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12z Caironi - Toniolo Tecnica delle costruzioni esercitazioni CLUP - 1972 CR locco ai fondazione di un piladto in ferro Nella VII esercitazione # stata calcolata 1a colonna in ferro relativa al capannona della III esercitazione. Calcoliamo ora la fondazione a questa colonna. Dai calcoli fatti nella VII esercitazione risulta che elemento di fondazione in oggetto & soggetto ad una forza epplicata alla sezione di sommitd, forza avente le tre componenti indicate nella seguente figura. Abbiamo anche visto, sempre nella VII esercitazione, che 1! eccentricita dovuta a dette componenti Ne If vale 4,75 m: il centro di pressione dunque cade fuori da qualeiasi pensabile base @ appoggio. Dovremo quindi realizzare un blocco massiccio di fondazione il quale Ls col suo peso riporti 1' eccentricita a valori pid mo= deati; riporti cio’ la risultante a cadere entro la ase d! appoggio della fondazione stessa (1a quale in queoto modo non si ribalta), e cid con margine sufficente a mantenere le massime sollecitazioni sul terreno entro 4 limiti ammissibili. Si suppone un terreno per il quale 0, ,= 2,0 Ke/cma. Con i sopraddetti criteri si 8 dimensionato (per teri= tativi) 11 Dlocco di fondazione del quale riportiamo pianta e prospetti, e che cd accingiamo a verificare. 220" 50" lame 60" 1e di Iwellamento Il "magrone di livellamento" in questo caso ha il solo scopo di preparare una base d' appoggio, con buona pre= cisione, piana, orizzontale e alla giusta quota. Calcoliamo 41 peso del bloceo: area faccia di sommitd: 0,905 = 0,45 ma warea faccia di baa 2,6x2,2 = 5,72 mq a/6= =43,3 cm, per cui la sezione si parzializza) ~dietanza della risultante dal bordo pid conpresso: w= 130 = 101 = 29 cm -pressione massima sul terreno: In og 72%13010 So Ot 220xd29 Bab (rieulta lee 2,0 Ke/oma) = =1,36 Ke/oma Sicurverza al vi battauewto ~sicurezza al ribaltamento del blocas: (si definisce tale il rapporto fra i momenti stabi= lizzanti ed 4 momenti ribaltanti rispetto al bordo 0, ovvero il rapporto fra N xa/2 e My & bene che tale rapporto sia almeno maggiore di 1,2) ra (I xa/2)/22 = (2/2)/e = 130/101 ~ 1,29 La verifica fatta % relativa alla condizione di carico con la spinta del vento e 1/4 del carico massimo di neve. Dobbiamo ora verificare la fondazione nelle due seguenti condizioni di carico: epinta del vento e soli carichi permanenti; carichi verticali al completo senza spinta del vento. 125 con 1a epinta del vento e i eoli carichi permanenti avremo: Bs 4,0x7,2x50 + 10850 = 1440 + 10850 = 12290 Kg M = 1316000 Kexcm @ = 1318000/12290 = 107 om ues 130 - 107 = 23 em =2x12290 4 Baoxaxag * 71162 Ke/ema ye 130/107 = 1,21 -con i carichi verticali al completo avreno: W = 4,0x7,2x150 + 10850 = 15170 Ke we 0 =15170 4" Ba0nz60 70126 Ke/ema Tl bloceo di fondazione risulta cosi senz altro-veri= ficato. Nella TAV, XIE rappresentata la fondazione in que= stione con 4 particolari per l' ancoraggio dei tire= fondi della colonna e con le armature costruttive da introdurre. plinto di fondazione di un pilastro in c.a. Nélla II esercitazione @ stato calcolato il pilastro n° 10 dell' edificio in c.a. riportato nella TAV. I. Calcoliamo ora per tale pilaetro il plinto di fon= dazione. Dai calcoli fatti nella II esercitazione risulta che attravereo la sezione al piede di detto pilastro pas= sa una forza assiale (centrata) pari a 81560 Ke. 4 240 Ke/ema. In questo caso 11 peso proprio del plinto non ha im= portanza ai fini dell' equilibrio etatico della fon= dazione steosa: oi tratta semplicemente di realizzare ‘una base d' appoggio sufficentenente larga in modo da distribuire il carico proveniente dal pilastro su una opportuna area di terreno con relative pressioni con= tenute entro i limiti ammissibili. Si suppone ancora un terreno per il quale on 126 A tale scopo si pud sfruttare, con un certo vantaggio economico, anche il magrone (c.s, @ 1,5 q.1i di cem.), riducendo alquanto l! impiego del cemento armato rela= tivo al plinto propriamente detto (c.a. a 3,0 q.li ai cem.) che 8 un materiale pil costoso. Possiamo per esempio stabilire di realizzare sotto il plinto propriamente detto un piastrone di calcestruzzo magro di 40 cm di spessore. Potendo tollerare per tale elemento non armato sporgenze massine pari a 1/2 dello spessore stesso, potremo ridurre i lati del plinto di 2x20 = 40 cm. Eoeguiamo con questi criteri #1 dimensionamento della fondazione, trascurando per ora il suo peso proprio, e atabilendo che la cua piante sia quadrata. 32020" Tl lato del piastrone dovra essere: a > 6156072 = 202 om +s-assumiamo a! = 220 en, Il lato di base del plinto sara pertapto: a = 220 = 40 = 160 en Inoltre, essendo i lati del pilastro 40x55 om, 41 lato della faccia di sommita del plinto dovra essere almeno di 65 cm per lasciare tutto attorno alla base del pilastro stesso una fascia piana necesearia per appoggiare le casseforme relative ai getti di eleva= zione. Verifichiamo ora il plinto cosi dimensionatos peso del plinto: 2 5 =2500x [4802x020 + 0,45x(1,80°+0,65°)/2] = =2500x(0,648 + 0,846) = 2500x1,494 = 3730 Ke 127 sul piastrone avremo: a = 81580-3130 2,64 Ke/oma -peso piastrone: 2300x2 ,20°x0,40 = 2300x1,938 = 4450 Ke -sul terreno avremo: 815 80-3730-4450 _ _. Oe" ~~ 220x220 1,86 Ke/ema (risulta Ie, < 2,0 Ke/cmq). Calcoliano 1! armatura del plinto. Ti plinto si arma con due Zasci di armatura ortoco= nali fra loro e paralleli ai lati del plinto stesso, oalcolati in base allo schema statico qui sotto rir portato. j ARE tt t Con la mensola di figura si schematizza una qualsiasi délle quattro eporgenze del plinto (parallele ai lati) caricate come sono dal basso verso ]' alto dalle reazio= ni distribuite del piastrone, A Applicheremo alla sezione d! incastro le forme ricava= te dalla teoria del c.a. che parte dalle ipotesi dei casi di de Saint Venant, ricordando perd che detta teoria vale per solidi allungati, mentre nel presente caso trattiamo un solido tozzo e massiccio. I nostri eslcoli pertanto saranno approssimati, e dovremo te= nerne conto sia nell’ evitare elaborati procedimenti ehe porterebbero ad una precisione puramente illuco= via, sia nell! interpretare 4 risultati con una certa erghezza che compensi in un certo modo 1! imprecisione dei calcoli stessi. Z REE fp ovaeais Relem 128 Consideriamo la mensola lunga quanto la sporgenza maggiore e aoggetta ad un carico lineare pari alle pressione sul piastrone moltiplicata per la larghezza della mensoba stessa. Le fibte tese per 11 momento flettente saranno quelle inferiori per cui 1! armatura metallica principale sara disposta cone indicato qualitativamente nella figura sopra riportata, Ia sezione reagente avr un bordo superiors compresso largo 65 cm, e noi la riterremo rettangolare. -Il momento che la sollecita vale: xp AIoxTe* 4c 2 -Stabiliamo di ueare le tabelle per la flessione semplice nel c.a. (m=10; 94=1600' Ke/emq)? raph. es x/b Y 116 3000/ ‘65 -Nelle tabelle, in corrispondenza di questo r, trovo: o,e 47 Ke/oma t= 0,00151 -Per cui ottengo: Fp= 0,0015 1x] 116 3000x65 = 13412 emg acelgo 5618 + 2612 ... Fes 12,72 + 2,26 = 14,98 omg. Varmatura del plinto sari cosi costituita da due fasoi i ferri ortogonali fra loro, posti inferiormente, co= stituiti da 5418 (a4 cui 2 piegati per il taglio), con= centrati prevalentemente nelle fascie centrali, pid 2612 ai lati. Si dovranno aggiungere inoltre 2+2618 posti superiormente per ingabbiare bene tutto il getto. Infine dalla faccia superiore del plinto usciranno le chianate per i 6420 che costituiecono I armatura del pilastro. Nella TAV. XIV 8 rappresentata la fondazione in questione con 4 particolari dell’ armatura. = 1163000 Kexem 0,449 NOTA*I1 cemento armato ha un pevo di volume che vale media= nente 2500 Kc/me; il calcestruzzo non armato ha un peso di volume variabile fra 2200 e 2300 Kg/me, in dipendenza della natura degli inerti. Bs! HP CONOL NI ZNOIGIYD W tig 260" TAXI t 88 (SCALA 4:20) : | Te (SCALA 4:50) La Prefabbrica: PLINTI DI FONDAZIONE PER PILASTRI PREFABBRICATI IN C.A. O IN ACCIA CALCOLI E PARTICOLARI COSTRUTTIVI EO el Ing. PERESWIET-SOLTAN STANISLAW Plinti per pilastri prefabbricati Il collegamento fra un pilastro prefabbricato ed ill suo plinto, viene realizzato ricavando nella parte superiore del plinto una incavatura 0 pozzetto che serve per la posa del pilastro stesso. Un plinto cosi formato viene correntemente chiamato «a bicchiere » (fig. 1). Questi plinti, in considerazione del loro grande peso, la maggior parte delle volte vengono costruiti con getto in opera; potrebbero perd essere essi stessi prefabbricati. Consideriamo i due tipi pitt comuni di fondazione «a bicchiere »: — fondazione a pareti inclinate — fondazione a gradini Tra il fondo del pozzetto ¢ la base del pilastro devono rimanere dai 5 ai 20 cm di spazio per permettere, con vari accorgimenti, la rettifica della quota di imposta del pilastro stesso. Prima di posare il pilastro & necessario incorporare esat~ tamente gli apparecchi di centraggio previsti (vedi fig. 2). Caleolo del plinto a bicchiere Prima di iniziare il calcolo del plinto e prima di defi- nire le sue dimensioni in conformita alle condizioni del suolo, & bene predimensionarlo salvaguardando certe condizioni ben definite che risultano nella fig. 3. Lo sforzo normale agente sul pilastro viene trasmesso al plinto dalla base del pilastro; in questo caso rispetto al Fig.1. Forme diverse di plinti di fondazione « a bicc! a) plinto a forma di tronco di piramide; b) plinto a ‘aradini; c) plinto rialzato senerro rem FerTiien PLISTRO aaah Fig. 2. Spinotto per verifica di posizionamento det gn mstiem 1m Tem (31 RACCOMANDR ~ 20m) Mm CSE RACCOMMNORE «He? ne ae Me» zen 1 PENOC OAL Te 01 OSA RETHFIA © LAT MAGGIORE otk PaLaSTRD (f—ARMATURA PRINGIPALE DEL PRASTRO Fig. 3. Valori che caratterizzano il plinto collegamento monolitico, @ maggiore il pericolo di pun- zonamento del plinto. Si ammette nel calcolo che la superficie di massima diffu- sione degli sforzi tangenziali sia inclinata rispetto alla orizzontale di circa 45° (vedi fig. 3). La tensione di ta- glio avr’ pressappoco il valore: P oule+J) og, 7 2f +f) _ La tensione t deve essere minore di 7,, per il caleestruz- zo, oppure deve venir opportunamente dosata l'arma- tura metallica. Durante il calcolo dell’armatura del bicchiere, si possono verificare due situazioni: ¥ 1) Tcarichi di esercizio sono tali da non generare dei momenti flettenti. 40 oni sul plinto durante il montaggio In questo caso V'armatura viene calcolata in relazione alle sollecitazioni che possono avvenire durante il mon- taggio; queste sollecitazioni sono originate da movimen- ti oscillator: del pilastro, dalla pressione del vento ¢ dai colpi accidentali durante il montaggio. Si pud accettare che, nel caso in cui il montaggio venga eseguito con cura, tutte queste forze vengano sostituite con una forza Hy uguale a 1/2--1/4 del peso del pila- stro e applicata in senso orizzontale alla meth dellaltezza del pilastro stesso (vedi fig. 4). Per sicurezza, quando i pilastri sono molto sotti alti occorre assumere un valore maggiore per H: ed Hy = (0,25+0,50) P Q) Il momento flettente che agisce sul bicchiere risulta: Muy = H, (0.5L + hy) () dove P rappresenta il peso del pilastro ¢ L la lunghezza del pilastro al di sopra della fondazione. Lo sforzo di trazione che agisce sulle pareti del bicchic~ re (vedi fig. 4) sara: 3 Mup 2h “ da cid si pud calcolare l’armatura orizzontale sottoposta allo sforzo di trazione sulle pareti del bicchiere: Hn 6) L’armatura Aj, si distribuisce sul perimetro del bicchiere per 1/4 deli'altezza. 2) Sulla fondazione in esercizio agisce la forza vertica- ie P, il momento flettente M,, dovuto a eccentricit’ di carico, forze orizzontali, vento, carro-ponte, ecc. (Fig. 5a). In questo caso si ottiene uno sforzo di trazione sulle pareti del bicchiere: He = x (6) Si ticava quindi armatura orizzontale necessaria: oe 0 che si dispone in modo da realizzare dei piccoli telai chins. Fra i due valori Ay,, ¢ A; si prende il valore pit grande. Indipendentemente da cid la parete del bicchiere & sol- lecitata a flessione sia orizzontalmente che verticalmente. Per la flesione verticale vengono predisposte opportune armature (4,,) (vedi fig, 5b). La sezione delle armature verticali A,, si calcola dalla formula: Ay= Hechy 0,9- m+ Ay = (8) Plinti di fondazione in calcestruzzo per pilastri in acci: I pilastri d’acciaio vengono posati su plinti di calcestruzzo (vedi fig. 7) ¢ collegati mediante ancoraggi (vedi fig. 6). Tl plinto viene dimensionato e costruito come nel caso det pilastri in cemento armato; perd le dimensioni del plinto sono in relazione alla distribuzione ed alla lun ghezza degli ancoraggi. Laltezza del plinto deve essere evidentemente maggiore della lunghezza degli ancoraggi (vedi fig. 6); nel caso in cui il pilastro viene considerato come incastrato al piede, occorre definire la sezione verticale del plinto, in modo che le estremit’ degli ancoraggi tesi si trovino nella zona di calcestruzzo compresso. La parte inferiore del pilastro deve trovarsi sopra il livello del terreno ed inoltre essa deve essere salvaguardata dall’acqua e dagli agenti corrosivi. Quando le estremita dell’ancoraggio non terminano con un uncino o con altri accorgimenti (vedi fig. 6), lo sforzo di trazione presente nell’ancoraggio si trasferisce al cal- cestruzzo della fondazione tramite la semplice aderenza. La lunghezza degli ancoraggi J, ad uncino o muniti di altri accorgimenti, si calcola dalla formula: dea, 0,25 ) dove d, @ il diametro dell'ancoraggio (meno la filetta~ tura), d; la tensione ammissibile nella barra di ancorag- gio ¢ 7, il valore dell'aderenza dell’acciaio al calcestruzzo. Se la lunghezza I, risulta eccessiva rispetto all‘altezza del plinto di fondazione, occorre completare lancoraggio con un uncino, un disco saldato o altri accorgimenti simili (vedi fig. 6), ¢ verificare la resistenza dell’anco- raggio alla trazione. Fig. 5. Schema di lavoro del bicchiere nel plinto in esercizio Nel caso in cui non si abbia la sicurezza che le fondazioni sotto i pilastri siano ben tracciate, & necessario inserire i tiranti di collegamento in opportuni camini ricavati nella fondazione; dopo la posa dei pilastri si eseguiri un riem= pimento di malta espansiva. L’entita degli sforzi di trazione nel bullone di ancoraggio si pud calcolare in due modi. i tipi di ancoraggi, che collegano il pila- stro d’acciaio con il plinto in calcestruzze armato a —t 3 -5em ts Fig. 7. Esempidi plint di topilastrid-acciato: a) pilastro Per sforzi assiali e momenti flettenti notevoli, il calcolo si pd segue ammetendo una distbuzione rean~ golare dele tension di compresione, In qusto cal dipendenza fra lo sforzo assiale nel pilastro N ¢ lo sforzo di trazione nei bulloni d’ancoraggio Z si pud cos) rap ptesentare (vedi fig. 8): Z+N—&-0l-b =0 (10) ed anche: N(e+1) —ay-a-kb (i = pee =0 (10a) dove bla langhezza della base del pilastro e N(e + ») = (momento d’incastro rispetto all’asse dei bul- loni Pancoraggio). Da tali espressioni abbiamo: a=1— (11) Zw) -b—N. (12) II valore del coefficiente a, pud essere ricavato dal grafico illustrato nella fig. 9, dopo aver calcolato il valore di: M; r Queste formule possono essere impiegate, quando il va- lore di a non sia inferiore a 0,20 (a > 0,20). Quando il coefficiente @ < 0,20, cio quando i valori di N e M sono di minor entiti, la sollecitazione nei bulloni d’ancoraggio pud essere calcolata prendendo in 0 42 considerazione una distribuzione di tipo lineare (bi-trian- golare) delle tensioni, secondo la fig. 10. La superficie del diagramma delle tensioni di trazione, ci da il valore dello sforzo nell’ancoraggio. Ricavando i valori estremi delle tensioni da oN _oM 1 Bk (3) N 6M ast he determiniamo I'asse di inversione delle sollecitazioni: N-P I putz (4) Per quanto riguarda le tensioni di compressione si ot tiene: jot ,/se 4 “| 2 ’\am +2) aos Z+N |; N , 6M Ni | N | 3M (Ge+ SF) |-a ata (15) da cui: 4 NI 3M 1 wow tow a (llSa) Chiamando X il valore di MIN (tutti i valori parziali sono conosciuti), ultima equazione assumera la’ forma: zZ 1 3X 1 Worx t 2-3 (156) Da tale espressione possiamo facilmente calcolare la sol- lecitazione nei bulloni d’ancoraggio. Il rapporto Z/N pud anche essere letto dal grafico in modo abbastanza preciso (vedi fig. 11). Esempio numerico Dati: N= 20t M 1=50 cm 20 cm 40cm 3,’ = 80 kg/cm? M 15, e=N 7307 0,75 m Mz = N (e +0) = 20 (0,75 + 0,20) = 19 em = 0,238, dal grafico nella fig. 27 per cui lo sforzo Z nei bulloni (1-1) diventa: ib —N Z = 0,27-80 50x40 — 20.000 = 23.000 kg. In ogni bullone si ha la sollecitazione: _ 23.200 -22 Zi = 11.600 kg. 1 oa os ox a2 ea oa os whe Fig. 9. Cosfticiente « per calcolare lo sforzo di trazione nel bulloni dancoraggio Fig. 10. Sch coraggio per val Il ealeolo delle sollecitazioni nei bulloni d’an- ‘ipiccoli di N eM (2 = 0,20) io Ey " Fig. 11. Relazione grafica fra Z/N (rapporto fra lo sforzo nei bulloni elo sfarzo normal 4 pilastro) @ M/IN. we

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