterali dei loro siti attivi li rendono fortemente sensibili al pH e alla temperatura.
Lattivit di ciascun enzima massima in corrispondenza di un determinato
valore di pH e diminuisce quando la soluzione diventa piir acida o piu basica
(>figura 14A). Le variazioni di pH infatti influenzano lo stato di ionizzazione dei
gruppi acidi e basici presenti negli amminoacidi, alterando il ripiegamento della
catena polipeptidica e la forma della proteina.
Leffetto della temperatura in genere e piu semplice. Il riscaldamento tende ad
aumentare la velocit di una reazione enzimatica perch a temperature piu alte
aumenta la percentuale di molecole di reagente dotate di energia cinetica sufficiente a fornire I'energia di attivazione per la reazione (>figura 14B). Tuttavia,
se la temperatura diventa troppo elevata, gli enzimi iniziano a disattivarsi perch alcuni dei legami deboli presenti all'interno della loro molecola si spezzano.
Quando poi il calore arriva ad alterare la struttura terziaria,l'enzimava incontro
a denatrrazione e perde la propria funzionalit.
Alcuni enzimi si denaturano a temperature appena superiori a quelle del corpo umano, ma un certo numero rimane stabile perfino alla temperatura di ebollizione o di congelamento dell'acqua. Tutti gli enzimi, in ogni caso, presentano una
temperatura ottimale per la loro attivit.

o
C
o
N
o
o

C
o
.N

a
,6

'6

.6

Temperatura

Acido
(A)

r
.

(B)

Figura 14

ll pH e la temperatura influenzano l'attivit degli enzimi

(A) Ciascun enzima presenta un picco di

attivit in corrispondenza

di un particolare valore di pH. Per esempio, la pepsina una proteasi


particolarmente attiva nell'ambiente acido tipico dello stomaco. (B) Un
enzima pi attivo a una particolare temperatura ottimale; a temperature
superiori, la denaturazione ne riduce l'attivit.

Termini e concetti chiaue

A.

Da dove proviene l'energia di attivazione?

B. Che cos' un enzima?


lr.

Per quale ragione molti enzimi sono attivi solo a determinati valori di pH della
soluzione in cui si trovano?

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