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TECNICA ED
ORGANIZZAZIONE DEL
CANTIERE
Parte IV
La pianificazione dei lavori
INDICE
INDICE..............................................................................................................3
1
INTRODUZIONE ............................................................................................5
1.1
1.2
ESERCIZI .................................................................................................... 63
1 INTRODUZIONE
1.1 GLI OBIETTIVI DELLA PIANIFICAZIONE
La fase di pianificazione ha unimportanza fondamentale per lesecuzione di qualsiasi
processo produttivo, sia che si tratti della realizzazione di componenti ad altissima
complessit tecnologica, quali chips elettronici, sia che si tratti della realizzazione di
semplici sovrastrutture stradali, quali le pavimentazioni.
Scopo principale della pianificazione lottimizzazione dei processi necessari per il
raggiungimento di obiettivi prefissati o, nellottica diametralmente opposta, la
definizione degli obiettivi raggiungibili mediante un definito processo.
Nel settore dellingegneria civile, dove gli obiettivi sono solitamente costituiti dalla
realizzazione di un particolare tipo di opera e sono definiti in termini di tempo, costi e
standard qualitativi, la pianificazione si prefigge le seguenti finalit:
previsione del tempo di esecuzione di un lavoro assegnato, da realizzare con
lutilizzo di risorse prestabilite, mediante la definizione della struttura
organizzativa e del processo produttivo;
ottimizzazione del processo produttivo e dellutilizzo delle risorse,
rappresentate da struttura organizzativa, manodopera, materiali ed
attrezzature, con conseguente miglioramento degli standard qualitativi e/o
riduzione dei costi e/o dei tempi di esecuzione;
ricerca del minimo costo di esecuzione, con definizione delle modalit
esecutive, del tempo e delle risorse ad esso connessi;
realizzazione di un efficace strumento di controllo dei lavori, costituito dal
confronto tra il programma ed il reale andamento dei lavori, con possibilit di
intraprendere azioni correttive in fase esecutiva.
Mediante la pianificazione si determinano le operazioni che si devono compiere per
la realizzazione di un progetto, la sequenza delle operazioni stesse, la loro durata e le
risorse necessarie. E cio possibile, pur senza dimenticare che qualsiasi tipo di
pianificazione sempre soggetta ad incertezze, rispondere a domande fondamentali,
quali:
Cosa fare?
Quando farlo?
Con che mezzi?
In che modo?
Introduzione
2 LE TECNICHE RETICOLARI
2.1 LE TECNICHE DI PIANIFICAZIONE
Una tecnica di pianificazione e controllo molto diffusa consiste nella realizzazione del
diagramma di Gantt, detto anche diagramma a barre.
Tale tecnica, proposta da Henry L. Gantt agli inizi del secolo, consente di descrivere
il programma di realizzazione di un progetto mediante un grafico che riporta sullasse
verticale, non orientato, le attivit che concorrono alla realizzazione degli obiettivi del
progetto, e sullasse orizzontale una scala temporale. Ciascun attivit rappresentata
attraverso un segmento posizionato, con riferimento alla scala temporale, con lorigine
in corrispondenza della sua data di inizio e di lunghezza pari alla sua durata (cfr. fig.2.1).
A ttivit
1
2
3
tem po
Figura 2-1 Diagramma di Gantt.
1PERT:
2CPM:
Program Evalutation and Review Tecnique, tecnica di valutazione e revisione del programma.
Critical Path Metod, metodo del percorso critico.
Le tecniche reticolari
TECNICHE RETICOLARI
PERT
CPM
Diagramma di precedenza
STIMA DURATE
LEGAME COSTI-TEMPO
PERT
CPM
PERT
CPM
Metodo
probabilistico
Metodo
deterministico
Implicito
Esplicito
Le tecniche reticolari
Analisi attivit
Individuazione risorse e stima durate
Analisi ed ottimizzazione
delle risorse
Analisi ed ottimizzazione
dei costi
Programma lavori
Controllo
Le tecniche reticolari
10
Il primo passo del processo costituito da unanalisi del progetto con scomposizione
in attivit elementari ed individuazione dei legami logici e temporali tra le attivit; in tal
modo possibile la stesura del reticolo.
Lanalisi delle attivit, comprendente la definizione delle modalit esecutive e la stima
delle risorse e delle durate, associata allesame dei legami di dipendenza tra le attivit
stesse, consente la risoluzione temporale del reticolo fornendo importanti informazioni:
1. tempo minimo di esecuzione del progetto;
2. individuazione del percorso critico, insieme delle attivit che condizionano la
durata minima del progetto;
3. scorrimento delle attivit non critiche, periodo di tempo di cui possono essere
ritardate le attivit senza modificare la durata minima del progetto.
Fino a questo momento le attivit non sono precisamente collocate nel tempo ed il
piano dei lavori gode di una certa flessibilit legata allesistenza di attivit non critiche.
Lordinamento temporale delle attivit (schedulazione) avviene valutando la
distribuzione di risorse nel tempo, e tenendo presente da un lato la massima
disponibilit di risorse (allocazione) e dallaltro il vantaggio economico derivante
dalleliminazione delle discontinuit nelluso delle risorse nel tempo (livellamento).
Esplicitando il legame tra i costi ed il tempo di esecuzione delle attivit si possono
ricercare il costo totale minimo di esecuzione del progetto e la relativa durata, detta
durata ottima. Lindividuazione del costo totale minimo si basa sullosservazione che i
costi sono somma di due aliquote: i costi diretti ed i costi indiretti. I primi sono
inversamente proporzionali al tempo di esecuzione, nel senso che al diminuire del
tempo aumentano i costi, mentre i secondi sono direttamente proporzionali al tempo.
Esiste pertanto un tempo di esecuzione, tempo ottimo, cui corrisponde il minimo costo
totale.
Il programma dei lavori, oltre che strumento di pianificazione, rappresenta anche un
valido strumento di controllo. Eventuali scostamenti tra il programma e leffettivo
andamento dei lavori conducono ad una revisione del programma in modo da
intraprendere le azioni correttive necessarie per il raggiungimento degli obiettivi
prestabiliti.
Le tecniche reticolari
11
Infrastruttura stradale
Piattaforma
stradale
Spalle
Ponti e
viadotti
Pile
Fondazioni
Preparazione
casseri
Gallerie
Travi
Opere darte
minori
Soletta
Fusto pila
Posa in opera
casseri
Fissaggio
armature
Opere
complementari
Pulvino
Getto
calcestruzzo
Maturazione
calcestruzzo
Disarmo
Le tecniche reticolari
12
A
i
inizio
attivit
fine
attivit
scavo fondazioni
inizio
scavi
fine
scavi
Le tecniche reticolari
13
stesso ragionamento per il legame tra attivit B, evento 3 ed attivit C. Gli eventi 1 e 4
rappresentano rispettivamente levento inizio e levento fine del progetto.
1
A
A
B
A
C
Esistono alcune attivit, dette attivit di attesa, che comportano solo il consumo di
tempo, senza rendere necessario lutilizzo di risorse; attivit di questo tipo, peraltro
piuttosto frequenti, possono essere ad esempio la maturazione del calcestruzzo o lattesa
di una fornitura.
Un tipo di attivit molto particolare costituito dallattivit fittizia, in inglese dummy,
che non richiede consumo di tempo o impiego di risorse nella misura in cui esprime
solo un legame logico. Convenzionalmente le dummies sono rappresentate graficamente
da frecce tratteggiate.
Si illustra nel seguito un esempio nel quale si rende necessario limpiego delle
dummies. Si supponga che le attivit A e B possono iniziare e terminare nello stesso
istante; situazione che potrebbe essere rappresentata come in fig.2.10.
Le tecniche reticolari
14
B
Figura 2-10 Errata rappresentazione di un reticolo.
Tale rappresentazione non corretta nella misura in cui due attivit distinte non
possono presentare lo stesso evento inizio e lo stesso evento fine, tale incongruenza pu
essere superata con lintroduzione di una dummy (fig.2.11).
Du
B
A
A precede B
Le tecniche reticolari
15
SS=d
FF=d
SF=d
Figura 2-13 Legami temporali FF, SS e SF.
Ciascun legame pu essere rappresentato secondo due modalit differenti: nel primo
caso il tipo di legame espresso dalle posizioni delle frecce rispetto ai nodi, nel secondo
caso il legame espresso da una simbologia letterale. Anche se dal punto di vista logico i
due tipi di rappresentazione sono equivalenti probabilmente preferibile il secondo
nella misura in cui sicuramente pi facile disegnare il reticolo senza preoccuparsi di
posizionare accuratamente le frecce rispetto ai nodi.
Tra i legami evidenziati il meno utilizzato senzaltro il legame inizio-fine, mentre
piuttosto frequenti sono i legami inizio-inizio e fine-fine, soprattutto nel caso di progetti
con molte lavorazioni ripetitive o con molte lavorazioni svolte in parallelo. Questi
legami sono talvolta equivalenti alle attivit di attesa del reticolo AsF.
Le tecniche reticolari
16
Reticolo AsF
1 1
Diagramma di precedenza
Figura 2-14 Rappresentazione reticolare di un lavoro eseguito secondo uno schema
seriale.
Le tecniche reticolari
17
Reticolo AsF
1 1
I
Diagramma di precedenza
Attivit
1
2
3
4
5
6
Attivit strettamente
precedenti
1
3
2/4
5
In questa fase della pianificazione occorre mettere bene in evidenza i legami logici e
temporali tra le attivit e valutare le sequenze di lavorazione pi idonee.
Unoperazione molto utile nella fase di pianificazione, specie nel caso di lavori
ripetitivi, consiste nel suddividere unoperazione in pi attivit secondarie, ciascuna delle
Le tecniche reticolari
18
Reticolo AsF
Diagramma di precedenza
Figura 2-16 Fondazioni di due edifici eseguite in serie.
Attivit
A1
B1
C1
A2
B2
C2
Le tecniche reticolari
19
Si pu notare come nella rappresentazione grafica del reticolo si sia effettuata una
stratificazione, ossia si fatto in modo che le attivit allineate orizzontalmente facessero
parte di una stessa categoria di lavoro. Tuttavia la stratificazione, anche se facilita la
lettura del reticolo, non sempre possibile.
Reticolo AsF
A1
A2
B2
B1
C1
C2
Diagramma di precedenza
A
A1
A2
B1
B2
C1
C2
Per i reticoli i-j, dopo la costruzione del reticolo possibile numerare gli eventi. I
metodi di numerazione pi comunemente usati sono i seguenti:
Con il metodo della numerazione in avanti il primo evento assume il valore 1 (talvolta
0) e gli eventi successivi presentano una numerazione crescente, secondo un ordine
seriale, in modo tale che il numero dellevento al piede di ogni freccia risulta sempre
minore del numero dellevento alla testa della freccia stessa. Questo metodo implica che
levento finale del reticolo presenta il numero pi elevato, che corrisponde al numero di
nodi.
Le tecniche reticolari
20
Le tecniche reticolari
21
Codice attivit
IC
V1
V2
OM1
OM2
TR
R1
R2
P1
P2
P3
F1
F2
SC
Descrizione attivit
Installazione cantiere
Viadotto 1
Viadotto2
Opere minori tratto 1
Opere minori tratto 2
Trincea
Rilevato tratto 1
Rilevato tratto 2
Fondazione stradale tratto 1
Fondazione stradale tratto 2
Pavimentazione in conglomerato bituminoso
Opere di finitura tratto 1
Opere di finitura tratto 2
Smobilizzo cantiere
Per quanto riguarda la sequenza delle operazioni, i primi due vincoli da prendere in
considerazione sono costituiti dalla circostanza che nessunattivit pu iniziare prima
che sia terminata linstallazione del cantiere e tutte le attivit devono terminare prima
che abbia luogo lo smobilizzo del cantiere.
La realizzazione del tratto in trincea pu avvenire subito dopo linstallazione del
cantiere; si assume difatti che non ci sono vincoli, come ad esempio la costruzione di
opere di stabilizzazione delle scarpate, che ne condizionano lesecuzione. Inoltre la
trincea, di limitata estensione, interamente localizzata nel tratto di strada
convenzionalmente indicato come tratto 1.
Il tratto in rilevato diviso in due sezioni, da realizzare in serie, e per ciascuno dei due
tratti si sceglie un ciclo operativo che prevede linizio dei lavori di costruzione del
rilevato solo dopo il completamento delle opere minori. Tale sequenza di lavoro
motivata dal fatto che, avendo preliminarmente realizzato le opere necessarie per la sua
stabilit (i muri di sostegno) e quelle che interferiscono con la sua costruzione (i
tombini), la costruzione del rilevato pu avvenire senza interruzioni ed interferenze.
Le opere darte minori possono iniziare subito dopo linstallazione del cantiere
prevedendo che abbia luogo la realizzazione delle opere nella sezione 1, e solo dopo il
loro completamento la realizzazione delle opere nella sezione 2.
La costruzione dei viadotti pu avvenire in parallelo con le attivit summenzionate.
Per quanto riguarda il legame tra i lavori di costruzione dei due viadotti lipotesi pi
semplice, ma che comporta il maggior consumo di tempo, lesecuzione in serie. Se vi
necessit di eseguire pi velocemente i lavori, si pu pensare di eseguire in parallelo le
due costruzioni, con notevole aggravio nellutilizzo delle risorse. Probabilmente lipotesi
pi valida, che tiene conto del duplice obiettivo di contenere lutilizzo delle risorse e la
durata dei lavori, consiste nel suddividere le attivit di costruzione dei viadotti in pi
operazioni che richiedono lutilizzo di differenti tipi di risorse (fig.2.18).
Le tecniche reticolari
22
Costruzione viadotto 1
V1
Fondazioni
V1-01
Pile e spalle
V1-02
Varo travi
V1-03
Attivit
V1-01
V1-02
V1-03
V1-04
V2-01
V2-02
V2-03
V2-04
V1-01
V2-01
V1-03
V1-
V2-02
V1-04
V2-04
V2-03
Reticolo AsF
V1-01
V1-02
V1-03
V2-01
V2-02
V1-04
V2-03
V2-04
Diagramma di precedenza
Figura 2-19 Reticolo per la costruzione dei viadotti.
Le tecniche reticolari
23
d2
d1
V2
FF=d2
V2
Attivit
IC
V1
V2
OM1
OM2
TR
R1
Attivit strettamente
precedenti
IC
V1
IC
OM1
IC
OM1
Attivit
R2
P1
P2
P3
F1
F2
SC
Attivit strettamente
precedenti
R1/OM2
R1/TR
P1/R2
P2/V2
R1/TR
F1/R2
F2/P3
Le tecniche reticolari
24
TR
F2
F1
7
10
P1
11
P2
R1
1
IC
OM1
OM2
R2
V1
14
P3
15
SC
12
D2
D1
V2
13
Reticolo AsF
F1
TR
F2
P1
R1
IC
OM1
R2
OM2
P2
P3
SC
SS=D1
V1
V2
FF=D2
Diagramma di precedenza
16
Le tecniche reticolari
25
Evento iniziale ed
evento finale
Codice attivit
1-2
2-3
2-5
2-7
3-4
3-12
4-13
5-6
5-8
6-8
7-10
7-11
8-9
9-10
9-11
10-15
11-14
12-13
13-14
14-15
IC
DU
OM1
TR
D1
V1
V2
R1
OM2
DU
F1
P1
R2
DU
DU
F2
P2
D2
DU
P3
15-16
SC
Descrizione attivit
Installazione cantiere
Attivit fittizia
Opere minori tratto 1
Trincea
Attivit di attesa
Viadotto 1
Viadotto2
Rilevato tratto 1
Opere minori tratto 2
Attivit fittizia
Opere di finitura tratto 1
Fondazione stradale tratto 1
Rilevato tratto 2
Attivit fittizia
Attivit fittizia
Opere di finitura tratto 2
Fondazione stradale tratto 2
Attivit di attesa
Attivit fittizia
Pavimentazione in conglomerato
bituminoso
Smobilizzo cantiere
Durata dellattivit
Scorrimento
Pi precisamente le attivit critiche sono le attivit con il minimo scorrimento. Il minimo scorrimento
potrebbe essere una quantit non nulla sia positiva, nel qual caso il progetto sub-critico, che negativa,
nel qual caso il progetto ipercritico.
28
(3.1)
4Schedulazione:ordinamento
29
durata
A
d
Codice attivit
Durata stimata
Evento iniziale
e finale
Codice attivit
1-2
2-3
2-5
2-7
3-4
3-12
4-13
5-6
5-8
6-8
7-10
IC
DU
OM1
TR
D1
V1
V2
R1
OM2
DU
F1
15
7-11
8-9
9-10
9-11
10-15
11-14
12-13
13-14
14-15
15-16
P1
R2
DU
DU
F2
P2
D2
DU
P3
SC
0
40
25
?
80
80
40
30
0
15
TR
10
25
15
15
P1
40
0
15
5
?
0
20
10
F2
F1
7
R1
Durata
stimata
10
40
0
11
10
P2
5
IC
15
OM1
40
OM2
1)
30
R2
40
12
80
D2
D1
P3
20
V1
14
V2
13
80
15
SC
10
16
30
Le durate delle attivit di attesa D1 e D2 non sono state riportate nella misura in cui
dipendono dalle durate delle attivit del sottoreticolo (figura 3.4) relativo alla costruzione
dei due viadotti. Le suddette durate saranno esplicitate nella fase di risoluzione
temporale del reticolo.
V1-01
30
V1-02
V11)
15
25
V1-04
V1-03
V11)
10
V2-03
V2-02
V2-01
30
V2-04
15
25
10
10
Figura 3-4 Rappresentazione delle durate nel reticolo per la costruzione dei viadotti.
50.000
=25
1.000 2
1.000
500
=2
(3.2)
31
Durata
25 giorni lavorativi
Risorse
Escavatori:2
Dumpers:4
Uomini:7
8Tempo
32
Con lanalisi in avanti si calcolata anche la durata minima del progetto. Difatti
possibile affermare che, se i tempi previsti per le durate delle attivit sono rispettati nella
fase di esecuzione dei lavori, levento 4, evento fine del progetto, pu essere raggiunto al
pi presto dopo 10 unit temporali. Nel caso in cui la durata del progetto sia
incompatibile con le necessit dovr essere modificata la pianificazione, prevedendo una
differente organizzazione dei lavori o un aumento delle risorse impiegate per
lesecuzione delle attivit.
0
A
1
10
La figura 3.6 rappresenta un reticolo in cui, a differenza del caso precedente, vi sono
due sequenze di attivit che conducono dallevento inizio allevento fine.
5
C
2
5
0
B
1
13
D
3
10
11La
(3.4)
33
Codice evento
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Operazioni
Si assume convenzionalmente ET1= 0
ET1 + d1/2=0 + 30=30
ET2 + d2/3=30 + 0=25
ET4 + d3/4=30 + 25=55
max (ET3 + d35=30 +30; ET4 + d45=55 + 0)
ET5 + d5/6=55 + 15
max (ET5+ d5/7=55+30; ET6+ d67=70+ 0)
ET7 + d78=70 + 10=80
max (ET7 + d79=85 + 15; ET8 + d89=80 + 0)
ET9 + d9/10= 100 + 10
D1=ET3-ET1=30-0=30
D2=ET10-ET8=110-80=30
30
V1-01
2
30
55
V1-02
V11)
V1-04
10
V2-04
V2-03
9
15
25
60
30
80
V2-02
V2-01
30
V1-03
V11)
15
25
70
Tempo al pi presto
0
30
30
55
60
70
85
80
100
110
85
10
10
100
Figura 3-6 Tempi al pi presto del sottoreticolo per la costruzione dei viadotti.
110
34
Codice
evento
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Operazioni
Si assume ET1=0
ET1 + d1/2=0 + 15
ET2 + d2/3=15 + 0
ET3 + d3/4=15 + 30
ET2 + d2/5=15 + 40
ET5 + d5/6=55 + 40
max (ET2 + d2/7=15 + 25; ET6+d67=95+0)
max (ET6 + d6/8=95 + 0; ET5 + d5/8=55 + 30)
ET8 + d8/9=95 + 40
max (ET7 + d7/10=40 + 15; ET9 + d9/10=135 + 0)
max (ET7 + d7/11=40 + 10; ET9 + d9/11=135 + 0)
ET3 + d3/12=15 + 80
max (ET4 + d4/13=40 + 80; ET12 + d12/13=95 + 30)
max (ET11 + d11/14=135 + 5; ET13 + d13/14=125 + 0)
max(ET10 + d10/15=135 + 15; ET14 + d14/15=140 + 20)
ET15 + d15/16=160 + 10
135
95
TR
F2
F1
7
10
25
15
15
95
135
P1
11
10
R1
15
0
1
IC
15
OM1
40
P2
40
OM2
8
1)
30
55
95
R2
40
160
140
14
P3
20
15
170
SC
10
135
V1
80
15
Tempo al
pi presto
0
15
15
45
55
95
95
95
135
135
135
95
125
140
160
170
D1
12
95
D2
30
30
4
V2
13
80
45
125
16
35
dellevento fine del progetto, preventivamente stabilito, per giungere al calcolo del
tempo al pi presto dellevento inizio del progetto.
Il reticolo della figura 3.9, analogo al reticolo della figura 3.5 per cui sono stati
calcolati i tempi al pi presto, rappresenta un esempio di calcolo dei tempi al pi tardi.
In primo luogo occorre definire il tempo al pi tardi dellevento fine (levento 4). Si
supponga che esso sia coincidente con il tempo al pi presto, per cui: ET4=LT4=13.
11
C
2
5
B
1
0
3
0
10
3
13
13
(3.5)
(3.6)
dove i rappresenta levento in esame e gli eventi j sono quelli che lo seguono
strettamente.
36
Codice
evento
16
15
14
13
12
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
Operazioni
Si assume LT16=ET16
LT16 - d15/16=170 - 110
LT15 - d14/15=160 - 20
LT14 - d13/14=140 - 0
LT13 - d12/13=140 - 30
LT14 - d11/14=140 - 5
LT15 - d10/15=160 - 15
min(LT11 - d9/11=135 - 0; LT10 - d9/10=145 - 0)
LT9 - d8/9=135 - 40
min(LT10 - d7/10=145 - 15; LT11 - d7/11=145 - 0)
min(LT7 - d6/7=125 - 0; LT8 - d6/8=95 - 0)
min(LT6 - d5/6=95 - 40; LT8 - d5/8=95 - 30)
LT13 - d4/13=140 - 80=60
min(LT4 - d3/4=60 - 30; LT12-d3/12=110 - 80)
min(LT3-d2/3=35-0; LT5-d2/5=55-40; LT7d27=125-25)
LT2 - d1/2=15 - 15
125
95
TR
F2
10
25
15
95
15
135
95
P1
135
11
10
0
0
1
IC
15
R1
15
2
OM1
55
R2
8
1)
30
55
P2
40
OM2
40
40
95
95
14
135
135
12
80
30
95
D1
1)
D2
30
30
V2
13
80
45
140
160
140
P3
20
V1
3
15
145
135
F1
15
Tempo al pi
tardi
170
160
140
140
110
135
145
135
95
125
95
55
60
30
15
60
125
140
15
160
170
SC
10
170
16
37
(3.7)
Gli eventi che presentano scorrimento minimo sono detti eventi critici. In particolare
gli eventi critici presentano lo stesso scorrimento dellevento fine e dellevento inizio; se,
come si verifica per la maggior parte dei programmi, levento fine e levento inizio
presentano scorrimento nullo la condizione di criticit degli eventi la seguente:
LT=ET
(3.8)
Il cammino critico si snoda attraverso gli eventi critici; tuttavia, questa condizione da
sola non sufficiente per lindividuazione delle attivit critiche.
Ogni evento del reticolo, ad eccezione dellevento inizio e dellevento fine del
progetto, caratterizzato dallavere unattivit che lo precede ed unattivit che lo segue.
Il tempo al pi presto dellevento al piede di ogni freccia il tempo al pi presto in
cui lattivit rappresentata dalla freccia pu cominciare (figura 3.10), detto tempo di inizio
al pi presto (earliest start=ES).
A ttivit
i
ETi= ES
Figura 3-10 Tempo di inizio al pi presto.
38
(3.9)
A ttivit
j
LTj= LF
Figura 3-11 Tempo di fine al pi tardi.
(3.10)
(3.11)
Le attivit che presentano il minore scorrimento totale fanno parte del percorso
critico e tale scorrimento risulter pari allo scorrimento dellevento inizio e dellevento
fine del progetto. Nel caso piuttosto frequente in cui lo scorrimento dellevento inizio e
dellevento fine nullo, la condizione di criticit delle attivit la seguente:
TF=0
(3.12)
Dopo aver effettuato lanalisi in avanti ed a ritroso del reticolo, lindividuazione del
percorso critico quasi immediata (tab. 3.6). Difatti tale analisi consente il calcolo dei
tempi al pi presto ed al pi tardi degli eventi, pari rispettivamente al tempo di inizio al
pi presto (ETi=ES) ed al tempo di fine al pi tardi (LTj=LF) delle attivit da essi
dipendenti.
Per ogni attivit, il tempo di fine al pi presto si ottiene sommando al tempo di inizio
al pi presto la sua durata (formula 3.9, EF=ES+d), mentre il tempo di inizio al pi tardi si
calcola sottraendo la sua durata al tempo di fine al pi tardi (formula 3.10, LS=LF-d). La
differenza tra il tempo di inizio al pi tardi ed il tempo di inizio al pi presto (formula
39
PARAMETRI TEMPORALI
Eventi
Attivit
FORMULA
Max(ETi+dij)
Min(LTj-dij)
LT-ET
ETi
ETi+dij
LTj-dij
LTj
LTj-ETi-dij
La tabella 3.7 riporta i dati temporali relativi alla risoluzione del reticolo di esempio,
mentre il reticolo di figura 3.12 evidenzia il percorso critico.
40
Codice
IC
DU
OM1
TR
D1
V1
V2
R1
OM2
DU
F1
P1
R2
DU
DU
F2
P2
D2
DU
P3
SC
Durata
15
0
40
25
30
80
80
40
3
0
15
10
40
0
0
15
5
30
0
20
10
125
95
TR
ES
0
15
15
15
15
15
45
55
55
95
95
95
95
135
135
135
135
95
125
140
160
EF
15
15
55
40
45
95
125
95
85
95
110
105
135
135
135
150
140
125
125
160
170
10
15
15
135
95
15
0
1
IC
15
15
2
OM1
10
P2
5
55
R2
8
1)
30
55
11
40
OM2
40
135
P1
1)
R1
40
95
95
14
135
135
12
80
30
110
95
D1
D2
30
30
V2
13
80
45
60
140
160
140
P3
20
V1
3
15
TF
0
15
0
85
20
15
20
0
15
0
35
30
0
10
0
10
0
15
15
0
0
F2
95
LF
15
30
55
125
60
110
140
95
95
95
145
135
135
145
135
160
140
140
140
160
170
145
135
F1
25
LS
0
30
15
100
35
30
60
55
65
95
130
125
95
145
135
145
135
110
140
140
160
125
140
15
160
1)
SC
10
1)
16
41
a+4m+b
6
(3.13)
b-a
36
(3.14)
s=
dove:
a= durata ottimistica, che rappresenta il pi breve periodo di tempo in cui lattivit pu
essere completata se si verificano circostanze favorevoli e tale che si ha una
probabilit che la durata dellattivit sia inferiore ad essa pari all1%;
m=durata pi verosimile, che rappresenta il periodo di tempo necessario allo svolgimento
dellattivit in condizioni normali e costituisce il valore di durata pi probabile;
b=durata pessimistica, che rappresenta il periodo di tempo che richiede lesecuzione di
unattivit se si verificano circostanze sfavorevoli tale che si ha una probabilit che
la durata dellattivit sia superiore ad essa pari all1%.
La stima delle tre durate pu essere effettuata o con lausilio di un esperto nel lavoro
in esame, o, se possibile, attraverso lanalisi storica delle durate di lavori simili.
Nel reticolo di figura 3.13 sono rappresentate sulle frecce le tre durate (a, b ed m) di
ciascunattivit, espresse ad esempio in mesi.
E possibile conoscere la probabilit che il progetto sia terminato dopo 38 unit
temporali, ossia dopo 38 mesi:
12Per
42
P=Prob(T<Tc)=Prob(T<38)
Il primo passo dellanalisi consiste nel calcolare (tabella 3.8), per ciascunattivit, la
durata attesa e la deviazione standard della distribuzione.
6-8-10
6
5-9-11
2-3-6
2-3-8
6-9-15
1
4-7-9
1-4-6
3
7-10-13
Attivit
i-j
1-2
2-3
2-4
3-5
4-6
5-7
6-7
7-8
Durata stimata
a
6
4
2
7
6
1
5
2
m
9
7
3
10
8
4
9
3
Media
b
15
9
6
13
10
6
11
8
te
9.5
6.8
3.3
10
8
3.8
8.7
3.7
Deviazione
standard
s
1.50
0.83
0.67
1.00
0.67
0.83
1.00
1.00
43
12.8
13.4
20.8
8
21.4
6
3.3
0
9.5
8.7
30.1
9.5
9.5
1
30.1
33.8
3.7
6.8
3.8
10
3
16.3
16.3
26.3
26.3
= i =1 tei
n
(3.14)
(3.15)
i =1
33.8
=33.8
=2.42
Per calcolare la probabilit che il progetto abbia durata inferiore al limite prefissato di
38 unit temporali si calcola la differenza tra la durata media del percorso critico ed il
tempo limite: =Tc-=38-33.8=4.2.
13Generalmente
14Nel
44
K
0.0
0.2
0.4
0.6
0.8
1.0
1.2
1.4
Prob (x<+k)
0.500
0.579
0.655
0.726
0.788
0.841
0.885
0.919
Prob (x<+k)
1.6
1.8
2.0
2.2
2.4
2.6
2.8
3.0
0.945
0.964
0.977
0.986
0.992
0.995
0.997
0.999
Probabilit
33.8
36.2
38
D urata delprogetto
+ 1.7
45
ci
i =1
p*i
(3.16)
4 ANALISI
ED
RISORSE
OTTIMIZZAZIONE
DELLE
15Quantit
10
10
15
15
48
Attivit
A
4
6
10
12
14
15
Tempo
Quantit di risorsa
10
8
6
4
2
10
12
14
15
Tempo
49
50
51
Attivit
2
6
Quantit di risorsa 2
10
12
14
15
Tempo
10
8
6
4
2
2
10
12
14 15
Tempo
Attivit
A
4
6
10
12
14
15
Tempo
Quantit di risorsa
10
8
6
4
2
2
10
12
14
15
Tempo
52
10
4
(1)
5
(3)
10
5
(4)
10
5
A
(1)
5
Attivit
5
A
10
10
Tempo
Quantit di risorsa
Limite di disponibilit
6
5
Richiesta
4
3
2
1
2
10
Tempo
53
Si ipotizza, come nel caso precedente, lutilizzo di un solo tipo di risorsa. Inoltre,
tenendo conto che la disponibilit di risorse potrebbe non essere costante nel tempo, si
suppone una disponibilt di risorse pari a 3 unit dallinizio del progetto fino al tempo 5,
e pari a 6 unit dal tempo 5 fino al termine del progetto.
La distribuzione di risorse relativa alla schedulazione con le attivit aventi inizio
al tempo al pi presto non compatibile con la disponibilt.
In tal caso si ricerca unordinamento temporale delle attivit che non modifichi
la durata del progetto e che determini una distribuzione di risorse compatibile con il
limite di disponibilit. Ci significa schedulare le attivit, senza variare la data di
esecuzione delle attivit critiche, modificando linizio delle attivit dotate di scorrimento
ed avendo cura di fare in modo che la data schedulata di inizio delle attivit sia non
successiva al tempo di inizio al pi tardi.
Nel caso in cui non possibile ottenere una distribuzione di risorse compatibile
con i limiti di disponibilit senza prolungare la durata del progetto, occorre scegliere,
valutando accuratamente vincoli e convenienze economiche, se rispettare il limite di
disponibilit delle risorse aumentando i termini di consegna dei lavori, oppure se
modificare i limiti di disponibilit delle risorse, lasciando immutata la durata complessiva
del progetto.
Con riferimento al reticolo di figura 4.5 si costruisce un diagramma di carico
relativo alle sole attivit critiche (figura 4.6).
Attivit
10
Tempo
Quantit di risorsa
Limite di disponibilit
6
5
Richiesta
4
3
2
1
2
10
Tempo
54
Dallesame del diagramma di figura 4.6 si nota che, nellintervallo compreso tra il
tempo 0 ed il tempo 5, la richiesta di risorsa coincide con il limite di disponibilt,
mentre, nellintervallo compreso tra il tempo 5 ed il tempo 10, la disponibilit in
esubero rispetto alla richiesta. Pertanto converrebbe svolgere le due attivit dotate di
scorrimento A e C nellintervallo tra il tempo 5 ed il tempo 10. Schedulando le suddette
attivit con inizio al tempo 5, pari al loro tempo di inizio al pi tardi e quindi tale da non
dilazionare il termine dei lavori, risulta il diagramma di carico rappresentato nella figura
4.7.
In questo caso si verificano due circostanze favorevoli:
si ottiene un perfetto allineamento tra disponibilit e richiesta di risorse;
la durata complessiva del progetto non viene modificata dallesigenza di
contenere la richiesta di risorse al di sotto del limite di disponibilit.
Attivit
10
Tempo
Quantit di risorsa
Limite di disponibilit
6
5
Richiesta
4
3
2
1
2
10
Tempo
55
56
COSTO TOTALE
Costi diretti
Manodopera
Macchine
Materiali
Costi indiretti
Spese
generali di sede
Spese generali di
cantiere
Oneri
fiscali
Oneri
economici
58
Costo
accelerato
Costo
normale
Tempo
Durata accelerata
Durata normale
59
Costo
Costi diretti
Costo totale
Costi indiretti
Temp
(5.1)
60
SI
Calcolo costo totale
Il nuovo costo maggiore
del precedente?
NO
FINE PROCEDURA
61
Dopo ogni accelerazione si calcola il nuovo costo totale del progetto. Se il nuovo
costo totale inferiore al precedente si continua la procedura, in caso contrario il costo
precedente rappresentava il costo ottimo del progetto.
Quando la procedura viene reiterata occorre controllare lo scorrimento di tutte le
attivit poich potrebbero essere diventate critiche attivit che in precedenza
appartenevano ai cammini sub-critici. Se si sono aggiunte altre attivit critiche occorre
ordinare di nuovo le attivit.
La suddetta procedura, sebbene apprezzabile dal punto di vista teorico, trova tuttavia
poca applicazione pratica poich piuttosto complessa e molto spesso la durata ottima
superiore rispetto ai tempi contrattuali.
6 ESERCIZI
Esercizio 1
Disegnare un reticolo, nella forma AsF, che esprime i seguenti legami logici tra le
attivit:
B e C seguono A;
D segue C;
E segue B e D.
Esercizio 2
Disegnare un reticolo, nella forma AsF, che esprime i seguenti legami logici tra le
attivit:
E segue B e C;
B e C seguono A;
D segue B;
F segue D ed E.
C
Esercizi
64
Esercizio 3
Disegnare un reticolo, nella forma AsF, che esprime i seguenti legami logici tra le
attivit:
B, C e D precedono A;
A segue B;
L segue G ed H;
H segue D;
G ed F seguono C;
I segue G ed F;
H segue E, I ed L.
D
Esercizio 4
Disegnare un reticolo, nella forma AsF, che esprime i seguenti legami logici tra le
attivit:
B e C seguono A;
D ed E seguono B;
I ed H seguono C;
F segue D;
G, H ed I seguono E;
L segue F e G;
M segue I;
N segue H, L ed M.
D
Esercizi
65
Esercizio 5
Rappresentare il reticolo dellesercizio 1 nella forma di diagramma di
precedenza.
Esercizio 6
Rappresentare il reticolo dellesercizio 2 nella forma di diagramma di
precedenza.
Esercizi
66
Esercizio 7
Rappresentare il reticolo dellesercizio 3 nella forma di diagramma di
precedenza.
D
I
F
Esercizi
67
Esercizio 8
Rappresentare il reticolo dellesercizio 4 nella forma di diagramma di
precedenza.
G
L
B
D
Esercizi
68
Esercizio 9
Numerare gli eventi del reticolo dellesercizio 2 con i seguenti metodi:
numerazione in avanti;
numerazione a ritroso;
numerazione casuale.
C
E
6
Esercizi
69
Esercizio 10
Numerare le attivit del diagramma di precedenza dellesercizio 6 con i seguenti
metodi:
numerazione in avanti;
numerazione a ritroso;
numerazione casuale.
3
Esercizi
70
Esercizio 11
Numerare gli eventi del reticolo degli esercizi 3 e 4 con il metodo della
numerazione in avanti.
L
7
5
G
6
C
L
8
H
2
9
E
G
5
L
10
3
D
F
4
10
Esercizi
71
Esercizio 12
Calcolare i tempi al pi presto degli eventi del reticolo dellesercizio 1, con le
attivit aventi le seguenti durate:
Attivit
Durata
A
7
B
6
C
4
D
3
E
6
11
14
20
Esercizio 13
Calcolare i tempi al pi tardi del reticolo dellesercizio precedente.
11
11
D
3
A
7
14
B
6
14
20
20
E
6
Esercizi
72
Esercizio 14
Individuare il percorso critico del reticolo dellesercizio precedente e riportare in
apposita tabella i dati temporali (ES, EF, LS, LF e TF) relativi alle attivit.
Attivit
Eventi i-j
Durata
ES
EF
LS
LF
TF
1-2
2-4
13
14
2-3
11
11
3-4
11
14
11
14
4-5
14
20
14
20
11
11
D
3
A
7
14
B
6
14
20
20
E
6
Esercizi
73
Esercizio 15
Effettuare lanalisi temporale del diagramma di precedenza dellesercizio 6, con
le attivit aventi le seguenti durate:
Attivit
Durata
A
5
B
8
C
6
D
10
E
15
F
2
Si presentino i risultati sia in forma grafica, sia in forma tabulare.
Attivit
Durata
ES
EF
LS
LF
TF
13
13
11
13
10
13
23
18
28
15
13
28
13
28
28
30
28
30
11
13
13
13
C
2
28
28
E
0
15
28
28
A
0
30
30
F
0
13
13
13
18
B
0
23
28
D
8
10
Esercizi
74
Esercizio 16
Calcolare i tempi al pi presto degli eventi del reticolo dellesercizio 3, con le
attivit aventi le seguenti durate:
Attivit
A
B
C
D
E
F
G
H
I
L
M
Durata
4
6
8
9
6
6
5
3
5
7
3
17
13
H
5
3
G
A
4
12
C
2
L
7
17
24
F
6
I
8
10
B
3
6
27
M
3
10
Esercizi
75
Esercizio 17
Calcolare i tempi al pi tardi degli eventi del reticolo dellesercizio precedente.
13
14
17
18
10
24
19
7
17
12
12
17
3
G
17
I
8
24
27
27
10
18
3
6
Esercizio 18
Individuare il percorso critico del reticolo dellesercizio precedente e riportare in
apposita tabella i dati temporali (ES, EF, LS, LF e TF) relativi alle attivit.
Attivit
A
B
C
D
E
F
G
H
I
L
M
Eventi i-j
1-2
2-3
2-4
2-5
3-9
4-7
4-6
5-8
7-9
8-9
9-10
Durata
4
6
8
9
6
6
5
3
5
7
3
ES
0
4
4
4
10
12
12
13
18
17
24
13
EF
4
10
12
13
16
18
17
16
23
24
27
17
14
D
9
G
0
A
4
12
12
C
2
10
B
6
17
7
17
6
18
18
E
3
6
24
19
TF
0
8
0
1
8
1
0
1
1
0
0
LF
4
18
12
14
24
19
17
17
24
24
27
17
H
5
LS
0
12
4
5
18
13
12
14
19
17
24
I
8
24
27
M
3
27
10
Esercizi
76
Esercizio 19
Calcolare i tempi al pi presto degli eventi del reticolo dellesercizio 4, con le
attivit aventi le seguenti durate:
Attivit
A
B
C
D
E
F
G
H
I
L
M
N
13
Durata
5
4
6
4
6
6
4
8
6
12
8
3
17
14
D
5
A
4
12
12
C
2
10
B
6
17
7
17
6
18
24
19
3
G
17
I
8
18
E
3
6
24
27
M
3
27
10
Esercizi
77
Esercizio 20
Calcolare i tempi al pi tardi degli eventi del reticolo dellesercizio precedente.
17
15
A
5
I
6
23
21
8
6
31
H
2
15
6
9
15
19
19
B
7
3
4
D
4
12
13
13
F
6
31
34
34
N
3
10
Esercizi
78
Esercizio 21
Individuare il percorso critico del reticolo dellesercizio precedente e riportare in
apposita tabella i dati temporali (ES, EF, LS, LF e TF) relativi alle attivit.
Attivit
Eventi i-j
Durata
ES
EF
LS
LF
TF
1-2
2-3
2-6
11
11
17
3-4
13
13
3-5
15
15
4-7
13
19
13
19
5-7
15
19
15
19
6-9
15
23
23
31
6-8
15
21
17
23
7-9
12
19
31
19
31
8-9
21
29
23
31
9-10
31
34
31
34
17
15
A
5
I
6
23
21
31
H
2
15
6
9
15
19
19
B
7
3
4
D
4
12
13
13
F
6
31
34
34
N
3
10
Esercizi
79
Esercizio 22
Si consideri il reticolo dellesercizio 1, in cui le durate sono stimate secondo il
metodo probabilistico. Si calcoli la probabilit, in accordo con il metodo PERT che
prevede lindividuazione di ununico percorso critico pari al cammino con durata
media maggiore, che il progetto sia terminato dopo 20 unit temporali.
Le durate delle attivit sono le seguenti:
Attivit
Durata ottimistica
a
A
4
7
8
6.7
0.67
B
6.0
0.33
3.8
0.50
3.3
0.67
5.8
0.33
te
ES
EF
LS
6.7
0.67
6.7
6.7
6.0
0.33
6.7
12.7
7.8
13.8
1.1
3.8
0.50
6.7
10.5
6.7
10.5
3.3
0.67
10.5
13.8
10.5
13.8
5.8
0.33
13.8
19.6
13.8
19.6
LF
TF
Esercizi
80
10.5
10.5
D
3
3.8
6.7
13.8
6.7
6.7
3.3
B
6
13.8
19.6
19.6
E
5.8
Noti T e si ricava:
Esercizi
81
Esercizio 23
Si consideri il reticolo dellesercizio 2, in cui le durate sono stimate secondo il
metodo probabilistico. Si calcoli la probabilit, in accordo con il metodo PERT che
prevede lindividuazione di ununico percorso critico pari al cammino con durata
media maggiore, che il progetto non sia terminato dopo 20 unit temporali.
Le durate delle attivit sono le seguenti:
Attivit
Durata ottimistica
a
10
10
12
10
15
16
A
4
7
8
6.7
0.67
B
6.0
0.33
3.8
0.50
3.3
0.67
5.8
0.33
te
ES
EF
LS
LF
TF
6.7
0.67
6.7
6.7
6.0
0.33
6.7
12.7
7.8
13.8
1.1
3.8
0.50
6.7
10.5
6.7
10.5
3.3
0.67
10.5
13.8
10.5
13.8
5.8
0.33
13.8
19.6
13.8
19.6
Esercizi
82
10.5
10.5
D
3
3.8
6.7
A
6.7
3.3
13.8
6.7
B
6
13.8
19.6
19.6
E
5.8
Noti T e si ricava:
Esercizi
83
Esercizio 24
Si calcoli, con riferimento al reticolo dellesercizio precedente, il tempo
contrattuale cui associato il rischio del 5%, ossia la probabilit del 5% di non
terminare i lavori.
Esercizio 25
Si consideri il seguente reticolo, con la richiesta unitaria di risorse indicata tra
parentesi:
D
(8)
(5)
5
12
(2)
(5)
(2)
(3)
4
(8)
8
3
(7)
6
2
(7)
2
Esercizi
84
Attivit
Eventi i-j
1-2
Durata
ES
EF
LS
2-3
14
18
10
2-4
12
14
2-5
10
10
3-6
10
18
20
10
4-7
12
20
14
22
5-7
12
10
22
10
22
6-7
10
12
20
22
10
7-8
22
25
22
25
10
D
0
1
(5)
5
12
12
C
(8)
22 22
14
F
(2)
(2)
7
8
B
(3)
4
TF
10
(5)
6
LF
18
3
20
(7)
6
2
(7)
2
25
(8)
8
3
10
E
25
I
Esercizi
85
Legenda
Attivit
Attivivit critiche
F
5
10
12
14
16
18
20
22
24
25
Tempo
25
Tempo
Quantit di risorsa
=18
Rmax=14
14
12
10
10
12
14
16
18
20
22
24
Esercizi
86
Esercizio 26
Con riferimento al reticolo dellesercizio 25 si costruisca il diagramma di carico
corrispondente ad una schedulazione con le attivit aventi inizio al tempo al pi
tardi.
Legenda
Attivit
Attivit critiche
F
5
10
12
14
16
18
20
22
24
25
Tempo
Quantit di risorsa
=18
Rmax=14
14
12
10
10
12
14
16
18
20
22
24
25
Tempo
Esercizi
87
Esercizio 27
Si livelli il diagramma di carico dei due esercizi precedenti, senza dilazionare la
durata del progetto, assumendo come misura del livellamento la somma delle
discontinuit di richiesta di risorsa ().
Legenda
Attivit
Attivit critiche
Attivit schedulate
Scorrimento attivit
F
5
10
12
14
16
18
20
22
24
25
Tempo
25
Tempo
Quantit di risorsa
=14
Rmax=14
14
12
10
10
12
14
16
18
20
22
24
Esercizi
88
Esercizio 28
Si costruisca il diagramma di carico delle risorse con riferimento al reticolo
dellesercizio 22, ipotizzando un limite di disponibilit di risorsa pari a 12 unit. Si
assumano i seguenti criteri di schedulazione delle attivit:
1. criterio primario: numero crescente dellevento fine;
2. criterio secondario: scorrimento totale crescente.
Attivit
A
B
C
D
E
G
F
H
I
Eventi i-j
1-2
2-3
2-4
2-5
3-6
5-7
4-7
6-7
7-8
TF
0
10
2
0
10
0
2
10
0
Criteri di schedulazione
1. evento j crescente
2. TF crescente
Attivit
A
C
D
G
2
F
7
10
12
14
16
18
20
22
24
26
27
Tempo
Quantit di risorsa
=24
Rmax=12
Limite di
12
10
8
6
4
2
10
12
14
16
18
20
22
24
26 27
Tempo
Parte IV La pianificazione dei lavori
Esercizi
89
Esercizio 29
Si livelli il diagramma di carico dellesercizio precedente, senza modificare la
durata del progetto ed il limite di disponibilit di risorse.
Attivit
A
10
12
14
16
18
20
22
24
26
27
Tempo
=20
Rmax=12
Quantit di risorsa
Limite di disponibilit
12
10
10
12
14
16
18
20
22
24
26
27
Tempo
Tecnica ed Organizzazione del Cantiere
Esercizi
90
Esercizio 30
Si consideri il seguente reticolo:
D
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Condizioni normali
Durata
Costo
5
8
4
7
7
4
7
4
5
100
250
120
150
200
130
150
140
100
Condizioni
accelerate
Durata
Costo
4
5
3
5
4
3
5
3
4
110
340
160
190
230
160
200
160
120
Incremento
di costo
nellunit di
tempo
10
30
40
20
10
30
25
20
20
Esercizi
91
13
12
D
7
0
1
12
13
16
25
20
13
13
20
Attivit
Eventi i-j
Durata
ES
EF
LS
LF
TF
1-2
2-3
13
13
2-4
12
2-5
12
13
3-7
13
20
13
20
4-6
13
12
16
5-7
12
19
13
20
6-7
13
17
16
20
7-8
20
25
20
25
25
8
Esercizi
92
10
11
14
18
10
14
E
4
Attivit
Eventi i-j
Durata
ES
EF
LS
LF
TF
1-2
2-3
10
2-4
2-5
3-7
13
10
14
4-6
10
11
5-7
14
14
6-7
10
13
11
14
7-8
14
18
14
18
18
8
Esercizi
93
Esercizio 31
Calcolare i costi diretti del progetto dellesercizio 30, eseguito in condizioni
normali.
Attivit
Durata
Costo
100
250
120
150
200
130
150
140
100
Costo totale: 1.340
Esercizio 32
Calcolare i costi diretti del progetto dellesercizio 30, eseguito con tutte le attivit
in condizioni accelerate.
Attivit
Durata
Costo
110
340
160
190
230
160
200
160
120
Costo totale: 1.670
Esercizi
94
Esercizio 33
Calcolare il minimo costo diretto dellesercizio 30, compatibile con la durata
accelerata.
Il cammino critico A-D-G-I deve essere eseguito in condizioni accelerate. I due
cammini B-E e C-F-H possono essere rallentati, rispetto alle condizioni accelerate,
di ununit temporale ciascuno.
Per ognuno dei suddetti cammini si definisce unordine di priorit di
accelerazione, con lobiettivo di rallentare le attivit cui compete il maggior indice di
costo.
Attivit
IC
30
10
Attivit
IC
40
30
20
Durata
Costo
110
310
120
190
230
160
200
160
120
Costo totale: 1.600
Esercizi
95
Esercizio 34
Assumendo che i costi indiretti sono pari a 12 unit di costo/unit di tempo del
tempo del progetto, ricercare il costo totale minimo e la durata ottima.
Calcolo dei costi diretti
Sono noti i costi in condizioni normali, C=1.340 e T=25, ed in condizioni accelerate,
C=1.600 e T=18. A partire dalle condizioni normali si riduce la durata del progetto, e per ogni
durata si ricerca il minimo costo diretto, ottenuto accelerando nel modo pi conveniente le
attivit.
La prima accelerazione, per essere efficace, deve interessare unattivit appartenente al
percorso critico. Si definisce, a tale scopo, una lista di priorit di accelerazione delle attivit
appartenenti al percorso critico, adottando come criterio principale di ordinamento lindice di
costo crescente, e come criterio secondario lordine di esecuzione delle attivit previsto dal
programma.
Attivit
IC
Dn-Da
10
10
20
30
Rispettando i criteri della lista si accelera lattivit A con unincremento di costo pari a :
C= Ic(D1-D2) = 10(5-4) = 10
dove D1 e D2 rappresentano rispettivamente la durata dellattivit prima e dopo
laccelerazione.
In tal modo possibile eseguire il progetto in 24 unit temporali con un costo diretto pari
a 1.350 unit di costo. Si noti che lincremento di costo diretto, derivante dalla riduzione della
durata del progetto da 25 a 24 unit temporali, minore della riduzione di costo indiretto,
pari a 12 unit di costo.
Per accelerare ulteriormente il progetto si accelera di ununit temporale lattivit E con
unincremento di costo pari a:
C= Ic(D1-D2) = 10(7-6) = 10
In tal modo possibile eseguire il progetto in 23 unit temporali con un costo diretto pari
a 1.360 unit di costo.
Il programma dei lavori rappresentato dal reticolo seguente:
Esercizi
96
11
11
D
7
0
1
11
12
15
6
18
23
F
5
12
12
18
E
6
Attivit
IC
20
30
30
35
50
16
Lattivit A non viene presa in considerazione poich gi previsto che sia eseguita in condizioni accelerate.
23
8
Esercizi
97
indiretto, pari a 12 unit di costo. Ci significa che la suddetta accelerazione del progetto
non economicamente conveniente e la durata ottima pari a 23 unit temporali.
Al fine di analizzare la variazione dei costi diretti al variare della durata del progetto si
ricerca il costo associato alla durata di 20 unit temporali.
A tale scopo si accelerano di due unit temporali, rispettando lordine di priorit della
tabella precedente, le attivit E e D con unincremento di costo pari a:
C= Ic(D1-D2) = 302 = 60
In tal modo possibile eseguire il progetto in 20 unit temporali con un costo diretto pari
a 1.440 unit di costo.
In sintesi risulta:
Durata del progetto
Costi diretti
18
1.670
20
1.440
22
1.380
23
1.360
24
1.350
25
1.340
Costi indiretti
I costi indiretti crescono linearmente con la durata del progetto e sono pari a 12 unit di
costo/unit di tempo.
Durata del progetto
Costi indiretti
18
216
20
240
22
264
23
276
24
288
25
300
Esercizi
98
Costi totali
Sommando i costi diretti ed i costi indiretti si ottengono i costi totali.
Durata del progetto
Costi diretti
Costi indiretti
Costi totali
18
1.670
216
1.886
20
1.440
240
1.680
22
1.380
264
1.644
23
1.360
276
1.636
24
1.350
288
1.638
25
1.340
300
1.640
Risulta cosi: