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IL MONOPOLIO DELLE DISCARICHE PRIVATI NELLE AUDIZIONI DELLEX

DIRIGENTE REGIONALE LUPO E DELLASSESSORE CONTRAFATTO

Dopo aver ascoltato il dottor Nicol Marino, assessore, sempre


nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione parlamentare
dinchiesta sui rifiuti sta conducendo relativamente alla Regione
siciliana, stato il turno dellattuale assessore all'energia e ai servizi
di pubblica utilit della Regione siciliana, Vania Contrafatto e dellex
dirigente generale del dipartimento della regione siciliana delle acque
e dei rifiuti Marco Lupo a raccontare la gestione dei rifiuti in Sicilia
negli ultimi anni.
Lassessore Contrafatto in carica solo da pochi mesi e insieme al nuovo
direttore Armenio, sta lavorando per far recuperare alla Sicilia il tempo
perduto. Tuttavia degna di nota appare la dichiarazione del neo assessore sulla
certificazione antimafia della Tirrenoambiente Tornando, invece, alla
questione discariche ha riferito la Contrafatto ai commissari a seguito
dell'attivit ispettiva che fu lanciata dall'assessore Marino dopo le conclusioni a
cui pervenne la Commissione ispettiva, sono stati, in via di autotutela
amministrativa, ripercorsi tutti i passaggi amministrativi che portarono alle
autorizzazioni, ora ritirando, ora sospendendo quelle che erano state poste in
essere contro la legge. Ove sono state individuate situazioni penalmente
rilevanti, ne stata data comunicazione alle procure competenti.
Come saprete bene, per la discarica che insisteva in territorio di Messina,
quella di Mazzarr Sant'Andrea, pendente un procedimento penale per
inquinamento ambientale, quindi la discarica attualmente sequestrata dalla
procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Poich, per, il sequestro aveva avuto
come oggetto solo la discarica e non anche il trattamento meccanico-biologico,
su quello, invece, sono in corso le attivit di revisione. Noi abbiamo scritto
all'azienda chiedendo anche, nuovamente, i certificati antimafia e ci stato
risposto in maniera piccata. La lettera con la quale ci hanno risposto in
settimana l'abbiamo portata e la depositeremo agli atti affinch possiate
vedere con quale tracotanza i responsabili abbiano risposto, ritenendosi offesi
perch noi ci siamo permessi di chiedere nuovamente il certificato antimafia e
contestando sia la nostra idoneit a chiederlo, sia, soprattutto, il fatto che
fosse passato il tempo. Essi ci hanno anche minacciato di adire le vie legali
proprio perch noi avremmo fatto la terribile richiesta di avere questo
certificato. Questa discarica attualmente non in uso. Marco Lupo invece,
avendo lavorato a stretto contatto con Nicol Marino, ha fornito alla
Commissione ulteriori dettagli destinati a fare chiarezza sulla gestione siciliana
dei rifiuti degli ultimi anni. Al momento del suo insediamento come direttore
generale era in atto l'emergenza e la regione si era dotata due anni prima di
una nuova legge che regolamentava il settore, la legge n. 9 del 2010, che
riorganizzava il settore prevedendo il passaggio dalle attuali ATO, che erano
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27, alle nuove societ per la regolamentazione del servizio di gestione dei
rifiuti che in acronimo si chiamano SRR.
Dopo due anni e mezzo
dall'emanazione di questa legge e dalla dichiarazione dell'emergenza, a fine
2012, non ho timore di essere smentito ha dichiarato Lupo affermando che
non era stato fatto nulla di concreto n per l'attuazione della legge, n per la
realizzazione degli obiettivi previsti nella dichiarazione di emergenza. Nessun
impianto pubblico era stato realizzato, n ne era stata avviata la realizzazione,
nessuna SRR era stata costituita, nessun piano d'ambito predisposto da parte
di queste SRR, anzi avvenuto lesatto opposto. Per quanto attiene
l'impiantistica continua Lupo , nel 2010-2011 la regione aveva abbandonato
l'idea di realizzare i termovalorizzatori, anche perch le gare dei quattro famosi
dei termovalorizzatori sapete penso tutti come sono andate, e tra il 2010 e il
2012, cio prima del mio insediamento, non facendosi termovalorizzatori la
regione ha autorizzato circa 11 milioni di metri cubi di discariche
fondamentalmente a quattro soggetti privati, cio 3 milioni di metri cubi a
Oikos a Catania, 3 milioni di metri cubi a Sicula Trasporti a Catania/Siracusa
perch al confine, 2 milioni di metri cubi a Messina Tirrenoambiente e 3
milioni di metri cubi a Catanzaro Costruzioni ad Agrigento.
Quattro soggetti
privati hanno quindi ricevuto autorizzazioni per circa 11 milioni di metri cubi di
discariche, quindi l'attenzione era molto concentrata sui termovalorizzatori, ma
nel frattempo la vera problematica erano questi volumi autorizzati, e nessuna
iniziativa era stata adottata per il trattamento della frazione umida prima del
conferimento in discarica, la biostabilizzazione dei rifiuti, tenuto conto che
soltanto una discarica, quella di Sicula Trasporti, dotata di un impianto di
biostabilizzazione.
In tutto il resto della regione si ritenuto di interpretare,
secondo me erroneamente, una circolare che consentiva in un periodo
transitorio, in attesa di realizzare l'impianto di biostabilizzazione, di limitarsi
alla tritovagliatura con la possibilit di autorizzare una nuova discarica da 3
milioni di metri cubi, quindi in quel modo l'adeguamento non sarebbe avvenuto
mai. La direttiva europea era chiara, no al tal quale in discarica, eppure non
mai stata applicata cercando di aggirarla con delle interpretazioni fino a
quando lEuropa ha detto basta aprendo la procedura di infrazione. Tornando
alle autorizzazioni alle megadiscariche private, esse furono rilasciata tra il 2010
e il 2012 sotto il governo Lombardo. Con larrivo di Marino per si decide di
cambiare liter. ...con l'assessore Marino continua lex direttore generale ,
che stato il mio primo assessore di lunga prospettiva, abbiamo cercato di
agire su pi fronti, intanto sul fronte della verifica degli iter amministrativi che
avevano condotto al rilascio di queste autorizzazioni da parte dell'Assessorato
ambiente, perch da noi sia la VIA [valutazione impatto ambientale, ndr] che
l'AIA [autorizzazione integrata ambientale, ndr] erano di competenza
dell'Assessorato ambiente.
Con l'assessore Marino abbiamo invece
presentato una norma attraverso il Governo, poi approvata dal Parlamento, in
cui la valutazione di impatto ambientale rimaneva di competenza
dell'Assessorato ambiente, mentre l'AIA diventava competenza del mio
dipartimento. Questa norma entrata in vigore a gennaio del 2013. La
commissione ...con un decreto dell'assessore regionale e mio, a doppia firma
del direttore e dell'assessore, abbiamo istituito una Commissione per la verifica
degli iter amministrativi, cominciando proprio dalle quattro discariche prima
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citate, perch avevano una volumetria rilevante, da cui dipendeva la possibilit


di conferire di circa 380 comuni, quindi erano quelle pi importanti.
Nella
Commissione di verifica sono stati inseriti dei componenti di grande
competenza ambientale: una funzionaria della provincia di Palermo, la
dottoressa Di Franco della provincia di Palermo, la dottoressa Abita dell'ARPA
(l'ARPA ha una struttura centrale e delle sezioni provinciali), una funzionaria
del dipartimento, la dottoressa Fais, e alcuni componenti inseriti dal dottor
Marino, che lavoravano nel suo Gabinetto e aveva portato con lui quando si era
insediato, in particolare il dottore Buceri, un funzionario di polizia che lavorava
con lui alla procura di Caltanissetta quando lui faceva il magistrato. La discarica
Oikos
Dall'esame di queste autorizzazioni emerso di tutto. difficile
riassumere tutte le questioni, ma posso dire che per quanto riguarda la
discarica di Catania, di Motta Sant'Anastasia gestita dalla ditta Oikos, ricevuta
la relazione io ho adottato tre provvedimenti. Loro avevano una discarica
esaurita, la discarica in contrada Tirit, per la quale ho fatto un provvedimento
di chiusura per gravi motivi ambientali; avevano l'autorizzazione alla
realizzazione di un bioreattore, per cui non ho neanche avviato il procedimento
di revoca perch la realizzazione dell'impianto non era ancora iniziata.
Per
la discarica in corso di coltivazione da circa 3milioni di metri cubi ho avviato il
procedimento di revoca dell'autorizzazione, che poi ho concluso a luglio del
2014 con la revoca dell'autorizzazione. ...Qualche giorno prima della revoca,
ma dopo l'avvio del procedimento il titolare della discarica stato arrestato
insieme al dipendente del dipartimento ambiente e nell'ordinanza del GIP
vengono espressamente citate le conclusioni della Commissione che aveva
istruito l'iter amministrativo dell'autorizzazione rilasciata. La discarica
Tirrenoambiente Per quanto riguarda la discarica di Messina di
Tirrenoambiente, anche l la Commissione ha concluso la sua relazione e sulla
base della relazione ricevuta io ho adottato un avvio di procedimento di revoca
del rinnovo dell'autorizzazione per la discarica e anche una revoca
dell'autorizzazione dell'impianto di biostabilizzazione.
Nel frattempo
successo (lo racconto perch sintomatico di come funzionano le cose in
Sicilia) che il gestore della discarica che serve tutta la provincia di Messina
(Messina la provincia con il maggior numero di comuni in Sicilia, oltre 100
comuni, anche molto piccoli) comunica che aveva terminato i volumi utili per
l'abbancamento e che dopo venti giorni non avrebbe pi consentito l'accesso ai
comuni.
A noi risultava per che la discarica avesse avuto un'autorizzazione
nel 2012 per 1,700.000 metri cubi, per cui facendo due conti spannometrici
non ci quadrava. Ho quindi convocato una riunione presso il mio dipartimento e
ho fatto fare dei sopralluoghi in discarica, dai quali emerso che il progetto
che era stato approvato in realt poteva avere scritto 5 milioni, 8 milioni o 7
milioni, perch non c'era neanche un progetto che potesse definirsi tale e forse
nel progetto si teneva conto di volumi gi finiti.
Emerse anche che non
avevano utilizzato per l'abbancamento un'area compresa nell'autorizzazione,
perch questo non era funzionale all'ampliamento che avrebbero dovuto fare,
in quanto abbancando l non avrebbero pi potuto ampliare, e non avevano
ancora l'autorizzazione per questo ampliamento per avevano gi pensato di
sbancare un'intera collina in assenza di autorizzazione.
Queste situazioni
sono state rappresentate alla procura competente, quella di Barcellona Pozzo
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di Gotto, che mi risulta che a novembre del 2014 abbia sequestrato anche
quella discarica, che tra l'altro ha anche altri problemi.
In pi, mentre nel
loro progetto (chiamiamolo cos) si prevedeva di arrivare a un abbancamento
fino a 118 metri sul livello del mare, erano arrivati a circa 145 metri sul livello
del mare, cio 30 metri pi dei quanto previsto nelle planimetrie, e 30 metri
sono un palazzo ! Purtroppo nessuno ha mai segnalato in un sopralluogo la
presenza di un palazzo che non avrebbe dovuto esserci. Questo sintomatico
della situazione in Sicilia. La discarica Catanzaro Anche per quanto riguarda
la discarica di Siculiana, quella di Agrigento, la Commissione ha fatto la
relazione e io ho avviato un procedimento di secondo grado, perch
obiettivamente le criticit rilevate non erano certo paragonabili a quelle delle
altre due di cui vi ho parlato. La grossa criticit che ho rilevato che questo
impianto non biostabilizzava la frazione umida per, per effetto di una circolare
che avevo fatto all'atto del mio insediamento, che imponeva a ogni gestore di
presentare un progetto entro una certa data pena chiusura, l'operatore aveva
gi presentato il progetto dell'impianto e quindi questo gli stato prescritto
anche in sede di revisione dell'autorizzazione. Loro sbancavano una collina
senza autorizzazione... la regione autorizzava
Ho effettuato tutte queste
verifiche non essendo autorit ambientale, perch l'autorit ambientale
avrebbe dovuto essere l'Assessorato ambiente e purtroppo penso che in Sicilia
il vero problema sia stato questo, perch quando manca l'autorit ambientale,
cio quando manca il soggetto deputato a tutelare l'ambiente, tutto diventa pi
complicato.
Pur avviando un procedimento di revoca, ad esempio, non
essendo io l'autorit ambientale ho revocato autorizzazioni quando
l'Assessorato ambiente diceva che invece era tutto a posto. Vi posso citare una
nota di fine giugno in cui l'Assessorato ambiente dice che per l'autorizzazione
di Oikos conferma il giudizio positivo, io revoco l'autorizzazione e poi arrestano
il funzionario e il anche il gestore della discarica [nel corso delloperazione
Terra mia della procura di Palermo, ndr].
In tutta questa attivit purtroppo
non c stato un apporto costruttivo da parte dell'Assessorato ambiente e mi
rendo conto che questi provvedimenti di chiusura hanno determinato anche la
situazione che si venuta a determinare in questi mesi, perch sono venute a
mancare due discariche importanti, quella di Mazzarr Salt'Andrea e quella di
Messina che comunque avrebbe chiuso perch aveva terminato i volumi.
Funzionava cos: loro sbancavano una collina senza autorizzazione, poi
dichiaravano di chiudere e quindi in qualche modo si doveva autorizzare
l'ampliamento. La filosofia adottata era questa. In chiusura di audizione il
presidente Bratti ha chiesto a Marco Lupo ulteriori chiarimenti sulle
autorizzazioni, i procedimenti di revoca e i controlli che avrebbe dovuto
effettuare lArpa Sicilia. Questi ampliamenti per 11 milioni di tonnellate ha
chiesto Bratti sono stati autorizzati prima del 2012 e quindi si presume (poi
abbiamo visto che non cos) che per essere autorizzati sia stata presentata
una serie di domande, ma voi dopo avete fatto un'istruttoria su quelle richieste
di autorizzazione e, a parte alcune ispezioni eseguite, dalle carte vi siete
accorti che non c'erano delle corrispondenze e quindi siete intervenuti per la
revoca perch l'autorizzazione precedente era stata costruita senza le basi, non
avete revocato perch era successo qualcosa.
Sono due cose diverse
verificare se quanto fatto prima non a posto e revocarla o invece considerarla
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a posto con quella di prima per ritenere che non la stia gestendo in modo
consono e quindi revocarla.
vero che questa cosa in capo all'Assessore
all'ambiente, ma credo che l'ARPA Sicilia abbia qualche ufficiale di polizia
giudiziaria tra i suoi dipendenti, quindi mi chiedevo come sia passata una
discarica con un sopralzo di 30 metri e, visto che le agenzie ambientali devono
effettuare un minimo di controlli di routine, come non si siano mai accorti di
questa situazione. La risposta di Lupo. La questione se i provvedimenti di
revoca sono per problematiche ex post o ex ante: sono per vizi nelliter
autorizzativo, quindi diciamo ex ante, tranne il caso di Tirrenoambiente in cui,
verificando liter amministrativo, siamo andati a fare un sopralluogo
evidenziando dei problemi anche nellex post, perch c'era una
sopraelevazione. La relazione della Commissione avrebbe comunque richiesto
la revoca dell'autorizzazione.
La Commissione ha visto tutti gli iter
autorizzativi e ha rilevato molti vizi sulle vasche che per ormai erano chiuse,
in post-gestione in qualche caso conclusa. Chiaramente ho fatto un
procedimento di secondo grado solo sulla discarica in esercizio, in cui la
Commissione rilevava tre criteri criticit: 1) non era stato coinvolto il
dipartimento urbanistico, che per dagli atti risultava convocato e non presente
2) il sindaco del Comune di Montallegro era contrario, ma poi nel procedimento
di secondo grado esprime parere favorevole, 3) la biostabilizzazione, e l gi
era in atto un procedimento.
ARPA in Sicilia fortemente
sottodimensionata, perch ha circa 300 dipendenti e sono pochi, perch l'ARPA
Lazio, dove io attualmente lavoro, che gi sottodimensionata, ne ha circa
500. Le ARPA sono divise per sezioni provinciali, se uno trova persone che
lavorano capaci e competenti va tutto bene, ma purtroppo non sempre cos.
In ARPA Palermo il dottor Librici e il dottor Abate sono bravissimi, ARPA
Caltanissetta perlomeno per la mia esperienza no, ARPA Messina neppure.

http://www.agoravox.it/Il-monopolio-delle-discariche.html
http://leticadellaresponsabilita.blogspot.it/2015/03/il-monopolio-dellediscariche-privati.html

RIFIUTI, IN SICILIA UN DISORDINE ORGANIZZATO


di Nino Amadore 28 marzo 2015

Nel settore dei rifiuti solidi urbani inSicilia c un disordine organizzato con un
sistema ordinario della raccolta che non va da anni, c una situazione di
emergenza non dichiarata e, dagli elementi raccolti dal 2010 a oggi non ci sono
stati cambiamenti. la conclusione cui sono arrivati i componenti della
commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti guidata da
Alessandro Bratti, al termine della quattro giorni di viste e audizioni tra le
province diTrapani e Palermo. stata una seconda puntata di un lungo giro di
visite programmate che continuer nei prossimi mesi con la provincia
diMessina e con le aree diSiracusa e Gela dove i parlamentari cercheranno di
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approfondire lo stato di avanzamento e le criticit nel settore delle bonifiche.


Insomma un lavoro che punta ad andare in profondit e che si dovrebbe
concludere poco prima delle ferie estive con una relazione dedicata alla
situazione della Sicilia. Almeno queste le intenzioni annunciate dal presidente
della commissione. Per il momento il giudizio sul sistema dei rifiuti siciliano
pessimo: lisola di fatto in di Nino Amadore
Per il momento il giudizio sul sistema dei rifiuti siciliano pessimo: lisola di
fatto in emergenza e i commissari hanno registrato un sostanziale
immobilismo da parte della Regione siciliana che negli ultimi anni intervenuta
pi volte con riforme normative che non hanno portato alcun risultato. Gli
stessi commissari hanno dovuto constatare come a fronte della liquidazione
degli Ato(gli Ambiti territoriali ottimali oggi in liquidazione e indebitati per circa
cinquecento milioni) non siano affatto decollate le cosiddette Srr (previsti nella
legge regionale del 2009) e che a tuttoggi gliAro ( Aree di raccolta ottimale
previste in una nuova legge approvata nel 2013) non sono stati costituiti con
quella celerit che il legislatore si aspettava. I tentativi di dotare la Sicilia di un
nuovo piano rifiuti sono andati a vuoto: il piano varato dallallora governatore
Raffaele Lombardo che era anche commissario delegato per lemergenza, ha
ricevuto un primo via libera dal ministero per lAmbiente ma ha ricevuto la ViaVas solo a dicembre 2014 con un a cinquantina di prescrizioni e ora i
parlamentari della commissione hanno certificato che quel piano scaduto nel
2014 e che il nuovo assessore Vania Contraffatto sta lavorando alla stesura di
un nuovo piano di emergenza ha spiegato Bratti. Di fatto per il
pianoLombardo non mai entrato in vigore anche se sulla base delle sue
previsioni, spiega il docente universitario AurelioAngelini, sono state fatte gare
dappalto e sono stati realizzati impianti.Con la sapiente regia diMarcoLupo,
allora direttore generale dellassessorato e per un periodo delegato dal
presidente Crocetta a gestire lemergenza.
Resta il fatto che un piano di gestione (ordinaria) del sistema della raccolta e
smaltimento dei rifiuti solidi urbani inSicilia urgente anche per poter
spendere i fondi della programmazione 2014-2020 destinati al settore visto che
si tratta di una condizionalit ex ante richiesta dalla Commissione europea.La
Sicilia lunica regione italiana a non averlo. Un piano che, se fatto a regola
darte, potrebbe aiutare a colmare quelle lacune che i parlamentari hanno
riscontrato: Permane lutilizzo delle discariche come unico sistema mentre la
raccolta differenziata non raggiunge il 10 per cento.Senza tralasciare la
situazione debitoria degliAto che perdura nonostante la presenza di
commissari liquidatori e continua a gravare sulle spalle dei cittadini che, a loro
volta, non pagano, alimentando un loop che prosegue da anni.InSicilia la mala
gestione del ciclo dei rifiuti ha delle connotazioni particolari: la Campania ha
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attraversato momenti di grande crisi ma oggi si muove sul 40% di raccolta


differenziata, la stessa cosa non si pu dire della Sicilia.
Qual dunque la situazione oggi? Secondo alcuni, in assenza di altri piani di
emergenza sono rimasti in vigore ilPier (Piano degli interventi per lemergenza
rifiuti) varato nel 2000 elaborato da una commissione a suo tempo guidata da
Angelini e il piano di gestione varato nel 2002 dallallora presidente
SalvatoreCuffaro, commissario delegato per lemergenza rifiuti.Questultimo
prevedeva la costruzione di quattro termovalorizzatori e siccome resta
vigente,a determinate condizioni, quegli impianti potrebbero essere persino
costruiti: Dimensionandoli per il 35% dei rifiuti prodotti, considerato che il
resto deve essere destinato a raccolta differenziata - spiega Angelini - potrebbe
essere rifatto il bando. Lo dico ribadendo che sono contrario a questo
sistema. Ipotesi campata in aria? Il presidente della commissione ha spiegato
che nessuno ha paventato il ritorno dei termovalorizzatori nellisola ma in
passato, considerando inopinatamente vigente il pianoLombardo, c chi si era
spinto a ipotizzare la costruzione di impianti per bruciare il cosiddetto css
(combustibbile solido secondario ricavato dalla frazione secca dei rifiuti). La
costruzione di termovalorizzatori rappresenterebbe una bella opportunit di
business per i player del settore (uscita di scena la Falck che doveva costruirli
ai tempi diCuffaro si registra negli ultimi tempi un movimento che fa pensare a
nuovi interessamenti). Laffare di certo c: secondo i tecnici del settore un
impianto da 65 Mw potrebbe portare nelle casse di chi lo costruisce 130 milioni
lanno grazie alle convenzioni con il Gse che d le somme a titolo di incentivo.
In linea teorica - spiega ancora Angelini - grazie al sistema degliAro ognuna
di queste Aree ottimali potrebbe costruirsi il proprio piccolo impianto per
bruciare rifiuti.
Intanto, per rimanere alloggi, si registra un fallimento su tutti i fronti cui la
dichiarazione dello stato di emergenza e dunque la nomina di un commissario
da parte del governo centrale non sarebbe la giusta risposta.Almeno secondo
lo stesso Bratti che ieri, nellincontro con i giornalisti nei locali della Prefettura
di Palermo, stato chiaro: La gestione dellemergenza con commissariamenti
non ha mai risolto un problema.Questo ci dice la nostra esperienza - ha detto
il presidente della commissione -. La Sicilia, la Campania e la Calabria hanno
speso molti soldi con commissariamenti senza risolvere tutto. Un conto il
commissariamento su questioni specifiche, come un singolo impianto, un conto
commissariare lintera gestione regionale. Una risposta chiara a chi come il
presidente della regione Crocetta e prima ancora lex assessore NicolMarino
avevano fatto della richiesta di commissariamento e di emergenza (che
prevede deroghe importanti anche nelle gare dappalto con affidamenti diretti
che lo stesso presidente dellAnticorruzione Raffaele Cantone ha bocciato pi
volte) un punto qualificante della loro azione.
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In questo quadro disarmante sul piano della sostenibilit ambientale i


parlamentari hanno anche riscontrato ancora una forte presenza della
criminalit organizzata e non. E soprattutto una grave questione morale che
investe le procedure autorizzative: Le infiltrazioni della criminalit ci sono e si
manifestano, per esempio nel sistema della raccolta, con limposizione di
operai e la presenza in funzioni non apicali di soggetti legati alla criminalit
organizzata. Ma c anche un problema di controllo delle imprese
aggiudicatarie di lavori e in particolare, ha sottolineato la senatrice deiCinque
Stelle Paola Nugnes, le white list: Un sistema che per quanto riguarda questo
settore non funziona: in una situazione di emergenza le prefetture non hanno il
tempo di fare i controlli necessari e dunque capita che si scopra la presenza di
unimpresa mafiosa quando i lavori sono stati appaltati se non addirittura
realizzati. Storture cui la Confindustria siciliana ha provato a porre rimedio:
del 2 aprile 2013 la lettera inviata dal vicepresidente Giuseppe Catanzaro
allallora assessore Nicol Marino in cui si propone di snellire il sistema dei
controlli in collaborazione con le prefetture.Una lettera che non ha mai
ricevuto risposta.
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-03-27/rifiuti-sicilia-disordine-organizzato154528.shtml?uuid=ABu7EXGD&p=2
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE
http://leticadellaresponsabilita.blogspot.it/2015/03/rifiuti-in-sicilia-un-disordine.html

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