di Vincenzo Varlaro
docente di Medicina Estetica nel Master Internazionale Biennale di II livello di Medicina
Estetica e Terapia Estetica dell'Universit degli Studi di Camerino
I grassi pi comuni che vengono assunti con la dieta sono i trigliceridi: sono costituiti da
un nucleo di glicerolo e da tre acidi grassi (Fig. 5).
La digestione dei grassi assunti con la dieta inizia nello stomaco per poi proseguire
nellintestino tenue.
La digestione dei grassi assunti con la dieta operata da enzimi specifici: le lipasi. Nello
stomaco viene digerita solo una piccola quantit dei grassi assunti con la dieta, meno del
10% della quota complessiva dei grassi introdotti con la dieta. La digestione dei grassi
assunti con la dieta che avviene nello stomaco si realizza per lintervento di una lipasi
linguale che viene prodotta dalle ghiandole linguali della bocca e che viene ingurgitata
nello stomaco con la saliva.
Giunti nel duodeno insieme allacido cloridrico, i grassi stimolano la secrezione della
colecistochinina e della secretina, due ormoni che inducono la colecisti e il pancreas
esocrino a riversare nel duodeno rispettivamente la bile e il succo pancreatico.
Nel tenue viene digerito il 90% della quota lipidica introdotta con la dieta.
La digestione nel tenue si realizza rapidamente grazie alla lipasi pancreatica che
presente in grandi quantit e, in minor misura, grazie alla lipasi enterica prodotta dalla
mucosa intestinale.
Gli effetti della lipasi enterica sono assolutamente trascurabili.
I lipidi assunti con la dieta sono principalmente trigliceridi che vengono idrolizzati dalle
lipasi in 2-monogliceridi, acidi grassi liberi, piccole quantit di digliceridi.
La digestione nellintestino tenue prosegue normalmente per lintervento di un elemento
fondamentale: la bile.
La bile viene prodotta dal fegato ed costituita da acqua, sali biliari, bilirubina,
colesterolo, acidi grassi, lecitina, ioni sodio, ioni potassio, ioni calcio, ioni cloro, ioni
bicarbonato.
Esiste una bile epatica e una bile colecistica che ha subito il processo di concentrazione
nella colecisti con il riassorbimento da parte della mucosa della colecisti di acqua e di
elettroliti: ad eccezione degli ioni calcio.
I sali biliari, la lecitina, il colesterolo, la bilirubina non vengono riassorbiti e, pertanto,
vengono fortemente concentrati nella colecisti.
La bile esplica funzioni essenziali per la digestione dei grassi assunti con la dieta in
virt dei sali biliari e della lecitina: due fosfolipidi (Fig. 6).
AMINOACIDI
COLINA
VALINA
SERINA
INOSITOLO
G LIC E R O L O
GRUPPO POLARE
Figura 6 Modello strutturale di un fosfolipide
H H H H H H H H H H H H
- C - C - C -- C - C - C - C -- C - C - C - C -- C -H
H H H H H H H H H H H H
H H H H H H H H H H H H
- C - C - C - C - C - C - C -- C - C - C - C - C -H
H H H H H H H H H H H H
GRUPPO APOLARE
I sali biliari e la lecitina sono dei fosfolipidi che esplicano principalmente due funzioni:
Determinano una emulsione dei grassi assunti con la dieta;
Determinano una micellizzazione dei globuli di grasso emulsionati.
Lemulsione dei grassi assunti con la dieta si realizza per la riduzione della tensione
superficiale operata dai sali biliari e dalla lecitina e per le sollecitazioni meccaniche che
si verificano sui grassi stessi nel lume intestinale per opera dellattivit peristaltica
gastrointestinale.
Il risultato la frammentazione del globulo del grasso in minuti globuli di grasso e la
loro dispersione in una soluzione instabile.
I sali biliari e la lecitina sono molecole bipolari: hanno una porzione polare altamente
solubile nellacqua (idrofila) e una porzione apolare (idrofoba), sterolica, fortemente
liposolubile (lipofila) (Fig. 7).
La micellizzazione dei globuli di grasso ottenuti con lemulsione operata dai sali biliari,
dalla lecitina e dallattivit peristaltica gastrointestinale trasforma una soluzione
instabile (emulsione instabile) in una soluzione stabile (emulsione stabile).
Le micelle hanno una carica elettrica negativa esterna per cui si respingono luna con
laltra.
Le micelle respingendosi luna con laltra impediscono al loro core lipidico di confluire
a formare una fase continua.
Se vengono impediti lemulsione dei grassi assunti con la dieta e la micellizzazione dei
globuli di grasso ottenuti con lemulsione non aumenta la superficie del grasso per cui
lattivit della lipasi minima. In tal caso, il materiale lipidico assunto con la dieta,
viene perduto con le feci fino al 40% e si potrebbero instaurare fenomeni di carenza
nutrizionale, soprattutto fenomeni di carenza di vitamine liposolubili: A, D, E, K, F.
La lipasi un enzima. Gli enzimi formano un complesso con le molecole del substrato
definito complesso enzima-substrato (ES) (Fig. 12).
EE
Gli enzimi sono proteine costituite da una catena polipeptidica che si ripiega nelle tre
dimensioni.
A causa di tale ripiegamento tridimensionale della catena polipeptidica, una molecola
enzimatica presenta una superficie percorsa da solchi, depressioni.
Queste caratteristiche topografiche sono specifiche e costanti per ogni tipo di molecola
enzimatica.
Almeno una delle cavit o depressioni presenti sulla superficie di un enzima ha una
forma complementare a quella della molecola del substrato o di una parte di questa
contenente specifici raggruppamenti chimici (Fig. 13).
Questa cavit detta sito attivo e, pi propriamente, sito di legame per il substrato.
Emil Fisher, nel 1894, formul una teoria secondo cui il substrato si combina con il sito
attivo dellenzima con lo stesso grado di specificit con cui una chiave entra nella
propria serratura (Fig. 14).
Molti enzimi, oltre alla cavit specifica per la combinazione del substrato, possono
presentare altre cavit in cui si possono adattare altre molecole che possono partecipare
alla reazione catalizzata come i coenzimi, come i cofattori: ad esempio, gli ioni metallici
Ca, Mg, Mn, Zn, Cu.
I coenzimi e i cofattori possono partecipare allattivit di numerosi enzimi rivestendo un
ruolo di primo piano.
La lipasi presenta una cavit specifica per la combinazione con il substrato e unaltra
cavit specifica in cui si pu adattare un coenzima: la colipasi.
Lattivit degli enzimi viene influenzata da diversi fattori: il pH, la temperatura, la
concentrazione del substrato.
Per la maggior parte degli enzimi esiste un intervallo di valori di pH, in genere
abbastanza ristretto, in cui la reazione viene catalizzata con la massima efficienza.
Figura 13 Il substrato (S) satura lenzima interagendo con specifici raggruppamenti chimici (sito attivo)
Figura 14 Modello molecolare della teoria della chiave e della serratura di Emil Fischer
Il valore del pH cui un enzima presenta la massima efficienza catalitica viene detto pH
ottimale. Questo valore varia da enzima a enzima.
La temperatura fa aumentare lattivit enzimatica purch la stessa non superi quella
corporea (37 C).
Gli enzimi sono proteine. Dopo i 37 C inizia la denaturazione proteica.
Se si superano i 37 C di temperatura, il danno enzimatico pu diventare irreversibile.
La dipendenza dellattivit enzimatica dalla temperatura ha la forma di una curva a
campana.
La maggior parte del potere catalitico di un enzima dovuto al legame del substrato con
lenzima. Insomma la formazione di un complesso ES la prima tappa della catalisi
enzimatica e da questa tappa dipende la velocit di una reazione catalizzata.
A concentrazioni costanti di enzima la velocit della reazione catalizzata aumenta in
modo proporzionale allaumento della concentrazione del substrato.
Insomma esiste un rapporto di dipendenza tra la velocit della reazione catalizzata e la
concentrazione del substrato e tale rapporto di dipendenza viene descritto
dallequazione di Michaelis-Menten (Fig. 15).
Ogni volta che una particella di grasso si dimezza nel suo diametro per effetto della
sollecitazione meccanica imposta dallattivit peristaltica gastrointestinale, raddoppia la
superficie totale del grasso stesso.
Nel processo di digestione dei grassi assunti con la dieta, poich il diametro delle
goccioline del grasso emulsionato inferiore a 1 micrometro, si pu stabilire che con
lemulsione si verifica un aumento di circa mille volte della superficie totale del grasso
e di conseguenza lattivit della lipasi aumenta di circa mille volte.
Lintervento della bile determinante nel processo di digestione dei grassi. Se non
intervenisse la bile, i grassi assunti con la dieta non potrebbero essere digeriti se non in
quantit minime da parte della lipasi.
Se non intervenisse la bile nel processo di digestione dei grassi assunti con la dieta, la
lipasi avrebbe unattivit minima.
Lemulsione dei grassi assunti con la dieta e la micellizzazione dei globuli di grasso
ottenuti con lemulsione possono essere impedite mediante limpiego di farmaci che
sequestrano i sali biliari: detastrano (Rationale, Dexide, Pulsar), colestiramina
(Questran).
Per la digestione dei grassi assunti con la dieta determinante lemulsione del grasso e
la micellizzazione dei globuli del grasso ottenuti con lemulsione. Anche se la lipasi
pancreatica viene prodotta in abbondanza dal pancreas esocrino la stessa non potrebbe
digerire i grassi se non intervenisse la bile con lemulsione del grasso e la
micellizzazione dei globuli di grasso ottenuti con lemulsione.
Lattivit della lipasi non dipende solo dalla quantit dellenzima, ma anche dalla
superficie del grasso e dalla possibilit dellenzima di potere penetrare allinterno del
globulo del grasso.
La lipasi un enzima idrosolubile per cui non riesce ad addentrarsi nel core del globulo
del grasso salvo che lo stesso non venga emulsionato e i globuli di grasso ottenuti con
lemulsione non vengano micellizzati.
I farmaci che sequestrano i sali biliari inibiscono gli effetti dei sali biliari per cui
impediscono lattivit della lipasi.
Il globulo del grasso non viene emulsionato o viene emulsionato in percentuali minime
e la micellizzazione dei globuli di grasso ottenuti con lemulsione si verifica anchessa
in percentuali minime per cui non aumenta la superficie del grasso in modo importante e
la lipasi non ha la possibilit di penetrare nel core del globulo del grasso rimasto
pressoch integro.
Insomma il grasso assunto con la dieta non viene digerito dalla lipasi se non in quantit
minime per cui viene eliminato in gran parte con le feci: almeno il 40% del grasso
assunto con la dieta viene eliminato con le feci.
Per fare aumentare lattivit della lipasi intradipocitaria e, quindi, la lipolisi
intradipocitaria, determinante fare aumentare la superficie del grasso affinch lo stesso
possa saturare la lipasi intradipocitaria.
Con lincremento della superficie del grasso intradipocitario aumenta, in accordo con
lequazione di Michaelis-Menten, lattivit della lipasi intradipocitaria.
La secrezione della lipasi intradipocitaria viene stimolata di base, normalmente, dagli
ormoni lipolitici come, ad esempio, dagli ormoni tiroidei (FT3, FT4), dal growth
hormone (GH), dalle catecolamine per cui non necessario intervenire
farmacologicamente per fare incrementare la quantit della lipasi intradipocitaria.
Quello che prioritario, quindi, per realizzare un trattamento terapeutico lipolitico,
fare incrementare lattivit della lipasi intradipocitaria e non fare incrementare la
quantit della lipasi intradipocitaria.
Figura 17
Figura 18
Figura 19
Figura 20
Figura 21
Figura 22
Figura 23
Figura 24
Figura 25
Figura 26
Con un cucchiaino da caff, allo scopo di favorire la miscelazione dellolio con la soluzione
fisiologica, si provveduto a mescolare i due liquidi non miscibili: lolio e la soluzione
fisiologica (Fig. 25).
Una volta smesso di mescolare lolio emulsionato non si ricomposto a formare una fase
continua, si verificata una micellizzazione dei frammenti dellolio emulsionato, si realizzata
una emulsione stabile (Fig. 26).
Risultato
I fosfolipidi ipotalamici presenti nel preparato commerciale Liposom forte fiale 28 mg/2 ml im
ev hanno determinato lemulsione e la micellizzazione di un olio (una miscela di acidi grassi):
un liquido con una tensione superficiale elevata non miscibile con una soluzione fisiologica.
Il prodotto commerciale utilizzato per l'emulsiolipolisi, il Liposom forte fiale, non crea
i problemi causati dal Lipostabil fiale e da altri prodotti galenici a base di
fosfatidilcolina e desossicolato sodico per una composizione chimica diversa.
Mentre nel Liposom forte fiale sono presenti esclusivamente fosfolipidi ipotalamici,
negli altri prodotti commerciali (Lipostabil fiale) o galenici sono presenti degli
eccipienti come il desossicolato di sodio.
stato proprio il desossicolato di sodio a creare i problemi di ordine necrotico a carico
del tessuto adiposo infiltrato che hanno costretto la classe medica ad abbandonare un
tale tipo di soluzione terapeutica (Fig. 27).
Figura 27 Necrosi tessutale della regione periombelicale superiore sinistra dopo somministrazione
intradiposa di fosfatidilcolina e desossicolato di sodio
Il patrimonio complessivo in carnitina viene acquisito dalluomo nella misura del 25%
per sintesi epatica e renale e nella misura del 75% per introito con la dieta: dalla carne,
dalle uova, dal latte.
La carnitina un carrier degli acidi grassi a catena lunga.
Nelluomo la carnitina presente soprattutto nelle fibrocellule muscolari, nei neuroni,
negli epatociti ma anche negli adipociti e in altri tipi istologici.
Alcuni organismi inferiori come il tenebrio molitor non sono in grado di sintetizzarla
per cui necessitano di una dieta che la contenga gi formata.
La carnitina una proteina idrosolubile per cui per attraversare le membrane cellulari ha
bisogno di un trasportatore. Sono stati individuati un trasportatore a bassa affinit per i
cationi (OCTN1) che trasporta la carnitina attraverso la membrana cellulare allinterno
della cellula e un trasportatore sodio-dipendente ad alta affinit (OCTN2) che trasporta
la carnitina attraverso la membrana cellulare allesterno della cellula. Nelluomo sono
possibili carenze primarie e carenze secondarie di carnitina.
Mentre le carenze primarie sono di ordine congenito le carenze secondarie di carnitina
sono da relazionare alla insufficienza renale cronica grave.
I pazienti affetti da insufficienza renale cronica grave poich effettuano diete aproteiche
vanno incontro ad una contrazione importante dellintroito alimentare in proteine e di
conseguenza, a una riduzione della biodisponibilit aminoacidica per i processi
metabolici di ordine anabolico come la biosintesi della carnitina.
I pazienti affetti da insufficienza renale cronica grave non assumendo proteine non
introitano carnitina: il patrimonio complessivo in carnitina viene, infatti, acquisito
dalluomo nella misura del 75% con le proteine alimentari. Il glicerolo che si ottiene
dalla idrolisi dei trigliceridi pu riversarsi in circolo o essere inserito nello shunt dei
monofosfati. Il glicerolo non pu essere utilizzato nell'adipocita per la biosintesi dei
trigliceridi perch l'attivit dell'enzima glicerolchinasi bassa nel citosol adipocitario
mentre elevata nel citosol dell'epatocita dove sono possibili entrambe le vie
metaboliche per la biosintesi dei trigliceridi: quella a partire dal glicerolo e quella a
partire dall'acil-CoA. Gli acidi grassi ottenuti dalla idrolisi dei trigliceridi intradipocitari
possono andare incontro principalmente a due destini:
Passare in circolo come acidi grassi non esterificati (NEFA);
Essere attivati (esterificazione con il CoA-SH endogeno).
Gli acidi grassi attivati (acil-CoA) possono essere:
Ossidati;
Utilizzati per la biosintesi dei trigliceridi.
Nel 1948-49 Eugene Kennedy e Albert Lehninger dimostrarono che l'ossidazione degli
acidi grassi avviene esclusivamente nei mitocondri. Il successivo passo in avanti fu
merito di Lynen e collaboratori che scoprirono che l'attivazione degli acidi grassi
dipendente da ATP implica la loro esterificazione con il gruppo tiolico del CoA-SH e
che tutte le tappe
enzimatiche
che si susseguono nell'ossidazione degli acidi
grassi hanno luogo nella forma dei loro esteri con il CoA-SH.Per essere demolito,
quindi, l'acido grasso deve spostarsi dal citosol nei mitocondri (Fig. 29).
I mitocondri sono degli organuli presenti nel citosol dove esplicano importanti funzioni
come quella di produrre ATP.
I mitocondri sono delle fabbriche di ATP, di quellenergia che essenziale per la vita.
Le cellule adipose uniloculari del tessuto adiposo bianco hanno meno mitocondri di
quanti ne hanno le cellule adipose multiloculari del tessuto adiposo bruno. A livello
della membrana mitocondriale esterna avviene l'esterificazione enzimatica dell'acido
grasso con il CoA-SH del pool citosolico, a spese dell'ATP. Gli enzimi che catalizzano
la formazione degli esteri acil-CoA sono dislocati nella membrana mitocondriale esterna
e sono denominati acil-CoA sintetasi o acido grasso tiochinasi o acido grasso CoA
ligasi. Gli esteri acil-CoA non riescono ad attraversare la membrana mitocondriale
interna perch la membrana mitocondriale interna impermeabile ad un tale tipo di
molecola. A questo punto, se non intervenisse un carrier fisiologico, gli acidi grassi
esterificati potrebbero essere utilizzati esclusivamente nel citosol per la biosintesi dei
trigliceridi.
L'ingresso degli acil-CoA nei mitocondri favorito dalla carnitina (Fig. 30).
SPAZIO
INTERM EMBRANA
ACIL-CoA
ACIL-CoA
ACILCARNITINA
CARNITINA
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
T
R
A
S
L
O
C
A
S
I
MATRICE
M ITOCO NDRIALE
ACIL-CoA
CARNITINA
Figura 30 Modello molecolare del trasporto degli acidi grassi da parte della carnitina attraverso la
membrana mitocondriale interna
Figura 31 Modello molecolare del trasporto degli acidi grassi da parte della carnitina attraverso la
membrana mitocondriale interna e della funzione della traslocasi
Una volta pervenuta a livello della membrana mitocondriale interna il gruppo acilico
ac
dellacil-carnitina
carnitina viene trasferito sul CoA-SH
CoA SH intramitocondriale. Questa reazione
catalizzata dallenzima carnitina aciltransferasi II o carnitina acido grasso transferasi
intramitocondriale.
A livello intramitocondriale il gruppo acilico viene trasferito
t
dalla acil-carnitina
carnitina al CoACoA
SH del pool mitocondriale in virt dell'enzima carnitina aciltransferasi II o carnitina
acido grasso transferasi intramitocondriale localizzato sulla superficie interna della
membrana mitocondriale interna.
L'acil-CoA
A , a questo punto, pronto per l'ossidazione della sua componente acido
grasso ad opera di tutta una serie di enzimi specifici presenti nella matrice
mitocondriale. Tale ossidazione avviene in due fasi principali.
Nella prima fase gli acidi grassi subiscono
subiscono la rimozione ossidativa di successive unit a
due atomi di carbonio definite acetil-CoA.
acetil CoA. La frammentazione dellacido grasso inizia
dall'estremit carbossilica della catena dell'acido grasso stesso con tutta una serie
ripetitiva di passaggi operati da un insieme di enzimi. Si verifica la -ossidazione.
ossidazione.
Il risultato finale la trasformazione dell'acido grasso in frammenti a due atomi di
carbonio, cio in frammenti di acetil-CoA.
acetil CoA. La formazione di ognuna delle molecole di
acetil-CoA
CoA richiede la rimozione, per azione di deidrogenasi specifiche,
specifiche, di quattro atomi
di idrogeno dall'acido grasso. Nella seconda fase della ossidazione le molecole di acetilacetil
CoA vengono inserite nel ciclo dell'acido citrico (o ciclo di Krebs o ciclo degli acidi
tricarbossilici) per essere ossidate a CO2 e H2O.
Entrambee le fasi dell'ossidazione degli acidi grassi hanno come risultato un flusso di
atomi di idrogeno verso la catena respiratoria dove, con una ionizzazione degli atomi di
idrogeno, inizia un flusso di elettroni che caratterizza, lungo la catena respiratoria,
respiratoria tutta
una serie di reazioni di ossido-riduzione
ossido
(Fig. 32).
Con l'impiego della carnitina si deviano gli acidi grassi attivati (acil-CoA)
(acil CoA) non verso la
biosintesi dei trigliceridi ma verso la loro ossidazione. stato dimostrato in vitro e in
animali
imali da esperimento che la velocit del trasporto dei gruppi acilici dal citosol nei
mitocondri aumenta quanto maggiore il gradiente citosol-matrice
citosol matrice in acil-carnitina
acil
e
che tale gradiente citosol-matrice
citosol
in acil-carnitina
carnitina aumenta in seguito a
supplementazioni
tazioni con carnitina esogena.
La carnitina svolge un ruolo chiave nel processo catabolico degli acidi grassi.
La carnitina un anello da cui non si pu prescindere se si vuole favorire un processo
lipolitico.
Un aumento del trasporto dei gruppi acilici da parte della carnitina favorisce, oltre che
lossidazione degli acidi grassi, anche linibizione della biosintesi dei trigliceridi.
Infatti, la respirazione mitocondriale condizionata dalla maggiore disponibilit di acidi
grassi favorita dalla L-carnitina
carnitina rende elevato il rapporto ATP/ADP.
L'ATP pu inibire la glicolisi mediante l'inattivazione della fosfofruttochinasi (enzima
allosterico che catalizza la fosforilazione del F-6-P
F
a F-1-6-difosfato)
difosfato) e, cos, anche il
citrato prodotto in eccesso.
Il citrato prodotto in eccesso dal ciclo di Krebs pu uscire dai mitocondri tramite il
sistema del trasporto del citrato presente nella membrana mitocondriale interna e
realizzare una inibizione della fosfofruttochinasi.
Il citratoo prodotto in eccesso agisce da inibitore della fosfofruttochinasi e, di
conseguenza, da rallentatore della velocit della glicolisi con, quindi, riduzione del
rifornimento in acetil-CoA
CoA da parte della glicolisi per il ciclo di Krebs e aumentata
stimolazione
ne della idrolisi dei trigliceridi intradipocitari in acidi grassi e glicerolo.
Insomma la produzione energetica viene, in tal modo, deviata sul metabolismo lipidico.
Un altro meccanismo che contribuisce a inibire la velocit delle reazioni glicolitiche la
competizione per l'ADP fra i mitocondri e quegli enzimi della sequenza glicolitica che
richiedono ADP come la fosfogliceratochinasi e la piruvatochinasi. Poich i mitocondri
hanno per l'ADP maggiori affinit che non gli enzimi glicolitici, la glicolisi viene
rallentata per mancanza di accettore di fosfato. Con il rallentamento della glicolisi viene
ridotta la produzione di un metabolita intermedio della sequenza glicolitica: il
diidrossiaceton fosfato che il precursore dellL-glicerol-3-fosfato.
dellL
Il diidrossiaceton
idrossiaceton fosfato che si forma nel corso della demolizione del glucosio per
opera di un enzima aldolasi dal F1-6-difosfato,
F1 difosfato, invece che essere isomerizzato a
gliceraldeide-3-fosfato
fosfato viene ridotto a L-glicerol-3-fosfato
L
fosfato dall'enzima glicerol fosfato
deidrogenasi
ogenasi in presenza di NADH come donatore di idrogeno.
Figura 34 Aminofillina
E1
NH3
E2
E3
E4
H1
H2
H3
H4
H5
H6
H7
COO-
CITOSOL
C1
C2
C3
C4
I GPCR vengono divisi in tre distinte famiglie che condividono la stessa struttura
eptaelicale, ma differiscono per vari aspetti, principalmente per la lunghezza della
sequenza N-terminale e la localizzazione del sito di legame per l'agonista.
La famiglia A, a cui appartiene la rodopsina, di gran lunga la pi numerosa e
comprende la maggior parte dei recettori per le monoamine e i neuropeptidi.
La famiglia B costituita dai recettori della secretina, del glucagone e della calcitonina.
La famiglia C costituita principalmente dai recettori del glutammato e dai recettori
sensibili al Ca2 + . Il terzo lungo loop citoplasmatico dei recettori corrisponde alla
regione della molecola che si accoppia alla proteina G. Modifiche di questa porzione
della proteina determinano la formazione di recettori ancora in grado di legare i propri
ligandi, ma incapaci di accoppiarsi alle proteine G e di determinare i conseguenti effetti.
Attraverso l'attivazione di vari meccanismi di trasduzione del segnale, i GPCR
controllano diversi aspetti della funzione cellulare. Il collegamento tra il recettore e il
primo stadio della trasduzione del segnale viene stabilito attraverso le proteine G. Le
proteine G rappresentano il livello intermedio nella gerarchia organizzativa di gestione
della comunicazione tra recettori ed enzimi effettori o canali ionici. Le proteine G
consistono di tre subunit , e . I nucleotidi guaninici si legano alla subunit , che
provvista di attivit enzimatica, catalizzando la conversione del GTP in GDP. Le
subunit e rimangono associate a formare un unico complesso . Tutte e tre le
subunit sono ancorate alla membrana plasmatica mediante la catena di un acido grasso,
legata alle proteine G per mezzo di una reazione chiamata prenilazione. Allo stato di
riposo, la proteina G si trova libera nella forma di trimero e con il GDP legato al
sito specifico della subunit . L'occupazione di un GPCR da parte di una molecola di
agonista attiva un cambiamento conformazionale, che coinvolge il dominio
citoplasmatico del recettore con l'acquisizione di uno stato di alta affinit per il trimero
. L'associazione del trimero con il recettore determina il rilascio del GDP legato
e la sua sostituzione con il GTP; questa modificazione, a sua volta causa la
dissociazione del trimero dalla proteina G con il rilascio di -GTP e delle subunit .
Queste sono le forme attive della proteina G, che diffondono nella membrana e possono
legarsi con enzimi e canali ionici, causando, a seconda dei casi, l'attivazione o
l'inattivazione. Il processo termina con l'idrolisi del GTP a GDP da parte della subunit
, che possiede attivit GTP-asica. La -GDP che cos si forma, si dissocia dall'effettore
e si combina con , completando, in tal modo, il ciclo. Poich l'idrolisi del GTP il
passaggio che pone fine alla capacit della subunit di determinare il suo effetto, la
regolazione della sua attivit GTP-asica da parte dell'effettore implica che l'attivazione
di quest'ultimo tende a essere autolimitante.
Il meccanismo porta a un'amplificazione del segnale, in quanto un singolo complesso
agonista-recettore pu attivare parecchie proteine G per volta e ognuna di queste pu
rimanere associata con l'enzima effettore per tempi sufficientemente lunghi da
determinare la formazione di molte molecole di prodotto.
Quest'ultimo solitamente un secondo messaggero, per cui si verifica un'ulteriore
amplificazione prima che sia evidente la risposta cellulare finale.
Ci sono differenze molecolari tra le varie proteine G: queste differenze danno origine a
tre principali classi di proteine (Gs, Gi, Gq), che sono selettive sia per i recettori, sia per
gli effettori con i quali si accoppiano.
Le proteine Gs e Gi promuovono rispettivamente la stimolazione e l'inibizione
dell'enzima adenilciclasi e un simile controllo bidirezionale attivo su altri effettori,
come la fosfolipasi C.
I principali bersagli delle proteine G, attraverso i quali i GPCR controllano diversi
aspetti delle funzioni cellulari, sono i seguenti:
Adenilciclasi: l'enzima responsabile della formazione del cAMP;
Fosfolipasi C: l'enzima responsabile della formazione dell'inositolo fosfato e del
diacilglicerolo;
Canali ionici: in particolare i canali del calcio e del potassio.
Il cAMP un nucleotide sintetizzato all'interno della cellula a partire dall ATP e con
l'intervento di un enzima legato alla membrana, l'adenilciclasi.
Il cAMP viene prodotto continuamente e inattivato per idrolisi a 5'-AMP attraverso
l'azione di una famiglia di enzimi noti come fosfodiesterasi.
Molti farmaci, ormoni e neurotrasmettitori agiscono sui GPCR e producono i loro effetti
aumentando o diminuendo l'azione catalitica dell'adenilciclasi, determinando in tal
modo un incremento o una riduzione della concentrazione intracellulare di cAMP.
Gli effetti regolatori del cAMP che si realizzano sulle funzioni cellulari sono
molteplici.
Tutti gli effetti del cAMP sono provocati da un meccanismo unico e precisamente
dall'attivazione di proteine chinasi.
Le proteine chinasi determinano una regolazione funzionale di molte proteine cellulari
attraverso la fosforilazione dei loro residui serinici e treoninici, utilizzando ATP come
fonte di gruppi fosfato.
La fosforilazione pu attivare o inibire gli enzimi bersaglio o i canali ionici. Le proteine
chinasi sono costituite da quattro subunit: due regolatorie e due catalitiche.
Quando due molecole di cAMP si legano alle subunit regolatorie come se venisse
tolto una sorta di freno per cui le subunit catalitiche possono attivare degli enzimi
bersaglio come la lipasi intradipocitaria.
Il cAMP viene idrolizzato, all'interno delle cellule, dalla fosfodiesterasi, un enzima che
inibito da alcuni farmaci come le metilxantine: laminofillina, la teofillina, la caffeina
(Fig. 36).
La somiglianza tra alcune delle azioni di questi farmaci e quelle delle catecolamine
riflette probabilmente la loro propriet comune di aumentare la concentrazione
intracellulare del cAMP.
La maggiore attivazione della proteinachinasi legata allincremento della
concentrazione intracellulare del cAMP si traduce in una ottimizzazione dell'attivazione
della lipasi intradipocitaria.
PROTOCOLLO TERAPEUTICO
Si utilizzano aghi monouso 27 gauche (27 G), della lunghezza di 6-13 mm, 1
multiniettore monouso lineare a 5 ugelli, 1 siringa da 20 ml, disinfettante cutaneo non
alcolico, cotone idrofilo.
Si prepara una soluzione a base di fosfolipidi ipotalamici, carnitina, aminofillina,
soluzione fisiologica (Fig. 37).
FOSFOLIPIDI IPOTALAMICI
(LIPOSOM FORTE FIALE 2ml / 28 mg)
2 FIALE (4 ml, 56 mg)
CARNITINA
(CARNITENE F. 1 gr im 5 ml)
(1 FIALA)
AMINOFILLINA
(AMINOMAL F. EV 240 MG)
2 ml (48 mg)
SOLUZIONE FISIOLOGICA
(SODIO CLORURO 0.9% FIALE 10 ml)
9 ml
FOSFOLIPIDI IPOTALAMICI
(LIPOSOM FORTE FIALE 2ml / 28 mg)
2 FIALE (4 ml, 56 mg)
CARNITINA
(CARNITENE F. 1 gr im ev 5 ml)
(1 FIALA)
AMINOFILLINA
(AMINOMAL F. EV 240 MG)
2 ml (48 mg)
SOLUZIONE FISIOLOGICA
(SODIO CLORURO 0.9% FIALE 10 ml)
7 ml
LIDOCAINA 2%
(Lidocaina 2% fiale 10 ml)
(1-2 ml)
Si iniettano 1,5-2 ml per volta distribuendo le infiltrazioni su tutta larea da trattare (Fig.
40).
Figura 41 Massaggio dellarea infiltrata con la soluzione composta per emulsiolipolisi allo scopo di
favorire lemulsione e la micellizzazione dei trigliceridi intradipocitari
CONTROINDICAZIONI
Lemulsiolipolisi a base di fosfolipidi ipotalamici, carnitina, aminofillina, lidocaina 2%
controindicata nei soggetti con accertata ipersensibilit ai fosfolipidi ipotalamici, alla
carnitina, allaminofillina, alla lidocaina, agli eccipienti presenti nei vari preparati
commerciali.
EFFETTI COLLATERALI
Fenomeni di ipersensibilit ai fosfolipidi ipotalamici, alla carnitina, allaminofillina, alla
lidocaina, agli eccipienti presenti nei preparati commerciali.
Si pu verificare un eritema transitorio o del prurito subito dopo oppure 3 - 4 giorni
dopo la somministrazione dei farmaci.
La frequenza di tali eritemi e del prurito si riduce con la somministrazione delle
soluzioni a base di fosfolipidi ipotalamici, carnitina, aminofillina negli strati pi
profondi del tessuto adiposo. Molti Autori hanno notato che lincidenza degli eritemi e
del prurito aumenta se si utilizzano aghi della lunghezza di 4 mm, 30 gauche (30 G)
mentre diminuisce se si utilizzano aghi della lunghezza di 6 13 mm, 27 gauche (27
G).
Il prurito e leritema possono essere trattati mediante cortisonici topici: beclometasone
(Menaderm simplex crema), fluocortolone (Ultralan crema), mometasone (Elocon
crema), clobetasolo (Clobesol crema).