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Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e

di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e


vincoli alla propriet terriera privata, fissa limiti alla sua
estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove
ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo
e la ricostituzione delle unit produttive; aiuta la piccola e
la media propriet []
COSTITUZIONE ITALIANA - Articolo 44

GREEN LAND GRABBING

FURTOVOLTAICO E ACCAPARRAMENTO DI TERRE IN ITALIA, SARDEGNA1

NARBOLIA APRILE 2012. IMPIANTO ENERVITABIO SRL

Se c un nemico acerrimo dei contadini e, pi in generale, dellagricoltura, linsieme dei


luoghi comuni, delle analisi superficiali o, pi semplicemente, delle approssimazioni che
seppelliscono le complesse dinamiche che si sviluppano nei sistemi agrari e alimentari (cfr food
system, Van der Ploeg e altri). Lesercizio della visione ideologica preconfezionata una pratica
corrente quando si devono affrontare fenomeni legati alla terra.

Di Chiara Pierfederici e Antonio Onorati, Centro Internazionale Crocevia. Si ringraziano in particolare Pietro Porcedda e Edoardo
Lai, Comitato S'Arrieddu. Il presente rapporto frutto del lavoro congiunto tra Centro Internazionale Crocevia Sardegna e il
Comitato S'Arrieddu No al Furtovoltaico per Narbolia di Oristano, iniziato nel novembre 2012. E parte di un rapporto pi generale
che riguarda laccaparramento di terre in Europa curato da TNI ed il coordinamento europeo di Via Campesina (ECVC) con il titolo
Land concentration, land grabbing and peoples struggles in Europe
REF: www.croceviaterra.it - www.facebook.com/nofurtovoltaico.anarbolia?ref=ts&fref=ts -

www.tni.org/briefing/land-concentration-land-grabbing-and-peoples-struggles-europe

QUALI TERRE IN ITALIA? PER QUALI AGRICOLTORI?


In Italia, come in gran parte dei paesi europei, laccesso alla terra per i contadini di fatto
impossibile e dagli anni novanta in poi la cacciata degli agricoltori dalla terra diventato un
fenomeno in continua accelerazione, con una enorme riduzione del numero delle aziende e del
numero degli addetti. Ci si avvicina paurosamente ad un impoverimento del tessuto produttivo
tale da cambiare totalmente non solo il paesaggio agrario, ma la stessa capacit
agroalimentare del Paese. (cfr. Unagricoltura senza agricoltori - www.croceviaterra.it).
Appare scontato quindi il risultato di una forte concentrazione delle terre agricole in un
numero ristretto di aziende. In Italia il processo di concentrazione delle terre, negli ultimi 10
anni ha ripreso vigore: l1% delle aziende controlla il 30% delle terre agricole. Oggi circa
22.000 aziende, si spartiscono oltre 6,5 milioni di ettari di superficie agricola e, negli ultimi
10 anni, si verificato un crollo del numero delle aziende con una taglia sotto i 20 ettari, che
sono il motore della produzione nazionale. Il settore agricolo, cosiddetto primario, coinvolge
infatti un milione di occupati e genera un valore in termini di produzione pari a circa 50 miliardi
di euro. A cui occorre aggiungere lindotto ed il settore dellagroalimentare. I Governi e le
conseguenti politiche pubbliche continuano per a considerare il settore agricolo solo come un
peso non comprendendo le potenzialit, soprattutto dell'agricoltura familiare, in termini di
sviluppo e di occupazione.
I processi di concentrazione delle terre agricole non coinvolgono solo l'Italia ma si inseriscono
in un contesto europeo che, guardando ai dati, non smentisce la tendenza.(EUROSTAT)
N TOTALE AZIENDE AGRICOLE UNONE EUROPEA
1995 (UE 15)

7.370.000

2007 (UE 15)

5.662.420

2003 (UE 27)

15.021.030

2007 (UE 27)

13.700.400

N AZIENDE AGRICOLE INFERIORI AI 5 ETTARI


1995 (UE 15)

4.193.590

2007 (UE 15)

3.087.070

2003 (UE 27)

10.959.000

2007 (UE 27)

9.644.000

Nel 1995 nellUE a 15 avevamo 7.370.000 aziende agricole, diventeranno solo 5.662.420 nel
2007; per la nuova UE a 27 nel 2003 si contavano 15.021.030 ridotte a 13.700.400 nel 2007.
Le aziende con una superficie inferiore a 5 ettari erano 4.193.590 nel 1995 (EU 15), ridotte a
3.087.070 nel 2007, mentre quelle dellUE a 27 erano 10.959.00 nel 2003, ridotte a 9.644.000
nel 2007, comunque pi del 70% del numero totale delle aziende agricole comunitarie.

N. TOTALE AZIENDE AGRICOLE

1995 (EU 15)


2007 (EU 15)
2010 (EU 15)
2003 (EU 27)
2007 (EU 27)
2010 (EU 27)

7.370.000
5.662.420
5.225.340
15.021.030
13.700.400
12.014.800

<5 ha
4.193.590
3.087.070
2.784.800
10.959.000
9.644.000
8.314.150

N. AZIENDE AGRICOLE

1995 (EU 15)


2007 (EU 15)
2010 (EU 15)
2003 (EU 27)
2007 (EU 27)
2010 (EU 27)

N. AZIENDE AGRICOLE

1995 (EU 15)


2007 (EU 15)
2010 (EU 15)
2003 (EU 27)
2007 (EU 27)
2010 (EU 27)

>50 ha

585.730
616.920
610.070
688.420
698.000
716.490

Quelle con una taglia superiore a 50 ettari erano 585.730 nellUE a 15 nel 1995, ed erano
aumentate a 616.920 nel 2007. NellUE a 27, vista la struttura agraria dei paesi di nuova
adesione, le grandi aziende erano 688.420 nel 2003 , salite a 698.000 nel 2007, pari al 5% del
totale delle aziende, di poco superiori in numero a quelle della sola UE a 15.
Nel 2010, nella UE, le aziende con una taglia inferiore ai 5 ettari rappresentavano
ancora il 70%.
I dati ci dimostrano che la terra agricola europea, cos come in molti altri paesi del pianeta,
diventata anche oggetto di speculazione finanziaria: il valore della terra agricola si
allontana dal rapporto con il suo effettivo uso agricolo. Il capitale finanziario scommette sul
mercato della terra per accaparrarsi il valore della rendita agricola, ma anche il valore
ambientale (sequestro di carbonio e produzione energia) e il valore delle risorse naturali che la
terra contiene (acqua e biodiversit). In prima fila nelle speculazioni sulla terre agricole
troviamo le Banche, ma sono documentati anche fenomeni di acquisizioni condotte da industrie
manifatturiere, estrattive o imprese edili, oltre che agroalimentari. In tutta Europa si verificano
conflitti sulluso della terra agricola che viene usurpato per costruire infrastrutture (gallerie,
centri commerciali, TGV, autodromi, etc). Lelenco dei fondi specializzati che conducono queste
operazioni lungo: Allianz RCM Global Agricultural Trends, Baring Global Agriculture Fund
Crdit Agricole e Socit Gnrale, Robeco Agribusiness Equities D.EUR - Rabobank
Netherlands, etc. (cfr: www.grain.org).
Risulta evidente che c un conflitto per laccesso e il controllo delle terre agricole a livello
europeo. Le politiche, messe in atto poi dai singoli governi nazionali, hanno aggravato la
situazione rilanciando una corsa alle privatizzazioni anche delle terre demaniali ancora
disponibili e non sufficientemente utilizzate.
In Italia si sta attuando un processo volto a
attraverso la vendita della terra dello Stato. Le
o enti pubblici o Propriet Collettive gestite
cospicua parte della disponibilit di terra anche

favorire la nascita di nuove aziende agricole


terre pubbliche appartenenti a Amministrazioni
da Comuni o Enti rappresentano infatti una
in termini di Superficie Agricola Utilizzata2.

Superficie agricola utilizzata (SAU): insieme dei terreni investiti a seminativi, coltivazioni legnose
agrarie, orti familiari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie
investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole. E esclusa la superficie
investita a funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici.

SAU ha
Amministrazione o Ente pubblico
Fonte: ISTAT

Ente o Comune che gestisce propriet collettive

269.375,50
445.123,65

SAT ha
Amministrazione o Ente pubblico
Ente o Comune che gestisce proprieta' collettive

852.643,99
1.103.090,72

Fonte: ISTAT

Il totale di 714.500 ettari di Superficie Agricola Utilizzata (SAU), diventa, per, di ettari
1.955.735 di superficie agricola totale (SAT) ripartita in poco pi di 2.600 aziende. Ma
ricordiamolo subito che le terre coperte da varie forme di usi civici o comunque di propriet
collettiva (commons), per un totale di oltre 1 milione di ettari, sono inalienabili,
appartengono a tutti i cittadini e comunque non appartengono ai Comuni anche se questi le
amministrano. E quindi non possono essere vendute.
In Italia, circa 22.000 aziende, con una taglia superiore ai 100 ettari, si spartiscono oltre 6,5
milioni di ettari di SAT. Dedotte le terre pubbliche restano 4,5 milioni di ettari che sono
concentrati in circa (calcolo molto approssimativo, in attesa dei dati disaggregati definitivi del
Censimento ISTAT) 19.000 aziende private, tutte con una taglia superiore ai 100 ettari, che
hanno aumentato in dieci anni di oltre l8% la superficie coltivata che controllano e del 16% il
loro numero totale.
La vera questione rimane quella dellaccesso alla terra che necessario sia per la creazione di
nuove aziende in cui possano avviare unattivit agricola giovani che ne hanno voglia o
necessit, sia allargare la maglia poderale delle aziende di dimensione inferiore ai 30 ettari,
quelle che negli ultimi 10 anni hanno subito la mortalit pi elevata, a seguito delle politiche
pubbliche premi PAC, incentivi monetari, sostegni e facilitazioni tutte basate sullidea che la
riduzione del numero delle aziende porti ad un'agricoltura migliore. Ma accesso alla terra non
significa necessariamente propriet, acquisto/vendita della terra, pu significare solo un
insieme di normative che favoriscano e proteggano luso agricolo della terra e non la sua
propriet. Che sostengano chi vuole iniziare o incrementare unattivit agricola mettendogli a
disposizione luso di terre a fitti garantiti ed equi. Assolutamente niente di nuovo. Basta dare
uno sguardo alla carta costituzionale italiana.
La propriet pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.
La propriet privata riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto,
di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a
tutti [...](Articolo 42, Costituzione italiana). Quindi, le politiche pubbliche possono limitare la
propriet privata allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
Ecco quello che serve oggi allagricoltura italiana per riportare i giovani nelle campagne.
3

Intera superficie aziendale (Superficie Agricola Totale) che la stessa utilizzata dall'ISTAT per il
Censimento Generale dell'Agricoltura. La SAT comprensiva di superfici produttive e improduttive.
Perci la superficie dell'azienda viene ulteriormente suddivisa in SAU (Superficie Agricola Utilizzata,
comprendente seminativi, orto famigliare, arboreti e colture permanenti, prati e pascoli), in Superficie
agricola non utilizza (che non viene utilizzata ai fini produttivi per diverse ragioni e che pu, per volere
dell'imprenditore, divenire in futuro produttiva), in Superficie a bosco e in altre superfici (come quelle
detratte dalla normale coltivazione perch occupate da fabbricati, ferrovie, canali, ecc). I titoli di
possesso del capitale fondiario sono molteplici e legati alla situazione socio-culturale della zona di
riferimento. In Italia i due principali titoli di possesso sono oggigiorno la propriet e l'affitto. Tuttavia
sono presenti ancora pochissimi esempi di forme di possesso utilizzate fino a qualche decennio fa,
quando la situazione socio-economica e culturale del paese era sicuramente differente, come la
mezzadria, la colonia e altre forme meno rilevanti, forme di possesso che col passare del tempo
tendono sempre pi a scomparire del tutto.

IN ITALIA, IN EUROPA, QUALI POLITICHE PER LA TERRA AGRICOLA?


Questi livelli di concentrazione delle terre agricole sono il risultato di una serie di fattori che
spingono tutti nella stessa direzione. La responsabilit pi rilevante imputabile alla PAC con il
sostegno dato alla logica della forte capitalizzazione ed industrializzazione dei processi di
produzione agricoli e la conseguente eliminazione delle aziende contadine di
dimensione piccola-media. A questa si aggiunta la mancanza totale di efficienti politiche
pubbliche nazionali o/e regionali per salvaguardare luso agricolo delle terre che ha avuto,
come conseguenza prevedibile, luso speculativo delle propriet fondiarie.
Lacquisizione di terra in Italia - favorito dalla Politica Agricola Comunitaria - da parte delle
aziende agricole o da parte di investitori extrasettore si accresciuta a partire dal 2000 e non
deve sorprendere se gi nel 2007 la crescita maggiore si verificata nelle regioni del Nord
(+20,3%), seguite da quelle del Mezzogiorno (+9,3%) e del Centro (+7,7%). Le regioni del Nord
Italia stanno producendo quindi un forte processo di concentrazione, senza peraltro che si
arresti la forte mortalit delle aziende.
Al contrario, oggi la creazione di nuove aziende agricole un fenomeno scarsamente
significativo nel centro e nord Italia, mentre significativo nel Mezzogiorno, a testimonianza
che in quella parte dItalia lattivit agricola continua ad esercitare una forte funzione sociale
(occupazione e reddito) e che il modello agricolo che vi viene perseguito ha degli elementi di
originalit rispetto al resto del paese, elementi che andrebbero compresi a fondo.
Nel dettaglio, laccelerazione della concentrazione esplosa a partire dalla riforma della PAC
del 2000 con il passaggio al sostegno disaccoppiato4. La persistenza, comunque, delle
aziende di dimensione inferiore ai 10 ettari di SAU, la loro resistenza al di l dei semplici calcoli
di redditivit testimonia un efficiente uso delle risorse, del lavoro, delle conoscenze e dellauto
sfruttamento. Tagliando i costi di produzione, riducendo la dipendenza dal mercato a monte e
recuperando sovranit rispetto al mercato a valle, questa tipologia aziendale resta comunque il
cuore dellagricoltura italiana, fornisce infatti una parte importante del mercato. La situazione
viene spesso letta come un mero fenomeno legato allautoconsumo ma i dati dimostrano
(ISTAT-INEA), al contrario, che al massimo solo l8,5% del totale delle aziende, quindi comprese
quelle che hanno unestensione fino ad un ettaro di SAU, producono solo per lautoconsumo.
La riforma agraria europea dovrebbe entrare a pieno diritto perci nella PAC. Finora
con le politiche agricole italiane e con la politica agricola comunitaria stata favorita
lagricoltura industriale di grande dimensione, intensiva in capitali e scarsa utilizzatrice di
manodopera; le piccole aziende familiari che hanno resistito - nonostante tutto - invece sono
intensive in lavoro. E bene che i consumatori italiani e europei sappiano che, a differenza di
qualunque altro settore produttivo, in agricoltura la qualit dei prodotti direttamente
legata alla qualit e alla quantit del lavoro umano impiegato e solo le piccole aziende
agricole hanno la capacit di proteggere e mantenere alta la qualit delle produzioni, di
operare una riconversione ecologicamente durevole dei sistemi agricoli del nostro paese,
togliendoli dalla dipendenza del trasporto su gomma e quindi restituendo solidit ad un sistema
distributivo reso fragile dalla concentrazione delle produzioni in ristretti ambiti territoriali.
La concentrazione delle terre e del diritto a produrre il risultato di politiche e non
di una ineluttabile decadenza del settore agricolo. LItalia, una delle 2 grandi agricolture
europee, finisce per essere ostaggio anche delle rivendicazioni dei camionisti grazie alla
innaturale concentrazione, solo in alcune regioni, delle produzioni agricole come latte, carne,
frutta e verdura. E non casuale se le mafie sono libere di impossessarsi del controllo del
mercato dei prodotti ortofrutticoli, grazie, appunto, a questa fragilit e dipendenza da un
mercato basato quasi esclusivamente sulle esigenze della GDO 5 e quindi sul trasporto su
lunghe distanze.

Pagamento unico per azienda in sostituzione della maggior parte dei premi previsti dalle varie organizzazioni comuni
di mercato (OCM). Il sostegno che il produttore riceve indipendente dalla produzione che realizza in azienda

GDO Grande Distribuzione Organizzata

LAGRICOLTURA ITALIANA - UNA VISIONE DELLEVOLUZIONE


Negli ultimi sessanta anni i sistemi agrari italiani sono profondamente mutati. Diamo uno
sguardo al rapporto tra aziende e superficie agricola totale, solo per avere degli ordini di
grandezza come riferimento. Ricordiamo che la legge di riforma agraria italiana (del 21-101950, n 841), in verit solo una riforma fondiaria6, intervenuta quando nel 1948 le aziende
con meno di 2 ettari erano l83% del totale e disponevano del 17,4 % delle terre,
mentre le aziende con una taglia superiore ai 100 ettari erano solo lo 0,22 % e
controllavano circa il 26% della superficie totale dellagricoltura italiana. E nellevoluzione
delle aziende di dimensione superiore ai 100 ettari interessante notare:
Aziende con 100,00
Ha ed oltre
% sul totale
Anni

aziende

SAT

1948

0,22

25,8

1980

0,69

36

1990

0,72

36,8

2000

0,52

29

2010

0,95

29,8

Quello che deve sorprendere il numero di aziende con una taglia inferiore ai 2 ettari: erano il
51% nel 1961, controllavano il 7,2 della SAT, sono diventate il 57% nel 2000 e controllavano
solo il 6% della SAT (ISTAT). Quelle oltre 100 ettari presentano una continua crescita nel
numero e un sorprendente accrescimento nel controllo di terre: un aumento di circa 10 punti
percentuali in 40 anni. Nel 2010 controllano quasi il 30% della SAT. In questi andamenti
non troviamo nessuna traccia della riforma agraria, anzi una conferma del processo di
concentrazione delle terre agricole .
Malgrado il processo di modernizzazione spinto dalla PAC e dalle politiche nazionali, la
conduzione del coltivatore diretto (azienda familiare) resta non solo dominante ma il
numero delle aziende gestite sotto questa forma aumenta, in termini percentuali, di ben
15 punti negli ultimi 40 anni, mentre quelle gestite con salariati si riducono di 2 punti e
mezzo circa. Diminuisce anche il loro controllo sulla terra che scende di 5 punti percentuali,
mentre aumenta la SAT sotto il controllo delle aziende familiari di oltre 20 punti percentuali.
Crolla cos il mito dellazienda capitalista che, grazie al suo modello gestionale, dovrebbe
trionfare sul ritardo dellazienda familiare. E evidente che occorre indagare a fondo sul
significato della resistenza e dellevoluzione delle aziende a conduzione diretta. Unazienda
agricola per poter continuare a produrre deve infatti necessariamente avere a disposizione
elementi fondamentali che ne consentano la sopravvivenza. Nel modello intensivo in capitali,
che trova la sua massima esemplificazione in aziende senza terra (vedi gli allevamenti di
maiali, polli, bovini, alimentati con mangimi industriali dentro stalle e capannoni) proprio la
disponibilit dei capitali a determinarne la sopravvivenza economica. Questi possono essere
generati allinterno del comparto o allesterno. Possono essere di origine privata (investitori) o
pubblica (in gran parte generati dalla PAC). Di conseguenza questo tipo di aziende
mantiene il suo diritto a produrre grazie allaccesso ed al controllo dei capitali
privati o pubblici. Con il legame perverso tra volume di finanziamenti pubblici, agricoltura
industriale ed estensione aziendale (accentuato dal disaccoppiamento del sostegno della PAC)
questo controllo del diritto a produrre si attua a scapito di chi segue un modello di
produzione intensivo in lavoro e/o dispone di superficie aziendali di dimensione ridotta (in Italia
sotto ai 20 ettari, generalmente).

Da prima ha interessato solo i territori dellaltopiano silano e i territori ionici (Legge Sila del 12-5-1950, n 230); poi
con una "legge stralcio" (del 21-10-1950, n 841), furono interessati anche i territori del delta padano, della maremma
toscana, laziale, del Fucino, della Campania, Puglia, Lucania, Calabria e Sardegna. Nel Sud vengono distribuiti 700.000
ettari di terra a 100.000 famiglie di braccianti.

Di fatto la concentrazione delle risorse finanziarie pubbliche, della propriet e


dellaccesso alla terra finisce per danneggiare direttamente la capacit di una
tipologia dazienda, quella di piccole e medie dimensione a carattere familiare, che
avendo meno possibilit daccesso e controllo delle risorse finanziarie e della terra,
vede via via ridursi il suo diritto a produrre.

Aziende (numero)
Dimensione aziendale in SAU (ha)

2010

Variazioni

Variazioni

assolute

2000

Senza SAU

6.130

3.412

2.718

79,7

Meno di 1,00

504.609

1.012.806

-508.197

-50,2

1,00 - 1,99

326.078

462.558

-136.480

-29,5

2,00 - 4,99

356.366

459.988

-103.622

-22,5

5,00 - 9,99

185.323

218.008

-32.685

-15,0

10,00 - 19,99

119.737

129.234

-9.497

-7,4

20,00 - 29,99

46.594

46.219

375

0,8

30,00 - 49,99

40.853

36.688

4.165

11,4

50,00 - 99,99

29.221

23.944

5.277

22,0

100,00 ed oltre

15.509

12.596

2.913

23,1

Totale

1.630.420

2.405.453

-775.033

-32,2

Fonte: ISTAT

SAU

CLASSI DI SUPERFICIE AGRICOLA


UTILIZZATA (ha)

2010

2000

Variazioni

Variazioni

assolute

Senza Sau

Meno di 1,00

278.001,86

493.953,55

-215.951,69

-43,7

1,00 - 1,99

451.263,74

645.806,33

-194.542,59

-30,1

2,00 - 4,99

1.114.861,74

1.437.641,69

-322.779,95

-22,5

5,00 - 9,99

1.289.292,15

1.517.640,54

-228.348,39

-15,1

10,00 - 19,99

1.658.284,40

1.789.680,14

-131.395,74

-7,3

20,00 - 29,99

1.126.645,27

1.120.635,31

6.009,96

0,5

30,00 - 49,99

1.554.545,59

1.395.350,91

159.194,68

11,4

50,00 - 99,99

1.994.084,52

1.634.059,64

360.024,88

22,0

100,00 ed oltre

3.418.206,63

3.148.638,65

269.567,98

8,6

Totale

12.885.185,90

13.183.406,76

-298.220,86

-2,3

Fonte: ISTAT

In sintesi, nel decennio 2000-2010 sono sparite in totale oltre 700.000 aziende con una
dimensione compresa tra 1 e 30 ettari. Quelle con una dimensione superiore, al contrario, sono
aumentate in numero ed in superficie agricola a loro disposizione. In particolare quelle che
dispongono di una superficie agricola utilizzata superiore ai 100 ettari sono aumentate in
numero de 23% ed in superficie dell' 8,9% cos che oggi 15.000 aziende con una
dimensione superiore ai 100 ettari coltivano circa 3,5 milioni di ettari (pari al 26,6%
del totale), mentre 1, 5 milioni di aziende, con una taglia inferiore ai 30 ettari, (pari al 94,7%
delle aziende) coltivano poco meno di 6 milioni di ettari (pari al 46.6% della terra agricola
coltivata).

(Fonte ISTAT, nostra grafica)

La SAU coltivata direttamente dal coltivatore si ridotta solo del 4,5%, quella
condotta con salariati quasi del 23%. Unadeguata risposta a chi tenta di usare i dati del
censimento per decretare la morte dellazienda diretto-coltivatrice.

A CHI APPARTIENE LA TERRA AGRICOLA


Anche se sotto questa semplice ripartizione - in base ai titoli di propriet possono nascondersi
molte forme diverse di controllo della terra ed ognuna di queste forme giuridiche ne pu
nascondere altre (prestanome, familiare, coniuge, etc.) che rendono meno semplice la lettura
dellassetto della propriet fondiaria nel nostro paese, lo spostamento del numero dell aziende
e della SAU tra le varie categorie ci segnala le tendenze di fenomeni che rimodellano lassetto
dellagricoltura.

Aziende

FORMA GIURIDICA

2010

Variazioni

2000

Variazioni

assolute

Azienda individuale
Societa' semplice

1.035.962
28.759

1.641.380
20.027

-605.418
8.732

-36,9
43,6

Altra societa' di persone


Societa' di capitali

3.833
4.476

2.974
2.052

859
2.424

28,9
118,1

Societa' cooperativa
Altra forma giuridica

2.237
3.864

1.327
7.193

910
-3329

68,6
-46,3

di cui Amministrazione o Ente pubblico

Ente o Comune che gestisce proprieta' collettive

1.203
1.407

Ente privato senza fini di lucro

708

Altro
Totale

546
1.079.131

1.674.953

-595.822

-35,6

Fonte : ISTAT

Il crollo del numero delle aziende censite sotto la figura di aziende individuale strettamente
correlato al crollo delle aziende di piccole dimensioni, attrae lattenzione laumento del numero
delle societ semplici (evidentemente una trasformazione moderna dellazienda individuale,
societ tra appartenenti alla stessa famiglia) ma considerato il peso della capitalizzazione e
della speculazione in agricoltura non sorprende il raddoppio del numero delle societ di
capitali, che comunque, fortunatamente, ancora rappresentano una forma giuridica che tocca
solo il 0,4% delle aziende nel 2010 (erano solo lo 0,1% dieci anni prima).

Le variazioni nellestensione totale aziendale seguono gli stessi ordini di proporzionalit delle
variazioni del numero di aziende. Le aziende individuali perdono meno superficie proprio grazie
alle loro modeste dimensioni.

FORMA GIURIDICA

SAT
2010

2000

Variazioni

Variazioni

assolute

Azienda individuale

8.488.333,02

9.491.343,49

-1.003.010,47

-10,6

Societa' semplice

1.390.291,02

884.253,94

506.037,08

57,2

Altra societa' di persone

129.035,64

177.968,03

-48.932,39

-27,5

Societa' di capitali

272.260,01

126.347,52

145.912,49

115,5

Societa' cooperativa

128.704,96

127.878,90

826,06

0,7

2.909.938,36

-852.315,78

-29,3

Altra forma giuridica


2.057.622,58
di cui Amministrazione o Ente
pubblico
852.643,99
Ente o Comune che
proprieta' collettive

gestisce 1.103.090,72

Ente privato senza fini di lucro

51.617,84

Altro

50.270,03

Totale

12.466.247,23

13.717.730,24

1.251.483,01

-9,1

Fonte: ISTAT

IL CONTROLLO DELLE CAPACITA PRODUTTIVE


Il diritto a coltivare - cio la ripartizione della SAU tra le varie regioni italiane, tra collina e
pianura e, soprattutto, tra le diverse tipologie aziendali - si restringe sempre di pi in poche
zone e poche mani con lamplificarsi del processo di concentrazione. Emergono le forme
societarie come modalit di conduzione delle aziende. Se vero che le aziende individuali
perdono solo il 6,5% della SAU, le societ di capitali aumentano, nel decennio, la loro SAU
del 123,5% a cui va aggiunto anche laumento del 56,5% della SAU controllata dalle
societ semplici7 che portano gli ettari totali controllati da operatori agricoli organizzati sotto
forma di patto societario a circa 1,5 milioni.

FORMA GIURIDICA

SAU
2010

2000

Variazioni

Variazioni

assolute

Azienda individuale

6.929.821,49

7.414.985,50

-485.164,01

-6,5

Societ semplice

1.186.699,24

758.331,77

428.367,47

56,5

Altra Societ di persone

98.622,42

119.129,34

-20.506,92

-17,2

Societ di capitali

194.520,92

87.019,19

107.501,73

123,5

Societ cooperativa

98.215,74

91.064,44

7.151,30

7,9

Altra forma giuridica

756.881,50

1.050.995,12

-294.113,62

-28,0

di cui Amministrazione o Ente pubblico


Ente o Comune che gestisce proprieta'
collettive

269.375,50

Ente privato senza fini di lucro


Altro
Totale

445.123,65

26.507,69

15.874,66
9.264.761,31

9.521.525,36

-256.764,05

-2,7

Fonte: ISTAT

Societ semplici - La societ semplice costituisce la forma pi elementare di societ. La caratteristica fondamentale
della societ semplice data dal fatto che essa pu avere per oggetto esclusivamente l'esercizio di attivit
economiche lucrative non commerciali. La sfera di applicazione delle societ semplici pu estendersi, pertanto,
all'esercizio di attivit agricole, con alcune limitazioni in quanto: la societ non pu avere ad oggetto il mero godimento
di beni, ma l'esercizio comune e concreto di attivit economica; le comunioni tacite familiari, come i gruppi familiari
esercenti l'agricoltura su fondi propri o altrui, sono regolate dagli usi e non dal contratto di societ.

10

SISTEMI AGRICOLI E CONFLITTI SULL'USO DEL SUOLO. ACCAPARRAMENTO DI TERRE


IN SARDEGNA

Enervitabio Srl Santa Reparata. Narbolia

In Sardegna, cos come nel resto del mondo, esistono modelli dagricoltura contrapposti. C il
sistema agricolo minerario estrattivo basato sul prelievo e non sulla rigenerazione delle
risorse, monoculturale, funzionale al modello economico industriale dominante, energivoro, che
espelle le persone dalle campagne e concentra la ricchezza fuori dai territori: si avvantaggia
delle dinamiche di mercato liberiste e protezioniste attuate a scala globale.
C quello basato sullagricoltura contadina familiare, locale che assicura oltre il 75% di
tutta la produzione agricola mondiale e soddisfa oltre i 2/3 della domanda dei mercati interni.
Esso pone al centro le persone e i territori dove queste vivono e mantiene le popolazione nelle
campagne contenendo il processo di urbanizzazione, tutela lambiente e lagro-ecosistema
(sono le persone che svolgono la cura e la manutenzione del territorio, la preservazione della
biodiversit e delle aree forestali, che impediscono il degrado idrogeologico); legata anche
per poter produrre a costi ridotti - ai ritmi della natura e ai cicli biologici e alle giuste pratiche
agronomiche (biologico - rotazioni e diversificazione produttiva, ciclo chiuso con la zootecnia,
etc), ottiene produzioni di maggiore qualit; contiene il costo ambientale dovuto allo
spostamento delle merci e allutilizzo delle grandi infrastrutture. Produce ricchezza materiale,
sostiene le economie non agricole negli spazi rurali e si articola sui mercati a scala locale. I
piccoli produttori di cibo sono funzionali alle politiche di sicurezza e sovranit alimentare poich
permettono un pi facile accesso al cibo per le popolazioni creando minore dipendenza
tecnologica e alimentare.
Il sistema agricolo minerario estrattivo spinge molta ricchezza prodotta fuori dalle aree
rurali e dai territori. E controllata dai grandi proprietari terrieri, dalle imprese internazionali
(sementi, brevetti, tecnologia), dal sistema finanziario internazionale (banche e fondazioni) e
dal sistema commerciale disegnato della grande distribuzione; causa lo spopolamento dei
territori e la crescita delle aree urbane, aumenta i flussi migratori e favorisce la perdita
dellagrobiodiversit, creata dai contadini e dai pastori durante 12.000 anni di agricoltura
attraverso laddomesticamento delle piante e degli animali selvatici.
Questo tipo di agricoltura si sviluppa prevalentemente in aree geografiche avvantaggiate con
condizioni geografiche e caratteristiche geo-pedologiche favorevoli alla monocolture (pianure
aree integrate e prossime alle grandi infrastrutture per lo stoccaggio, trasporto, distribuzione,
ricche), presenta un altissimo costo energetico, limita il vantaggio comparativo tra
produzione a basso costo e trasporto delle merci, ha un alto impatto ambientale consumando

11

grandi quantit di risorse (acqua, terra, combustibili), produce molti rifiuti (a monte e a valle
del sistema). La tipologia mineraria estrattiva poi determina la concentrazione dellofferta con
elevati costi di stoccaggio e facilita azioni di dumping con conseguenze negative sulla piccola
agricoltura che ad alta intensit di lavoro umano. In definitiva lagricoltura mineraria
rompe la socialit nei territori rurali, produce poco lavoro e poca ricchezza materiale.
E alla base di politiche di gestione dei territori dal sapore coloniale.
Lagricoltura sarda contava, nel 2010, il numero di 58.447 aziende agricole individuali su
un totale di 60.610. In dieci anni ne aveva perdute circa 47.000, cio il 43,6%.

Aziende

FORMA GIURIDICA

2010
Azienda individuale

2000

Variazioni

Variazioni

assolute

58.447

106.012

- 47.565

- 44,9

Societa' semplice

1.512

757

755

99,7

Altra societa' di persone

160

82

78

95,1

Societa' di capitali

126

49

77

157,1

Societa' cooperativa

128

107

21

19,6

Altra forma giuridica

237

457

-220

-48,1

di cui Amministrazione o Ente pubblico

78

Ente o Comune che gestisce proprieta' collettive

66

Ente privato senza fini di lucro

42

Altro

51

60.610

107.464

-46.854

-43,6

Totale
Fonte: ISTAT

FORMA GIURIDICA

SAU
2010

Azienda individuale
Societa' semplice
Altra societa' di persone
Societa' di capitali

Variaz
ioni
%

Variazioni
2000

assolute

953.871,90

871.983,67

81.888,23

9,4

93.401,56

32.467,12

60.934,44

187,7

5.759,78

1.990,09

3.769,69

189,4

6.597,45

4.497,23

2.100,22

46,7

Societa' cooperativa

13.021,14

15.730,07

-2.708,93

-17,2

Altra forma giuridica

79.168,38

93.289,63

-14.121,25

-15,1

di cui Amministrazione o Ente pubblico

10.225,49

Ente o Comune che gestisce proprieta'


collettive

65.539,02

Ente privato senza fini di lucro

1.774,26

Altro

1.629,61

Totale

1.151.820,21

1.019.957,81

131.862,40

12,9

Fonte: ISTAT

Lagricoltura disponeva, nel 2010 di 1.151.000 ettari SAU aumentata del 13% circa
rispetto al 2000, mentre la superficie totale agricola perdeva oltre 131.000 ettari, cio una
diminuzione del 8,2%. Avendo a disposizione meno estensione totale si aumentata la
messa a cultura delle terre che restavano disponibili in azienda. Una prova evidente del
conflitto sulluso della terra nellisola.

12

Superficie agricola totale


SAT

FORMA GIURIDICA

Variazioni

Variazioni

2010

2000

assolute

Azienda individuale

1.172.876,19

1.211.536,12

-38.659,93

-3,2

Societ semplice

109.165,82

43.818,51

65.347,31

149,1

Altra societ di persone

7.482,61

3.500,49

3.982,12

113,8

Societa' di capitali

10.859,03

8.204,00

2.655,03

32,4

Societa' cooperativa

19.492,50

30.380,94

-10.888,44

-35,8

Altra forma giuridica

147.356,14

301.120,09

-153.763,95

-51,1

24.841,00

di cui Amministrazione o Ente


pubblico
Ente o Comune che gestisce
propriet collettive

116.741,99

Ente privato senza fini di lucro

3.862,71

Altro

1.910,44

Totale

1.467.232,29

1.598.560,15

131.327,86 -8,2

Di sicuro interesse rilevare, rispetto alla natura giuridica della conduzione, il raddoppio del
numero delle societ semplici e la moltiplicazione per 3 del numero delle societ di
capitali che gestiscono aziende agricole, pur nella limitatezza dei numeri assoluti. Attrae
lattenzione lincremento della SAU controllata da varie forme di societ che, quindi,
progrediscono nella conquista del diritto a produrre strappandolo allazienda del coltivatore
diretto.

Fonte: ISTAT

Variazioni

Aziende

FORMA GIURIDICA

2010

2000

assolute

Societ semplice
Altra societ di
persone

1.512

757

755

99,7

160

82

78

95,1

Societ di capitali

126

49

77

157,1

SAU
2000

assolute

93.401,56

32.467,12

60.934,44

187,7

Altra societ di
persone

5.759,78

1.990,09

3.769,69

189,4

Societ di capitali

6.597,45

4.497,23

2.100,22

46,7

Societ semplice

Fonte: ISTAT

Variazioni

2010

Infatti il numero delle aziende condotte direttamente del coltivatore nel decennio crollato
del 44%, quelle condotte con salariati, che nel 2010 erano comunque solo l1,8% del totale,
diminuito del 30%. Interessante evidenziare come, in termini di SAT a disposizione, le aziende
diretto coltivatrici hanno perduto solo lo 0,5% mentre quelle capitalistiche, condotte con
braccianti, hanno perduto ben il 71% di SAT ed il 42 % di SAU.

13

I coltivatori diretti hanno aumentato la SAU che coltivano del 13% circa dimostrando, una volta
di pi, che lazienda diretto coltivatrice contadina ha capacit di resistenza e di auto
sfruttamento e riesce a proteggere - fin dove possibile - la sua capacit di produrre e
mantenere il lavoro anche in condizioni di forte crisi economica generale.
SAT
2000

Variazioni
assolute

1.233.572,01

1.240.130,31

-6.558,30

-0,5

Conduzione con salariati

102.887,16

355.013,05

-252.125,89

-71,0

Altra forma di conduzione

130.773,12

3.416,79

127.356,33

3.727,4

1.598.560,15

-131.327,86

-8,2

2000

Variazioni
assolute

Variazioni
%

FORMA DI CONDUZIONE
Conduzione diretta del
coltivatore

Totale

2010

1.467.232,29
SAU
2010

Conduzione diretta del


coltivatore
Conduzione con salariati
Altra forma di
conduzione
Totale

Variazioni
%

1.006.231,60

893.109,09

113122,51

12,7

71.041,27

124.159,95

-53118,68

-42,8

74.547,34

2.688,77

71858,57

2.672,5

131.862,40

12,9

1.151.820,21

1.019.957,81

Fonte: ISTAT

14

Rispetto alla disponibilit di terra per lagricoltura esiste anche la possibilit di accedere alle
terre di enti pubblici, la cui estensione superava di poco i 10.000 ettari di SAU nel 2010. Mentre
resta un fenomeno fortunatamente ancora importante lestensione delle propriet collettive
che superava i 65.000 ettari di SAU.

Le aziende a conduzione diretta del coltivatore del territorio sardo sono ridotte a 59.006
nel 2010, nel 2000 erano 105.711. Quelle a conduzione salariale invece erano nel 2000, 1.628
passate nel 2010 a 1.129 aziende.
Aziende

COLTIVAZIONI

2010

2000

Variazioni Variazioni
assolute
%

Superficie investita
2010

2000

Variazi
oni
%

Cereali

10.769

18.996

-8.227

-43,3

104.453,64

-41.555,99

-28,5

Ortive

5.372

13.017

-7.645

-58,7

14.749,71

13.460,71

1.289,00

9,6

Vite

18.300

41.721

-23.421

-56,1

18.839,68

26.301,44

-7.461,76

-28,4

Olivo

31.103

49.699

-18.596

-37,4

36.467,63

39.945,49

-3.477,86

-8,7

Agrumi

4.938

13.306

-8.368

-62,9

4.089,18

5.797,80

-1.708,62

-29,5

Fruttiferi

6.224

21.260

-15.036

-70,7

4.859,54

8.982,64

-4.123,10

-45,9

Totale

60.138

106.789

-46.651

-43,7

1.151.820,21

146.009,63

Variazioni
assolute

1.019.957,81 131.862,40 12,9

15

Aziende con allevamenti di bovini e relativi capi per classe di capi. Anni 2010 e 2000
CLASSI
CAPI

DI Aziende

Variazioni

Variazioni

Numero capi

Variazioni Variazioni

2010

2000

assolute

2010

2000

assolute

1-2

555

613

-58

-9,5

975

1.042

-67

-6,4

3-5

1.020

1.161

-141

-12,1

4.085

4.684

-599

-12,8

6-9

1.037

1.281

-244

-19,1

7.626

9.423

-1.797

-19,1

10-19

1.788

2.174

-386

-17,8

24.271

29.960

-5.689

-19,0

20-49

2.151

2.275

-124

-5,5

66.076

68.945

-2.869

-4,2

50-99

800

729

71

9,7

53.134

48.746

4.388

9,0

100-499

461

438

23

5,3

80.190

73.867

6.323

8,6

500-999

17

10

70,0

10.370

6.918

3.452

49,9

1.000-1.999

-1

-33,3

2.095

3.265

-1.170

-35,8

2.000 ed oltre

2.370

2.500

-130

-5,2

Totale

7.832

8.685

-853

-9,8

251.192

249.350

1.842

0,7

Fonte: ISTAT

16

Aziende con allevamenti di ovini e relativi capi per classe di capi. Anni 2010 e 2000
CLASSI
DI CAPI
1-2

Aziende
2010

Variazioni

2000

assolute

Numero capi
2010

45

-43

-95,6

Variazioni

2000

assolute

79

-75

-94,9

3-9

75

443

-368

-83,1

430

2.700

-2.270

-84,1

10-19

221

684

-463

-67,7

2.968

9.213

-6.245

-67,8

20-49

905

1.553

-648

-41,7

29.201

49.217

-20.016

-40,7

50-99

1.467

2.060

-593

-28,8

103.360

146.166

-42.806

-29,3

100-499

8.856

8.744

112

1,3

2.081.124

1.925.471

155.653

8,1

500-999
1.000
ed oltre

977

840

137

16,3

619.575

530.596

88.979

16,8

127

108

19

17,6

171.805

145.268

26.537

18,3

Totale

12.630

14.477

-1.847

-12,8

3.008.467

2.808.710

199.757

7,1

Particolare attenzione va data alle tendenze che evidenziano un conflitto sulluso del suolo. In
effetti si registra una diminuzione di oltre il 20% della superfice agraria non utilizzata a
segnalare che, riducendosi le superfici agrarie utilizzabili, le piccole e medie aziende mettono a
cultura terre precedentemente non utilizzate o, possibilmente, anche le tare aziendali.

17

18

QUANTO VALE LAGRICOLTURA DELLA SARDEGNA


Produzione, consumi intermedi e valore aggiunto ai prezzi di base - Valori ai prezzi correnti (migliaia di euro)

19

Fonte: ISTAT

COSA PRODUCE LA SARDEGNA


Produzione dei principali prodotti agricoli (quantit in migliaia di quintali, salvo diversa indicazione)
PRODOTTI
1980 1990 2000 2005 2006
2007
2008
2009
2010 2011
Frumento
tenero
32
9
Frumento
duro
1.285 846 788 1.443 1.176
1.298
1.682
453
692
618
Orzo

381

499

626

372

392

343

321

326

186

185

Riso
Granoturco
ibrido

106

13

109

182

156

165

231

205

247

244

147

158

223

235

233

184

249

27

66

61

Patate

344

245

499

507

505

508

512

520

468

464

Fagioli freschi

45

33

50

39

36

36

36

28

31

41

Cipolle e porri

56

37

72

78

79

79

79

72

83

86

Carote

20

88

78

79

79

60

67

67

67

Carciofi

913

701

1.067

1.066

1.069

1.150

1.120

1.109

Cavoli

38

65

142

143

144

144

151

190

188

193

Cavolfiori

37

56

101

95

96

96

98

112

111

115

Indivia

24

36

61

58

59

58

45

68

65

68

Lattuga

56

86

229

229

230

229

193

221

211

202

Radicchio

10

15

15

15

12

17

20

21

Melanzane

103

57

102

90

87

87

88

70

96

97

33

28

59

57

55

55

55

47

61

62

1.099

1.112

1.113

839

1.135

1.137

68

68

68

53

73

74

Peperoni
Pomodori
Zucchine

1.13 1.064

1.066 1.282 1.43 1.123


74

34

76

70

20

Cocomeri

191

87

146

226

225

226

225

123

252

266

Poponi

155

142

239

217

212

212

212

198

213

211

12

12

12

11

11

Fragole
3
2
10
Barbabietola
da zucchero 1.730 1.571 2.08

759

Uva da tavola 97
Uva da vino
venduta
1.627

49

95

112

103

107

109

136

129

128

968

527

558

542

469

266

173

241

110

Vino (000 hl) 1.352

67

443

624

550

575

417

443

442

464

Olio

68

68

80

76

77

92

57

53

29

Arance

212

405

554

550

549

550

616

623

660

624

Mandarini

60

82

67

69

68

68

77

79

80

80

Limoni

26

51

46

46

46

46

58

59

60

60

Clementine

41

82

85

86

86

90

91

92

92

Pesche

151

127

170

211

208

210

213

265

252

258

Mele

12

40

39

39

39

35

50

47

48

Pere

53

22

65

63

63

62

65

75

77

77

Mandorle

69

17

22

23

22

22

22

28

27

27

Nocciole

Carni bovine

640

556

667

578

584

609

591

578

567

571

Carni suine
Carni
ovicaprine

342

395

584

522

537

552

565

579

572

575

291

303

362

285

286

290

300

302

291

260

126

142

153

157

165

170

2.102

2.118

2.157

2.167

2.140

2.131

3.283

3.434

3.351

3.474

3.409

3.245

151

154

155

158

156

158

Pollame
198
137 136 139
Latte di vacca
e bufala (000 1.528 1.646 1.81 2.072
Latte di
pecora e
2.025 2.283 2.97 3.419
Uova (milioni
di pezzi)
124
142 151 151
Miele

11

11

21

Fonte: ISTAT

Fonte: ISTAT

22

Sardegna - chi lavora nei campi


CATEGORIA
DI
MANODOPER
A AZIENDALE

Persone

Person
e

2010

2000

Variazioni Variazioni
assolute

Conduttore
60.134 106.960
-46.826
Coniuge che
lavora in
azienda
21.619
33.951
-12.332
Altri
componenti
della famiglia
14.734
29.392
-14.658
che lavorano
in azienda
Parenti del
conduttore che
7.536 11.179
-3.643
lavorano in
azienda
Manodopera
104.023 181.482 -77.459
familiare
Altra
manodopera
aziendale
15.282
33.615
-18.333
Totale
manodopera
aziendale
119.305 215.097
-95.792

Giornate

Giornate

Variazioni

Variazioni

lavoro

lavoro

assolute

2010

2000

-43,8

8.196.927

8.663.836

-466.909

-5,4

-36,3

1.357.804

1.378.372

-20.568

-1,5

-49,9

1.398.858

2.037.281

-638.423

-31,3

-32,6

543.595

627.613

-84.018

-13,4

12.707.102

-1.209.918

-9,5

- 42,7

11.497.18
4

-54,5

1.129.358

1.856.736

-727.378

-39,2

-44,5

12.626.54
2 14.563.838

-1.937.296

-13,3

Fonte: ISTAT

Tra il 2000 ed il 2010, oltre 77.000 persone che fornivano la manodopera familiare
(coltivatore e la sua famiglia) sono uscite dalle aziende agricole, a cui si sono aggiunti
altri 18.000 lavoratori dipendenti, per un total di circa 96.000 persone (meno 44,5%).
E interessante il confronto con il numero delle giornate lavorate e la loro variazione nello
stesso periodo. Per la manodopera familiare abbiamo una riduzione delle giornate di lavoro del
9,5% a fronte di una riduzione del numero delle persone che stato di circa il 43%: meno
persone a lavorare nei campi, pi fatica, pi giornate di lavoro per persona cio pi auto
sfruttamento e sfruttamento, in generale. Pi in generale, confrontando la riduzione
percentuale delle giornate lavorate con le persone impiegate, il tasso di riduzione della
manodopera pi di tre volte quello di riduzione delle giornate di lavoro.

SARDEGNA: COMMERCIO GLOBALE AGROALIMENTARE, TENDENZE E RISULTATI


E importante monitorare landamento del rapporto tra la produzione agricola regionale
ed il commercio internazionale per trarne indicazioni sui punti di forza e di debolezza del
sistema agricolo ed agroalimentare sardo, profondamente colpito da un lungo periodo di crisi
che lo sta lentamente portando allimplosione. Occorre darsi degli elementi per apprezzare il
grado di dipendenza alimentare dellisola o, per meglio dire, quanto questa dipendenza
finir per condizionare la sovranit alimentare ed i sistemi agrari regionali. Evidenziare come il
settore globalmente stia reagendo alla crisi attuale e, possibilmente, avere anche una visione
del grado di dipendenza e di controllo che lagricoltura regionale ha del mercato
agroalimentare sia interno che internazionale.
Con i dati che seguono (estratti tenendo conto degli aggiornamenti fino al 27.12.2012), si
stabiliscono dei legami temporali tra landamento delle importazioni e quello delle esportazioni
agroalimentari. Il confronto temporale risente evidentemente di molti fattori, non ultimo quello
relativo al diverso grado daggregazione dei dati rilevati dallISTAT (fonte per tutti gli elaborati)
e, rispetto alla crisi generale, della variazione dei costi e dei prezzi della produzione agricola ed
agroalimentare.

23

Il rapporto delleconomia della Sardegna con il mercato globale


(Fonte:ISTAT):

cos evidenziato

Interscambio commerciale in valore Sardegna -[MONDO] per Divisioni 'Ateco 2007'-I-IV trimestre 1998-2011
IMP1998

IMP1999

IMP2000

IMP2009

IMP2010

IMP2011

2.422.908.995

2.629.071.343

4.492.653.167

5.620.059.923

7.985.757.773

10.038.346.426

EXP1998

EXP1999

EXP2000

EXP2009

EXP2010

EXP2011

1.482.087.987

1.572.692.291

2.444.945.196

3.279.531.116

5.273.557.932

5.268.858.368

Fonte: ISTAT

Fonte: ISTAT

Quale il valore dei prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca nel
commercio internazionale della Sardegna?
Lintero comparto produttivo primario segnato da una sostanziale stabilit del valore delle
esportazioni tra il 1998 ed il 2011, mentre la progressione delle importazioni, nello stesso
periodo pari ad un aumento del 22%. Le esportazione rappresentavano poco pi del 3% delle
importazioni nel 1998, diventano il 2,6% nel 2011: una quota insignificante con un saldo
negativo pari a oltre 167 milioni di euro, che anche un mercato potenziale di
uguale valore per lagricoltura sarda.
Sardegna - Interscambio commerciale in valore per area e paese del prodotto:
dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca 1998-2011
[MONDO]

Prodotti

IMP1998

IMP1999

IMP2000

IMP2009

IMP2010

IMP2011

141.032.000

124.430.282

121.889.790

122.281.358

119.243.091

171.573.507

EXP1998

EXP1999

EXP2000

EXP2009

EXP2010

EXP2011

4.542.984

10.169.281

13.354.204

3.151.235

2.871.781

4.553.915

1998

1999

2000

2009

2010

2011

Fonte: ISTAT

Uno sguardo pi ravvicinato agli ultimi anni (2000-2011) ci mostra una ripartizione tra prodotti
propri dellagricoltura e prodotti alimentari di questo ordine di grandezza:

24

Importazioni prodotti agricoltura, pesca e silvicoltura: 1998/2000 e 2009/2011

Importazioni prodotti agricoltura, pesca e silvicoltura: 1998/2000 e 2009/2011

25

Prodotti agricoli, animali e della caccia e Prodotti alimentari: confronto 200/2011

Interscambio commerciale in valore Sardegna ; 2000-2011


(Valori in Euro, dati cumulati)
IMPORT
IMP2000

IMP2001

IMP2002

IMP2009

IMP2010

107.663.010

107.697.200

104.607.841

107.552.351

106.600.709

157.093.284

Prodotti della silvicoltura

8.983.278

11.072.925

8.186.957

7.770.121

5.483.214

6.574.517

Prodotti della pesca e


dell'acquacoltura

5.243.503

4.729.826

5.204.789

6.958.886

7.159.168

7.905.706

Prodotti alimentari

93.883.488

94.852.462

105.929.540

112.846.636

130.150.093

119.610.977

EXPORT

EXP2000

EXP2001

EXP2002

EXP2009

EXP2010

EXP2011

Prodotti agricoli,
animali e della caccia

5.657.989

3.250.841

3.350.549

2.573.616

2.426.777

2.432.430

Prodotti della silvicoltura

6.568.133

6.077.251

1.886.179

424.717

147.588

959.357

Prodotti della pesca e


dell'acquacoltura

1.128.082

1.341.574

1.537.885

152.902

297.416

1.162.128

Prodotti alimentari

133.493.154

157.976.465

148.049.534

107.287.459

98.786.687

101.704.651

2000

2001

2002

2009

2010

2011

Prodotti agricoli,
animali e della caccia

Anni

IMP2011

26

Landamento dellinterscambio per la voce Prodotti alimentari mette in evidenza come da


un sostanziale bilancio positivo nel 2000 si sia passati ad un saldo negativo pari a circa il
20% delle esportazioni stesse. Per lintercambio di Prodotti agricoli, animali e della
caccia il deficit della bilancia commerciale restato per tutto il periodo abissale: le
importazioni erano, nel 2000, pari a 20 volte le esportazioni sono, ma state pari a 65 volte il
valore delle esportazioni nel 2011.

27

I prodotti del commercio agroalimentare internazionale della Sardegna


Andando ad analizzare landamento delle diverse produzioni agricole, ci siamo concentrati sugli
ultimi 5 anni avendo gi visto in precedenza come, dal 2000 in avanti, cominci un rapido
declino delle esportazioni agricole da mettere in relazione con la riforma della PAC e gli accordi
allOMC per la liberalizzazione dei mercati (restituzioni alle esportazioni, etc).
Per avere dei riferimenti pi accurati, si sceglie di entrare nel dettaglio di un gruppo di prodotti
selezionati cos come identificati dallISTAT che per rappresentano la quasi totalit dei
prodotti agricoli, alimentari, della pesca e del bosco che la regione scambia con il mondo.
Lelenco dei prodotti scelti comprende:
Prodotti di colture agricole non permanenti

Prodotti di colture permanenti


Piante vive
Animali vivi e prodotti di origine animale
Piante forestali e altri prodotti della silvicoltura
Pesci ed altri prodotti della pesca; prodotti
dell'acquacoltura
Carne lavorata e conservata e prodotti a base
di carne
Pesce, crostacei e molluschi lavorati e
conservati
Frutta e ortaggi lavorati e conservati9
Oli e grassi vegetali e animali
Prodotti delle industrie lattiero-casearie
Granaglie, amidi e di prodotti amidacei
Prodotti da forno e farinacei
Altri prodotti alimentari
Prodotti per l'alimentazione degli animali
Bevande10

La tabella che segue riporta un confronto dellinterscambio per il periodo 1998-2011 (valori in
euro)

Questo gruppo include la coltivazione di colture non permanenti, ossia piante che non durano pi di due stagioni agricole. inclusa la coltivazione
di queste piante per la produzione di sementi (Coltivazione di cereali (escluso il riso), legumi da granella e semi oleosi; riso; ortaggi e meloni, radici
e tuberi; canna da zucchero; tabacco; piante tessili; Floricoltura e coltivazione di altre colture non permanenti)
9

Questo gruppo include: Lavorazione e conservazione delle patate, Produzione di succhi di frutta e di ortaggi; Lavorazione e conservazione di frutta
e di ortaggi (esclusi i succhi di frutta e di ortaggi)
10

Piante per la preparazione di bevande - softdrink a base di latte - alcoliche distillate - alcoliche fermentate non distillate a base di frutta (idromele,
sidro eccetera) - altre fermentate non distillate (vermuth e simili) - analcoliche (escluso birra, succhi frutta e ortaggi, vino)

28

Interscambio commerciale in valore Sardegna -[MONDO]; 1998-2011


(Valori in Euro(a), dati cumulati)

IMPORT

IMP1998

-Prodotti di colture
agricole non permanenti

IMP1999

IMP2000

IMP2009

IMP2010

IMP2011

107.954.808 91.069.902

87.940.077

84.569.89
4

83.177.501 128.324.485

-Prodotti di colture
permanenti

7.476.348

6.758.997

6.378.766

13.699.88
3

12.795.118 18.555.574

-Piante vive

3.134.605

3.224.406

3.472.441

3.629.742

3.315.587

3.587.524

-Animali vivi e prodotti di


origine animale

6.682.439

7.521.750

9.871.726

5.652.832

7.312.503

6.625.701

-Piante forestali e altri


prodotti della silvicoltura

26.174

385

1.367

13.437

13.752

52.881

-Legno grezzo

763.580

1.435.765

2.158.307

315.777

141.238

96.473

-Prodotti vegetali di bosco


non legnosi

8.506.878

7.908.210

6.823.604

7.440.907

5.328.224

6.425.163

-Pesci ed altri prodotti della


pesca; prodotti
dell'acquacoltura

6.487.169

6.510.867

5.243.503

6.958.886

7.159.168

7.905.706

-Carne lavorata e conservata


e prodotti a base di carne

29.182.411

24.970.640

27.874.680

23.551.74
1

24.478.853 24.102.952

Pesce, crostacei e
molluschi lavorati e
conservati

39.495.879

33.949.860

36.539.148

29.370.72
1

39.422.527 34.974.124

- Frutta e ortaggi lavorati e


conservati

1.662.512

1.612.660

2.321.378

7.094.990

6.634.835

-Oli e grassi vegetali e


animali

14.108.750

10.690.134

15.739.016

32.953.59
6

39.583.487 31.555.587

-Prodotti delle industrie


lattiero-casearie

7.054.432

4.509.685

4.216.042

10.363.53
3

10.494.675 11.307.263

-Granaglie, amidi e di prodotti


amidacei
144.414

730.306

406.961

1.858.341

1.888.991

1.261.496

-Prodotti da forno e farinacei

431.681

284.564

326.797

386.334

616.760

664.248

-Altri prodotti alimentari

1.576.277

2.119.255

2.754.314

4.355.716

4.415.316

6.594.408

-Prodotti per l'alimentazione


degli animali

2.638.908

2.571.524

3.705.152

2.911.664

2.614.649

2.494.724

-Bevande

4.709.646

5.309.304

5.399.130

7.203.339

7.918.381

8.087.582

6.656.175

(Fonte: ISTAT)

29

EXPORT

EXP1998

EXP1999

EXP2000

EXP2009

EXP2010

EXP2011

-Prodotti di colture agricole


non permanenti

2.495.733

5.167.387

4.140.729

1.033.095

1.173.060

1.009.185

-Prodotti di colture
permanenti

358.091

311.350

636.526

312.308

251.122

165.788

-Piante vive

111.448

73.955

290.575

894.075

213.745

419.431

-Animali vivi e prodotti di


origine animale

764.421

946.449

590.158

334.138

788.850

838.026

-Piante forestali e altri


prodotti della silvicoltura

529

176.166

-Legno grezzo

2.349

22.314

31.453

24.700

-Prodotti vegetali di bosco


non legnosi

54.123

2.755.438

6.568.133

226.237

116.135

934.657

-Pesci ed altri prodotti della


pesca; prodotti
dell'acquacoltura

756.290

914.703

1.128.082

152.902

297.416

1.162.128

Carne lavorata e
conservata e prodotti a
base di carne

966.775

1.270.673

1.783.893

5.732.200

8.932.027

10.708.576

-Pesce, crostacei e molluschi


lavorati e conservati

394.484

616.583

394.907

1.899.356

1.861.885

1.779.409

-Frutta e ortaggi lavorati e


conservati

1.532.495

588.860

369.999

302.061

454.883

1.462.941

-Oli e grassi vegetali e


animali

4.036.238

1.242.433

2.421.321

2.197.803

2.093.173

2.419.336

Prodotti delle industrie


lattiero-casearie

63.952.241

78.727.145

92.739.82
104.152.913 9

78.765.871 76.117.577

-Granaglie, amidi e di prodotti


amidacei
43.389.478

20.519.446

16.749.372

214.610

213.773

37.493

-Prodotti da forno e farinacei

741.652

606.130

649.100

2.870.682

4.125.827

4.996.681

-Altri prodotti alimentari

2.413.496

2.456.933

1.649.234

1.324.881

2.331.367

4.181.007

-Prodotti per l'alimentazione


degli animali

8.791.811

192.043

5.322.414

6.037

7.881

1.631

-Bevande

9.447.659

11.212.845

12.640.667

17.315.25
5

20.724.662 22.264.351

Approfondiamo, per brevit, le voci che hanno un valore globale pi rilevante.


Colture agricole non permanenti

Sardegna - Interscambio commerciale in valore per area e paese del prodotto: Gruppi Ateco
2007 'AA011' [ Prodotti di colture agricole non permanenti ] - I-IV trimestre 2006-2011
MP2006

IMP2007

IMP2008

IMP2009

IMP2010

IMP2011

68.283.904

85.873.208

125.647.879

84.569.894

83.177.501

128.324.485

EXP2006

EXP2007

EXP2008

EXP2009

EXP2010

EXP2011

2.848.375

5.736.111

2.688.590

1.033.095

1.173.060

1.009.185

30

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Fonte: ISTAT

Colture agricole permanenti

Sardegna - Interscambio commerciale in valore per area e paese del prodotto: Gruppi Ateco
2007 'AA012' [ Prodotti di colture permanenti ] - I-IV trimestre 2006-2011

[MONDO]

Anni

IMP2006

IMP2007

IMP2008

IMP2009

IMP2010

IMP2011

7.627.832

7.522.170

5.709.349

13.699.883

12.795.118

18.555.574

EXP2006

EXP2007

EXP2008

EXP2009

EXP2010

EXP2011

445.740

1.057.171

655.203

312.308

251.122

165.788

2006

2007

2008

2009

2010

2011

(Fonte: ISTAT)

31

Frutta e ortaggi lavorati e conservati


Sardegna - Interscambio commerciale in valore per area e paese del prodotto: Gruppi Ateco
2007 'CA103' [ Frutta e ortaggi lavorati e conservati ] - I-IV trimestre 2006-2011
PAESI

IMP2006

IMP2007

IMP2008

IMP2009

IMP2010

IMP2011

[MONDO]

5.647.428

7.242.603

5.257.035

7.094.990

6.634.835

6.656.175

EXP2006

EXP2007

EXP2008

EXP2009

EXP2010

EXP2011

146.869

159.096

352.406

302.061

454.883

1.462.941

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Anni

(Fonte: ISTAT)

Interessante il salto nellexport per frutta e ortaggi lavorati nel 2011 la cui origine va verificata,

32

potrebbe trattarsi di prodotti trasformati da materie prime importate. I Prodotti lattiero-caseari


sono da sempre il punto di forza dellexport agricolo regionale.

Sardegna - Prodotti delle industrie lattiero-casearie ; 2006-2011


(Valori in Euro, dati
cumulati)

MONDO

MONDO
Anni

IMP2006

IMP2007

IMP2008

IMP2009

IMP2010

IMP2011

6.223.079

6.967.149

8.041.028

10.363.533

10.494.675

11.307.263

EXP2006

EXP2007

EXP2008

EXP2009

EXP2010

EXP2011

92.681.768

101.807.984

98.322.561

92.739.829

78.765.871

76.117.577

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Fonte: ISTAT
Questo lunico elemento largamente positivo nella bilancia commerciale anche se si assiste
ad una pericolosa progressione delle importazioni negli ultimi 5 anni che sono raddoppiate in
valore, mentre lexport nel 2011 regredisce a livelli pi bassi di quelli del 2006 di quasi il 20%
che, in considerazione dellandamento crescente dei costi di produzione (prezzi degli alimenti
per il bestiame, energia, etc) e dei prezzi generali di tali prodotti sul mercato mondiale, segnala
un fenomeno pi grave: si esporta meno in quantit e si esportano prodotti che hanno un
valore pi basso.

Prodotti per l'alimentazione degli animali


I dati ed il grafico sopra presentati vanno strettamente connessi con i dati che seguono relativi
alla parte del costo esterno nella produzione di latte, nellisola. Quello che grave non tanto
il crollo dellesportazione di tali alimenti, quanto il rapporto con il valore degli alimenti per il
bestiame che si continuano ad importare, pur se in un valore pari alla met di quello che era
nel 2006. Si pu ragionevolmente presupporre che - viste le cifre esigue gli allevatori si

33

concentrino molto di pi nel consumo di prodotti aziendali e che il ricorso ai mangimi


industriali diventa un costo insostenibile per la quasi totalit degli allevamenti.

Sardegna - Prodotti per l'alimentazione degli animali ; 2006-2011-MONDO


]

Anni

IMP2006

IMP2007

IMP2008

IMP2009

IMP2010

IMP2011

4.127.297

4.655.032

2.967.432

2.911.664

2.614.649

2.494.724

EXP2006

EXP2007

EXP2008

EXP2009

EXP2010

EXP2011

127.758

96.348

1.042

6.037

7.881

1.631

2006

2007

2008

2009

2010

2011

34

IL FURTO DI TERRE IN SARDEGNA: FURTOVOLTAICO A NARBOLIA, PROVINCIA DI


ORISTANO

Siamo sempre attenti allaccaparramento di terra nei paesi del Sud del mondo. E giusto ed il
nostro impegno deve essere rafforzato e mantenuto con continuit. Non una denuncia
episodica o una campagna una tantum. Dobbiamo sostenere i processi di lungo periodo
necessari a restituire la terra chi la lavora.
Rimettere la terra ed il suo uso agricolo al centro di ogni priorit che orienti la nostra
azione solidale perch la terra la vita di ciascuno e di tutti, perch la terra lacqua ed il suo
uso, laria che respiriamo e lo spazio dove corre il nostro sguardo o quello dei figli dei figli. Per
questo ogni palmo di terra strappato allagricoltura, sotto casa o a Pontianak (la terra dei
Dayak in Kalimantan - Borneo- Indonesia), deve farci inorridire come se fosse un fatto
personale, una rapina fatta a ciascuno di noi. Non per romantico ruralismo o caritatevole
atteggiamento verso gli altri. No, solo per puro e semplice egoismo. Abbiamo il nostro diritto
individuale ad un futuro degno da essere vissuto e non possiamo rinunciarvi. Un uso distruttivo
della terra finisce per negarci questo futuro.
Teniamo ben presente che quando parliamo di concentrazione e accaparramento ci stiamo
riferendo a processi che stravolgono le relazioni di propriet e, ancor pi grave, luso stesso
della terra. []Two key dimensions of the current land grab namely, and the links between
them are not sufficiently explored in the current literature[...] (Global Land Grabbing and
Trajectories of Agrarian Change: A Preliminary Analysis - SATURNINO M. BORRAS JR AND
JENNIFER C. FRANCO in : Journal of Agrarian Change, Vol. 12 No. 1, January 2012, pp. 3459).
La riduzione delle terre coltivate, i milioni di ettari di terra che sono passati e
passano ad usi non agricoli (urbanizzazioni e speculazioni edilizie, residenziali e industriali;
insediamenti commerciali e logistici; interporti, grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e
aeroporti, usi turistici, usi civili e militari non definiti, pozzi di trivellazione per il gas ed il
petrolio, impianti fotovoltaici, cave, parchi del divertimento, etc) debbono essere un problema
per tutti e di tutti. Perch le soluzioni sono, anche loro, alla nostra portata. Dobbiamo solo
assumerci la responsabilit di guardare, vedere e agire di conseguenza.
In Sardegna c' lattenzione della magistratura sui progetti per le serre fotovoltaiche che
stanno coprendo centinaia di ettari di terreni agricoli. Da nord a sud sono 39 11 le richieste di
accesso presentate al Gestore unico dellenergia, il GSE, ossia la fonte degli incentivi
milionari che finiranno alle societ agricole che saranno accreditate ai finanziamenti 12.
Secondo la direttiva ribadita dal ministro dell'agricoltura italiano, (cfr anche la circolare
dell'agenzia delle entrate n. 32/E del 06.07.2009 ) le produzioni agricole devono essere
garantite. Eppure nella maggioranza delle serre gi impiantate non sembra sia praticata alcun
tipo di coltivazione. Cos come mancano i posti di lavoro promessi generati dalla coltivazioni
nelle serre. La Graduatoria delle impianti iscritti al Registro 13 GSE per laccesso agli incentivi
conta in Sardegna 22 aziende per produzioni di energia fotovoltaica superiore a 1000 kilowatt.
Il meccanismo che ha permesso allo Stato Italiano e quindi al GSE di erogare gli incentivi tra il
2011 e giugno 2012 va sotto il nome di Quarto Conto Energia, ed riservato agli impianti che
avrebbero dovuto entrare in esercizio dopo il 31 maggio 2011 ed entro il 2012 con lobiettivo
di allineare gradualmente lincentivo pubblico con i costi delle tecnologie e mantenere
stabilit e certezza sul mercato, come spiega il decreto ministeriale del 5 maggio 2011. Il
11

incentivi che stiamo evidenziando sono relative al IV Conto Energia (che va dal 2011 al 2016)
Gli incentivi sono per tutti. Le tariffe per sono differenziate tra impianti sui tetti, su serre o similari e a terra, o anche
tra piccoli, medi e grandi impianti.
12

13

Questo registro incentivi ormai chiuso, perch fa parte del IV Conto Energia che dal 2012 stato sostituito dal V
Conto Energia con relativi nuovi registri incentivi

35

meccanismo prevede lincentivazione con una tariffa costante per venti anni.
Tra agosto 2009 e marzo 2010 numerosi impianti di serre fotovoltaiche sono stati autorizzati
dai SUAP comunali, che prevedono procedure molto semplificate (prevalentemente tramite
autocertificazioni), i quali non avevano competenza in materia, competenza riservata invece
allAssessorato Regionale allAgricoltura. Lapprovazione tramite SUAP comunali ha permesso
alle Societ interessate di evitare di presentare credibili piani agronomici e piani di dismissioni,
smaltimento e ripristino dei luoghi, valutazioni dimpatto ambientali ed altri obblighi che
avrebbero potuto creare grossi problemi. Nel mese di luglio 2010 lAssessore Regionale
allAgricoltura emette un decreto che concede la convalida di quei progetti per chi ne avesse
fatto domanda. La Enervitabio non chiese nessuna convalida. Il 27 luglio 2012 lattuale
Assessore Regionale allAgricoltura Oscar Cherchi emana un nuovo decreto che, offrendo altri
30 giorni per la richiesta di convalida, a due anni dal precedente decreto e malgrado vi siano
pendenze giudiziarie in corso, pur certifica lillegittimit del progetto in corso in effetti puo
ritenersi come una sanatoria alle procedure che hanno permesso alle grandi aziende di aprirsi
la strada verso gli incentivi con procedure sbrigative e semplificate.
Narbolia un piccolo centro di circa 1800 abitanti situato ai piedi del Montiferru, a 57 m sul livello del
mare e distante 18 chilometri da Oristano. La sua superficie territoriale, pur non essendo molto vasta,
circa 4000 ettari, presenta aspetti paesaggistici e ambientali quanto mai vari, che vanno dalle rocce
vulcaniche di Monte Rassu, alla zona pianeggiante di Cadreas, al confine con la pianura del Campidano,
fino ad arrivare alla mare dove si trova la famosissima pineta di Is Arenas, e lomonima spiaggia. Narbolia
possiede alcuni dei luoghi naturali pi belli della Sardegna. Il terreno fertile perch riparato dai venti
freddi ed abbastanza irrigato, ci consente una buona produzione di agrumi, cereali e legumi; il clima
ottimo anche per la coltivazione degli ulivi e delle vigne. E' una zona ricca di storia, molti sono i siti di
interesse archeologico. Dal sito del Comune di Narbolia www.comune.narbolia.or.it

Nel sito del Comune di Narbolia si parla di agricoltura e di splendide zone naturali ma nessun
cenno si riscontra in merito al mega impianto di serre fotovoltaiche. Questo impianto infatti
il maggiore, per dimensioni, tra quelli realizzati in Sardegna e deve produrre 27 megawatt
con 107mila pannelli installati su 1614 moduli di serre da 200 metri quadrati
ciascuno, costruite su 64 ettari sorrette da trentatremilatrecento plinti di cemento
armato conficcati nei migliori terreni agricoli irrigui della zona. Per questo impianto,
lazienda proprietaria dovrebbe ottenere circa sei milioni di euro di incentivi allanno per
venti anni e circa 3,5 milioni
allanno per gli stessi ventanni per la vendita
dellenergia prodotta. I terreni agricoli privati (utilizzati in precedenza per coltivazioni e
pastorizia) del valore di 12/15.000 euro a ettaro sono stati acquistati a 40.000 euro a ettaro.

36

COMUNI
ZONE
Totale
ALTIMETRICHE aziende

TOTALE CEREALI
Aziende

FRUMENTO

ha

COLTIVAZIONI ORTIVE

Aziende

ha

COLTIVAZIONI
FORAGGERE
AVVICENDATE

Aziende

ha

Aziende

ha)

Milis

19

60,8

23,8

0,32

14

213,08

Narbolia

101

30

414,68

15

146,35

4,81

33

519,8

Totale

Variazione %

Numero
aziende

2000

2010

Milis

130

79

- 40

Narbolia

213

194

- 10

SAT
Totale

Variazione in ha

SAT in ha

2000

2010

Milis

1.270,57

1.897,19

627

Narbolia

3.014,81

3.221,8

180

SAU
Totale
SAU in ha

2000

2010

Milis

1054,91

1638,68

Narbolia

2272,34

2875,07

Variazioni in ha
584
603

Grado di concentrazione della SAU (% secondo la taglia aziendale in SAU)


Milis

Narbolia

Taglia in Ha SAU

2000

2010

2000

2010

3-4,99

2,3

1,7

5-9,99

5,7

10,2

2,6

2,8

0-19,99

8,8

15,2

7,1

6,7

100 e pi

33,2

34,3

33

40,1

In sintesi nel 2000 a Narbolia, l11,7% della SAU lavorata da aziende con una taglia
compresa tra 3 ettari e 20 ettari, dieci anni dopo la stesso gruppo di aziende controllava lo
11,2%; le aziende con una taglia superiore ai 100 ettari, nel 2000 controllavano il 34,3%

37

della SAU, nel 2010 erano passati al controllo del 40,1%. Il processo di concentrazione intorno
alle aziende di dimensione oltre i 100 ettari ha assorbito le aziende di taglie inferiori ai 3 ettari
ma anche di quelle di dimensioni maggiori.
Proprio a causa della limitatezza delle superfici agricole nei due comuni di Milis e
Narbolia e dei processi di concentrazione della propriet delle terre fertile, qualunque
riduzione, anche se minima, di disponibilit di queste terre ha un significato
rilevante sullintero sistema agrario dei comuni e, in definitiva, sulla capacit
dapprovvigionamento alimentare e di lavoro dellisola tutta intera.
IL FURTOVOLTAICO DELLA ENERVITABIO SRL
La Enervitabio srl di Ravenna di propriet di Paolo Magnani, sbarcata in Sardegna nel 2008.
Le autorizzazioni da essa ottenute sono state poi vendute al Win Sun Luxemburg (una Societ
in Accomandita con 30.000 euro di capitale sociale e sede legale a Schneider in Lussemburgo
di cui titolare il signor Qu Fajun, nato a Shandong (Cina) e residente ad Antwerpen in Belgio)
a sua volta controllata dalla holding Win Sun Group di Hong Kong. In tutta la Sardegna la
societ Enervitabio srl ha realizzato sei progetti in sei diversi Comuni (ogni progetto,
sembrerebbe per slancio di sensibilit verso le comunit locali, stato ribattezzato con i nomi
dei santi patroni.) Nei comuni di Giave, Narbolia, Padria, Santadi, S. Giovanni Suergiu e Galtell,
ha infatti realizzato impianti per un totale di circa 75 mW e incentivi statali annui di quasi 20
milioni di euro per 20 anni.

Narbolia, Google Earth Appezzamento Enervitabio srl

38

Limpianto industriale realizzato dalla Enervitabio S. Reparata Srl, con sede legale a
Narbolia in Via Ariosto 5, dista circa 1.000 mt dal centro abitato di Narbolia e 1.500 mt da
quello di S. Vero Milis. Le serre fotovoltaiche effettive, ossia agricole, sono quelle che hanno,
secondo la Delibera G. R. n. 27/16 del 01.06.2011, degli specifici requisiti ossia sono realizzati
da imprenditori con la qualifica di imprenditore agricolo professionale, con una capacit
agricola adeguata e un livello di illuminamento minimo del 75%. E imprenditore agricolo chi
svolge direttamente lattivit agricola. Il Dlgv. n. 99 del 20.03.2004 stabilisce che la qualifica
di imprenditore agricolo professionale pu essere apportata da parte di un
Amministratore ad una sola Societ. Il sig. Paolo Magnani titolare e/o Amministratore di
diverse Societ (6 in Sardegna e coinvolto a vario titolo in 5 progetti in Sicilia, 5 in Puglia e uno
in Basilicata).
Per poter aver accesso agli incentivi la capacit agricola deve essere dimostrata, per impianti
con potenza superiore a 20 kW, tramite una relazione agronomica che deve indicare il reddito
agricolo al 31 dicembre dellanno precedente alla presentazione della domanda (in caso di
attivit gi esistente); il reddito agricolo lordo relativo a tutta la durata delle serre fotovoltaiche
(Circ. Agenzia Entrate n. 32/E del 06.06.2009); la previsione del reddito ricavabile dalla
produzione dellenergia fotovoltaica; il potenziale produttivo delle coltivazioni dentro serre;
la commercializzazione della produzione agricola e quella dellenergia prodotta; un piano di
investimento che dimostri la manodopera impiegata, i costi e i ricavi, e la previsione di un
reddito agricolo uguale o maggiore di quello della vendita dellenergia prodotta.
Questi i dati relativi alle autorizzazioni rilasciate:
a) Provvedimento Unico n. 01 rilasciato dal Suap del Comune di Narbolia il 11.11.2009
b) Autorizzazione n. 3 alla realizzazione di tre linee elettriche di 15 kV rilasciata dallUfficio
Tecnico del Comune di Narbolia il 18.11.2010
c) Determinazione n. 04 rilasciata dallUfficio Tecnico del Comune di Narbolia il 12.01.2012.
Le autorizzazioni sono state rilasciate in assenza degli essenziali requisiti di legge (con
vizi di competenza e di legittimit) e principalmente senza quello relativo ad un credibile piano
organico che dimostri la effettiva prevalenza agricola dellintervento e quello relativo al piano
di bonifica, smaltimento e ripristino dei luoghi dopo i 20 anni. Alla data dell11.11.2009
lAutorizzazione Unica doveva essere rilasciata dalla Regione e non dal Comune di Narbolia e
doveva contenere lobbligo della rimessa in pristino dei luoghi (Dlgv. n. 387/2003). Gli impianti
fotovoltaici con potenza superiore a 20 kW, sono soggetti allAutorizzazione Unica Regionale e
non ad autorizzazione del Comune, tanto meno semplificata (Delibera G. R. n. 27/16 del
01.06.2011). E importante rilevare che, se fosse passato per lapprovazione attraverso la
Regione, il progetto non sarebbe potuto essere convalidato perch mancava:
la dimostrazione della qualifica di imprenditore agricolo del proponente del progetto;
il grado minimo di illuminazione (75%);
la dimostrazione del possesso della capacit economico-gestionale ed imprenditoriale e delle
ricadute occupazionali ed economiche a livello locale;
il piano di dismissione, di ripristino dei luoghi e di smaltimento dei materiali;
la dichiarazione di impegno alla corresponsione di una cauzione per il ripristino.
Si ritiene che siano proprio questi i motivi per cui la Enervitabio srl non ha mai presentato
domanda di convalida. In data 18.11.2010 la Enervitabio srl riuscita ad avere, ancora una
volta dal Comune di Narbolia e non dalla Regione, con nuovo evidente vizio di competenza,
anche lautorizzazione per la realizzazione delle tre linee elettriche di 15 kV necessarie per la
connessione, evitando cos di non dover sottostare a norme ben pi complesse e stringenti. Il
Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 05.05.2010 stabiliva che per avere accesso
agli incentivi le serre fotovoltaiche dovessero avere una copertura massima di pannelli
fotovoltaici del 50%. Per adeguarsi alle nuove normative la Enervitabio srl ha presentato quindi
una variante al progetto, chiamata non sostanziale per evitare di passare ancora una volta
per la Regione. Il Comune di Narbolia ha espletato liter amministrativo che poi porter, sempre
con procedura semplificata Suap, allapprovazione della variante in data 12.01.2012.
Variante che prevedeva il raddoppio della superficie coperta delle serre con una modifica
strutturale in termini quantitativi e qualitativi del progetto originario. Si tratta con molta
evidenza di modifiche sostanziali e quindi di un nuovo progetto che si configura come grande
impianto (D. M. 05.05.2011). Con la nuova normativa il progetto stesso, cos come

39

originariamente approvato, non avrebbe permesso laccesso agli incentivi statali in


quanto cambierebbe la destinazione duso del terreno, da agricolo a industriale:
cambio di destinazione duso del suolo che configura anche un illecito penale.
Nelle varie autorizzazioni che si sono succedute, quindi, sono evidenti i vizi di competenza e
di legittimit che lo stesso Ministero dellAmbiente, con sua nota n. 6476 del 14.04.2012, ha
ancor pi evidenziato aggiungendo lassoggettabilit del progetto ad Autorizzazione Unica
Regionale ed alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Non pare superfluo far notare quanto la Regione, ed in particolare lAssessorato allAgricoltura,
si sia impegnata per evitare di prendere in esame lo spinoso progetto, inducendo il Comune di
Narbolia ad assumersi tutti i relativi oneri.
Nel febbraio 2012 un gruppo di cittadini del Comune di Narbolia e dei Comuni limitrofi, venuto
a conoscenza dellesistenza del progetto dell'impianto di serre fotovoltaiche comincia a
muoversi pensando che la cosa sia degna di attenzione. Viene cos costituito il Comitato
spontaneo SArrieddu per Narbolia (SArrieddu il luogo in cui insiste il progetto delle
serre), vengono chieste delucidazioni al Sindaco, viene chiesto laccesso agli atti e vengono
organizzate le prime Assemblee Popolari con la cittadinanza.
Nel frattempo la Enervitabio srl, il 17 febbraio 2012, inizia i lavori di costruzione delle serre. Il
Comitato chiede al Sindaco di convocare urgentemente il Consiglio Comunale in seduta
straordinaria aperta agli interventi del pubblico per poter discutere sul problema. Per tutta
risposta, nel giro di pochi giorni, il Sindaco organizza unAssemblea pubblica per la Enervitabio
srl per illustrare alla popolazione i suoi progetti con tanto di proiezione di diapositive e la
presenza di ingegneri, agronomi e altri tecnici e una delegazione di esponenti della WinSun
Group di Hong Kong, che ha appena rilevato la Enervitabio S. Reparata srl. Il Sindaco,
lAssemblea e i progetti vengono contestati dal Comitato che dichiara di volersi battere affinch
quelle serre non siano costruite. Il Comitato ottiene, dopo 15 giorni dalla richiesta, copia
parziale dei progetti che, una volta esaminati rivelano diversi vizi di competenza, procedurali e
di legittimit.
I primi promotori del Comitato, lallevatore Nello Schirru e suo figlio Alessandro, vengono
arrestati, processati per direttissima e condannati a tre mesi con la condizionale per
aver cercato di fermare le betoniere che fornivano a ritmo serrato il cemento per la
costruzione dei 33.300 plinti in cemento armato (quasi 3,5 ettari) che diventeranno i basamenti
su cui poggiare le 1614 serre da 200 mq ciascuna.
Il 07.03.2012 il Comitato SArrieddu invia quindi al responsabile dellUfficio Tecnico del Comune
di Narbolia e ad altri Enti, tra i quali figurano vari Assessorati Regionali, i Ministri
dellAgricoltura e dellAmbiente, il GSE e la Procura della Repubblica di Oristano, una richiesta
motivata di annullamento dufficio in via di autotutela dei provvedimenti amministrativi
rilasciati alla Enervitabio. Il 14.03.2012, nello stesso giorno in cui viene organizzata dal
Comitato una nuova Assemblea pubblica per presentare alla popolazione il ricorso, arriva anche
una nota del Ministero dellAmbiente che comunica che il progetto delle serre fotovoltaiche di
Narbolia tra quelli soggetti a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e ad
Autorizzazione Unica di competenza della Regione. Il 26.03.2012 il Comitato invia al Nucleo
Operativo Ecologico dei Carabinieri di Cagliari e alla Procura della Repubblica di Oristano (e per
conoscenza a tutti gli altri Enti della proposta di annullamento in autotutela) una richiesta di
intervento, di fermo dei lavori e di sequestro del cantiere.
Mentre i lavori di costruzione delle serre vanno avanti in tutta fretta (si lavora anche nei giorni
festivi, con lutilizzo principalmente di operai stranieri quali rumeni, moldavi, o di altre regioni
come abruzzesi, siciliani, ecc.) il Comitato convoca, il 16.04.2012, presso lAula del Consiglio
Provinciale di Oristano, un incontro con gli esponenti politici e istituzionali del territorio,
compresi i sindacati e i sindaci. Lo scopo quello di sensibilizzarli sul problema e di esporre loro
i motivi di contrariet e le varie illegittimit riscontrate nei progetti e nelle procedure
autorizzative. Saranno presenti pochissimi politici, due sindaci e nessun sindacalista. Il
17.04.2012 infine il Comitato e alcuni agricoltori di Narbolia, alcuni dei quali non aderenti al
Comitato, depositano un ricorso al TAR 14 chiedendo la sospensione immediata dei lavori per
14

TAR: Tribunale Amministrativo

40

fermare il grave danno ambientale che si sta compiendo. Il TAR, dopo aver sospeso i lavori, su
ricorso della ditta, revoca la sospensione e nelludienza del 09 maggio 2012 decide di non
concedere la sospensione cautelare perch i lavori sono in stato molto avanzato (in pratica
affermando che il danno ambientale gi stato fatto) rimandando ogni decisione sul merito ad
una prossima udienza da convocare celermente.
La terra va data a chi la lavora per il bene di tutta la comunit e simili interventi
non fanno che favorire labbandono delle nostre campagne, la conseguente erosione
della capacit produttiva delle stesse ed il concentramento e controllo da parte dei
grandi gruppi finanziari, inibendo il nostro diritto a produrre ed accentuando la
nostra dipendenza alimentare.
Noi riteniamo che sarebbe molto pi efficace e democratico utilizzare lenorme quantit di
incentivi, che stanno andando come al solito a chi gi troppi soldi ha, per distribuirli tra la
popolazione. Sarebbe bastato anche meno di un quinto dei 140.000.000 di euro che andranno
ad ingrassare nei prossimi 20 anni tasche che vuote non sono, per permettere ai Comuni del
circondario, lUnione dei Comuni per esempio, di costruirsi un loro impianto fotovoltaico che
avrebbe prodotto lenergia necessaria a coprire il fabbisogno di tutta la popolazione e di tutte
le imprese e aziende presenti nel territorio. Se fossero stati installati pannelli fotovoltaici
sui tetti di tutte le case e delle imprese ne avrebbero guadagnato tutti, ci sarebbe
stato meno monopolio e pi democrazia diffusa e gli effetti di questi investimenti
avrebbero prodotto benessere locale, per tutti, e maggiore occupazione, che con i
tempi che corrono non ci sembra un fattore tanto secondario. (Comitato S'Arrieddu per
Narbolia)

Uno strumento giuridico leggero internazionale , nel frattempo, stato approvato. Tale
strumento pu essere una risorsa capace di affrontare il conflitto che alla base delluso della
terra a Narbolia, visto che non esiste una normativa di riferimento appropriata a livello
europeo e che la costituzione italiana,che pur prevede dei principi molto chiari,
assolutamente disattesa.
Il Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (CFS) ha
portato a compimento i negoziati intergovernamentali sulle Linee Guida Volontarie
sulla gestione responsabile della Terra, dei territori di pesca e delle foreste nel contesto della
sicurezza alimentare nazionale che sono state approvate dai Governi nella seduta
straordinaria del CFS dell'11 maggio 2012 tenutasi presso la FAO a Roma.
Molti elementi possono essere recuperati a sostegno della difesa delluso agricolo della terra e
per meglio affrontare in conflitti che sorgono tra differenti portatori di interessi contrastanti.
In particolare, di estrema utilit nel caso dellaccaparramento di terre per acquisire i sostegni
pubblici allocati alla produzione di energie rinnovabili, vale la pena ricordare alcuni articoli (qui
citati nella versione inglese che fa testo):

1. Objectives
1.1 These Voluntary Guidelines seek to improve governance of tenure of land, fisheries
and forests. They seek to do so for the benefit of all, with an emphasis on vulnerable and
marginalized people, with the goals of food security and progressive realization of the
right to adequate food, poverty eradication, sustainable livelihoods, social stability,
housing security, rural development, environmental protection and sustainable
social and economic development.
3. Guiding principles of responsible tenure governance
3.1 States should:
[...]5. Prevent tenure disputes, violent conflicts and corruption. They should take
active measures to prevent tenure disputes from arising and from escalating into
violent conflicts. They should endeavour to prevent corruption in all forms, at all
levels, and in all settings.

41

4. Rights and responsibilities related to tenure


4.3 All parties should recognize that no tenure right, including private ownership, is
absolute. All tenure rights are limited by the rights of others and by the measures taken by
States necessary for public purposes. Such measures should be determined by law, solely for
the purpose of promoting general welfare including environmental protection and
consistent with States human rights obligations. Tenure rights are also balanced by
duties. All should respect the long-term protection and sustainable use of land,
fisheries and forests.
4.10 States should welcome and facilitate the participation of users of land, fisheries and
forests in order to be fully involved in a participatory process of tenure governance, inter
alia, formulation and implementation of policy and law and decisions on territorial
development, as appropriate to the roles of State and nonstate actors, and in line
with national law and legislation.
6. Delivery of services

6.9

States and non-state actors should endeavour to prevent corruption with regard
to tenure rights. States should do so particularly through consultation and
participation, rule of law, transparency and accountability. States should adopt and
enforce anti-corruption measures including applying checks and balances, limiting the
arbitrary use of power, addressing conflicts of interest and adopting clear rules and
regulations. States should provide for the administrative and/or judicial review of decisions of
implementing agencies. Staff working on the administration of tenure should be held
accountable for their actions. They should be provided with the means of conducting their
duties effectively. They should be protected against interference in their duties and from
retaliation for reporting acts of corruption.
12. Investments

12.3 All forms of transactions in tenure rights as a result of investments in land,


fisheries and forests should be done transparently in line with relevant national
sectoral policies and be consistent with the objectives of social and economic
growth and sustainable human development focusing on smallholders.
12.4 Responsible investments should do no harm, safeguard against dispossession of
legitimate tenure right holders and environmental damage, and should respect human rights.
Such investments should be made working in partnership with relevant levels of government
and local holders of tenure rights to land, fisheries and forests, respecting their legitimate
tenure rights. They should strive to further contribute to policy objectives, such as
poverty eradication; food security and sustainable use of land, fisheries and forests;
support local communities; contribute to rural development; promote and secure
local food production systems; enhance social and economic sustainable
development; create employment; diversify livelihoods; provide benefits to the
country and its people, including the poor and most vulnerable; and comply with
national laws and international core labour standards as well as, when applicable,
obligations related to standards of the International Labour Organization.
12.5 States should, with appropriate consultation and participation, provide transparent
rules on the scale, scope and nature of allowable transactions in tenure rights and
should define what constitutes large-scale transactions in tenure rights in their national
context.
12.8 States should determine with all affected parties, consistent with the principles of
consultation and participation of these Guidelines, the conditions that promote responsible
investments and then should develop and publicize policies and laws that encourage
responsible investments, respect human rights, and promote food security and
sustainable use of the environment. Laws should require agreements for investments to
clearly define the rights and duties of all parties to the agreement. Agreements for
investments should comply with national legal frameworks and investment codes.

42

12.10 When investments involving large-scale transactions of tenure rights, including


acquisitions and partnership agreements, are being considered, States should strive to make
provisions for different parties to conduct prior independent assessments on the potential
positive and negative impacts that those investments could have on tenure rights, food
security and the progressive realization of the right to adequate food, livelihoods and the
environment. States should ensure that existing legitimate tenure rights and claims,
including those of customary and informal tenure, are systematically and
impartially identified, as well as the rights and livelihoods of other people also
affected by the investment, such as small-scale producers. This process should be
conducted through consultation with all affected parties consistent with the principles
of consultation and participation of these Guidelines. States should ensure that existing
legitimate tenure rights are not compromised by such investments.
12.11 Contracting parties should provide comprehensive information to ensure that
all relevant persons are engaged and informed in the negotiations, and should seek
that the agreements are documented and understood by all who are affected. The
negotiation process should be non-discriminatory and gender sensitive.
12.12 Investors have the responsibility to respect national law and legislation and recognize
and respect tenure rights of others and the rule of law in line with the general principle for
non-state actors as contained in these Guidelines. Investments should not contribute to
food insecurity and environmental degradation.
20. Regulated spatial planning
20.5 Spatial planning should take duly into account the need to promote diversified
sustainable management of land, fisheries and forests, including agro-ecological
approaches and sustainable intensification, and to meet the challenges of climate
change and food security.
21. Resolution of disputes over tenure rights
21.3 States should strengthen and develop alternative forms of dispute resolution,
especially at the local level. Where customary or other established forms of dispute
settlement exist they should provide for fair, reliable, accessible and nondiscriminatory ways of
promptly resolving disputes over tenure rights.
21.5 States should endeavor to prevent corruption in dispute resolution processes.

LItalia, come lUE, ha approvato le Linee Guida Volontarie sulla gestione


responsabile della terra e quindi, a tutti gli effetti, lItalia e gli altri gli Stati membri
della Unione Europea hanno la responsabilit della loro applicazione.

CONSIDERAZIONI FINALI
La produzione energetica fotovoltaica, volta a sostenere i piccoli agricoltori italiani con
incentivi statali per l'installazione di pannelli sugli annessi agricoli, diventata un fenomeno, in
Sardegna in particolare, di sottrazione di centinaia di ettari di terre fertili utili al
fabbisogno agricolo della Regione. Il caso di Narbolia, spiega come solo grandi gruppi industriali
e investitori stiano sfruttando gli incentivi statali e le leggi nazionali per produrre profitti che
non hanno per nessuna ricaduta positiva sullagricoltura ne sul territorio sardo. Il negativo
impatto ambientale e la sottrazione dei terreni fertili sono le conseguenze del furto del diritto a
produrre perpetrato a danno dei contadini e degli allevatori sardi.

43

La vera questione rimane quella dellaccesso alla terra che necessario sia per la creazione
di nuove aziende in cui possano avviare unattivit agricola giovani che ne hanno voglia o
necessit, sia per allargare la maglia poderale delle aziende di dimensione inferiore ai 30
ettari, quelle che negli ultimi 10 anni hanno subito la mortalit pi elevata, a seguito delle
politiche pubbliche premi PAC, incentivi monetari, sostegni e facilitazioni tutte basate
sullidea che pi si riduce il numero delle aziende e meglio va lagricoltura. Ma accesso alla
terra non significa necessariamente propriet, acquisto/vendita della terra, pu significare solo
un insieme di normative che favoriscano e proteggano luso agricolo della terra e non il suo
possesso. Che sostengano chi vuole iniziare unattivit agricola mettendogli a disposizione
luso di terre a fitti garantiti ed equi. Assolutamente niente di nuovo. Basta dare uno
sguardo alla carta costituzionale.
Recita lArticolo 42 della Costituzione Italiana: La propriet pubblica o privata. I beni
economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La propriet privata
riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti
allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti... Quindi, le
politiche pubbliche possono limitare la propriet privata allo scopo di assicurarne
la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
In particolare, per quanto riguarda luso agricolo, lArticolo 44 dice: Al fine di
conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la
legge impone obblighi e vincoli alla propriet terriera privata, fissa limiti alla sua estensione
secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la
trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unit produttive; aiuta la piccola e
la media propriet
Garantire un accesso facilitato alluso della terra per i contadini e proteggerne
prioritariamente luso che questi ne fanno. Di questo abbiamo bisogno anche per dare un
contributo alle crisi che attanagliano il paese, quella economica, quella finanziaria e quella
ecologica. Le aziende che sono scomparse non possono rinascere e la sofferenza di quei
fallimenti non sar compensata, ma almeno si pu immaginare di consolidare le piccole
aziende contadine e di crearne delle nuove per fermare il processo di desertificazione
agraria che ai pi sembra ormai inarrestabile.
Per riprendere la via dello sviluppo e delloccupazione si dovrebbe ripartire dalle aziende
agricole medie, piccole e piccolissime che sono oltre un milione e costituiscono il cuore
produttivo del cibo in Italia - sono loro che potrebbero reagire pi rapidamente alla crisi con
misure strutturali e legislative che non comportano necessariamente maggiore spesa per lo
Stato.
La Costituzione, infatti [] legando la propriet collettiva direttamente alla sovranit dello
Stato, [] ha capovolto la precedente concezione, che considerava i vincoli una limitazione
della propriet privata, ed ha invece considerato la stessa propriet privata una
limitazione della propriet collettiva. [Paolo Maddalena (giudice emerito della Corte
Costituzionale), L'ambiente e le sue componenti come beni comuni in propriet collettiva della
presente e delle future generazioni, tratto da www.federalismi.it]
Ed infine le autorit che hanno preso le decisioni nel concedere le autorizzazioni per gli impianti
fotovoltaici hanno rispettato queste disposizioni delle Linee Guida Volontarie?
12.3 All forms of transactions in tenure rights as a result of investments in land, fisheries and
forests should be done transparently in line with relevant national sectoral policies and be
consistent with the objectives of social and economic growth and sustainable
human development focusing on smallholders.
Cio:
12.3 Tutte le forme di transazioni dei diritti di possesso a seguito di investimenti in terreni,
nella pesca e nelle foreste dovrebbero essere fatte in modo trasparente in linea con le relative
politiche settoriali nazionali ed essere coerenti con gli obiettivi di crescita economica e sociale
e lo sviluppo umano sostenibile in particolare per piccoli proprietari. "

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PS. Se quello che succede a Narbolia vi sembra gi una provocazione provate ad immaginare
limpatto sul sistema agrario ed alimentare dellisola di:
Limpianto in oggetto rispecchia i requisiti per accedere allincentivazione e quindi si avvale
delle disposizioni dettate dal nuovo testo sulle energie rinnovabili . Il sistema prevede la
presenza di due cicli di funzionamento: un ciclo per la cattura dellenergia solare ed un ciclo
per la generazione del vaporeLintero impianto sar realizzato su unarea poligonale
pressoch pianeggiante.Il campo solare il cuore dellimpianto; la sua dimensione
funzione della potenza e della dimensione dellaccumulo termico che sintende realizzare...
Limpianto in progetto da realizzarsi nel Comune di Gonnosfanadiga (VS) nella Regione
Sardegna... Larea totale occupata dallimpianto in progetto di circa 211 ettari... Per
quanto riguarda la propriet di tale area, una porzione stimabile intorno al 55-60% delle
superfici necessarie alla realizzazione della centrale gi nella disponibilit del proponente,
giusto contratto preliminare di concessione di diritto di superfice stipulato fra la societ
Energogreen Renewables Srl e i proprietari dei terreni...15

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Estratto da Solare Termodinamico 50 MWe Gonnosfanadiga - Studio Preliminare Ambientale

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