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Societ e politica I giornali del giorno

Diritto certo e governance opaca


di Guido Rossi 13 Gennaio 2015
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La voce di un autorevole esponente dell'alta finanza e del diritto: Il contesto p
olitico dei tragici fatti d sangue di Parigi, suggerisce la strisciante esistenz
a di un conflitto mondiale, reso ancor pi dirompente dalla globalizzazione econom
ica, con le sue profonde disuguaglianze.. Il Sole 24Ore, 11gennaio 2015
La portata e il significato dei tragici fatti d sangue di Parigi, nonostante le d
ivergenti e contraddittorie interpretazioni che provengono da ogni dove, meritan
o una pi meditata riflessione di quanto oggi non sia ancora possibile fare. Nel c
uore dell'Europa pare essere ritornato improvvisamente quello "stato di natura"
descritto da Thomas Hobbes, una guerra di tutti contro tutti, e comunque una sit
uazione di insicurezza generale. Considerare questo fenomeno alla stregua di un
puro atto terroristico sicuramente riduttivo.
Il contesto politico nel quale questa sanguinosa battaglia ha avuto luogo sugger
isce la strisciante esistenza di un conflitto mondiale, reso ancor pi dirompente
dalla globalizzazione economica, con le sue profonde disuguaglianze. L'ideologia
dominante che si affacciata al nuovo millennio ha via via ridotto il potere e l
a sovranit degli Stati, scardinando alcuni principi delle democrazie liberali.
Gli Stati stessi, da fonti del diritto sono diventati meri esecutori di una gove
rnance tanto generica quanto vaga. Fu gi Hegel a rilevare che quando il diritto p
rivato ha il completo sopravvento sul diritto pubblico e lo Stato arretra di fro
nte agli interessi dei privati, la decadenza dei sistemi politici minaccia le st
esse basi della civilt. La sostituzione della governance alla norma giuridica pro
duce un sistema mondiale privo di ordine e di coerenza. quel che avvenuto anche
nell'ambito del diritto internazionale. Dove le grandi istituzioni, nate nel sec
ondo dopoguerra, come le Nazioni Unite, atte a garantire un diritto cosmopolitic
o internazionale di piena effettivit diretto ad assicurare la pace nel mondo, son
o state sostituite da varie organizzazioni di natura plurilaterale.
Tra queste, quella di maggior rilievo, dominata dagli Stati Uniti, la Nato, che,
come ha sostenuto giustamente John Mearsheimer sull'ultimo numero di Foreign Af
fairs, certamente, a causa del suo allargamento ai vari Stati confinanti con la
Russia, motivo di nuovo conflitto, alla base della reazione in Ucraina e dell'an
nessione della Crimea da parte di Putin, in preventiva difesa dell'imperialismo
russo. Fenomeno di guerra generalizzata che, pur completamente diverso dai fatti
di Parigi, si inserisce nella medesima disordinata cornice.
Ma il caso pi clamoroso la subalternit degli Stati, soprattutto in Europa, forteme
nte indebitati, la cui operativit di politica economica, completamente privatizza
ta, costretta ad adottare misure di austerit soggette ai voleri dei creditori e d
ei loro diritti contrattuali, di cui si fanno interpreti l'opacit dei mercati ed
i suoi protagonisti, dagli hedge funds; alle societ di rating, ai fondi sovrani,
nel marasma dei loro conflitti di interessi.
Ed cos che alla certezza del diritto si sostituisce l'incertezza della governance
, dove i protagonisti del capitalismo finanziario sono molto spesso occulti o pr
ivi di qualunque giuridica legittimazione internazionale, come nel caso della c.
d. troika, che detta le regole agli Stati o impone norme costituzionali contrari
e ai diritti fondamentali, quale il vincolo al pareggio di bilancio, introdotto
nel 2012 nella Costituzione italiana con la sostituzione dell'art. 8I.
Che lo Stato sia pericolosamente diventato il mediatore di interessi privatistic
i l'aveva gi rilevato con straordinaria lucidit Norberto Bobbio. Ma il fenomeno si
via via allargato, tant' che recentemente, in democrazie avanzate come quella am
ericana, le interpretazioni dei diritti costituzionali sono state manipolate a f

avore della governance privata del capitalismo finanziario. La sentenza della Co


rte Suprema del 2010 Citizen United v. FEC, sulla quale mi sono gi pi volte intrat
tenuto, ha parificato la sovranit del popolo alle corporations e la libert di espr
essione (freedom of speech) al denaro (money), togliendo ogni limite ai finanzia
menti alla politica da parte delle grandi societ. I pi autorevoli commentatori han
no dichiarato che questo stato un modo per rendere legale la corruzione poltica.
Non diverso comportamento stato seguito in molteplici casi dalla Corte di Giusti
zia europea, nel difficile bilanciamento tra i principi fondamentali dell'Unione
e le misure restrittive di natura finanziaria e di risanamento economico, come
chiaramente documentato il costituzionalista Gaetano Azzariti. Altre volte abbia
mo stigmatizzato la pericolosit delle misure economiche alternative alla sanzione
penale. Questa justice by deal, questa sanzione attraverso la contrattazione un
indice che anche il potere giudiziario, come quello politico, pu diventare come
stato pi volte denunciato dal New York Times, uno strumento dell'ideologia del ca
pitalismo finanziario.
L'arretramento degli Stati e del diritto a favore di interessi particolaristici
finisce per conferire una assurda attrattiva ai fatti di Parigi, che si inquadra
no invece in una violenta barbarie, alla quale non pu riconoscersi alcun valore u
niversale. La brutalit del fanatismo religioso nasconde invece i veri scopi di do
minio di territori e di risorse economiche, come si verificato in Iraq e in Siri
a. L'attuale erratico andamento del prezzo del petrolio, che sta sconvolgendo tu
tte le previsioni economiche, riguardanti anche i paesi c.d. emergenti, ne l'ind
ice pi evidente. Attaccare i principi fondamentali della libert di stampa e di opi
nione invocando esclusivamente idolatrie religiose con il miraggio di nuovi Stat
i fondamentalisti cela le finalit di carattere economico che altrimenti non potre
bbero certo qualificarsi come valori universali.
Due conclusioni mi paiono a questo punto certe.
La prima che l'affermazione dei diritti umani -nucleo centrale della civilt occid
entale -deve prevalere sulla governance del capitalismo neoliberista e sul simul
ato riferimento scorretto al diritto di libert, con cui stato giustificato ogni t
ipo di sopraffazione, e quindi di violazione del diritto alla dignit dell'uomo. P
urtroppo l'ideologia di base del neoliberismo ha trascurato un principio fondame
ntale; gi Bentham aveva affermato che compito del diritto e dello Stato era propr
io indicare i limiti all'esercizio delle libert, discorso poi ripreso fino a Isai
ah Berlin col concetto di libert negative. Alla base di ogni programma politico
futuro che si ponga come obiettivo l'uscita dalla crisi, soprattutto in Europa,
si deve tener conto che senza uguaglianza non c' libert, e quindi se i principi de
ll'economia portano alla creazione continua di diseguaglianze e di smisurate ric
chezze, soprattutto a livello globale, i conflitti non potranno mai esser risolt
i. E i ritorni allo "stato di natura" previsto da Thomas Hobbes saranno ancora p
i frequenti.
La seconda conclusione che ne deriva il fallimento delle politiche di "austerit e
spansiva", che devono porre fine anche all'ideologia del sopravvento della gover
nance economica sul diritto. Il monito a non sovrastimare l'importanza del proble
ma economico, o sacrificare alle sue presunte necessit altre materie di maggiore
o pi duraturo significato era gi stato espresso da Keynes nel 1931; ovviamente egli
si riferiva ai diritti fondamentali.

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