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Summary
We publish seventeen letters by EUGENIO BELTRAMI to E~NESTO CES~RO,
which are dated from 1883 until 1900. They are about academic and scientific
questions. BELa'gAMI communicated m a n y of C E s ~ o ' s memoirs to the
"Accademia dei Lincei" or the "Istituto L o m b a r d o di Scienze e Lettere", and
often gave him suggestions for his books and papers in these letters. When
CzsARo looked for a professorship in the United States, BELTRAMI gave him
information.
In some letters BELTRAMIdiscussed questions on geometry and mathematical
physics. In particular, the third letter (dated December 1st, 1888) is devoted to
the mechanical interpretation of MAXWELL'S equations. H e r e , BELTRAMI shows
a new proof of the conditions when six given functions are the components of
an elastic deformation.
Prefazione
Pubblichiamo diciassette lettere che EUGENIO BELTRAMI (1835--1900) 1 scrisse
a ERNESTO CZSARO (1859-1906) 2 a partire dal 1883 fino al 1900, anno della sua
1 Per notizie biografiche segnaliamo, tra le tante commemorazioni, quelle redatte da:
CREMONA, L., Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo 14 (1900), 275-289; idem,
Atti della R. Accademia dei Lincei (5), Rendiconti 9 (1900), 462-472 la quale, in estratto,
venne premessa all'edizione delle Opere matematiche di Eugenio Beltrami (a cura della
Facolt/L di Scienze della R. Universitfi di Roma, 4 voll., 1902 1920. Milano: Hoepli) I,
IX-XXII; D'OVIDIO, E., Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino 35 (1900),
355-360 in cui l'autore riproduce, in una nota aggiunta, un'interessante lettera, indirizzatagli da BELTRAMI,sugli spazi di curvatura costante e sull'interpretazione della geometria non euclidea; DINI, U., Annali di Matematica pura ed applicata (3) 4 (1900),
151-160; MAGGI, G. A., Annuario dell'Universit~ di Pisa (1900-1901), 1-20; PASCAL,E.,
Rendiconti del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere (2) 34 (1901), 57-108 (pubblicata
poi a parte col titolo Eugenio Beltrami (1901). Milano: Hoepli), molto estesa e dettagliata,
in cui i lavori di BELTRAMI vengono classificati per gruppi affini e didascalicamente
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F. PALLADINO8r R. TAZZIOLI
morte. Esse p r o v e n g o n o dal " F o n d o Ces~tro ''3 che confiene tra l'altro delle
lettere di VITO VOLTERRA, CORRADO SEORE, CHARLES HERMITE e GIUSEPPE PEANO.
La levatura dei corrispondenti e l'analisi delle lettere m o s t r a n o come l'opera di
CESARO fosse a m p i a m e n t e apprezzata dai suoi contemporanei. BELTRAMI presentava le memorie che CESARO Eli s o t t o p o n e v a all'Accademia dei Lincei
o all'Istituto L o m b a r d o di Scienze e Lettere sicuro "a priori" (cfr. lettera 2) del
loro valore. BELTRAMI pot6 manifestare concretamente la sua stima nei confronti
di CEShRO nel 1888, q u a n d o a questi venne conferita la medaglia d ' o r o dalla
"Societ/t Italiana delle Scienze, detta dei XL", su r a p p o r t o favorevole dello
commentati. La pig estesa e completa monografia su BELTRAMI ~ comunque: LORIA, G.
"Eugenio Beltrami e le sue opere matematiche", Bibliotheca Mathematica (2) 3 (1901),
392-440. Alcuni lavori moderni su BELTRAMI che, anche grazie ad alcuni inediti riportaft, aggiungono nuovi elementi scientifico-biografici sono: FENOGLIO, L. e GIACARDI,L.,
"La polemica Genocchi-Beltrami sulle superficie pseudosferiche: una tappa nella storia
del concetto di superficie", in: Angelo Genocchi e i suoi interlocutori scientifici. Contributi
all'epistolario (a cura di A. CONTE e L. GIACARDI (1991). Torino: Deputazione Subalpina
di Storia Patria 155-210; GIACARDI, L. "Problematiche emergenti dalla corrispondenza
inedita Beltrami-Hofiel. Parte prima: Eugenio Beltrami artigiano della pseudosfera",
Quaderni di matematica deIl'Universitdt di Torino 77 (1984), 1-31; TAZZIOLI, R., Dalla
geometria alla fisica matematica: il percorso teorico di Eugenio Beltrami. Tesi di dottorato
(1993). Bologna; idem, "Ether and theory of elasticity in Beltrami's work", Archive for
History of Exact Sciences 46 (1993), 1-37.
2 Per CESARO rimandiamo alla commemorazione di A. PERNA premessa alle Opere
sceIte (a cura dell'Unione Matematica Italiana, in seguito U.M.I., 2 roll. in 3 tomi,
(1964-1968). Roma: Cremonese) I1, VI-XXXVIII, commemorazione che riprende, con
qualche taglio, l'orginaria pubblicata nel GiornaIe di Matematiche (2) 14 (1907), 299-330.
Ulteriori daft biografici, ricavati dall'esame progressivo di alcune migliaia di documenti,
accompagnano i lavori riguardanti la pubblicazione della corrispondenza di CESARO
elencati in nota 3.
3 I1 "Fondo Ces/tro" (carteggio, libri, riviste, documenti) 6 attualmente propriet/t
del Dipartimento di Matematica e Applicazioni "R. Caccioppoli" dell'Universit/t degli
studi "Federico II" di Napoli, a cui + stato donato dalla nipote di ERNESTO CESARO,
sig.na VITTORIA CESARO. Per informazioni sul "Fondo Ces~tro" si veda BAGNULO, S.
e PALLADINO, F. "Sul recupero della corrispondenza del matematico Ernesto Ces~tro
(1859-1906)", Fridericiana 2 (1991), 115-123. Del carteggio + stato finora pubblicato
quanto segue: 1) PALLADINO, F. "Le lettere di Giuseppe Peano nella corrispondenza di
Ernesto Ces~tro", Nuncius 7 (1993), 250-285; 2) FERRARO, G. c PALLADINO, F. hanno
presentato le lettere di GIUSEPPE BATTAGLINI e della moglie ANNA EGG a CESARO
nell'Appendice a "Giuseppe Battaglini matematico al tempo del Risorgimento d'Italia",
in: Atti del convegno Scienze in Italia, 1840-1880. Una storia da fare, Napoli 2-5
novembre 1992, pubblicati (II parte) in Quaderni P R I S T E M / Documenti 5 (1994),
123-156. Sono in corso di pubblicazione: 3) CARBONE, L. NASTASI,P. - PALLADINO,
F. "I carteggi Torelli - Ces/tro, Landau - Ces/tro, Cipolla - Ces/tro e alcune questioni
connesse", per la rivista Nuncius, e 4) CARBONE, L. - CARDONE, G. - PALLADINO,F. "La
corrispondenza epistolare tra Ernesto Ces/tro e Roberto Marcolongo" per il Rendiconto
dell'Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli. Sono in fase di avanzata
compilazione l'edizione delle lettere di CHARLES HERMITE a CESARO (a cura di
C A R B O N E , L. - F E R R A R O , G. - P A L L A D I N O , F.).
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"I1 Ministero, visto che il Sig. Ernesto Cesfiro compi nell'anno scolastico
1883-84 gli studi di matematiea pura in codesta Universitr; considerando che
per il valore scientifico delle sue pubblicazioni si acquist6 in Italia e all'estero
meritata fama di essere uno fra i pifl fecondi, profondi e originali geometri
contemporanei; che riusci primo fra i concorrenti al posto di professore ordinario di calcolo infinitesimale nella R. Universitr di Messina, e secondo nel
concorso all cattedra di algebra complementare in Napoli; che egli 6 girl
professore ordinario di Matematica in una Universitr; visto il voto favorevole
di cotesta Facoltr di Scienze e quello del Consiglio Superiore; dispensa il
Cesrro, in via di eccezione, da non potere in caso alcuno essere invocata come
precedente, dagli esami sia speciali che generali, da lui non ancora subiti,
e autorizza V. S. a rilasciargli senza altro il diploma di laurea in M a / / t e m a t i c h e
pure."
Nello stesso anno CZSARO inizi6 il suo insegnamento universitario
a Palermo, quale ordinario di Algebra complementare (sulla cattedra resasi
vacante per il trasferimento di CAt'ELLI a Napoli 6) e incaricato dell'insegnamento di Fisica matematica. Infine egli chiese e ottenne (con decreto reale del
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sulla geometria n o n euclidea. Per q u a n t o riguarda CES~RO, questi aveva iniziato, d o p o una cospicua serie di brillanti lavori sulla Teoria dei numeri, 11 ad
interessarsi istituzionalmente a questioni fisico matematiche a partire dal 1886
quando, trasferitosi a P a l e r m o come professore ordinario di Algebra c o m p lementare, gli venne anche assegnato per incarico, come si 6 detto, l'insegn a m e n t o di Fisica matematica. T r a questi due importanti interessi di ricerca
v a n n o inseriti i n o n m e n o brillanti contributi nei campi della Teoria delle serie,
della G e o m e t r i a differenziale (nel particolare settore della G e o m e t r i a intrinseca),
dell'Analisi e della Teoria delle probabilitfi) 2 Tuttavia, v o r r e m m o sottolineare
che la dedizione di CESARO alla Fisica matematica fu progressivamente crescente, t a n t o da indurre VITO VOLTERRA a rivolgersi a lui, in una lettera datata
R o m a 25 dicembre 1904, lz nei seguenti termini:
"I1 prof. Borel di Parigi mi ha pregato di inviargli il n o m e di un m a t e m a t i c o
italiano il quale volesse pubblicare in francese una m o n o g r a f i a sopra un
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costante", Rendiconti della R. Accademia dei Lincei (5) 13 (1904, 1~ sem.), 658-667, in:
Opere scelte II, 252-262; "Nuova teoria intrinseca degli spazii curvi", Memorie della R.
Accademia dei Lineei (5) 5 (1904), 3-24, in: Opere scelte II, 263-291; "Fondamento
intrinseco della pangeometria", Memorie della R. Accademia dei Lineei (5) 5 (1905),
155-183, in: Opere seelte II, 341-380.
17 CESARO, E. "Sulle equazioni dell'elasticit/t negli iperspazi", Rendiconti della R.
Accademia dei Lincei (5) 3 (1894), 290-294.
is CESARO, E. "Le formole di Codazzi negli iperspazi', op. cit. in nota 16.
19 BELTRAMI,E. "Sulle equazioni generali dell'elasticit/t", Annali di Matematiea pura
ed applicata (2) 10 (1880-1882), 188-211; in: Opere III, 383-407:
2o Cfr. op. cit. in nota 17, p. 293.
21 Cfr. op. cit. in nota 15.
z2 CLIFFORD,W. K. Mathematical Papers (1882). London: MacMillan. I1 passo citato
6 a p. 22.
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Nel medesimo anno, 1894, viene dato alle stampe il citato volume sulla
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dalla natura dello spazio, sia esso euclideo o non euclideo, e, inoltre, che le
variazioni dell'energia elettrica sono esprimibili come un lavoro delle forze
interne.
L'approccio di CESARO dovette suscitare grande interesse in BELTRAMIche si
proponeva di approfondire "la teoria dei dielettrici in dipendenza dalla teoria
del magnetismo", come egli stesso precisava in una lettera indirizzata a CESARO
il 5 marzo 1889 (cfr. lettera 5). BELTRAMICOSi continuava: "Mi fa molto piacere
l'udire che Ella gusta ed intende bene il Maxwell: verr/t tempo che Le chieder6
qualche dilucidazione sulla teoria di questo valentuomo, che io ammiro molto,
ma non intendo sempre, anzi non intendo affatto in parecchi punti che mi
paiono essenzialissimi". 36
Nello stesso anno, e ancora in relazione alle equazioni di MAXWELL, CESARO
analizzava un altro aspetto della teoria dei dielettrici nell'articolo "Sur le
pouvoir rotatoire magnbtique", a7 L'azione del campo magnetico su un fascio di
luce polarizzata produce una deviazione dell'asse di polarizzazione (detto effetto
magneto-ottico) che MAXWELL aveva spiegato con 1' 'ipotesi dei vortici molecolari'. Egli aveva immaginato che, in un campo magnetico, ogni porzione
infinitamente piccola del mezzo ruotasse attorno alla direzione della forza
magnetica producendo, a livello macroscopico, l'effetto magneto-ottico. A partire dalle idee di MAXWELL, CESARO analizza questo fenomeno nell'ipotesi che il
mezzo sia un dielettrico perfetto e dotato di un coefficiente di conducibilitfi non
hullo e deduce l'angolo che il piano di polarizzazione descrive quando attraversa uno spessore del mezzo dielettrico uguale all'unit~i. Egli considera due
raggi polarizzati circolarmente aventi stesso periodo e stessa intensitfi, ma l'uno
polarizzato a destra e l'altro a sinistra, che attraversano il dielettrico. Essi
danno luogo a un raggio polarizzato linearmente e, se con un dielettrico si
accelera la fase di uno dei due raggi polarizzati circolarmente, il piano di
polarizzazione del raggio risultante subisce una rotazione di un angolo pari atla
mefft dell'angolo di accelerazione della fase. Da queste considerazioni, CESARO
ottiene un'espressione che coincide, al prim'ordine, con una formula girl dedotta
da MAXWELL3s nel caso che il mezzo dielettrico abbia un coefficiente di conducibilitfi hullo e c h e l a luce polarizzata attraversi uno spessore di dielettrico
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(Cfr. PERNA, A. op. cir. in nota 2 della prefazione (in seguito pref.), p. XIII e FERRARO,
G. - PALLADINO, F. op. ciL lavoro 2 in nota 3 pref., p. 152)
2 La Nota di CESRO, a cui si riferisce BELTRAMI, non venne probabilmente mai
in Palermo
Venezia, 19 ottobre 1888
Egregio prof. Ces/tro,
Stante la mutabilit/t del mio domicilio, accresciuta da certe necessit/t derivanti dalla recente dolorosa perdita di una mia cara zia, ho ricevuto solo oggi
la di Lei gradita lettera del 10, insieme col manoscritto. 1 Le d6 subito questo
annuncio, per di Lei tranquillit~t, senza n e m m e n o aver avuto tempo di rendermi
conto del soggetto da Lei trattato, e debbo anche dire che non m i / / v e r r e b b e
forse facile orientarmivi prima del mio ritorno a Pavia, perch6 non solo manco
di ogni sussidio relativo all'argomento (ed in particolare della mia stessa M e m o ria), 2 m a mi trovo anche assai lontano col pensiero dall'argomento di cui si
tratta. Intendo per6 bene l'enunciato che Ella mi riporta e ne presento
l'esattezza. Del resto non avrei alcuna difficolt/t ad inviare senz'altro la di Lei
Memoria al prof. Brioschi, 3 ben certo a priori del valore di essa. M a forse non
Le dispiacer/t// che io rimetta questa pratica al mio ritorno a Pavia, che
avverr~t fra non molto, cio~ ai primissimi giorni di Novembre, tanto pifi che
spero nel frattempo (benchb tormentato da necessit~t d'ordine curiale ed amministrativo, vale a dire da cure per me antipaticissime) di farmi un concetto
almeno sintetico delle tendenze del di Lei lavoro.
Ella mi fa cenno, fra l'altro, di Sue Lezioni Iitografate: 4 esse mi sarebbero
graditissime, se fosse possibile di ottenerle, m a anche per ci6 sarfi meglio in//
ogni caso aspettare, poich6 temo troppo i disguidi postali.
Intanto La ringrazio di essersi a me rivolto, e mi compiaccio di vederLa
entrare nel c a m p o della fisica matematica, tanto bisognevole di essere onorevolmente rappresentata in Italia (e sia detto inter nos, di essere un po' pifi
popolarizzata fra i signori fisici).
Mi creda con vera stima
dev.mo aff.mo Suo E. Beltrami
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3 FRANCESCO BRIOSCttI (1824-1897) fu professore di matematica e fisica all'universitfi di Pavia e dal 1879 venne chiamato a dirigere la Scuola degli Ingegneri a Roma.
Egli fu uno dei maggiori protagonisti della politica italiana negli anni post-unitari e fu
per lunghi anni segretario generale della Pubblica Istruzione. BRIOSCHI forni notevoli
contributi alla teoria degli invarianti ealla risoluzione delle equazioni algebriche di 5~
grado mediante la teoria delle trascendenti ellittiche.
4 Le lezioni a cui fa cenno BELTRAMIfurono pubblicate da CESARO sei anni pifl tardi
con il titolo Introduzione alla teoria matematica delI'elasticitd (op. cit. in nota 15 pref.).
3
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESRO
in Palermo
Pavia, 1~ dicembre 1888
Carissimo ed egregio prof. Ces/tro
La gradita Sua del 20 scorso non pervenne in mia mano che jeff, a causa di
un viaggio precipitoso che ho dovuto fare a Venezia, dove non sono arrivato
a tempo di assistere alla impreveduta fine di un mio carissimo cognato, ma
dove ho dovuto trattenermi qualche giorno per confortare la povera vedova
e per risparmiarle le dolorose pratiche che si rendono necessarie in simili casi.
N o n sono dunque ritornato che jeff, e, dopo aver preso cognizione della
precitata Sua lettera, ho pensato di spedire subito la di Lei Memoria 1 al prof.
Brioschi 2 in Roma, affinch~ sia possibilmente presentata ai Lincei nella seduta
del-//la Classe di scienze, che ha luogo precisamente domani. Ho tuttavia
creduto di aggiungere, che se mai non sussistessero pifl le cagioni di ritardo
d'inserzione negli Annali, 3 sarebbe forse preferibile riservarla per questi, sia per
il legame suo con altre Memorie pubblicate negli Annali medesimi, sia per la
probabilit/t ch'Ella produca altri lavori sull'argomento, i quali mi parrebbero
meglio a posto in un periodico che va per le mani di tutti i matematici.
Oggi poi ho ricevuto i fogli che Ella gentilmente volle spedirmi e di cui Le
sono veramente obbligatoff Mi sar~i caro tenerli presenti durante il corso che
sto facendo, ed avr6 occasione cosi di scriverLe pifi tardi in proposito. Per ora,
avendo voluto scorrerli//si potrebbe dire a volo d'uccello, per acquistare
un'idea del campo in essi considerato, mi limito a rilevare una citazione di
Lam~, da Lei fatta a p. 57-58, la quale ha ridestato in me la reminiscenza del
fascino che io pure ho provato per le superficie isostatiche, s Disgraziatamente
queste superficie non esistono, in generale; poich6 se, in un piano, una coppia di
direzioni ortogonali, definita per ogni punto, pu6 sempre considerarsi come
quella delle tangenti, in questo punto, alle due linee di un sistema doppio
ortogonale, nello spazio invece non ha luogo l'analoga proprietor per una terna
ortog. [onale] di elementi piani, pure definita per ogni punto. Weingarten ha
fatto, nel t. 90 del Giornale di Crelle, la ricerca delle condizioni restrittive sotto
le quali si verifica l'esistenza di un sistema isostatico. 6 In una Nota del 1872
(Atti dell'Istit. Lomb.)7// io ho sviluppato un sistema di formole relative alle
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terne ortogonali di direzioni definite per ogni punto dello spazio, con cui si
potrebbe pure studiare la questione. Mi rincresce di non poterLe offrire alcun
esemplare di questo mio vecchio Articolo, nel quale fra altre cose 6 data una
dimostrazione cinematica del teorema di Dupin. 8
Nelle mie lezioni di quest'anno ho dato una dimostrazione, che si potrebbe
dire perentoria, della sufficienza delle sei equazioni a derivate seconde fra le
a, b, c,f,g, h.9 Questa dimostrazione consiste semplicemente nell'integrare queste
equazioni. Qualunque siano le a, b, c si pu6 sempre porre
OU
a=-~-x,
0V
b=~-y-y,
OW
a-0z'
(1)
Oh
Of
Oz
@Oz
+ ~-z
32U~
2=o,
ecc.
= 0, ecc.
ecc.
(2)
020 '
OyOz
-0,
OzOx
02h '
-0,
OxOy
-0,
(3)
0f'~
Ox ) = O, ecc.
Og' Oh'
Ora queste ultime equazioni stabiliscono the i trinomi -~y + Oz
Of'
Ox' ecc. sono
%-- Oh'
+
Of'
Ox
Oh' Of t
0z + Ox
Og' 02Vy
Oy - OzO~'
0y
Of'
Ox
Oz
~g'
Oy
~h'
Oz
Ozux
OyOz
02W~
OxOy'
337
0 2 W z Gq2Vy
ecc.
8x - 8x@ + 8-~x'
2 af '
ossia
8(
8wz
<)
ay
az ] = O,
8---~ 2f'
ecc.
aw~
By,
@ +~z
+ f"'
(4)
ecc.//
8f"
8g"
Oh"
a-~=o, G=o, 8z =o
2f,,
C32g,,
--=0,
~3yOz
8z~x
-0,
aZh,,
--=0,
~3xOy
cosicch6 f " 6 necessariamente la somma di due funzioni, una della sola y, l'altra
della sola z. Si pu6 porre quindi, con pari generalitfi,
f,,
d Y1
dZ 1
g"
- ay + T z '
dZ2
dX2
h"
dX3
d Y3
= T ~ + d~-
(s)
dove X2, X3 sono funzioni di x, Y3, Y1di y, Z1, Z2 di z, e si ha [per le] (3), (4), (5)
(6)
si ha [dalle]
(1), (6)
au
a=~xx,
8v
b=fffy,
8w
C=~z,
2 f = 8x 8u
8y + -&- '
ecc.
vale a dire: gli integrali pifi generali possibili delle sei equazioni di 2 ~ ordine
hanno necessariamente la forma richiesta per essere le sei componenti d'una
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F. PALLADINO&; R. TAZZIOLI
in P a l e r m o
Pavia, 3 febbraio 1889
Egregio prof. Ces~tro
L a di Lei N o t a 1 mi pervenne Giovedi, e nello stesso giorno la spedii al
Presidente dell'Accademia dei Lincei, perch6 venga presentata nella Seduta che
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ha luogo appunto oggi: spero che cosi sia avvenuto. H o preferito la detta
Accademia all'Istituto Lombardo, perch6 questo aveva tenuto seduta precisamente n e l / / G i o v e d i suddetto, e avrebbe bisognato aspettare una quindicina
[di giorni]. H o appena avuto il tempo di scorrere, con piacere la N o t a in
discorso, e la rivedr6 volentieri, con maggiore attenzione, quando sara stampata.
I lavori di Helmholtz e di Kirchhoff di cui Le fu fatta menzione sono
probabilmente i seguenti:
Helmholtz (1881): Ueber die auf das Innere magnetisch// oder dielektrisch
polarisirter K6rper wirkenden Kr/ifte; 2
Kirchhoff (1884): Ueber die Form/inderung die ein fester elastischer K6rper
erf~ihrt wenn er magnetisirt [sicl oder dielektrisch polarisirt wird. 3
Amendue i lavori sono nei Monatsberichte dell'Accademia di Berlino, m a il
primo 6 riprodotto nella Raccolta delle opere di Helmholtz, mentre i l / / s e c o n d o
non comparisce in quella delle Memorie di Kirchhoff, uscita nel 1882. N o n
credo, del resto, che vi si trovino analogie colle formole da Lei sviluppate.
Formole in cui non 6 Xy = Yx non si trovano che in Maxwell. *
Se, per ottemperare ad un invito gentile del Sig.r Guccia, s mi decider6
a pubblicare cost~i alcune mie noticine d'elasticitfi, lo far6, se Ella permette, in
forma di lettera a lei diretta, prendendo occasione dall'opera da Lei prestata
a tali studii. M a Ella non mi c o m p r o m e t t a innanzi tempo.
Mi creda sempre aff.mo Suo E. Beltrami
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F. PALLADINO& R. TAZZIOLI
straordinarie ricerche spaziano dalla teoria cinetica dei gas alla termodinamica, all'elettromagnetismo. In quest'ambito, MAXWELLcerc6 di fornire un'interpretazione meccanica
delle sue equazioni elettromagnetiche nel Capitolo V, volume I del suo Treatise (op. cit.
in nota 33 pref.).
5 GIOVANNIBATTISTAGUCCIA (1835-1914) fond6 il Circolo Matematico di Palermo
nel 1884 e i rispettivi Rendiconti nel 1885 (cfr. BRIGAGLIA,A. - MASOTTO, G. Il circolo
matematico di Palermo (1982). Bark Dedalo). Qui BELTRAMI si riferisce proprio alla
rivista di GUCCIA, i Rendiconti del Circolo matematico di Palermo per i quali pubblicher/t
l'articolo di cui allan. 9, lett. 3,
5
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESRO
in Palermo
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2 Cfr. n. 5, lett. 4.
3 Si tratta dell'articolo di BELTRAMI: "Note fisico-matematiche (Lettera al prof.
Emesto Cesfiro)" (op. cir. in n. 9, lett. 3).
4 Cfr. n. 4, lett. 4.
s LUDWIG BOLTZMANN (1844-1906) studi6 e ottenne il dottorato all'universitg di
Vienna nel 1867. Fu professore a Graz, Vienna, Monaco e Lipsia. Egli si dedic6
soprattutto alla teoria cinetica dei gas, alla termodinamica e alla fisica delle particelle. La
memoria a cui si fa riferimento in questa lettera 6: Gustav Robert Kirehhoff. Festrede
(1888). Leipzig: Barth. I1 passo citato 6 a pag. 29.
6 Cfr. n. 2, lett. 4.
7 Cfr. n. 2, lett. 4.
s HEINRICH RUDOLPH HERTZ (1857-1894) inizi6 i suoi studi a Monaco per poi
trasferirsi nel 1878 a Berlino, dove divenne assistente di HELMHOLTZ nel 1880. Nel 1883
fu nominato Privatdozent all'universitfi di Kiel e dal 1885 al 1889 fu professore a Karlsruhe, dopodich6 accett6 la cattedra a Bonn. Notevoli furono i suoi contributi alla teoria
del campo elettromagnetico e a l l a radiazione.
9 AUGUSTO RIGHI (1850-1920) studi6 a Bologna dove si laure6 in ingegneria nel
1872. Dal 1873 al 1880 insegn6 alla Scuola Tecnica e nel 1880 divenne professore di
Fisica sperimentale all'universit/t di Palermo. Si trasferi a Padova nel 1885 e vi rimase
fino al 1889 quando fu nominato professore di Fisica all'universitfi di Bologna. Si occup6
principalmente di ricerche riguardanti le oscillazioni elettriche che contribuirono alla
nascita de1 telegrafo senza fill Inoltre, scowl e descrisse l'isteresi magnetica e studi6
l'effetto fotoelettrico ispirandosi ai lavori di HERTZ.
to GIOVANNI CANTONI (1818-1897) studi6 a Pavia t r a i l 1837 e il 1840 dove si
laure6 ingegnere architettonico e, a partire dal 1860, ebbe l'insegnamento di Fisica nella
stessa universitY. Egli scrisse alcuni lavori di divulgazione scientifica sulla costituzione
della materia e sulla teoria meccanica del calore, oltre a numerosi articoli di elettrostatica. (Cfr. nota di M. GLIOZZI in Dizionario Biografico degli 1taliani, a cura di
A. GHISALBERTt, iniziato nel 1960 e da completare. Roma: Istituto dell'Enciclopedia
Italiana.)
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F. PALLADINO& R. TAZZIOLI
6
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CES,~RO
in Palermo
Venezia, 11 ottobre 1889
Carissimo collega
Ho qui ricevuto la cara sua del 6 ed il manoscritto, e dovendo Lunedi
partire per Roma porter6 con me quest'ultimo e spero, bench6 la mia sosta col/t
debba essere assai breve, di poter procurare la pubblicazione del medesimo
negli Atti dei Lincei. 1
Mi permetta per6 di pregarLa caldamente a n o n apporre la Nota relativa
all'esclusione dal Journal de Physique, e ci6 per molte ragioni. In primo luogo
la dichiarazione che //Ella farebbe in questa N o t a non 6, a stretto rigore,
conforme al vero, perch6 Ella non ha in mano un vero e proprio rifiuto della
Redazione. Chi Le ha fatto sapere l'esito del lavoro 6 quella sempre buona
e gentile persona dell'Hermite, 2 il quale son sicuro che sarebbe addoloratissimo
d'una simile di Lei dichiarazione, tanto pifi che, se fosse per seguirne una
polemica, potrebbe darsi benissimo che il suo nome finisse col trovarvisi coinvolto, come quello dell'unico intermediario fra la Redazione e Lei.//
Inoltre, a moltissimi lettori (sia pure superficiali) potr/t fare non buono
effetto che l'Accademia dei Lincei, prestigioso organo della scienza italiana,
accolga uno scritto respinto da una pubblicazione francese: ed altri potranno in
ci6 vedere un fomite malaugurato di nuove asprezze internazionali. 3
Aggiungo, e questo argomento ha moltissimo valore per me che potrei,
a voce, narrarLe qualche vecchio fatto personale di genere polemico, che in
siffatte questioni bisogna prescindere pifi che si pu6 dal presente e p e n s a r e / / a l
poi. A distanza di tempo simili questioni si giudicano molto pifi serenamente,
e si riconosce che le conseguenze di un passo, giustificato anche, ma un
po' risentito, sono andate molto al di 1/t del limite che si sarebbe creduto, e
desiderato.
Finalmente mi pare non doversi prescindere dalla circostanza che il Journal
de Physique 6 bensi un periodico pregevole, ma non ha tale importanza e tale
classicitfi da dover dare gran peso ai giudizii di chi lo rappresenta, e che forse
non esprime neppure l'opinione della maggioranza dei fisici del suo paese.//
Del resto Le faccio anche osservare che, avvenuta che sia la pubblicazione
del di Lei articolo, nel suo testo francese originale, od il Potier 4 non si farfi
vivo, od egli pubblicherfi le sue obbiezioni, qualunque esse sieno. Nel primo
caso la cosa procederebbe, in sostanza, come se queste obbiezioni non fossero
mai state fatte o fossero state ritirate: nel secondo, Ella avr/t occasione di
rispondere, e potr~t sempre, allora, ricordare il primitivo rifiuto, il che, del resto,
io non farei se non nel caso c h e / / l o stesso Potier vi alludesse pel primo. Ella
potrfi dunque sempre ristabilire la storia dell'incidente. 5
Nella sostanza del quale non entro, perch~ le circostanze mie presenti mi
impediscono di raccogliermi, e perch6 inoltre Ella tratta un punto al quale io
343
344
F. PALLADINO& R. TAZZIOLI
C'est faux. Pour d~duire les 6quations de Maxwell de rues ~quations il faut faire
C = 0 [C 6 il coefficiente di conducibilit/t elettrica del mezzo, n.d.r.], et le but de mon
travail est pr6cis [ementl de voir corn[reel se modif[ient] les r~s [ultats~l de Max [welll
lorsque on suppose C differ6nt de zero mais tr6s petite." (Cfr. note 33 e 38 pref.).
3 I1 riferimento 6 alla nota crisi politica tra Italia e Francia.
a ALFRED POTIER (1840--1905) fu professore di fisica all'l~cole Polytechnique
e all't~cole des Mines. Egli fu inoltre redattore del Journal de Physique all'epoca in cui
venue rifiutato l'articolo di CES~RO (op. cir. in nota 37 prof.). (Cfr. POGGENDORFF, J. C.
Biographisch-literarisches Handw6rterbuch zur Geschichte der exacten Wissenschafien.
(1898). Leipzig: Barth, III)
5 CES~RO segui il consiglio di BELTRAMI e POITIER non pubblic6 mai le sue
obiezioni.
7
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CES~RO
in P a l e r m o
Venezia 29 ottobre 1889
Egregio prof.r Ces/tro
H o ricevuto a suo t e m p o la graditissima Sua, insieme col n u o v o m a n o scritto. 1 P e r il m o m e n t o tengo questo presso di me, perch6 n o n so se p o t r e b b e
essere stampato, come l'altro, nel p r o s s i m o fascicolo degli Atti. H o / / s c r i t t o in
p r o p o s i t o a Brioschi, 2 m a n o n ho a n c o r a ricevuto alcuna risposta.
Scusi la fretta con cui Le scrivo: m a sto raccogliendo le cose mie per il
ritorno a Pavia, ritorno che sarebbe imminente, o fors'anche gi/t avvenuto, se
u n a i m p r o v v i s a indisposizione di m i a moglie (la cui salute 6 m o l t o delicata) n o n
mi ponesse n e l l a / / n e c e s s i t ~ di risparmiarle per ora il disagio di un viaggio, p u r
tenendomi sempre p r e p a r a t o alla partenza.
A p p e n a p o t r 6 dirLe qualche cosa di pifi preciso Le scriver6: intanto La
saluto cordialmente p r o f e s s a n d o m i
aff.mo Suo E. Beltrami
1 CESARO , E. "Sulle variazioni di volume nei corpi elastici", Atti della R. Accademia
dei Lincei (4) 5 (1889), 259-264; in: Opere sceIte II, 406-413.
2 Cfi'. n. 3, lett. 2.
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EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO
in P a l e r m o
Pavia, 26 n o v e m b r e 1890
Carissimo prof.r Ces/~ro
A m e spiacque m o l t o n o n averla pifi veduta a R o m a , d o p o quella brevissima intervista che ebbe luogo al Ministero; e ci6 specialmente d o p o aver
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saputo dal Cremona 1 che Ella non sarebbe stata aliena, data la possibilitfi, di
abbandonare Palermo per Pavia. Debbo per6 dirLe subito, che, fin d'allora, io
vedevo pur troppo l'estrema difficolt/t di realizzare un progetto che a me
sarebbe riuscito graditissimo e che sarebbe pure stato accolto con gran favore
da parecchi dei miei colleghi. Noi abbiamo qui un professore, 2 quello cio6 di
meccanica razionale, il quale fu nominato straordinario, per concorso, quattordici anni or sono e che, in questo lungo intervallo//di tempo, chiese pit] volte,
coll'appoggio della Facoltfi, la titolarit/t, senza poterla mai ottenere, per mancanza di posto. Non potevo dunque dubitare che, in seguito alla deploratissima
perdita dell'ottimo Casorati, 3 egli non fosse per rinnovare subito la sua
domanda; e mi sarebbe sembrato duro, anche potendo, precludergli assolutamente la via col provocare il trasferimento di un ordinario, e, quel che
pit~, promuovere una simile pratica, per quanto splendidamente motivata,
senza udire prima il parere della Facolfft. Ecco perch6 il pensiero da Lei
manifestato al Cremona, se da un lato mi riempiva di liete speranze, dall'altro
mi suscitava quel rammarico che non si scompagna mai dalle speranze di cui
non si vede che troppo il fragile fondamento.//
Effettivamente, prima ancora che io fossi qui di ritorno (giacch6 per una
serie di circostanze deplorevoli dovetti ritardare la mia venuta a Pavia, senza di
che Le avrei scritto prima d'ora), la Facolt/t ricevette comunicazione d'una
domanda di promozione da parte del detto professore, domanda cui essa, legata
dai precedenti, non pot6 rifiutare il suo appoggio. Con ci6 la questione della
cattedra di calcolo veniva radicalmente pregiudicata: questa cattedra non poteva essere occupata che da uno straordinario; ed ~ in base a questa necessitfi
c h e l a Facoltfi, gi~t informata d'un voto del Consiglio superiore in favore del
Pascal, 4 proponeva ed otteneva la nomina di questi. Nella condizione concreta
delle cose questo spediente si presentava effettivamente come il migliore, anche
//perch6 evitava i ritardi d'un nuovo concorso, che molto probabilmente avrebbe poi ricondotto al medesimo risultato.
Amavo farLe conoscere tutte queste circostanze perch6 non Le nascesse
dubbio che io avessi accolto con altro sentimento che non quello della pifi
schietta soddisfazione il progetto adombratomi dal Cremona: soddisfazione,
come girl dissi, oscurata solo dalla previsione di tutti gli ostacoli che si sono
effettivamente presentati. Saranno questi ostacoli sempre rinnovabili anche in
avvenire? Certo io non lo posso dire: ma non credo fuor d'ogni ragione il
pensare che si possano presentare, e forse fra non molto, altre occasioni che per
il momento sarebbe inutile il precisare pifi da vicino, ma che stanno entro
i limiti d'una discreta probabilitfi. Ad ogni modo La prego di credere sempre al
mio vivissimo desiderio di esserLe utile, e di avermi per il
di Lei aff.mo E. Beltrami
l LUIGI CREMONA (1830--1903) studi6 all'universit/t di Pavia, dove termin6 gli studi
nel 1853. Dopo aver insegnato per qualche tempo in alcuni istituti medi di Pavia,
Cremona e Milano, egli divenne nel 1860 professore di geometria a Bologna per decreto
ministeriale. Dal 1873, CREMONA fu direttore della nuova Scuola per Ingegneri in
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F. PALLADINO& R. TAZZIOLI
Roma, oltre che professore di Statica grafica presso la locale universitY. I suoi maggiori
contributi sono nei campi delle trasformazioni birazionali, della statica grafica e della
geometria proiettiva.
2 CARLO FORMENTI (1841-1918) fu infatti nominato professore straordinario di
meccanica razionale all'Universit~ di Pavia nel 1876, e ordinario nel 1890. Egli fu inoltre
membro corrispondente dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e si occup6 prevalentemente di meccanica dei sistemi rigidi e di elementi di calcolo delle variazioni (Cfr.
TRICOMI, F. G. "Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario", Memorie
delrAccademia delle Scienze di Torino, Classe di scienze fis. mat. e nat. (4) 1 (1962), p. 54
e POGGENDORFF (op. cir. in n. 3, lett. 6) IV, I parte (1904), V, I parte (1925)).
3 FELICE CASORATI(1835-1890) si form6 a Pavia alla scuola di BORDONI e insegn6
analisi in questa universitfi. Egli pubblic6 alcuni fondamentali lavori sull'analsisi complessa e la teoria delle funzioni abeliane. (Cfr. BOTTAZZINI,g. "I1 diciannovesimo secolo
in Italia", in: STRUIK, D. J. Matematica: un pr@lo storico (1981). Bologna: il Mulino,
249-312, e la commemorazione di E. BERTINInei Rendiconti del R. Istituto Lombardo di
Scienze e Lettere (2) 25 (1892), 1206-1236, la quale venne poi premessa alle Opere, a cura
dell'U.M.I., 2 voll. (1951). Roma: Cremonese, 3-30.)
, ERNESTO PASCAL (1865-1940) studi6 helle universit/t di Napoli, Pisa e Gottinga.
Nel 1890 ebbe la cattedra di Calcolo infinitesimale a Pavia che mantenne fino al 1906,
anno in cui fu richiamato a Napoli. I suoi interessi erano volti al calcolo infinitesimale,
alla teoria delle funzioni ellittiche, alla teoria dei determinanti e al calcolo delle
variazioni. (Cfr. nota in POGGENDORFF (op. cir. in n. 3, lett. 6) IV, II parte (1904) e la
commemorazione redatta da M. PICONE per il Rendiconto della R. Accademia delle
Scienze fisiche e matematiche di Napoli (4) 12 (1942), 53-82).
9
347
Sui fondamenti (o sui canoni) del calcolo degli addensamenti e su alcune sue
applicazioni. Aspetto una di Lei parola in proposito: e, del resto, se non c'6
stato annuncio stampato del titolo, nei Lincei, non occorre neppure questo. Del
rimanente, q u a n t o / / a l l a celeritfi della pubblicazione, io far6 il possibile e volentieri m'incaricher6 anche della revisione delle bozze (per risparmiar tempo),
a meno che Ella non desideri farla da s6. L'Istituto Lombardo pubblicherebbe
volentieri e presto, ma 6 frenato in questa sua buona volont/t da una deplorabile scarsezza di mezzi pecuniarii. Mi faccia sapere anche il numero delle copie
a parte: le gratuite non sono, credo, che 10015.
Ho colto con molto rammarico ci6 che Ella mi serive prima di tutto
riguardo alla di Lei salute, che voglio sperare per6 sia pienamente reintegrata
e prospera, e poscia rispetto alle contrariet/L incontrate helle sue giuste aspirazioni. Creda che comprendo benissimo quanto debbano pesarLe questi
inciampi e questi eontrattempi: ma permetta che a l m e n o / / p e r un titolo, voglio
dire per quello dell'et~ (la quale mi permetterebbe di esseLe padre, del che sarei
ben felice!), io la esenti, non dir6 a non perdersi d'animo, ma neppure a lasciarsi
troppo sopraffare dal pensiero delle condizioni presenti. Ella ha davanti a s6 una
lunga vita, che io Le auguro propizia e serena, ma che, quandanche oscurata da
sconforti e inframmezzata da periodi men che tranquilli, Le permetter/t di
compiere un lungo, accurato e fecondo lavoro. Tenga sempre fede nella propria
personale energia. Creda che, in questo tempo infelicissimo per gli studii, in
Italia si sta male dappertutto: il lavoro ~ condannato ad essere solitario, il
compenso ad essere attinto solo nella propria coseienza od in quella di pochi
colleghi dispersi pel mondo. D o p o tutto il sapere star soli non ~ cosa volgare.
Mi creda sempre
affezionatissimo Suo E. Beltrami
1 CESARO, E. "Sui canoni del calcolo degli addensamenti e su alcune loro applicazioni", Rendiconti del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere (2) 24 (1891),
101-112; in: Opere scelte I2, 375-386.
z Cfr. n. 3, lett. 8.
3 In effetti, nel volume 6 (II semestre), 4 ~ serie dei Rendieonti della R. Aeeademia dei
Lineei (1890) si legge a p. 383 chela memoria del Prof. CESARO "Cenni sul calcolo degli
addensamenti", presentata dal socio LUIGI CREMONA, sar/~ pubblicata in un prossimo
fascicolo.
10
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO
in Palermo
Pavia, 5 gennaio 1891
Egregio prof.r Cesfiro
Ricevetti il di Lei biglietto, latore di un pensiero amichevole che io con tutto
il cuore Le ricambio, quando stavo appunto pensando a Lei. E ci6 perch6,
348
F. PALLADINO& R. TAZZIOLI
du
3p
d~=X-~xx'
ecc.
donde, per X = Y = Z = O ,
du
dt
Op
Ox '
Pertanto, come affermava lo stesso MAXWELL (cfr. "On Faraday's lines of force", Transactions of the Cambridge Philosophical Society 10 (1856); in: The scientific papers of James
Clerk Maxwell, a cura di W. D. NIVEN, 2 voll. (1965). New York: Dover, I, 155-229), "il
potenziale [elettrico ~] 6 una pressione negativa" (op. cit., p. 176), in quanto la componOp
ente x del campo elettrico corrisponde a - ~ x ' e dunque il potenziale ~, a - p .
349
11
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESRO
in Palermo
12
350
F. PALLADINO8Z R. TAZZIOLI
perch6!) ad intraprendere questa pubblicazione. Io sono pur troppo cosi lontano dagli studii cui il volume 6 consacrato, ed 6 cos[ breve il tempo che ho
avuto di guardarlo, che darei prova di leggerezza tessendone fin d'ora l'elogio.
Tuttavia ho gi~t potuto vedere che gli spetta davvero il requisito, da Lei
vagheggiato, dell'italianitfi, vale a dire, cred'io, di quel quid che risulta dal
connubio della seriet/t coll'agilitfi della parola e del pensiero, cio6
dall'elaborazione artistica del materiale scientifico.
Di nuovo gradisca i miei sensi di riconoscenza e mi creda sempre
aff.mo Suo E. Beltrami
1 Cfr. op. cit. in nota 27 pref.
13
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO
in Napoli
Roma, 30 aprile 1894
Carissimo prof.r Cesfiro
Scuser/t se non ho risposto prima alla cara Sua, che mi pervenne mentre
io era ancora impigliato nelle faccende piccine, ma assorbenti, del Consiglio
Superiore. Speravo di poter pensare un po' seriamente sulla questione di cui
Ella mi parla, ma non mi sento proprio bene, e da non poco tempo, forse per
dolori e preoccupazioni domestiche, che da lungo tempo mi travagliano incessantemente. In rondo / / n o n mi fa meraviglia che lo spazio pseudosferico non
possa esistere in uno spazio lineare, allo stato reale; giacch~ anche nello spazio
euclideo esiste una quadrica-sfera, ma non girl una quadricapseudosfera reale.
Non so se sia a questo punto di vista che si subordina la difficolt/t cui Ella
allude. Non ne vedrei per il momento un altro, sebbene non mi dissimuli che,
per il gran tempo trascorso da che mi occupai di simili questioni, io sia poco
atto ad orientarmi, senza sufficiente preparazione, in questioni di tal genere.
Prescindendo da tutto ci6 e dividendo pienamente la sicurezza che Ella ha
circa le fatte deduzioni,// sono lieto che Ella sia entrato in questi campi, per
arrecarvi nuovi contributi di sostanza e di forma. Non Le mancher~t modo, in
qualunque caso, di chiarire qualche punto che rimanesse ora in minor luce degli
altri.
Mi interessano moltissimo anche gli ulteriori accenni ad altri fatti relativi
agli spazii curvi, nel doppio riguardo della pura geometria e della teoria
dell'elasticit/t generalizzata. Lo stato di quasi completa inoperosit/t cui mi
riducono avverse circostanze, sperabilmente transitorie, mi fa considerare con
tanto maggiore simpatia l'incessante e geniale lavoro di Lei, cui auguro di
t u t t o / / c u o r e salute prospera, vita tranquilla e lunga, ad onore dei nostri studii.
Mi creda sempre
aff.mo Suo E. Beltrami
351
14
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO
in Napoli
Roma, 23 ottobre 1894
Carissimo prof.r Ces/tro
N o n Le ho mai scritto intorno alla N o t a 1 da Lei speditami (che lessi con
molto piacere e profitto) perch6 ebbi un'infinitfi di brighe famigliari che mi
fecero sciupare tutte le vacanze. Per6 spedii quel //manoscritto all'Accademia
e di 1/t ebbi, qualche tempo dopo, l'avviso dall'Ing. Mancini 2 che la N o t a si
stava componendo e che le bozze Le sarebbero state spedite a Napoli. Temo,
dalla Sua lettera, che non Le sieno pervenute. Voglia farne richiesta al Mancini
che ora ~// e sta in Roma: la lettera di questi era in data del 1~ ottobre.
Scusi la fretta e mi creda sempre
aff.mo Suo E. Beltrami
Si tratta con ogni probabilit/t dell'articolo di CESARO" "Sulle equazioni dell'elasticit/t negli iperspazi" (op. cit. in nota 17 pref.).
2 ERNESTO MANCINI dell'Academia dei Lincei.
15
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESA.RO
in Palermo
Roma, 5 dicembre 1898
Carissimo Cesfiro
Ormai da quasi un mese trovomi inchiodato in casa da una ricaduta del
non lieve malore che mi colpi due anni or sono. Per questo non La ringraziai
prima d'ora del suo caro e pregiato invio, 1 del quale disgraziatamente neppure
potei pigliare una qualche conoscenza, essendomi rigorosamente vietato ogni
lavoro mentale e solo i n / / q u e s t i ultimi giorni concessomi di scrivere qualche
breve lettera, come ora faccio. In particolare non ho potuto presiedere le ultime
adunanze accademiche, e, dolendomi di non potere presentare io stesso il di Lei
libro, 2 l'ho trattenuto presso di me sperando di poter fare questa presentazione
fra non molto. M a se a Lei premesse che fosse fatta al pifl presto me lo scriva
liberamente, riguardondomi sempre come di Lei
aff.mo E. Beltrami
Non 6 chiaro a quale lavoro di CES,~RO si riferisca BELTRAMI.
2 Probabilmente trattasi dei citati Elementi Calcolo infinitesimale.
352
16
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CES~,RO
in Napoli
Venezia, 28 settembre 1899
Egregio Professore
La sua lettera del 25, qui ora pervenutami, mi ha dato due rive cagioni di
profondo rammarico, la manifestazione cio~ del di Lei proposito di lasciare l'Italia
e quella delle domestiche difficolt/t che a tale proposito L'avrebbero indotta.
Dell'una e dell'altra cicostanza non posso che intimamente dolermi e credo che con
me si dorrebbero tutti i comuni amici e colleghi, insieme ai moltissimi estimatori di
Lei e dell'opera da Lei data agli studii. Ma, lasciando per il m o m e n t o / / i n
disparte tutto ci6 che viene dal sentimento piuttosto che dalla fredda riflessione,
ecco quanto posso dirLe circa quanto Ella desidererebbe da me.
Per quanto spetta alla supposta venuta in Roma di persona incaricata di
muovere all'attuazione del riferito progetto, col procurare l'andata in America di
valorosi scienziati europei, Ella non deve punto dubitare che, ove il mio intervento possa valere a qualche cosa, i o non lascier6 di mettere nella miglior luce la
di Lei persona ed il di Lei home, impresa altrettanto facile quanto gradita e cara.
Anche per ci6 che spetta al //possibile e certamente altresi probabile intervento del Klein, 1 io non avr6 nessuna difficolfft di scrivergli nel senso da Lei
suggerito; solo crederei che, al punto in cui sono attualmente le cose, questa
pratica fosse da considerarsi come alquanto prematura. Infatti, tenendo dietro ai
termini in cui Ella si esprime, io debbo ritenere che l'attuale stato di cose sia il
seguente: Vi sono dei progetti d'ingrandimento dell'Universitfi di California, di
natura imprecisata, Uno dei professori di quest'Universitfi ~ venuto in Europa, ed
attualmente a Parigi. Questa venuta si connette probabilmente a quei progetti.//
In particolare poi non consta, parmi, che i compensi materiali contemplati
in questi progetti sieno tall da poter essere considerati come vantaggiosi da Chi
sarebbe indotto a muoversi non da altro che dalla insufficienza dei compensi
presenti.
A me pare che, in tall condizioni, i termini della mia lettera al Prof.r Klein
dovrebbero essere cosi indeterminati e generici da non potere dar luogo ad una
chiara intelligenza di cig che da lui si vorrebbe; ci6 dovrebbe essere ulteriormente precisato da un'altra lettera, dopo l'acquisto di nozioni pifi concrete.
Parmi dunque che soltanto dopo tale acquisto sarebbe opportuno, ed indubbiamente utile, un diretto appello all'illustre maestro di Gottinga.
Gradisca i pifi cordiali saluti del
di lei aff.mo E. Beltrami
i FELIX KLEIN (1849-1925) compi gli studi a Bonn con PLETCKER, prima di trasferirsi a Gottinga dove ebbe CLEBSCH come maestro. Nel 1872, egli fu nominato
professore ordinario di geometria all'universit~t di Erlangen, e si trasferi in seguito prima
a Monaco e poi a Lipsia per concludere la sua carriera a Gottinga. Formidabili sono
353
i suoi lavori nei diversi campi della geometria, dalla geometria proiettiva alla teoria dei
gruppi di trasformazione.
17
EUGENIO BELTRAMI a ERNESTO CESARO
in Napoli
Roma, 19 gennaio 1900
Egregio collega
Deve perdonarmi se, colpito da malattia, non ho potuto rispondere prima
alla graditissima Sua del 31/99 e se, rispondendo oggi, debbo limitarmi, per non
contravvenire alle esigenze dei medici, a ringraziarLa della amorevolissima
proposta che Ella si compiace di farmi. Mi permetta solo di dirLe che, nel
convincimento mio, appartenendo a Brio- //schi 1 ed a Betti 2 il merito d'aver
restaurato il culto dell'analisi in Italia, egli 6 alla loro memoria che Ella
dovrebbe intitolare l'opera Sua. E qualora Ella accogliesse questo mio desiderio, io mi terrei ben contento se Ella volesse invece riservare a qualche Sua
successiva pubblicazione
d'argomento
fisico-matematico l'adempimento
dell'amichevole proposito di associare il mio nome ad un geniale lavoro di Sua
composizione. 3
Gradisca il cordialissimo bench6 tardo ricambio dei miei sinceri augurii.
E. Beltrami
1 Cfr. n. 3, lett. 2.
2 ENRICO BETTI (1823-1892) studio e fu professore all'universit& di Pisa. A lui si
deve una prima sistemazione organica della teoria di GALOIS, oltre che numerose
e profonde ricerche di argomento fisico matematico, in particolare sulle teorie del
potenziale e dell'elasticit/t.
3 Alia memoria di BELTRAMI,CES&RO dedic6, come si ~ detto, la seconda edizione
italiana del suo libro Elementi di caIcolo infinitesimale (op. cir. in nota 31 pref.) e la
traduzione tedesca EIementares Lehrbuch der algebraischen Analysis und der Infinitesimalrechnun9 (op. cit. in nota 30 pref.).
Dipartimento di Ingegneria delHnformazione
e Matematica Applicata - Facoltfi di Scienze
Universitfi di Salerno (Italy)
e