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L'algebra di Boole

L'algebra booleana deve il suo nome al logico e matematico inglese George Boole (1815 1864)
che ebbe il merito di formularla. Egli svilupp i concetti espressi da Leibniz sul sistema binario e
descrisse gli operatori logici, che da lui presero il nome di operatori booleani, su cui si fonda un
modello di calcolo che consente:
di operare sulle proposizioni logiche su cui si articola il ragionamento allo stesso modo che
su entit matematiche;
di spiegare il comportamento dei componenti elettronici denominati porte logiche che sono
alla base del funzionamento dei calcolatori elettronici
Come tutte le algebre essa si sviluppa partendo dalla definizione di un insieme di supporto X e di
operatori binari che associano a coppie di elementi di X un elemento dello stesso insieme.
Gli operatori sono due:
l'operatore di somma che si indicher con
l'operatore di prodotto che si indicher con
Entrambi gli operatori sono funzioni definite nel dominio X X e hanno per codominio X.
Perch sia un'algebra devono valere le seguenti propriet definite assiomaticamente per ogni x, y, z
appartenenti a X:
I. propriet commutativa:
a) della somma: x y = y x
b) del prodotto: x y = y x
II. propriet distributiva:
) della somma rispetto al prodotto: x (y z) = (x y) (x z)
) del prodotto rispetto alla somma: x (y z) = (x y) (x z)
III. dell'esistenza dell'elemento neutro:
a) O per la somma: x = x
b) I per il prodotto: x = x
con O ed I appartenenti all'insieme X;
IV. del complemento x' per il quale sussiste:
) x x' =
) x x' =
Il complemento x' di x unico. Per dimostrarlo si assuma per assurdo che esista un altro x che
gode della propriet di essere complemento di x. Allora:
x' = x' O
per la III.a
= x' (x x)
per la IV.a
= (x' x) (x' x)
per la II.a
= (x' x) I
per la IV.a
= (x x') (x x)
per la I.a e la IV.a
= x (x' x)
per la II.b
= x I
per la IV.a
= x
per la III.b
Data la univocit del complemento si introduce un terzo operatore denominato complemento ed
indicato con . Con la notazione x' = x si fa riferimento al complemento di x. Si noti che:
O = I
I = O
x = (x)
Le quattro propriet rappresentano le regole fondamentali del modello di algebra. Con esse si
possono dimostrare le ulteriori propriet:
V. associativa:
) della somma: x (y z) = (x y) z

) del prodotto: x (y z) = (x y) z
VI. idempotenza:
a) per la somma: x x = x
b) per il prodotto: x x = x
VII.
assorbimento:
) della somma: x (x y) = x
) del prodotto: x (x y) = x
VIII.
del minimo e del massimo:
a) per il minimo: x O = O
) per il massimo: x I = I
Si osservi che tutti gli assiomi sono caratterizzati dal principio di dualit che recita che da una
qualsiasi identit booleana se ne ricava un'altra sostituendo l'operatore di somma con quello di
prodotto e l'elemento O con I. Il principio di dualit non dice che le due identit sono uguali o
equivalenti, ma afferma soltanto che se una identit valida nell'algebra di boole lo anche la sua
duale.
Infine si dimostra che valgono le due relazioni di De Morgan: l'una duale dell'altra:
1. (x y) = (x y)
2. (x y) = (x y)
Per la prima il complemento di una somma uguale al prodotto dei complementi dei termini; per la
seconda il complemento di un prodotto uguale alla somma dei complementi dei fattori.
Per il principio di dualit basta dimostrare la validit di una delle due relazioni. Si applichino le
propriet del complemento alla 1):
a) (x y) (x y) = I
b) (x y) (x y) = O
La a) si dimostra con i seguenti passaggi:
(x y) (x y) =
(x y x ) (x y y) =
(y I ) (x I) =
I I =I
La b) si dimostra con passaggi duali:
(x y) (x y) =
(x y x ) (x y y) =
(y O ) (x O) =
O O =O
Si noti che applicando ad entrambi i membri delle due relazioni di De Morgan la complementazione
si ottiene:
1. ((x y)) = (x y)
2. ((x y)) = (x y)
Ma la doppia negazione si pu eliminare ottenendo:
1. x y = (x y)
2. x y = (x y)
dalla quale emerge che:
l'operatore somma si ottiene da una espressione in cui compaiono gli operatori di
complemento e prodotto;
l'operatore prodotto si ottiene da una espressione in cui compaiono gli operatori di
complemento e somma.
Se si definiscono:
le costanti booleane gli elementi appartenenti all'insieme X di sostegno;
le variabili booleane i simboli (a, b, c) a cui possono essere associati insiemi di costanti
booleane;

allora si possono costruire espressioni con gli operatori di complementazione, somma e prodotto.
E = a b (b (c a))
In assenza di parentesi si stabilisce:
che si eseguano per prime le complementazioni;
successivamente i prodotti
ed infine le somme.
Due espressioni si dicono equivalenti se:
assumono lo stesso valore comunque si assegni valore alle variabili in esse contenute;
o possibile trasformare una delle due nell'altra applicando i postulati dell'algebra.

Propriet dell'Algebra di Boole


All'algebra di Boole si associano diversi modelli nei quali si ritrovano interpretazioni diverse sia
degli elementi dell'insieme di sostegno X che degli operatori.
I modelli pi importanti sono:
l'algebra binaria
l'algebra degli insiemi;
la logica delle proposizioni;
l'algebra delle reti
Poich in ognuno di essi valgono le propriet dellalgebra, vengono definiti come algebre di Boole.

Algebra booleana binaria


Nell'algebra binaria sono definiti:
un insieme costituito da due soli valori {0,1} detti bit;
gli operatori di somma logica, prodotto logico e di negazione.
Boole

Binaria

Insieme di sostegno

Due soli valori detti bit

somma

Somma logica

OR

prodotto

Prodotto logico

AND

complemento

Negazione

NOT

minimo

zero

massimo

uno

{0,1}

Per gli operatori logici si soliti far ricorso ad una notazione pi semplice:
per la somma si usa il simbolo +:
a AND b a + b
per il prodotto si usa il puntino che per pu anche essere omesso:
a OR b a b oppure solo ab
per la negazione si soprasegna la variabile
NOT a x
Nell'algebra binaria si definisce funzione booleana y su n variabili booelane:
y = f(x1, x2, ., xn)
la corrispondenza che associa ad ogni combinazione di valori delle n variabili indipendenti x1, x2,

., xn un valore booleano della variabile dipendente y. Poich ognuna delle variabili pu assumere
due soli valori, la funzione f viene ad essere definita su un insieme discreto di valori uguale proprio
alle 2n combinazioni di valori delle n variabili. La tabella che riporta tutte le 2n combinazioni di
valori delle n variabili e i valori corrispondenti della funzione viene detta tavola di verit.
Dalle tavole di verit si nota che l'OR tra due variabili logiche a e b assume valore 0 quando

entrambe le variabili sono zero, ed il valore 1 negli altri tre casi. L'AND assume invece il valore
uno quando entrambe le variabili valgono 1 e zero in tutti gli altri casi. Il NOT, che si applica ad una
sola variabile, uguale ad 1 se la variabile 0, e 0 in caso contrario.
a
0
0
1
1

b
0
1
0
1

ab
0
0
0
1

a
0
0
1
1

b
0
1
0
1

a+b
0
1
1

a a
0 1
1 0

Una qualsiasi funzione f si presenta come unespressione composta dagli operatori OR, AND e
NOT: la presenza di parentesi fissa lordine di esecuzione; in assenza delle parentesi si esegue
prima il NOT, poi lAND ed infine lOR.
a
0
0
0

0
1
1
1
1

b
0
0
1
1
0
0
1
1

c
0
1
0
1
0
1
0
1

ab + (bc)
1
1
1

1
1
1
0
1

a + (bc)
1
1
1
1
0
0
1
0

Due funzioni che presentano la stessa tavola di verit sono equivalenti. A titolo di esempio si
dimostra la relazione di De Morgan:
ab = a + b
costruendo le tavole di verit di primo e secondo membro e verificando che sono uguali.
a
0
0
1

b
0
1
0
1

ab
1
1
1

a+b
1
1
1
0

Poich una funzione booleana definita su due variabili pu assumere solo quattro valori, 24 sono le
possibili funzioni diverse:
a
0
0
1
1
con:

b
0
1
0
1

f0
0
0
0
0

f1
0
0
0
1

f2
0
0
1
0

f0: detta contraddizione


f1: ab; ossia lAND;
f2 : a b
f3: a; ossia uguale ad a
f4 : a b
f5: b; ossia uguale a b

f3
0
0
1
1

f4
0
1
0
0

f5
0
1
0
1

f6
0
1
1
0

f7
0
1
1
1

f8
1
0
0
0

f9
1
0
0
1

f10
1
0
1
0

f11
1
0
1
1

f12
1
1
0
0

f13
1
1
0
1

f14
1
1
1
0

f15
1
1
1
1

f6: a b + a b ; detta or esclusiva o XOR che risulta uguale ad 1 quando i valori di a e b sono
diversi;
f7: a + b; ossia lOR;
8: a + b ; ossia il complemento dellOR detta anche NOR;
f
f9: ab + ab; detta equivalenza EQV che risulta uguale ad 1 quando i valori di a e b sono
uguali;
f10: b ; il complemento di b;
f11: a+ b ; detta implicazione b a, con b antecedente;
f12: a ; il complemento di a;
f13: a + b; detta implicazione a b, con a antecedente;
f14: ab ; ossia il complemento dellAND detta anche NAND;
f15: tautologia.

La tavola di verit consente anche di determinare la forma algebrica di una funzione f che essa

rappresenta. Infatti fissata una tavola di verit, si ricavano da essa due rappresentazioni della
funzione dette forme normali, non solo tra loro equivalenti ma equivalenti anche a qualsiasi altra
espressione indicante la stessa funzione.
Se si indica con letterale loccorrenza di una variabile a in una espressione sia nella sua forma
semplice a che in quella complementata a , si definisce:
mintermine un prodotto di letterali
maxtermine una somma di letterali.
Per n variabili si determinano 2n mintermini o maxtermini diversi, tanti quante sono le

combinazioni dei letterali nelle due forme ammesse (semplice e complementata). I mintermini sono
particolari funzioni che assumono valore 1 per una sola combinazione dei valori delle variabili
indipendenti: nello specifico il valore della variabile deve essere 1 se il suo letterale nella forma
semplice, 0 se complementata. Dualmente i maxtermini sono particolari funzioni che assumono
valore 0 per una sola combinazione dei valori delle variabili indipendenti: nello specifico il valore
della variabile deve essere 0 se il suo letterale nella forma semplice, 1 se complementata. In una
tavola di verit ad ogni riga corrisponde pertanto un unico mintermine che assume valore 1 e un
unico maxtermine che assume valore 0.

a
0
0
0
0
1
1
1
1

b
0
0
1
1
0
0
1
1

c Mintermine = 1 Maxtermine = 0
0
a+b+c
abc
1
abc
a+b+c
0
abc
a+b+c
1
abc
a+b+c

0
abc
a+b+c

1
abc
a+b+c

0
abc
a+b+c

1
abc
a+b+c

Il passaggio dalla tavola di verit alla forma algebrica della funzione pu essere ottenuto:

come SOP (sum of product) sommando


tutti
e solo i mintermini che nella tavola di verit

corrispondono alle righe nelle quali la funzione assume valore 1;


come POS (product of sum) moltiplicando tutti e soli i maxtermini che nella tavola di verit
corrispondono alle righe nelle quali la funzione assume valore 0.
a
0
0
0

b
0
0
1

c
0
1
0

f1
1
0
1

f2
0
0
0

f3
0
0
0

0 1 1 0 0 1
1 0 0 0 0 1
1 0 1 1 0 1
1 1 0 0 0 1
1 1 1 0 1 1
Ad ogni funzione corrisponde una sola forma SOP ed una sola forma POS, tra loro equivalenti.

f SOP
f1 abc + abc + abc

POS
( a + b + c )( a + b + c )( a + b + c )( a + b + c )( a + b + c )( a + b + c )

f2

abc

f3

+ abc + abc + abc+ abc


abc

( a + b + c )( a + b + c )( a + b + c )( a + b + c )( a + b + c )( a + b + c )
(a+ b+ c)

( a+ b + c )( a+ b + c )( a+ b + c )

Si sceglie pertanto tra le due


quella
che
presenta
il
minor
numero
di
mintermini
o di maxtermini: la

SOP conviene quando la funzione assume il valore 1 un numero di volte inferiore al valore 0 (primi

due casi dellesempio); conviene la POS in caso contrario (terzo caso in tabella).
A titolo di esempio si determinino le due funzioni somma (S) e riporto (R) utili per il calcolo della
somma algebrica di due bit. Per la tavola di verit di S si ricorda che essa assume valore 0 quando i
due termini sono entrambi uguali, e il valore 1 nel caso hanno valore diverso. La funzione R assume
il valore 1 solo quando a e b hanno entrambi valore 1: infatti la somma algebrica di 1+1 in binario
uguale a 0 con riporto 1.
a b S R
0 0 0 0
0 1 1 0
1 0 1 0
1 1 0 1

Le due funzione S ed R sono ottenibili come:


S = ab + ab e R = ab
Si noti che S = a XOR b e R = a AND b.

Algebra degli insiemi


Anche lalgebra degli insiemi un modello isomorfo allalgebra di Boole nel quale si definiscono:
luniverso T come insieme contenente un qualsiasi altro insieme, compreso linsieme che
non ha elementi detto insieme vuoto;
lunione di A e B come linsieme di tutti gli elementi appartenenti ad entrambi;
lintersezione di A e B come linsieme contenente gli elementi che sono presenti
contemporaneamente in A e B;
la complementazione dellinsieme A come linsieme di tutti gli elementi delluniverso T che
ad esso non appartengono.

Boole

Insiemi

Insieme di
sostegno

Luniverso del discorso contenente


tutti gli insiemi compreso quello
vuoto

somma

Unione di due insiemi

prodotto

Intersezione di due insiemi

complemento

Complemento

minimo

Insieme Vuoto

massimo

Insieme Universo

Nellalgebra degli insiemi le relazioni dell'algebra possono essere illustrate su un piano mediante i
diagrammi di Venn. In tale rappresentazione gli insiemi vengono rappresentati con figure piane con
contorno chiuso e linsieme T con un rettangolo nel quale sono contenute tutte le altre figure.

A titolo di esempio si nota osservando la figura b) che A A = T e A A = , ma anche che


A A = A e A A = A .
Limportanza dellalgebra degli insiemi risiede nel teorema di Stone del 36 secondo cui ogni
algebra di Boole rappresentabile su di unalgebra degli insiemi e quindi dimostrabile mediante i

diagrammi di Venn.

Logica delle proposizioni


La logica matematica applica il formalismo matematico a processi di logica quali la deduzione e
linduzione. In logica, tra le espressioni linguistiche, sono di particolare interesse le proposizioni,
ossia quelle frasi che implicano un valore di verit e falsit: ad esempio la frase Roma la capitale
dItalia vera. Sono proposizioni variabili quelle frasi per le quali il valore di verit e falsit
dipende dal riscontro con il contesto in cui la frase usata: ad esempio il docente del corso
giovane risulta vera o falsa solo dopo aver scoperto let del docente. La tautologia una frase
sempre vera; una contraddizione sempre falsa. Le proposizioni possono solo assumere o il valore
vero o il valore falso (in inglese TRUE e FALSE).
Nel nostro linguaggio, litaliano, due o pi proposizioni possono essere combinate in proposizioni
composte mediante:
la congiunzione e
la disgiunzione oppure.
La congiunzione comporta che la proposizione composta vera solo quando tutte le proposizioni
componenti sono vere, in tutti gli altri casi risulta falsa.
Gli appunti sono completi e validi didatticamente
La disgiunzione comporta che la proposizione composta falsa solo quando tutte le proposizioni
componenti sono false, in tutti gli altri casi risulta vera.
x<a oppure x>b

Una proposizione pu essere negata con il non: la nuova proposizione falsa se in partenza era
vera, falsa altrimenti.
oggi non una giornata fortunata
La logica delle preposizioni unalgebra di Boole nella quale valgono le definizioni di tabella.
Boole
Insieme di sostegno

Logica proposizione
Due soli valori di verit {falso,vero}

somma

Disgiunzione

oppure

prodotto

Congiunzione

complemento

Negazione

non

minimo

contraddizione

falso

massimo

tautologia

vero

Con le preposizioni si dimostrano le relazioni di De Morgan ragionando sullappartenenza di un


punto ad un intervallo: infatti dire che un punto interno ad un intervallo equivale a dire che non
esterno ad esso. Allora dati due punti a e b, con a<b, un punto x interno se:
x>a e x<b
mentre un punto y esterno se:
y<a oppure y>b
ma essere interno equivale a non essere esterno, quindi:
x>a e x<b = non (x<a oppure x>b)
Poich:
x>a = non x<a
x<b = non x>b
si ha la relazione di De Morgan:
non (x<a oppure x>b) = (non x<a) e (non x>b)
Lalgebra di Boole uno strumento algebrico per trattare le propriet logiche delle proposizioni: i
procedimenti della logica che consentono di trarre conclusioni da alcune premesse sono ricondotti a
formulazioni algebriche e dimostrazioni matematiche.
Infatti ogni proposizione diventa un letterale che assume uno dei due valori di verit e le
proposizioni composte sono funzioni logiche definite dalle loro tavole di verit. Per semplicit di
notazione si soliti o abbreviare Falso e Vero con F e V, o usare al loro posto la codifica binaria
associando al primo il valore 0 e al secondo 1. Anche per gli operatori si soliti adottare la stessa
notazione introdotta nellalgebra binaria.
La logica delle proposizioni importante perch consente di studiare la correttezza della
formulazione delle condizioni usate negli algoritmi (e quindi nei programmi) per controllare il
flusso di esecuzione. Infatti una condizione una espressione logica desunta da proposizioni che
caratterizzano lo svolgimento di parti dellalgoritmo. Ad esse si arriva analizzando frasi in cui
alcune proposizioni implicano il valore di verit di altre proposizioni. Frasi tipiche sono:
lazione A deve essere eseguita se condizione vera;
lazione A deve essere ripetuta se condizione falsa;
lazione A deve continuare mentre la condizione vera.
Ad esempio si considerino i due predicati:
x: batteria carica
y: serbatoio vuoto.
Si studi la condizione f :
il motore si accende se batteria carica oppure serbatoio vuoto
x

F
F
V
V

F
V
F
V

F
V
V
V

Dalle righe della tavola di verit si evince:


riga 1: il motore non si accende quando la batteria non carica e il serbatoio non vuoto;
riga 2: il motore si accende quando la batteria non carica e il serbatoio vuoto;
riga 3: il motore si accende quando la batteria carica e il serbatoio non vuoto;
riga 4: il motore si accende quando la batteria carica e il serbatoio vuoto.
Si noti che solo la terza riga riporta una condizione corretta della realt: da essa si ricava la corretta
condizione di accensione del motore:
il motore si accende se batteria carica e non serbatoio vuoto

Logica delle reti


Con la logica delle reti si studia il comportamento di un sistema di interconnessioni esistente tra due
punti A e B al fine di determinare se tra di essi esiste un flusso. Le parti della rete sono tratte che
collegano tra loro due punti. Le tratte possono essere disposte in modo che il punto terminale della
prima coincida con quello iniziale della seconda oppure affiancandole mediante il congiungimento
dei punti di ingresso e di uscita: nel primo caso si dice che le due tratte sono state disposte in
sequenza, nel secondo si dice che sono in parallelo. Una tratta nella quale esiste sempre un flusso
viene detta ON, si dice OFF una tratta nella quale il flusso si interrompe. Inoltre il flusso in una
tratta pu essere regolato da interruttore che pone in ON o in OFF la tratta stessa. Una sequenza di
due tratte con interruttori ON solo se i due interruttori sono entrambi ON; un parallelo delle stesse
tratte invece OFF solo se gli interruttori sono entrambi OFF. Sono alcuni esempi di reti le reti
idriche, autostradali e i circuiti elettrici.
Se ad ogni tratta viene associata una variabile vi che assume valori OFF ed ON, la funzione
y=f(v1,v2,vn) studia se esiste trasmissione tra i punti di ingresso ed uscita della rete.
Una rete siffatta un modello di algebra di boole nel quale loperatore di somma il parallelo di
tratte e il prodotto la sequenza di tratte.
Boole

Logica delle reti

Insieme di sostegno

somma

Presenza o meno di {OFF, ON}


trasmissione
||
Tratte in parallelo

prodotto

Tratte in sequenza

complemento

Passaggio da ON a
OFF e viceversa

NOT

minimo

Assenza di flusso

OFF

massimo

Presenza di flusso

ON

Nel caso di circuiti elettrici la condizione di OFF corrisponde ad un circuito aperto, e quella di ON
ad uno chiuso: condizioni che determinano il transito di corrente.

Affinch la lampadina della figura possa accendersi la funzione:


((a(b+c))+((e+g)f))d
deve essere ON.

Reti combinatorie e sequenziali


Il lavoro di Boole caratterizz fortemente il pensiero matematico del '900 ma solo nel 1938 Claude
Shannon dimostr che la logica simbolica di Boole poteva essere usata per rappresentare le funzioni
degli interruttori nei circuiti elettronici divenendo la base della progettazione dell'elettronica
digitale.
Nella elettronica analogica le variabili elettriche, tensioni e correnti, presenti in un circuito sono
funzioni continue, non necessariamente lineari, delle grandezze fisiche che rappresentano; nei
circuiti elettronici digitali invece le variabili elettriche assumono solo due valori discreti,
corrispondenti per esempio ad un valore di tensione uguale o a 5 Volt o a -5 Volt. Se tali valori si
associano ai bit, allora un circuito elettronico digitale un dispositivo che riceve in ingresso dei
segnali binari producendo in uscita altri segnali binari. La trasformazione dei segnali dallingresso
alluscita rappresenta il primo esempio di calcolo automatico in quanto evolve senza alcun
intervento umano.

Le porte logiche
Le porte (in inglese gate) sono i componenti di base con cui costruire un qualsiasi circuito digitale.
Una porta presenta pi ingressi xi ma una sola uscita che una funzione logica y=f(x1,x2,..,xn). Il
numero degli ingressi di una porta detto fan-in, il fan-out il numero di collegamenti che si
possono attestare sullunica uscita. Collegando tra loro le uscite di una porta con gli ingressi di altre
porte si costruisce un circuito che si comporta logicamente.
Come tutti i circuiti anche quelli digitali eseguono la trasformazione con un tempo che dipende
dalle tecnologie utilizzate: tale tempo misura il ritardo introdotto dal circuito per produrre il segnale
in uscita a partire dalla disponibilit dei segnali in ingresso. Pi questo ritardo piccolo, maggiore
la velocit di calcolo mostrata dal circuito. Oggi con le moderne tecnologie VLSI (very large scale
integration) che usano piastrine di silicio (in inglese chip), contenenti su dimensioni microscopiche
milioni di porte logiche, si raggiungono tempi di calcolo uguali a frazioni di secondo.

Le porte logiche fondamentali sono quelle che realizzano le funzioni OR, AND e NOT. Ad esse si
aggiungono anche le porte NAND e NOR. Ad ognuna di esse si associa un simbolo grafico per
agevolare la comprensione dello schema dei circuiti.

NOT o inverter

AND

OR

NAND

NOR

In figura riportato il circuito della funzione equivalence EQV = ab + ab

Limportanza delle porte NAND e NOR deriva dal fatto che un qualsiasi circuito digitale pu essere
realizzato utilizzando solo porte del primo o del secondo tipo. Dalla osservazione delle loro tavole
di verit si ricava che le due porte si comportano da NOT se ai loro ingressi si applica lo stesso
segnale.
x
0
0
1
1

y
0
1
0
1

x NAND y
1
1
1
0

x NOR y
1
0
0
0

x x x NAND x x NOR x
0 0 1
1
1 1 0

Circuiti equivalenti
Poich le due relazioni di De Morgan affermano che:
1. ab = a + b = (a NOR a) NOR (b NOR b)
2. a + b = ab = (a NAND a) NAND (b NAND b)
si dimostra che un qualsiasi circuito si ottiene con sole porte NOR o con sole porte NAND.

Circuiti equivalenti

Circuiti equivalenti

Reti combinatorie
Una rete combinatoria un insieme di porte logiche tra loro interconnesse per realizzare un circuito
costituito da n ingressi e m uscite.

Poich ogni uscita yi funzione degli n ingressi, la rete combinatoria descritta da un gruppo di m
espressioni logiche. La rete combinatoria realizza quindi linsieme delle trasformazioni descritte
dalle singole espressioni logiche secondo la funzione Z=F(X) con la quale alle 2n combinazioni dei
valori di ingresso corrisponde la combinazione dei valori delle m uscite. La funzione F viene
rappresentata mediante una tabella che detta tabella di transizione.
Si costruisca un addizionatore binario che calcoli la somma algebrica di due bit a e b e di un
eventuale riporto r; come risultato si abbia il bit di somma s e il nuovo riporto r.
a b r s r
0 0 0 0 0
0 0 1 1 0
0 1 0 1 0
0 1 1 0 1
1 0 0 1 0
1 0 1 0 1
1 1 0 0 1
1 1 1 1 1
Dalla tabella di transizione si ricava una implementazione del circuito:
s = (a + b + r)(a + b + r)(a + b + r)(a + b + r)
r'= abr + abr + abr + abr

Si noti che nel disegno sono state introdotte, per semplificare lo schema, porte logiche con fan-in
maggiore di due: si pu facilmente dimostrare che:
abc = (ab)c
a+b+c = (a+b)+c

abcd = ((ab)c)d
a+b+c+d = ((a+b)+c)+d
che utlizzano porte logiche con soli due ingressi.

Reti sequenziali
Con le reti combinatorie una qualsiasi funzione aritmetico-logica pu essere realizzata seppur con
un gran numero di porte logiche; inoltre il valore delle uscite al tempo t dipende solo dal valore dei
segnali di ingresso al tempo t-d dove d il ritardo della rete e il ripetersi di una eguale
configurazione di ingresso produce sempre la medesima risposta delle uscite.
Una rete combinatoria non in grado di realizzare una delle funzionalit pi importanti per un
calcolatore elettronico, cio la possibilit di memorizzare linformazione e di usarla per le
successive elaborazioni. Serve allora una rete capace di evolvere ad ogni istante ricordando quanto
calcolato nellistante precedente.
Le reti sequenziali sono reti logiche nelle quali il valore dei segnali dell'uscita ad un certo istante t
dipende non solo dallo stato degli ingressi in quello stesso istante, ma anche dagli stati degli
ingressi precedenti. Pertanto necessario che la rete abbia memoria della storia passata per far s
che il comportamento ingresso/uscita ne venga condizionata.
Una rete sequenziale si realizza con una rete combinatoria nella quale un dispositivo di memoria
riporta in ingresso una parte dei segnali di uscita. La retroazione deve consentire che i segnali
prodotti in uscita si ripresentino allingresso in un istante successivo per determinare il nuovo
valore delluscita.

Il dispositivo di memoria nel presentare i segnali allingresso introduce uno specifico ritardo: la rete
pu quindi evolvere facendo s che in ingresso i segnali si presentino con una frequenza che sfrutti
proprio tale ritrado affinch le uscite siano funzione degli ingressi allo stesso istante e delle uscite
dellistante precedente. Reti di questo tipo vengono dette asincrone per distinguerle da quelle
sincrone nelle quali il comportamento regolato da un segnale che scandisce il tempo ad intervalli
prefissati. Caratteristiche di tale segnale, che viene detto clock, sono proprio il suo periodo T, ossia
lintervallo di tempo dopo il quale si ripresenta, o la sua frequenza che misura il numero di periodi
nellunit di tempo (1/T) e si misura in Herz.

Gli impulsi del clock fissano il tempo in cui la rete produce luscita sulla base degli ingressi e dei
valori retrozionati dalla memoria.
A titolo di esempio si calcoli la somma algebrica di due byte eseguendo in sequenza la somma di
due bit alla volta a partire da quelli di peso meno significativo. Si realizzi la somma con una rete
sequenziale sincrona basata sul semplice addizionatore operante su due bit a cui sia stata aggiunta la
retroazione del bit di riporto: in tale modo alla somma di due bit partecipa il riporto prodotto dalla
somma dei bit precedenti.

La tabella riporta quanto calcolato dallautoma ad ogni colpo di clock.


Clock
T1
T2
T3
T4
T5
T6
T7
T8

Uscita
B10+B20+r0
B11+B21+r(B10+B20)
B12+B22+r(B11+B21)
B13+B23+r(B12+B22)
B14+B24+r(B13+B23)
B15+B25+r(B14+B24)
B16+B26+r(B15+B25)
B17+B27+r(B16+B26)

con r0 che allavvio deve assumere il valore zero.


Una rete sequenziale viene a trovarsi in ogni istante in una configurazione che dipende dalla sua
storia, ossia dalla sua evoluzione automatica iniziata con il suo avvio. La rete pu essere quindi
descritta attraverso tutti gli stati assunti cos come si sono susseguiti nel tempo e dalle sollecitazioni
che ne hanno comportato il passaggio da uno stato al successivo.
La rete viene anche detta macchina sequenziale per la somiglianza con le macchine meccaniche
nelle quali lo stato memorizzato dalla posizione degli ingranaggi.
Una macchina sequenziale allora rappresentata da:
linsieme S degli stati che essa assume;
linsieme I degli ingressi;
linsieme U delle uscite;
la funzione fs di transizione da uno stato al successivo;
la funzione fu di definizione delle uscite.
Esistono due modelli tra loro equivalenti che consentono di studiare il comportamento di una
macchina sequenziale: secondo il modello di Mealy il sistema di equazioni logiche che la
descrivono :
S (t + 1) = f (I (t), S (t))
U (t) = fu (I (t), S (t))
S

secondo invece Moore :


S (t + 1) = f (I (t), S (t))
U (t) = fu (S (t))
con t e (t+1) che indicano convenzionalmente due intervalli di tempo successivi.
Le reti sequenziali si comportano come degli automi che potendo assumere un insieme finito di
S

stati evolvono ad intervalli di tempo regolari ricevendo informazioni in ingresso che in base allo
stato in cui si trovano, provvedono sia a generare un uscita che a (eventualmente) cambiare il
proprio stato.

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