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Le Lettere di Eugenio Beltrami nella

Corrispondenza di Ernesto Ceshro


FRANCO PALLADINO d~; ROSSANA TAZZIOLI
Memoria presentata da U. BOTTAZZINI

Summary
We publish seventeen letters by EUGENIO BELTRAMI to E~NESTO CES~RO,
which are dated from 1883 until 1900. They are about academic and scientific
questions. BELa'gAMI communicated m a n y of C E s ~ o ' s memoirs to the
"Accademia dei Lincei" or the "Istituto L o m b a r d o di Scienze e Lettere", and
often gave him suggestions for his books and papers in these letters. When
CzsARo looked for a professorship in the United States, BELTRAMI gave him
information.
In some letters BELTRAMIdiscussed questions on geometry and mathematical
physics. In particular, the third letter (dated December 1st, 1888) is devoted to
the mechanical interpretation of MAXWELL'S equations. H e r e , BELTRAMI shows
a new proof of the conditions when six given functions are the components of
an elastic deformation.

Prefazione
Pubblichiamo diciassette lettere che EUGENIO BELTRAMI (1835--1900) 1 scrisse
a ERNESTO CZSARO (1859-1906) 2 a partire dal 1883 fino al 1900, anno della sua
1 Per notizie biografiche segnaliamo, tra le tante commemorazioni, quelle redatte da:
CREMONA, L., Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo 14 (1900), 275-289; idem,
Atti della R. Accademia dei Lincei (5), Rendiconti 9 (1900), 462-472 la quale, in estratto,
venne premessa all'edizione delle Opere matematiche di Eugenio Beltrami (a cura della
Facolt/L di Scienze della R. Universitfi di Roma, 4 voll., 1902 1920. Milano: Hoepli) I,
IX-XXII; D'OVIDIO, E., Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino 35 (1900),
355-360 in cui l'autore riproduce, in una nota aggiunta, un'interessante lettera, indirizzatagli da BELTRAMI,sugli spazi di curvatura costante e sull'interpretazione della geometria non euclidea; DINI, U., Annali di Matematica pura ed applicata (3) 4 (1900),
151-160; MAGGI, G. A., Annuario dell'Universit~ di Pisa (1900-1901), 1-20; PASCAL,E.,
Rendiconti del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere (2) 34 (1901), 57-108 (pubblicata
poi a parte col titolo Eugenio Beltrami (1901). Milano: Hoepli), molto estesa e dettagliata,
in cui i lavori di BELTRAMI vengono classificati per gruppi affini e didascalicamente

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F. PALLADINO8r R. TAZZIOLI

morte. Esse p r o v e n g o n o dal " F o n d o Ces~tro ''3 che confiene tra l'altro delle
lettere di VITO VOLTERRA, CORRADO SEORE, CHARLES HERMITE e GIUSEPPE PEANO.
La levatura dei corrispondenti e l'analisi delle lettere m o s t r a n o come l'opera di
CESARO fosse a m p i a m e n t e apprezzata dai suoi contemporanei. BELTRAMI presentava le memorie che CESARO Eli s o t t o p o n e v a all'Accademia dei Lincei
o all'Istituto L o m b a r d o di Scienze e Lettere sicuro "a priori" (cfr. lettera 2) del
loro valore. BELTRAMI pot6 manifestare concretamente la sua stima nei confronti
di CEShRO nel 1888, q u a n d o a questi venne conferita la medaglia d ' o r o dalla
"Societ/t Italiana delle Scienze, detta dei XL", su r a p p o r t o favorevole dello
commentati. La pig estesa e completa monografia su BELTRAMI ~ comunque: LORIA, G.
"Eugenio Beltrami e le sue opere matematiche", Bibliotheca Mathematica (2) 3 (1901),
392-440. Alcuni lavori moderni su BELTRAMI che, anche grazie ad alcuni inediti riportaft, aggiungono nuovi elementi scientifico-biografici sono: FENOGLIO, L. e GIACARDI,L.,
"La polemica Genocchi-Beltrami sulle superficie pseudosferiche: una tappa nella storia
del concetto di superficie", in: Angelo Genocchi e i suoi interlocutori scientifici. Contributi
all'epistolario (a cura di A. CONTE e L. GIACARDI (1991). Torino: Deputazione Subalpina
di Storia Patria 155-210; GIACARDI, L. "Problematiche emergenti dalla corrispondenza
inedita Beltrami-Hofiel. Parte prima: Eugenio Beltrami artigiano della pseudosfera",
Quaderni di matematica deIl'Universitdt di Torino 77 (1984), 1-31; TAZZIOLI, R., Dalla
geometria alla fisica matematica: il percorso teorico di Eugenio Beltrami. Tesi di dottorato
(1993). Bologna; idem, "Ether and theory of elasticity in Beltrami's work", Archive for
History of Exact Sciences 46 (1993), 1-37.
2 Per CESARO rimandiamo alla commemorazione di A. PERNA premessa alle Opere
sceIte (a cura dell'Unione Matematica Italiana, in seguito U.M.I., 2 roll. in 3 tomi,
(1964-1968). Roma: Cremonese) I1, VI-XXXVIII, commemorazione che riprende, con
qualche taglio, l'orginaria pubblicata nel GiornaIe di Matematiche (2) 14 (1907), 299-330.
Ulteriori daft biografici, ricavati dall'esame progressivo di alcune migliaia di documenti,
accompagnano i lavori riguardanti la pubblicazione della corrispondenza di CESARO
elencati in nota 3.
3 I1 "Fondo Ces/tro" (carteggio, libri, riviste, documenti) 6 attualmente propriet/t
del Dipartimento di Matematica e Applicazioni "R. Caccioppoli" dell'Universit/t degli
studi "Federico II" di Napoli, a cui + stato donato dalla nipote di ERNESTO CESARO,
sig.na VITTORIA CESARO. Per informazioni sul "Fondo Ces~tro" si veda BAGNULO, S.
e PALLADINO, F. "Sul recupero della corrispondenza del matematico Ernesto Ces~tro
(1859-1906)", Fridericiana 2 (1991), 115-123. Del carteggio + stato finora pubblicato
quanto segue: 1) PALLADINO, F. "Le lettere di Giuseppe Peano nella corrispondenza di
Ernesto Ces~tro", Nuncius 7 (1993), 250-285; 2) FERRARO, G. c PALLADINO, F. hanno
presentato le lettere di GIUSEPPE BATTAGLINI e della moglie ANNA EGG a CESARO
nell'Appendice a "Giuseppe Battaglini matematico al tempo del Risorgimento d'Italia",
in: Atti del convegno Scienze in Italia, 1840-1880. Una storia da fare, Napoli 2-5
novembre 1992, pubblicati (II parte) in Quaderni P R I S T E M / Documenti 5 (1994),
123-156. Sono in corso di pubblicazione: 3) CARBONE, L. NASTASI,P. - PALLADINO,
F. "I carteggi Torelli - Ces/tro, Landau - Ces/tro, Cipolla - Ces/tro e alcune questioni
connesse", per la rivista Nuncius, e 4) CARBONE, L. - CARDONE, G. - PALLADINO,F. "La
corrispondenza epistolare tra Ernesto Ces/tro e Roberto Marcolongo" per il Rendiconto
dell'Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli. Sono in fase di avanzata
compilazione l'edizione delle lettere di CHARLES HERMITE a CESARO (a cura di
C A R B O N E , L. - F E R R A R O , G. - P A L L A D I N O , F.).

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces/tro

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stesso BELTRAMI, di ENRICO BETTI e di FRANCESCO BRIOSCHI. Interessante ci


sembra, al riguardo, quanto BELTRAMI scrive ad ENRICO BETTI, in una lettera
datata Pavia 28 giugno 1890: ~
"Carissimo Betti
La presidenza dei XL torna alla carica per i premii 1887 e 1888, rispetto ai
quali, se ti ricordi, non abbiamo avuto agio di prendere accordi. Non so se tu
abbia avuto occasione di parlarne coll'altro commissario, Brioschi: in questo
caso mi faresti piacere a comunicarmi la proposta da voi concertata, cui
certamente io non potrei che associarmi. In caso contrario ti annuncerei i nomi
di Volterra e di Cesfiro, che certo non troverebbero che accoglienza simpatica
presso i pifi. Solo debbo aggiungere che rispetto al Ces/tro potrei impegnarmi
a preparare una relazione: ma in quanto al Volterra, non ho avuto tempo di
prender conoscenza dei di lui lavori pifi recenti quanto basti per parlarne con
competenza; e sarebbe d'uopo che tu od il Brioschi mi ajutaste."
In una lettera, rinvenuta nel "Carteggio Cesfiro" e indirizzata da Palermo il
6 ottobre 1890, ERNESTO CES]tRO dfi comunicazione al fratello ENRICO del
premio ricevuto: "Ti confermo c h e l a mia nomina alla Catterda di Napoli
imminente, e ti d6 notizia d'una medaglia d'oro (di 500 lire) conferitami dal
governo su proposta della Societ~t dei XL." La specificazione dell'importo del
premio ricevuto non dev'essere stata casuale poich6 le difficoltfi economiche
angustiarono CESARO fin dai suoi primi anni di studio. Tra l'altro va notato che
BELTRAMI si rammaric6 profondamente quando il suo pifl giovane corrispondente gli eonfid6 il desiderio di trasferirsi negli Staff Uniti d'America (cfr. lettera
16) per migliorare il suo stato "pifl vicino alla p0vert/t che lontano
dall'agiatezza", s
Nato a Napoli, ERNESTO CES]~RO frequent6 l'l~cole des Mines a Liegi
dal 1874 al 1883, con numerose interruzioni dovute a vicende familiari,
all'estrema sensibilit/t caratteriale e a qualche problema di salute, senza conseguire la laurea ma lavorando instancabilmente alle sue ricerche. Nel 1886
CESARO si present6 al concorso a professore ordinario alle universitfi di Messina
e di Napoli con pifl di cento memorie, principalmente su argomenti di
matematica pura, e fu giudicato primo a Messina, per il Calcolo infinitesimale,
e secondo a Napoli, dietro ALFREDO CAPELLI,per l'Algebra complementare. In
seguito a questo risultato gli fu conferito il diploma di laurea in Matematiche
pure ad honorem, il 22 febbraio 1887, dalla Facoltfi di Scienze fisiche,
Desideriamo, infine, esprimere un vivo ringraziamento al prof. PASQUALERENNO,
Direttore del Dipartimento sopra citato, per aver autorizzato la pubblicazione delle
lettere di EUGENIO BELTRAMI.
4 Essa fa parte del "Carteggio Betti" custodito presso la Biblioteca della Scuola
Normale Superiore di Pisa e porta la collocazione I, 28, 216.
5 Cfr. CERRUT~, V. "Commemorazione del Corrispondente Prof. Ernesto Cesfiro",
Atti della R. Accademia dei Lincei. Rendiconti (5) 16, I (1907), 76-82. I1 passo citato 6 a p.
80. Sui tentativi di emigrazione negli Stati Uniti si veda il lavoro 1 di nota 3.

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F. PALLADINO8r R. TAZZIOLI

matematiche e naturali dell'Universitr di R o m a che egli aveva frequentato per il


solo anno accademico 1883-84. T r a i documenti del " F o n d o Cesrro" vi 6 la
lettera con cui il preside della facoltr, PIZTRO BLASERNA, ne dava comunicazione
all'interessato. In essa ~ riportata, tra virgolette, la motivazione con la quale il
Ministero della Pubblica Istruzione rilasciava per ci6 il suo assenso, in data
7 febbraio 1887:

"I1 Ministero, visto che il Sig. Ernesto Cesfiro compi nell'anno scolastico
1883-84 gli studi di matematiea pura in codesta Universitr; considerando che
per il valore scientifico delle sue pubblicazioni si acquist6 in Italia e all'estero
meritata fama di essere uno fra i pifl fecondi, profondi e originali geometri
contemporanei; che riusci primo fra i concorrenti al posto di professore ordinario di calcolo infinitesimale nella R. Universitr di Messina, e secondo nel
concorso all cattedra di algebra complementare in Napoli; che egli 6 girl
professore ordinario di Matematica in una Universitr; visto il voto favorevole
di cotesta Facoltr di Scienze e quello del Consiglio Superiore; dispensa il
Cesrro, in via di eccezione, da non potere in caso alcuno essere invocata come
precedente, dagli esami sia speciali che generali, da lui non ancora subiti,
e autorizza V. S. a rilasciargli senza altro il diploma di laurea in M a / / t e m a t i c h e
pure."
Nello stesso anno CZSARO inizi6 il suo insegnamento universitario
a Palermo, quale ordinario di Algebra complementare (sulla cattedra resasi
vacante per il trasferimento di CAt'ELLI a Napoli 6) e incaricato dell'insegnamento di Fisica matematica. Infine egli chiese e ottenne (con decreto reale del

6 A tal proposito va segnalato che l'opzione palermitana fu suggerita a CES~RO da


LUIGI CREMONA, come attesta una lettera conservata nel "Fondo Ces/~ro" e datata
Roma 23 ottobre 1886:
"Caro sig. Ces/tro
Gigt voi sapete che voi risultaste secondo nel concorso alla cattedra di algebra
a Napoli, e primo nel concorso di calcolo a Messina. Nel concorso di Napoli non foste
superato che dal Capelli, gi~i prof. ordinario d'algebra a Palermo; al Capelli furono dati
50 punti, ed a voi 49.
Io mi congratulo sinceramente con voi per si splendidi risultati. Ora, per l'affezione
che ho per voi, mi prendo la libert/t di darvi un suggerimento. Voi potete andar
professore di calcolo a Messina; ma credo che potreste assai facilmente ottenere invece la
nomina a Palermo, nel posto che resta vacante pel passaggio di Capelli da Palermo
a Napoli. A me pare che voi dovreste preferire Palermo a Messina, perch6 a Palermo pifl
facilmente avrete scolari, lfi troverete maggior numero di colleghi di valore, e 1/t ci sono
gli elementi di un grande avvenire; mentre a Messina non c'6 nulla o quasi nulla. Io
credo che a Palermo sareste gradito; di ci6 mi d/t speranze lo stesso Rettore, prof.
Patern6, col quale ho parlato oggi, e che approva ch'io vi scriva.
Rispondetemi; e se convenite nella mia operazione //, scrivete al Ministro . . . "

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Cesfiro

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18 agosto 1906) di trasferirsi all'Universit/t di Bologna per insegnarvi Meccanica


razionale. 7 I motivi di questa sua richiesta possono essere stati molteplici. Forse
egli riteneva che il suo valore e la grande mole di lavoro, anche didattico, che
svolgeva non fossero convenientemente apprezzati a eNapoli; oppure, pifi semplicemente, lo animava il desiderio di lasciare la cattedra di Calcolo infinitesimale
per un insegnamento a lui pi6 appropriato. I1 trasferimento a Bologna, da lui
tanto desiderato (per il quale aveva girl provveduto a farsi stampare aggiornati
biglietti da visita) non avvenne mai. Egli mori infatti prematuramente il 12
settembre del 1906.
Per gli aspetti scientifici connessi col nuovo insegnamento all'Universitfi di
Bologna, risultano particolarmente interessanti alcune lettere tra CEsARo
e ROBERTO MARCOLONaO, allora professore di Meccanica razionale a Messina. 8
Con una lettera del 27 gennaio 1906, il matematico napoletano comunica al
collega la sua nomina a Bologna ("Sai benissimo che da lungo tempo aspiravo
alla cattedra di Meccanica razionale") e gli pone il quesito: "Supponendo che,
nel primo anno d'insegnamento, io adotti come libro di testo il 'Treatise on
nat. philosophy' di T h o m s o n e Tait, 9 quali lacune presenterebbe un tale insegnamento? - N o n che io abbia veramente intenzione di adottare quel libro
(parlo del 'Treat.' in due volumi), m a intorno ad esso credo di potere piano
piano costruire un corso a tendenza fisica, conducendo rapidamente gli studenti
alla conoscenza delle applicazioni della Meccanica razionale." La risposta di
MARCOLONaO esprime, tra l'altro, la certezza "che tutti avremo ancora molto da
imparare d a t e e che tu, fra non molto, arricchirai la scienza di qualcun altro
dei tuoi preziosi volumi. ''1~
Dalle lettere di BELTRAMI a CES~RO, che sono nella quasi totalitfi di argomento scientifico, traspaiono inoltre alcuni caratteri essenziali dei due personaggi. In primo luogo, l'interesse per la Fisica matematica che accompagn6
BELTRAMI per tutta la vita, bench6 egli sia noto soprattutto per i suoi scritti

7 Una breve lettera, appartenente al "Fondo Ces/tro", di VALENTINO CERRUTI


(Roma, 4 maggio 1906) comunica a CzsARo che "oggi il C[onsiglio] S[uperiore] ha
votato la sua nomina a prof. ordinario di Meccanica razionale nella r. Universitfi di
Bologna con applicazione dell'art. 69 della legge 13 novembre 1859 e Le ha proposto
l'incarico di Meccanica superiore nella medesima Universit~ coll'assegno di L. 3.500, di
cui gode //a Napoli."
8 Le lettere di MARCOLONGO a CESARO appartengono al "Fondo Ces~ro", quelle di
CES~O a MARCOLONGO si trovano presso la Biblioteca del Dipartimento di
Matematica "G. Castelnuovo" dell'Universit~t "La Sapienza" di Roma.
9 THOMSON,W. - TAIT, P. G., Treatise on natural philosophy, 2 voll. (1867). Oxford:
Clarendon. Questo trattato conobbe numerose edizioni.
10 A conferma di questa previsione vi 6 la testimonianza di A. PERNA (eft. la
commemorazione cit.): "Girl aveva scritto la Cinematica in pochissimi giorni e tutto
faceva sperare che il libro di Meccanica non sarebbe stato per nulla inferiore agli altri
pubblicati da lui." I primi capitoli di questo libro sono infatti conservati nel "Fondo
Ces~ro".

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sulla geometria n o n euclidea. Per q u a n t o riguarda CES~RO, questi aveva iniziato, d o p o una cospicua serie di brillanti lavori sulla Teoria dei numeri, 11 ad
interessarsi istituzionalmente a questioni fisico matematiche a partire dal 1886
quando, trasferitosi a P a l e r m o come professore ordinario di Algebra c o m p lementare, gli venne anche assegnato per incarico, come si 6 detto, l'insegn a m e n t o di Fisica matematica. T r a questi due importanti interessi di ricerca
v a n n o inseriti i n o n m e n o brillanti contributi nei campi della Teoria delle serie,
della G e o m e t r i a differenziale (nel particolare settore della G e o m e t r i a intrinseca),
dell'Analisi e della Teoria delle probabilitfi) 2 Tuttavia, v o r r e m m o sottolineare
che la dedizione di CESARO alla Fisica matematica fu progressivamente crescente, t a n t o da indurre VITO VOLTERRA a rivolgersi a lui, in una lettera datata
R o m a 25 dicembre 1904, lz nei seguenti termini:
"I1 prof. Borel di Parigi mi ha pregato di inviargli il n o m e di un m a t e m a t i c o
italiano il quale volesse pubblicare in francese una m o n o g r a f i a sopra un

ll Ricordiamo la ponderosa raccolta di articoli dal titolo "Sur diverses questions


d'arithm6tique', pubblicati nel 1873 nelle Mdmoires de Ia Socidt~ royale des sciences de
Li@e, e le nove memorie, pubblicate negli Annali di Matematiea pura ed applicata nel
1885, che, sotto il titolo di Excursions arithmdtiques d I'infini, l'editore Hermann di Parigi
riprodusse hello stesso anno. Questi due lavori sono inclusi nelle Opere scelte di
ERNESTO CESARO, rispettivamente nei vol. I1, 10-362 e 12, 1-134. Per ulteriori notizie
sugli scritti di CESARO riguardanti la Teoria dei numeri, rimandiamo alHntroduzione del
lavoro 3 indicato in nota 3, gig disponibile sotto forma di preprint.
12 Cogiiere l'ampiezza e la variet/t degli interessi matematici di CEShRO b un'impresa
non facile. L'avvertiva gi~ CARLO MIRANDA,curatore per rU.M.I, delle Opere seelte di
CESARO, che scriveva nella Prefazione:
"La scelta degli articoli da pubblicare presentava m o r e difficolt/t, perch6 la
produzione scientifica del CEShRO si rivolge a campi di ricerca fra loro anche molto
lontani ed, al giorno d'oggi, b ben difficile avere una sicura competenza in tutti questi
campi. Pertanto, dopo aver effettuato una prima selezione, valendomi della preziosa
collaborazione del rev. dott. SAVINOCORONATO,chiesi all'Unione Matematica Italiana
di sottoporre alla revisione di specialisti la scelta effettuata. Tale opera di revisione fu
svolta dai professori GIOVANNI RICCI e MARCO CUGIANI per quanto riguarda l'algebra,
le serie e la teoria dei humeri, e dal professor PIERO BUZANO per quanto riguarda la
geometria."
A conferma dell'osservazione di MIRANDA e come ulteriore esempio delle feconde e
molteplici ricerche matematiche di CEShRO, riportiamo una frase di MANDELBROT, B. B.
(The Fractal Geometry of Nature (1982). San Francisco: W. H. Freeman, p. 43): "An
alternative construction of the Koch island is given in Ces~ro 1905 [in "Remarques sur
la courbe de yon Koch", Atti della R. Accademia delle Scienze fisiche e matematiche di
Napoli (2) 12 (1905), N. 15; in: Opere scelte II, 464-479] a work of such charm as to
make me forget the hard search for the original [ . . . ] Here is a free translation of a few
ecstatic lines . . . "
~3 Essa appartiene al "Fondo Ces/tro'.

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soggetto di fisica matematica nelle collezioni di monografie che sta pubblicando


adesso l'editore Gauthier Villars.
Non ho esitato a proporre il Suo home giacch6 nelle Sue opere, di cui sono
un grande ammiratore, trovo combinate mirabilmente la originalit/t delle
vedute, la limpidezza e la genialitfi delle cognizioni e la somma maestria nella
scelta degli argomenti interessanti ed utili.
Ritengo quindi che se Ella accettasse l'incarico di comporre una monografia
originale sopra qualche capitolo della integrazione delle equazioni dell'elasticifi
e delle altre equazioni della fisica matematica farebbe non solo opera utile al
pubblico matematico, ma farebbe cosa che renderebbe onore al nostro paese.
Ella conoscer~ certamente le monografia pubblicate dal Borel (l'ultima 6:
Legons sur les fonctions des variables r6elles del Baire e del Lebesguel~). ''
BZLTRAMI non poteva non apprezzare il nuovo indirizzo che il matematico
napoletano pareva dare alle proprie ricerche. Cosi, ricevuto il volume litografato delle lezioni palermitane sulla Teoria dell'elasticit/~, gli scriveva (cfr.
lettera 2): "mi compiaccio di vederLa entrare nel campo della fisica matematica,
tanto bisognevole di essere onorevolmente rappresentata in Italia (e sia detto
inter nos, di essere un po' pifi popolarizzata fra i signori fisici)".
I1 corso litografato dei primi anni sar~ successivamente composto in
un'edizione a stampa 15 nella quale, volendo esprimerci con le parole del PERNA,
CEShRO seppe riunire, in poche pagine e sotto forma elegantemente propria ed
originale, le personali ricerche e quelle dei migliori autori italiani, BETTI,
CERRUTI e BELTRAMI. Di quest'ultimo vengono riportati i risultati relativi alla
teoria dell'elasticitfi negli spazi curvi e le dimostrazioni delle condizioni necessarie e sufficienti affinch6 sei funzioni date costituiscano le componenti di una
deformazione elastica.
Numerosi sono gli articoli di CESARO di carattere fisico matematico e notevoli risultano le sue applicazioni della geometria intrinseca 16 all'analisi di alcuni

14 LEBESGUE, H. L. Leqons sur l'intkgration et la recherche des fonctions primitives


(1904). Paris: Gauthier-Villars; BAIRE R. L. Leqons sur les fonctions discontinues (1905).
Paris: Gauthier-Villars.
~5 CESARO,E. Introduzione alla teoria matematica dell'elasticitd (1894). Torino: Bocca.
t60ltre al trattato Lezioni di geometrica intrinseca (1896. Napoli: presso l'Autore),
CESARO scrisse numerosi lavori su questioni di geometria intrinseca. I pifi importanti
sono: "Le formole di Codazzi negli iperspazi", Rendiconto della R. Accademia delie
Scienze fisiche e matematiche di Napoli (2) 8 (1894), 87-91; "Sulla geometria intrinseca
degli spazii curvi', Atti della R. Accademia della Scienze fisiche e matematiche di Napoli
(2) 6 (1894) N. 12; "Remarques sur certains questions de g6om6trie intrins6que", Mathesis
(2) 10 (1900), 5-11, 37-42, 57-62, in: Opere scelte II, 122-140; "Sulla rappresentazione
intrinseca delle superficie", Atti della R. Accademia delle Scienze fisiche e matematiche di
Napoli 12 (1903) N. 7, in: Opere scelte II, 217-241; "Sui fondamenti della geometria
intrinseca non-euclidea, Rendiconti della R. Accademia dei Lincei (5) 13 (1904, 1~ sem.),
438-445, in: Opere scelte II, 242~-251; "Geometria intrinseca negli spazii di curvatura

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F. PALLADINO~; R. TAZZIOLI

problemi di elasticit/t in spazi non euclidei. In particolare, egli ottenne le


equazioni dell'equilibrio elastico in uno spazio curvo n-dimensionale 17 mediante
metodi e procedure propri della geometria intrinseca, che egli stesso aveva
sviluppato in un precedente lavoro. 18 Ispirato dalle ricerche di BELTRAMI sulla
teoria dell'elasticit/t negli spazi curvi, 19 CES~RO introduce un nuovo potenziale
elastico che differisce dall'usuale potenziale per un termine addizionale. Se
questo termine 6 positivo, "ci6 si pu6 esprimere dicendo c h e l a curvatura dello
spazio produce una perdita di energia elastica, come se una parte di questa
energia venisse spesa dal corpo a vincere le difficoltfi che incontra per deformarsi in uno spazio non lineare." Nel caso che la quantit/t addizionale sia
negativa, "l'energia elastica ~ invece pifi intensa di quella che si avrebbe in uno
spazio lineare, come se la forma dello spazio fosse tale da agevolare piuttostoch6 contrariare le deformazioni elastiche. ''2~
CESARO concludeva il suo trattato sulla teoria matematica dell'elasticitfi 21
con la speranza che uno studio approfondito delle propriet/t elastiche di uno
spazio non euclideo potesse rispondere alla questione posta da CLIFVORD: se
possiamo supporre che "the variation of the curvature of space is what really
happens in that phenomenon which we call the motion of matter, whether
ponderable or etherial", e che "in the physical world nothing else takes place
but this variation, subject (possibly) to the law of continuity. "22 Sotto questo
punto di vista, l'universo sarebbe in grado di propagare le forze fisiche da un
punto all'altro dello spazio mediante una variazione della propria curvatura.
D o p o aver tenuto, a partire dal 1886, i corsi di Algebra complementare e di
Fisica matematica all'Universit/t di Palermo, CEShRO fu chiamato, per trasferimento, dall'Universit/~ di Napoli, nel 1891, quale professore ordinario di
Calcolo infinitesimale e incaricato di Analisi superiore. Quest'ultimo insegnamento, che gli venne affidato a causa dell'infermit~ del titolare, GIUSEPP~
BATTAGLINI, mut6 succesivamente in quello di Matematiche superiori. In una
minuta di lettera (ritrovata nel "Fondo Cesfiro" e datata 17 novembre 1897)

costante", Rendiconti della R. Accademia dei Lincei (5) 13 (1904, 1~ sem.), 658-667, in:
Opere scelte II, 252-262; "Nuova teoria intrinseca degli spazii curvi", Memorie della R.
Accademia dei Lineei (5) 5 (1904), 3-24, in: Opere scelte II, 263-291; "Fondamento
intrinseco della pangeometria", Memorie della R. Accademia dei Lineei (5) 5 (1905),
155-183, in: Opere seelte II, 341-380.
17 CESARO, E. "Sulle equazioni dell'elasticit/t negli iperspazi", Rendiconti della R.
Accademia dei Lincei (5) 3 (1894), 290-294.
is CESARO, E. "Le formole di Codazzi negli iperspazi', op. cit. in nota 16.
19 BELTRAMI,E. "Sulle equazioni generali dell'elasticit/t", Annali di Matematiea pura
ed applicata (2) 10 (1880-1882), 188-211; in: Opere III, 383-407:
2o Cfr. op. cit. in nota 17, p. 293.
21 Cfr. op. cit. in nota 15.
z2 CLIFFORD,W. K. Mathematical Papers (1882). London: MacMillan. I1 passo citato
6 a p. 22.

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Cesgro

329

CEs~/~o, he1 chiedere al Rettore dell'Universit/t di Napoli un aumento del


compenso per l'incarico di insegnamento affidatogli, cosi si esprimeva:
" [ . . . ] l'in[carico] delle mat[ematiche] super[iori] 6 per s6 ste[sso] tale da
supplire al difetto di varie catt[edre3, che in una Facoltfi matem[atica]
veram[ente] completa non dovrebb[ero] mancare, come la Geom[etria] differen[ziale] (insegn[amento] che a Pisa si dfi separ[atamente]) e la Teoria delle
probabilit/l, sostegni (?) indisp[ensabili] della Geodesia e delle scien[ze]
matem[atiche]. 23 Mi misi all'opera variando ogni anno il mio corso, ed anche
facen[done] due o tre in uno stesso anno, insegnando cosi successivamente:
Teoria dei humeri, Teoria ma [tematica] della elast[icit/t], Idrodinamica,
Fun[zioni] ellittiche; Equaz[ioni] differ[enziali], 24 Geometria differenziale,25
Int[egrali] abeliani e sup.[erfici] di Riem[ann], ecc. ''26
C E s ~ o riusci a stabilire un rapporto molto proficuo tra ricerca e didattica.
I suoi trattati rispondevano alle esigenze e agli stimoli che gli venivano dagli
insegnamenti fondamentali e da quelli "superiori" che egli svolgeva per incarico
o per libera scelta professionale. E in ci6 egli soddisfaceva anche all'esigenza,
fortemente avvertita nella seconda metfi dell'Ottocento, di redarre testi universitari ad uso degli studenti. In questi trattati egli versava spesso, quasi in forma
antologica, i pifi aggiornati contributi che lui stesso e altri autori pubblicavano
in quegli anni. Cosi nel 1894 esce il suo Corso di analisi algebrica 27 a cui,
osservava BELTRAMI(cfr. lettera 13), "spetta davvero il requisito, da Lei vagheggiato, dell'italianit/t, vale a dire, cred'io, di quel quid che risulta dal connubio
della serietfi coll'agilitfi della parola del pensiero, cio~ daU'elaborazione artistica
del materiale scientifico."

23 Le ultime tre parole sono cancellate.


24 Sotto quest'ultima parola si intravede: ellittiche.
25 Sotto quest'ulfima parola si legge: intrinseca,
26 A tal riguardo, la successione degli insegnamenti complementari 6 cosi descritta
da ALFREOO PERNA nella commemorazione (cfr. Giornale di Matematiehe, p. 312): "Nel
1892-93, oltre al corso di Calcolo dett6 sotto forma di corsi liberi (che ebbero poi, per
desiderio della Facoltg, valore di incarichi per la malattia del Battaglini) l'Introduzione
alla teoria matematiea dell'elasticitd e la Teoria deIle superficie del Darboux. Nel 1893-94
dette come corso libero di Analisi le Funzioni ellittiche e, come incaricato delle
Matematiche Superiori, la Teoria dei humeri; nel 1894-95, spieg6 la Geometria differenziale del Bianchi e le Superfieie di Riemann, nel 1895-96, nuovamente l'Elasticitfi, aggiungendovi nuove eose e iniziando in ultimo un corso di Idrodinamica, che svolse poi nel
1896-97. Negli anni seguenti si suecessero il Calcolo differenziale assoluto del Ricci, la
Teoria dei Gruppi, un seeondo corso di Geometria differenziale, un corso biennale sulla
Teoria analitica della propagazione del calore, un secondo corso sull'Idrodinarnica, un
terzo corso Teoria analitica del ealore, la Geometria non euclidea, e finalmente, per la
terza volta, l'Elasticitd, arricchita dallo svolgimento delle ultime memorie del Volterra
e dell'Almansi."
27 CESARO, g. Corso di anaIisi algebrica con introduzione al calcolo infinitesimale
(1894). Torino: Bocca.

330

F. PALLADINO8r R. TAZZIOLI
Nel medesimo anno, 1894, viene dato alle stampe il citato volume sulla

Teoria delI'elasticitgt, e nel 1896 appaiono le Lezioni di Geometria intrinseca,


pubblicate poi nella traduzione tedesca di G. KOWALEWSKInel 1901. 28 I1 Corso
di analisi algebrica e gli Elementi di calcolo infinitesimale, 29 quest'ultimo apparso

nel 1897, riuniti e rivisti, saranno anch'essi tradotti da KOWALEWSKIe usciranno


nel 1904, con la dedica alla memoria di EU~ENIO BELTRAML3~ Una seconda
edizione degli Elementi di calcolo infinitesimale (anche questa dedicata a
BELTRAM0, corrispondente ai libri III, V I e VII dell'edizione tedesca, sar/t
pubblicata nel 1905. 31
Un altro aspetto interessante, che emerge da queste lettere, 6 la ricerca di
un'interpretazione meccanica delle equazioni elettromagnetiche di MAXWELL.
BELa'RAM~, conformemente alle idee dell'epoca, immaginava un fluido etereo che
pervadeva t'intero universo e che propagava, mediante deformazioni elastiche,
i fenomeni fisici nello spazio. Si trattava di stabilire il sistema degli sforzi che
permettessero all'etere di partecipare alla trasmissione delle forze. In un articolo
dall'esplicito titolo "Sull'interpretazione meccanica delle formole di Maxwell", 32
BELTRAMI provava che un ordinario mezzo elastico non poteva deformarsi in
modo tale da soddisfare le equazioni degli sforzi, dedotte da MAXWELL,33 che
consentivano all'etere di propagare le azioni fisiche. L'articolo di BELTRAMI
attrasse l'attenzione di CES~RO che intendeva indagare la generalit/t di questo
sistema di tensioni e pressioni. 34 I punti di vista erano comunque profondamente diversi; mentre BELa'RAMI svolge una trattazione puramente analitica
del problema, CES~RO giunge alla medesima conclusione da presupposti di
natura prevalentemente fisica. Egli suppone infatti che lo spostamento elettrico
e la forza elettromotrice abbiano la stessa direzione, ipotesi che 6 indipendente
dalle propriet~ fisiche del mezzo nel caso che gli spostamenti siano infinitamente piccoli. CESARO considera due sistemi elettrici interagenti e deduce
che l'azione totate tra i due conduttori coincide con l'espressione data da
MAXWELL se le tensioni e pressioni del mezzo soddisfano a certe equazioni. Egli
dimostra, analogamente a BELTRAMI,35 che queste ultime risultano indipendenti

E. Vorlesungen iiber natiirliche Geometrie (1901). Leipzig: Teubner.


29 CES~RO, E. Elementi di Caleolo infinitesimale. Nap01i: Alvano.
30 CES,~RO, E. Elementares Lehrbuch der algebraischen Analysis und der Infinitesimalrechnung (1904). Leipzig: Teubner.
31 CESARO, E. Elementi di Calcolo infinitesimale (1905). Napoli: Alvano.
32 BELTRAMI, E. "Sull'interpretazione meccanica delle formole di Maxwell", Memorie
della R. Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna (4) 7 (1886), 1-38; in: Opere IV,
190-223.
3~ Cfr. Cap. V, I volume di: MAXWELL, J. C. A treatise on electricity and magnetism,
2 voll. (1873). Oxford: Clarendon.
a4 CESARO, E. "Sulle formole di Maxwell", Rendiconti della R. Accademia dei Lincei
(4) 5 (1889), 199-204.
35 BELTRAMI, E. "Sull'uso delle coordinate curvilinee helle teorie de1 potenziale
e dell'elasticitY", Memorie della R. Accademia delle Seienze dell'Istituto di Bologna (4)
6 (I884), 401-448; in: Opere IV, 136-179.
28 CESRO,

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces~tro

331

dalla natura dello spazio, sia esso euclideo o non euclideo, e, inoltre, che le
variazioni dell'energia elettrica sono esprimibili come un lavoro delle forze
interne.
L'approccio di CESARO dovette suscitare grande interesse in BELTRAMIche si
proponeva di approfondire "la teoria dei dielettrici in dipendenza dalla teoria
del magnetismo", come egli stesso precisava in una lettera indirizzata a CESARO
il 5 marzo 1889 (cfr. lettera 5). BELTRAMICOSi continuava: "Mi fa molto piacere
l'udire che Ella gusta ed intende bene il Maxwell: verr/t tempo che Le chieder6
qualche dilucidazione sulla teoria di questo valentuomo, che io ammiro molto,
ma non intendo sempre, anzi non intendo affatto in parecchi punti che mi
paiono essenzialissimi". 36
Nello stesso anno, e ancora in relazione alle equazioni di MAXWELL, CESARO
analizzava un altro aspetto della teoria dei dielettrici nell'articolo "Sur le
pouvoir rotatoire magnbtique", a7 L'azione del campo magnetico su un fascio di
luce polarizzata produce una deviazione dell'asse di polarizzazione (detto effetto
magneto-ottico) che MAXWELL aveva spiegato con 1' 'ipotesi dei vortici molecolari'. Egli aveva immaginato che, in un campo magnetico, ogni porzione
infinitamente piccola del mezzo ruotasse attorno alla direzione della forza
magnetica producendo, a livello macroscopico, l'effetto magneto-ottico. A partire dalle idee di MAXWELL, CESARO analizza questo fenomeno nell'ipotesi che il
mezzo sia un dielettrico perfetto e dotato di un coefficiente di conducibilitfi non
hullo e deduce l'angolo che il piano di polarizzazione descrive quando attraversa uno spessore del mezzo dielettrico uguale all'unit~i. Egli considera due
raggi polarizzati circolarmente aventi stesso periodo e stessa intensitfi, ma l'uno
polarizzato a destra e l'altro a sinistra, che attraversano il dielettrico. Essi
danno luogo a un raggio polarizzato linearmente e, se con un dielettrico si
accelera la fase di uno dei due raggi polarizzati circolarmente, il piano di
polarizzazione del raggio risultante subisce una rotazione di un angolo pari atla
mefft dell'angolo di accelerazione della fase. Da queste considerazioni, CESARO
ottiene un'espressione che coincide, al prim'ordine, con una formula girl dedotta
da MAXWELL3s nel caso che il mezzo dielettrico abbia un coefficiente di conducibilitfi hullo e c h e l a luce polarizzata attraversi uno spessore di dielettrico

36 Sulle riflessioni condotte da CESARO intorno all'interpretazione di MAXWELL, vi


6 anche la testimonianza di una fra i pifl bravi allievi palermitani di CESARO, GIUSEPPE
BAGNERA. Essa 6 riportata dal PERNA (commemorazione in Giornale di Matematiche,
p. 310): "I1 Chiar.mo prof. Bagnera della R. Univ. di Messina, cosi ci scrive: In questo
corso (Elettricitgt e Magnetismo del Maxwell) rifulse maggiormente l'ingegno poderoso del
Cesfiro. Studiava il libro, come Egli stesso diceva, alia giornata; eppure in un primo
studio fatto cosi in fretta, trovava modo di rendere rigorose in molti punti le dimostrazioni dando a tutto t'insieme un generale aspetto di omogeneifft, allargando talora
con altissima poesia di astrazione le ipotesi stesse del Maxwell."
37 CESARO, E. "Sur le pouvoir rotatoire magn6tique", Rendiconti della R. Accademia
dei Lincei (4) 5 (1889, 2 ~ sem.), 202-208.
a8 Cfi'. op. cit. alla nota 33, volume II, Cap. XXI.

332

F. PALLADINO& R. TAZZIOLI

qualsiasi. In conclusione del lavoro, il matematico napoletano avanza un'ipotesi


sulla natura dell'etere supponendo che preesista nella materia un "pouvoir
tourbillonaire" il cui effetto, contrario al potere assorbente, aumenti in rapporto
alla conducibilitfi elettrica producendo cosi una maggiore intensitfi luminosa
nei conduttori. Ci6 permetterebbe di spiegare un certo numero di fatti
sperimentali e tra questi un fenomeno osservato dallo stesso MAXWELL, secondo
cui le foglie d'oro risulterebbero molto pig trasparenti alla luce di quanto la
teoria preveda.
CESARO present6 questo lavoro al Journal de Physique e POITIER, allora
redattore del giornale, lo respinse. Ci6 scaten6 tra i due un'aspra polemica che
vedeva coinvolto anche "quella sempre buona e gentile persona dell'Hermite"
(cfi'. lettera 6), il quale fece da tramite tra CES~RO e la redazione. POITIER mosse
delle obiezioni che CESARO riteneva "ridicole" e che mostravano, sempre secondo CES~RO, come egli avesse frainteso il senso della sua ricerca. POITIER
affermava c h e l a deviaziorle dell'angolo prodotta su un fascio di luce polarizzata
per effetto del campo magnetico, dedotta nell'articolo, era semplicemente identica a quella girl ottenuta da MAXWELL. Inoltre, le divinazioni, che CES~RO
formulava, in conclusione del suo lavoro, sull'esistenza di un movimento rotatorio della materia senza presenza di campi, erano giudicate da POITIER "fuori
dai limiti che l'esperienza assegna a questi fenomeni" (cfr. nota 2, lettera 6). In
realtfi, CES~RO faceva invece notare c h e l a sua formula si riduceva a quella di
MAXWELL solo quando era nullo il coefficiente di conducibilit/t elettrica del
mezzo e ne costituiva pertanto una autentica generalizzazione. A sostegno delle
argomentazioni di CESARO si schier6 BELTRAMI che lo stesso anno present6
l'articolo all'Accademia dei Lincei dove fu accettato e pubblicato sui Rendiconti.
In relazione a questi argomenti vi 6 un appunto, scritto con la grafia di
CESARO, trovato tra le sue carte e databile intorno al 1889-90, che commenta
poeticamente la scabrosa questione della compatibilit/~ tra equazioni di
MAXWELL e deformazioni elastiche del mezzo:
"La rivoluzione del corpuscolo.
Una volta un corpuscolo oscillava cosi celermente qua e l~t, e sempre
suscitava disturbi dovunque si recava, e forte si batteva per la libertfi contro
un potente nemico - un atomo - che non voleva lasciarlo andare. L'etere
tremava per la sua agitazione in modo cosi noto che a me basterfi dire che
ci6 era d'accordo con le sei equazioni di M a x w e l l . . . "
Concludiamo la presentazione di queste lettere sottolineando ancora il vivo
interesse mostrato da BELTRAM~ agli studi di CESRO e il compiacimento espresso quando essi venivano a toccare argomenti che si erano mostrati cruciali
per le ricerche del pig anziano studioso. Cosi, per esempio, nella lettera 5: "Per
istinto credo che abbia ragione Maxwell ma, a dire la verit/t, credo che la sua
teoria richieda una elaborazione, forse radicale, e la cosa che mi farebbe pifl
piacere sarebbe che questa elaborazione trionfante fosse condotta a termine da
Lei".

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces/tro

333

EUGENIO BELTRAMI a ERNZSTO CESARO


in Torre Annunziata
Pavia, 20 luglio 1883
Egregio Sig. Ces/tro,
Ricevetti a suo tempo la lettera di Lei e la unita Nota (oltre quella
a stampa, di cui La ringrazio molto).
Innanzi tutto Le dico che sono molto lieto di udire che Ella andrfi prossimamente a Roma, per gli scopi che mi accenna. 1 Spero di potere cosi conoscerLa personalmente, giacch6 quasi ogni anno ho l'occasione di colfi recarmi,
e d'altronde non dubito che t a l e / / m u t a m e n t o non sia per essere di vantaggio
a Lei e d al nostro paese.
In quanto alia Nota, z volentieri l'avrei comunicata all'Istituto Lombardo, se
la coincidenza degli esami non mi avesse impedito di recarmi a Milano nel
giorno della seduta (giacch6, stante la brevitfi della comunicazione, non avevo
creduto necessario farla annunciare preventivamente). Del resto il calcolo ivi
istituito 6 perfettamente esatto; io non mi ricordo di averlo veduto altrove,
bench6 per6 q u e / / s t o fatto mi sembri piuttosto un indizio del non credersi che
l'energia residua dopo quella di traslazione sia da ritenersi come tutta dovuta
alla rotazione. Io poi avrei, per mio conto, altre osservazioni circa l'influenza
degli urti sulle rotazioni: ma non gliene parlo per il momento, prima di tutto
perch6 ci6 sarebbe troppo lungo, e poi perch6 avrei bisogno di appurare i miei
dubbi in proposito, il ch6 non ho ancora avuto agio di fare, bench6 ne abbia
desiderio da molto tempo. E potrebbe anche// darsi che questi dubbii svanissero in seguito ad una ricerca accurata, come quella che avrei bisogno di fare.
Io dunque Le restituisco per il momento la Nota, poich6, essendo in
procinto di partire da Pavia, dove non ritorner6 che in Novembre, non potrei
fame alcun uso giovevole per Lei, mentre Ella pu6 nel frattempo utilizzarla in
altro modo. Solo io Le consiglierei di stabilire esplicitamente il calcolo sul
supposto della totale conversione dell'energia residua in rotazione. A1 mio
ritorno mi sar/t grato contribuire alla pubblicit~ di questo come di qualunque
altro suo lavoro.
Mi creda sempre
aft.too dev.mo Suo
E. Beltrami

1 Verso la fine dell'anno accademico 1882-83 CES,~,.ROlascia l'l~cole des Mines di


Liegi e col nuovo anno accademico prende a frequentare l'Universit/t di Roma. I professori CREMONA,BATTAGLINI e DINO gli sono infatti favorevoli e gli permettono di
iscriversi al quarto anno di corso in matematica. Inottre, DINO riesce a fargli confermare
il sussidio che il municipio di Torre Annunziata aveva elargito per il soggiorno a Liegi.

334

F. PALLADINO & R. TAZZIOLI

(Cfr. PERNA, A. op. cir. in nota 2 della prefazione (in seguito pref.), p. XIII e FERRARO,
G. - PALLADINO, F. op. ciL lavoro 2 in nota 3 pref., p. 152)
2 La Nota di CESRO, a cui si riferisce BELTRAMI, non venne probabilmente mai

pubblicata. Forse le obiezioni di Beltrami convinsero Ces/tro a non ripresentare il suo


scritto n4 all'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere n6 ad altre riviste.
2
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO

in Palermo
Venezia, 19 ottobre 1888
Egregio prof. Ces/tro,
Stante la mutabilit/t del mio domicilio, accresciuta da certe necessit/t derivanti dalla recente dolorosa perdita di una mia cara zia, ho ricevuto solo oggi
la di Lei gradita lettera del 10, insieme col manoscritto. 1 Le d6 subito questo
annuncio, per di Lei tranquillit~t, senza n e m m e n o aver avuto tempo di rendermi
conto del soggetto da Lei trattato, e debbo anche dire che non m i / / v e r r e b b e
forse facile orientarmivi prima del mio ritorno a Pavia, perch6 non solo manco
di ogni sussidio relativo all'argomento (ed in particolare della mia stessa M e m o ria), 2 m a mi trovo anche assai lontano col pensiero dall'argomento di cui si
tratta. Intendo per6 bene l'enunciato che Ella mi riporta e ne presento
l'esattezza. Del resto non avrei alcuna difficolt/t ad inviare senz'altro la di Lei
Memoria al prof. Brioschi, 3 ben certo a priori del valore di essa. M a forse non
Le dispiacer/t// che io rimetta questa pratica al mio ritorno a Pavia, che
avverr~t fra non molto, cio~ ai primissimi giorni di Novembre, tanto pifi che
spero nel frattempo (benchb tormentato da necessit~t d'ordine curiale ed amministrativo, vale a dire da cure per me antipaticissime) di farmi un concetto
almeno sintetico delle tendenze del di Lei lavoro.
Ella mi fa cenno, fra l'altro, di Sue Lezioni Iitografate: 4 esse mi sarebbero
graditissime, se fosse possibile di ottenerle, m a anche per ci6 sarfi meglio in//
ogni caso aspettare, poich6 temo troppo i disguidi postali.
Intanto La ringrazio di essersi a me rivolto, e mi compiaccio di vederLa
entrare nel c a m p o della fisica matematica, tanto bisognevole di essere onorevolmente rappresentata in Italia (e sia detto inter nos, di essere un po' pifi
popolarizzata fra i signori fisici).
Mi creda con vera stima
dev.mo aff.mo Suo E. Beltrami

1 II manoscritto di CESARO a cui si riferisce BELTRAMI~: "Moti rigidi e deformazioni


termiche negli spazii curvi", Rendiconti della R. Accademia dei Lincei (4) 4 (1888, 2~ sere.),
376-384.
2 BELTRAMIintende il suo articolo: "Sulle equazioni generali dell'elasticit~t" (op. cir.
in nota 19 pref.).

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces/tro

335

3 FRANCESCO BRIOSCttI (1824-1897) fu professore di matematica e fisica all'universitfi di Pavia e dal 1879 venne chiamato a dirigere la Scuola degli Ingegneri a Roma.
Egli fu uno dei maggiori protagonisti della politica italiana negli anni post-unitari e fu
per lunghi anni segretario generale della Pubblica Istruzione. BRIOSCHI forni notevoli
contributi alla teoria degli invarianti ealla risoluzione delle equazioni algebriche di 5~
grado mediante la teoria delle trascendenti ellittiche.
4 Le lezioni a cui fa cenno BELTRAMIfurono pubblicate da CESARO sei anni pifl tardi
con il titolo Introduzione alla teoria matematica delI'elasticitd (op. cit. in nota 15 pref.).

3
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESRO

in Palermo
Pavia, 1~ dicembre 1888
Carissimo ed egregio prof. Ces/tro
La gradita Sua del 20 scorso non pervenne in mia mano che jeff, a causa di
un viaggio precipitoso che ho dovuto fare a Venezia, dove non sono arrivato
a tempo di assistere alla impreveduta fine di un mio carissimo cognato, ma
dove ho dovuto trattenermi qualche giorno per confortare la povera vedova
e per risparmiarle le dolorose pratiche che si rendono necessarie in simili casi.
N o n sono dunque ritornato che jeff, e, dopo aver preso cognizione della
precitata Sua lettera, ho pensato di spedire subito la di Lei Memoria 1 al prof.
Brioschi 2 in Roma, affinch~ sia possibilmente presentata ai Lincei nella seduta
del-//la Classe di scienze, che ha luogo precisamente domani. Ho tuttavia
creduto di aggiungere, che se mai non sussistessero pifl le cagioni di ritardo
d'inserzione negli Annali, 3 sarebbe forse preferibile riservarla per questi, sia per
il legame suo con altre Memorie pubblicate negli Annali medesimi, sia per la
probabilit/t ch'Ella produca altri lavori sull'argomento, i quali mi parrebbero
meglio a posto in un periodico che va per le mani di tutti i matematici.
Oggi poi ho ricevuto i fogli che Ella gentilmente volle spedirmi e di cui Le
sono veramente obbligatoff Mi sar~i caro tenerli presenti durante il corso che
sto facendo, ed avr6 occasione cosi di scriverLe pifi tardi in proposito. Per ora,
avendo voluto scorrerli//si potrebbe dire a volo d'uccello, per acquistare
un'idea del campo in essi considerato, mi limito a rilevare una citazione di
Lam~, da Lei fatta a p. 57-58, la quale ha ridestato in me la reminiscenza del
fascino che io pure ho provato per le superficie isostatiche, s Disgraziatamente
queste superficie non esistono, in generale; poich6 se, in un piano, una coppia di
direzioni ortogonali, definita per ogni punto, pu6 sempre considerarsi come
quella delle tangenti, in questo punto, alle due linee di un sistema doppio
ortogonale, nello spazio invece non ha luogo l'analoga proprietor per una terna
ortog. [onale] di elementi piani, pure definita per ogni punto. Weingarten ha
fatto, nel t. 90 del Giornale di Crelle, la ricerca delle condizioni restrittive sotto
le quali si verifica l'esistenza di un sistema isostatico. 6 In una Nota del 1872
(Atti dell'Istit. Lomb.)7// io ho sviluppato un sistema di formole relative alle

336

F. PALLADINO 8,: R. TAZZIOLI

terne ortogonali di direzioni definite per ogni punto dello spazio, con cui si
potrebbe pure studiare la questione. Mi rincresce di non poterLe offrire alcun
esemplare di questo mio vecchio Articolo, nel quale fra altre cose 6 data una
dimostrazione cinematica del teorema di Dupin. 8
Nelle mie lezioni di quest'anno ho dato una dimostrazione, che si potrebbe
dire perentoria, della sufficienza delle sei equazioni a derivate seconde fra le
a, b, c,f,g, h.9 Questa dimostrazione consiste semplicemente nell'integrare queste
equazioni. Qualunque siano le a, b, c si pu6 sempre porre
OU
a=-~-x,

0V
b=~-y-y,

OW
a-0z'

(1)

dove U, V, W sono tre nuove funzioni. Le equazioni diventano allora


0 (0g

Oh

Of

Oz

@Oz

+ ~-z

32U~

2=o,

ecc.

= 0, ecc.

Alla seconda terna si soddisfa nel modo pifl ge-//nerale ponendo


0W 0V 2 '
2/=-~-y +-~-z+ f ,

ecc.

(2)

dove f', g', h' soddisfano alle


02f '

020 '

OyOz

-0,

OzOx

02h '

-0,

OxOy

-0,

(3)

mentre l'altra terna d'eq.ni diventa


0 (0,q' Oh'
~x \-~y + Oz

0f'~
Ox ) = O, ecc.

Og' Oh'
Ora queste ultime equazioni stabiliscono the i trinomi -~y + Oz

Of'
Ox' ecc. sono

tre funzioni rispettivamente indipendenti da x, day, daz: ma si pu6 porre, con


grande generalith

%-- Oh'
+

Of'
Ox

Oh' Of t
0z + Ox

Og' 02Vy
Oy - OzO~'

0y

Of'
Ox

Oz

~g'
Oy

~h'
Oz

Ozux
OyOz

02W~
OxOy'

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces/tro

337

dove Ux 6 una funzione indipendente da x, Vyda y, W~ da z, e di qui si conclude

0 2 W z Gq2Vy
ecc.
8x - 8x@ + 8-~x'

2 af '

ossia

8(

8wz
<)
ay
az ] = O,

8---~ 2f'

ecc.

Se dunque si pone nuovamente


2f'=

aw~

By,

@ +~z

+ f"'

(4)

ecc.//

le tre funzioni f",g',h" devono soddisfare alle

8f"

8g"

Oh"

a-~=o, G=o, 8z =o

ed anche, in virtt~ delle (3), alle

2f,,

C32g,,

--=0,
~3yOz

8z~x

-0,

aZh,,
--=0,
~3xOy

cosicch6 f " 6 necessariamente la somma di due funzioni, una della sola y, l'altra
della sola z. Si pu6 porre quindi, con pari generalitfi,

f,,

d Y1

dZ 1

g"

- ay + T z '

dZ2

dX2

h"

=Tz +Tx '

dX3

d Y3

= T ~ + d~-

(s)

dove X2, X3 sono funzioni di x, Y3, Y1di y, Z1, Z2 di z, e si ha [per le] (3), (4), (5)

2f= 8(w + w~ + x 2 + Y~) + 8(v + V, + z , + Xa) ecc.


8y
&
'

(6)

In base a ci6, se si pone

U--}- Ux--~ Y3 @ Z2 =bl,


V+ Vy+ZI+X3=v,
w + VVz + X2 + yt = w,

si ha [dalle]

(1), (6)
au
a=~xx,

8v
b=fffy,

8w
C=~z,

2 f = 8x 8u
8y + -&- '

ecc.

vale a dire: gli integrali pifi generali possibili delle sei equazioni di 2 ~ ordine
hanno necessariamente la forma richiesta per essere le sei componenti d'una

338

F. PALLADINO&; R. TAZZIOLI

deformazione continua, u, v, w essendo del tutto arbitrarie, cio6 essendo le


funzioni arbitrarie dell'integrazione.
Scusi gli scarabocchi e mi creda
aft.too Suo E. Beltrami
1 Cfr. n. 1, lett. 2.
2 Cfr. n. 3, lett. 2.
3 Si tratta degli Annali di matematica pura ed applicata.
r I1 riferimento 6 all'op, cir. in nota 15 pref.
5 Nelle Leqons sur les coordonn&s curvilignes et leurs diverses applications (1859.
Paris: Mallet-Bachelier), dopo aver definito l'ellissoide di elasticit/t, GABRIEL LAMt~
(1795-1870) introduceva le superfici isostatiche nel modo seguente: " [ . . . 3 si l'on consid6re r la fois tousles 616ments-plans sollicit6s normalement, qui correspondent r tous
les points du solide [supposto in equilibrio elastico], et dont les positions varient d'une
mani6re continue; tous ces triples-616ments forment trois families des surfaces orthogonales, que j'appell6es isostatiques, et qui jouissent de la propri6t6 d'etre seules sollicit6es normalement par les forces 61astiques" (p. 273). Nel suo libro sulla teoria
matematica dell'elasticit&, CESARO riferisce in forma tradotta, alle p. 181-183, questo
passo e alcuni precedenti e seguenti delle Leqons di LAMI~.
6 WEINGARTEN, J. "Zur Theorie der isostatischen Fl~ichen", JournaIfiir die reine und
angewandte Mathematik 90 (1881), 18-33.
7 BELTRAMI, E. "Di un sistema di formole per lo studio delle linee e delle superficie
ortogonali", Rendiconti deI R. lstituto Lombardo di Scienze e Lettere (2) 5 (1872),
474-484; in: Opere II, 426-436.
8 I1 teorema principale dimostrato da DUVIN nella teoria delle superfici ortogonali
afferma che l'intersezione tra due di queste superfici costituisce per entrambe una linea di
curvatura.
9 Questa parte della lettera, che riguarda la determinazione delle condizioni sufficienti affinch6 le sei funzioni a, b, e, f, 9, h costituiscano le componenti di una
deformazione elastica, ~ stata poi pubblicata, helle sue linee essenziali, nell'articolo "Note
fisico-matematiche (Lettera al prof. Ernesto Cesrro)", Rendiconti del Circolo Matematico
di Palermo 3 (1889), 67-79; in: Opere IV, 320-329. BELTRAMI aveva girl stabilito le
condizioni necessarie e sufficienti affinch6 sei funzioni date possano rappresentare le
componenti di una deformazione nella memoria "Sull'interpretazione meccanica delle
formole di Maxwell" (op. cir. in nora 32 pref.). Nel suo trattato Introduzione alla teoria
matematica dell'elasticit& CESARO riporta entrambe le dimostrazioni di Beltrami (cfr. op.
cir. in nota 15 pref., p. 19-24).
4
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO

in P a l e r m o
Pavia, 3 febbraio 1889
Egregio prof. Ces~tro
L a di Lei N o t a 1 mi pervenne Giovedi, e nello stesso giorno la spedii al
Presidente dell'Accademia dei Lincei, perch6 venga presentata nella Seduta che

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces/tro

339

ha luogo appunto oggi: spero che cosi sia avvenuto. H o preferito la detta
Accademia all'Istituto Lombardo, perch6 questo aveva tenuto seduta precisamente n e l / / G i o v e d i suddetto, e avrebbe bisognato aspettare una quindicina
[di giorni]. H o appena avuto il tempo di scorrere, con piacere la N o t a in
discorso, e la rivedr6 volentieri, con maggiore attenzione, quando sara stampata.
I lavori di Helmholtz e di Kirchhoff di cui Le fu fatta menzione sono
probabilmente i seguenti:
Helmholtz (1881): Ueber die auf das Innere magnetisch// oder dielektrisch
polarisirter K6rper wirkenden Kr/ifte; 2
Kirchhoff (1884): Ueber die Form/inderung die ein fester elastischer K6rper
erf~ihrt wenn er magnetisirt [sicl oder dielektrisch polarisirt wird. 3
Amendue i lavori sono nei Monatsberichte dell'Accademia di Berlino, m a il
primo 6 riprodotto nella Raccolta delle opere di Helmholtz, mentre i l / / s e c o n d o
non comparisce in quella delle Memorie di Kirchhoff, uscita nel 1882. N o n
credo, del resto, che vi si trovino analogie colle formole da Lei sviluppate.
Formole in cui non 6 Xy = Yx non si trovano che in Maxwell. *
Se, per ottemperare ad un invito gentile del Sig.r Guccia, s mi decider6
a pubblicare cost~i alcune mie noticine d'elasticitfi, lo far6, se Ella permette, in
forma di lettera a lei diretta, prendendo occasione dall'opera da Lei prestata
a tali studii. M a Ella non mi c o m p r o m e t t a innanzi tempo.
Mi creda sempre aff.mo Suo E. Beltrami

1 L'articolo di CES3,RO a cui BELTRAMIsi riferisce 8 "Sulle formole di Maxwell" (op.


cit. in nota 34 pref.).
2 HERMANNVON HELMHOLTZ(1821-1894) si laure6 in medicina a Berlino, ma forni
notevoli contributi anche nei campi della matematica e della fisica. Dal 1849 insegn6
fisiologia all'universit/t di K6nigsberg fino al 1855, quando si trasferi a Bonn. I1 periodo
pig fecondo della sua attivit~ scieutifica fu quello trascorso all'universitfi di Heidelberg
dove insegn6 a partire dal 1857. Dopo Heidelberg egli ritorn6 a Berlino nel 1871, dove
rimase fino alla morte.
L'articolo citato da BELTRAMI8: "Ueber die auf das Innere magnetisch oder di8lektrisch polarisirter K6rper wirkenden Kr/ifte", Monatsberichte der wissenschaftl. Akademie
zu Berlin (1881); in: Wissenschaftliche Abhandlungen (3 voll. (1882-1895). Leipzig: Barth)
I, 798-820.
3 GUSTAVR. KIRCttHOFF (1824-1887) studi6 fisica all'universit~ di K6nigsberg e dal
1850 fu professore a Breslau. Nel 1854 si trasferi a Heidelberg e dal 1875 insegn6 fisica
teorica all'universit/L di Berlino. Fondamentali rimangono i suoi studi nei campi delia
termodinamica e della fisica del corpo nero.
L'articolo a cui BELTRAMIfa riferimento ~: "Ueber die Formiinderung, die ein fester
elastischer K6rper erfiihrt, wenn er magnetisch oder diel~ktrisch polarisirt wird", Monatsberichte der wiss. Akademie zu Berlin (1884); in: Gesamrnelte Abhandlungen. Nachtrag
(1891. Leipzig: Barth), 91-113.
4 JAMES CLERK MAXWELL (1831 1879) studi6 all'universit/t di Edimburgo per poi
passare al Trinity College di Cambridge. Nel 1856, egli divenne docente di filosofia
naturale ad Aberdeen e nel 1871 professore di fisica sperimentale a Cambridge. Le sue

340

F. PALLADINO& R. TAZZIOLI

straordinarie ricerche spaziano dalla teoria cinetica dei gas alla termodinamica, all'elettromagnetismo. In quest'ambito, MAXWELLcerc6 di fornire un'interpretazione meccanica
delle sue equazioni elettromagnetiche nel Capitolo V, volume I del suo Treatise (op. cit.
in nota 33 pref.).
5 GIOVANNIBATTISTAGUCCIA (1835-1914) fond6 il Circolo Matematico di Palermo
nel 1884 e i rispettivi Rendiconti nel 1885 (cfr. BRIGAGLIA,A. - MASOTTO, G. Il circolo
matematico di Palermo (1982). Bark Dedalo). Qui BELTRAMI si riferisce proprio alla
rivista di GUCCIA, i Rendiconti del Circolo matematico di Palermo per i quali pubblicher/t
l'articolo di cui allan. 9, lett. 3,

5
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESRO
in Palermo

Pavia, 5 marzo 1889


Carissimo prof.r Ces/tro
Ho ricevuto e gradito moltissimo il di Lei articolo sulle formole di Maxwell, 1 e, bench~ ne abbia gi/t rilevato il contenuto, me lo sono per6 messo da
parte con altri lavori d'analogo argomento, perch~ nei giorni passati, facendo in
iscuola qualche cenno sulla teoria dei dielettrici, in dipendenza dalla teoria del
magnetismo di cui sto trattando, ho incontrato alcuni punti sui quali desidero
di ritornare per mio conto, il che spero di fare fra non molto, quando avr6
sbrigato alcuni lavori pifl urgenti. Metto fra questi quella tal comunicazione al
Circolo Matematico [di Palermo] di cui Le avevo gi~t tenuto parola, che ho
compiuta oggi e che spedir6 domani al Guccia, 2 il quale mi scrisse da Roma
ecci-//tandomi a mandargliela col/t. Veramente avrei preferito indirizzarla
a Lei, come destinatario della lettera, ma nel timore che ci6 producesse un
ritardo del quale il Guccia (col quale era la prima volta che entravo in diretta
corrispondenza) avesse a dolersi, mi sono indotto a seguire il suo invito. 3
M i f a molto piacere l'udire che Ella gusta ed intende bene il Maxwell: 4 verr/t
tempo che Le chieder6 qualche dilucidazione sulla teoria di questo valentuomo,
che io ammiro molto, ma non intendo sempre, anzi non intendo affatto in
parecchi punti che mi paiono essenzialissimi. P e r istinto credo che abbia ragione
il Maxwell, ma, a dire la veritfi, credo che la sua teoria richieda una
elaborazione, forse radicale, e la cosa che mi farebbe pifl piacere//sarebbe che
questa elaborazione trionfante fosse condotta a termine da Lei. Del resto
leggevo in questi giorni, in un bel discorso di Boltzmann sopra le opere di
Kirchhoff, un passo che darebbe ragione alle di Lei preferenze. Caratterizzando
sommariamente gli stili matematici, il Boltzmann dice: "H6chste /iussere Eleganz, mitunter etwas schwaches Knochengerfiste der Schliisse charakterisirt die
Franzosen, die gr6sste dramatische Wucht die Engliinder, vor allen Maxwell". 5
Tra gli scrittori tedeschi, presso i quali a me avviene pifl facilmente di
trovare un giro di idee analogo al mio, non si pu6 dire che Helmholtz 6 sia dei
pifl perfetti, lasciando da parte, ben inteso, il valore intrinseco. Quella Memoria

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces~iro

341

sui dielettrici, 7 p e r esempio, della quale E l l a mi parla, mi riesce, in complesso,


s o d d i s f a - / / c e n t i s s i m a , m a vi sono, verso la fine, dei passi che n o n ho m a i
afferrati bene, in q u a n t o a l l ' i n t e r p r e t a z i o n e dei risultati di calcolo.
N o n c o n o s c o bene le cose di H e r z 8 [sic] a cui Ella allude, se n o n sono
quelle cui si collegano le recenti e belle ricerche s p e r i m e n t a l i del n o s t r o Righi. 9
D e l resto ricever6 s e m p r e con piacere le di Lei c o m u n i c a z i o n i , m a Ella vorrfi
p e r d o n a r m i se d o v r 6 d i r L e di n o n essere in caso di r e c a r L e ajuto. U n a delle
mie disgrazie 6 che qui n o n p o s s o in alcun m o d o g i o v a r m i de1 consiglio e del
sussidio di un fisico: n o n certo p e r c a t t i v a volontfi del m i o o t t i m o e b e n e m e r i t o
collega C a n t o n i , I~ m a perch6 6 vecchio e i n a r i d i t o in u n a sfera d'idee, a p p r e z zabilissime, m a d i s a d a t t e a c o n t a t t i colle mie.
M i c r e d a s e m p r e aft.too Suo E. Beltrami

t CESAI~O, E. "Sulle formole di Maxwell" (op. cir. in nota 34 pref.).

2 Cfr. n. 5, lett. 4.
3 Si tratta dell'articolo di BELTRAMI: "Note fisico-matematiche (Lettera al prof.
Emesto Cesfiro)" (op. cir. in n. 9, lett. 3).
4 Cfr. n. 4, lett. 4.
s LUDWIG BOLTZMANN (1844-1906) studi6 e ottenne il dottorato all'universitg di
Vienna nel 1867. Fu professore a Graz, Vienna, Monaco e Lipsia. Egli si dedic6
soprattutto alla teoria cinetica dei gas, alla termodinamica e alla fisica delle particelle. La
memoria a cui si fa riferimento in questa lettera 6: Gustav Robert Kirehhoff. Festrede
(1888). Leipzig: Barth. I1 passo citato 6 a pag. 29.
6 Cfr. n. 2, lett. 4.
7 Cfr. n. 2, lett. 4.
s HEINRICH RUDOLPH HERTZ (1857-1894) inizi6 i suoi studi a Monaco per poi
trasferirsi nel 1878 a Berlino, dove divenne assistente di HELMHOLTZ nel 1880. Nel 1883
fu nominato Privatdozent all'universitfi di Kiel e dal 1885 al 1889 fu professore a Karlsruhe, dopodich6 accett6 la cattedra a Bonn. Notevoli furono i suoi contributi alla teoria
del campo elettromagnetico e a l l a radiazione.
9 AUGUSTO RIGHI (1850-1920) studi6 a Bologna dove si laure6 in ingegneria nel
1872. Dal 1873 al 1880 insegn6 alla Scuola Tecnica e nel 1880 divenne professore di
Fisica sperimentale all'universit/t di Palermo. Si trasferi a Padova nel 1885 e vi rimase
fino al 1889 quando fu nominato professore di Fisica all'universitfi di Bologna. Si occup6
principalmente di ricerche riguardanti le oscillazioni elettriche che contribuirono alla
nascita de1 telegrafo senza fill Inoltre, scowl e descrisse l'isteresi magnetica e studi6
l'effetto fotoelettrico ispirandosi ai lavori di HERTZ.
to GIOVANNI CANTONI (1818-1897) studi6 a Pavia t r a i l 1837 e il 1840 dove si
laure6 ingegnere architettonico e, a partire dal 1860, ebbe l'insegnamento di Fisica nella
stessa universitY. Egli scrisse alcuni lavori di divulgazione scientifica sulla costituzione
della materia e sulla teoria meccanica del calore, oltre a numerosi articoli di elettrostatica. (Cfr. nota di M. GLIOZZI in Dizionario Biografico degli 1taliani, a cura di
A. GHISALBERTt, iniziato nel 1960 e da completare. Roma: Istituto dell'Enciclopedia
Italiana.)

342

F. PALLADINO& R. TAZZIOLI

6
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CES,~RO

in Palermo
Venezia, 11 ottobre 1889
Carissimo collega
Ho qui ricevuto la cara sua del 6 ed il manoscritto, e dovendo Lunedi
partire per Roma porter6 con me quest'ultimo e spero, bench6 la mia sosta col/t
debba essere assai breve, di poter procurare la pubblicazione del medesimo
negli Atti dei Lincei. 1
Mi permetta per6 di pregarLa caldamente a n o n apporre la Nota relativa
all'esclusione dal Journal de Physique, e ci6 per molte ragioni. In primo luogo
la dichiarazione che //Ella farebbe in questa N o t a non 6, a stretto rigore,
conforme al vero, perch6 Ella non ha in mano un vero e proprio rifiuto della
Redazione. Chi Le ha fatto sapere l'esito del lavoro 6 quella sempre buona
e gentile persona dell'Hermite, 2 il quale son sicuro che sarebbe addoloratissimo
d'una simile di Lei dichiarazione, tanto pifi che, se fosse per seguirne una
polemica, potrebbe darsi benissimo che il suo nome finisse col trovarvisi coinvolto, come quello dell'unico intermediario fra la Redazione e Lei.//
Inoltre, a moltissimi lettori (sia pure superficiali) potr/t fare non buono
effetto che l'Accademia dei Lincei, prestigioso organo della scienza italiana,
accolga uno scritto respinto da una pubblicazione francese: ed altri potranno in
ci6 vedere un fomite malaugurato di nuove asprezze internazionali. 3
Aggiungo, e questo argomento ha moltissimo valore per me che potrei,
a voce, narrarLe qualche vecchio fatto personale di genere polemico, che in
siffatte questioni bisogna prescindere pifi che si pu6 dal presente e p e n s a r e / / a l
poi. A distanza di tempo simili questioni si giudicano molto pifi serenamente,
e si riconosce che le conseguenze di un passo, giustificato anche, ma un
po' risentito, sono andate molto al di 1/t del limite che si sarebbe creduto, e
desiderato.
Finalmente mi pare non doversi prescindere dalla circostanza che il Journal
de Physique 6 bensi un periodico pregevole, ma non ha tale importanza e tale
classicitfi da dover dare gran peso ai giudizii di chi lo rappresenta, e che forse
non esprime neppure l'opinione della maggioranza dei fisici del suo paese.//
Del resto Le faccio anche osservare che, avvenuta che sia la pubblicazione
del di Lei articolo, nel suo testo francese originale, od il Potier 4 non si farfi
vivo, od egli pubblicherfi le sue obbiezioni, qualunque esse sieno. Nel primo
caso la cosa procederebbe, in sostanza, come se queste obbiezioni non fossero
mai state fatte o fossero state ritirate: nel secondo, Ella avr/t occasione di
rispondere, e potr~t sempre, allora, ricordare il primitivo rifiuto, il che, del resto,
io non farei se non nel caso c h e / / l o stesso Potier vi alludesse pel primo. Ella
potrfi dunque sempre ristabilire la storia dell'incidente. 5
Nella sostanza del quale non entro, perch~ le circostanze mie presenti mi
impediscono di raccogliermi, e perch6 inoltre Ella tratta un punto al quale io

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces/tro

343

n o n s o n o a n c o r a a r r i v a t o helle mie riflessioni su M a x w e l l H o p e r 6 t u t t a la


fiducia helle di Lei deduzioni, c o m e n o n ne ho n e s s u n a in quelle dei francesi,
n e s s u n o dei quali mi p a r e che a b b i a v e r a m e n t e d a t o p r o v a di a d d e n t r a r s i
i m p a r z i a l m e n t e nelle n u o v e teorie.
M i c r e d a s e m p r e aft.too Suo
E. B e l t r a m i

1 I1 manoscritto di CES~_RO e: "Sur le pouvoir rotatoire magnhtique" (op. eit. in nota


37 pref.).
2 CHARLES HERMITE (1822--1901) fu professore alla Sorbona e all't~cole Polytechnique e divenne, dopo la morte di CAUCHY, il massimo esponente della scuola francese
di analisi matematica. Egli si dedic6 soprattutto allo studio delle funzioni ellittiche
e modulari, delle funzioni theta e della teoria degli invarianti.
HERMITE rinviava a CESARO (Parigi, 3 ottobre 1889) "le m6moire sur le pouvoir
rotatoire que M. r POTIER [cJk. nota seguente] vient de me remettre en r6ponse /t la
demande que je lui ai fair de votre part. Je me permets de joindre/t ce mhmoire la lettre
du savant professeur, qu'il sera inutile de me renvoyer, puisqu'elle vous concerne exclusivement". Nella citata lettera di POTIER a HERMITE, conservata nel "Fondo Ces/tro"
e non datata, si legge:
"Monsieur et illustre maRre
J'ai l'honneur de vous remettre sous ce pli, comme vous avez bieu voulu me le
demander, la m6moire de M. Cesfiro. Le comit6 du Journal a vivement regrett6 que M.
Ces~iro n'ait pas dhvelopp6 l'hypoth~se 6nonc6 par lui ~ la fin de son m6moire, que la
mati6re est agithe d'un mouvement tourbillionaire agissant sur les mouvements
lumineuse, indhpendamment de toute action magnetique exthrieure; mouvement que le
magnetisme avait pour effect de coordonner; tandis que dans le corps du mhmoire M.
Cesfiro adoptant simplement l'hypothhse de Maxwell arrive aux m4mes 6quations diffhrentielles; et si ses conclusions diff6rent de celles de l'auteur anglais, c'est qu'il les 6tend
hors des limites que l'exp6rience assigne /tces phhnomhnes, en n6gligeant d'ailleurs la
dispersion qui est un ph6nomhne du m4me ordre. Ces indications vous suffiront pour
comprendre comment le Comit4 n'a pas ins6r6 au Journal de Physique la m6moire de M.
Ces~ro."
Vi ~ su tale questione una minuta di lettera di CESARO a HERMITE che, in relazione
al commento di POTIER, afferma: "Je vous remercie aussi d'avoir enfin sauv6 mon
manuscript des mains de M. Potier, et je suis he[reux] de vous ann[oncer] que
/t l'hon[neur] off je vous 6cris (?) mon travial a 4t6 pr6sent6 /t l'illustre Acad6mie des
Lincei par un savant 4minent, qu'on appelle Eugenio Beltrami. En Novem[bre] M.
Potier recevra un exemplaire imprim6, et il pourra, s'il y tient, faire connaitre ses
ridicules objections, qui dhc61ent un aplomb scientifique et une lhghret4 incomparable. Je
me r6jouis de r6pondre comme un vrai disceple de Maxwell sait et doit rhpon[dre] ~i un
homme, qui a profan6 par ses notes la plus belle oeuvre du grand phisic[ien] anglais.
Pour Ida qui in poi tutte le parole sono cancellate] vous montrer que M. Potier n'a
[ . . . ] mon manuscript, il suffit que je vous fasse remarquer ce passage: 'M. Ce[sfiro]
adop[tant] simplem[ent] l'hyp[oth6se] de Maxw[ell] arrive aux m~mes ~quations
diff[hrentielles]; et si ses conclus[ions] diffhrent de celles de l ' a u t e u r . . . '

344

F. PALLADINO& R. TAZZIOLI

C'est faux. Pour d~duire les 6quations de Maxwell de rues ~quations il faut faire
C = 0 [C 6 il coefficiente di conducibilit/t elettrica del mezzo, n.d.r.], et le but de mon
travail est pr6cis [ementl de voir corn[reel se modif[ient] les r~s [ultats~l de Max [welll
lorsque on suppose C differ6nt de zero mais tr6s petite." (Cfr. note 33 e 38 pref.).
3 I1 riferimento 6 alla nota crisi politica tra Italia e Francia.
a ALFRED POTIER (1840--1905) fu professore di fisica all'l~cole Polytechnique
e all't~cole des Mines. Egli fu inoltre redattore del Journal de Physique all'epoca in cui
venue rifiutato l'articolo di CES~RO (op. cir. in nota 37 prof.). (Cfr. POGGENDORFF, J. C.
Biographisch-literarisches Handw6rterbuch zur Geschichte der exacten Wissenschafien.
(1898). Leipzig: Barth, III)
5 CES~RO segui il consiglio di BELTRAMI e POITIER non pubblic6 mai le sue
obiezioni.
7
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CES~RO

in P a l e r m o
Venezia 29 ottobre 1889
Egregio prof.r Ces/tro
H o ricevuto a suo t e m p o la graditissima Sua, insieme col n u o v o m a n o scritto. 1 P e r il m o m e n t o tengo questo presso di me, perch6 n o n so se p o t r e b b e
essere stampato, come l'altro, nel p r o s s i m o fascicolo degli Atti. H o / / s c r i t t o in
p r o p o s i t o a Brioschi, 2 m a n o n ho a n c o r a ricevuto alcuna risposta.
Scusi la fretta con cui Le scrivo: m a sto raccogliendo le cose mie per il
ritorno a Pavia, ritorno che sarebbe imminente, o fors'anche gi/t avvenuto, se
u n a i m p r o v v i s a indisposizione di m i a moglie (la cui salute 6 m o l t o delicata) n o n
mi ponesse n e l l a / / n e c e s s i t ~ di risparmiarle per ora il disagio di un viaggio, p u r
tenendomi sempre p r e p a r a t o alla partenza.
A p p e n a p o t r 6 dirLe qualche cosa di pifi preciso Le scriver6: intanto La
saluto cordialmente p r o f e s s a n d o m i
aff.mo Suo E. Beltrami
1 CESARO , E. "Sulle variazioni di volume nei corpi elastici", Atti della R. Accademia
dei Lincei (4) 5 (1889), 259-264; in: Opere sceIte II, 406-413.
2 Cfi'. n. 3, lett. 2.
8
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO

in P a l e r m o
Pavia, 26 n o v e m b r e 1890
Carissimo prof.r Ces/~ro
A m e spiacque m o l t o n o n averla pifi veduta a R o m a , d o p o quella brevissima intervista che ebbe luogo al Ministero; e ci6 specialmente d o p o aver

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces/tro

345

saputo dal Cremona 1 che Ella non sarebbe stata aliena, data la possibilitfi, di
abbandonare Palermo per Pavia. Debbo per6 dirLe subito, che, fin d'allora, io
vedevo pur troppo l'estrema difficolt/t di realizzare un progetto che a me
sarebbe riuscito graditissimo e che sarebbe pure stato accolto con gran favore
da parecchi dei miei colleghi. Noi abbiamo qui un professore, 2 quello cio6 di
meccanica razionale, il quale fu nominato straordinario, per concorso, quattordici anni or sono e che, in questo lungo intervallo//di tempo, chiese pit] volte,
coll'appoggio della Facoltfi, la titolarit/t, senza poterla mai ottenere, per mancanza di posto. Non potevo dunque dubitare che, in seguito alla deploratissima
perdita dell'ottimo Casorati, 3 egli non fosse per rinnovare subito la sua
domanda; e mi sarebbe sembrato duro, anche potendo, precludergli assolutamente la via col provocare il trasferimento di un ordinario, e, quel che
pit~, promuovere una simile pratica, per quanto splendidamente motivata,
senza udire prima il parere della Facolfft. Ecco perch6 il pensiero da Lei
manifestato al Cremona, se da un lato mi riempiva di liete speranze, dall'altro
mi suscitava quel rammarico che non si scompagna mai dalle speranze di cui
non si vede che troppo il fragile fondamento.//
Effettivamente, prima ancora che io fossi qui di ritorno (giacch6 per una
serie di circostanze deplorevoli dovetti ritardare la mia venuta a Pavia, senza di
che Le avrei scritto prima d'ora), la Facolt/t ricevette comunicazione d'una
domanda di promozione da parte del detto professore, domanda cui essa, legata
dai precedenti, non pot6 rifiutare il suo appoggio. Con ci6 la questione della
cattedra di calcolo veniva radicalmente pregiudicata: questa cattedra non poteva essere occupata che da uno straordinario; ed ~ in base a questa necessitfi
c h e l a Facoltfi, gi~t informata d'un voto del Consiglio superiore in favore del
Pascal, 4 proponeva ed otteneva la nomina di questi. Nella condizione concreta
delle cose questo spediente si presentava effettivamente come il migliore, anche
//perch6 evitava i ritardi d'un nuovo concorso, che molto probabilmente avrebbe poi ricondotto al medesimo risultato.
Amavo farLe conoscere tutte queste circostanze perch6 non Le nascesse
dubbio che io avessi accolto con altro sentimento che non quello della pifi
schietta soddisfazione il progetto adombratomi dal Cremona: soddisfazione,
come girl dissi, oscurata solo dalla previsione di tutti gli ostacoli che si sono
effettivamente presentati. Saranno questi ostacoli sempre rinnovabili anche in
avvenire? Certo io non lo posso dire: ma non credo fuor d'ogni ragione il
pensare che si possano presentare, e forse fra non molto, altre occasioni che per
il momento sarebbe inutile il precisare pifi da vicino, ma che stanno entro
i limiti d'una discreta probabilitfi. Ad ogni modo La prego di credere sempre al
mio vivissimo desiderio di esserLe utile, e di avermi per il
di Lei aff.mo E. Beltrami
l LUIGI CREMONA (1830--1903) studi6 all'universit/t di Pavia, dove termin6 gli studi
nel 1853. Dopo aver insegnato per qualche tempo in alcuni istituti medi di Pavia,
Cremona e Milano, egli divenne nel 1860 professore di geometria a Bologna per decreto
ministeriale. Dal 1873, CREMONA fu direttore della nuova Scuola per Ingegneri in

346

F. PALLADINO& R. TAZZIOLI

Roma, oltre che professore di Statica grafica presso la locale universitY. I suoi maggiori
contributi sono nei campi delle trasformazioni birazionali, della statica grafica e della
geometria proiettiva.
2 CARLO FORMENTI (1841-1918) fu infatti nominato professore straordinario di
meccanica razionale all'Universit~ di Pavia nel 1876, e ordinario nel 1890. Egli fu inoltre
membro corrispondente dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e si occup6 prevalentemente di meccanica dei sistemi rigidi e di elementi di calcolo delle variazioni (Cfr.
TRICOMI, F. G. "Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario", Memorie
delrAccademia delle Scienze di Torino, Classe di scienze fis. mat. e nat. (4) 1 (1962), p. 54
e POGGENDORFF (op. cir. in n. 3, lett. 6) IV, I parte (1904), V, I parte (1925)).
3 FELICE CASORATI(1835-1890) si form6 a Pavia alla scuola di BORDONI e insegn6
analisi in questa universitfi. Egli pubblic6 alcuni fondamentali lavori sull'analsisi complessa e la teoria delle funzioni abeliane. (Cfr. BOTTAZZINI,g. "I1 diciannovesimo secolo
in Italia", in: STRUIK, D. J. Matematica: un pr@lo storico (1981). Bologna: il Mulino,
249-312, e la commemorazione di E. BERTINInei Rendiconti del R. Istituto Lombardo di
Scienze e Lettere (2) 25 (1892), 1206-1236, la quale venne poi premessa alle Opere, a cura
dell'U.M.I., 2 voll. (1951). Roma: Cremonese, 3-30.)
, ERNESTO PASCAL (1865-1940) studi6 helle universit/t di Napoli, Pisa e Gottinga.
Nel 1890 ebbe la cattedra di Calcolo infinitesimale a Pavia che mantenne fino al 1906,
anno in cui fu richiamato a Napoli. I suoi interessi erano volti al calcolo infinitesimale,
alla teoria delle funzioni ellittiche, alla teoria dei determinanti e al calcolo delle
variazioni. (Cfr. nota in POGGENDORFF (op. cir. in n. 3, lett. 6) IV, II parte (1904) e la
commemorazione redatta da M. PICONE per il Rendiconto della R. Accademia delle
Scienze fisiche e matematiche di Napoli (4) 12 (1942), 53-82).
9

EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESRO


in Palermo
Pavia, 23 dicembre 1890
Carissimo prof. Ces/Lro
Se la N o t a che Ella mi trasmise 1 fosse arrivata un pajo di giorni prima,
avrei potuto farla subito pervenire all'Istituto Lombardo, in tempo utile per
essere forse presentata alla seduta che ebbe luogo. Dico forse perch~ veramente
l'annuncio dovrebbe farsi alcun tempo prima; m a avrei potuto cercar m o d o di
mandarla innanzi egualmente. Invece non potrfi essere presentata che dopo le
feste. Tuttavia ho raccomandato al segretario d'agevolare al possibile il caso,
vale a dire d'ottenere subito le firme necessarie alla proposta, le quali debbono
essere tre. Io non potevo dare c h e l a mia, poich6, dopo la morte del povero
Casorati, 2 sono, qui //in Pavia, il solo m e m b r o della sezione matematica.
M a oggi mi 6 venuto uno scrupolo. E' stata la sua N o t a comunicata ai
Lincei con annuncio a stampa sui Rendiconti? 3 Se si, qualcuno potrebbe
eccepire che l'Istituto L o m b a r d o non pu6 (a n o r m a di Regolamento) ricevere
comunicazioni girl presentate ad altro Corpo scientifico. Ora, per ovviare
a questo possibile intoppo, basterebbe che Ella mi autorizzasse a far mutare il
titolo delia Nota. Per esempio, invece di Cenni sul calcolo etc. si potrebbe dire

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces/tro

347

Sui fondamenti (o sui canoni) del calcolo degli addensamenti e su alcune sue
applicazioni. Aspetto una di Lei parola in proposito: e, del resto, se non c'6

stato annuncio stampato del titolo, nei Lincei, non occorre neppure questo. Del
rimanente, q u a n t o / / a l l a celeritfi della pubblicazione, io far6 il possibile e volentieri m'incaricher6 anche della revisione delle bozze (per risparmiar tempo),
a meno che Ella non desideri farla da s6. L'Istituto Lombardo pubblicherebbe
volentieri e presto, ma 6 frenato in questa sua buona volont/t da una deplorabile scarsezza di mezzi pecuniarii. Mi faccia sapere anche il numero delle copie
a parte: le gratuite non sono, credo, che 10015.
Ho colto con molto rammarico ci6 che Ella mi serive prima di tutto
riguardo alla di Lei salute, che voglio sperare per6 sia pienamente reintegrata
e prospera, e poscia rispetto alle contrariet/L incontrate helle sue giuste aspirazioni. Creda che comprendo benissimo quanto debbano pesarLe questi
inciampi e questi eontrattempi: ma permetta che a l m e n o / / p e r un titolo, voglio
dire per quello dell'et~ (la quale mi permetterebbe di esseLe padre, del che sarei
ben felice!), io la esenti, non dir6 a non perdersi d'animo, ma neppure a lasciarsi
troppo sopraffare dal pensiero delle condizioni presenti. Ella ha davanti a s6 una
lunga vita, che io Le auguro propizia e serena, ma che, quandanche oscurata da
sconforti e inframmezzata da periodi men che tranquilli, Le permetter/t di
compiere un lungo, accurato e fecondo lavoro. Tenga sempre fede nella propria
personale energia. Creda che, in questo tempo infelicissimo per gli studii, in
Italia si sta male dappertutto: il lavoro ~ condannato ad essere solitario, il
compenso ad essere attinto solo nella propria coseienza od in quella di pochi
colleghi dispersi pel mondo. D o p o tutto il sapere star soli non ~ cosa volgare.
Mi creda sempre
affezionatissimo Suo E. Beltrami
1 CESARO, E. "Sui canoni del calcolo degli addensamenti e su alcune loro applicazioni", Rendiconti del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere (2) 24 (1891),
101-112; in: Opere scelte I2, 375-386.
z Cfr. n. 3, lett. 8.
3 In effetti, nel volume 6 (II semestre), 4 ~ serie dei Rendieonti della R. Aeeademia dei
Lineei (1890) si legge a p. 383 chela memoria del Prof. CESARO "Cenni sul calcolo degli
addensamenti", presentata dal socio LUIGI CREMONA, sar/~ pubblicata in un prossimo
fascicolo.

10
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO
in Palermo
Pavia, 5 gennaio 1891
Egregio prof.r Cesfiro
Ricevetti il di Lei biglietto, latore di un pensiero amichevole che io con tutto
il cuore Le ricambio, quando stavo appunto pensando a Lei. E ci6 perch6,

348

F. PALLADINO& R. TAZZIOLI

standomi occupato a leggere il volume del Poincarb (Electricit6 et Optique) 1 ed


incontrandovi parecchi intoppi, riflettevo al vantaggio che avrei avuto dal
poterne discorrere con Lei, cui il soggetto non 6 punto nuovo. I1 Poincar6 ha
fatto uno sforzo molto lodevole, quello cio6 di portar luce, fin dove ~ possibile,
nel labirinto dei concetti di Maxwell, anzich6 di buttar tutto a mare.//
La necessit~ del segno - ~ resa evidente dal fatto che questa forza deve
spingere i punti dai luoghi di pressione pifi alta a quelli di pressione pifi bassa.
E se occorresse un'altra giustificazione, basterebbe ricordare le equazioni idrodinamiche

du
3p
d~=X-~xx'

ecc.

donde, per X = Y = Z = O ,

du
dt

Op
Ox '

cio6: la forza acceleratrice nascente dallo squilibrio di pressione 6 quella che


dico io. Dunque l'assimilazione che pu6 farsi del potenziate T non + girl ad una
pressione p, m a ad una quantitr Cost. - p , in sostanza ad una pressione
negativa, o tensione. 2
Questo m u t a m e n t o potrfi parere poco importante: a me cagiona molto
disguido mentale, per la necessitfi in cui pone di invertire altri concetti. Vi ~ del
resto un'altra difficoltrl, di cui Le parler6 [ u n ' ] a l t r a volta.
Scusi del tedio e mi creda sempre . . . .

i HENRI POINCAR]~ (1854-1912)


studi5 all't~cole Polytechnique dove consegul il
dottorato nel 1879. Nello stesso anno, egli divenne professore all'universifft di
Caen e due anni dopo fu nominato professore di matematica all'universit~t di Parigi.
POINCAR]~ pose le basi della topologia algebrica e forni contributi notevoli non solo nel
campo delia matematica, ma anche nell'ambito dell'astronomia e della fisica matematica.
I1 libro citato da Beltrami & Electricit~ et optique, 2 roll. (1891). Paris: Carr&
2 Nella teoria dell'elettricit~t vale la relazione: forza elettromotrice effettiva = forza
elettromotrice esterna + forza elettromotrice interna, che corrisponde nell'analogia idu
~p
drodinamica all'equazione: ~-~ = X - ~ x (e analogamente per le componenti y e z).

Pertanto, come affermava lo stesso MAXWELL (cfr. "On Faraday's lines of force", Transactions of the Cambridge Philosophical Society 10 (1856); in: The scientific papers of James
Clerk Maxwell, a cura di W. D. NIVEN, 2 voll. (1965). New York: Dover, I, 155-229), "il
potenziale [elettrico ~] 6 una pressione negativa" (op. cit., p. 176), in quanto la componOp
ente x del campo elettrico corrisponde a - ~ x ' e dunque il potenziale ~, a - p .

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Ces/tro

349

11
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESRO
in Palermo

Pavia, 21 Marzo 1891


Egregio prof.r Cesrlro
Sembrandomi, dalla sua del 10, che Ella desideri avere le bozze della Nota 1
test6 presentata all'Istituto, gliele spedisco pregandoLa di rimandarle subito
all'Istituto medesimo, coll'indicazione degli esemplari a parte. Qui entro trover/t
il manoscritto.
Ella si sarrl accorta che le nostre ultime due lettere si sono incrociate. Perci6
non ho risposto p r i m a / / a l l a Sua, che mi pervenne dopo che era girl partita la
mia.
Ho rilevato con sommo piacere come sieno state superate le difficoltrl che
dapprima si opponevano alla di Lei andata a Napoli) Auguro di tutto cuore
che tale trasferimento Le riesca propizio sotto ogni rapporto, e specialmente
sotto quello, tanto importante, del miglior assetto delle cose domestiche e della
conseguente tranquillitrl morale. In quanto agli studii Ella non potrrl //certamente che avvantaggiarsi del mutamento, per la maggiore copia di ajuti
scientifici e per la maggior probabilitrl di trovare, fra i molti, qualche buon
allievo.
Ho udito anche con molto piacere la notizia della prossima pubblicazione
d'un di Lei Corso d'Analisi algebrica 3, come pure quella della di Lei intenzione
di ritornare sul Corso d'elasticitrl, per isvolgerlo e completarlo: Ella farrl opera
utile agli s t u d i e d onorevolissima all'Italia coll'una e//coll'altra pubblicazione.
Scusi la fretta e mi creda sempre
aff.mo Suo E. Beltrami
Cfr. n. 1, lett. 9.
2 L'argomento qui accennato + dettagliatamente esaminato nel lavoro 3 citato in
nora 3 pref.
3 Cfr. op. cir. in nota 27 pref.
4 Cfr. op. cit. in nota 15 pref.

12

EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CEShRO


in Napoli

Roma, 22 gennaio 1894


Egregio e caro Collega
Ricevetti jeri sera il di Lei volume di Analisi algebrica* e mi affretto a farLe
non solo i miei vivissimi ringraziamenti, ma eziandio le mie congratulazioni per
non avere seguito il suggerimento di chi non La incoraggiava (non saprei

350

F. PALLADINO8Z R. TAZZIOLI

perch6!) ad intraprendere questa pubblicazione. Io sono pur troppo cosi lontano dagli studii cui il volume 6 consacrato, ed 6 cos[ breve il tempo che ho
avuto di guardarlo, che darei prova di leggerezza tessendone fin d'ora l'elogio.
Tuttavia ho gi~t potuto vedere che gli spetta davvero il requisito, da Lei
vagheggiato, dell'italianitfi, vale a dire, cred'io, di quel quid che risulta dal
connubio della seriet/t coll'agilitfi della parola e del pensiero, cio6
dall'elaborazione artistica del materiale scientifico.
Di nuovo gradisca i miei sensi di riconoscenza e mi creda sempre
aff.mo Suo E. Beltrami
1 Cfr. op. cit. in nota 27 pref.

13
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO

in Napoli
Roma, 30 aprile 1894
Carissimo prof.r Cesfiro
Scuser/t se non ho risposto prima alla cara Sua, che mi pervenne mentre
io era ancora impigliato nelle faccende piccine, ma assorbenti, del Consiglio
Superiore. Speravo di poter pensare un po' seriamente sulla questione di cui
Ella mi parla, ma non mi sento proprio bene, e da non poco tempo, forse per
dolori e preoccupazioni domestiche, che da lungo tempo mi travagliano incessantemente. In rondo / / n o n mi fa meraviglia che lo spazio pseudosferico non
possa esistere in uno spazio lineare, allo stato reale; giacch~ anche nello spazio
euclideo esiste una quadrica-sfera, ma non girl una quadricapseudosfera reale.
Non so se sia a questo punto di vista che si subordina la difficolt/t cui Ella
allude. Non ne vedrei per il momento un altro, sebbene non mi dissimuli che,
per il gran tempo trascorso da che mi occupai di simili questioni, io sia poco
atto ad orientarmi, senza sufficiente preparazione, in questioni di tal genere.
Prescindendo da tutto ci6 e dividendo pienamente la sicurezza che Ella ha
circa le fatte deduzioni,// sono lieto che Ella sia entrato in questi campi, per
arrecarvi nuovi contributi di sostanza e di forma. Non Le mancher~t modo, in
qualunque caso, di chiarire qualche punto che rimanesse ora in minor luce degli
altri.
Mi interessano moltissimo anche gli ulteriori accenni ad altri fatti relativi
agli spazii curvi, nel doppio riguardo della pura geometria e della teoria
dell'elasticit/t generalizzata. Lo stato di quasi completa inoperosit/t cui mi
riducono avverse circostanze, sperabilmente transitorie, mi fa considerare con
tanto maggiore simpatia l'incessante e geniale lavoro di Lei, cui auguro di
t u t t o / / c u o r e salute prospera, vita tranquilla e lunga, ad onore dei nostri studii.
Mi creda sempre
aff.mo Suo E. Beltrami

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Cesgro

351

14
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO
in Napoli
Roma, 23 ottobre 1894
Carissimo prof.r Ces/tro
N o n Le ho mai scritto intorno alla N o t a 1 da Lei speditami (che lessi con
molto piacere e profitto) perch6 ebbi un'infinitfi di brighe famigliari che mi
fecero sciupare tutte le vacanze. Per6 spedii quel //manoscritto all'Accademia
e di 1/t ebbi, qualche tempo dopo, l'avviso dall'Ing. Mancini 2 che la N o t a si
stava componendo e che le bozze Le sarebbero state spedite a Napoli. Temo,
dalla Sua lettera, che non Le sieno pervenute. Voglia farne richiesta al Mancini
che ora ~// e sta in Roma: la lettera di questi era in data del 1~ ottobre.
Scusi la fretta e mi creda sempre
aff.mo Suo E. Beltrami
Si tratta con ogni probabilit/t dell'articolo di CESARO" "Sulle equazioni dell'elasticit/t negli iperspazi" (op. cit. in nota 17 pref.).
2 ERNESTO MANCINI dell'Academia dei Lincei.

15
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESA.RO
in Palermo
Roma, 5 dicembre 1898
Carissimo Cesfiro
Ormai da quasi un mese trovomi inchiodato in casa da una ricaduta del
non lieve malore che mi colpi due anni or sono. Per questo non La ringraziai
prima d'ora del suo caro e pregiato invio, 1 del quale disgraziatamente neppure
potei pigliare una qualche conoscenza, essendomi rigorosamente vietato ogni
lavoro mentale e solo i n / / q u e s t i ultimi giorni concessomi di scrivere qualche
breve lettera, come ora faccio. In particolare non ho potuto presiedere le ultime
adunanze accademiche, e, dolendomi di non potere presentare io stesso il di Lei
libro, 2 l'ho trattenuto presso di me sperando di poter fare questa presentazione
fra non molto. M a se a Lei premesse che fosse fatta al pifl presto me lo scriva
liberamente, riguardondomi sempre come di Lei
aff.mo E. Beltrami
Non 6 chiaro a quale lavoro di CES,~RO si riferisca BELTRAMI.
2 Probabilmente trattasi dei citati Elementi Calcolo infinitesimale.

352

F. PALLADINO & R. TAZZIOLI

16
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CES~,RO

in Napoli
Venezia, 28 settembre 1899
Egregio Professore
La sua lettera del 25, qui ora pervenutami, mi ha dato due rive cagioni di
profondo rammarico, la manifestazione cio~ del di Lei proposito di lasciare l'Italia
e quella delle domestiche difficolt/t che a tale proposito L'avrebbero indotta.
Dell'una e dell'altra cicostanza non posso che intimamente dolermi e credo che con
me si dorrebbero tutti i comuni amici e colleghi, insieme ai moltissimi estimatori di
Lei e dell'opera da Lei data agli studii. Ma, lasciando per il m o m e n t o / / i n
disparte tutto ci6 che viene dal sentimento piuttosto che dalla fredda riflessione,
ecco quanto posso dirLe circa quanto Ella desidererebbe da me.
Per quanto spetta alla supposta venuta in Roma di persona incaricata di
muovere all'attuazione del riferito progetto, col procurare l'andata in America di
valorosi scienziati europei, Ella non deve punto dubitare che, ove il mio intervento possa valere a qualche cosa, i o non lascier6 di mettere nella miglior luce la
di Lei persona ed il di Lei home, impresa altrettanto facile quanto gradita e cara.
Anche per ci6 che spetta al //possibile e certamente altresi probabile intervento del Klein, 1 io non avr6 nessuna difficolfft di scrivergli nel senso da Lei
suggerito; solo crederei che, al punto in cui sono attualmente le cose, questa
pratica fosse da considerarsi come alquanto prematura. Infatti, tenendo dietro ai
termini in cui Ella si esprime, io debbo ritenere che l'attuale stato di cose sia il
seguente: Vi sono dei progetti d'ingrandimento dell'Universitfi di California, di
natura imprecisata, Uno dei professori di quest'Universitfi ~ venuto in Europa, ed
attualmente a Parigi. Questa venuta si connette probabilmente a quei progetti.//
In particolare poi non consta, parmi, che i compensi materiali contemplati
in questi progetti sieno tall da poter essere considerati come vantaggiosi da Chi
sarebbe indotto a muoversi non da altro che dalla insufficienza dei compensi
presenti.
A me pare che, in tall condizioni, i termini della mia lettera al Prof.r Klein
dovrebbero essere cosi indeterminati e generici da non potere dar luogo ad una
chiara intelligenza di cig che da lui si vorrebbe; ci6 dovrebbe essere ulteriormente precisato da un'altra lettera, dopo l'acquisto di nozioni pifi concrete.
Parmi dunque che soltanto dopo tale acquisto sarebbe opportuno, ed indubbiamente utile, un diretto appello all'illustre maestro di Gottinga.
Gradisca i pifi cordiali saluti del
di lei aff.mo E. Beltrami
i FELIX KLEIN (1849-1925) compi gli studi a Bonn con PLETCKER, prima di trasferirsi a Gottinga dove ebbe CLEBSCH come maestro. Nel 1872, egli fu nominato
professore ordinario di geometria all'universit~t di Erlangen, e si trasferi in seguito prima
a Monaco e poi a Lipsia per concludere la sua carriera a Gottinga. Formidabili sono

Le Lettere di Eugenio Beltrami nella Corrispondenza di Ernesto Cesfiro

353

i suoi lavori nei diversi campi della geometria, dalla geometria proiettiva alla teoria dei
gruppi di trasformazione.
17
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO

in Napoli
Roma, 19 gennaio 1900
Egregio collega
Deve perdonarmi se, colpito da malattia, non ho potuto rispondere prima
alla graditissima Sua del 31/99 e se, rispondendo oggi, debbo limitarmi, per non
contravvenire alle esigenze dei medici, a ringraziarLa della amorevolissima
proposta che Ella si compiace di farmi. Mi permetta solo di dirLe che, nel
convincimento mio, appartenendo a Brio- //schi 1 ed a Betti 2 il merito d'aver
restaurato il culto dell'analisi in Italia, egli 6 alla loro memoria che Ella
dovrebbe intitolare l'opera Sua. E qualora Ella accogliesse questo mio desiderio, io mi terrei ben contento se Ella volesse invece riservare a qualche Sua
successiva pubblicazione
d'argomento
fisico-matematico l'adempimento
dell'amichevole proposito di associare il mio nome ad un geniale lavoro di Sua
composizione. 3
Gradisca il cordialissimo bench6 tardo ricambio dei miei sinceri augurii.
E. Beltrami
1 Cfr. n. 3, lett. 2.
2 ENRICO BETTI (1823-1892) studio e fu professore all'universit& di Pisa. A lui si
deve una prima sistemazione organica della teoria di GALOIS, oltre che numerose
e profonde ricerche di argomento fisico matematico, in particolare sulle teorie del
potenziale e dell'elasticit/t.
3 Alia memoria di BELTRAMI,CES&RO dedic6, come si ~ detto, la seconda edizione
italiana del suo libro Elementi di caIcolo infinitesimale (op. cir. in nota 31 pref.) e la
traduzione tedesca EIementares Lehrbuch der algebraischen Analysis und der Infinitesimalrechnun9 (op. cit. in nota 30 pref.).
Dipartimento di Ingegneria delHnformazione
e Matematica Applicata - Facoltfi di Scienze
Universitfi di Salerno (Italy)
e

Dipartimento di Matematica e Applicazioni


Universit/t di Palermo (Italy)

(Pervenuto alia redazione il 29 dicembre 1994)

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